Funghi - Liceo Classico Psicopedagogico Cesare Valgimigli
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1. I funghi sono diffusi in tutti gli ambienti.<br />
I funghi sono organismi eterotrofi diffusi in tutti gli ambienti e a cui si devono molti dei processi di riciclaggio indispensabili<br />
per il ciclo globale dei viventi e dei nutrienti.<br />
I funghi differiscono dalle piante in quanto essi non sono autotrofi (mentre le piante sono autotrofi fotosintetici), differiscono<br />
dagli animali perché sono eterotrofi per assorbimento (mentre gli animali sono eterotrofi per ingestione) e infine,<br />
differenziano dai protisti perché i funghi non presentano mai cellule flagellate in nessuno stadio del loro ciclo vitale, i loro<br />
gameti sono morfologicamente uguali (ma funzionalmente diversi), hanno la chitina come componente della loro parete<br />
cellulare e spesso (ma non sempre) possiedono uno stadio dicariotico compreso tra lo stadio aploide e lo stadio diploide.<br />
Si ritiene che i funghi attuali si siano evoluti da un protista unicellulare e flagellato, che si suppone sia stato anche il<br />
progenitore comune degli animali.<br />
si<br />
I funghi vivono in ogni ambiente e<br />
possono essere saprofiti, parassiti o<br />
stabilire relazioni mutualistiche con<br />
altri organismi.<br />
Il modo di nutrirsi dei funghi si chiama nutrizione per<br />
assorbimento. Essa avviene grazie alla secrezione di<br />
enzimi digestivi, cioè sostanze capaci di attivare le<br />
reazioni che demoliscono le biomolecole presenti<br />
nell’ambiente in molecole più piccole; i prodotti della<br />
digestione vengono poi assorbiti dalle cellule del fungo<br />
attraverso la membrana plasmatica.<br />
Nei prossimi paragrafi descriveremo le divisioni<br />
principali di funghi, Zigomiceti, Glomeromiceti,<br />
Ascomiceti e Basidiomiceti che comprendono tutti<br />
organismi terrestri (▶figura 2).<br />
Alcuni botanici classificano tra i funghi anche<br />
organismi che altri considerano protisti, come i<br />
Gimnomiceti, gli Oomiceti e i Chitridiomiceti. La<br />
posizione di questi ultimi è la più controversa perché,<br />
pur presentando cellule flagellate (caratteristica da<br />
protisti), essi hanno la parete cellulare costituita da<br />
chitina (caratteristica tipica dei funghi).<br />
L’eterotrofia per assorbimento costituisce una<br />
condizione vantaggiosa in tutti gli habitat, che permette<br />
ai funghi di crescere utilizzando i substrati più diversi:<br />
molti funghi sono saprofiti, cioè assorbono i nutrienti<br />
dalla materia organica morta fungendo da<br />
decompositori; altri sono invece parassiti, ossia<br />
assorbono i nutrienti da ospiti vivi, come la formica<br />
della (▶figura 1); altri ancora sono organismi mutualisti,<br />
che stabiliscono strette associazioni con altri organismi,<br />
vantaggiose per entrambi i partner.<br />
Figura 2. L'albero filogenetico dei funghi.<br />
Attualmente si conoscono quattro divisioni di funghi. In questo<br />
schema sono presenti anche le relazioni filogenetiche tra funghi<br />
e Chitridiomiceti che alcuni biologi considerano protisti simili a<br />
funghi (Protomiceti).<br />
Figura 1. Un pasto alieno.<br />
Il corpo fruttifero di un fungo tropicale sta accrescendosi<br />
all’estremità del peduncolo che sporge dalla carcassa di questa<br />
formica, il fungo si è interamente sviluppato all’interno<br />
dell’ospite a partire da una spora ingerita dall’insetto.<br />
Come vedremo, ai fini della classificazione dei funghi<br />
sono molto importanti le strutture riproduttive deputate<br />
alla riproduzione sessuata. Esistono specie fungine che<br />
si contraddistinguono dal resto dei funghi perché si<br />
riproducono solo asessualmente e un tempo esse<br />
venivano incluse nella divisione dei deuteromiceti<br />
(funghi imperfetti). In seguito è stato possibile indurre<br />
sperimentalmente la riproduzione sessuata anche in tali<br />
funghi, e si è potuto così ascrivere tali specie ad una<br />
delle divisione di funghi sopra descritte.
Le parole:<br />
Saprofita deriva dal greco saprós, «putrefatto»;<br />
Parassita è anch’essa una parola di origine greca<br />
(da pará, «presso», e sîtos, «cibo»), che significa<br />
«commensale», ma in biologia, come nel linguaggio<br />
comune, ha un’accezione negativa.<br />
Chitridiomiceti deriva dal greco chytrídion, «pentolino»,<br />
che allude alla forma della struttura che contiene le<br />
spore di questi funghi.<br />
Ifa deriva dal greco hyphé che significa «tessuto»,<br />
Micelio deriva invece da mýkes, che vuol dire appunto<br />
«fungo».<br />
I funghi possono essere unicellulari<br />
o pluricellulari.<br />
I funghi sono organismi per lo più pluricellulari,<br />
sebbene la maggior parte dei gruppi comprenda anche<br />
specie unicellulari. A eccezione di quelli più primitivi<br />
(chiamati chitridiomiceti), i membri unicellulari degli<br />
altri gruppi vengono definiti lieviti (▶figura 3). I lieviti<br />
vivono in ambienti liquidi o comunque umidi e<br />
assorbono i nutrienti direttamente attraverso la<br />
superficie cellulare.<br />
di chitina, un polisaccaride azotato. Le ife possono<br />
essere suddivise in strutture simili a cellule grazie alla<br />
presenza di pareti cellulari incomplete dette setti. I<br />
setti non racchiudono completamente i singoli comparti<br />
