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Animali 5 - Liceo Classico Psicopedagogico Cesare Valgimigli

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8. Gli Artropodi sono il gruppo dominante della fauna terrestre.<br />

Nella maggior parte degli animali fino a ora descritti, il supporto scheletrico è rappresentato da cavità interne piene di liquido, sulle<br />

quali si esercita la pressione della muscolatura circostante. Variazioni a questo piano organizzativo riguardano, come è stato detto, la<br />

forma e le dimensioni delle cavità, il loro rivestimento e la loro eventuale compartimentazione. Lo strato esterno di tali animali è di regola<br />

piuttosto sottile e flessibile e in molte specie esso è in grado di assicurare totalmente gli scambi gassosi. Soltanto alcuni gruppi<br />

sono provvisti di cuticole relativamente spesse, com'è il caso dei vermi tondi. Durante il Precambriano, l'evoluzione prese tuttavia<br />

una differente direzione in una linea di anellidi: in tali animali lo strato esterno del corpo divenne più spesso per l'aggiunta di alcuni<br />

strati proteici e di uno strato coriaceo e flessibile di natura polisaccaridica, definito chitina. In seguito a questa trasformazione, che<br />

in principio aveva probabilmente una funzione soltanto protettiva, il rivestimento corporeo ha acquistato funzioni di supporto e di<br />

locomozione, è diventato cioè un esoscheletro.<br />

Nel corso dell’evoluzione, gli artropodi hanno perso il celoma ancestrale. La loro cavità corporea si è trasformata in<br />

un emocele (dal greco «camera del sangue»), al cui interno gli organi vengono bagnati da un fluido, l’emolinfa, proveniente<br />

da un sistema circolatorio aperto, cioè privo di vasi sanguigni. Gli artropodi sono animali segmentati e provvisti di appendici<br />

articolate simili a zampe. Il phylum degli artropodi costituisce attualmente il gruppo animale dominante, sia in termini di<br />

numero di specie (oltre un milione descritte) sia in termini di numero di individui: si stima che ne esistano circa<br />

10 18 individui, ossia un miliardo di miliardi.<br />

Il piano organizzativo degli<br />

Artropodi.<br />

Come può muoversi un animale rivestito da un<br />

esoscheletro rigido e privo di ciglia?<br />

Una possibilità è quella di possedere appendici con<br />

giunzioni flessibili, mosse da specifici muscoli. Una<br />

soluzione di questo tipo è stata messa in atto dagli<br />

Artropodi, animali capaci di muoversi rapidamente grazie<br />

al movimento delle loro appendici articolate e a una<br />

muscolatura idonea a queste nuove esigenze funzionali. In<br />

altre parole, i muscoli degli artropodi si sono specializzati<br />

per consentire il funzionamento di particolari segmenti del<br />

corpo e delle appendici a essi connesse. In molti gruppi di<br />

artropodi, tuttavia, alcune appendici risultano modificate<br />

rispetto all'originaria funzione di movimento o di nuoto, e<br />

assolvono funzioni di alimentazione o di riproduzione.<br />

Altre appendici hanno invece acquistato funzioni sensitive.<br />

Questa ripartizione di compiti fra regioni diverse del corpo<br />

fornisce a ogni artropode una versatilità che certamente<br />

non possedevano gli anellidi suoi progenitori. La presenza<br />

di uno scheletro esterno implica altre sostanziali<br />

modifiche.<br />

Secondo, l'esoscheletro non può funzionare come superficie<br />

per gli scambi gassosi, e proprio per tale motivo gli<br />

Artropodi hanno messo a punto strutture alternative per<br />

l'acquisizione di ossigeno e il rilascio di anidride carbonica.<br />

Molti artropodi, ad esempio, hanno sviluppato un<br />

apparato respiratorio con branchie o trachee, strutture<br />

specializzate per gli scambi gassosi, che spesso risultano<br />

ampiamente pieghettate per massimizzare la superficie di<br />

scambio.<br />

Terzo, un animale provvisto di esoscheletro rigido, formato<br />

da sostanza non vivente, non può aumentare di dimensioni<br />

in modo graduale. La crescita corporea degli<br />

artropodi è pertanto accompagnata da fenomeni di muta,<br />

una periodica perdita del vecchio esoscheletro seguita da un<br />

rapido indurimento del nuovo rivestimento esterno, che<br />

nel frattempo si è formato sotto quello preesistente. La<br />

crescita dimensionale degli artropodi si attua dunque a<br />

tappe dopo ogni processo di muta, quando il nuovo<br />

esoscheletro si espande e si indurisce. Mentre il processo di<br />

muta è in atto, invece, i movimenti sono difficili se non<br />

addirittura impossibili, e gli animali sono particolarmente<br />

esposti all'attacco dei predatori. La comparsa<br />

dell'esoscheletro e delle sue componenti ha prodotto anche<br />

In primo luogo il celoma diventa inutile come scheletro<br />

idrostatico. Durante l'evoluzione degli artropodi il celoma<br />

ha pertanto assunto le funzioni di apparato circolatorio,<br />

rifornendo di sangue i vari organi.<br />

altri clamorosi effetti sull'evoluzione degli artropodi. Avere il<br />

corpo racchiuso entro una corazza rigida non significa<br />

soltanto essere al riparo dai predatori. L'esoscheletro<br />

fornisce infatti un sostegno per spostarsi sulla terraferma,<br />

e al tempo stesso protegge l'animale dal disseccamento.


