L'AMBIENTE - Comune di Livorno

COMUNE DI LIVORNO
INDAGINE CONOSCITIVA PER L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI
REVISIONE DEL PIANO STRUTTURALE
L’AMBIENTE
A cura dell’Unità Organizzativa Ambiente

Indice
1. CONTESTO DELLA PROGRAMMAZIONE
1.1 Il Piano d’indirizzo territoriale (PIT) della Regione Toscana
1.2 Il Piano di Azione ambientale (PRAA) della Regione Toscana
1.3 Il Piano di Indirizzo energetico (PIER) della Regione Toscana
1.4 Il Piano territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia
1.5 I Piani Regionale e Provinciale in materia di Rifiuti
1.6 Il Piano Strutturale del Comune di Livorno
2. QUADRO CONOSCITIVO PER AREE TEMATICHE
2.1 Matrice Aria
2.1.1 Qualità dell’aria ambiente
2.1.2 Inquinamento acustico
2.1.3 Inquinamento elettromagnetico
2.2 Matrice Acqua
2.2.1 Acque superficiali e marine
2.2.2 Rischio idraulico
2.3 Matrice Suolo e sottosuolo
2.3.1 Bonifiche dei siti inquinati
2.3.2 Attività estrattive
2.3.3 Indagini geologiche e sismiche
2.4 Gestione dei rifiuti
2.5 Energia
2.6 Biodiversità ed Aree Protette e di pregio
2.6.1 Aree protette
2.6.2 L’apparato costiero
2.7 Sostenibilità ambientale
3. STRUMENTI
3.1 Integrazione
3.2 Strumenti di governance
3.3 Strumenti normativi
3.4 Strumenti conoscitivi

3.5 Strumenti volontari
3.6 Valutazione ambientale
3.7 Comunicazione ed Informazione
3.8
3.8 Educazione ambientale e consumo sostenibile
4. Interventi attuati per aree tematiche
4.1 Matrice Aria
4.1.1 Qualità dell’aria ambiente
4.1.2 Inquinamento acustico
4.1.3 Inquinamento elettromagnetico
4.2 Matrice Acqua
4.2.1 Scarichi di acque reflue domestiche e/o assimilate in ambiente
4.2.2 Manutenzione Rii e Botri
4.2.3 Acque di balneazione
4.2.4 Rischio idraulico
4.3 Matrice Suolo e sottosuolo
4.3.1 Bonifiche dei siti inquinati
4.3.2 Attività estrattive
4.3.3 Vincolo Idrogeologico
4.4 Gestione dei rifiuti
4.5 Energia
4.6 Biodiversità ed Aree Protette e di pregio
4.6.1 Aree protette
4.6.2 L’apparato costiero
4.7 Rischio industriale
5. Obiettivi generali
5.1 Cambiamenti climatici
5.2 Natura, biodiversità e difesa del suolo
5.3 Ambiente e salute
5.4 Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti
6. Obiettivi di priorità ambientale
6.1 Sviluppo sostenibile del comparto portuale-industriale
6.2 L’ambiente urbano in visione di ecosistema
6.3 La vulnerabilità del territorio
6.4 Le aree protette e l’apparato costiero

1. CONTESTO DELLA PROGRAMMAZIONE
1.1 Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana (PIT)
Il Piano di Indirizzo Territoriale della Toscana è stato approvato dal Consiglio Regionale il
24 luglio 2007 con delibera n.72. Ai sensi dell’art. 17 della legge regionale 1/2005, l'avviso
relativo all'approvazione del PIT è stato pubblicato sul BURT n. 42 del 17 ottobre 2007 e
quindi da questa data il piano ha acquistato efficacia.
I quadri analitici di riferimento si compongono di tre grandi aggregati:
1. la lettura dei principali sistemi di risorse che descrivono la “struttura” del territorio
toscano;
2. la valutazione dei piani e dei programmi regionali e nazionali che, attraverso i vari
settori in cui è suddivisa la “macchina” amministrativa pubblica, interessano a diverso
titolo e con diversa profondità il territorio stesso;
3. l’insieme del patrimonio paesaggistico, con l’identificazione dei territori caratterizzanti
lo spazio regionale.
Il primo quadro analitico di riferimento raccoglie i fenomeni che stanno investendo le aree
urbane; il secondo quadro analitico di riferimento raccoglie i fenomeni connessi al turismo
e al patrimonio culturale, considerate entrambe come una risorsa economica rilevante per
la Toscana. Esso raggruppa numerosi temi, soprattutto quelli relativi alla accessibilità e
fruizione, alla distribuzione del fenomeno sul territorio, nonché alla tutela e valorizzazione
del patrimonio culturale e ambientale presente.
Il terzo quadro analitico di riferimento raccoglie il fenomeno connesso alle trasformazioni
del sistema agro-rurale regionale, con particolare riferimento alle trasformazioni del
territorio aperto. Il quarto quadro analitico di riferimento raccoglie i principali fenomeni
connessi alle condizioni ambientali del territorio regionale.
La struttura del PIT, in estrema sintesi, è articolata in base ad alcuni elementi
fondamentali che sono riportati nella tabella seguente.

Metaobiettivi Obiettivi specifici conseguenti Sistemi funzionali
Integrare e qualificare la
“città policentrica” toscana
Sviluppare e consolidare la
presenza industriale in
Toscana
Conservare il valore del
patrimonio territoriale in
Toscana
Potenziare l’accoglienza della
città toscana mediante moderne
dinamiche modalità dell’offerta di
residenza urbana;
Dotare la città toscana della
capacità di offrire accoglienza
organizzata e di qualità per l’alta
formazione e la ricerca;
Sviluppare la mobilità intra e
interregionale;
Sostenere la creatività come
qualità della e nella “città
toscana”;
Attivare la “città toscana” come
modalità di governance integrata
su scala regionale.
Tutelare il valore del patrimonio
collinare della Toscana;
Tutelare il valore del patrimonio
costiero della Toscana
La
Toscana
dell’attrazione e
dell’accoglienza
La Toscana delle reti
La Toscana della qualità
e della conoscenza
La Toscana della
coesione sociale e
territoriale
I metaobiettivi sono le opzioni di una Regione che costruisce il suo sviluppo attorno ad
un’attenta combinazione di scelte discriminanti, di convinzioni e responsabilità etiche. Essi
hanno una duplice valenza, statutaria e strategica, cioè normativa e propositiva. Indicano,
cosa e quando “si può” fare nel por mano alle risorse del territorio, in funzione dei beni e
dei valori che quel patrimonio racchiude in atto o in potenza. E indicano “come” la
Regione, mediante il “patto” insito in questo PIT, auspica lo si faccia.
I sistemi funzionali, rappresentano l’elemento di passaggio tra la rappresentazione
strutturale e le strategie. Sono concepiti come filiere di funzioni ai fini dell’orientamento
delle strategie di sviluppo in attuazione degli obiettivi del PRS (Piano Regionale di
Sviluppo).

1.2 Piano di Azione Ambientale della Regione Toscana 2007-2010
Il PRAA 2007 è stato approvato dal Consiglio Regionale della Toscana con Deliberazione n.
32 del 14 marzo 2007 (pubblicata sul BURT n. 19 del 9 maggio 2007, Suppl. Parte II n.
57).
Il PRAA si fonda sulla definizione di ambiente come sistema complesso, come un interagire
continuo di matrici ambientali che si influenzano non solo l’una sull’altra, ma che
producono effetti anche sulle altre componenti economiche e sociali. Ecco perché il
principio di integrazione è alla base del PRAA che, quindi supera la logica dei Piani di
Settore per porsi su di un livello più alto, su di un piano di coordinamento ed indirizzo a cui
spetta definire obiettivi e strategie.
Punti di forza e punti di debolezza tra gli effetti ambientali significativi del P.R.AA
2007-2010
Punti di debolezza (Fattori di Punti di Forza
criticità)
Riduzione di emissione di CO2
Incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili
Salvaguardia del rischio idrogeologico
Salvaguardia delle specie in via di estinzione o
minacciate
Riduzione emissioni atmosferica per tipologia di
inquinante
Riduzione dell’inquinamento acustico
Riduzione della dinamica delle aree artificiali
Recupero superfici abbandonate o marginalizzate
Riduzione della produzione totale di rifiuti e la %
conferita in discarica e migliorare il sistema di raccolta
aumentando il recupero ed il ciclico
Tutelare la qualità delle acque interne e costiere e
promuovere un uso sostenibile della risorsa idrica
Prevenire e ridurre il rischio idrogeologico e riduzione
dell’erosione costiera
Dare impulso alla realizzazione degli interventi di
bonifica dei siti inquinati e ripristinare le aree
minerarie dimesse
Promozione dell’edilizia sostenibile

Fattori di potenziale incertezza
Punti di forza minori
Definizione dei criteri ottimali per la
localizzazione delle fonti energetiche
Interventi di manutenzione del reticolo
idrografico
Completamento dell’impiantistica per
la gestione dei rifiuti
Estensione delle reti e degli impianti di
fognatura e depurazione
Diminuzione del carico organico
Riduzione del consumo idrico
Incrementare la produzione di energia da fonti
rinnovabili
Favorire ed implementare il recupero del patrimonio
edilizio esistente
Ridurre il grado di accadimento di incidente rilevante
nel settore industriale
Migliorare la qualità dell’aria urbana mediante ecoincentivi
per la mobilità sostenibile, il car sharing, la
promozione del trasporto merci con mezzi elettrici e
del TPL
Riduzione dell’esposizione alla popolazione al gas
radioattivo radon negli ambienti di vita
Ridurre i consumi di energia elettrica nel settore
dell’illuminazione pubblica
Riduzione del consumo energetico degli edifici
Ottimizzare l’utilizzo dell’energia geotermica
Migliorare la gestione dei siti della rete ecologica
regionale e delle aree protette, conservare la
biodiversità terrestre e marina
Migliorare il controllo ed il rilevamento della qualità
dell’aria anche mediante lo sviluppo delle reti di
rilevamento e di un centro di controllo ed uno di
modellistica
Realizzare un sistema di base-dati territoriali ed
ambientali per definizione e gestione piani e azioni
ambientali e territoriali per regione, province, comuni
ed altri enti
I diversi profili evolutivi che caratterizzano la Regione Toscana (settoriali e territoriali) sono
alla base della dinamica delle pressioni del sistema socioeconomico sull’ambiente. Se si
assume infatti che le “tecniche di inquinamento” dei soggetti economici (famiglie, imprese,
istituzioni) si evolvano come accaduto negli ultimi decenni, determinando in alcuni casi dei
miglioramenti di eco-efficienza, è possibile disegnare quali possibili pressioni
accompagneranno il comportamento di produzione e consumo dei soggetti nel prossimo
futuro.
1.3 Il Piano di Indirizzo Energetico (PIER) della Regione Toscana
Il PIER 2008 è stato approvato dal Consiglio Regionale della Toscana con Deliberazione n.
47 dell’8 luglio 2008 (pubblicata sul BURT n. 30 del 23 luglio 2008). La strategia del Piano
di Indirizzo Energetico Regionale è rivolta, nell’ottica diffusa di orientamento alla
sostenibilità, a favorire e promuovere l’uso di energia proveniente da fonti rinnovabili, la

loro integrazione con le attività produttive, economiche e urbane e la migliore integrazione
delle strutture energetiche con il territorio.
Questa strategia viene perseguita attraverso tre obbiettivi generali che il PIER:
la sostenibilità;
la sicurezza;
l’efficienza energetica.
Tali obbiettivi vengono declinati attraverso sette obbiettivi specifici ed attraverso azioni
volte a conseguire tali obbiettivi. Di seguito vengono riportate due tabelle contenenti gli
obbiettivi generali e specifici e le azioni previste dal piano.
Obiettivi generali
1. Sostenibilità
2. Sicurezza
3. Efficienza
Obiettivi specifici
1. Ridurre del 20% i gas serra nel
2020
2. Obiettivo al 2020: 20%
dell’energia prodotta mediante
l’impiego di FER ed incremento
dell’efficienza energetica
3. Sviluppare la ricerca nel settore
delle FER
4. Diversificare
l’approvvigionamento di gas
metano
5. Riconvertire gli impianti
maggiormente inquinanti
6. Migliorare il rendimento
energetico degli edifici civili e degli
impianti
Azioni
Contributo delle FER e dell’efficienza energetica al
raggiungimento dell’obiettivo
1. Favorire lo sviluppo di eolico e mini eolico
2. Favorire lo sviluppo del fotovoltaico
3. Favorire lo sviluppo della risorsa geotermica
4. Favorire lo sviluppo dell’idroelettrico
5. Favorire lo sviluppo del solare termico
6. Favorire la diffusione delle sonde geotermiche e di
altre tecnologie per la produzione di calore
7. Favorire l’impiego di biomasse agricole e forestali
8. Favorire la cogenerazione del gas metano
9. Favorire lo sviluppo di biodiesel e bioetanolo
10. Promuovere la cooperazione tra utenti (cittadini,
imprese ed enti pubblici) per la produzione di
energia finalizzata all’autoconsumo, con possibilità
di commercializzazione delle eccedenze, ciò con
particolare riferimento alle fonti rinnovabili
Favorire attività di ricerca di base e di ricerca applicata
Realizzazione di un rigassificatore e collegamento del
metanodotto algerino con le coste della Toscana (e
metanizzazione dell’Isola d’Elba)
Perseguire la riconversione delle centrali Enel di Livorno
e Piombino da olio a gas metano
1. Favorire i processi di riqualificazione energetica
degli edifici
2. Favorire il risparmio enegetico negli impianti di
pubblica illuminazione e fissare i parametri di tutela
dall’inquinamento luminoso
3. Favorire processi di riqualificazione energetica delle

7. Partecipazione e tutela dei
consumatori
strutture produttive, commerciali e di servizio
4. Favorire il recupero di energia da rifiuti
1. Favorire il coinvolgimento del pubblico
2. Favorire la tutela del consumatore
3. Favorire la diffusione di una cultura del risparmio
4. Promuovere la cooperazione tra utenti per l’acquisto
di energia e servizi energetici
1.4 Il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) - Provincia di
Livorno
Il Consiglio Provinciale, con delibera n. 220 del 21.12.2006, ha approvato l'avvio del
procedimento di formazione del PTC. L’adozione del Piano Territoriale di Coordinamento
segue un percorso che consente ai cittadini, singoli o associati, e a chiunque abbia
interesse di essere protagonista delle decisioni.
La Legge Regionale 1 del 3 gennaio 2005 prescrive che sia messo a disposizione di
chiunque il complesso dei documenti del PTC e che chiunque possa intervenire con
segnalazioni, proposte, contributi prima della sua adozione.
Il Consiglio Provinciale ha adottato il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento della
Provincia di Livorno con deliberazione n. 231 dell’11 dicembre 2008. Dell’adozione si è
pubblicato l’avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 54 del 24 dicembre
2008, così come prescritto dalla legge regionale 1 del 2005.
In linea generale, il PTC, si pone come compito sostanziale quello di individuare, con
adeguato livello di conoscenza, i possibili effetti significativi sull' ambiente, e le
interrelazioni tra i fattori su di esso incidenti, individuando i seguenti obbiettivi generali:
- la tutela, la valorizzazione e la gestione sostenibile delle risorse territoriali ed ambientali
quali fattori fondamentali per la promozione ed il sostegno delle potenzialità e delle
tendenze locali allo sviluppo;
- lo sviluppo di un sistema di città equilibrato e policentrico, promuovendo la massima
integrazione funzionale e sinergica tra i diversi territori della provincia;
- lo sviluppo delle potenzialità dei territori collinari, della fascia costiera e delle aree
agricole nel rispetto delle esigenze di tutela ambientale ad esse peculiari;

- la crescita di competitività del sistema produttivo provinciale coniugando all’impresa
l’accessibilità alla ricerca e all’innovazione, alla logistica e alla infrastrutturazione.
- la crescita del territorio provinciale come luogo di accoglienza, di coesione ed
integrazione sociale e di nuove opportunità per le comunità ed i cittadini che vi
risiedono e che la frequentano, di effettiva affermazione delle pari opportunità;
- la promozione di un diffuso e stabile livello di qualità della vita urbana e rurale
finalizzato ad assicurare la migliore accessibilità ai beni e servizi pubblici e di interesse
pubblico, creare sinergie fra le diverse componenti, sostanziare i principi del
decentramento, della innovazione e dell’efficacia amministrativa, della partecipazione,
dei diritti alla scelta dei tempi di vita, della coesione e dell’interazione sociale, etnica e
culturale;
- un adeguato livello sicurezza delle persone e dei beni rispetto ai fattori di rischio
connessi all’utilizzazione del territorio;
- l’assunzione del paesaggio come valore fondativo, culturale ed attivo, prima ancora che
vincolistico, su cui basare i principi e degli obiettivi generali di qualità territoriale e da
assumere come cardine condiviso dalle comunità locali e dalla Provincia di Livorno per
il coordinamento territoriale dell’attività di pianificazione e di gestione del territorio;
- una qualità insediativa ed edilizia, opportunamente differenziata nei diversi ambiti
territoriali, che garantisca la salvaguardia dell’ambiente naturale, la riduzione dei
consumi energetici, la sanità ed il benessere dei fruitori, l’eliminazione delle barriere
architettoniche, il diritto all’autodeterminazione delle scelte di vita.
1.5 I Piani Regionale e provinciale in materia di rifiuti
1.5.1 Quadro di riferimento della Regione Toscana in materia di rifiuti urbani
E’ stata pioniera della differenziata e della programmazione. Ora rischia di perdere il
controllo di quello che viene definito un “sistema di gestione integrato”.Gli ultimi dati
disponibili per fotografare la situazione dei rifiuti urbani in Toscana, verificabili nei recenti
rapporti di ARRR e ARPAT, evidenziano una situazione indubbiamente paradossale.
In Toscana si producono ogni anno 9,85 milioni di tonnellate di rifiuti, il 26% dei quali
sono urbani. Per trattare questi ultimi rifiuti sono in funzione 54 impianti, cioè 22
discariche, 8 termovalorizzatori, 13 impianti di selezione e trattamento, 11 di
compostaggio. L’industria regionale dei rifiuti può contare su 4.000 addetti, 50 aziende di
gestione e un fatturato di 462 milioni di Euro. I dati del 2006 ci dicono che ogni cittadino

Toscano produce 703 Kg/abitante/anno di rifiuti urbani, pari ad una produzione
complessiva di 2.562.000 tonnellate.
La Toscana risulta essere una delle regioni con la più alta produzione pro-capite dei rifiuti
urbani, anche per l’effetto dell’assimilazione che in molte città drena verso il circuito
pubblico i rifiuti speciali prodotti da utenze non domestiche. Non il solo: ospita notevoli
flussi turistici oltre 40 milioni di presenze l’anno. I rifiuti che vengono avviati alla
termovalorizzazione sono ancora il 12% (stessa percentuale da quasi 10 anni).
La raccolta differenziata è attestata al 33,4% di media regionale, un risultato buono (su
scala nazionale lo scorso anno era il sesto miglior dato ed uno dei sette sopra il 30%) ma
stabile dal 2004 ad oggi.
Grazie alla differenziata la percentuale di rifiuti destinata a finire in discarica è scesa
dall’84% del 1998 all’attuale 63%, un dato comunque molto elevato che si traduce ogni
anno in circa 1 milione e 400 mila tonnellate di rifiuti urbani cui si sommano altre 900 mila
tonnellate di speciali, per un totale complessivo di 2 milioni e 300 mila tonnellate di
fabbisogno annuale di discarica.
Si prevede che le discariche della Toscana si esauriranno tra il 2010 e il 2011 e questa
previsione vede coinvolto Peccioli (Pisa), Rosignano (Livorno) e Terranova (Arezzo), i tre
principali impianti su cui poggia lo smaltimento regionale dei rifiuti urbani. I numeri, sopra
riportati, risultano essere importanti e impongono una attenzione nel valutare le dinamiche
legate al sistema dei rifiuti.
Non possiamo permetterci di rimanere legati ad una architettura densa di ideologismi.
Diversamente dobbiamo favorire quegli strumenti che possano favorire percorsi chiari e
condivisi. Nei prossimi anni dovranno essere raggiunti i seguenti traguardi:
riduzione della produzione del 15%;
ridurre i conferimenti in discarica del 20%;
aumentare la quota dei rifiuti avviata ai termovalorizzatori, dagli attuali 950
tonnellate/giorno a 2.400-3.000 tonnellate/giorno, realizzando gli impianti gia
previsti;
Il Piano Regionale di Azione Ambientale fissa l’obbiettivo di raccolta differenziata al 55% al
2010. Per fare questo assegna, dal 2008 al 2010, 15 milioni di Euro a l’ATO sud (Siena,
Grosseto e Arezzo) e a l’ATO costa (Massa-Carrara, Lucca, Pisa, Livorno) che si vanno ad
aggiungere agli 8 milioni di Euro previsti per l’ATO centro (Firenze, Prato e Pistoia).