delle ife, ma vi lasciano dei pori che permettono il<br />
passaggio controllato degli organuli, compresi talvolta i<br />
nuclei, da un’ifa all’altra (▶figura 4).<br />
Alcuni funghi si ancorano al substrato (un organismo<br />
morto o la materia organica di cui si nutrono) per<br />
mezzo di ife modificate definite rizoidi. I rizoidi dei<br />
funghi non sono tuttavia omologhi ai rizoidi delle<br />
piante; non si tratta infatti di strutture specializzate per<br />
l’assorbimento dei nutrienti e dell’acqua.<br />
L’accrescimento complessivo delle ife di un micelio (non<br />
della singola ifa) può superare 1 km al giorno! Stimolate<br />
dalla ricerca di nutrienti, le ife possono infatti<br />
estendersi su ampie aree, oppure possono raggrupparsi<br />
a formare soffici masse intorno a una fonte nutritiva<br />
particolarmente ricca.<br />
In alcuni membri di particolari gruppi di funghi, in<br />
occasione della produzione di spore per la riproduzione<br />
sessuata il micelio si organizza a formare corpi fruttiferi<br />
complessi, come accade per esempio nei funghi a<br />
cappello che ci sono più noti, come porcini e prataioli.<br />
Figura 3. I lieviti sono funghi unicellulari.<br />
I lieviti per antonomasia sono i saccaromiceti che appartengono<br />
alla divisione degli ascomiceti, ma, per estensione, possono<br />
essere definiti lieviti tutti gli zigomiceti, gli ascomiceti e i<br />
basidiomiceti unicellulari.<br />
Il corpo di un fungo pluricellulare è<br />
costituito da filamenti definiti ife.<br />
Figura 4. Le ife costituiscono il micelio.<br />
Le ife fungine possono essere più o meno suddivise per mezzo<br />
di setti in unità simili a cellule.<br />
Il corpo di un fungo pluricellulare è detto micelio ed è<br />
formato da singoli filamenti tubulari che si accrescono<br />
rapidamente, le ife. La parete cellulare delle ife è<br />
rinforzata dalla presenza di fibrille microscopiche
I funghi, estremisti di natura.<br />
Le ife filamentose di un fungo permettono lo stabilirsi<br />
di un rapporto unico fra il fungo e il suo ambiente<br />
circostante. Infatti, a differenza della maggior parte<br />
degli organismi pluricellulari di grandi dimensioni, il<br />
micelio è caratterizzato da un rapporto tra la loro<br />
superficie e il loro volume estremamente alto, che si<br />
rivela un ottimo adattamento alla nutrizione per<br />
assorbimento: a eccezione dei corpi fruttiferi, tutte le<br />
ife del micelio si trovano in contatto immediato con le<br />
risorse nutritive dell’ambiente.<br />
Tuttavia, l’elevato rapporto superficie-volume pone i<br />
funghi davanti a un problema: in ambienti aridi, il<br />
micelio tende infatti a perdere acqua rapidamente. Per<br />
questo motivo i funghi vivono preferibilmente in<br />
ambienti ricchi di umidità; un esempio comune è<br />
rappresentato dalle muffe che crescono sui muri umidi.<br />
Un’altra caratteristica di alcuni funghi è la loro capacità<br />
di tollerare temperature estreme. Di sicuro ti sarà<br />
capitato di trovare in frigorifero un limone, un’arancia o<br />
un altro frutto ricoperti di muffe (▶figura 5): molti<br />
funghi possono infatti sopravvivere a temperature fino a<br />
–6 °C, mentre altri tollerano temperature superiori a<br />
+50 °C.<br />
<strong>Funghi</strong> parassiti<br />
I parassiti facoltativi possono essere coltivati su terreni<br />
di coltura artificiali, mentre i parassiti obbligati per<br />
accrescersi necessitano del loro specifico ospite vivo, di<br />
solito una pianta.<br />
La struttura filamentosa delle ife fungine è<br />
particolarmente adattata all’assorbimento di nutrienti<br />
da altri organismi. Una volta penetrate nella struttura<br />
vegetale, queste ife specializzate, dette austori, iniziano<br />
a formare un micelio (▶figura 6); i corpi fruttiferi<br />
vengono prodotti all’interno della pianta oppure sulla<br />
sua superficie. In genere, questo tipo di simbiosi non<br />
provoca la morte della pianta. Alcuni funghi parassiti<br />
infettano soltanto una determinata specie di organismo<br />
ospite per ricavarne le sostanze nutritive, mentre altri<br />
ricorrono a ospiti diversi nei vari stadi del proprio ciclo<br />
vitale.<br />
Figura 5. Una fragola ammuffita.<br />
Anche il cibo conservato in frigorifero può essere attaccato dalle<br />
muffe (come si vede in questa fotografia).<br />
I funghi utilizzano una vasta gamma<br />
di risorse nutritive<br />
I vari tipi di funghi sfruttano le risorse nutritive più<br />
diverse. Come abbiamo già detto, i funghi, sono per la<br />
maggior parte saprofiti e ottengono energia, carbonio e<br />
azoto direttamente dalla materia organica morta,<br />
mentre molti altri instaurano associazioni mutualistiche<br />
con diversi organismi. Altri funghi ancora sono<br />
parassiti, patogeni o persino predatori. Infine, esistono<br />
anche funghi simbionti, che formano associazioni<br />
mutualistiche con altri organismi viventi (come<br />
cianobatteri, alghe o piante).<br />
Figura 6. Alcuni funghi sono parassiti delle piante.<br />
(A) Le strutture bianche visibili nella microfotografia sono le ife<br />
del fungo Blumeria graminis, che si accrescono sulla superficie<br />
scura della foglia di una pianta erbacea. (B) Le ife fungine si<br />
spingono all’interno delle cellule vive della pianta per assorbirne<br />
i nutrienti.