Proprio tali prerogative hanno reso gli artropodi i candidati<br />

più idonei a colonizzare la terraferma; una conquista<br />

effettuata con straordinario successo. Molti gruppi di<br />

artropodi hanno così colonizzato le terre, ma nessun<br />

Nord e le coste settentrionali e orientali dell’Asia, sono<br />

detritivori o predatori di piccoli animali del fondale. Un<br />

numero enorme di limuli migra periodicamente per<br />

accoppiarsi e deporre le uova (▶figura 89).<br />

gruppo si è tanto diversificato quanto quello degli insetti.<br />

Le parole:<br />

Artropode deriva dal greco árthron, «articolazione»,<br />

e póus-podós, «piede». La caratteristica distintiva di<br />

questo phylum è, infatti, quella di possedere appendici<br />

articolate.<br />

Le principali classi degli Artropodi:<br />

aracnidi, crostacei, insetti e<br />

miriapodi.<br />

Sono state descritte circa 2 milioni di specie di<br />

Artropodi, che hanno praticamente colonizzato ogni<br />

ambiente del nostro pianeta, dalle acque marine, alle<br />

acque dolci, dagli ambienti terrestri agli ambienti aerei.<br />

Il phylum degli Artropodi viene suddiviso in 3 subphyla<br />

(numerate) e in 5 classi principali (tra parentesi):<br />

Figura 88. Gli xifosuri.<br />

Gli xifosuri corrispondono a un gruppo primitivo che ha subito<br />

pochi cambiamenti morfologici nel tempo, e vengono talvolta<br />

definiti «fossili viventi».<br />

1) Chelicerati (Aracnidi e Xifosuri)<br />

2) Crostacei (Crostacei)<br />

3) Unirami (Insetti e Miriapodi)<br />

Il subphylum dei Chelicerati<br />

comprende gli Aracnidi e gli Xifosuri.<br />

II corpo dei chelicerati può essere suddiviso in due distinte<br />

regioni, quella anteriore, il prosoma e quella posteriore,<br />

l’opistosoma. Il prosoma è provvisto di due coppie di<br />

appendici modificate in modo tale da formare organi<br />

della bocca, dette cheliceri. Inoltre, molti chelicerati<br />

possiedono nel prosoma quattro paia di appendici per<br />

la mobilità. L’opistosoma può essere provvisto di un<br />

prolungamento. Le 89000 specie si suddividono in<br />

xisofuri e aracnidi.<br />

Gli Xifosuri.<br />

Esistono attualmente quattro specie di Xifosuri, anche<br />

noti come limuli; questi animali, con il corpo a forma di<br />

ferro di cavallo coperto da una robusta corazza, hanno<br />

subìto pochi cambiamenti morfologici nel corso della<br />

loro lunga storia evolutiva (▶figura 88). Comuni nelle<br />

acque basse lungo le coste orientali dell’America del<br />

Figura 89. I limuli.<br />

Questo gruppo di limuli è stato fotografato durante il periodo<br />

riproduttivo su una spiaggia sabbiosa della costa atlantica degli<br />

Stati Uniti.<br />

I limuli sono importanti anche nella scienza medica.<br />

Dato che il sistema immunitario dei limuli è in grado di<br />

riconoscere molecole presenti sulla superficie di batteri<br />

Gram negativi, il loro sangue (che può essere prelevato<br />

senza provocarne la morte) viene utilizzato in<br />

biochimica clinica per individuare endotossine<br />

batteriche. Diversi peptidi del sangue dei limuli, si sono<br />

dimostrati inoltre, di inibire la proliferazione del virus<br />

HIV, in test di laboratorio.


Gli Aracnidi.<br />

Gli Aracnidi sono animali abbondanti negli ambienti<br />

terrestri. Come i limuli, gli aracnidi sono completamente<br />

privi di antenne e di mandibole. Davanti alla bocca c’è un<br />

paio di cheliceri che terminano con pinze o in aguzzi<br />

artigli. Il successivo paio di appendici, dietro alla bocca, è<br />

costituito dai pedipalpi, che somigliano a zampe e sono<br />

sensoriali, come nei ragni, o vengono adoperati per<br />

lacerare la preda, come negli scorpioni. Sono inoltre<br />

presenti 4 paia di zampe ambulacrali (▶figura 90).<br />

Gli scorpioni comprendono 1200 specie e sono un gruppo<br />

antichissimo. Presentano l’opistosoma che termina con un<br />

aculeo velenifero, cheliceri piccoli e senza ghiandola<br />

velenifera, pedipalpi forniti di pinze mobili, molto grandi.<br />

Cacciatori, soprattutto di insetti, si imbattono nelle loro<br />

prede piuttosto casualmente, per urto. Sono immuni dal<br />

proprio veleno. Alcune specie sono pericolose per l’uomo<br />

per l’azione neurotossica del loro veleno (▶figura 92).<br />

Figura 92. Uno scorpione.<br />

Gli scorpioni sono predatori notturni.<br />

Figura 90. Anatomia di un aracnide.<br />

In questa figura è mostrata l’anatomia interna di un aracnide.<br />

Gli aracnidi hanno per lo più cicli vitali semplici, e i giovani<br />

individui che sgusciano dalle uova fecondate, già con<br />

l'aspetto di adulti in miniatura, iniziano quasi subito la<br />

loro vita autonoma. Alcune specie, tuttavia, mostrano cicli<br />

vitali più complessi, e ad esempio mantengono le uova<br />

all'interno del proprio corpo per tutto il periodo dello<br />

sviluppo. Gli ordini di aracnidi più ricchi di specie e di<br />

individui sono gli acari, gli scorpioni, i ragni e gli<br />

opilionidi.<br />

Le 50000 specie descritte di acari vivono nel suolo,<br />

nelle lettiere, sui muschi e sui licheni, sotto la corteccia<br />

e come parassiti di piante e animali. Gli acari, che<br />

comprendono le zecche, sono i vettori di alcuni<br />

virus patogeni per le piante, causano la rogna negli<br />

animali domestici e varie parassitosi umane. Il danno<br />

non è solo diretto (si nutrono di sangue) ma è dovuto al<br />

fatto che essi fungono da vettori di microrganismi<br />

patogeni ancora più temibili di loro (▶figura 91).<br />

I ragni (di cui sono state descritte 38000 specie) si sono<br />

specializzati come predatori, e il loro successo nella caccia<br />

è determinato in molti casi dalla loro vista eccellente, in<br />

altri casi dalla loro capacità di tessere complesse tele di seta<br />

per catturare le prede. I ragni, inoltre, usano fili di seta per<br />

arrampicarsi, per costruirsi rifugi, per costruire strutture<br />

di corteggiamento o strutture per proteggere i piccoli e<br />

per assicurarne un'opportuna dispersione nell'ambiente.<br />

La seta viene prodotta da appendici addominali<br />

modificate, definite filiere, che sono in connessione con<br />

ghiandole interne che secernono un materiale di natura<br />

proteica (▶figura 93).<br />

Figura 91. Un acaro.<br />

Alcune specie di acari sono parassiti esterni ematofagi.<br />

Figura 93. Un ragno.<br />

Il nome comune «tarantola» comprende diverse centinaia di<br />

specie di ragni pelosi che vivono sul suolo, alcuni dei quali<br />

possono raggiungere le dimensioni di un piatto da portata. Il<br />

loro morso velenoso, sebbene doloroso, non risulta di regola<br />

letale per gli esseri umani.