Finanze da impegnare per la raccolta differenziata e per favorire la riduzione della
produzione dei rifiuti.
La Regione Toscana ha inoltre approvato le linee guida sugli inceneritori rivolte ai gestori e
agli enti locali.
L’obiettivo è quello di garantire, da una parte, controlli stringenti e uniformi sull’intero ciclo
della termo-combustione in collaborazione con le aziende di gestione e, dall’altra, di
garantire ai cittadini informazioni certe, tempestive e continue.
Per fare questo ha elaborato 4 punti fermi a cui i gestori dovranno richiamarsi:
- verificare attentamente i rifiuti in ingresso negli impianti di incenerimento;
- monitorare in continuo l’intero ciclo di gestione potenziando gli autocontrolli
(temperatura, fumi, qualità e efficienza dei reagenti e degli abbattimenti degli
inquinanti;
- adottare manuali di gestione per ciascun impianto e attenersi scrupolosamente a
questi;
- informare in maniera costante e tempestiva i cittadini sulla qualità delle emissioni;
L’introduzione della nuova legge Regionale n°61 del 22.11.2007 ha ridisegnato il sistema
di gestione del ciclo dei rifiuti. In Toscana il numero degli ATO è passato dal numero di 10
al numero di 3.
Questa legge di riorganizzazione dei servizi pubblici ha introdotto una razionalizzazione
dell’intero processo, definendo un cronoprogramma preciso.
Si è innescato un processo di aggregazione (per ora solo sulla carta) finalizzato alla
realizzazione di nuovi piani industriali di ambito e demandando alle nuove comunità di
ambito il compito di fare le gare per l’affidamento del servizio (unico gestore per ciascuno
ATO) laddove non sia possibile confermare i gestori esistenti.
In questo nuovo quadro legislativo, serve ancora di più individuare e rafforzare un modello
con il quale avviene il controllo dei soggetti gestori, l’introduzione di un sistema tariffario
equo e trasparente che rispetti le esigenze delle fasce più deboli dei cittadini e che
garantisca la professionalità dei lavoratori.
Il tutto entro una strategia di rafforzamento della logica industriale del sistema, utile a
determinare migliori economie di scala e servizi più adeguati alle necessità ambientali e di
sviluppo dell’intero comparto produttivo.

Per quanto riguarda l’ATO Costa esso racchiude 111 amministrazioni locali e esistono al
momento 14 realtà che operano nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani, i prossimi mesi
ci diranno se saremo in grado di fare un salto di qualità nell’ottimizzazione di un sistema
integrato di gestione dei rifiuti urbani superando “individualismi” territoriali che hanno
condizionato le politiche di sviluppo dei nostri territori l’imitando la penetrazione delle
nostre aziende nel mercato nazionale così come è accaduto per le società del servizio
idrico, del gas ed dell’energia elettrica.
1.5.2 Quadro di riferimento della Provincia di Livorno in materia di rifiuti urbani
Il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani verrà sostituito nei prossimi mesi dal
Piano Interprovinciale; pochi giorni fa le quattro province di AATO Toscana Rifiuti hanno
affidato un incarico a due Società per effettuare il lavoro nel rispetto della legge Regionale
n°61 del 22.11.2007.
Attualmente il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Urbani ha un ruolo di pianificazione
e stabilisce la collocazione degli impianti in un’ottica di sistema di gestione integrato dei
rifiuti. Diversamente il Piano di Gestione dei Rifiuti Speciali è un piano di indirizzo e
fornisce indicazioni e istruzioni tecniche.
L’attuale Piano (approvato nel 2000 ed aggiornato nel 2004) risulta superato nei contenuti
in quanto programmava le attività fino al 2007. Nel periodo di vigenza è stato solo in parte
da disatteso per quanto riguarda la realizzazione di impianti; ad oggi infatti non sono stati
realizzati la III° linea del termovalorizzatore di Livorno ed il di gestore anaerobio di
Rosignano.
La proposta impiantistica contenuta rimane in linea generale ancora valida. Il Piano è stato
inoltre disatteso nelle indicazioni soprattutto per la raccolta differenziata,
conseguentemente i flussi programmati non hanno avuto riscontro. Per quanto sopra si
ritiene di far riferimento alla nuova programmazione che sarà completata nel periodo di un
anno e già può contare su studi preliminari e linee di orientamento ed indirizzo (si vada il
contenuto del Piano Straordinario predisposto dall’ATO Rifiuti per il periodo di transizione).

1.6 Il Piano Strutturale del Comune di Livorno (PS 1996)
Ai sensi della L. R. 3 Gennaio 2005, n.1 Il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune
di Livorno è composto da:
- Piano Strutturale
- Regolamento Urbanistico: Norme tecniche di attuazione del Regolamento
Urbanistico
Il Piano Strutturale è l’atto di pianificazione urbanistica che definisce le indicazioni
strategiche per il governo del territorio comunale, quali discendono dal P.T.C. Provinciale,
integrati con gli indirizzi di sviluppo espressi dalla comunità locale. Per un
approfondimento sul contenuto, gli indirizzi, i parametri, gli effetti si rimanda alla lettura
dell'art. 53 della L.R. 1/2005. Il Piano Strutturale del Comune di Livorno è stato adottato
seguendo la procedura prevista dall’art. 39 della L.R. n. 5/95. In data 30 settembre 1996 è
stato siglato l’Accordo di Pianificazione da parte del Presidente della Regione Toscana,
Presidente della Provincia e Sindaco del Comune di Livorno.Tale atto costituisce adozione
del Piano Strutturale; in relazione ad esso sono state presentate, nei termini di legge, n.
349 osservazioni. Alle osservazioni pervenute, l’Amministrazione ha controdedotto con il
secondo Accordo di Pianificazione firmato in data 5 Marzo 1997. Il Piano Strutturale è
stato approvato con Decreto del Presidente della Regione Toscana n. 145 del 21 Luglio
1996 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana n. 32 del 13 Agosto 1996.
Il quadro conoscitivo del sistema ambientale è illustrato in due volumi: il primo classifica il
territorio in aree tematiche (aree a rischio industriale, a rischio idraulico, aree protette, di
interesse archeologico, artistico, ecc.) per poi approfondire, su alcune aree, gli aspetti
geologici-ambientali., segue quindi, con un approccio allo sviluppo sostenibile, la
necessaria individuazione delle “invarianti” strutturali ( apparato costiero, zona umida,
zona collinare, cave dimesse).
Il secondo volume è dedicato alle carte tematiche ambientali: carta dell’uso del suolo,
carta geologica, carta del reticolato idrografico, carta geomorfologia. Lo stesso volume,
dopo un approfondimento geomorfologico, elenca i sistemi e subsistemi ambientali:
sistema delle cave e discariche, sistema alluvionale, sistema della fascia a terrazzi, sistema
delle coste, sistema collinare) per poi passare all’analisi dei sistemi territoriali definiti come
invarianti strutturali.

2. QUADRO CONOSCITIVO PER AREE TEMATICHE
Di seguito è stato predisposto uno screening sulle conoscenze e sugli studi per matrici
ambientali. Tutti i lavori sono disponibili, ma in grassetto sono stati segnalati studi di
particolare rilevanza che saranno allegati al lavoro definitivo.
2.1 MATRICE ARIA
2.1.1 QUALITÀ DELL’ARIA AMBIENTE
1. Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria –PRRM 2008-
2010 – Documento di sintesi, Regione Toscana, 2008;
2. Sintesi dei dati della qualità dell’aria della Provincia di Livorno, ARPAT Livorno,
2008;
3. Rapporti annuali sulla qualità dell’aria anni 2001-2007 (Il rapporto 2007
con elaborazione dei dati degli ultimi 5 anni), Comune di Livorno e ARPAT
Dipartimento provinciale di Livorno, 2001-2007;
4. Inventario comunale delle emissioni di inquinanti dell’aria nel Comune di Livorno,
ARPAT Livorno e TECHNE Consulting Roma, 2002;
5. PAC Piano di Azione Comunale per il contenimento dell’inquinamento atmosferico,
dott.ssa Barbara Saliva, 2007;
6. Ordinanze di divieto di circolazione al traffico ai fini del contenimento
dell’inquinamento atmosferico, 2004-2008, dott.ssa Barbara Saliva;
2.1.2 INQUINAMENTO ACUSTICO
1. Piano di Classificazione Acustica, Comune di Livorno, ARPAT Livorno e ASL 6
Livorno, 2004;
2. Carta dei Recettori sensibili, Comune di Livorno, 2004;
3. Piano di risanamento acustico I° FASE, Comune di Livorno, ARPAT Livorno e
ASL 6 Livorno 2006;

4. Piano di risanamento acustico II° FASE, Comune di Livorno, ARPAT Livorno e
ASL 6 Livorno 2007
2.1.3 INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
1. Carta degli elettrodotti e delle sorgenti a radiofrequenza, Dott. Michele
Danzi, 2008.
2.2 MATRICE ACQUA
2.2.1 Acque superficiali e marine
1. Ecosistema fluviale: Manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua di
competenza comunale, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli & Dott. Alessandro Ursi,
2007;
2. Progetto inquinamento acque – Inquadramento idrogeologico e stato ambientale
del Rio Maggiore, Servizio Civile 2004-2005, Coordinamento Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2005;
3. Alla ri-scoperta del Rio Maggiore – Università degli Studi di Firenze, Facoltà di
Architettura, Tesi di Laurea 2005-2006;
4. Carta dei Punti di prelievo delle acque marine ai fini della balneazione, Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli & Dott.ssa Gloria Canessa, 2000;
5. Esiti campionamento per la balneabilità delle acque, 2003-2008;
6. Documentazione per il conferimento della “Bandiera Blu”, 2006-2008, Dott.ssa
Glora Canessa
2.2.2 RISCHIO IDRAULICO
1. Studio idraulico del tratto terminale del Rio Ardenza, Prof. A Peruginelli, 1993
2. Indagine e progettazione per il riassetto idraulico di piccoli bacini imbriferi nell’area
di Quercianella Volumi I° e II°, Geoplan, 1996
3. Studio idraulico del Querciaio-Felciaio, Prof. Samuele Cavazza, 1996

4. Studio dei deflussi dei Rii Cigna e Cignolo in relazione alla Porta a Terra, Prof. Pier
Gino Megale,1997
5. Studio idraulico dei bacini Botro Molino Nuovo e Rio Vallecorsa, Prof. Alessandro
Peruginelli, 1997
6. Studio idraulico del Botro Banditella – Loc. Montenero, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
7. Studio idraulico del bacino del Rio Cigna, Prof. Stefano Pagliara, 2002
8. Studio idraulico del bacino del Rio Maroccone, Ing. Della Casa - Provincia di Livorno,
2003
9. Studio idraulico per il miglioramento dell’assetto del tratto terminale del Torrente
Ugione, Prof. Stefano Pagliara, 2004;
10. Carte della pericolosità del Piano di Assetto Idrogeologico, 2004;
11. Studio idraulico del bacino del Rio Maggiore ed ottimizzazione delle opere di messa
in sicurezza, Prof. Stefano Pagliara, 2004-2008
12. Studio idraulico del Rio Ardenza, Prof. Stefano Pagliara, 2005
13. Studio idraulico dei tratti terminali dei fossi cateratti in parallelo con lo Scolmatore
d’Arno, Prof. Stefano Pagliara, 2006
2.3 MATRICE SUOLO E SOTTOSUOLO
2.3.1 BONIFICHE DEI SITI INQUINATI
1. Sito di Interesse nazionale – Piano di caratterizzazione. Carta delle
proprietà catastali, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2004;
2. Urban Italia: Piano di caratterizzazione Parco Urbano di Corea, Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, Dott. Michele Danzi, consulenza Studio Geologico Antonio
Ravanelli, 2005;
3. Studio idrogeologico generale dell’area SIN Sito di Interesse Nazionale di Livorno,
Comune di Livorno, Autorità Portuale di Livorno, Confindustria Livorno, consulenza
di Sintesis e Studio Geologico Antonio Rafanelli, 2006
2.3.2 ATTIVITÀ ESTRATTIVE

1. Piano Regionale Attività estrattive: Analisi territoriale delle attività
estrattive, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1997;
2. Planning operativo di un sistema che prevede il ripristino ambientale di
alcune aree di cava dismesse nel comune di Livorno in chiave di supporto
alle attività di bonifica e di smaltimento delle terre, Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2007;
3. Carta dei siti estrattivi e/o dismessi e Tabelle urbanistiche e di stato di avanzamento
lavori, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008;
4. Progetto di ripristino ambientale del sito ex estrattivo Poggio Corbolone Tiro a Volo
lato, Studio di Impatto Ambientale e Progetto Definitivo, Programma Atlante, 2002;
5. Progetto di ripristino ambientale del sito ex estrattivo Le Palazzine, Progetto
preliminare, Programma Atlante, 2004;
6. Progetto di ripristino ambientale del sito ex estrattivo Poggio Corbolone Tiro a Volo
retro, Progetto preliminare, Programma Atlante, 2004;
7. La cava di Calignaia: Analisi per un recupero Università degli Studi di Firenze,
Facoltà di Architettura, Tesi di Laurea 2000-2001;
8. Valutazione della suscettibilità al dissesto del territorio di Montenero – MASTER
DI.A.MAN.TE., 2006.
2.3.3 Indagini geologiche
2.3.3.1 GEOLOGIA A SUPPORTO DEGLI ATTI URBANISTICI
1. Piano particolareggiato Corea. Indagine di fattibilità geologica, Studio geotecnico
associato Michelucci & Tocchini, 1985
2. Variante generale al P.R.G. per l’edilizia residenziale. Indagine di fattibilità
geologica, Studio geotecnico associato Michelucci & Tocchini, 1985
3. Piano di recupero quartiere Sciangai. Indagine di fattibilità geologica, Studio
geotecnico associato Michelucci & Tocchini, 1987
4. Progetto “AQUA” – Studio sulle condizioni dei torrenti cittadini, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1991
5. Piano Particolareggiato COREA – SHANGAY, Studio geotecnico Associato 1992 –
1995, integrazione 1997
6. Indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica. PEEP n. 5
BASTIA, Studio Aquageo di Liberato & Albanese, 1993
7. Variante anticipatrice al P.R.G. MEDICEO-BELLANA. Indagine di fattibilità geologica,
Dott. Geol. L. Michelucci & Dott. Geol. A. Rafanelli, 1993

8. Variante anticipazione P.R.G. Nuove Aree PEEP – Scopaia, Dott. Geol. L. Michelucci
& Dott. Geol. A. Rafanelli, 1993
9. Zona La Leccia. Indagine di fattibilità geologica, Dott. Geol. L. Michelucci, 1993
10. Zona industriale. Indagine di fattibilità geologica, Studio associato Michelucci &
Rafanelli, 1993
11. Fattibilità geologica Variante PRG Svincolo stradale via del Crocino Via di Popogna,
Dott. Geol. A. Rafanelli, 1995
12. Carte a supporto del Piano Strutturale del Comune di Livorno – Relazione,
Dott. Geol. A. Rafanelli e Dott. Geol. L. Michelucci,1996
13. Variante anticipatrice al P.R.G. “SCOPAIA, nuove aree PEEP”. Indagine di fattibilità
geologica, Dott. Geol. Rafanelli & Michelucci, 1998
14. Piano Particolareggiato ATTIAS, Staff Geologia: Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
1998.
15. Piano di Recupero Quartieri “Corea” Progetto di demolizione dei fabbricati siti in via
Gobetti 25 e 26, via Luzzatti, 7 e 9; via Grandi, 2, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1999.
16. Integrazione alle indagini di fattibilità geologica – nuove aree PEEP variante Scopaia
n. 17 . Dott. Geol. Antonio Rafanelli, 2000
17. Variante anticipatrice al P.R.G. “Porta a Terra”. Indagine di fattibilità geologica,
Dott. Geol. Rafanelli & Michelucci, 2001.
18. Revisione Regolamento Urbanistico 2000 –2001 Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2001
19. Piano Attuativo via degli Acquedotti, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2001
20. Piano particolareggiato Picchianti, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2001.
21. Piano Insediamento Produttivo Vallin Buio, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2002
22. Variante Regolamento Urbanistico SLAC, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2002
23. Variante Regolamento Urbanistico per Cassa d’espansione Ugione, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2002
24. PEEP Scopaia, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2002-2003
25. Indagine di Fattibilità geologica Riqualificazione dei quartieri nord:
COREA, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2003.
26. Piano particolareggiato Lottizzazione di Magrignano – Report generale e Reports dei
vari stralci Studio Geologico Antonio Rafanelli, 2003-2008

27. Piano particolareggiato Corea, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2003
28. Piano di recupero di Shangay, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2004
29. Variante Regolamento Urbanistico 2004, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2003
30. Piano particolareggiato Aree limitrofe alla Porta a Mare, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2003
31. Variante Piano particolareggiato Picchianti, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2003
32. Piano Attuativo Maroccone Calafuria, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2005
33. Piano Attuativo Calafuria-Cala del Leone e VEA, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2005
34. VEA Viale Italia e Pancaldi, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2005
35. Piano Attuativo Antignano, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2005
36. Variante al Regolamento Urbanistico Piazza del Logo Pio, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2006
37. Variante Regolamento Urbanistico Opere complementari Salviano 2, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2007
38. Variante Regolamento Urbanistico Hotel Gennarino, Via della Padula, Parcheggi,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2007
39. Variante al Piano Strutturale, Regolamento Urbanistico e Piano Attuativo:
Nuovo Centro, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
40. Variante al Regolamento Urbanistico e Piano Attuativo Attias, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
41. Valutazione sugli Effetti Ambientali Viale Caprera, Arch. Ida & Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
2.3.3.2 GEOLOGIA PROPEDEUTICA A STUDI AMBIENTALI
1. Progetto Pluvio Volume 3° Piezometria – Censimento A.M.A.G., Studio Geologico A.
Rafanelli 1980 – 1981