<strong>Funghi</strong> patogeni<br />
Alcuni funghi parassiti non si limitano a ricavare i<br />
nutrienti dal corpo di altri organismi, ma provocano<br />
malattie o persino la morte del proprio ospite: in questi<br />
casi i funghi vengono detti patogeni, e le malattie sono<br />
spesso indicate come micosi.<br />
Sebbene la maggior parte delle malattie umane sia di<br />
natura batterica o virale, i funghi patogeni provocano<br />
gravi infezioni tra i soggetti con un sistema immunitario<br />
compromesso, come i malati di AIDS o le persone che<br />
usano farmaci immunosoppressori: un esempio è la<br />
polmonite causata da Pneumocystis jiroveci. Numerosi<br />
funghi causano patologie meno gravi, come la tigna e il<br />
piede d’atleta.<br />
Rispetto ai batteri e ai virus, i funghi sono di gran lunga<br />
i patogeni più importanti delle piante e provocano<br />
ingenti perdite nei raccolti.<br />
<strong>Funghi</strong> predatori<br />
Alcuni funghi si comportano da predatori attivi,<br />
intrappolando protisti o animali microscopici che si<br />
trovano nelle loro vicinanze. La strategia di predazione<br />
più comune che si osserva è la secrezione di sostanze<br />
adesive da parte delle ife, cosicché gli organismi che vi<br />
passano sopra rimangono intrappolati. Una volta<br />
immobilizzata la preda, le ife la invadono rapidamente,<br />
accrescendosi e ramificandosi al suo interno e<br />
assorbendo le sostanze nutritive fino a provocarne la<br />
morte.<br />
Un adattamento particolare dei miceti predatori è<br />
l’anello di costrizione formato da alcune specie<br />
di Arthrobotrys, Dactylaria e Dactylella (▶figura 7).<br />
Questi funghi producono veri e propri «cappi» formati<br />
da tre cellule, con un diametro pari a quello di certi<br />
nematodi (minuscoli vermi cilindrici) che vivono nel<br />
terreno. Il passaggio di un nematode attraverso uno di<br />
questi anelli stimola il fungo e le cellule del cappio si<br />
rigonfiano, intrappolando il verme. In seguito le ife<br />
fungine invadono rapidamente la preda e ne<br />
digeriscono i tessuti.<br />
Nei funghi disponibilità nutritiva e<br />
riproduzione sono interdipendenti.<br />
Quando un fungo deve affrontare un periodo di scarsità<br />
di cibo, una strategia comune è quella di riprodursi<br />
rapidamente e in abbondanza. Persino quando le<br />
condizioni ambientali sono buone i funghi producono<br />
notevoli quantità dispore; tuttavia, di regola, il tasso di<br />
produzione di spore aumenta con la riduzione delle<br />
risorse alimentari.<br />
Le spore fungine non sono soltanto molto<br />
abbondanti nel numero, ma sono anche estremamente<br />
piccole e si disperdono facilmente con il vento o con<br />
l’acqua (▶figura 8). Un tale sistema assicura<br />
all’individuo che produce spore di avere una progenie<br />
numerosa, talvolta dispersa su aree molto vaste.<br />
Non deve dunque meravigliare se i funghi si trovano<br />
praticamente ovunque.<br />
Figura 8. Una nuvola di spore.<br />
Le vesce disperdono miliardi di spore in grandi nuvole. Tuttavia,<br />
soltanto poche spore riescono ad arrivare a grande distanza dal<br />
fungo che le ha prodotte: circa il 99% delle spore cade entro un<br />
raggio di 100 m.<br />
Figura 7. Alcuni funghi sono predatori.<br />
Un nematode intrappolato in un cappio prodotto dal<br />
fungo Arthrobotrys anchonia.
Le infezioni fungine nell’uomo.<br />
Quando dei funghi patogeni provocano infezioni<br />
nell’uomo o negli animali si parla di micosi.<br />
Queste malattie vengono generalmente classificate in<br />
base ai tessuti colpiti:<br />
micosi superficiali: sono limitate allo strato<br />
superficiale della pelle e dei capelli;<br />
micosi cutanee: sono estese all'interno<br />
dell’epidermide. Gli organismi che causano queste<br />
malattie sono chiamati dermatofiti. Le patologie<br />
derivanti sono chiamate spesso tricofizie o tigna. Le<br />
micosi cutanee sono causate dai funghi<br />
Microsporum, Tricophyton ed Epidermophyton;<br />
(▶figura 9) (▶figura 10) (▶figura 11)<br />
micosi sottocutanee: colpiscono gli strati profondi<br />
al di sotto della pelle, compresi i muscoli. Queste<br />
infezioni sono croniche e possono iniziare da tagli<br />
della pelle, che permettono ai funghi di penetrare.<br />
Sono micosi difficili da curare e possono richiedere<br />
interventi chirurgici;<br />
micosi sistemiche: dovute a patogeni primari.<br />
Queste micosi originate primariamente nei polmoni,<br />
possono diffondersi a molti organi. Gli organismi<br />
che causano le micosi sistemiche sono tipicamente<br />
virulenti;<br />
micosi sistemiche dovute a patogeni opportunistici:<br />
sono infezioni di pazienti con deficienze<br />
immunitarie che altrimenti non sarebbero colpite.<br />
Un esempio di micosi opportunistica è la candidosi.<br />
(▶figura 12)<br />
Figura 9. Micosi cutanea nell’uomo:<br />
Piede d’atleta, stato avanzato.<br />
Figura 12. Micosi opportunistica nell’uomo:<br />
Candidosi.<br />
Figura 10. Micosi cutanea nell’uomo:<br />
Tinea corporis.<br />
Figura 11. Micosi cutanea nell’uomo:<br />
Pitiriasi versicolor: lesioni lenticolari ipopigmentate.<br />
Un esempio molto comune di infezione fungina è il<br />
cosidetto «piede d’atleta»: una micosi causata da un<br />
fungo microscopico, localizzata tra le dita del piede.<br />
Questa è una malattia frequente soprattutto d’estate,<br />
quando il caldo favorisce la macerazione della pelle,<br />
rendendola più suscettibile agli attacchi fungini. Il<br />
contagio avviene per contatto (tipicamente in piscina o<br />
in luoghi umidi), oppure usando calzature usate da altre<br />
persone infette.<br />
I farmaci usati per curare queste infezioni fungine si<br />
chiamano antimicotici, e a seconda della natura<br />
dell’infezione si possono utilizzare dei prodotti per uso<br />
locale o sistemico. Ma il modo migliore per prevenire le<br />
micosi è di mantenere la pelle pulita e asciutta, lavare<br />
l’abbigliamento sportivo dopo l’uso, indossare ciabatte<br />
quando si frequentano piscine e docce pubbliche.