Gli opilionidi sono simili ai ragni ma si distinguono da<br />

essi per il fatto che il prosoma e l’opistosoma sono fusi<br />

e formano un disco ovale dal quale partono lunghe<br />

zampe. Inoltre non hanno ghiandole della seta o<br />

velenifere. Il loro apparato di alimentazione è diverso da<br />

quello degli altri aracnidi e consente l’assunzione anche<br />

di cibi solidi (▶figura 94).<br />

I segmenti della testa sono fusi e portano cinque paia di<br />

appendici: due paia di antenne, un paio di mandibole e<br />

due paia di mascelle. Ognuno dei numerosi segmenti<br />

del torace e dell’addome porta invece, di norma, un<br />

paio di appendici. Le appendici delle varie parti del<br />

corpo sono specializzate per svolgere diverse funzioni,<br />

come lo scambio gassoso, la masticazione, la recezione<br />

sensoriale, la deambulazione e il nuoto. In alcuni casi le<br />

appendici sono ramificate e i diversi rami svolgono<br />

funzioni differenti. In molte specie capo e torace sono<br />

uniti e formano il cefalotorace ed esso è ricoperto da<br />

una piega dell’esoscheletro, definita carapace, che si<br />

estende dorsalmente e lateralmente dalla testa<br />

all’indietro, coprendo e proteggendo i segmenti<br />

immediatamente posteriori. La struttura interna di un<br />

Crostaceo è mostrata nella (▶figura 96).<br />

Figura 94. Un opilionide.<br />

Questi animali sono spazzini.<br />

I crostacei sono gli artropodi marini<br />

predominanti.<br />

I Crostacei, che costituiscono un gruppo<br />

particolarmente vasto, sono attualmente gli artropodi<br />

marini più rappresentati e diffusi; il krill, che costituisce<br />

un’importante fonte alimentare per molti vertebrati di<br />

grossa taglia come le balene, è formato da piccoli<br />

crostacei.<br />

La maggior parte delle 50000 specie descritte di<br />

crostacei possiede un corpo suddiviso in tre<br />

regioni: capo, torace e addome (▶figura 95).<br />

Figura 96. Anatomia interna dei crostacei.<br />

In questa figura è mostrata l’anatomia interna di un crostaceo.<br />

In quasi tutte le specie di crostacei i sessi sono separati, e<br />

gli individui si incontrano soltanto al momento della<br />

riproduzione. Alcune specie liberano in acqua uova<br />

appena fecondate, oppure le attaccano a oggetti sommersi.<br />

In altre specie, invece, le uova fecondate restano di regola<br />

aderenti al corpo della femmina per buona parte del loro<br />

sviluppo. Alla schiusa delle uova, i giovani di alcune<br />

specie di crostacei sono del tutto simili, tranne che per<br />

le dimensioni, agli adulti. In altre specie, invece, i<br />

neonati differiscono notevolmente nell’aspetto dagli<br />

adulti: in questo caso, lo stadio immaturo del ciclo<br />

vitale caratterizzato da una forma differente da quella<br />

dell’adulto viene definito larva. La tipica forma larvale<br />

dei crostacei si chiama nauplius e dispone di tre paia di<br />

appendici e di un occhio centrale impari (▶figura 97).<br />

Figura 95. La struttura corporea dei crostacei.<br />

Il corpo dei crostacei decapodi è suddiviso in due regioni:<br />

cefalotorace (testa + torace) e addome. Ogni regione è dotata di<br />

appendici specializzate, mentre un sottile carapace, simile a una<br />

conchiglia, riveste la testa e il torace.<br />

Figura 97. La forma larvale dei crostacei.<br />

La larva nauplius darà origine a un crostaceo adulto dotato di<br />

un corpo segmentato e di appendici articolate.


Tra le forme più comuni si annoverano i gamberi, le<br />

aragoste, gli astici, i granchi (tutti decapodi, cioè con<br />

dieci appendici, (▶figura 98) e i porcellini di terra<br />

(isopodi, cioè con appendici simili tra loro; (▶figura 99).<br />

Il gruppo dei crostacei comprende inoltre una varietà di<br />

piccoli copepodi, molti dei quali somigliano<br />

superficialmente ai gamberi (▶figura 100) e che sono<br />

abbondanti in mare aperto. I cirripedi, infine, sono<br />

crostacei insoliti che da adulti conducono una vita<br />

sessile (▶figura 101), ancorati a rocce oppure a scafi di<br />

imbarcazioni.<br />

Figura 98. Un decapode.<br />

Un crostaceo che appartiene a un genere di granchi<br />

rappresentato da diverse specie sulle isole Galàpagos, descritto<br />

da Charles Darwin durante il suo viaggio sul Beagle.<br />

Figura 101. Un cirripede.<br />

I cirripedi aderiscono al substrato per mezzo di peduncoli<br />

muscolari e si nutrono estroflettendo e ritraendo le lunghe<br />

appendici.<br />

Le parole:<br />

Krill non è un termine scientifico, ma un vocabolo<br />

norvegese, che indica le forme appena nate di specie<br />

acquatiche. È significativo che il nome per il principale<br />

alimento delle balene sia stato preso dal norvegese,<br />

dato che la Norvegia è uno dei paesi tradizionalmente<br />

dedito alla caccia a questi animali.<br />

Figura 99. Un isopode.<br />

Questo isopode vive sulle spiagge rocciose della costa<br />

californiana.<br />

Nauplio era un mitologico figlio di Poseidone, dio greco<br />

dei mari. Proprio per la sua origine, è stato scelto per<br />

dare il nome a queste larve che nascono nelle acque.<br />

Il subphylum degli Unirami<br />

comprende gli Insetti e i Miriapodi.<br />

II piano organizzativo degli Unirami è basato su un corpo<br />

suddiviso in due o tre distinte regioni. La regione anteriore<br />

è formata da pochi segmenti, mentre quella posteriore,<br />

l'addome, ne possiede in genere molti. Le loro appendici<br />

sono articolate e uniramose, ossia non ramificate.<br />

Il subphylum Unirami comprende due classi di organismi<br />

Figura 100. Un copepode.<br />

Un minuscolo copepode d’acqua dolce non supera la lunghezza<br />

di circa 30 µm.<br />

tipicamente terrestri, entrambe caratterizzate da<br />

complessi sistemi per il trasporto di ossigeno alle cellule<br />

dei vari tessuti: gli Insetti e i Miriapodi.