2. Relazione geologica sulla cava “Limoncino” – Monte La Poggia – Dott. Geol. M.
Micheluccini & A.D. Tardi, 1981
3. Relazione geologica sul terreno di fondazione per la costruzione di un lotto di case
civile abitazione sito in località Rogiolo di Quercianella. Dott. Geol. Gambini & Nari,
1983
4. S.S. 1 Aurelia Variante di Livorno tratto Salviano-Chioma, Ing. Giovanni Rodio & C. -
Campagna di indagini geognostiche, 1987
5. Relazione geologica per discarica interti loc. Cisternino, Prof. A. Pietracaprina, 1987
6. Coltivazione e ripristino ambientale cava Tiro a Volo – Corbolone – Studio associato
Ing. Caserta & Bacci, 1988
7. Tentativo di interpretazione dei dati acquisiti dati sondaggi eseguiti nella zona di
Livorno Nord Km. 318 S.S. n. 1 Aurelia presso il Cimitero Comunale, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1989
8. Recupero Ambientale di una cava presso Torre Nuova – Gorgona – Geom. A.
Mazzarella, 1989
9. Relazione geologico-tecnica lottizzazione “IL PARADISO” (Castellaccio), Dott. Geol.
A. Rafanelli, 1990
10. Relazione geologica per Vincolo Idrogeologico – Cava Monte la Poggia – Dott. Geol.
L. Michelucci, 1990
11. Profilo Storico – geografico dei Monti Livornesi, Comune di Livorno - Leonardo
Gonnelli e Lucrezia Tel 1991.
12. Studio geologico-tecnico per il ripristino della viabilità e la protezione della sponde
destra del Torrente Chioma, a metri 300 dalla foce, Studio Geologia Dr.ssa
Giovanna Cascone, 1991
13. Analisi della situazione sulla Via G. Byron con particolare riferimento agli interventi
adottabili, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1992.
14. Discarica per interti in località “La Palazzina” Ing. L. Caserta, 1992
15. Verifica della stabilità del versante e dell’assetto idraulico per la salvaguardia del
Territorio per la lottizzazione “La Torre”, Studio Geologia Dr. Libero Michelucci,
1992
16. Crollo galleria urbana via Fraschetti, Anas – Comune di Livorno, 1993 – 1996
17. Progetto esecutivo di restauro ambientale alto bacino Botro Molino Nuovo. Provincia
di Livorno & Comune di Livorno, 1993
18. Caratterizzazione geolitologica e idrogeologica del comprensorio di Vallin dell’Aquila-
Pian dei Pinoli,Studio di: Studio geologico A Rafanelli, 1994
19. Appunti Monti Livornesi Vol. 1 a cura di Comune di Livorno - Leonardo Gonnelli,
1994
20. Il Dissesto idrogeologico di Comune di Livorno - Leonardo Gonnelli, 1994

21. Studio geologico e redazione ipotesi di ripristino in ordine ai dissesti stradali in Via
della Vecchia Salita di Montenero, Dott. Geol. A. Rafanelli 1994
22. Studi geotecnici, ambientali e idrogeologici per zona da adibire a parcheggio in
località Romito, Dott. Geol. A. Rafanelli, 1994
23. Studi geotecnici – ambientali tratto di costa sul Viale di Antignano, Dott. A.
Rafanelli, 1995
24. Ripristino e riattivazione di tratto di strada di Via delle Vignacce, Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1995
25. Il recupero ambientale delle ex-cave di “Gabbriccio” I.T.G.B. Buontalenti – Livorno,
1994
26. Trasferimento impianto centralizzato depurazione Acque Città di Livorno,
ASEM,1995
27. Studio territoriale finalizzata alla previsione di Punti di Ormeggio e Spiaggia
Attrezzate - Tendenza evolutiva del Litorale Livornese, Provincia - Studi sulla costa
AA.VV.,1997
28. Impianto polifunzionale di trattamento reflui del comprensorio livornese -
Inquadramento geologico e ambientale, ASEM, 1997
29. Sistema Torre del Marzocco, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
1997
30. Progetto Gorgona, Torre Vecchia , Arch. E. Persico, 1997;
31. Analisi dei dissesti in atto nella zona collinare di Quercianella, particolarmente
riguardanti la Via Falcucci, Università degli Studi di Pisa, Scienze geologiche, 1995-
1996;
32. Villa Corridi – Scuola Media “Gamerra” Analisi geologica del sito, Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
33. Dissesti in Zona “Stillo” - Relazione definitiva sui risultati delle indagini,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
34. Progetto Pluvio - Volume 1° - Termometria e Volume 2° - Pluviometria, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
35. Studi propedeutici al Piano della Costa, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, CIBM, 1999
36. Programma Urban – Analisi delle componenti geo-ambientali , Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000
37. Lo studio sul bacino del Torrente Chioma I.T.G.B. Buontalenti – Livorno, 2000
38. Valutazione sulla vulnerabilità del territorio di Montenero, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2003-2009

2.3.3.3 Geologia a supporto della progettazione
1. Studi e progetto di massima per la bonifica ed il riassetto dei fossi e canali interni
della città di Livorno(contiene rilievo dettagliato sezioni fossi cittadini), SIRSI
PNEUMA spa,1974
2. Relazione geologica-tecnica sul terreno di fondazione Museo Storia Naturale,
Dott. Geol. A. Rafanelli, 1986
3. Cava Gorgona: ripresa attività di coltivazione e ripristino ambientale località Torre
Nuova,Casa Reclusione Gorgona, 1990
4. Sistemazione idraulica c/o Botro Molino Nuovo, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli ,1991
5. Sistemazione idrogeologica di un tratto di torrente e di una zona franosa in Loc.
Limoncino, Dott. Geol. Antonio Rafanelli, 1991
6. Regimazione idraulica Botro Stringaio a monte di Piazza delle Carrozze, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,1992
7. Lavori di pulizia Fosso della Banditella, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli,1993
8. Progetto ENVIREG – Sistemazioni forestali, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1993
9. Relazione geologica e geotecnica nella compatibilità dei terreni di fondazione per
l’ampliamento della luce di deflusso nella Località “Tre Ponti”, Dott. Geol. Antonio
Rafanelli,1994
10. Bacino Botro Stringaio -Sistemazione idrogeologica di un tratto d’alveo in prossimità
di Piazza delle Carrozze (Montenero), Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli,1994
11. Bacino Fosso del Rogiolo - Sistemazione idrogeologica di un tratto compreso tra il
Ponte sulla S.S. 1 Aurelia ed il Ponte adiacente la linea ferroviaria, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1994
12. Difese spondali Botro Molino Nuovo, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1994
13. Difesa Spondale e ricalibratura sponde c/o Via Jeri – Botro Stringaio, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1994
14. Parco archeologico della Banditella, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1994
15. Bacino del Botro Molino Nuovo - Progetto di difesa spondale in sinistra idrografica
nei pressi di Villa Rodocanacchi, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1994

16. Indagini geologiche Sottopassi Ferroviari via S. Martino, via dei Pelaghi, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1996
17. Consolidamento statico con rifacimento di un tratto di parametro a mare, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1996
18. Lavori di sistemazione idraulico – forestale dei Botri Stringaio, Casine e Fichi,
MONTENERO I° LOTTO, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,1996
19. Interventi integrati di forestazione ed idraulica forestale, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli ,1996
20. Lavori sistemazione idraulico –forestale dei Botri Stringaio, Casine e Fichi
MONTENERO II° LOTTO, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,1997
21. Risanamento dei dissesti idrogeologici mediante interventi di ingegneria
naturalistica – Quercianella, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
1997
22. Relazione geologico tecnica piano di soppressione passaggi a livello via dei Pelaghi
– via S. Martino –, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli 1997
23. “Progetto Mare” – Contributo alla conoscenza del substrato Acquario D. Cestoni,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1997
24. Ampliamento sede Circoscrizione 1, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1997
25. Indagini geognostiche PIP Picchianti – Consolidamento, Geol. A. Liberato e Ing.
Goretti, 1998
26. Ripristino ambientale della Cava posta in Livorno Loc. Vallin dell’Aquila di proprietà
della Cementir, Dott. Geol. Antonio Rafanelli,1998
27. Progetto falesia – messa in sicurezza “sassaia” Loc. Calignaia, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
28. MANUTENZIONE RII E BOTRI 1998-2007, COMUNE DI LIVORNO - DOTT. GEOL. LEONARDO
GONNELLI,
29. Porta a Terra – Galleria Urbana- Stazione Centrale, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1998;
30. Progetto Gorgona – Frana Cala Martina, Sistema Strade forestali, Dissesti Cala
Maestra, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998;
31. Progetto Falesia, sistemazione generale delle scarpate del Romito, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998;
32. Interventi idraulici globali Torrente Ugione ed Acqua Puzzolente,Consorzio Bonifica
Ufficio Fiumi e Fossi Pisa, 1998
33. Progetto Gorgona –Laboratorio di acquicoltura, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1999;

34. Realizzazione dell’accesso all’area d parcheggio ubicata a nord del Collegio
Americano – Montenero – Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
1999;
35. Difesa spondale Botro Molino Nuovo, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli,1999;
36. Programma Giubileo– Riqualificazione della Piazza del Santuario Volume tecnico
ascensore, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999;
37. Ristrutturazione del complesso dello Scoglio della Regina, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999;
38. Dati idrogeologici per sottopasso Stazione Svincolo via Pelaghi, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999;
39. Sottopasso ciclopedonale s.s. 1 Aurelia in località Quercianella , Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999;
40. Indagine geognostica relativa al progetto di sbarramento definitivo del Canale dei
Navicelli e del connesso impianto idrovoro, Geol. Baldacci P., Bani M., 1999
41. Contratto di Quartiere – Piano di recupero Corea Isolato I – 1°Lotto, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000.
42. Dissesti strutturali Scuola materna Pian di Rota – febbraio 2000 e Relazione
geotecnica, Geol. Antonio Busdraghi, 2000
43. Programma GIUBILEO – Realizzazione di non edificio c/o il Piazzale Giovanni XXII –
Montenero – Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000
44. Programma GIUBILEO – Trasferimento di attività di commercio ambulante sul v.le
Giovanni XXIII Montenero, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli
,2000
45. Ristrutturazione e ampliamento dell’Acquario D. Cestoni – Progetto esecutivo – 2°
lotto, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,2000
46. Progetto esecutivo Viale Italia Tratto Scoglio della Regina – Bagni Pancaldi, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000
47. Stillo – Relazione geologica nuova viabilità di collegamento via di Collinaia – via di
Popogna – progetto definitivo –, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2000
48. Acquedotto Colognole 1° itinerario - Passerella sul Rio Puzzolente, Arch. Paola Talà
e Matteo De Luca & Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
49. Programma di riqualificazione Piazza del Logo Pio - Riapertura Fosso
Viale Caprera, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
50. Relazione Geologico–tecnica Piano di recupero Corea Isolato E – detto Isolato
giardino, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001

51. Sistemazione idrogeologica Via E. De Amicis –Quercianella, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,2001
52. Montenero – Area in dissesto – Via di Montenero, 467 – Proprietà FILINI, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
53. Progetto spiaggia per cani, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2001
54. Dissesti Scuola Elementare e Materna Pian di Rota, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2002
55. Sistemazione del Porticciolo di Quercianella, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2002
56. Progetto del Canile Municipale, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2003
57. Risanamento igienico Fortezza Nuova, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2004
58. Realizzazione Scuola Media Shangay, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2004
59. Progetto di ampliamento Cimitero dei Lupi, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2007
60. Progetto di risanamento dell’area del Parco Urbano Corea, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2005
61. Deposito ATL, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2006
62. Realizzazione nuova Scuola materna Via Stenone, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2006
63. Realizzazione Asilo Nido Coteto, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2006
64. Prefattibilità progettuale “Cittadella dello Sport”, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2007
65. Realizzazione Asilo Nido Colibrì, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2007
66. Ristrutturazione Edificio Via dell’Artigianato, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2007
67. Ristrutturazione Villa Corridi, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2007
68. Fattibilità Parcheggio Via Roma, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2007
69. Sistemazione Villa Letizia – Ex Dormitori, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2008

70. Progetto “Ossi di Triglia” per la messa in sicurezza e la riqualificazione di tratti di
costa, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
71. Sistemazione della falesia dello Scoglio della Ballerina, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
72. Sistemazione della Spiaggia della Rotonda e di Quercianella, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008.
In TAV. 1 “Classificazione dei dati di base- documenti geologico-tecnici e idraulici a
supporto dei vari atti di governo del territorio da marzo 1985 a gennaio 2009” allegata in
calce sono stati identificati su carta i vari lavori eseguiti dall’Amministrazione comunale. Si
fa presente che il numero identificativo sulla carta corrisponde alla Check-list degli studi
geologici.
2.3.3.4 Sismica
1. “Progetto Verne - Rischio Sismico” I° Fase Analisi macrosismica del
territorio del Comune di Livorno, Istituto Geofisico Toscano, 2003
2. “Progetto Verne - Rischio Sismico” II° Fase Sezioni litotecniche
significative in chiave di interpretazione sismica del territorio di Livorno,
Dott. Geol. Antonio Rafanelli, 2005;
3. “Progetto Verne - Rischio Sismico” III° Fase Interpretazioni delle indagini
geosismiche in zone significative di Livorno, Regione Toscana e Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli , 2004-2007;
4. Prospezioni sismiche a rifrazione con Onde P ed SH – Stendimenti ST12 Parco Villa
Fabbricotti ed ST13 Loc. Area a Verde Via Beppe Orlandi, Geognostica Apuana,
2006;
5. Prospezioni sismiche a rifrazione con Onde P ed SH – Stendimenti ST2 Area ex
Parterre Viale Carducci, ST3 Piazza del Logo Pio ed ST4 Piazza della Vittoria,
Geoprove, 2006;
6. Prospezioni sismiche a rifrazione con Onde P ed SH – Stendimenti ST7 Largo
petrolini, ST8 Via degli Oleandri ed ST9 Via De Amicis Quercianella, Igetecma,
2006;
7. Prospezioni sismiche a rifrazione con Onde P ed SH – Stendimenti ST1 Parco
Urbano Corea, ST 5 Piazza Mazzini ed ST6 Via Magrignano, Geognostica Apuana,
2006;
8. Prospezioni sismiche a rifrazione con Onde P ed SH – Stendimenti ST10 La Leccia
ed ST11 La Scopaia, Geoprove, 2006.

In TAV. 2 “Ubicazione delle indagini geofisiche” allegata in calce sono state identificati su
carta i profili geosismici eseguiti dall’Amministrazione comunale.
2.5 GESTIONE DEI RIFIUTI
1. Contratto di servizio per la gestione dello spezzamento, raccolta, trasporto e
smaltimento dei rifiuti – dal 01.01.05 al 31.12.09 tra Comune di Livorno ed
AAMPS Livorno;
2. Convenzione tra Comune di Livorno ed AAMPS per la gestione di vari servizi
ambientali non ricompresi nel contratto di servizio, dal 01.01.2006 al 31.12. 2009;
3. Schema di sintesi della dotazione impiantistica AAMPS Livorno per la gestione dei
rifiuti – situazione attuale e prospettive, dott.ssa. Barbara Saliva, 2008;
4. Dati raccolta differenziata ultimi 5 anni, AAMPS Livorno, 2008.
2.6 ENERGIA
1. Documento di indirizzo; Impianti industriali di produzione di energia da fonte
rinnovabile, Ing. Lorenzo Lazzerini, 2008;
2. Ricognizione normativa sulle Fonti Rinnovabili e sul Risparmio energetico in edilizia,
Ing. Lorenzo Lazzerini, 2008;
3. Studio di fattibilità per il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti energetiche
rinnovabili sull’Isola di Gorgonia, EALP Livorno e Ing. Lorenzo Lazzerini, 2008;
2.7 BIODIVERSITÀ ED AREE PROTETTE E DI PREGIO
2.7.1 Aree Protette
1. Parco dei Monti Livornesi Piano del Parco provinciale Schede
sentieristiche, Relazione e Norme, 2008;
2. Atlante degli uccelli nidificanti a Livorno, LIPU, coordinatori progetto Dott.ssa
Sonia Filippi, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1994;
3. Carta dell’Uso del suolo, SIT Provincia di Livorno, 2008;
4. Carta della vegetazione, SIT Provincia di Livorno, 2008;

5. Carta della densità degli appostamenti fissi di caccia, SIT Provincia di
Livorno, 2008;
6. Carta delle emergenze storiche, archeologiche ed architettoniche, SIT
Provincia di Livorno, 2008;
7. Carta delle emergenze naturalistiche, SIT Provincia di Livorno, 2008;
8. Carta delle sensibilità ambientali, SIT Provincia di Livorno, 2008;
9. Carta delle relazioni con il sistema territoriale delle aree protette, SIT
Provincia di Livorno, 2008;
10. Carta del sistema delle aree protette dei Monti Livornesi, SIT Provincia di
Livorno, 2008;
11. Carta delle zonazioni del parco e delle ANPIL, SIT Provincia di Livorno, 2008;
12. Carta dell’organizzazione degli accessi, dei percorsi e dei servizi al Parco,
SIT Provincia di Livorno, 2008;
13. Carta della sentieristica, SIT Provincia di Livorno, 2008;
14. Carta del dettaglio delle previsioni di Parco, SIT Provincia di Livorno, 2008;
15. Aree percorse dal fuoco, SIT Provincia di Livorno, elaborazione Dott. Alessandro
Ursi, 2008.
2.7.2 APPARATO COSTIERO
1. Piano di utilizzazione della costa - Quadro conoscitivo: Fotografie aeree
collezione 1974; Stralcio carta geologico del nastro costiero; carta
clivometrica; stralcio carta geomorfologia; Principali litotipi affioranti
sulla costa; Fotto aeree Volo 1993-94; Tabella di riepilogo uso delle aree
costiere e censimento delle opere marittime; Carta di accessibilità alle
aree costiere, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001;
2. Piano di utilizzazione della Costa: Quadro conoscitivo - Schede costa, Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2006;
3. Costa Livorno, Progetto Ossi di Triglia, Album censimento degli arenili,
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008;
4. Progetto Ossi di triglia – Relazione, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008;
5. Caratterizzazione geomeccanica e simulazione di caduta massi in un’area
ad elevato flusso turistico lungo la costa livornese, Università degli Studi di
Pisa – Facoltà di Scienze Geologiche, Tesi di Laurea) 2005-2006;
6. “La Torre sul mare ed il Palazzo di città” Università degli Studi di Firenze Facoltà di
Architettura, 2001;

7. Studio geomeccanico e valutazione delle condizioni di stabilità di versante lungo la
costa livornese nella zona del Romito; Università degli Studi di Pisa, Scienze
geologiche Tesi di Laurea di I° livello, 2003-2004;
2.8 Sostenibilità ambientale
1. Progetto DALI Dossier Ambiente Livorno: Valutazione sulle criticità
ambientali di realtà produttive ad elevato impatto ambientale, Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2008;
2. Piano di risanamento per le Aree critiche ad elevata concentrazione industriale di
Livorno e Piombino, ARPAT , 2001
3. Progetto comunitario SIMPYC: Caratterizzazione dell’ambiente porto-città – Comune
di Livorno, Autorità Portuale di Livorno
4. Regolamento di Vincolo Idrogeologico, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli e Dott.
Alessandro Ursi, 2007;
5. Carta della vegetazione forestale, Provincia di Livorno, 2004;
6. Manifesto per la promozione dello sviluppo sostenibile quale strumento strategico
per il conseguimento dello sviluppo sostenibile, Comune di Livorno, 2007

3. STRUMENTI
3.1 Integrazione
Il perseguimento di un equilibrio sostenibile tra attività umane e sviluppo socioeconomico
da un lato, e risorse e capacità rigenerativa della natura dall’altro, costituiscono il punto
cruciale delle politiche locali, nazionali e comunitarie.
Gli obiettivi e i principi della politica ambientale comunitaria sono orientati a prevenire,
ridurre e, per quanto possibile, eliminare l’inquinamento intervenendo all’origine dei
fenomeni di consumo e degrado ambientale, nonché prevenendo una gestione accurata
delle risorse naturali. Principi di base delle politiche ambientali sono dunque la
responsabilizzazione dei soggetti (“chi inquina paga”), la prevenzione del degrado
ambientale e, più recentemente, l’integrazione delle politiche per l’ambiente.
Sempre più, infatti, la settorialità delle norme che andavano ad intervenire separatamente
sul prelievo delle risorse, sull’uso di energia, sulle emissioni in aria, in acqua e al suolo,
viene sostituita da una visione sistemica della problematica ambientale.
Tra gli strumenti che agiscono in un’ottica di integrazione possono essere individuati:
• IPPC
• Strumenti ad adesione volontaria
• La valutazione ambientale di Piani e programmi
IPPC - L’esigenza di un approccio intersettoriale nella tutela ambientale ha portato a
livello comunitario all’elaborazione di uno strumento innovativo rispetto a quelli precedenti,
caratterizzati dall’imposizione ai soggetti inquinatori di una serie di regole
comportamentali. Gli operatori di alcuni tipi di impianti industriali devono richiedere
un’autorizzazione basata sulle migliori tecniche disponibili (BAT). Autorità competente al
rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) è la Provincia che si attiva per
mezzo della Conferenza dei Servizi IPPC. Il Comune partecipa esprimendo proprio parere.
In considerazione dell’intersettorialità dell’Atto rilasciato dalla Provincia vi è la necessità da
parte del Comune di dotarsi di una struttura adeguata che, nei tempi previsti, valuti
l’istanza ed esprima il proprio parere. La proposta organizzativa viene descritta nel
Capitolo STRUMENTI – Valutazione ambientale.