2. Il ruolo dei funghi nella biosfera.<br />
La presenza di un elevato numero di spore fungine nell’ambiente potrebbe allarmarti. Tuttavia, i funghi in generale non<br />
costituiscono una minaccia per gli altri organismi; vi sono anzi vari modi in cui essi recano beneficio all’intera biosfera. In<br />
assenza dei funghi, il nostro pianeta avrebbe un aspetto molto diverso; dovremmo infatti immaginare la Terra popolata da<br />
piante poco rigogliose, con ambienti acquatici saturi di residui degli organismi morti.<br />
La colonizzazione dell’ambiente terrestre è stata resa possibile anche grazie alle associazioni che i funghi hanno instaurato<br />
con altri viventi. Dato che i funghi assorbono i nutrienti dagli organismi morti, essi provvedono all’eliminazione della<br />
maggior parte dei rifiuti naturali. In tal modo, i funghi contribuiscono alla formazione del terreno e al riciclaggio dei<br />
minerali.<br />
I funghi saprofiti degradano i rifiuti<br />
organici e contribuiscono al ciclo del<br />
carbonio.<br />
I funghi saprofiti, insieme ai batteri, sono i principali<br />
decompositori della Terra e contribuiscono a degradare<br />
e a riciclare gli elementi utilizzati dagli organismi<br />
viventi. Nelle foreste, per esempio, i miceli dei funghi<br />
assorbono i nutrienti dagli alberi caduti, degradando il<br />
legno. I funghi sono i maggiori decompositori<br />
della cellulosa e della lignina, le principali componenti<br />
della parete cellulare delle piante (la maggior parte dei<br />
batteri invece non è in grado di degradare tali<br />
sostanze).<br />
I funghi in grado di formare licheni sono prevalentemente<br />
ascomiceti e in misura minore deuteromiceti o<br />
basidiomiceti. Attualmente si conosce invece una sola<br />
specie di zigomiceti capaci di ciò. La componente<br />
fotosintetica dei licheni può essere rappresentata da un<br />
cianobatterio o da un'alga verde. È ormai ampiamente<br />
dimostrato che l'unione tra funghi e organismi<br />
fotosintetici è una simbiosi mutualistica.<br />
Le ife fungine si sviluppano a stretto contatto con le cellule<br />
batteriche o algali e talvolta penetrano addirittura all'interno<br />
di queste che, tuttavia, continuano la loro crescita e sono<br />
in grado di compiere la fotosintesi in modo più efficiente<br />
rispetto a cellule simili ma isolate (▶figura 13).<br />
In assenza dei funghi, enormi quantità di carbonio<br />
rimarrebbero intrappolate nel suolo delle foreste e in<br />
quasi tutti gli altri ambienti del pianeta, e il ciclo di<br />
questo elemento non potrebbe completarsi. Grazie ai<br />
funghi, il carbonio torna nell’atmosfera sotto forma di<br />
CO2, destinato a essere nuovamente utilizzato dalle<br />
piante nella fotosintesi.<br />
In quanto organismi decompositori, i funghi saprofiti<br />
sono dunque essenziali per tutte le forme di vita sulla<br />
Terra. Esistono inoltre funghi che interagiscono in<br />
maniera più specifica con altri organismi e che svolgono<br />
un ruolo chiave come mutualisti.<br />
I licheni sono simbiosi mutualistiche<br />
tra funghi e alghe o cianobatteri.<br />
Un lichene non può essere considerato un organismo,<br />
poiché in realtà esso deriva dall'interazione di due<br />
organismi completamente diversi: un fungo e un<br />
organismo fotosintetico. I licheni, capaci di sopravvivere<br />
anche negli ambienti più inospitali, sono molto sensibili<br />
all'inquinamento atmosferico per la loro incapacità di<br />
espellere le sostanze tossiche, e per questo motivo essi<br />
rappresentano ottimi indicatori biologici della qualità<br />
dell'aria.<br />
Figura 13. Anatomia di un lichene.<br />
(In alto): soredi di un lichene fruticoso. I soredi sono formati<br />
da una cellula fotosintetica circondata da ife fungine. Una volta<br />
distaccatisi dalla struttura che li ha generati, i soredi vengono<br />
trasportati dalle correnti d'aria.<br />
(In basso): strati di un tipico lichene visti in sezione trasversale.<br />
Le cellule algali sono rappresentate come corpi verdi e<br />
arrotondati, mentre le ife fungine sono di colore arancione.
La (▶figura 13) mostra la sezione trasversale di un lichene<br />
tipico. Nella parte superiore si trova uno strato molto<br />
compatto formato da sole ife fungine, al di sotto del quale<br />
è disposto uno strato di cellule fotosintetiche. Più<br />
internamente si osserva uno strato più lasso di ife e infine<br />
un altro strato di ife che servono ad ancorare l'in-tera<br />
struttura al substrato (rizoidi). Questo complesso<br />
intreccio è capace di mantenere l'acqua anche nelle<br />
condizioni più avverse e rappresenta quindi un ambiente<br />
idoneo al processo fotosintetico. Gli organismi fotosintetici,<br />
inoltre, possono utilizzare i nutrienti che vengono assorbiti<br />
attraverso le ife, mentre i funghi sfruttano i prodotti della<br />
fotosintesi.<br />
I licheni possono riprodursi semplicemente per<br />
frammentazione del corpo vegetativo, chiamato tallo,<br />
oppure tramite strutture specializzate dette soredi,<br />
formate da una o poche cellule fotosintetiche circondate da<br />
ife fungine (▶figura 13)<br />
Una volta che i soredi si sono staccati dalla struttura<br />
principale, essi possono venire trasportati dalle correnti<br />
d'aria e, trovate le condizioni favorevoli, dare origine a una<br />
nuova struttura.<br />
I funghi ascomiceti o basidiomiceti che compongono il<br />
lichene possono anche riprodursi sessualmente in maniera<br />
indipendente e formare ascospore o basidiospore che<br />
vengono poi liberate.<br />
Una volta private della componente algale, tuttavia, le spore<br />
del fungo possono non riuscire a ristabilire l'associazione.<br />
In quanto capaci di soddisfare la maggior parte delle<br />
proprie necessità attraverso l'aria e l'acqua piovana e<br />
tramite l'assorbimento di minerali direttamente dalle<br />
rocce, i licheni sono spesso i primi organismi a colonizzare<br />
nuovi strati rocciosi e per questo vengono spesso indicati<br />
come organismi pionieri.<br />
Un lichene comincia ad accrescersi dopo una pioggia e nella<br />
crescita causa una leggera acidificazione del substrato.<br />
Questo processo chimico contribuisce alla lenta<br />
degradazione delle rocce, che rappresenta il primo stadio<br />
nella formazione del suolo. Quando il lichene si è<br />
notevolmente disidratato, il processo fotosintetico cessa. Il<br />
suo contenuto di acqua può ridursi a meno del 10% del<br />
peso secco, e a questo punto il lichene diventa insensibile<br />
alle temperature più estreme.<br />
I licheni, di cui si conoscono circa 15000 «specie», sono<br />
diffusi negli ambienti più disparati, dalla corteccia degli<br />
alberi alla nuda roccia, e presentano una gamma enorme<br />
di forme e colori.<br />
I licheni mostrano una molteplicità di forme e di colori e<br />
dal punto di vista morfologico possono essere suddivisi<br />
in tre categorie:<br />
<br />
<br />
<br />
Licheni crostosi: hanno l’aspetto di una crosta<br />
colorata sparsa sul substrato (▶figura 14);<br />
Figura 14. Licheni crostosi.<br />
Questi licheni crostosi crescono sulla roccia nuda.<br />
Licheni frondosi: hanno l’aspetto di una foglia, si<br />
sollevano leggermente dal substrato (▶figura 15);<br />
Figura 15. Licheni frondosi.<br />
I licheni frondosi hanno l’aspetto di foglie.<br />
Licheni fruticosi: cespugliosi, possono assumere<br />
forme piuttosto complesse (▶figura 16).<br />
Figura 16. Licheni fruticosi.<br />
Una giungla in miniatura formata da licheni fruticosi a<br />
forma di «cespuglio».