Gli insetti sono gli artropodi<br />

terrestri più diffusi.<br />

Durante il periodo Devoniano, oltre 400 milioni di anni<br />

fa, alcuni Artropodi colonizzarono gli ambienti terrestri.<br />

Delle numerose classi che hanno invaso con successo le<br />

terre emerse, attualmente quella più diffusa corrisponde<br />

agli Esapodi (dal greco «a sei zampe»), cioè gli Insetti e<br />

le forme affini. Gli insetti sono abbondanti e diversificati<br />

negli ambienti terrestri e nelle acque dolci, mentre<br />

soltanto poche specie vivono in habitat marino.<br />

Attualmente si ritiene che le specie note di insetti, circa<br />

un milione, corrispondano soltanto a una piccola<br />

percentuale di quelle effettivamente viventi.<br />

Gli insetti possiedono il corpo suddiviso in tre parti<br />

fondamentali: capo, torace e addome (▶figura 102).<br />

Il capo è formato da diversi metameri fusi tra loro e<br />

possiede 4 paia di appendici: un paio di antenne, un<br />

paio di mandibole, un paio di mascelle e le appendici<br />

che formano il labbro inferiore. Sul capo sono presenti<br />

anche due occhi composti (essi sono formati da tanti<br />

minuscoli ommatidi, ognuno dei quali possiede un<br />

singolo fotorecettore e una lente) e spesso tre occhi<br />

semplici, definiti ocelli.<br />

Il torace è formato da 3 metameri distinti, definiti<br />

protorace, mesotorace e metatorace, ognuno dei quali<br />

porta un paio di zampe. Gli insetti adulti appartenenti alle<br />

specie alate possiedono due paia di ali membranose<br />

annesse al secondo e terzo segmento toracico.<br />

L’addome è costituito da vari metameri simili tra loro<br />

che non portano appendici se non quelle che servono<br />

per l’accoppiamento (copula).<br />

Figura 102. La struttura di un insetto e la sua anatomia interna.<br />

Il corpo degli insetti, come quello dei crostacei, è suddiviso in tre regioni: testa, torace e addome. La regione intermedia, il torace, ospita tre<br />

paia di zampe e, nella maggior parte dei gruppi, due paia di ali. A differenza degli altri artropodi, negli insetti l’addome è privo di appendici


Gli Insetti dispongono di un meccanismo esclusivo per<br />

gli scambi gassosi: un sistema di sacchi aerei e di canali<br />

tubulari, definiti trachee, che si estendono all’interno<br />

del corpo sino a raggiungere i tessuti profondi, a partire<br />

da minuscole aperture esterne dette spiracoli (▶figura<br />

103).<br />

Gli insetti, hanno bisogno di risparmiare acqua quanto<br />

più possibile. Per questa ragione il loro apparato<br />

escretore, formato dai cosiddetti tubuli malpighiani,<br />

pesca nella cavità corporea e sfocia poi nell’’intestino,<br />

che provvede a recuperare quasi tutta l’acqua<br />

eliminando le scorie azotate insieme alle feci, in forma<br />

semisolida (▶figura 105).<br />

Figura 105. L’apparato escretore degli Insetti.<br />

I tubuli malpighiani sono a fondo cieco e dotati di pareti sottili,<br />

e si proiettano negli spazi che contengono il liquido<br />

extracellulare.<br />

Attualmente si conoscono circa un milione di specie di<br />

insetti, ma si ritiene che esse siano soltanto una piccola<br />

Figura 103. L’apparato respiratorio degli Insetti.<br />

(A) Negli Insetti, i gas respiratori diffondono attraverso un<br />

sistema di trachee che si aprono verso l’esterno attraverso<br />

piccoli sbocchi chiamati spiracoli. (B) Gli spiracoli di un bruco<br />

sono disposti sui lati del corpo. (C) Un’immagine al microscopio<br />

elettronico a scansione mostra la trachea di un insetto suddivisa<br />

in tracheole più piccole che si ramificano ulteriormente in sottili<br />

capillari aeriferi.<br />

Negli Insetti, l’apparato respiratorio trasporta<br />

direttamente i gas dalle e alle cellule ed è quindi<br />

completamente svincolato da quello circolatorio (che è<br />

aperto) (▶figura 104).<br />

parte di quelle realmente presenti sul nostro pianeta. Gli<br />

insetti sono infatti diffusi in ogni tipo di habitat, sia<br />

terrestre che acquatico, dove si cibano sia di organismi<br />

vegetali che animali. Gli insetti detritivori, come gli<br />

scarabei stercorari, svolgono un’importante funzione<br />

nel riciclaggio delle sostanze chimiche negli ecosistemi.<br />

Alcuni insetti sono inoltre parassiti interni di altri animali,<br />

altri ancora parassiti esterni che si nutrono succhiando il<br />

sangue dei loro ospiti o cibandosi dei loro tessuti superficiali.<br />

Per la loro capacità di volare, molti insetti possono infine<br />

trasmettere sia a piante che ad animali malattie virali,<br />

batteriche o sostenute da protisti. Poche sono invece le<br />

specie di insetti che vivono in ambiente marino, e tutte<br />

comunque in prossimità delle coste.<br />

.<br />

Le parole:<br />

Figura 104. L’apparato circolatorio degli insetti.<br />

Negli insetti, il sistema circolatorio è ridotto ed è di tipo aperto:<br />

l’emolinfa (che corrisponde al nostro sangue) esce dai vasi e va<br />

ad occupare le lacune corporee poste tra gli organi. L’azione<br />

muscolare del cuore agisce come una pompa aspirante per<br />

l’emolinfa che rientra nel vaso principale attraverso dei pori<br />

dotati di valvole le quali consentono solo l’entrata del liquido.<br />

Insetto, dal latino insectum, «suddiviso», allude<br />

all’aspetto derivante dalla metameria di questi animali.<br />

Nei secoli passati è stato utilizzato per molte specie che<br />

condividevano questa caratteristica (perfino per i<br />

serpenti!), ma già Linneo, nel Settecento, lo utilizzava<br />

nel senso moderno.<br />

Il suffisso –tteri deriva dal greco pterón, «ala», e viene<br />

associato a svariate radici per descrive l’aspetto dei<br />

diversi gruppi, che possono avere ali membranose<br />

(imenotteri), squamate (lepidotteri), presenti in un solo<br />

paio (ditteri) e così via.