Strumenti di adesione volontaria - Gli strumenti di adesione volontaria più diffusi,
sono la norma di standard internazionale ISO 14001, il regolamento EMAS per i sistemi di
gestione ambientale, il regolamento comunitario ECOLABEL per l’etichettatura di qualità
ambientale.
Vi è la necessità da parte del Comune di incentivare l’adesione a questi strumenti volontari
da parte delle Aziende. Interessante può risultare un lavoro in tal senso con il settore dei
contratti per l’inserimento di un tale approccio a livello di appalti di beni e servizi. L’azione
deve essere integrata con la politica degli Acquisti verdi (GGP).
La valutazione ambientale di Piani e programmi - La Direttiva europea per la
valutazione di Piani e Programmi risulta una disposizione chiave per realizzare il principio
di integrazione e per mettere in atto le indicazioni del VI Programma di Azione ambientale.
Da ricordare che la valutazione ambientale di Piani e programmi, recepita come VAS dalla
norma nazionale e come Valutazione Integrata dalla norma regionale, si applica a tutti i
Piani e Programmi che possono avere effetti significativi sull’Ambiente a partire dagli
strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica.
Strumenti di Governance - Il concetto di Governance definisce “le norme, i processi, i
comportamenti che influiscono sul modo in cui le competenze sono esercitate, soprattutto
in riferimento ai principi di apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza”
(Commissione delle Comunità Europee, La Governance europea, un libri bianco, 2001).
Una strategia così integrata che fa della condivisione degli obiettivi ed azioni il punto di
forza centrale deve disporre di adeguati strumenti per la diffusione dell’oggetto di azione
ambientale, in modo che gli attori ed i portatori di interesse abbiano la possibilità di far
propri non solo gli obiettivi ma anche le valutazioni in merito alle politiche di settore ed
intersettoriali.
Agenda XXI - rappresenta un percorso che nasce da una scelta volontaria e condivisa
dalla molteplicità degli attori locali, che deve servire a esplicitare condividere obiettivi,
verificarne la credibilità e quindi tradurli in una strategia integrata, articolata in linee
d’azione che consentano di conseguire gli obiettivi assunti.
Risultano inoltre importanti gli strumenti volontari quali l’ Accordo volontario ed il
Protocolli d’intesa per promuovere e costruire interventi desiderati. Infine il ruolo
crescente, dell’informazione ambientale e della sua comunicazione attraverso mezzi

diversi, che tendano ad elevare il livello di partecipazione e condivisione degli obiettivi di
miglioramento di qualità della vita che la politica ambientale si pone.
Per l’attuazione degli interventi strategici vi è la necessità di una maggiore integrazione
della tematica ambientale in tutti i settori del Comune; se è vero che all’Ufficio Ambiente
restano necessariamente in carico le principali attività di riferimento, lo stesso necessita di
una diversa organizzazione sia come proprio assetto strutturale sia come soggetto
collaborativo nell’ambito di funzioni non proprie quali, in particolare, l’informazione e la
comunicazione. Gli strumenti proposti:
• Gruppi di lavoro stabili in materia di valutazione ambientale
• Nuova Organizzazione dell’Ufficio Ambiente (ispirata alla diversificazione delle
attività d’emergenza da quelle di programmazione, di contro all’unificazione
di attività non emergenziali relative a temi di forte interesse per la città quale
il mare)
• Programma di informazione e comunicazione ambientale
verranno descritti nel prossimo paragrafo dedicato agli strumenti.
3.2 Strumenti Normativi
RIFERIMENTI NORMATIVI DEL MACROBIETTIVO CAMBIAMENTI CLIMATICI
NORMATIVA COMUNITARIA
Decisione 2002/358/CE approvazione del Protocollo di Kyoto
Direttiva 93/76/CEE Efficienza energetica – SAVE-
Direttiva 2001/77/CE Promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche
rinnovabili
NORMATIVA NAZIONALE
Legge 09.01.1991, n°10 Attuazione del piano energetico nazionale
Delib. CIPE 19.11.1998 (linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle
emissioni dei gas serra);
-D.lgs n. 79/99, D.lgs n. 164/2000 Liberalizzazione del mercato energetico
DM 11 novembre 1999 Direttive per l’attuazione delle norme in materia di energia elettrica
da fonti rinnovabili
-DM 4 giugno 2001, n. 467 Programmi per la riduzione di gas serra;

-Legge 01.06-2002, n. 120 Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto;
-Legge 04.04.2006, n. 316 Conversione in legge del D.Lgs. 273/2004 recanti disposizioni
urgenti per l’applicazione della Direttiva 2003/87/CE in materia di scambio di quote di
emissione dei gas ad effetto serra;
D.Lgs. 216/2006 Attuazione delle Direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio
di quote di emissione di gas ad effetto serra con riferimento ai meccanismi di progetto del
Protocollo di Kyoto.
NORMATIVA REGIONALE
-L.R. 33/94 Norme per la tutela della qualità dell’aria
-L.R. 45/97 Norme in materia di risorse energetiche
-D.C.R. 18 gennaio 2000, n°1 Approvazione del Piano di Indirizzo Energetico Regionale;
-D.C.R. 8 luglio 2008 Piano energetico regionale
RIFERIMENTI NORMATIVI DEL MACROBIETTIVO
NATURA, BIODIVERSITÀ E DIFESA DEL SUOLO
Aumentare la percentuale delle aree protette, migliorarne la gestione e
conservare la biodiversità terrestre e marina
Normativa comunitaria
Direttiva 92/43/CEE Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della
fauna selvatiche;
NORMATIVA NAZIONALE
-L.394/91 Legge quadro sulle aree protette (Disposizioni per l’istituzione di parchi
regionali)
DPR n. 357/1997 Regolamento recante attuazione della Direttiva 92/43/CE relativa alla
conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna
selvatiche;
D.M. 03.09.2002 Linee Guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000;
DPR n. 120/2003 Regolamento recante modifiche ed integrazioni al

NORMATIVA REGIONALE
-L.R. 49/95 Norme sui Parchi, le riserve naturali e le aree naturali protette d’interesse
locale;
L.R. 24/1994 Istituzione degli Enti Parco per la gestione dei Parchi regionali della
Maremma e di Migliarino, SanRossore, Massaciuccoli – Soppressione dei relativi Consorzi;
L.R. 1/2005 Norme per il governo del territorio
D.G.R.T. 842/2007 Verifica annuale dello stato di attuazione del IV° programma regionale
per le aree protette ed aggiornamento dell’elenco ufficiale delle aree protette regionale
Ridurre la dinamica delle aree artificiali
NORMATIVA REGIONALE
L.R. 5/95 Norme per il governo del territorio
Mantenimento e recupero dell’equilibrio idrogeologico e riduzione
dell’erosione costiera
Normativa comunitaria
Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio europeo del 30/05/2002 relativa
all’attuazione della gestione integrata delle zone di costiere in Europa
Normativa nazionale
L. 89/183 Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo;
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Norme in materia ambientale.
Normativa regionale
Delibera Consiglio regionale n° 155/97 Direttive sui criteri progettuali per l’attuazione degli
interventi in materia di difesa idrogeologica;
L.R. 91/98 Norme per la difesa del suolo;
D.G.R. n° 1214 del 2001 Progetto di Piano regionale di gestione integrata della costa ai
fini del riassetto idrogeologico.
Prevenzione del rischio sismico e riduzione degli effetti

Normativa nazionale
L. 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale per la difesa del suolo”;
Ordinanza PCM 3519/2006 Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la
formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesima zone;
D.M. 14.01.2008 Norme tecniche per le costruzioni.
Normativa regionale
Delibera Consiglio regionale n°155/97 Direttive sui criteri progettuali per l’attuazione degli
interventi i materia di difesa idrogeologica;
L.R. 91/98 Norme per la difesa del suolo;
D.G.R.T. 841/2007 Approvazione dell’elenco aggiornato dei comuni a maggior rischio
sismico della Toscana.
RIFERIMENTI NORMATIVI DEL MACROBIETTIVO AMBIENTE E SALUTE
Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento atmosferico
Normativa comunitaria
Direttiva 96/62/CE del Consiglio del 27 settembre 1996 in materia di valutazione e
gestione dell’aria ambiente;
Direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità
dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossido di azoto, le
particelle e il piombo;
Direttiva 2000/69/CE del Consiglio del 16 novembre 2000 concernente i valori limite per il
benzene ed il monossido di carbonio nell’aria ambiente;
Direttiva 2002/3/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2002 relativa
all’ozono nell’aria.
Normativa nazionale
D.lgs n° 351 del 1999 Attuazione della Direttiva 92/62/CE i n materia di valutazione e di
gestione della qualità dell’aria ambiente;
D.M. 60/2002 Recepimento della Direttiva 1999/30/CE e della Direttiva 2000/69/CE;
D.Lgs 183/04 Attuazione della Direttiva 2002/3/CE;
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Norme in materia ambientale.
Normativa regionale

DGRT n. 377/2006, 27/2006 e 21/2008 Determinazione della struttura regionale di
rilevamento del PM10, Ozono, PM2,5.
Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento acustico,
all’inquinamento elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti
Normativa comunitaria
Direttiva 2002/49/CE Determinazione e gestione del rumore ambientale;
Normativa nazionale
L. 26 ottobre 1995, n. 447 Legge quadro sull’inquinamento acustico DPCM 14.11.1997
Determinazione valori limiti delle sorgenti sonore;
D.Lgs 241/2000 Attuazione della Direttiva 92/89/EURATON in materia di protezione
sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi da radiazioni ionizzanti;
Legge 36/2001 Legge quadro sulla protezione dell’esposizioni a campi elettrici, magnetici
ed elettromagnetici;
DPCM 8.07.2003 Limiti di esposizione, valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la
protezione della popolazione dall’esposizione a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici generati a frequenze 50 Hz generati dagli elettrodotti;
D.Lgs. 159/2003 Codice delle comunicazione elettroniche;
DPCM 8.07.2003 Limiti di esposizione, valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la
protezione della popolazione dall’esposizione a campi elettrici, magnetici alla frequenza di
rete comprese tra 100 KHz e 300 GHz;
DPR 142/2004 Disposizione per il contenimento e la prevenzione dell’inquinamento
acustico derivante dal traffico veicolare;
D.Lgs. 194/05 Attuazione della Direttiva 2002/49.
Normativa regionale
-L.R. 89/98 Norme in materia di inquinamento acustico;
D.G.R.T. n. 788/1999 Criteri per la classificazione acustica dei comuni;
L.R. 54/2000 Disciplina degli impianti di radiocomunicazione;
D.G.R.T. n. 1106/2008 Individuazione dei comuni di Livorno e Prato quale Autorità
competente all’elaborazione delle Mappe acustiche strategiche.
Ridurre il grado di rischio di accadimento di incidente rilevante nel settore
industriale

Normativa comunitaria
Direttiva 82/501 relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività
industriali;
Direttiva 96/82 relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose;
Direttiva 2003/105/CE modifiche alla Direttiva 96/82.
Normativa nazionale
DPR 175/1988 Attuazione della Direttiva 501/82/CEE relativa ai rischi di incidenti rilevanti
connessi con determinate attività industriali;
D.Lgs 334/99 Attuazione della Direttiva 96/82 relativa al controllo dei pericoli di incidenti
rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose “Severo II”;
D.M. 9.08.2000 Linee Guida per l’attuazione del sistema di gestione della sicurezza;
D.M. 9.05.2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e
territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante;
DPCM 25.02.2005 Pianificazione dell’emergenza esterna degli stabilimenti industriali a
rischio di incidente rilevante;
D.Lgs. 238/2005 Attuazione della Direttiva 2003/105/CE che modifica la Direttiva 96/82
relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze
pericolose “Severo III”.
RIFERIMENTI NORMATIVI DEL MACROBIETTIVO: USO SOSTENIBILE DELLE
RISORSE E GESTIONE DEI RIFIUTI
Ridurre la produzione totale di rifiuti. Ridurre o eliminare la percentuale di
rifiuti conferiti in discarica
Normativa comunitaria
Direttiva 91/156/CEE sui rifiuti;
Direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi;
Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio;
Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche dei rifiuti;
Direttiva 2000/76/CE in materia di incenerimento di rifiuti.
Normativa nazionale
D.Lgs 36/2003 Attuazione della Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche dei rifiuti;

D.Lgs 133/2005 Attuazione della Direttiva 2000/76/CE in materia di incenerimento di
rifiuti;
D.M. 03.08.2005 Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica;
Decreto Leg.vo 152/2006 Norme in materia ambientale;
D.Lgs. 4/2008 Correttivo delle Norme in materia ambientale.
Normativa regionale
L.R. 25/98 Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati;
DCRT n. 88/98 Piano di gestione dei rifiuti- I° stralcio relativo ai rifiuti urbani;
DCRT 384/1999 Piano di gestione dei rifiuti- II° stralcio relativo ai rifiuti speciali;
L.R. 26 luglio 2002, n. 29 “Modifiche alla legge regionale 18 maggio 1998, n. 25 (Norme
per gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati);
L.R. 61/2007 “Modifiche alla legge regionale 18 maggio 1998, n. 25 (Norme per gestione
dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati).
Bonificare i siti inquinati e ripristinare le aree estrattive dismesse
Normativa comunitaria
Direttiva 1999/31/CEE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti;
Direttiva 91/156/CEE sui rifiuti;
Direttiva 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi;
Normativa nazionale
L.426/1998 Nuovi interventi in campo ambientale;
D.M. 471/1999 Attuazione dell’art. 17 del D.Lgs. 22/97 relativo ai siti inquinati;
D.M. 468/2001 Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale dei siti
contaminati;
D.M. 24.02.2003 Istituzione della permimetrazione provvisoria del Sito di Interesse
Nazionale di Livorno;
Decreto Leg.vo 152/2006 Norme in materia ambientale;
D.Lgs. 4/2008 Correttivo del D.Lgs. 152/2008;
D.Lgs. n. 2/2009 Modifiche all’art. 186 del D.Lgs.152/2006.
Normativa regionale
L.R. 78/98 Norme in materia di cave e torbiere;

DPGR n. 28 del 4/2/2002 “Impianti di smaltimento rifiuti destinati a sopperire a situazioni
di necessità ed urgenza ai sensi dell’art. 21 della L.R. 25/1998 – utilizzo discariche di
interesse regionale”;
-L.R. 25/98 Norme per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati;
DCRT 384/1999 Piano di gestione dei rifiuti- III° stralcio relativo alle aree da bonificare;
L.R. 30/2006 Funzioni amministrative di competenza comunale in materia di bonifica di siti
contaminati.
TUTELARE LA QUALITÀ DELLE ACQUE INTERNE E COSTIERE E PROMUOVERE UN USO SOSTENBILE
DELLA RISORSA IDRICA
Normativa comunitaria
Direttiva 98/83 relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano;
Direttiva 91/271/CEE Trattamento delle acque reflue urbane;
DIRETTIVA 83/98/CEE RELATIVA ALLA QUALITÀ DELLE ACQUE AL CONSUMO UMANO;
DIRETTIVA 2000/60/CE QUADRO PER L’AZIONE COMUNITARIA IN MATERIA DI ACQUE;
Direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione.
Normativa nazionale
Regio Decreto 11 dicembre 1933, n°1775 Testo unico delle disposizioni di legge sulle
acque e impianti elettrici;
DPR 470/1982 Attuazione della Direttiva 76/160/CE relativa alla qualità delle acque di
balneazione – vigente in attesa del regolamento del D.Lgs. 116/2008 -
Legge 5 gennaio 1994, n. 36 Disposizioni in materia di risorse idriche;
D.Lgs. 31/2001 Attuazione della Direttiva 98/83 relativa alla qualità delle acque destinate
al consumo umano;
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. Norme in materia ambientale;
D.Lgs. 116/2008 Attuazione della Direttiva 2006/7/CE.
Normativa regionale
DPGRT n. 28/R/2003 Regolamento di attuazione dell’art. 6 della L.R. 64/2001;
DCRT 170/2003 Regolamentazione artt. 18 e 19 del D.Lgs. 152/99;
DCRT 171/2003 Regolamentazione artt. 18 del D.Lgs. 152/99;
DCRT 172/2003 Regolamentazione artt. 18 e 19 del D.Lgs. 152/99;
DCRT 6/2005 Approvazione del Piano di Tutela delle acque;
L.R. 20/2006 Norme per la Tutela delle acque dall’inquinamento;
DPGRT 46/R/2008 Regolamento di attuazione della L.R. 20/2006.