Le parole:<br />
Simbiosi deriva dal greco sýn, «con», e biôun, «vivere»,<br />
e sta per «convivenza». La simbiosi viene<br />
definita mutualistica quando ambedue le specie<br />
interessate ne traggono beneficio.<br />
Lichene deriva dal greco leichén, «leccare, lambire», che<br />
allude al fatto che i licheni crescono spesso strisciando<br />
sulla superficie di tronchi o pietre.<br />
Micorriza è un termine coniato alla fine dell’Ottocento<br />
per indicare l’associazione tra un fungo (mýkes) e una<br />
radice (rhíza).<br />
Vi sono due tipi di micorrize: le ECTOMICORRIZE,<br />
caratteristiche della maggior parte delle latifoglie e delle<br />
conifere, dotate di un mantello fungino esterno<br />
ricoprente l’apice radicale, e le ENDOMICORRIZE, a più<br />
ampia diffusione (anche tra le specie erbacee), non<br />
dotate di un mantello fungino esterno, ma presenti<br />
anche all’interno delle cellule.<br />
Le ectomicorrize (▶figura 18) interessano un numero<br />
relativamente limitato di specie vegetali (per lo più<br />
piante arboree forestali) ed un elevato numero di specie<br />
fungine. Al contrario, le endomicorrize (▶figura 19)<br />
interessano il 90% dei vegetali, ed un numero limitato di<br />
specie fungine (Zigomiceti).<br />
Le micorrize sono simbiosi<br />
mutualistiche tra funghi e piante.<br />
Le micorrize sono associazioni simbiontiche fra<br />
determinati funghi e le radici di alcune piante. Quasi<br />
tutte le piante vascolari necessitano di un’associazione<br />
micorrizica. Infatti, in assenza dell’associazione con i<br />
funghi, i peli radicali non sono in grado di assorbire<br />
quantità sufficienti di acqua e di minerali per garantire il<br />
loro massimo accrescimento.<br />
Le radici vengono quindi invase da funghi e formano<br />
una micorriza (▶figura 17).<br />
Figura 18. Ectomicorriza.<br />
Sezione longitudinale di una radice micorrizata. Il micelio (scuro<br />
nella figura) avvolge come una guaina tutto l’apice della radice,<br />
e si insinua negli spazi fra cellula e cellula.<br />
Figura 17. Le associazioni di micorrize<br />
I funghi che formano le micorrize si accrescono intorno alle<br />
radici delle piante, aumentando così la superficie di<br />
assorbimento dell’acqua e dei minerali.<br />
L’associazione simbiontica fungo-pianta è importante<br />
per entrambi gli organismi coinvolti. Infatti, il fungo<br />
ottiene dalla pianta importanti composti organici, come<br />
per esempio gli zuccheri, e a sua volta, fornisce alla<br />
pianta un’ampia superficie di assorbimento per l’acqua<br />
e i minerali oltre alla capacità di penetrare nelle<br />
strutture fini del terreno, aumentando ulteriormente la<br />
capacità della pianta di assorbire acqua e sostanze<br />
minerali (soprattutto il fosforo). Il fungo inoltre può<br />
passare alla pianta determinati ormoni di crescita e<br />
proteggere il suo ospite dagli attacchi di certi<br />
microrganismi dannosi.<br />
Le piante provviste di micorrize ben sviluppate<br />
presentano tipicamente una colorazione verde più<br />
intensa e possono resistere più facilmente a condizioni<br />
di siccità e di temperature estreme rispetto alle piante<br />
con micorrize poco sviluppate.<br />
Figura 19. Endomicorriza.<br />
Sezione della parte esterna (corteccia) di una radice. Il micelio<br />
(scuro), generato da spore che si trovano nel terreno, penetra<br />
nella radice attraverso gli spazi fra le cellule od attraverso i peli<br />
radicali, e va a formare degli agglomerati all’interno di alcune<br />
cellule.
3. I principali gruppi fungini e il loro ciclo vitale.<br />
I diversi gruppi di funghi sono caratterizzati da cicli vitali differenti. In un gruppo si verifica l’alternanza di generazioni, un tipo<br />
di ciclo che si osserva anche in tutte le piante e in alcuni protisti. Altri gruppi di miceti presentano un ciclo unico tra tutti gli<br />
organismi, caratterizzato da uno stadio detto dicarion. In questo paragrafo esamineremo alcune specie rappresentative di<br />
ciascuno dei cinque gruppi principali di miceti, confrontando tra loro i diversi tipi di cicli vitali.<br />
I funghi si riproducono per via<br />
asessuata in vari modi.<br />
Normalmente i funghi possono riprodursi sia per via<br />
asessuata che per via sessuata (▶figura 20).<br />
La riproduzione asessuata dei funghi può avvenire<br />
secondo diverse modalità:<br />
<br />
<br />
<br />
produzione di spore aploidi all’interno di strutture<br />
definite sporangi;<br />
produzione di spore nude (non racchiuse in<br />
sporangi) all’apice di ife, chiamate conidi;<br />
divisione cellulare nei funghi unicellulari; questa<br />
divisione può essere simmetrica (fissione) oppure<br />
asimmetrica, con conseguente produzione di una<br />
cellula figlia più piccola (gemmazione), come per<br />
esempio nei lieviti (vedi ▶figura 3);<br />
Questa distinzione impedisce i fenomeni<br />
di autofecondazione, dannosi dal punto di vista della<br />
variabilità genetica; infatti, sebbene risultino spesso<br />
indistinguibili nell’aspetto, i funghi appartenenti a tipi<br />
sessuali diversi differiscono geneticamente tra loro.<br />
I funghi si riproducono sessualmente quando le ife<br />
appartenenti a due tipi sessuali diversi si incontrano e si<br />
uniscono e questo particolare processo è detto<br />
coniugazione. In molti casi il nucleo dello zigote che si<br />
forma in seguito alla riproduzione sessuata costituisce<br />
l’unico stadio diploide dell’intero ciclo vitale. Questo<br />
nucleo va incontro a meiosi, dando origine a nuclei<br />
aploidi che verranno incorporati nelle spore. Quando le<br />
spore aploidi dei funghi, siano esse prodotte per<br />
riproduzione sessuata o asessuata, germinano, i loro<br />
nuclei vanno incontro a una serie di divisioni che<br />
portano alla formazione delle ife.<br />
<br />
semplice frammentazione del micelio.<br />
Nei funghi la riproduzione asessuata può dare origine a<br />
una progenie estremamente numerosa. Una colonia del<br />
diametro di 2,5 cm di Penicillium, la muffa da cui si<br />
ricava l’antibiotico penicillina, può dare origine a 400<br />
milioni di conidi! Ogni metro cubo di aria che<br />
respiriamo normalmente contiene circa 10000 spore<br />
fungine.<br />
I funghi si riproducono per via<br />
sessuata per fusione di «tipi» diversi<br />
In molti funghi la riproduzione sessuata è caratterizzata<br />
da un quadro piuttosto insolito. Spesso non esiste<br />
infatti alcuna distinzione morfologica tra strutture<br />
maschili e femminili o tra individui dei due sessi. Esiste<br />
invece una differenza genetica fra due o più tipi<br />
sessuali.<br />
Gli individui appartenenti allo stesso tipo sessuale non<br />
possono riprodursi tra loro, ma possono invece unirsi,<br />
all’interno della stessa specie, con individui di tipi<br />
sessuali differenti.<br />
Figura 20. Ciclo vitale di un fungo.<br />
Le condizioni ambientali possono influire sulle modalità<br />
riproduttive che si verificano in un determinato momento del<br />
ciclo vitale del fungo.
