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Evoluzione sistema respiratorio - Liceo Classico Psicopedagogico ...

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1. I meccanismi per gli scambi gassosi negli animali.<br />

Per liberare l'energia contenuta nelle molecole di cibo fornite dal <strong>sistema</strong> digerente, gli animali hanno bisogno di<br />

scambiare gas con l'ambiente. Questi scambi avvengono attraverso un'ampia superficie respiratoria costituita da cellule le<br />

cui membrane devono essere sempre molto umide per poter funzionare correttamente.<br />

Le superfici respiratorie devono essere ben inumidite sia negli animali acquatici sia in quelli terrestri perché, per<br />

diffondere attraverso le membrane delle cellule, i gas devono essere disciolti in acqua. In genere, l'intera superficie<br />

respiratoria è rivestita da un singolo strato di cellule, bagnato e sottile, che consente all'ossigeno (O2) di diffondere<br />

velocemente nel <strong>sistema</strong> circolatorio o direttamente nei tessuti e al diossido di carbonio (CO2) di passare dai tessuti al<br />

sangue e da questo alla superficie respiratoria. La superficie respiratoria, inoltre, deve essere abbastanza estesa per<br />

prelevare dall'aria una quantità di O2 sufficiente per tutte le cellule dell'organismo e per raccogliere il CO2 proveniente da<br />

tutti i tessuti.<br />

Gli animali scambiano O 2 e CO 2<br />

attraverso superfici respiratorie<br />

umide.<br />

I quattro disegni che potete vedere in queste pagine<br />

mostrano, in forma schematica, i quattro diversi tipi di<br />

organi respiratori presenti negli animali. Il cerchio<br />

rappresenta una sezione trasversale del corpo<br />

dell'animale in corrispondenza della superficie<br />

respiratoria. Le strutture in giallo indicano le superfici in<br />

cui avvengono gli scambi, mentre quelle in verde<br />

rappresentano superfici con un ruolo trascurabile nel<br />

processo di respirazione. I riquadri ingranditi, infine,<br />

mostrano lo scambio di gas a livello della superficie<br />

respiratoria.<br />

efficienti all'intero organismo; in questi animali, alcune<br />

parti del corpo si sono quindi trasformate in superfici<br />

respiratorie ramificate e dotate di un'elevata estensione.<br />

Gli organi specializzati per gli scambi gassosi<br />

comprendono le branchie, le trachee e i polmoni. Nella<br />

maggior parte degli animali acquatici si sono evolute le<br />

branchie, estensioni o ripiegamenti esterni della<br />

superficie del corpo. Molti vermi marini possiedono una<br />

branchia per ciascun segmento del corpo, mentre nei<br />

molluschi e nei crostacei le branchie sono tutte<br />

collocate in un unico distretto corporeo. I pesci, infine,<br />

possiedono un gruppo di branchie simili a piume su<br />

ciascun lato del capo.<br />

Alcuni animali, come il lombrico della (▶figura 1),<br />

utilizzano come organo per scambiare i gas con<br />

l'esterno la superficie corporea. L'ossigeno diffonde<br />

direttamente dentro una fitta rete di capillari dalla<br />

parete molto sottile che si trova appena al di sotto.<br />

Gli animali che respirano solo per via cutanea devono<br />

vivere in acqua o in ambienti umidi per mantenere<br />

bagnata l'intera superficie del corpo. Si tratta in genere<br />

di animali piccoli e spesso con una forma allungata e<br />

appiattita. Queste caratteristiche garantiscono un<br />

elevato rapporto tra la superficie respiratoria e il volume<br />

del corpo, consentendo a tutte le cellule dell'organismo<br />

di scambiare gas in modo efficiente.<br />

Figura 2. Respirazione branchiale.<br />

Le branchie sono estensioni della superficie corporea che<br />

permettono gli scambi gassosi negli ambienti acquatici.<br />

Figura 1. Respirazione cutanea.<br />

In un lombrico, tutta la superficie esterna del corpo funziona<br />

come superficie respiratoria.<br />

Nella maggior parte degli animali, la pelle non ha<br />

un'estensione sufficiente per garantire scambi gassosi<br />

Come si vede nell'ingrandimento della (▶figura 2), l'O2<br />

diffonde dalla superficie delle branchie nei capillari,<br />

mentre il CO2 diffonde nella direzione opposta, verso<br />

l'ambiente esterno. Dal momento che le superfici<br />

respiratorie degli animali acquatici sono a contatto con<br />

l'acqua, mantenerle umide non è un problema. Nella<br />

maggior parte degli animali terrestri, le superfici<br />

respiratorie sono ripiegate all'interno del corpo, a<br />

formare strutture che comunicano con l'esterno<br />

attraverso tubi sottili: questo adattamento permette di<br />

mantenere gli organi specializzati sufficientemente<br />

umidificati per garantire la sopravvivenza delle cellule<br />

deputate agli scambi gassosi.