3.3 Strumenti conoscitivi
La mappa della conoscenza: archivi e database ambientali
La domanda di conoscenza per poter valutare stato e pressioni, e poter quindi tarare
opportunamente le strategie e le politiche per uno sviluppo sostenibile e durevole é la
sfida con cui i sistemi informativi territoriali ed ambientali devono confrontarsi nei prossimi
anni. Il sistema informativo è determinante per supportare l’obiettivo di integrare
l’ambiente nelle scelte e decisioni politiche.
La Regione Toscana ha smistato le competenze in merito alla costruzione dei patrimoni
informativi a supporto delle diverse esigenze conoscitive, tra diversi soggetti, sia presso
Uffici della Regione stessa (Statistica, Sistema Informativo Regionale, Sistema Geografico
Regionale, Sistema Informativo Sanitario) che presso agenzie ed altri soggetti istituzionali
(ARPAT, ARS, IRPET, ARSIA, LaMMA, ARRR, ecc.).
Lo sforzo di costituire il quadro conoscitivo necessario a supportare le attività pianificatorie
dei soggetti istituzionali si configura essenzialmente come un problema di certificazione
dei dati e di loro integrazione per formare un basamento informativo affidabile, coerente
ed univoco.
E’ indispensabile un coordinamento di tutti i soggetti istituzionali coinvolti a vario titolo, a
livello regionale, nella gestione dei sistemi informativi e nella raccolta dei dati.
Occorre considerare la molteplicità dei soggetti esplicitando il ruolo che ciascuno può e
deve garantire nei processi di formazione del quadro conoscitivo, e soprattutto della
possibilità (in un contesto di integrazione e di coordinamento delle possibilità di
cooperazione che la Rete Telematica della Regione Toscana –RTRT cerca di garantire) di
realizzare una sinergia che si sostanzi anche in una più facile integrazione dei relativi
basamenti informativi.
La Regione e suoi Uffici e Agenzie hanno realizzato negli anni archivi ed applicazioni
informatiche che coprono gran parte delle questioni ambientali e territoriali. Si tratta di un
patrimonio informativo ricchissimo che consente di avviare una fase ulteriore di sviluppo
per arrivare ad un sistema unitario e cooperante.
Il sistema è finalizzato a coprire:

le esigenze di informazione per i Piani e programmi della Regione e in particolare
per il PRS, il PIT, il
PRAA, e il Piano sanitario, delle Province (PTC e Piani di settore), dei Comuni (PS,
Regolamenti
urbanistici e Piani di settore), delle Autorità di Bacino, ATO, etc.;
le esigenze operative della Regione e le funzioni di gestione e di controllo della
Regione
il reporting ufficiale regionale ambientale e territoriale e i relativi servizi informativi
WEB a tutta la società toscana.
Le principali direzioni di intervento:
- individuare gli archivi di base che costituiscono il sistema di conoscenze condiviso e
programmare la copertura delle aree informative ancora deficitarie con i relativi
programmi e responsabilità di
- produzione del dato, informatizzazione e manutenzione; per gli archivi di sintesi e gli
indicatori per la programmazione definire le regole di derivazione dagli archivi di base
o da stime e elaborazione di modelli;
- verificare ed eliminare o riportare a sintesi le duplicazioni (non motivate);
- basare gli archivi prodotti dai soggetti competenti a livello regionale e locale, su
regole omogenee e condivise: stessa base geografica, regole topografiche definite,
sistemi di codifiche e anagrafiche
- condivise;
- qualificare gli archivi in termini di responsabilità, specifiche di realizzazione,
documentazione,
- riferimenti geografici, modalità di aggiornamento nel tempo;
- disporre di un linguaggio e un sistema di definizioni condivise;
- gestire il sistema di archivi con DBMS e GIS, applicazioni di pubblicazione WEB-GIS,
export XML e xls, presso alcuni poli con sistemi di gestione e diffusione efficienti e
sicuri;
- attivare nell’ambito del PRAA una azione di coordinamento ed integrazione delle basi
dati con la creazione di una infrastruttura informativa unitaria, e ricondurre le altre
azioni di produzione di informazioni previste nel PRAA stesso e nei Piani territoriali
della Regione ad un sistema unitario;
- integrazione del sistema informativo territoriale e ambientale regionale nel sistema
informativo di
- governo e statistico regionale.

Qui di seguito viene riportato un elenco dei principali archivi e database ambientali
prodotti dai diversi uffici regionale e agenzie.
Sistema Informativo Regionale Ambientale (SIRA) - Il SIRA si presenta come uno
degli attori principali di qualsiasi processo di governo del territorio, per il ruolo che riveste
(quello di Sistema Informativo Ambientale della Regione Toscana, collocato presso l'ARPAT
in considerazione del fatto che l'Agenzia é la massima produttrice ed anche utilizzatrice di
conoscenza ambientale), e per le competenze acquisite nella raccolta, integrazione e
diffusione di dati ambientali.
La Regione Toscana ha individuato nel SIRA la struttura idonea a ricoprire il ruolo di
Punto Focale Regionale del Sistema Informativo Nazionale Ambientale. Le banche dati
che costituiscono il SIRA, infatti, forniscono la base conoscitiva per la produzione degli
indicatori ambientali definiti a livello regionale e nazionale.
Il SIRA è articolato a livello regionale e provinciale e costituisce il riferimento regionale del
sistema informativo nazionale ambientale. A livello regionale il SIRA si integra con le
rilevazioni, le basi di dati, gli archivi territoriali e le reti degli uffici regionali. A livello locale
il SIRA si raccorda e coopera con i sistemi informativi delle Provincie, dei Comuni e delle
Aziende unità sanitarie locali.
ARPAT valida, certifica i dati raccolti e li inserisce nel SIRA (qualità del dato). Nei
Dipartimenti ARPAT è stato installato un sistema software, denominato ARPALAB, che
consente di gestire tutte le fasi attraverso cui passa un campione da sottoporre ad analisi,
dalla accettazione, alle analisi, alla refertazione. Il sistema, oltre a garantire il supporto alle
procedure gestionali di funzionamento del laboratorio, contemporaneamente estrapola dal
contenuto informativo proprio del sistema alcuni sottoinsiemi di dati, dai punti di prelievo
agli esiti delle analisi con le misure dei diversi parametri. Tali dati, di specifico interesse
ambientale, confluiscono nella Banca Dati del SIRA, andando a comporre una serie di
archivi di Monitoraggio Ambientale. A tali dati, generati in laboratorio, si aggiungono quelli
rilevati da centraline automatiche (qualità dell'aria, parametri fisici e chimici dell'acqua).
Per supportare la conoscenza delle pressioni in essere, il SIRA raccoglie e gestisce anche
una serie di Catasti Ambientali. A tale scopo sono state sviluppate una serie di procedure
informatiche che, previa convenzione, vengono rese disponibili alle Amministrazioni
Provinciali. Tali applicazioni sono finalizzate a supportare le attività autorizzative di impianti

di gestione rifiuti, scarichi, attingimenti, emissioni in atmosfera, spandimento fanghi su
suolo agricolo. Anche in questo caso un sottoinsieme dei dati raccolti (dati anagrafici del
sito produttivo e dei suoi impianti, dati tecnici relativi alle emissioni/scarichi autorizzati,
ovvero ai quantitativi e tipologie di rifiuti autorizzati) confluiscono nel SIRA, andando a
costituire alcuni Catasti Ambientali.
I dati ambientali aumentano enormemente la loro capacità informativa nel momento in cui
possono essere integrati e confrontati tra loro. Ad esempio, riuscire ad associare ad
una azienda i diversi impatti ambientali, in termini di emissioni, scarichi, produzione rifiuti,
ecc., aiuta a meglio caratterizzare quell'impianto produttivo. Condizione per una efficace
integrazione di conoscenze diverse (a volte anche di fonte diversa, come ad esempio i dati
autorizzativi provinciali e quelli delle dichiarazioni MUD) é una corretta descrizione
anagrafica dell'impianto (codice fiscale, ragione sociale, comune, indirizzo, ecc.), in modo
che tali descrizioni siano confrontabili e riconoscibili come analoghe analizzando archivi
diversi.
Vi sono dati che non possono essere messi in relazione mediante, ad esempio, il codice
fiscale: un impianto può impattare, in qualche modo, su un insediamento o su una scuola
vicini. Una possibilità di esplicitazione di certe relazioni può avvenire allora sulla base del
concetto di vicinanza (scoprire ad esempio quali edifici rientrino nel raggio di rischio di una
Azienda che stocca sostanze chimiche pericolose): oltre ad una integrazione di patrimoni
informativi su base anagrafica, ci si prospetta anche la possibilità di integrazione sulla base
della valutazione ed analisi, con tecnologie GIS, delle relative georeferenziazioni.
Molti degli archivi raccolti dal SIRA sono dotati di georeferenziazione proprio per
consentire una analisi ed integrazione spaziale dei dati ambientali. Per altri archivi sono
state sperimentate procedure di georeferenziazione sulla base di Stradari, archivi di
Numeri Civici, ecc. In effetti , sia pure con una maglia informativa a volte troppo
grossolana, moltissimi archivi di dati, raccolti relativamente al dettaglio comunale, sono in
effetti attribuibili a quella porzione di territorio racchiusa dal poligono che ne descrive i
confini amministrativi, e dunque, indirettamente, georeferenziati.
Da gennaio 2005 i dati del SIRA sono accessibili a tutti attraverso il sito web
sira.arpat.toscana.it . Il portale mette a disposizione delle istituzioni, delle associazioni e
dei cittadini i risultati delle attività di controllo e monitoraggio effettuati dall'Agenzia
Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana e da altri enti che operano in campo
ambientale. L'accesso ai contenuti del portale è possibile attraverso tre percorsi di

navigazione: per temi: Acqua, Aria, Terra, Energia; per servizi: banche dati di base,
rapporti sintetici e statistiche, mappe tematiche; per macrobiettivi ambientali:
cambiamenti climatici, natura e biodiversità, ambiente e salute, uso sostenibile delle
risorse naturali e gestione dei rifiuti.
Banche dati:
- dati monitoraggio acque;
- dati monitoraggio aria;
- impianti di radiocomunicazione;
- dichiarazioni MUD;
- impianti gestione rifiuti;
- catasto aziende e unità locali;
- siti contaminati;
- aziende a rischio di incidente rilevante.
Report:
- report dati monitoraggio acque;
- report dati monitoraggio acque di balneazione;
- report dati monitoraggio aria;
- report dati impianti di radiocomunicazione;
- report dati geotermia.
Mappe:
- reti monitoraggio acque;
- impianti di depurazione;
- reti monitoraggio aria;
- biomonitoraggio lichenico;
- impianti gestione rifiuti;
- mappa del catasto aziende del Registro delle Imprese;
- siti contaminati;
- aziende a rischio di incidente rilevante;
- impianti di radiocomunicazione;
- piani di classificazione acustica.

Vi è stata una costante crescita sia dei servizi informativi disponibili, sia del gradimento da
parte degli utenti (P.A. e cittadini). Il portale ha contribuito ad accrescere la credibilità
dello stesso SIRA nei confronti degli Enti Locali della Toscana (aumenta la percepibilità del
lavoro che si svolge). Ultimamente si registrano in media oltre 1.900 visite al giorno, per
oltre 8.400 pagine accedute.
LaMMA (Laboratorio per la Meteorologia e la Modellistica Applicata) -Il progetto
LaMMA nasce dalla proposta di creare in Toscana un centro di eccellenza che si occupi di
monitorare e controllare l’ambiente attraverso il monitoraggio e lo studio dei fenomeni
meteoclimatici, associata all’opportunità di operare concretamente in collaborazione con il
sistema delle imprese toscane ad alta tecnologia, detentrici di know-how nella sensoristica
e nel software applicativi (acquisizione dati da sistemi optoelettronici, sviluppo di
sensoristica da porre su sistemi satellitari e/o mezzi aerei, produzione di software per
antincendi, movimenti franosi, gestione dati, ecc).
Il LaMMA è stato realizzato per iniziativa della Regione Toscana e di istituzioni di ricerca
scientifica quali l’Istituto di Biometeorologia del CNR e la Fondazione per il Clima e la
Sostenibilità (FCS ex-FMA). Il LaMMA oltre a fornire il servizio meteorologico per la regione
Toscana opera nei settori della qualità dell’aria, dei Sistemi Inoformativi Geografici e della
cartografia applicati al territorio, e della climatologia.
Ad oggi sono stati attivati tre nuovi centri LaMMA: il LaMMA CRES- Centro Ricerche
Erosione Suolo di Grosseto, il LaMMA CoMMA-Med- Centro di Meteorologia marina e
Monitoraggio Ambientale del Mediterraneo di Livorno, ed il LaMMA TEST- Tecnologie per il
Sistema Tessile di Prato.
Oggi le seguenti tematiche sono affrontate nei centri LaMMA:
CoMMA-Med: Il Centro di Meteorologia Marina e Monitoraggio Ambientale del
Mediterraneo nato in collaborazione con la Provincia di Livorno opera nella raccolta ed
elaborazione near-real time dei dati meteo ambientali e nella previsione di dettaglio a
scala locale per fornire, attraverso mederne tecnologie:
- Modellistica di dettaglio dei fenomeni in atto;
- Monitoraggio dell'ambiente marino e costiero;
- Validazione dei principali modelli meteo-marini;
- Monitoraggio ed individuazione degli sversamenti di oli minerali in mare;

- Realizzazione di una rete di monitoraggio marina e costiera;
- Attività di formazione e qualificazione agli studenti.
LaMMA-CRES: Il Centro Ricerche Erosione Suolo nato in collaborazione con la Provincia
di Grosseto assicura supporto scientifico e tecnologico a molteplici settori, legati
all’ambiente e al territorio, tra cui:
- attività degli enti pubblici a livello di pianificazione territoriale;
- interventi legati a emergenze ambientali, come siccità ricorrenti e monitoraggio del
deficit idrico;
- approfondimenti su trasporto solido, erosione e bilancio idrico a scala di bacino
idrografico;
LaMMa-TEST: Il progetto TEcnologie per il Sistema Tessile nasce da una collaborazione
con la provincia di Prato allo scopo di creare un centro di eccellenza per lo studio dei
fenomeni connessi alla produzione tessile e alla sua sostenibilità ambientale. Il principale
obiettivo del progetto LaMMA - TEST è lo studio dei fenomeni legati al prodotto tessile ed
alle sue micro-caratteristiche (coibentazione, traspirazione, allergenicità), nonchè il
trasferimento di taliconoscenze al processo produttivo per un utilizzo delle risorse
competitivo, efficiente e sostenibile nel contesto del mercato globale nonché degli attuali
cambiamenti climatici. Tali aree di ricerca costituiranno un modello di analisi ed indagine
che permetterà di individuare le peculiarità socio-economiche, scientifiche e tecnologiche
del settore. Tra le finalità del progetto vi è inoltre l’analisi di fattibilità economica e di
compatibilità ambientale e relativa all’inserimento di nuove tipologie di fibre, così come
l’analisi dell’intera filiera produttiva caratteristica del distretto tessile Pratese.
Il progetto METEOSALUTE: Grazie all’esperienza acquisita attraverso il LaMMA ed
attraverso una collaborazione con l’Università di Firenze, IBIMET CNR ha attivato per conto
della Regione Toscana il progetto Meteo Salute che si pone l'obiettivo generale di
realizzare per il territorio regionale toscano una ricerca di dettaglio per definire le relazioni
esistenti fra condizioni meteorologiche e stato di salute della popolazione. I risultati così
ottenuti costituiranno la base per la realizzazione ed applicazione di un sistema di
informazione biometeorologica e bioclimatologica a supporto dei servizi sanitari locali e
della popolazione. Le finalità del progetto sono:
- Informare l'intera popolazione circa le potenziali condizioni di rischio e disagio, ma
anche di benessere, dovute a fattori climatici e ambientali.
- Mettere a punto un sistema di prevenzione che avvisi l'intera popolazione ed in
particolare le categoriea rischio (alcuni tipi di lavoratori, anziani, bambini, soggetti

affetti da patologie acute o croniche) circa la possibile insorgenza di patologie
determinate dalle condizioni ambientali in atto e previste, ed i comportamenti da
adottare per limitarne i rischi.
- Razionalizzare l'assistenza sanitaria ed ospedaliera (distribuzione del lavoro,
disponibilità di posti letto, turni di ferie per il personale, approvvigionamento
materiali) informando le professioni socio-sanitarie interessate (medici di medicina
generale, medici dell'emergenza sanitaria, dirigenti ospedalieri) circa la presenza di
condizioni climatiche e ambientali sfavorevoli che possono determinare un picco di
ricoveri per specifiche patologie od un aumento dei tassi di mortalità.
Osservatorio di kyoto: l’osservatorio kyoto nasce dall’esigenza di valorizzare le acquisizioni
nel campo della ricerca scientifica finalizzate allo sviluppo servizi tecnici e consulenze a
supporto della pianificazione regionale sulle tematiche del protocollo di kyoto, in modo da
rispettarne i vincoli e sfruttarne le opportunità.
Il progetto è finanziato nell’ambito dell’Azione D21 “Azioni di sistema per la ricerca e
l’innovazione” del Piano Regionale di Azione Ambientale PRAA 2004-2006 che si pone, fra
gli obiettivi, quello della conoscenza del territorio e dell’identificazione di strategie di
sviluppo a fronte dei cambiamenti climatici.
La Regione Toscana e l’Istituto di Biometeorologia hanno attivato l’Osservatorio Kyoto
come strumento integrato finalizzato al monitoraggio del bilancio dell'anidride carbonica
(emissioni - sequestri) e all’attivazione di strumenti di informazione e di supporto alla
pianificazione. In particolare gli obiettivi specifici dell’Osservatorio sono stati individuati
come segue:
- Sviluppo della contabilizzazione regionale degli assorbimenti di CO2 con l’utilizzo di
tecnologie innovative capaci di misurare i flussi reali di carbonio e valutare il
bilancio tra emissioni ed assorbimenti;
- Informazione e sensibilizzazione sulla strategia regionale legata al Protocollo di
Kyoto e promuovere, quindi, un sistema partecipativo diretto alla definizione di un
modello di gestione e valorizzazione del territorio coordinandosi anche con i
programmi di Agenda 21 e le politiche di sviluppo sostenibile;
- Fornire un supporto alla definizione delle politiche regionali per il raggiungimento
degli obiettivi di riduzione delle emissioni.