Gli zigomiceti si riproducono per via<br />
sessuata per fusione di due<br />
gametangi.<br />
Gli zigomiceti sono per lo più terrestri e vivono nel<br />
suolo come saprofiti o su insetti e altri animali come<br />
parassiti. Se ne conoscono circa 700 specie.<br />
rilasciano spore aploidi dalle quali può derivare una nuova<br />
generazione di ife. Il processo della coniugazione è mediato<br />
da feromoni, e non sorprende che in alcune specie terrestri<br />
questi si diffondano e agiscano in forma gassosa.<br />
Tra le specie più note degli zigomiceti c’è Rhizopus<br />
stolonifer, la muffa nera del pane (▶figura 22).<br />
Essi sono caratterizzati da ife non settate, non<br />
producono cellule mobili di alcun tipo, e in tutto il loro ciclo<br />
vitale compare una sola cellula diploide, lo zigote. In questi<br />
funghi non si formano corpi fruttiferi ben evidenti; le ife si<br />
sviluppano in maniera disordinata, formando sporangi<br />
peduncolati protesi verso l'alto. Il micelio di questi funghi si<br />
sviluppa su un substrato e si espande a opera di ife<br />
specializzate.<br />
Durante la riproduzione asessuata viene prodotto un<br />
gran numero di sporangiofori peduncolati, ognuno<br />
provvisto di un singolo sporangio contenente molte<br />
centinaia di piccole spore. (▶figura 21). Come accade in<br />
altri funghi filamentosi, la struttura che produce le spore è<br />
separata dal resto dell'ifa mediante un setto.<br />
Figura 22. La muffa nera del pane.<br />
Queste fette di pane sono ricoperte dal fungo<br />
zigomicete Rhizopus stolonifer.<br />
I glomeromiceti formano micorrize.<br />
I glomeromiceti sono strettamente terrestri e vivono in<br />
associazione con le radici delle piante<br />
formando micorrize, rendendosi in tal modo<br />
indispensabili per il mondo vegetale e dunque anche<br />
per gli esseri umani. Circa la metà dei funghi che vivono<br />
nel suolo sono glomeromiceti. Finora sono state<br />
descritte meno di 200 specie, ma l’80-90% di tutte le<br />
piante instaurano associazioni con tali funghi.<br />
Le parole:<br />
Conidio deriva dal greco kónis, «polvere», per via<br />
dell’aspetto polveroso delle spore che rilascia. Dalla<br />
stessa radice deriva anche il termine italiano cenere.<br />
Figura 21. Gli zigomiceti producono sporangiofori.<br />
Le strutture trasparenti che vedi nella fotografia corrispondono<br />
agli sporangiofori (ife contenenti spore) di uno zigomicete che<br />
cresce su feci animali in decomposizione. Gli sporangiofori si<br />
accrescono in direzione della luce e terminano con un<br />
minuscolo sporangio, che può essere lanciato fino a una<br />
distanza di 2 m. Gli animali ingeriscono gli sporangi caduti<br />
nell’erba e disperdono successivamente le spore insieme alle<br />
feci.<br />
Gli zigomiceti si riproducono sessualmente per<br />
coniugazione. Ife adiacenti, di due differenti tipi sessuali,<br />
si fondono producendo uno zigote. Quest'ultimo si sviluppa<br />
in una zigospora, circondata da una spessa parete e capace<br />
di rimanere dormiente per mesi prima di germinare e<br />
andare incontro a meiosi. Le cellule derivanti da tale<br />
processo formano ife aploidi e più tardi sporangi, che<br />
Zigomicete deriva da zygón, «giogo» in greco, inteso<br />
qui nel senso di unione, coniugazione, e da mýkes,<br />
«fungo». Sono quindi i funghi che si riproducono per<br />
coniugazione.<br />
Feromone è un termine entrato nel vocabolario della<br />
biologia nella seconda metà del Novecento; è coniato<br />
su ormone (dal greco hormôn, «eccitante»), che indica<br />
una sostanza chimica che trasmette specifici stimoli nel<br />
nostro corpo, con l’aggiunta del prefisso fero,<br />
«portare».<br />
Glomeromicete deriva dal solito suffisso micete,<br />
preceduto da glomero, che deriva dal latino glomus,<br />
«gomitolo».