Le trachee degli insetti, rappresentate nella (▶figura 3),<br />

costituiscono un esteso <strong>sistema</strong> di piccoli tubi interni<br />

ramificati, alla cui estremità si trova la superficie<br />

respiratoria vera e propria. Come vedremo nel prossimo<br />

paragrafo, le ramificazioni più fini scambiano i gas<br />

direttamente con le cellule dell'organismo, senza<br />

passare attraverso il <strong>sistema</strong> circolatorio.<br />

spostare dell'acqua. Di conseguenza, rispetto agli<br />

animali acquatici, quelli terrestri consumano molta<br />

meno energia per ventilare le proprie superfici<br />

respiratorie. Lo svantaggio, però, è il rischio di perdere<br />

acqua per evaporazione.<br />

Gli insetti hanno risolto questo problema attraverso un<br />

<strong>sistema</strong> di piccoli tubi ramificati all'interno del corpo,<br />

alla cui estremità si trovano le superfici respiratorie. La<br />

(▶figura 5) mostra questo <strong>sistema</strong> all'interno di una<br />

cavalletta. I tubi di dimensioni maggiori, chiamati<br />

trachee, si aprono verso l'esterno e sono rafforzati da<br />

anelli di chitina, la stessa proteina che costituisce<br />

l'esoscheletro degli insetti. A tratti, le trachee si<br />

allargano fino a formare sacche aeree posizionate vicino<br />

agli organi che hanno più bisogno di ossigeno.<br />

Figura 3. Respirazione tracheale.<br />

Le trachee di un insetto sono piccoli tubicini che si estendono in<br />

tutto il corpo.<br />

Nella maggior parte dei vertebrati terrestri, infine, gli<br />

organi specializzati per gli scambi gassosi sono i<br />

polmoni (▶figura 4), strutture interne a forma di sacco<br />

rivestite da un sottile epitelio sempre umido. La<br />

superficie interna dei polmoni è ampiamente ramificata,<br />

in modo da formare un'estesa superficie respiratoria. I<br />

gas sono trasportati dai polmoni alle cellule grazie al<br />

<strong>sistema</strong> circolatorio.<br />

Figura 5. Il <strong>sistema</strong> tracheale di un insetto.<br />

Nel <strong>sistema</strong> tracheale degli insetti e degli Artropodi in generale,<br />

il <strong>sistema</strong> <strong>respiratorio</strong> e quello circolatorio non hanno nessuna<br />

relazione.<br />

Figura 4. Respirazione polmonare.<br />

I polmoni sono strutture interne a forma di sacco rivestite da<br />

una parete molto sottile.<br />

Le trachee degli insetti consentono<br />

scambi gassosi diretti tra l'aria e le<br />

cellule del corpo.<br />

Gli animali terrestri scambiano gas con l'esterno<br />

attraverso la respirazione dell'aria. Ciò ha due grandi<br />

vantaggi: in primo luogo, l'aria contiene una<br />

concentrazione di O2 molto superiore rispetto all'acqua;<br />

in secondo luogo, l'aria è molto più leggera e facile da<br />

Come si vede nella microfotografia (▶figura 5), le<br />

trachee si ramificano ripetutamente formando tubicini<br />

più piccoli, chiamati tracheole, che si estendono fino a<br />

raggiungere quasi tutte le cellule dell'organismo. Le<br />

estremità delle tracheole sono chiuse e contengono del<br />

liquido (in blu nel disegno): è proprio attraverso<br />

l'epitelio umido che riveste queste estremità che<br />

avvengono gli scambi gassosi con le cellule del corpo.<br />

Attraverso il <strong>sistema</strong> tracheale, quindi, l'O2 entra<br />

direttamente nelle cellule, senza passare per il <strong>sistema</strong><br />

circolatorio.<br />

Per un insetto di piccole dimensioni, la diffusione<br />

attraverso le trachee è sufficiente per garantire gli<br />

scambi di gas necessari alla vita delle cellule. Insetti di<br />

dimensioni maggiori, invece, possono aumentare<br />

l'efficienza del <strong>sistema</strong> attraverso movimenti ritmici del<br />

corpo che comprimono ed espandono i tubi contenenti<br />

l'aria come se fossero soffietti. Un insetto in volo ha un<br />

tasso metabolico molto elevato e consuma da 10 a 200<br />

volte più O2 di quando si trova a riposo; in molti insetti,<br />

l'alternanza tra la contrazione e il rilassamento dei<br />

muscoli utilizzati per il volo spinge l'aria attraverso le<br />

trachee.


