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presentazione dell'iniziativa - Liceo Ginnasio Statale «Raimondo ...

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GIORNATA DELLA MEMORIA 2012<br />

Mostra Ritorno a Scuola. L'educazione dei bambini e dei ragazzi ebrei a Venezia tra leggi<br />

razziali e dopoguerra<br />

Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea<br />

Biblioteca-Archivio "Renato Maestro" della Comunità Ebraica di Venezia<br />

Mostra fotografica sui campi di concentramento Auschwitz, utopia e follia<br />

fotografie di Michele Brocca<br />

<strong>Liceo</strong> Classico “Raimondo Franchetti”<br />

Corso del Popolo 82 – Venezia Mestre<br />

dal 23/01/2012 al 28/01/2012<br />

orari: mattino 9.00 – 13.00; pomeriggio (fino al 26/01) 14.00 – 17.00<br />

Presentazione del Catalogo Ritorno a Scuola<br />

Aula Magna del <strong>Liceo</strong> Classico “Raimondo Franchetti”, 27/01/2012 ore 11.00 – 13.00<br />

Tiziana Agostini – Assessora alle Attività Culturali del Comune di Venezia<br />

Andrea Ferrazzi – Assessore alle Politiche Educative del Comune di Venezia<br />

Maria Teresa Sega e Laura Luzzato Voghera – Curatrici del catalogo<br />

Alba Finzi e Lia Finzi – Testimoni<br />

Giuseppe Scalici, Carlo Franco e Umberto Daniele – Docenti del <strong>Liceo</strong> Franchetti<br />

INTRODUZIONE ALLE ATTIVITÀ DIDATTICHE IN OCCASIONE DELLA MOSTRA<br />

“RITORNO A SCUOLA”<br />

Forse per deformazione professionale, in quanto insegnante di Storia dell’arte, ritengo che tutte le<br />

immagini, dalle più scontate alle più sublimi, siano - in gradi diversi - rappresentazioni che<br />

l’umanità si è data e si dà del suo stesso destino. Per questo motivo esse sono per me magnetiche<br />

come per Narciso l’acqua nella quale si specchiò: di tanto in tanto, riesco a intravvedervi<br />

potentemente iscritto, sia il (mio/nostro) passato, sia il futuro. Ma, come si suol dire, converrà<br />

partire dall’inizio.<br />

In occasione della Giornata della Memoria 2012, presso al Franchetti è stata ospitata dal 23 al 28<br />

gennaio la mostra Ritorno a scuola. L'educazione dei bambini e dei ragazzi ebrei a Venezia tra<br />

leggi razziali e dopoguerra, già tenutasi nella Casa della Memoria e della Storia di Venezia, sede<br />

dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea.<br />

La mostra racconta un notevole caso di microstoria: l’esperienza della Scuola ebraica parificata,<br />

istituita dalla comunità ebraica di Venezia in seguito al D. L. del 5 settembre 1938 che prescrisse<br />

l’espulsione di ogni studente o docente di origine ebraica dalle scuole d’Italia. La scuola fu attiva<br />

dapprima tra il 1938 e il 1943 e, in seguito alla conclusione del conflitto, tra il 1946 e il 1951, per<br />

accogliere ragazzi e ragazze che tornavano alla vita civile dopo la clandestinità.<br />

“Ritorno a scuola” non solo, dunque, come ritorno in uno spazio fisico di accoglienza ed educazione<br />

dopo l’umiliazione inflitta dalla barbarie tramite la traumatica esclusione dall’istruzione, evocata in<br />

tutta la sua gelida e burocratica atrocità da Alba Finzi nel catalogo della mostra; ma anche come<br />

ritorno all’idea stessa di scuola, di uno spazio mentale di condivisione e libertà dove il pensiero<br />

poteva tornare a elaborare sogni, progetti, cultura, obliterando progressivamente quelle cicatrici (o,<br />

più spesso, ferite in suppurazione) che la minaccia quotidiana di segregazione e morte aveva inciso


sulla psiche di alunni ed alunne.<br />

Questa mostra riconosce quindi all’istruzione un valore assoluto. Per questo il corpo docente del<br />