I prossimi due gruppi di funghi che descriveremo<br />
sono imparentati tra loro e condividono numerose<br />
caratteristiche, come la produzione di spore all’interno<br />
di una sorta di sacco (negli ascomiceti) o su una specie<br />
di «piedistallo» (nei basidiomiceti).<br />
Gli ascomiceti comprendono lieviti,<br />
muffe e funghi a coppa.<br />
Gli ascomiceti costituiscono un vasto gruppo di funghi<br />
molto diversificati che si trovano in ambienti marini,<br />
d’acqua dolce e terrestre. Attualmente si conoscono<br />
circa 60 000 specie di ascomiceti, di cui circa metà<br />
formano licheni. Le loro ife sono segmentate da setti<br />
posti a intervalli più o meno regolari; un poro situato in<br />
ogni setto permette il movimento del citoplasma e degli<br />
organuli (compresi i nuclei) da un comparto all’altro.<br />
La maggior parte degli ascomiceti forma strutture<br />
sessuali di tipo «femminile» e «maschile»; i nuclei<br />
contenuti nella struttura maschile situata su un’ifa<br />
penetrano nella struttura femminile situata su un’altra<br />
ifa di tipo sessuale compatibile.<br />
La fusione dei nuclei (cariogamia) avviene però molto<br />
tempo dopo la fusione dei citoplasmi (plasmogamia),<br />
cosicché all’interno della stessa ifa coesistono due<br />
nuclei aploidi geneticamente differenti (▶figura 23). Le<br />
ife di questo tipo vengono definite dicarion (cioè con<br />
due nuclei).<br />
Le ife dicariotiche formano poi gli aschi, strutture<br />
sacciformi dove avvengono sia la fusione dei nuclei sia<br />
la successiva meiosi dei nuclei diploidi; i prodotti della<br />
meiosi vengono poi incorporati in ascospore che<br />
saranno espulse dall’asco per dare inizio a una nuova<br />
generazione aploide.<br />
La formazione di un asco è un fenomeno peculiare:<br />
all'estremità di una ifa eterocariotica si forma un uncino, su<br />
entrambi i lati del quale si dispongono i nuclei accoppiati.<br />
Essi vanno incontro simultaneamente a mitosi, con i fusi<br />
mitotici paralleli all'asse dell'ifa, in seguito si formano<br />
inoltre nuove pareti e i nuclei all'estremità dell'uncino si<br />
fondono. La meiosi da così inizio alla formazione delle<br />
ascospore.<br />
Figura 23. Il ciclo vitale degli ascomiceti.<br />
Negli ascomiceti i prodotti della meiosi si trovano in una struttura microscopica sacciforme, l'asco. I corpi fruttiferi carnosi sono formati da ife sia<br />
dicariotiche che aploidi.
I diversi rappresentanti degli ascomiceti<br />
Attualmente sono note circa 30 000 specie di ascomiceti,<br />
che possono essere attribuiti a due vasti raggruppamenti<br />
a seconda che gli aschi siano contenuti o meno in una<br />
speciale struttura fruttifera detta peritecio. Le specie<br />
sprovviste di peritecio vengono complessivamente<br />
denominate emiascomiceti, mentre quelle che ne sono<br />
provviste, euascomiceti. Il ciclo sessuale degli euascomiceti<br />
prevede la formazione di uno stadio di dicarion.<br />
Gli emiascomiceti sono in genere di piccole dimensioni e<br />
molte specie sono unicellulari. Le forme più note sono<br />
probabilmente i lieviti, che sono in grado di<br />
metabolizzare il glucosio in ambiente anaerobico<br />
trasformandolo in etanolo ed anidride carbonica. Essi,<br />
infatti riducono l’acido piruvico (che è il prodotto della<br />
glicolisi) in etanolo, liberando anidride carbonica<br />
(fermentazione alcolica).<br />
Gli euascomiceti comprendono molti generi piuttosto<br />
diffusi di muffe come la Neurospora crassa, che si sviluppa<br />
frequentemente sul pane raffermo. N. crassa è un<br />
importante organismo modello in campo scientifico,<br />
perché è facile da crescere e si sviluppa con un ciclo<br />
vitale aplonte che quindi per la maggior parte è aploide,<br />
il che rende facile l'analisi genetica: un allele recessivo<br />
sarà facilmente individuabile perché non viene "coperto"<br />
dall'allele dominante.<br />
Le muffe del genere Aspergillus (▶figura 25) sono<br />
importanti per l’alimentazione umana; A. tamarii agisce<br />
sulla soia durante la produzione della salsa di soia,<br />
mentre A. oryzae viene utilizzata per fabbricare la<br />
bevanda alcolica giapponese nota come saké.<br />
Tra i lieviti, il più famoso è il lievito di<br />
birra Saccharomyces cerevisiae (▶figura 3), responsabile<br />
della fermentazione sfruttata per la produzione della<br />
birra e altre bevande fermentate, oltre che della<br />
lievitazione dei prodotti da forno, come pane, pizza e<br />
altri alimenti (▶figura 24).<br />
Figura 25. Aspergillus niger.<br />
Microfotografia al microscopio elettronico a scansione delle<br />
strutture riproduttive asessuali di Aspergillus niger.<br />
Figura 24. La fermentazione alcolica.<br />
Nella fermentazione alcolica l’acido piruvico derivante dalla<br />
glicolisi si trasforma in acetaldeide, con liberazione di<br />
CO2 (responsabile della lievitazione della pasta di pane; B).<br />
L’acetaldeide poi si riduce a etanolo utilizzando con agente<br />
riducente il NADH + prodotto dalla glicolisi.<br />
Penicillium (▶figura 26) è un genere di muffa verde che<br />
comprende alcune specie che producono<br />
l’antibiotico penicillina, probabilmente per difendersi da<br />
altri batteri competitori per le risorse. La penicillina è<br />
stata scoperta da Alexander Fleming nel 1928 e ha<br />
aperto le strade per la terapia chemioterapica contro le<br />
malattie infettive provocate da batteri.<br />
Altri tipi di lievito che vivono su frutti come fichi e uva<br />
sono invece importanti nei processi di vinificazione.<br />
I lieviti si moltiplicano sia per scissione che per<br />
gemmazione (cioè tramite la formazione di una nuova cellula<br />
alla superficie di quella preesistente). Le singole cellule<br />
sono di regola aploidi e la coniugazione ha luogo soltanto<br />
occasionalmente; la fusione dei nuclei è seguita<br />
immediatamente dalla meiosi e da un singolo processo<br />
mitotico, cosicché l'intera struttura si trasforma in asco. I<br />
lieviti non possiedono uno stadio di dicarion.<br />
Figura 26. Penicillium notatum.<br />
Penicillium notatum è la muffa che produce l’antibiotico<br />
penicillina
Due specie, P. camembertii e P. roquefortii, sono gli<br />
organismi responsabili del caratteristico sapore forte di<br />