Le branchie sono organi<br />

specializzati per gli scambi gassosi in<br />

ambiente acquatico.<br />

Gli oceani, i laghi e gli altri ambienti acquatici<br />

contengono O2 sotto forma di gas disciolto, che può<br />

essere sfruttato dai pesci e dagli invertebrati acquatici,<br />

come molluschi e crostacei, grazie alle branchie.<br />

Gli scambi respiratori in ambiente acquatico sono<br />

avvantaggiati dal fatto che in queste condizioni non ci<br />

sono difficoltà a mantenere umide le superfici<br />

respiratorie. Lo svantaggio, però, è che in acqua la<br />

quantità di ossigeno disponibile è solo il 3-5% di quella<br />

disponibile in aria. Più l'acqua è calda e salata, inoltre,<br />

minore è la concentrazione di ossigeno disciolto. Quindi<br />

le branchie, soprattutto quelle di grandi animali che<br />

vivono in acque calde, devono essere molto efficienti<br />

per ricavare dall'acqua una quantità sufficiente di<br />

ossigeno. Spesso, l'area superficiale complessiva delle<br />

branchie è superiore a quella del resto della superficie<br />

corporea.<br />

Il disegno nella (▶figura 6) mostra la complessa<br />

architettura delle branchie di un pesce, una delle<br />

strutture più efficienti per gli scambi gassosi in<br />

ambiente acquatico. Su ciascun lato del corpo sono<br />

presenti quattro archi branchiali, da ognuno dei quali si<br />

dipartono due serie di filamenti. Ogni filamento è<br />

costituito dalla successione di strutture piatte chiamate<br />

lamelle, che costituiscono l'effettiva superficie<br />

respiratoria delle branchie. Le lamelle sono attraversate<br />

da un gran numero di finissimi capillari sanguigni,<br />

separati dall'ambiente esterno solo da pochi strati di<br />

cellule. I capillari sono cosi sottili che i globuli rossi<br />

possono scorrere al loro interno solo se disposti in fila<br />

indiana: in questo modo, ogni singolo globulo rosso si<br />

trova a stretto contatto con l'ossigeno disciolto<br />

nell'acqua circostante.<br />

superficie respiratoria (branchie, trachee, polmoni).<br />

Aumentando questo flusso, si assicurano sia il<br />

rifornimento costante di O2 sia la rimozione regolare di<br />

CO2. Le frecce blu del disegno rappresentano il flusso<br />

unidirezionale dell'acqua, che entra dalla bocca del<br />

pesce, attraversa le branchie ed esce ai lati del corpo.<br />

Aprendo semplicemente la bocca mentre nuotano, i<br />

pesci lasciano fluire l'acqua attraverso le branchie. Essi,<br />

però, possono anche pompare l'acqua attraverso le<br />

branchie coordinando l'apertura e la chiusura della<br />

bocca e degli opercoli, i rivestimenti rigidi che<br />

ricoprono e proteggono le branchie. Dal momento che<br />

l'acqua è densa e contiene poco ossigeno, la maggior<br />

parte dei pesci spende moltissima energia per ventilare<br />

le branchie.<br />

Lo scambio controcorrente.<br />

La disposizione dei capillari in una branchia favorisce lo<br />

scambio di gas. Nei capillari, il sangue fluisce in<br />

direzione opposta rispetto all'acqua che attraversa le<br />

branchie: questo permette il trasferimento dell'ossigeno<br />

al sangue attraverso un processo molto efficiente<br />

chiamato scambio controcorrente. Si tratta, in pratica,<br />

del trasferimento di una sostanza da un liquido che si<br />

muove in una direzione a un altro liquido che si muove<br />

in direzione opposta.<br />

Nell'ingrandimento in alto a destra nella (▶figura 6), si<br />

può notare che la direzione del flusso d'acqua sulla<br />

superficie di una lamella (indicata dalle frecce blu) è<br />

opposta a quella del flusso di sangue all'interno dei suoi<br />

capillari (frecce nere). Il disegno in basso a destra<br />

mostra lo scambio controcorrente di O2 dall'acqua al<br />

sangue. Le percentuali mostrate nella figura indicano la<br />

variazione della quantità di O2 disciolto in ciascun<br />

liquido.<br />

Notate che, mentre scorre attraverso una lamella<br />

raccogliendo sempre più O2, il sangue entra in contatto<br />

con acqua che ha una concentrazione sempre maggiore<br />

di O2, perché si trova via via più vicina all'inizio del<br />

passaggio attraverso le branchie. In questo modo, viene<br />

mantenuto un gradiente di concentrazione che facilita la<br />

diffusione di O2 dall'acqua al sangue per tutta la<br />