Franchetti ha fortemente voluto che essa trovasse nella nostra scuola tanto uno spazio fisico, quanto<br />

uno mentale, quello nato cioè dalla riflessione dei nostri e delle nostre studenti come attori e<br />

protagonisti dell’atto di memoria.<br />

Anche sotto altri punti di vista la vicenda da essa narrata avrebbe comunque interessato studenti e<br />

docenti di una scuola secondaria e in particolare quelli di un liceo classico. Non solo perché anche<br />

la scuola veneziana del 1938 prevedeva un ginnasio-liceo, ma anche perché la crearono eminenti<br />

personalità della cultura, quali i professori Gino Luzzatto e Augusto Levi, o perché la si volle laica,<br />

nonostante molte pressioni contrarie della Comunità, per riaffermare l’inalienabile diritto di libertà<br />

d’istruzione violato dal regime fascista…<br />

Ma, come dicevo, io sono un insegnante di Storia dell’arte e quindi, naturalmente, un malato di<br />

immagini o, almeno, un soggetto a forte rischio d’infezione. Per me invece fu immediatamente<br />

motivo di particolare interesse lo straordinario giornalino di classe che gli/le studenti produssero,<br />

con un’autonomia ancor oggi stupefacente, per allentare l’opprimente angoscia con la quale il<br />

passato attanagliava i loro cuori; e, ancor più, lo furono i suoi splendidi disegni.<br />

I disegni condividevano con i testi che accompagnavano la stessa fervida inventiva, l’arguzia, il<br />

piacere del segno o della parola; ma anche la capacità di esorcizzare, grazie al potere taumaturgico<br />

della creatività, il cupo fardello che gravava sui loro autori e sulle loro autrici. Erano e sono disegni<br />

eloquenti. Riassumono - secondo le due modalità classiche dell’espressione artistica, la negazione o<br />

l’accentuazione dei tratti fondamentali del tema trattato - tutto il disagio esistenziale di quegli anni<br />

strazianti.<br />

Ed ecco fiorire le invenzioni bizzarre come witz, in giocoso equilibrio tra Bosch e Dada, di Ariel; le<br />

teste modiglianesche e astratte, fluttuanti nel vuoto o prigioniere di gabbie mentali, di Arturo; i<br />

ritratti monocromi, dal tono spento ma aggressivamente espressionisti, di esseri ibridi a metà tra<br />

l’uomo e la belva, di Bruno; i soli raggianti, per tanto tempo sognati a splendere sulla vita che ora<br />

rinasceva, di Vania…<br />

Grazie alla fiducia e alla disponibilità degli attuali loro custodi, diversi di quei disegni e dei<br />

giornalini si sono potuti ammirare anche al Franchetti. A partire da essi e dalla storia della Scuola<br />

ebraica, studenti e studentesse di diverse classi liceali si sono preparati a presentare la mostra.<br />

Organizzati/e in gruppi, nel corso dell’anno scolastico hanno studiato, anche tramite incontri<br />

seminariali con insegnanti ed esperti, le tematiche che l’esposizione implicava. Hanno perciò<br />

approfondito alcuni aspetti storici o metodologici “paralleli”, quali ad esempio la storia moderna del<br />

Ghetto veneziano o quella contemporanea della comunità ebraica, le leggi razziali e le loro presunte<br />

basi biologiche, la lettura psicolologica del disegno infantile o i suoi rapporti con l’arte<br />

contemporanea, e molti altri ancora. L’elenco delle tematiche indagate si troverà alla fine di questa<br />

<strong>presentazione</strong>, prima di quello dei/delle componenti i gruppi di guide.<br />

Tuttavia, nell’introdurre la mostra, le guide non hanno dovuto far riferimento solo al suo contenuto<br />

ma anche al suo contenitore. Nel nostro caso, la sede in cui la mostra è stata ospitata ha infatti<br />

potuto conferire all’evento un ulteriore significato.<br />

Com’è noto, il Franchetti fu una delle ultime imprese architettoniche del fascismo a Venezia e a<br />