La metamorfosi negli Insetti.<br />

Al momento della schiusa, la maggior parte degli insetti già<br />

possiede tutti i segmenti che caratterizzano il corpo degli<br />

adulti. Il raggiungimento della maturità può tuttavia avvenire<br />

secondo modalità assai diverse. Le specie attere (prive di ali),<br />

considerate le più simili ai primitivi insetti, hanno un tipo di<br />

sviluppo semplice; essi raggiungono l'età adulta tramite un<br />

progressivo incremento di taglia, e sostanzialmente senza<br />

mutare le loro caratteristiche esterne rispetto al momento<br />

in cui sgusciano dall'uovo.<br />

Nel caso degli insetti alati, lo sviluppo è invece più<br />

complesso. Gli stadi giovanili sono diversi per forma da<br />

quelli adulti, e il passaggio dagli uni agli altri avviene<br />

tramite rimaneggiamenti strutturali. I vari stadi larvali degli<br />

insetti compresi tra una muta e l'altra vengono definiti stadi<br />

intermuta o instar. Se il passaggio fra i vari stadi è graduale,<br />

allora si dice che un insetto va incontro a una metamorfosi<br />

incompleta. Cavallette e grilli sono due esempi di insetti che<br />

subiscono questo tipo di metamorfosi. Dall’uovo che si<br />

schiude esce una neanide che è simile ad un adulto in<br />

miniatura ma è priva di ali e di organi riproduttivi maturi,<br />

essa da origine alla ninfa che possiede le ali ma non è<br />

ancora sessualmente matura e questa infine si trasforma in<br />

adulto sessualmente maturo (▶figura 106):<br />

uovo → neanide → ninfa → adulto<br />

Se invece, nel passaggio da uno stadio all'altro, si verificano<br />

repentini cambiamenti, allora si dice che l'insetto subisce una<br />

metamorfosi completa. La metamorfosi completa prevede<br />

inoltre che gli individui dei vari stadi siano specializzati per<br />

vivere in differenti situazioni ambientali e per utilizzare<br />

differenti risorse alimentari. Nel caso di molte specie, le<br />

larve sono strutturate soltanto per crescere e<br />

alimentarsi, mentre gli adulti lo sono essenzialmente per<br />

riprodursi e diffondersi. In altre specie, invece, sono gli<br />

adulti ad alimentarsi senza sosta. L'esempio più familiare di<br />

metamorfosi completa è rappresentato dalla trasformazione<br />

da bruco a farfalla, Dall’uovo che si schiude esce una larva<br />

che è molto diversa dall’adulto, essa, dopo numerose<br />

mute, si trasforma in una pupa o crisalide che rimane<br />

immobile e che subisce una profonda e radicale<br />

trasformazione dell’organizzazione corporea dando<br />

origine all’adulto sessualmente maturo (▶figura 107):<br />

uovo → larva (bruco) → crisalide (pupa) → adulto<br />

In molti insetti, un particolare stadio del ciclo vitale può<br />

essere principalmente dedicato alla nutrizione e un altro<br />

alla riproduzione. Gli adulti della maggior parte delle<br />

specie di falene, per esempio, non si alimentano affatto.<br />

In altri casi invece, gli animali possono nutrirsi durante<br />

tutti gli stadi del proprio ciclo vitale, ma il tipo di cibo<br />

che consumano può variare notevolmente: le larve di<br />

farfalla, dette bruchi, si nutrono di foglie e di fiori,<br />

mentre la maggior parte degli adulti si nutre esclusivamente<br />

di nettare.<br />

Figura 106. Il ciclo vitale di alcuni insetti prevede una<br />

metamorfosi incompleta.<br />

La cavalletta è un esempio di insetto che presenta metamorfosi<br />

incompleta. Dall’uovo esce una neanide (senza le ali) poi<br />

compaiono le ali (ninfa) e infine si sviluppano gli organi<br />

dell’apparto riproduttore (adulto).<br />

Figura 107. Il ciclo vitale di alcuni insetti è caratterizzato dalla<br />

metamorfosi completa.<br />

(A) Lo stadio larvale (bruco) della farfalla monarca Danaus<br />

plexippus è specializzato per la nutrizione. (B) La pupa<br />

corrisponde allo stadio durante il quale avviene la<br />

trasformazione nella forma adulta. (C) La farfalla adulta è<br />

specializzata per la diffusione e per la riproduzione.