lunghezza del capillare.<br />

Questo meccanismo di scambio controcorrente è<br />

talmente efficiente da permettere alle branchie dei pesci<br />

di captare più dell'80% dell'O2 disciolto nell'acqua. Gli<br />

esseri umani, invece, captano solo il 25% dell'O2<br />

contenuto nell'aria respirata. Come vedremo, lo<br />

scambio controcorrente è importante anche per la<br />

regolazione della temperatura corporea.<br />

Figura 6. La struttura delle branchie di un pesce.<br />

Le branchie dei pesci sono organi respiratori molto<br />

efficienti grazie ad un meccanismo di trasporto<br />

controcorrente.<br />

La ventilazione.<br />

Ciò che non si può vedere nel disegno è il movimento di<br />

ventilazione attraverso le branchie. Il termine<br />

ventilazione si riferisce a qualsiasi meccanismo in grado<br />

di aumentare il flusso di aria o di acqua attraverso una<br />

Le branchie sono del tutto inadatte per animali che<br />

vivono sulla terraferma: un'estesa superficie<br />

membranosa umida proiettata verso l'esterno del corpo,<br />

e quindi esposta continuamente all'aria, finirebbe infatti<br />

con il perdere troppa acqua per evaporazione. La<br />

maggior parte degli animali terrestri ha sviluppato<br />

organi respiratori interni all'organismo, che entrano in<br />

contatto con l'ambiente esterno solo attraverso tubi<br />

molto sottili.


I polmoni sono organi specializzati<br />

dei vertebrati, per gli scambi gassosi in<br />

ambiente terrestre.<br />

Si tende comunemente a pensare che i polmoni siano<br />

un’innovazione evolutiva comparsa con la classe degli<br />

anfibi. In realtà le prime sacche polmonari erano già<br />

presenti nei pesci ossei primitivi e venivano utilizzate<br />

per aiutare la respirazione di questi animali durante lo<br />

spostamento da una pozza d’acqua all’altra. In seguito,<br />

queste sacche polmonari ebbero due destini diversi:<br />

1. nella linea evolutiva che ha portato ai pesci<br />

ossei che hanno colonizzato definitivamente le<br />

acque libere dei mari, queste sacche polmonari<br />

hanno dato origine alla vescica natatoria che<br />

funziona come organo idrostatico aumentando<br />

o diminuendo la galleggiabilità dell’animale;<br />

2. nella linea evolutiva che ha portato verso gli<br />

anfibi (e con essi, quindi, a tutti i vertebrati<br />

terrestri), queste sacche polmonari hanno dato<br />

origine ai polmoni.<br />

Esistono ancora oggi dei pesci ossei che possono essere<br />

considerati dei fossili viventi, i dipnoi, che quando il<br />

lago in cui vivono si prosciuga, possono sopravvivere<br />

respirando O2 atmosferico con questa sorta di polmone<br />

rudimentale.<br />

Negli attuali anfibi sono presenti polmoni sacciformi (a<br />

forma di sacco) piccoli e poco concamerati, che non<br />

permetterebbero all’animale di sopravvivere se non<br />

fosse possibile anche la respirazione cutanea.<br />

Nei rettili specialmente nei cheloni e nei loricati, sono<br />

presenti polmoni molto più sviluppati e certamente tali<br />

polmoni, assieme ad altre innovazioni anatomiche e<br />

fisiologiche hanno consentito a questa classe di<br />

svincolarsi definitivamente dall’ambiente acquatico e di<br />

colonizzare gli ambienti terrestri. I polmoni dei rettili<br />

sono percorsi lungo l’asse dalla continuazione del<br />

bronco (mesobronco) e da tale mesobronco si dipartono<br />

bronchi di ordine successivo.<br />

Negli uccelli, il polmone è fondamentalmente<br />

strutturato come nella classe precedente. Per favorire<br />

l’alleggerimento del corpo e rendere più efficiente la<br />

respirazione (e quindi, per rendere possibile il volo) dal<br />

polmone si dipartono delle dilatazioni (sacchi aerei) che<br />

si addentrano tra gli organi e anche nelle ossa che per<br />

questo motivo vengono definite pneumatizzate.<br />

Nei mammiferi, il polmone è strutturato come un albero<br />

rovesciato. Manca il mesobronco centrale e appena il<br />

bronco entra nel polmone, si ramifica dando origine a<br />

bronchi di primo, secondo, terzo, ordine etc, fino ai<br />

bronchioli terminali dalle cui ramificazioni si originano i<br />

bronchioli respiratori e dalla dilatazione di questi ultimi,<br />

le unità strutturali e funzionali del polmone: gli alveoli<br />

polmonari.

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