Mestre. Tramite questo edificio razionalista, di marca piacentiniana, sorto tra il 1939 e il 1940 sul<br />

futuro Corso del Popolo, il regime si autocelebrava annunciando la nascita a San Giuliano di un<br />

nuovo “sestiere” della città, che si auspicava sorgesse intonato per decoro e sobrietà allo stile del<br />

<strong>Liceo</strong>. Trionfalismo e retorica ne segnarono perciò sia la forma definitiva, sia le decorazioni, dai<br />

rilievi dell’ingresso (dove atletici Balilla col moschetto ricordavano i valori inculcati dal regime agli<br />

studenti e ormai sinistramente proiettati verso l’entrata in guerra) al dipinto nell’Aula Magna. In<br />

quest’ultimo sfilano, tra un Augusto e un Mussolini posti in ideale continuità “imperiale”, quelli che<br />

oggettivamente furono - come poi verranno pudicamente definiti - i massimi geni “dell’Italia”, ma


che allora vennero chiamati “i massimi geni della razza”, a sottolineare l’intento perseguito dalle<br />

leggi razziali di due anni prima.<br />

Ecco perché è per me un altro motivo di soddisfazione aver potuto ospitare quest’importante<br />

iniziativa, col totale sostegno dei docenti del Franchetti di oggi, in quell’Aula così retorica. Perché<br />

anche in questo modo abbiamo potuto iniziare a pagare l’ipoteca lasciataci dai docenti del<br />

Franchetti di ieri: da chi, alla soglia della catastrofe nella quale stava per precipitare l’Europa,<br />

apprezzò o comunque tollerò che sulle pareti della scuola campeggiasse un inaccettabile segno di<br />

feroce discriminazione. Che deve rimanere indelebile monito di quell’errore, nella memoria storica<br />

e nei nostri occhi di posteri.<br />

In conclusione, mi è gradito obbligo il ringraziare quanti/e sono intevenuti nella Giornata della<br />

Memoria, il 27 gennaio, a presentare il libro-catalogo della mostra e a discuterne con gli/le studenti:<br />

Maria Teresa Sega, dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società<br />

contemporanea, e Laura Luzzato Voghera, curatrici del catalogo; i colleghi professori Giuseppe<br />

Scalici e Carlo Franco, del <strong>Liceo</strong> Franchetti. Ma in particolare un commosso ringraziamento va ad<br />

Alba Finzi e Lia Finzi, insegnanti della Scuola ebraica e testimoni di una storia che in loro, e anche<br />

grazie loro, è ancora vivente, per le ferme e appassionate parole che hanno saputo rivolgere a una<br />

platea di attentissimi/e studenti.<br />

Ringrazio Alba Finzi, Laura Luzzato Voghera e la Biblioteca-Archivio "Renato Maestro" della<br />

Comunità Ebraica di Venezia per averci concesso di esporre i preziosi disegni originali degli/delle<br />

alunni/e della Scuola ebraica.<br />

Per aver prestato al liceo la mostra sulla Scuola Ebraica, ringrazio Maria Teresa Sega e l’Istituto<br />

veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea; per la mostra fotografica sui<br />

campi di sterminio, che ha integrato – quasi riflettendole in uno specchio tragico – le tematiche<br />

sviluppate dalla mostra sulla Scuola, ringrazio sia l’arch. Michele Brocca, autore delle belle<br />

fotografie e dei pannelli, sia il dott. Alfredo Rispoli della municipalità di Chirignago Zelarino.<br />

Negli incontri di studio seminariali con gli e le studenti per la preparazione alla mostra è stata<br />

preziosa la collaborazione della dott.ssa Elisabetta Rubini, esperta nella lettura del disegno infantile,<br />

e dei colleghi professori Giuseppe Scalici, di Storia e Filosofia, e Francesco Garofalo, di Scienze<br />

naturali.<br />

Un ringraziamento va infine anche a quanti nella nostra scuola hanno fatto sì che la mostra sia stata<br />

visitata da molte classi e che si sia potuta aprire al pubblico anche in orario pomeridiano: dal<br />