IRSE (Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissione in aria ambiente) -La
programmazione e la pianificazione regionale deve disporre di adeguati strumenti
conoscitivi e di valutazione dello stato della qualità dell’aria e delle origini
dell’inquinamento a supporto delle scelte e delle decisioni di prevenzione e di risanamento.
A tal fine l’Amministrazione Regionale si è dotata di strumenti operativi che consentono di
tenere sotto controllo la qualità dell’aria e le sorgenti di emissione di sostanze inquinanti
su tutto il territorio della Regione fornendo un supporto decisionale alla pianificazione
territoriale complessiva (Piano di indirizzo territoriale regionale; Piani territoriali di
coordinamento territoriale, Piani regolatori generali, Piani urbani del traffico, Piani settore).
La Regione Toscana aveva già previsto con la L.R. n.33/94 l’istituzione di un sistema di
rilevamento della qualità dell’aria basato su criteri ed indirizzi tecnici e gestionali contenuti
in un Piano regionale (Deliberazione della Giunta Regionale 12 aprile 1999, n. 381) che
deve fornire una informazione valida e rappresentativa sui livelli di inquinamento
atmosferico, sui trend dei medesimi nel corso degli anni e sull’effetto delle azioni di
risanamento.
Altro strumento conoscitivo preliminare e fondamentale sia per la valutazione che per la
gestione della qualità dell’aria, è l’inventario delle sorgenti di emissione; infatti un
inventario ben progettato e realizzato permette di fornire risposte alle fondamentali
domande: chi inquina, dove si inquina, quanto si inquina e come si inquina. Insieme ad
una raccolta ordinata e completa di informazioni e dati territoriali ( ad es. uso dei suoli),
produttivi, di distribuzione della popolazione, geomorfologici, meteoclimatici, naturalistici,
paesaggistici ed artistici, l’inventario costituisce uno strumento indispensabile e funzionale
alla gestione della qualità dell’aria ambiente.
Un inventario delle emissioni è definibile come una serie organizzata, dettagliata ed
aggiornata di dati ed informazioni relativi alla quantità di sostanze inquinanti introdotte in
atmosfera da attività antropiche e naturali ed alle modalità d’emissione, con riferimento ad
una specifica attività, ad una determinata area e ad uno specifico periodo temporale,
mentre il censimento delle emissioni è l’attività di raccolta di tali dati e informazioni.
Tale inventario dovrà essere un punto di riferimento per:
- Province e Comuni che potranno utilizzare i dati relativi al proprio territorio per la
predisposizione/gestione dei P.T.C. e dei P.S. ( gestione della L.R.n.5/95 ) nel
rispetto del Piano di Indirizzo Territoriale nei confronti del quale l’inventario, i suoi

aggiornamenti e le valutazioni di previsione per gli scenari successivi costituiscono
un supporto alla pianificazione territoriale regionale.
- Per i Comuni per la valutazione preliminare (e non) della qualità dell’aria ai sensi del
decreto n.163/99, della legge regionale n.63/98 e della Deliberazione della Giunta
Regionale attuativa n.553 del 17 maggio 1999; la conoscenza dettagliata delle
sorgenti di emissione (disaggregazione spaziale, temporale e per attività) che
l’inventario fornisce può essere utilizzata dai comuni (identificati dagli atti regionali
citati come zone a rischio di inquinamento atmosferico), come tecnica
integrativa/sostitutiva delle misurazioni della qualità dell’aria ottenute dalle reti di
rilevamento e come ulteriore strumento di pianificazione locale per la
predisposizione dei Piani - Urbani del Traffico e per la gestione della mobilità in
generale.
- la Regione per la gestione della qualità dell’aria ambiente tramite la sua
programmazione e
- pianificazione; l’inventario permette infatti l’individuazione delle sorgenti
maggiormente responsabili delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera e
delle aree interessate e costituisce quindi un indirizzo per la scelta delle priorità di
intervento anche grazie alla possibilità di prevedere scenari futuri in funzione
dell’adozione di strumenti normativi, regolamentari e dell’implementazione virtuale
di tecnologie a minor impatto ambientale nei vari settori individuati (trasporti,
attività produttive, efficienza energetica, etc.)
- la creazione dell’inventario integrato delle emissioni di impianti industriali nell’aria,
nelle acque e nel suolo ai sensi dell’art. 10 del D.Lgs n.372 del 4 agosto 1999
sull’attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione
integrate dell’inquinamento; gli sviluppi futuri del quadro normativo introdotto dal
D.Lgs. comporteranno oneri non indifferenti per le amministrazioni pubbliche
coinvolte che dovranno predisporre per le diverse matrici ambientali strumenti
idonei, come l’inventario delle emissioni in atmosfera, alla gestione delle
autorizzazioni integrate ambientali.
PATOS -Il Progetto Regionale PATOS (Particolato Atmosferico in TOScana) è svolto in
collaborazione con ARPAT, Università di Firenze, Università di Pisa, LaMMa, Techne
Consulting ed Istituto Superiore di Sanità); lo scopo è fornire elementi conoscitivi, affidabili
e scientificamente rigorosi sia sulla distribuzione spaziale del livello di concentrazione del
PM10, in particolare nelle zone della Toscana dove si sono verificati vari superamenti dei
parametri previsti dalla normativa; sia sulla composizione e l’origine del particolato
(sostanze inorganiche ed organiche, natura primaria, secondaria, e terziaria, entità e
natura dei contributi naturali, identificazioni delle sorgenti, rischio igienico – sanitario).

Gli obbiettivi di questa attività sono quelli della caratterizzazione dell’inquinante PM10 in
base alle misure prodotte dalla rete di monitoraggio in Toscana. In Toscana sono presenti
decine di centraline di monitoraggio per la misurazione della concentrazione di PM10
ubicate sia in aree urbane, sia in aree industriali e in aree rurali. Particolare attenzione
sarà data all’individuazione di aree omogenee o particolari che verrà effettuata tramite la
determinazione delle variazioni temporale e spaziale dei valori di concentrazione del PM10
e degli altri inquinanti gassosi (CO, NOx, NO2, SO2, e O3). Tutti questi dati saranno
disponibili in rete e saranno organizzati in schemi, tabelle, grafici, e sarà costruita una
cartografia digitale dell’intero territorio regionale.
Servizio geografico Regionale - Il Servizio Geografico Regionale garantisce la
realizzazione, gestione e diffusione dell’Informazione Geografica: dati e servizi rivolti a
cittadini, professionisti, enti e imprese, conoscenza e documentazione del territorio come
base per l’elaborazione degli strumenti di programmazione, pianificazione, governo.
“Nell’ambito del sistema informativo geografico regionale si provvede all’organizzazione
dell’informazione geografica, all’aggiornamento di essa e alla sua diffusione”. “Per
informazione geografica si intende il complesso delle informazioni, localizzate
geograficamente, relative ai fenomeni naturali e antropici, con particolare riferimento a
quelle che costituiscono l’insieme delle conoscenze inerenti lo stato di fatto e di diritto del
territorio e delle risorse” (art. 28 L.R. 1/05).
La maggior parte dei prodotti sono organizzati in banche dati accessibili con applicazioni
web-gis. Il repertorio di base è costituito dai seguenti prodotti:
- basi informative topografiche
- cartografia derivata
- ortofotocarte
- riprese aeree e satellitari
- cartografia storica
- standard e regole tecniche per la produzione di archivi georiferiti
Il repertorio di base è affiancato e completato da un atlante di informazioni tematiche
sulle risorse essenziali del nostro territorio che ha come oggetto:
- aree protette
- beni culturali
- confini

- natura
- sentieri
- strade e indirizzi
In questo quadro il Servizio Geografico, in coerenza con gli indirizzi nazionali e comunitari
in tema di informazione geografica, partecipa e coordina progetti europei e nazionali,
coinvolgendo gli enti locali del territorio, nell’ambito dei sistemi di e-government.
GEOSIGMA -Il Progetto si rivolge ai Comuni per erogare, ai cittadini e ai professionisti,
servizi finali come: piani strutturali e regolamenti ubanistici, ici, tarsu, cdu. Il progetto
GEOSIGMA è in fase di definizione per essere presentato al CNIPA in risposta al bando
nazionale di Riuso.
INTERGEO -E’ un progetto cofinanziato dal Ministero per l’Innovazione Tecnologica nel
quadro di sviluppo dell’Egovernment e del piano E-Toscana - Rete Telematica Regione
Toscana. Il progetto, coordinato con gli interventi della misura FESR 2.8.1, ha l’obiettivo di
mettere a disposizione dei cittadini, dei professionisti e loro associazioni, delle imprese e
dei tecnici degli Enti locali che operano sul territorio, strumenti conoscitivi geografici di alto
livello, redatti con logica unica per l’intero territorio regionale.
Tale obiettivo si colloca nel quadro della realizzazione di un sistema di archivi integrato e
accessibile via web, consentendo, a partire da un medesimo database, l’utilizzo dei dati
geografici per funzioni diversificate.
Il progetto sviluppa e rende operativo un sistema di accesso integrato fra le banche dati
geografiche ed i quadri conoscitivi informatizzati sulla pianificazione territoriale ed
urbanistica gestiti dai diversi soggetti competenti (Regione, Province, Comuni) al fine di
fornire una visione unitaria della situazione esistente riguardo a vincoli, infrastrutture,
attività produttive, destinazioni urbanistiche e d’uso.
Viene quindi realizzato, tra gli Enti aderenti al progetto, un sistema di procedure unificato
in grado di offrire un servizio rispondente alla domanda dell’utenza interna alle
amministrazioni così come a quella esterna, costituita da cittadini, imprese, associazioni
professionali.
ITER.NET -Il progetto Iter.net vuole realizzare una rete di cooperazione diffusa su tutto il
territorio regionale, capace di gestire (integrazione ed aggiornamento) nel tempo gli strati
informativi STRADARIO, GRAFO STRADE, INDIRIZZARIO, attualmente presenti presso la
banca dati del Servizio Geografico Regionale.

Avendo già realizzato una prima versione dell'archivio toponomastica viaria, del grafo
regionale delle strade e dell'archivio dei numeri civici, la Regione Toscana intende
continuare nel lavoro di integrazione ed aggiornamento delle informazioni in essi presenti.
SIGMATER -Il progetto vede coinvolti 25 enti tra Regioni, Provincie, Comuni, Comunità
Montane, ed è scaturito dall’esigenza di integrare i dati geografico - territoriali con quelli
catastali, in parallelo al decentramento delle funzioni così come previsto dalla L. n°59 del
1997 e dal D.lgs n°112 del 31/03/1998. Il progetto è stato approvato dal Dipartimento per
l’Innovazione e le Tecnologie nell’ambito dell’attuazione del Piano Nazionale di e-
governement, ed è operativo dal Maggio 2003.
Gli scopi e le implicazioni di SIGMATER sono molteplici; il principale è la costituzione di un
canale informatico permanente, che consenta l’interscambio e l’integrazione delle
informazioni catastali tra l’Agenzia del Territorio e le Amministrazioni al fine di ottenere
dati catastali aggiornati, affidabili ed integrabili con tutte le altre informazioni territoriali. E'
così possibile implementare un elevato numero di servizi quali la gestione e il rilascio di
certificazioni di destinazione urbanistica, la gestione di ICI e TARSU, il recupero,
l’allineamento e la condivisione fra uffici delle informazioni, l’anagrafe edilizia e
toponomastica integrata per la gestione, il controllo e la pianificazione territoriale, la
realizzazione di strumenti per la gestione di vincoli urbanistici, il demanio idrico e la
gestione pratiche edilizie. Tutto il materiale è disponibile sul sito www.geografia.toscana.it.
Servizio idrologico regionale -Le attività del Servizio idrologico regionale sono
sinteticamente riassumibili in:
- Rilevamento ed elaborazione di dati termometrici e pluviometrici
- Misure relative al regime delle acque superficiali (altezze idrometriche e portate) e
sotterranee (freatimetria)
- Misure torbiometriche
- Misure mareografiche
- Determinazione degli elementi relativi alla morfologia dei bacini imbriferi (aree dei
bacini, loro distribuzione altimetrica etc.)
- Determinazione degli elementi morfologici dei corsi d'acqua (profilo longitudinale e
sezioni trasversali)
- Monitoraggio in tempo reale dei principali fiumi italiani
- Rilascio di pareri e consulenze.
Tutto il materiale è disponibile sul sito www.cfr.toscana.it

Servizio Geologico Regione Toscana (S. G. R. T.) - L’obiettivo del S.G.R.T. è quello di
garantire il rilevamento delle informazioni sul sistema Suolo-Sottosuolo e la loro
disponibilità su supporti operativi efficienti. Le priorità individuate nei precedenti PRAA
hanno caratterizzato il programma di lavoro definendo la sequenza delle azioni principali
del servizio:
- (Carta) BD Geologia.
- (Carta) BD Frane.
- (Carta) BD Sottosuolo e Risorsa Idrica.
- (Carta) BD Pedologia.
Le prime due banche dati sono già realizzate a completa copertura regionale in varie
scale e in veste pressoché definitiva (anche se in costante miglioramento e
aggiornamento) mentre per le altre sono disponibili i progetti di realizzazione e alcuni
localizzati prototipi.
Il costante rapporto con gli utilizzatori e i centri di Ricerca (Università Toscane. CNR-IGG,
LaMMA, LaMMACRES) hanno consentito da una parte di sviluppare prodotti collegati
dall’altra metodologie di rilevamento e diffusione originali e innovative in questo
senso di rilievo quanto relativo al rilevamento della Carta Pedologica e alla Diffusione
tramite rete internet.
Tra i ‘prodotti collegati’ significativi (disponibili in rete) sono:
- Le BD Derivate (Litologica, Litotecnica, Permeabilità e Geomorfologia).
- La BD Miniere.
Il programma prevede ora di concentrare le azioni sullo sviluppo della BD Sottosuolo e
Risorsa Idrica e sulla (Carta) BD Pedologia. Tutto il materiale è disponibile in rete
www.regione.toscana.it/geologia.
IRPET (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana) -L’istituto ha da
qualche tempo indirizzato la propria attività verso nuovi campi di ricerca riguardanti le
caratteristiche dell'ambiente e le politiche di salvaguardia del territorio, nonché la
descrizione dei molteplici indicatori che mostrano il benessere di chi vive in Toscana.

Il Progetto TOSCANA 2020 - Il progetto nasce come risposta all’esigenza di
tratteggiare gli scenari della Regione ben oltre la stretta contingenza, di provare a
disegnare quello che sarà, in base ad alcuni indicatori e tendenze già in atto, il futuro della
Toscana. Un capitolo importante è quello dedicato al rapporto tra economia ed ambiente:
la sostenibilità dello sviluppo, gli effetti dell’attività socio-economica sull’ambiente, le
tendenze recenti e gli scenari futuri delle principali pressioni ambientali.
NAMEA - La NAMEA (National Accounting Matrix including Environmental Accounts:
matrice di conti economici nazionali integrata con conti ambientali) è un sistema contabile
che rappresenta l’interazione tra economia e ambiente, coerentemente con la logica della
contabilità nazionale e in modo tale da assicurare la confrontabilità dei dati economici e
sociali, espressi in termini monetari, con quelli relativi alle sollecitazioni che le attività
umane esercitano sull’ambiente naturale, espressi in termini fisici.
L’ IRPET ha realizzato la matrice NAMEA per la Toscana con riferimento all’anno 2000,
l’unica matrice del genere predisposta su scala regionale, all'interno della quale sono
contenuti dati su prelievi di risorse naturali vergini ed emissioni in atmosfera.
ARSIA (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore
Agricoloforestale) - L’ARSIA opera come strumento tecnico per la promozione ed il
trasferimento di innovazione tecnica e tecnologica finalizzata al raggiungimento degli
obiettivi della politica regionale in materia di sviluppo sostenibile.
L’agenzia si pone nei confronti del mondo agricolo regionale come lo strumento tecnico
operativo in grado di attivare le iniziative per proporre il necessario supporto all’evoluzione
dello sviluppo economico, della crescita culturale e professionale di tutta l’agricoltura
toscana.
RE.NA.TO. - A partire dal 2000 la Regione Toscana ha promosso la realizzazione di uno
strumento articolato di
conoscenza, specificatamente legato alla conservazione, detto RE.NA.TO. (Repertorio
Naturalistico
Toscano). Il progetto, avviato dall’ARSIA a seguito di richiesta e finanziamento
dell’Assessorato all’Ambiente, è stato realizzato dal Museo di Storia naturale dell’Università
di Firenze, Pisa e della società NEMO ed è stato verificato e collaudato nei suoi elaborati
finali.

RE.NA.TO. è oggi un archivio georeferenziato in cui è riportata la situazione di tutte le
specie vegetali ed animali di interesse conservazionistico presenti in Toscana, con le
rispettive presenze nei vari ambiti territoriali ed i relativi livelli di criticità. Tale archivio è in
fase di costante aggiornamento e costituisce uno strumento basilare per mettere in pratica
in modo efficace corrette e mirate politiche di intervento per la conservazione delle specie
e degli habitat a rischio nei territori interessati, per valutare la compatibilità di piani e
progetti per la gestione e sviluppo del territorio, per svolgere politiche attive di gestione
rivolte alla salvaguardia della biodiversità.
ARS (Agenzia Regionale di Sanità) - L'Agenzia Regionale di Sanità (ARS) della
Toscana è ente strumentale della Regione Toscana, con funzioni di supporto e consulenza
tecnico scientifica al Consiglio e alla Giunta regionale in materia di organizzazione e
programmazione sanitaria.
Attraverso la propria attività l’ARS toscana si propone di fornire informazioni e strumenti a
supporto della programmazione regionale, dei processi decisionali e di rinnovamento
organizzativo di livello sia regionale che locale, dell’attività professionale degli operatori
sanitari, promuovendo il continuo miglioramento della salute e della qualità degli interventi
di prevenzione e dell’assistenza sanitaria per i cittadini della Regione. L’ARS Toscana
fornisce analisi, proposte, valutazioni che hanno come oggetto lo stato di salute dei
cittadini e la qualità degli interventi e dei servizi sanitari.
Il ParsIS è un portale che permette il rapido accesso a un set di indicatori costruiti con
la finalità di contribuire a descrivere lo stato di salute della popolazione. A garanzia della
completezza e della qualità dei dati tali indicatori sono calcolati a partire da flussi
informativi sanitari correnti e sono elaborati in maniera tale da rendere possibili confronti
spaziali e temporali all’internodella Regione Toscana.
L’utente oltre che agli indicatori opportunamente selezionati può accedere anche a grafici
e mappe che possono facilitare la lettura di alcuni fenomeni. Lo sforzo di fornire accanto
agli indicatori una adeguata documentazione ne garantisce inoltre la riproducibilità e
l’utilizzo anche in ambiti diversi.
ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse) - L'Agenzia Regione Recupero Risorse
(ARRR), costituita per volontà della Regione Toscana in forma di società per azioni,
annovera tra i suoi soci le aziende pubbliche di igiene urbana della Toscana, le Camere di
Commercio, le associazioni economiche di categoria della regione ed il partner Ecocerved.

La forma tipica della società per azioni mista a prevalente capitale pubblico, ha consentito
all’ARRR di qualificarsi come luogo privilegiato di incontro tra finalità pubbliche di interesse
generale e scopi imprenditoriali legati allo sviluppo del settore del recupero e riciclaggio.
La Regione Toscana ha affidato all'Agenzia uno specifico ruolo strategico nell'ambito della
riorganizzazione delle politiche territoriali di gestione dei rifiuti.
Le nuove strategie indicate dalla legislazione di riforma sui rifiuti (prevenzione, riduzione,
raccolta differenziata, massimo recupero e riciclaggio), responsabilizzano gli operatori
economici e li indirizzano ad una efficace cooperazione con le autorità pubbliche secondo il
principio della condivisione delle responsabilità nella gestione dell'intero ciclo del rifiuto.
In questa prospettiva l'ARRR ha un ruolo consolidato di soggetto intermedio, capace di
fornire servizi tecnici e di ricerca lungo l'intera filiera del recupero e del riciclaggio anche
promuovendo e coordinando interventi ed azioni a carattere organizzativo, logistico ed
industriale.
Sportello Informambiente - L’Agenzia gestisce i servizi per la raccolta, elaborazione e
divulgazione dei dati e le informazioni inerenti le politiche di prevenzione e riduzione dei
rifiuti, raccolte differenziate, recupero e riciclaggio, corretta gestione finale dei rifiuti
urbani e speciali.
Osservatorio regionale dei rifiuti - L’Agenzia ha il compito di organizzare, con
particolare riferimento alla produzione e gestione dei rifiuti urbani, dei rifiuti di imballaggio
e dei rifiuti speciali anche pericolosi, al fine di aggiornare il quadro conoscitivo regionale e
approntare il supporto informativo alle politiche regionali in materia di gestione dei rifiuti.
Sistema Informativo Statistico Regionale - Il Programma statistico regionale, indica
come obiettivo prioritario la finalizzazione delle attività statistiche al soddisfacimento delle
esigenze informative della Regione, da perseguirsi attraverso una migliore utilizzazione del
patrimonio statistico esistente e degli archivi amministrativi, la loro riorganizzazione in una
logica di sistema informativo, il miglioramento della qualità dei prodotti statistici e della
loro diffusione.
Gli stessi temi sono oggetto di attenzione, nell’ambito del Progetto di Sistema informativo
statistico che ha come obiettivo quello di intervenire per l’organizzazione, la
sistematizzazione e l’integrazione delle basi dati statistiche, attraverso interventi modulari
ed incrementali.