Le parole:<br />

Crisalide deriva dal greco chrysós, «oro». L’insolita<br />

scelta è dovuta al fatto che in alcune specie di insetti le<br />

crisalidi hanno un colore dorato. Curiosa è anche la<br />

scelta di pupa, dal latino «bambola», dovuta<br />

probabilmente all’immobilità e alla postura tipiche di<br />

questo stadio.<br />

I principali ordini degli Insetti.<br />

Gli insetti sono stati i primi animali a evolvere la<br />

capacità di volo, una novità che ha dato origine a<br />

numerose varianti nei cicli biologici e ha reso possibile<br />

lo sfruttamento di nuove opportunità nutritive. Il volo<br />

costituisce quasi certamente uno dei motivi della<br />

straordinaria diversificazione degli insetti e del loro<br />

successo evolutivo.<br />

Gli adulti della maggior parte degli insetti possiedono<br />

due paia di rigide ali membranose inserite sul torace.<br />

Esistono tuttavia eccezioni, per esempio le mosche, che<br />

possiedono un unico paio di ali. Nei coleotteri il paio di<br />

ali anteriori si è trasformato in un rivestimento rigido<br />

che copre le ali posteriori.<br />

Gli entomologi hanno suddiviso la classe degli insetti in<br />

circa 35 ordini, ma al di là della grande varietà di forme si<br />

devono innanzitutto distinguere due diverse sottoclassi,<br />

quella degli apterigoti e quella degli pterigoti.<br />

APTERIGOTI<br />

arrecare danni nelle cantine o nelle soffitte fra i vecchi libri<br />

in quanto si nutrono di cellulosa (carta).<br />

Figura 109. Tisanuri.<br />

Lepisma saccarina (pesciolino d’argento).<br />

PTERIGOTI<br />

Gli pterigoti sono invece insetti alati, e vengono suddivisi in<br />

paleotteri e neotteri.<br />

Paleotteri<br />

I paleotteri sono insetti alati arcaici, incapaci di<br />

ripiegare le ali sul corpo; si tratta di insetti eccellenti<br />

volatori, che necessitano di ampi spazi per manovrare.<br />

ODONATI (▶figura 110)<br />

Comprendono le libellule e le damigelle. Essi hanno larve<br />

acquatiche definite ninfe, che si trasformano nell'adulto<br />

alato dopo essere uscite dall'acqua. Le larve delle<br />

libellule, sono predatrici completamente acquatiche che<br />

si trasformano in adulti capaci di volare. Le libellule<br />

sono predatori attivi anche da adulti.<br />

In questa sottoclasse sono compresi gli insetti<br />

costantemente atteri (privi di ali) come ad esempio l'ordine<br />

dei collemboli e quello dei tisanuri.<br />

COLLEMBOLI (▶figura 108)<br />

Si tratta di piccoli insetti che vivono nascosti nel terreno o<br />

nell'humus, sotto le pietre o sotto le cortecce degli alberi.<br />

Figura 110. Odonati.<br />

Gli Odonati sono degli eccellenti predatori in volo.<br />

EFEMEROTTERI (▶figura 111)<br />

Comprendono le effimere. Esse sono insetti privi di un<br />

apparato digerente funzionale e vivono un solo giorno,<br />

appena il tempo per accoppiarsi e deporre le uova.<br />

Figura 108. Collemboli<br />

I Collemboli vivono nel terreno, nell’humus o sotto le pietre.<br />

TISANURI (▶figura 109)<br />

Sono anch’essi piccoli insetti che vivono nascosti nelle<br />

foglie marcescenti oppure sotto la corteccia degli alberi o<br />

sotto le pietre. Alcuni vivono negli edifici dove possono<br />

Figura 111. Efemerotteri.<br />

Gli Efemerotteri vivono solo un giorno.


Neotteri<br />

I neotteri possono ripiegare le ali sul corpo e sono<br />

dunque in grado di introdursi in fessure e in altri luoghi<br />

stretti. Essi possono spostarsi da un luogo a un altro sia a<br />

volo che utilizzando le zampe.<br />

Molti ordini di neotteri sono caratterizzati da una<br />

metamorfosi incompleta. Essi sono:<br />

ORTOTTERI (▶figura 112)<br />

Comprendono i grilli, le cavallette e le locuste. Hanno<br />

il corpo allungato e un poco compresso, di colore<br />

spesso mimetico con l'ambiente. Il capo ha occhi<br />

composti ben sviluppati e ben sviluppate sono anche<br />

le ali, quando sono presenti. Le zampe posteriori,<br />

notevolmente allungate, sono adatte al salto. Le<br />

femmine sono provviste di ovodepositore e nei<br />

maschi è generalmente presente un organo<br />

stridulante. Sono dotati di un organo uditivo. Fitofagi,<br />

in alcuni casi arrecano gravi danni alle coltivazioni.<br />

Figura 114. Mantoidei.<br />

I Mantoidei hanno zampe anteriori raptatorie.<br />

PLECOTTERI (▶figura 115)<br />

Gli adulti hanno parti boccali ridotte, antenne<br />

allungate e corpo molle. Le ali sono membranose e<br />

disuguali. Le neanidi e le ninfe sono acquatiche; gli<br />

adulti, anche se si nutrono, hanno vita breve e<br />

muoiono poco dopo l’accoppiamento. Le ninfe sono<br />

importanti consumatori nei sistemi d’acqua dolce e a<br />

loro volta fungono da prede principali per diversi<br />

pesci ed invertebrati.<br />

Figura 112. Ortotteri.<br />

Gli Ortotteri hanno arti posteriori adatti al salto.<br />

BLATTOIDEI (▶figura113)<br />

Hanno il corpo appiattito dorsoventralmente, ali<br />

anteriori, se presenti, coriacee, ali posteriori ampie e<br />

a ventaglio, antenne lunghe e apparato boccale<br />

masticatore. Le zampe sono adattate alla corsa. Sono<br />

insetti di origine molto antica. Vivono per lo più in<br />

ambienti coperti, umidi e talvolta sono notturni. Vi<br />

appartengono le blatte o scarafaggi, comuni nelle<br />

abitazioni.<br />

Figura 115. Plecotteri.<br />

I Plecotteri hanno corpo molle e ali membranose diseguali.<br />

DERMATTERI (▶figura 116)<br />

Di dimensioni variabili (possono raggiungere anche i<br />

20 cm), corpo allungato e depresso, di colore poco<br />

vivace, con capo mobilissimo, provvisto di antenne<br />

moniliformi, occhi composti e apparato boccale<br />

masticatore. Le ali anteriori sono ridotte a elitre (ali<br />

chitinizzate inadatte al volo, che ricoprono le ali<br />

posteriori). Nell’addome sono dotati di due robuste<br />

pinze usate come organi di difesa o di presa durante<br />

l’accoppiamento. Sono diffusi nelle regioni tropicali,<br />

ma comprendono anche le cosmopolite forbicine.<br />

Figura 113. Blattoidei.<br />

I Blattoidei hanno il corpo appiattito dorsoventralmente.<br />

MANTOIDEI (▶figura 114)<br />

Hanno il protorace allungato, ali anteriori coriacee,<br />

apparato boccale masticatore, arti anteriori raptatori,<br />

adatti alla cattura della preda. Sono predatori e si<br />

nutrono di insetti e ragni. Sono diffusi soprattutto nei<br />

paesi caldi, spesso si mimetizzano. Vi appartengono<br />

le mantidi.<br />

Figura 116. Dermatteri.<br />

I Dermatteri possiedono due robuste pinze nell’addome.