Dirigente Scolastico ai/alle docenti tutti/e, dalle classi che l’hanno voluta visitare al personale ATA<br />

(che sì è profuso in una collaborazione immediata e generosa); e soprattutto agli/alle studenti<br />

offertisi/esi come guide, che fin dal primo momento hanno dimostrato un impegno e un entusiasmo<br />

tanto motivati che, almeno per il sottoscritto, ogni sforzo organizzativo è poi diventato un piacere.<br />

Ero convinto fin dall’inizio che quest’iniziativa potesse costituire forse il miglior modo di recepire<br />

la lezione insita nella mostra e di trasmetterla, dalle vecchie alle nuove generazioni. Ora lo sono<br />

ancor di più.<br />

prof. Umberto Daniele<br />

Docente organizzatore dell’esposizione


Aree tematiche e percorsi sviluppati dai gruppi di Guide alla Mostra<br />

A - LA STORIA<br />

“Shoah” ed “olocausto”: la storia dello sterminio<br />

La storia degli ebrei d’Europa e l’evoluzione dell’ebraismo, dalla diaspora al sionismo<br />

Storia degli ebrei di Venezia sotto il fascismo<br />

B - L’EDUCAZIONE<br />

La moderna concezione del bambino nell’evoluzione della pedagogia<br />

Il principio del lavoro di gruppo come stimolo alla creatività<br />

L’evoluzione dell’istruzione pubblica in Italia, dalla Legge Casati alla riforma Gelmini<br />

C - LA SCIENZA<br />

Il concetto di “razza” ieri e oggi<br />

La scienza italiana sotto il fascismo<br />

Darwin e l’evoluzionismo distorto: il mito della razza ariana e l’eugenetica<br />

D - IL DISEGNO E L’ARTE<br />

Il disegno infantile e la sua dimensione espressivo-comunicativa<br />

La lettura in chiave psicanalitica dei disegni di bambini in situazione di disagio<br />

Le avanguardie tra negazione della mimesi e riscoperta dell’arte infantile<br />

Gruppi di Guide e Aree rispettivamente sviluppate<br />

GUIDE 1 (B)<br />

Sara Deppieri, 1A - Veronica Pesce, 1A – Noemi Ruberti, 1A – Davina Scalise, 1A<br />

GUIDE 2 (B, D)<br />

Elena Bobbo, 1A - Giulia Olivato, 1A - Martina Bianco, 2C - Melissa Palermo, 2C<br />

GUIDE 3 (B, D)<br />

Irene Frigo, 2A – Camilla Bertolino, 2A – Beatrice Carmello, 2A - Muner, 2C - Clelia Nobili, 2C<br />

GUIDE 4 (D)<br />

Luca Barbanti, 2C - Annalisa Brugnaro, 2C - Carlo Favaretto, 2C - Luna Pratali Maffei, 2C<br />

GUIDE 5 (A, D)<br />

Tommaso Brusegan, 2A - Camilla Grandi, 3B - Valentina Ciuoffo, 3B - Claudia Cavalier, 3B<br />

GUIDE 6 (A, B, D)<br />

Anna Mason, 3A - Martina Mason, 3A - Laura Gagliardi, 3B - Gaia Porcelli, 3B<br />

GUIDE 7 (D)<br />

Camilla Borgoni, 2A - Giulia Gasperuzzo, 2A - Vanessa Moro 2A - Dalia Pratali Maffei, 2A<br />

GUIDE 8 (D)<br />

Elena Fantin, 3A - Martina Vianello, 3A<br />

GUIDE 9 (C)<br />

Edoardo Corò, 2C - Giacomo Giuri, 2C - Giorgio Iaderosa, 2C - Federica Sicchiero, 2C - Giulia<br />

Maria Toffanin, 3C

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