In particolare:
1. Organizzare secondo una logica di sistema informativo le informazioni statistiche
esistenti per i
- diversi settori e ambiti di competenza/interesse regionale e di dati di scenario
relativi agli aspetti
- demografici, sociali, economici e territoriali.
- Le “informazioni statistiche esistenti” a cui si fa riferimento sono quelle derivanti:
- dal sistema statistico nazionale e comunitario
- dall’utilizzo a fini statistici degli archivi amministrativi e gestionali della Regione
Toscana (uffici
- ed enti regionali), nonché di altri enti e amministrazioni sul territorio regionale
- da indagini e flussi informativi espressamente realizzati per iniziativa regionale (sia
direttamente,
- sia avvalendosi di altri soggetti) e validati secondo criteri e metodologie della
statistica ufficiale.
2. Progettare e realizzare adeguate modalità di accesso alle informazioni statistiche,
differenziate
- secondo le tipologie di utilizzatori, compresa la diffusione mediante il sito internet
della Regione.
Nell’ambito dell’attività di sistematizzazione e diffusione delle banche dati statistiche, il
settore Statistica ha realizzato alcuni prodotti relativi ad informazioni generali di contesto
che costituiscono il primo nucleo del Sistema informativo statistico.
Tali prodotti sono:
Datamart della demografia: serie storica dei dati sulla popolazione della
Toscana, relativa agli
ultimi 10 anni, per sesso ed età, bilancio demografico e previsioni demografiche
Datamart del turismo: dati relativi al movimento turistico in Toscana degli ultimi
10 anni
Datamart delle abitazioni: dati relativi al patrimonio abitativo toscano come
risulta dal 14°
censimento della popolazione e delle abitazioni 2001;
Datamart registro imprese: dati delle imprese toscane (ultimi 5 anni).

Sono inoltre disponibili nel sito “Toscana in cifre” tabelle statistiche di sintesi sui principali
temi di interesse dell’Amministrazione regionale e della società toscana e le pubblicazioni
della collana “Informazioni Statistiche”.
Cruscotto di Governo per il sistema direzionale delle politiche ambientali - A
partire dalla elaborazione del rapporto Segnali Ambientali 2001, si è avviata la
realizzazione di una base dati informativa sintetica contenente gli indicatori ed i dati
estratti dal SIRA (Sistema Informativo Regionale dell’Ambiente), dal SIT (Sistema
Informativo Territoriale) o da altre fonte informative che, disaggregate per Comune e con
serie storiche significative, costituiscono uno strumento di diretto supporto alla
programmazione.
Il Progetto condotto dal Settore Sistema Informativo Regionale e realizzato in
cooperazione con il Settore Controllo Strategico e di Gestione, il Settore Statistica e
l’ARPAT-SIRA si inquadra nell’ambito delle iniziative del sistema informativo regionale
aventi come obiettivi la valorizzazione delle informazioni disponibili e la costruzione di
sistemi informativi direzionali.
Per il sistema direzionale delle politiche ambientali, il progetto ha portato alla definizione di
cinque cruscotti di governo:
1. Rifiuti - urbani e speciali
2. Gestione qualità dell’aria
3. Tutela delle acque costiere
4. Clima e cambiamenti climatici
5. Acque interne.
Il contenuto di ogni cruscotto è organizzato in “Sezioni” e “Sottosezioni”. Scelta la sezione
di interesse, si procede alla scelta della sotto-sezione su cui si vogliono ottenere
informazioni e quindi alla selezione dell’indicatore (o degli indicatori) che sintetizza i dati
relativi al problema oggetto di studio. Per ogni cruscotto è disponibile una descrizione
sintetica degli indicatori che si possono visualizzare.
Ogni “Sezione” è strutturata secondo il modello DPSIR: Driving forces (Determinanti),
Pressures (Pressioni), State (Stato), Impacts (Impatti-Risposte), Responses).
Il modello DPSIR “evidenzia l’esistenza, ‘a monte’, di forze motrici, o fattori di pressione, o
determinanti,consistenti nelle attività e processi antropici che danno origine alle pressioni
sull’ambiente naturale; queste ultime rappresentano le sollecitazioni dirette del sistema

antropico (ad esempio in termini di emissioni di sostanze inquinanti) e costituiscono in
linea generale una causa di danno all’ambiente, anche se non sempre di intensità tale da
superare immediatamente le capacità rigenerative della natura. ‘A valle’ delle pressioni si
osserva lo stato della natura, che si modifica in seguito alle sollecitazioni umane a tutti i
livelli, da quello microscopico a quello planetario. Il modificarsi dello stato della natura
comporta impatti sul sistema antropico, chiudendosi in tal modo un primo circuito di
causalità con la retroazione negativa dello sviluppo su sé stesso attraverso il
deterioramento dell’ambiente naturale che lo sostiene. Il sistema antropico, di fronte a tale
retroazione negativa, reagisce ponendo in essere risposte dirette sia alle cause immediate
degli impatti (i cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più profonde, risalendo ‘a
monte’ fino alle pressioni stesse ed ai fattori che le generano. Il cerchio così si chiude
nuovamente, con la retroazione consapevole della società alle conseguenze negative del
suo stesso sviluppo”. Il modello DPSIR costituisce dunque lo schema analitico di
riferimento seguito per ricostruire il circuito dell’interazione tra economia ed ambiente.
I cruscotti di governo sono il risultato di una progressiva integrazione delle basi
conoscitive, degli indicatori e quindi del monitoraggio degli interventi di politica regionale.
La disponibilità di tale strumento permette un’analisi dettagliata delle fonti statistiche
esistenti, l’individuazione degli obiettivi delle politiche regionali e dei relativi indicatori per
ciascuna area tematica e, laddove le informazioni a disposizione lo permettono, una
articolazione territoriale dei dati a livello sub-regionale e la costruzione di serie storiche.
Il progetto di creare un cruscotto per il sistema direzionale delle politiche ambientali è nato
contestualmente all’idea di redigere il rapporto annuale Segnali Ambientali in Toscana, a
cui pertanto è direttamente legato: l’aggiornamento del primo costituisce la base
conoscitiva per la stesura dell’altro e viceversa. Come in Segnali Ambientali in Toscana gli
indicatori utilizzati sono classificati sia in base allo schema concettuale del modello DPSIR
sia per area tematica (un cruscotto per ogni area tematica). Tale schema di classificazione
degli indicatori ambientali, proposto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), è
largamente utilizzato a livello internazionale, cosa che rende le informazioni dei cruscotti
facilmente comparabili con i dati a livello Europeo.
I cruscotti di governo rispondono dunque all’esigenza, sempre più pressante, di facilitare,
semplificare e standardizzare la comunicazione ambientale verso i decision-maker, pubblici
e privati; mettendo a disposizione indicatori il cui il compito è quello di fornire
informazioni, supportare lo sviluppo delle strategie e la scelta delle priorità, individuando i
fattori chiave che causano pressione sull’ambiente, e monitorare gli effetti di ritorno delle
strategie.

3.5 Strumenti volontari
Le certificazioni ambientali - Dell’importanza delle certificazioni ambientali (norma ISO
14001, Regolamento comunitario EMAS per i sistemi di gestione ambientale, Regolamento
comunitario ECOLABEL per l’etichettatura di qualità) è già stato detto in precedenza nel
Capitolo dedicato all’integrazione. Si conferma l’importanza di promuovere tali strumenti
volontari per quanto possibile. Il progetto “Distretto Salviano” per promuovere la
sostenibilità ambientale delle attività produttive presenti può costituire una buona
occasione per l’attivazione di un percorso che tenda alla certificazione ambientale di
distretto. Importante è comunque attivare l’iniziativa anche con obiettivi meno ambiziosi
(bilancio energetico, individuazione degli interventi, attivazione di percorsi incentivanti
finalizzati all’attuazione degli interventi) ma che comunque possono aprire le porte alla
complessiva certificazione di qualità ambientale.
Gli Accordi di Programma - Il ricorso ad accordi volontari per promuovere e costruire
interventi desiderati è stato utilizzato in varie occasioni (inquinamento atmosferico con
Regione Toscana, inquinamento elettromagnetico con i gestori della telefonia cellulare,
problematica delle terre di escavo con Associazione Industriali, ecc.). Relativamente agli
Accordi volontari, nell’anno 2009 e seguenti dovrà essere attentamente valutato:
• Attuazione di interventi previsti nell’Accordo “Atlante” (già sottoscritto con
Confindustria) per la gestione delle terre di escavo
• Individuazione di misure ed interventi (quali aggiornamento del PAC) da
concordare con la Regione Toscana nell’ambito dell’Accordo PM10 già sottoscritto
• La bozza di accordo relativa al Sito di interesse nazionale da bonificare (SIN)
proposto recentemente dal Ministero dell’Ambiente
• Sottoscrizione di specifico atto per il progetto Gorgona relativo all’uso sostenibile
delle risorse naturali ed alla promozione di energia da fonte rinnovabile.
Agenda XXI Locale - Dell’importanza dello strumento di Agenda XXI locale già è stato
detto in precedenza nel Capitolo dedicato agli Strumenti di Governance. Definita, nella più
conosciuta visione, come una guida allo sviluppo socialmente, economicamente ed
ecologicamente sostenibile, viene individuata da ICLEI come “un quadro di insieme
finalizzato a fornire servizi in una visione di lunga prospettiva”.

Le Agende XXI sono strutturate come documenti complessi di analisi territoriale, sociale,
ambientale ed economica partendo da dati conosciuti e valutando la sostenibilità degli
interventi in un percorso ciclico che aggiorna i dati di partenza e le azioni necessarie
individuate n maniera condivisa.
Lo strumento di Agenda XXI locale è stato usato in varie esperienze: Il progetto di
educazione Ambientale relativo all’Isola di Gorgona utilizzò tale strumento con l’attivazione
di un tavolo tecnico al quale parteciparono tutte le scuole superiori della città, oltre agli
altri attori interessati (Direzione Casa di Reclusione, Comune, Ministero di Grazia e
Giustizia, ecc.).
Più recentemente lo strumento è stato utilizzato per l’iniziativa “CostAmbiente”, iniziativa
attivata con un questionario distribuito a moltissimi cittadini, sviluppato con tavoli di
concertazione e ultimato con il Piano d’Azione “Ossi di Triglia” che individua azioni ed
interventi per migliorare la fruizione della nostra costa.
Anche il Progetto comunitario Simpyc, concordato tra i Comuni e le Autorità Portuali di
Livorno, Valencia e Tolone si è avvalso dello strumento con la condivisione di azioni di
monitoraggio, Indicatori e resa dei dati relativi all’indagine sviluppata nell’area di confine
porto-città.
L’approccio di Agenda XXI locale dovrà esser presente in tutte le iniziative ed interventi di
rilievo dei prossimi anni: dal proseguo degli interventi sulla costa, al dialogo con le
Circoscrizioni, alla pianificazione ed alla programmazione territoriali per le quali, dovranno
essere comunque attivati strumenti normativi di recente emanazione quale la valutazione
strategica integrata di piani e programmi.
3.6 Valutazione ambientale
I criteri di carattere generale finalizzati alla tutela dell’ambiente sono ben enunciati dal
Trattato dell’Unione Europea (art. 174) e dal Trattato costutizionale:
• Principio “chi inquina paga”, la semplicità della formula lo rende il più noto
all’opinione pubblica. Costituisce la base dell’imposizione di tasse ambientali a
partire dalla Direttiva 75/442 in materia di rifiuti che utilizza il principio come
strumento di imputazione dei costi di gestione.
• Principio di precauzione, introdotto dalla Dichiarazione di Rio del 1992 (art. 15):
“Al fine di proteggere l’ambiente, gli Stati applicheranno largamente, secondo le

loro capacità, il metodo precauzionale. In casi di rischio di danno grave o
irreversibile, l’assenza di certezza scientifica assoluta non deve servire da pretesto
per rinviare l’adozione di misure adeguate ed effettive anche in rapportai costi,
dirette a prevenire il degrado ambientale”
• Principio di prevenzione, mira a limitare rischi oggettivi e provati (a differenza
della precauzione che si applica a pericoli potenziali, non ancora ben identificati
• Principio di correzione, strettamente legato ai principi di precauzione e
prevenzione è anch’esso finalizzato ad evitare e prevenire gravi danni all’ambiente.
In particolare, qualora i danni non siano stati evitati mediante il ricorso agli altri
principi, può essere invocato detto principio nel tentativo di contrastare i danni il più
possibile vicino alla fonte, prima che gli effetti siano amplificati.
• Principio di integrazione, evidenzia la necessità dell’approccio integrato con i
diversi aspetti (in particolare sociale ed economico) proprio del concetto di sviluppo
sostenibile.
La valutazione ambientale è intimamente connessa con due dei cinque principi: con il
principio della prevenzione e quello d’integrazione.
In questo capitolo intendiamo riferirci a tutte quelle procedure che, per effetto della
normativa comunitaria, nazionale e regionale comportano una valutazione in termini
ambientali di progetti riferiti sia ad opere che a piani e programmi.
In particolare si individuano:
• Procedura di verifica e di valutazione di impatto ambientale (VIA) per le
opere previste dalla normativa
• Procedura di valutazione integrata strategica per piani e programmi (Dir.
2001/42/CE e regolamento regionale del 2007)
• Procedura IPPC (parere di competenza del Comune da rilasciare nell’ambito
della Conferenza dei Servizi dell’Autorità competente relativamente al rilascio
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)
Mentre la procedura VIA risulta consolidata e numerose sono le esperienze realizzate nel
corso degli anni, la valutazione Integrata e la procedura IPPC, per la recente
emanazione delle relative norme di riferimento, sono state finora poco sperimentate.

Quanto e comunque entro i primi mesi del 2009 dovrà essere messo a punto un lavoro
che individui con chiarezza il nucleo di valutazione (composto da rappresentanti degli Uffici
Ambiente, Urbanistica, Edilizia Privata, ecc.) le procedure, la tempistica.
3.7 Comunicazione ed Informazione
Dalla Legge 241/1990 sulla trasparenza e l’accesso nella Pubblica Amministrazione la
normativa di riferimento in materia di comunicazione ed informazione ai cittadini si è
successivamente arricchita di nuovi disposti: le leggi 59/1997 e 127/1997 che hanno
sancito il principio dell’informazione e della partecipazione degli utenti, la legge 150/2000
che disciplina le attività di informazione e di comunicazione delle Amministrazioni
pubbliche, corredata dal successivo regolamento d’attuazione (D.P.R. 422/2001), sino alla
Legge 108/2001 che ha ratificato la Convenzione di Aarhus relativa all’accesso
all’informazione, alla partecipazione del pubblico al processo decisionale e all’accesso alla
giustizia in materia ambientale.
Il primo obiettivo della comunicazione in campo ambientale è quello di modificare in modo
duraturo atteggiamenti e comportamenti verso l’ambiente, cercando di orientare l’opinione
pubblica alla sostenibilità.
Risulta pertanto necessario costruire un flusso comunicativo continuo, evitando un’attività
fondata su eventi sporadici, emergenziali e non coordinati ponendo invece l’attenzione su
una comunicazione utile e continua.
La comunicazione ambientale deve essere mirata e rivolta al pubblico più interessato dalla
sua attuazione; essa non è un optional ma una necessità.
Sino ad oggi l’Ufficio Ambiente ha destinato notevoli risorse umane a questo tema,
ponendo particolare attenzione alla preparazione delle Conferenze Stampa ed individuando
specifiche azioni di comunicazione: organizzazione di giornate di studi e convegni,
materiali editoriali di varia natura (Collana dei Quaderni dell’Ambiente, poster, locandine,
ecc.).
Nel corso del 2008 particolare impegno ha richiesto l’iniziativa “M’Illumino di meno” che ha
comportato vari incontri con i cittadini (presso il Palazzo Comunale e presso le cinque
Circoscrizioni) duranti i quali tecnici dell’Ufficio hanno illustrato temi relativi alle fonti di
energia rinnovabili e distribuito prodotti “ecologici” (sacchetti in cotone ad uso alternativo
di quelli in plastica, lampadine a basso consumo, ecc.)

In considerazione dell’importanza che la tematica riveste, proprio come espressione della
politica, si rende necessario la predisposizione di un vero e proprio piano di comunicazione
in campo ambientale basato sulle priorità ambientali (i quattro macrobiettivi già
individuati e descritti) e che tenga conto delle vere esigenze dei cittadini. Gli esposti
pervenuti, al di là del fatto che necessitano comunque di una puntuale risposta, devono
costituire materiale di attenta osservazione per indirizzare la comunicazione in termini di
modalità e tempistica.
Dovrà pertanto essere rafforzato il rapporto collaborativo con l’Ufficio Editoria e
Comunicazione e consolidato quello con l’Ufficio Stampa.
A nostro parere, comunque, i rapporti collaborativi non possono bastare all’attuazione di
un adeguato Piano di comunicazione. All’interno dell’Ufficio Ambiente mancano
professionalità specifiche e le esistenti hanno carichi di lavoro troppo elevati per potersi
dedicare, previo necessario aggiornamento professionale, con costanza e continuità, come
invece è richiesto per lo svolgimento delle attività relative all’attuazione di un adeguato ed
efficace Piano di comunicazione.
Per i motivi sopra espressi si ritiene dover individuare nel Dipartimento Scienze Sociali –
Laboratorio di Ricerca – Università degli Studi di Pisa il soggetto particolarmente titolato
per predisporre un progetto di Osservatorio Ambientale Comunale. Questa nuova attività
ha come finalità la costruzione di un sistema di regolazione e gestione dei conflitti
ambientali attraverso la strutturazione di piani di comunicazione ed informazione rivolti ai
diversi portatori di interessi coinvolti a vario titolo nella governance ambientale del nostro
territorio.
3.8 Educazione ambientale e consumo sostenibile
Le principali azioni di educazione ambientale hanno quali obiettivi prioritari:
• L’insegnamento dell’ecologia e la diffusione dei principi fondativi di tale materia in
rapporto diretto con le politiche di tutela ambientale
• Il coinvolgimento dei diversi “portatori di interesse” (famiglie, scuole, operatori,
aziende, ecc.) per generare consapevolezza e sensibilizzazione nelle azioni
quotidiane che influenzano le pressioni ambientali
• Attività di educazione ed informazione ambientali nei confronti di specifiche finalità
(promozione delle Agende 21, incremento delle raccolte differenziate, valorizzazione

delle aree protette, valorizzazione della risorsa mare, erosione costiera e relativa
difesa dei suoli, ecc.)
L’Ufficio Ambiente svolge da anni un’intensa attività di educazione ambientale, ha
partecipato alla redazione del Manifesto di Educazione Ambientale, promosso nel 2007
dall’Assessore alle Attività educative, collabora con vari soggetti istituzionali e non alla
diffusione della tematica ed organizza specifiche e proprie iniziative: Progetto INFEA,
incontri con le scuole, presso gli arenili pubblici (con consegna di posacenere portatili),
Domeniche Ecologiche.
Per gli anni futuri si intende continuare questo tipo di attività;nel corso del 2009 sarà dato
ampio spazio all’iniziativa “M’illumino di meno” e saranno organizzate Domeniche
ecologiche aventi come finalità non solo il divieto della circolazione ma la promozione di
materiali e prodotti ecologici.
Il Green Procurement (GGP) è un sistema di prodotti e servizi ambientalmente preferibili,
intesi come “quei prodotti e servizi che hanno un minore, ovvero ridotto, effetto sulla
salute umana rispetto ad altri prodotti e servizi utilizzati allo stesso scopo”, è quindi uno
degli strumenti chiave per la diffusione dei prodotti ecologicamente compatibili.
In questo ambito il Comune ha organizzato un corso d’aggiornamento destinato a Dirigenti
e Funzionari dell’Ente stesso e di altri soggetti (AAMPS, ASA, ASL 6, ecc.), ha predisposto
un decalogo di buona prassi per tutti i dipendenti pubblici (uso PC e stampanti,
illuminazione, ecc.) ed ha aderito al progetto della Provincia che recentemente, si è
proposta come soggetto coordinatore delle politiche di GGP su scala provinciale.
Nei prossimi anni dovrà essere attuato quanto proposto dalla Provincia per una
progressiva estensione di prodotti e servizi ecocompatibili all’interno di tutto il Comune e di
altri soggetti pubblici.