ISOTTERI (▶figura 117)<br />

Includono le termiti o formiche bianche, diffuse in<br />

prevalenza nelle regioni tropicali o subtropicali.<br />

Misurano da pochi millimetri a 10-14 cm (le regine,<br />

che presentano un enorme addome pieno di uova.<br />

Hanno un capo con antenne moniliformi, con o senza<br />

occhi, apparato boccale di tipo masticatore. Vivono in<br />

società composte da caste riproduttive e caste sterili,<br />

quelle operaie e soldati con individui di ambo i sessi,<br />

con occhi scarsamente o per nulla sviluppati, senza<br />

ali, con gonadi regredite o mancanti. Costruiscono<br />

nidi che possono raggiungere alcuni metri di altezza.<br />

cicale, le sputacchine (le cui ninfe vivono in ammassi<br />

spumosi, prodotti soffiando aria nella linfa digerita) e<br />

le cocciniglie utili per la produzione di lacche e<br />

coloranti.<br />

Figura 117. Isotteri.<br />

Gli Isotteri sono insetti sociali.<br />

EMITTERI (▶figura 118)<br />

Le ali anteriori di questi animali sono emielitre, cioè<br />

sclerifìcate verso l'attaccatura del corpo e<br />

membranose nella parte distale. Alcune specie<br />

hanno organi stridulanti e molte sono litofaghe. Le<br />

specie zoofaghe trasmettono, con il loro morso,<br />

agenti di molte malattie. Tra gli emitteri sono<br />

comprese le cimici e alcune specie acquatiche come i<br />

gerridi e le idrometre che, grazie alla particolare<br />

struttura delle zampe, riescono a spostarsi sull'acqua<br />

sfruttando la sua tensione superficiale.<br />

Figura 119. Omotteri.<br />

Gli Omotteri hanno le ali uguali e membranose o leggermente<br />

sclerificate.<br />

MALLOFAGI (▶figura 120)<br />

Sono detti comunemente “pidocchi pollini” e vivono sul<br />

corpo di uccelli e mammiferi provocando talvolta gravi<br />

irritazioni cutanee. Sono privi di ali e di occhi e<br />

l'apparato boccale è masticatore. Possono<br />

trasmettere malattie agli animali.<br />

Figura 120. Mallofagi.<br />

I Mallofagi, sono parassiti di uccelli e mammiferi.<br />

FTIRATTERI (ANOPLURI) (▶figura 121)<br />

Figura 118. Emtteri.<br />

Gli Emitteri hanno le ali anteriori trasformate in emielitre.<br />

Noti come pidocchi, hanno corpo piccolo e appiattito<br />

dorsoventralmente, con esoscheletro poco<br />

consistente di colore biancastro. L'apparato boccale<br />

è pungente e succhiante. I pidocchi umani (genere<br />

Pediculus) possono trasmettere gravi malattie, come<br />

la febbre ricorrente, alcune rickettsiosi ecc. Negli<br />

anopluri sono comprese anche le piattole.<br />

OMOTTERI (▶figura 119)<br />

Talvolta, a causa delle marcate somiglianze, vengono<br />

considerati assieme agli emitteri. Hanno peraltro ali<br />

tutte uguali, membranose o leggermente e<br />

uniformemente sclerifìcate. I loro occhi composti<br />

sono voluminosi. Il torace porta zampe<br />

deambulatorie talvolta molto ridotte (o assenti),<br />

talaltra trasformate per il salto. Hanno organi<br />

stridulanti, tra cui ben noto è quello delle cicale.<br />

Comprendono solo forme terrestri, delle quali<br />

alcune dannosissime per le piante; a questo<br />

proposito si possono citare alcune cocciniglie, i<br />

coccidi, la fillossera della vite, numerosi afidi, varie<br />

specie del genere Psylla, che infestano gli alberi da<br />

frutto; tra le specie innocue vanno annoverate le<br />

Figura 121. Anopluri.<br />

Gli Anopluri, sono parassiti atteri di mammiferi.