formaggi come il gorgonzola, il camembert e il<br />
roquefort.<br />
Gli ascomiceti comprendono anche i funghi a<br />
coppa (▶figura 27). La maggior parte di questi<br />
organismi può raggiungere un diametro di diversi<br />
centimetri. La superficie interna della coppa, rivestita da<br />
un complesso di ife vegetative e di aschi, produce un<br />
numero enorme di spore.<br />
Figura 29. Tuber magnatum, il tartufo bianco.<br />
Volgarmente chiamato tartufo bianco, è la specie di tartufo più<br />
preziosa in assoluto sia dal punto di vista gastronomico che da<br />
quello prettamente economico, dati gli elevatissimi costi che la<br />
stessa può raggiungere.<br />
Un gran numero di euascomiceti sono parassiti di<br />
piante superiori e causano numerose malattie rilevanti in<br />
campo agricolo.<br />
Gli euascomiceti si riproducono asessualmente per<br />
mezzo di conidi (o conidiospore) (▶figura 30), portate<br />
all'estremità di ife specializzate dette conidiofori (dal greco<br />
konis, «polvere»; Queste piccole catene di conidiospore, che<br />
conferiscono alle muffe il loro colore caratteristico, vengono<br />
prodotte a milioni e sono in grado di sopravvivere per<br />
settimane in natura.<br />
Figura 27. Sarcoschypha coccinea, un fungo a coppa.<br />
Queste coppe di colore rosso vivace corrispondono ai corpi<br />
fruttiferi di un altro tipo di fungo a coppa.<br />
I corpi fruttiferi eduli di alcune specie, come le<br />
morchelle e i tartufi, costituiscono prelibatezze<br />
gastronomiche (▶figura 28) (▶figura 29).<br />
Figura 30. I conidi.<br />
Catenelle di conidi si sviluppano all’apice di ife specializzate,<br />
che emergono dalla muffa polverosa che cresce su una foglia.<br />
Le parole:<br />
Saccharomyces cerevisiae è un nome interessante: il<br />
nome del genere deriva dal greco sákcharon,<br />
«zucchero», e mýkes, «fungo». Il nome specifico deriva<br />
invece da cerevisia, «birra» in latino. In pratica il nome<br />
racconta cosa fa per noi questo microrganismo.<br />
Figura 28. Morchella esculenta, la spugnola.<br />
La spugnola, Morchella, forma corpi fruttiferi spugnosi che<br />
hanno un aroma estremamente delicato e vengono considerate<br />
una prelibatezza gastronomica.<br />
Gli aschi che danno il nome a questo gruppo fungino<br />
prendono il loro nome dal greco askós, che significa<br />
«otre».
I basidiomiceti comprendono le<br />
vesce, i funghi con cappello e i funghi<br />
a mensola.<br />
Sono state descritte circa 25000 specie di basidiomiceti,<br />
i noti funghi con cappello. Essi producono alcune delle<br />
strutture fruttifere più conosciute, definite basidiocarpi.<br />
Le ife dei basidiomiceti sono caratterizzate da setti<br />
contenenti piccoli pori distinti. Il basidio, una cellula<br />
rigonfia collocata all’apice di un’ifa, corrisponde alla<br />
caratteristica struttura sessuale dei basidiomiceti. Al<br />
suo interno hanno luogo la fusione nucleare e la meiosi.<br />
Nei basidiomiceti, pertanto, il basidio svolge lo stesso<br />
ruolo che l’asco svolge negli ascomiceti.<br />
In seguito alla fusione nucleare che si svolge<br />
all’interno del basidio, il nucleo diploide che ne deriva<br />
subisce la meiosi e dà origine a quattro nuclei aploidi,<br />
che verranno incorporati in basidiospore aploidi,<br />
prodotte in enormi quantità (▶figura 31). Queste ultime<br />
si sviluppano su brevi peduncoli in corrispondenza della<br />
faccia esterna del basidio. Le basidiospore vengono<br />
espulse dai basidi e germinano dando origine a ife<br />
aploidi. Le ife appartenenti a tipi sessuali differenti si<br />
fondono e formano ife dicariotiche in cui ogni cellula<br />
contiene due nuclei, uno proveniente da ciascuna ifa<br />
parentale. Il micelio dicariotico si accresce e, infine,<br />
indotto dalla pioggia o da altri fattori ambientali,<br />
produce un corpo fruttifero. Lo stadio a dicarion può<br />
persistere per anni; alcuni basidiomiceti, infatti, vivono<br />
per decenni o persino per secoli.<br />
Figura 31. Il ciclo vitale dei basidiomiceti.<br />
Nei basidiomiceti i prodotti della meiosi si trovano esposti su peduncoli definiti basidi. I corpi fruttiferi comprendono soltanto le ife dicariotiche<br />
e la fase dicariotica può durare a lungo.<br />
I corpi fruttiferi dei basidiomiceti costituiscono<br />
probabilmente le strutture più note prodotte dai funghi.<br />
Questi funghi includono le vesce (vedi ▶figura 8), che<br />
possono superare mezzo metro di diametro, i funghi a<br />
mensola, che si osservano spesso sugli alberi e sui<br />
tronchi caduti nelle foreste (▶figura 32) e i funghi con<br />
cappello.<br />
Figura 32. Un fungo a mensola.<br />
Laetiporus sulphureus è un fungo a mensola che cresce spesso<br />
come parassita sui tronchi di alberi.
Esistono oltre 3500 specie di funghi con cappello,<br />
compreso il comune prataiolo (Agaricus campestris),<br />
saprofita, il porcino (Boletus edulis) (▶figura 33) che<br />
vengono utilizzati in cucina, e molti funghi velenosi,<br />
come alcune specie del genere Amanita (▶figura 34).<br />
Figura 33. Boletus edulis, un fungo mangereccio, prelibato.<br />
Volgarmente indicato come porcino, è un fungo edule molto<br />
apprezzato dal punto di vista gastronomico.<br />
Figura 36. Carbone.<br />
Ustilago maydis provoca il “carbone” del granoturco.<br />
Moltissimi basidiomiceti, invece, tra cui amanite e<br />
porcini, contribuiscono alla sopravvivenza delle piante<br />
grazie alla formazione di micorrize.<br />
Le parole:<br />
Basidiocarpo deriva dal greco basidion (diminutivo<br />
di básis), «base», e da karpós, «frutto», e cerca di<br />
descrivere la forma e la funzione di questa struttura,<br />
anche se non si tratta davvero di frutti.<br />
Figura 34. Amanita muscaria, un fungo velenoso.<br />
Amanita muscaria è un fungo a cappello appartenente a un<br />
genere estremamente velenoso, che stabilisce associazioni a<br />
micorrize con gli alberi.<br />
Fra i basidiomiceti si trovano alcuni dei patogeni più<br />
dannosi dei vegetali, come la ruggine del grano e il<br />
carbone del mais, parassiti dei cereali, così chiamate a<br />
causa del colore delle alterazioni ai tessuti da esse<br />
provocate (▶figura 35) (▶figura 36).<br />
Figura 35. Ruggine.<br />
Puccinia graminis provova la “ruggine” del grano.