Altri ordini di insetti presentano invece metamorfosi<br />

completa. I più importanti sono:<br />

COLEOTTERI (▶figura 122)<br />

È l'ordine che raggruppa il più elevato numero di<br />

specie (oltre 300.000). Le loro ali anteriori sono<br />

trasformate in elitre, hanno antenne di forme assai<br />

varie, occhi più o meno sviluppati, apparato boccale<br />

generalmente masticatore, portato da un rostro. Il<br />

torace porta zampe di tipo ambulatorio o cursorio,<br />

modificate anche per scavare il terreno, nuotare<br />

ecc. Presentano fenomeni di dimorfismo sessuale,<br />

evidenti ad esempio nel cervo volante, in cui solo nei<br />

maschi le mandibole sono trasformate in enormi<br />

corna, o nelle lucciole (il maschio è più piccolo).<br />

Possono vivere liberamente o essere parassiti di<br />

piante e animali. Tra i coleotteri possiamo citare<br />

anche lo scarabeo, il maggiolino e la coccinella.<br />

anteriori e le posteriori possono collegarsi mediante<br />

uncini durante il volo. In alcune specie e presente<br />

un organo pungente connesso con ghiandole<br />

velenose. Spesso presentano notevole dimorfismo<br />

sessuale. Nelle api e nelle vespe, le femmine sono<br />

diploidi (2n) mentre i maschi sono aploidi (n) e<br />

vengono prodotti per partenogenesi. Le femmine<br />

per meiosi producono uova aploidi (n) le quali, se<br />

non vengono fecondate, danno origine a maschi (n).<br />

Questi producono spermatozoi (n) mitoticamente e<br />

se fecondano le cellule uovo (n), si originano<br />

femmine (2n).<br />

Figura 124. Imenotteri.<br />

Gli Imenotteri hanno le ali simili, membranose, con poche<br />

nervature.<br />

DITTERI (▶figura 125)<br />

Figura 122. Coleotteri.<br />

I Coleotteri hanno le ali anteriori trasformate in elitre.<br />

NEUROTTERI (▶figura 123)<br />

Presentano il corpo molle e due paia di ali simili che<br />

quando sono a riposo, sono tenute a tetto sopra<br />

l’addome. Le larve hanno zampe ben sviluppate e gli<br />

adulti hanno apparato boccale pungente e<br />

masticatore.<br />

Comprendono i formicaleone e forme simili.<br />

Di dimensioni variabili, sono caratterizzati da due sole<br />

ali funzionanti e dalla trasformazione delle altre due<br />

in organi di equilibrio detti bilancieri. Comprendono<br />

mosche, zanzare, tafani e pappataci.<br />

Possono essere vettori di pericolosi agenti patogeni,<br />

trasmettono la malaria, la malattia del sonno, il tifo,<br />

varie leishmaniosi. Annoverano anche numerosi<br />

parassiti delle piante. Hanno capo sferico o emisferico<br />

con occhi composti ben sviluppati, antenne modeste,<br />

apparato boccale lambente, perforante, succhiante.<br />

Le tre paia di zampe terminano con unghie e hanno<br />

funzione ambulatoria, cursoria ecc. Le larve sono<br />

simili a vermi bianchi e vivono in ambienti molto<br />

diversi, libere o parassite. Ai ditteri appartengono<br />

anche i moscerini tra i quali, la famosissima<br />

Drosophyla melanogaster che è stata utilizzata in<br />

esperimenti di incrocio dai genetisti all’inizio del<br />

novecento. Essa ha permesso di chiarire vari<br />

fenomeni genetici e di formulare la teoria<br />

cromosomica dell’ereditarietà.<br />

Figura 123. Neurotteri.<br />

I Neurotteri hanno le ali grandi, membranose, uguali tra loro.<br />

IMENOTTERI (▶figura 124)<br />

Comprendono le api, le vespe e le formiche.<br />

Hanno capo con occhi composti, antenne di forme<br />

diverse e lunghe, apparato boccale variamente<br />

specializzato. Le quattro ali sono membranose e le<br />

Figura 125. Ditteri.<br />

I Ditteri hanno le ali posteriori trasformate in bilancieri.


LEPIDOTTERI (▶figura 126)<br />

Comprendono forme ben note come farfalle e falene. Il<br />

loro capo porta antenne di varia forma, occhi ben<br />

sviluppati, apparato boccale succhiante con una<br />

caratteristica proboscide, detta spiritromba, per<br />

succhiare il nettare. Le zampe sono sottili e coperte<br />

di peli, le ali, generalmente grandi, sono ricoperte di<br />

squame embricate e loricate molto colorate. Le larve<br />

sono provviste di ghiandole che producono la seta con<br />

la quale viene tessuto il bozzolo in cui i bruchi si<br />

chiudono trasformandosi in pupe e crisalidi. Da queste<br />

si forma l'insetto adulto. Vivono praticamente in ogni<br />

regione della Terra, tranne che nelle zone<br />

antartiche. Molte delle larve sono dannosissime: le<br />

tarme o tignole della stoffa di lana e delle pelli, le<br />

processionarie, che causano gravissimi danni<br />

soprattutto alle foreste di conifere, e molte altre.<br />

Lepidottero, utile per la produzione della seta, è il<br />

baco da seta, Bombyx mori.<br />

Figura 126. Lepidotteri.<br />

I Lepidotteri hanno le ali ricoperte di squame embricate..<br />

Alcuni neotteri manifestano un comportamento<br />

sociale particolarmente elaborato (termiti, api, vespe,<br />

formiche). Altri sono invece parassiti (pidocchi, pulci), e<br />

sebbene discendano da insetti alati, hanno perduto<br />

totalmente la capacità di volare.<br />

Le ragioni del successo evolutivo<br />

degli Insetti.<br />

Quali sono le ragioni della straordinaria varietà degli insetti?<br />

Essi sono probabilmente derivati da progenitori paragonabili<br />

per aspetto ai centopiedi e risalenti al periodo Devoniano, più<br />

di 350 milioni di anni fa. Ciò ha probabilmente conferito agli<br />

insetti il vantaggio di poter colonizzare le primordiali foreste<br />

e gli altri biotopi di terraferma. Nel Carbonifero una grande<br />

varietà di insetti già popolava gli ambienti terrestri, e gli<br />

insetti alati, che avevano già fatto la loro comparsa, erano gli<br />

unici animali in grado di volare. Gli ambienti terrestri<br />

colonizzati dagli insetti equivalevano in pratica a un nuovo<br />

pianeta, comparabile dimensionalmente, e addirittura<br />

superiore per complessità, all'ambiente marino. A<br />

differenza di quest'ultimo, tuttavia, i nuovi ambienti terrestri<br />

ospitavano un numero assai limitato di competitori. Non<br />

sorprende dunque che gli insetti abbiano avuto uno<br />

straordinario successo evolutivo e siano diventati il gruppo<br />

animale più numeroso.<br />

SIFONATTERI (▶figura 127)<br />

Vi sono incluse le pulci. Hanno corpo piccolo, privo di<br />

ali e con esoscheletro consistente, testa con antenne<br />

brevi e apparato boccale pungente e succhiante,<br />

torace con zampe posteriori atte al salto. Sono<br />

ematofagi e si nutrono del sangue dei vertebrati<br />

omeotermi. Tra le specie più comuni vi è Pulex<br />

irritans, mentre la Xenopsylla cheopis trasmette la<br />

Yersinia pestis, batterio Gram negativo che è<br />

l’agente causale della peste bubbonica.<br />

Figura 127. Sifonatteri.<br />

I Sifonatteri sono ectoparassiti ematofagi.


I miriapodi comprendono<br />

centopiedi e millepiedi.<br />

I miriapodi comprendono i centopiedi e i millepiedi:<br />

questi animali presentano il corpo suddiviso in due<br />

Le parole<br />

Miriapode deriva dal greco myriás, «diecimila», e póuspodós,<br />

«piede». Quindi i «diecimila piedi» comprendono<br />

i millepiedi e i centopiedi. È impreciso, ma rende<br />

comunque l’idea!<br />

parti: il capo e il tronco (che corrisponde all’insieme<br />

torace + addome). Il capo è ben riconoscibile e come<br />

quello degli insetti presenta un paio di antenne, il<br />

tronco è allungato, flessibile e segmentato, e su di esso<br />

si inseriscono numerose coppie di zampe.<br />

Sono state descritte oltre 3000 specie di centopiedi e<br />

11000 di millepiedi, sebbene esistano probabilmente<br />

molte altre specie tuttora ignote.<br />

I centopiedi, provvisti di una coppia di appendici su<br />

ogni segmento corporeo, predano insetti e altri piccoli<br />

animali; ne sono esempi le scolopendre (▶figura 128).<br />

Figura 128. Un centopiedi.<br />

I centopiedi possiedono robuste mascelle per catturare le prede<br />

e una coppia di zampe su ogni segmento corporeo.<br />

Nei millepiedi, invece, due segmenti adiacenti sono<br />

reciprocamente fusi, cosicché ogni segmento che ne<br />

risulta possiede in realtà due coppie di appendici;<br />

questi artropodi si nutrono di materiale vegetale<br />

(▶figura 129).<br />

Figura 129. I miriapodi<br />

I millepiedi, come questo esemplare di Sigmoria trimaculata,<br />

sono spazzini e si nutrono di materiale vegetale, possiedono<br />

mascelle e zampe più piccole. Ogni segmento corporeo è<br />

provvisto di due paia di zampe.

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