4. INTERVENTI ATTUATI PER AREE TEMATICHE
4.1 Matrice Aria
4.1.1 Qualità dell’aria ambiente
Il raggiungimento dell’obiettivo si attua secondo tre principali linee d’intervento:
1. gestire, migliorare ed aggiornare il quadro conoscitivo relativo ai livelli di qualità
dell’aria ed alle sorgenti di emissione
2. realizzare un Piano d’Azione per la riduzione delle emissioni inquinanti
3. verificare l’efficacia delle misure e degli interventi e se necessario apportare le
modifiche correttive opportune.
Relativamente alla prima linea d’intervento, va detto che la valutazione della qualità
dell’aria ambiente nella città di Livorno si basa su un approccio conoscitivo adeguato che,
fondamentalmente, utilizza la rete provinciale di rilevamento della qualità dell’aria
(costituita da 8 postazioni fisse; tale rete ha recentemente incorporato anche la rete
“storica” dell’Associazione Industriali). Il Comune, oltre ad aver contribuito alla
costituzione della rete con l’acquisto di una postazione fissa (quella ubicata in località “La
Palazzina” – Gabbro), rappresentativa dell’ozono, contribuisce annualmente alla
manutenzione della rete con spesa pari a circa 18.000 €.
Relativamente alla seconda linea d’intervento il Comune ha predisposto il Piano d’azione
Comunale. L’Accordo con la Regione Toscana per il contenimento dell’inquinante PM10,
sottoscritto da questa Amministrazione in data 10 maggio 2007, prevede vari impegni per
il Comune ed in particolare: adozione di ordinanza di limitazione del traffico, gestione degli
incentivi per l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale e predisposizione, appunto,
del PAC.
La sottoscrizione dell’accordo e l’inoltro alla Regione del PAC entro i tempi stabiliti ha
comportato il trasferimento di specifiche risorse (circa € 300.000 nel 2007 e nel 2008).
Si presume che tali risorse siano trasferite anche nei prossimi anni; la predisposizione del
PAC ed il suo aggiornamento annuale costituiscono inoltre la chiave di accesso ad altre
fonti di finanziamento.

Il PAC è stato predisposto secondo le linee guida della Regione Toscana. Il documento si
articola in quattro capitoli, i primi tre contribuiscono alla conoscenza delle caratteristiche
dell’aria ambiente della città di Livorno, il quarto è dedicato alle azioni ed alle misure
attuate e previste per il miglioramento della matrice considerata.
Oltre all’Ordinanza di limitazione del traffico per i mezzi più inquinanti e la messa a regime
di un sistema di incentivazione per i mezzi a basso impatto ambientale, il documento
prende in considerazione altre possibili azioni ed in particolare:
Piste ciclabili con particolare riferimento allo studio ed ai lavori per la realizzazione
della pista ciclabile di collegamento tra la città ed i viali a mare. Costo stimato circa €
1.000.000
Gli esiti dello progetto comunitario TRANSURBAN in Livorno: lo studio
previsto, sviluppato da ATL ha condotto ad una proposta di riorganizzazione del
trasporto collettivo basato su itinerari riservati ai bus e tecnologicamente attrezzati
(BRT) per collegare il centro cittadino alla stazione ferroviaria. Costo stimato circa €
1.000.000.
Progetto per la promozione del risparmio energetico e di fonti rinnovabili nella
piccola e media impresa.. Costo stimato € 200.000.
Innovazioni edilizie a livello di Piani attuativi – adeguamento del
Regolamento Edilizio. Progetto per la trasformazione di impianti
riscaldamento a gasolio. Costo stimato € 400.000.
Campagne di educazione ambientale nelle scuole/Azioni informative mirate
all’educazione ambientale dei cittadini. Costo stimato € 50.000.
Per quanto infine attiene la terza linea di intervento, va ricordato che, annualmente e
ormai da molti anni, nell’ambito di specifica convenzione con ARPAT, viene predisposto il
Rapporto annuale sulla qualità dell’aria i cui principali contenuti verranno sinteticamente
illustrati nel Capitolo 3.3. Strumenti conoscitivi.
Recentemente il PAC è stato aggiornato estendendo gli interventi anche alla realizzazione
di infrastrutture (viabilità e rotatorie) ed al servizio di noleggio bici. Interessante la recente
proposta della Regione Toscana per l’istituzione delle zone, così dette LEZ (low emission
zone) nelle quali si dovrà puntare al massimo contenimento delle emissioni atmosferiche
sia mobili che puntuali.

L’obiettivo richiede un’ampia integrazione con altre competenze interne all’Ente (Mobilità
Urbana, Polizia Municipale, Lavori pubblici) ed esterne (Provincia, Regione, ARPAT, ASL 6,
Associazione Industriali, ecc.).
4.1.2 Inquinamento acustico
Il Comune di Livorno ha da tempo avviato le attività di competenza previste dalla Legge
Quadro n. 447/95 e dalla L.R. 89/98; ha infatti approvato il Piano di classificazione
acustica del territorio (D.C.C. n. 167/2004), la relazione di clima acustico a cadenza
biennale, il Piano di Risanamento generale (D.C.C. n. 146/2006) ed il primo Stralcio
funzionale (relativamente al Viale Italia – Dec. G.C. n. 123/2007).
In stretta collaborazione con ASL 6 vengono date prescrizioni alle attività temporanee
(manifestazioni pubbliche o aperte al pubblico, cantieri edili di una certa rilevanza, piano
bar, ecc.) al fine di contenere il disturbo nella ricerca comunque di un giusto equilibrio tra
diverse esigenze ed interessi legittimi.
Per le attività temporanee più critiche viene richiesto e valutato il documento di Impatto
acustico
Per la realizzazione di nuove strutture con caratteristiche di recettori sensibili (soprattutto
scuole), sempre in collaborazione con ASL 6, viene attentamente valutata la relazione di
clima acustico.
Per il futuro è previsto di estendere la progettazione di risanamento con l’elaborazione di
specifico piano per le scuole con maggiore criticità; per questo è necessario rafforzare la
collaborazione con ASL 6 mediante specifica convenzione che consenta di acquisire i dati
necessari.
Tale convenzione dovrà inoltre prevedere lo svolgimento di altre attività quali la
valutazione di relazioni di impatto acustico di progetti di rilevo e una valutazione dei dati
ARPAT di livello sonoro in funzione della percentuale di popolazione esposta.
4.1.3 Inquinamento elettromagnetico
Con il termine di inquinamento elettromagnetico ci si riferisce all’immissione nell’ambiente
delle radiazioni non ionizzanti prodotte da una moltitudini di sorgenti legate alo sviluppo
industriale e tecnologico. Le sorgenti più importanti delle RNI per quello che riguarda

l’esposizione della popolazione sono gli impianti per la diffusione radiofonica e televisiva,
gli impianti per la telefonia mobile e gli elettrodotti.
I primi due tipi di impianto sono detti di radiocomunicazione dato che trasmettono a
distanza le informazioni emettendo a tal fine campi elettromagnetici nell’intervallo delle
radio frequenze (100KHz-300GHz).
Gli elettrodotti creano invece campi elettrici e magnetici come conseguenza dello’i9mpiego
delle correnti elettriche che scorrono nei cavi ad alta tensione allo scopo di trasportare
energia. La frequenza di tali campi, 50 Hz, è chiamata frequenza industriale ed appartiene
alle cosiddette ELF o frequenze estremamente basse.
Negli ultimi anni l’A.C. ha seguito con attenzione il fenomeno del proliferare delle Stazioni
Radio Base sul territorio regolamentando le installazioni con Accordi ad ho con i Gestori;
ad oggi la situazione si è stabilizzata e forte è l’azione di monitoraggio e controllo degli
impianti esistenti.
Per le basse frequenze l’Ufficio Ambiente esprime pareri sui pratiche edilizie ed
urbanistiche con il supporto di una cartografia appositamente dedicata. Da evidenziare il
costante monitoraggio presso una scuola situata vicino ad un elettrodotto attivato a
seguito di interventi di riduzione dei campi elettromagnetici (innalzamento della campata
aerea e inversione fasi)
4.2 Matrice Acqua
4.2.1 Scarichi di acque reflue domestiche e/o assimilate in ambiente
L’Amministrazione comunale per quanto riferisce la norma allo stato attuale è competente
al rilascio dell’autorizzazione allo scarico in ambiente delle acque reflue domestiche e alle
cosiddette acque assimilate alle reflue domestiche (ovvero a quelle acque che per quantità
e qualità possono essere ricomprese tra le acque derivanti dal metabolismo umano).
All’Amministrazione comunale compete anche il rinnovo dei provvedimenti che avviene
ogni 4 anni dal rilascio dell’autorizzazione, l’eventuale voltura del proprietario e/o del
titolare dello scarico, la sospensione e/o la revoca dell’atto qualora si riscontrino problemi
nella gestione dello scarico.

All’Amministrazione comunale sono ascritte anche le competenze per l’applicazione delle
eventuali sanzioni per scarichi in ambiente attivati senza la necessaria autorizzazione, in
contrasto con le prescrizioni previste dal provvedimento ed in altri casi.
Da un’analisi eseguita negli archivi informatici di questo Ufficio ad oggi risultano elencati n.
500 titolari autorizzati a scaricare acque reflue in ambiente tuttavia la città di
Livorno non è completamente coperta da una rete di fognatura nera pubblica e pertanto è
possibile stimare che, soprattutto in alcune zone marginali e/o pedecollinari vi siano
numerose situazioni non regolari che contribuiscono talvolta in maniera determinante
all’aumento del carico di materiale inquinante in ambiente con rischi di contaminare acque
superficiali, fosse camperecce, terreni, etc. e che quindi comportano potenziali incrementi
dei rischi igienico-sanitari per la popolazione.
L’attività svolta dall’Ufficio Ambiente su questa tematica negli ultimi cinque anni può
essere così sintetizzata:
‣ Creazione di un data base con tutti i provvedimenti e le localizzazioni degli scarichi
autorizzati;
‣ Predisposizione di un “Regolamento comunale degli scarichi in ambiente” approvato
dal Consiglio Comunale;
‣ Istruttoria delle numerose pratiche di rinnovo, nuova autorizzazione, etc. di scarichi
in ambiente (dalle 65 alle oltre 100 all’anno);
‣ Proceduralizzazione del sistema sanzionatorio ed ottimizzazione degli standard di
controllo e verifica;
‣ N. 345 sopralluoghi su varie aree nel Comune di Livorno e sistemazione tecnicoamministrativa
degli scarichi;
‣ Gestione di circa 250 esposti provenienti da vari soggetti pubblici, enti di controllo,
cittadini su situazioni presumibilmente abusive;
‣ Coordinamento tecnico-amministrativo con ASA ed ATO per la risoluzione della
problematica di Via della Prugnoliccia con la realizzazione di una linea di fognatura
nera;
‣ Valutazione preliminare della capacità ambientale di smaltimento delle acque reflue
– Area Padula-Uliveta.
Considerando i risvolti igienico-sanitari e di protezione dell’ambiente che la tematica
ricopre si ritiene anche in questo caso di differenziare in due grandi parti gli obiettivi:
1. Da una parte occorre procedere al potenziamento di un sistema di controllo tecnicoamministrativo
nell’ambito della Protezione Ambientale (segnalazione, esposto,

presumibile reato, etc.) e quindi verifica, emanazione dei provvedimenti, aspetti
sanzionatori;
2. Dall’altra occorre organizzare al meglio le attività di pianificazione e di
autorizzazione attraverso:
a) Avvio di una campagna di informazione e sensibilizzazione alla cittadinanza per
regolarizzare gli scarichi in ambiente non ancora autorizzati, mediante la
predisposizione e la distribuzione di depliant informativo (anche mediante l’Ufficio
Informazione e la collaborazione delle Circoscrizioni), avviso alla popolazione,
conferenze stampa, preparazione di specifico focus nell’ambito del percorso di
Agenda 21 Locale – specialmente nei Quartieri Nord e collinari);
b) Predisposizione di un “Piano della città in materia di scarichi” con l’individuazione
delle zone non ancora provviste di fognature pubbliche, l’ubicazione degli immobili
che risultano autorizzati allo scarico in ambiente, e con quelli che non risultano
regolari.
c) Aggiornamento del Regolamento Comunale degli scarichi in ambiente con le novità
introdotte dal Regolamento Regionale.
4.2.2 MANUTENZIONE RII & BOTRI
Sulla base della normativa in materia, alla data odierna l’Amministrazione comunale ai fini
della difesa dei centri abitati provvedono alla pulizia dei tratti degli alvei dei fiumi, dei
torrenti dei corsi d’acqua interni ai centri stessi [..] qualora i detti tratti ed opere non siano
classificati ai sensi del R.D. n. 523 del 25 Luglio 1904 […] (art. 15 L.R. 91/98).
All’interno dell’area urbana, qualora il corso d’acqua non sia iscritto nell’elenco delle acque
pubbliche o non sia identificato di III ctg. Idraulica la manutenzione e la gestione sono
attribuite al comune d’appartenenza.
All’interno dei centri abitati del Comune di Livorno si sviluppano una serie di corsi d’acqua
“minori” ma di importanza strategica per gli insediamenti abitativi ed industriali della zona.
La manutenzione di tali corsi d’acqua è fortemente influenzata sia dalla tipologia torrentizia
dei corsi stessi sia dalla spiccata antropizzazione dell’area in oggetto, che con il tempo ha
portato alla realizzazione di manufatti fin sopra il ciglio dell’argine, o per esigenze
industriali, alla deviazione del naturale andamento del corso d’acqua. Ciò ha portato ad
una situazione di instabilità del sistema idrico, più evidente durante il verificarsi di eventi
meteorologici eccezionali.

I principali lavori manutentivi previsti possono essere così riassunti:
• Taglio rasoterra prevalentemente di cespugliati arborei associati ad arbusti, prunai,
canne, eseguito anche in presenza d'acqua con mezzi meccanici o, per le superfici
non raggiungibili da tali mezzi, a mano con idonei strumenti trasportabili
(decespugliatori a disco, motoseghe, ecc.);
• Taglio di piante isolate di notevole altezza, poste entro o fuori dell’alveo, anche in
presenza d'acqua, compreso l'eventuale sradicamento;
• Eventuale devitalizzazione della vegetazione infestante mediante uso di diserbanti
compatibili con l’ambiente o dicioccatura di canneti;
• Spalettamento meccanico eseguito mediante escavatori, consistente nello scavo del
fondo e delle sponde con eliminazione della vegetazione infestante presente in
acqua, in modo da riportare la sezione del canale alle dimensioni originarie
limitando tuttavia la rimozione del terreno al minimo indispensabile in modo da non
provocare lo scalzamento delle sponde stesse;
• Lavori vari di ripristino di opere di difesa esistenti (scogliere, gabbionate,
mantellate, opere in calcestruzzo semplice o armato ed in muratura di mattoni o
pietrame, ecc.) o di ripristino dalle erosioni delle sponde, oltre che eliminazione
degli accumuli di materiale localizzati singolarmente lungo l’alveo dei corsi d’acqua
e di ostacolo al libero deflusso delle acque.
Fino alla data attuale l’Amministrazione Comunale ha stanziato annualmente la somma di
circa 26.000 € e fino al 2003 ha effettuato i lavori sulla base di una progettazione
esecutiva dell’Ufficio Ambiente e attraverso gare di appalto pubblico; a partire dal 2004
l’Amministrazione ha continuato a investire nei lavori di manutenzione la stessa cifra di €
26.000 nell’ambito di un Contratto dei Servizi affidato alla Ditta il Carro che ha eseguito i
lavori fino al 2007 sulla base di una programmazione progettuale predisposta sempre
dall’Ufficio Ambiente. Questi lavori di ordine idraulico sono stati perciò inseriti in un
Contratto di Servizio che ha una peculiarità rivolta alla manutenzione del Verde pubblico.
Il Consorzio delle Colline Livornesi si occupa della manutenzione e della gestione delle
opere idrauliche e dei corsi d’acqua compresi nel comprensorio n. 28 che siano richiamati
nell’elenco delle acque pubbliche o al di fuori dei centri abitati non classificati in III° ctg.
Idraulica, non iscritti nel citato elenco.
Sulla base di incontri e riunioni tecniche tra questo Ufficio ed il Consorzio è emersa da
subito la possibilità di ottimizzare migliorando le prestazioni economiche delle due funzioni

di competenza attraverso la sottoscrizione di un Accordo teso ad individuare nel Consorzio
delle Colline Livornesi la struttura di riferimento per l’attuazione del programma delle
manutenzioni idrauliche dei tratti dei corsi d’acqua di competenza comunale. Ciò anche al
fine di garantire un’uniformità dell’intervento sul bacino idrografico che riveste una
particolare importanza per la salvaguardia idraulica sia per quanto riguarda i tempi che per
le modalità di esecuzione.
Dopo un lavoro tecnico-amministrativo è stato sottoscritto la Convenzione tra Comune di
Livorno e Consorzio delle Colline Livornesi per la manutenzione dei Rii e Botri di
competenza comunale. Rileviamo due importanti risultati già ottenuti:
1. La stessa cifra messa a disposizione dell’Amministrazione comunale, è stata impegnata
anche dal Consorzio delle Colline Livornesi; pertanto la somma totale per l’attuazione
degli interventi viene portata al doppio dell’attuale ovvero a 52.000 €;
2. Tenendo presente che la manutenzione idraulica dei corsi d’acqua rientra nelle
specifiche competenze del Consorzio e visto il Capitolato Speciale d’Appalto si rilevano
dei prezzi a misura decisamente vantaggiosi e nettamente più bassi rispetto alle
somme richieste dalle Ditte appaltatrici, questo in virtù degli importi complessivi dei
lavori diretti dal Consorzio che permettono un abbattimento significativo dei prezzi;
Considerando che gli obiettivi si rivolgono al miglioramento delle qualità idrauliche dei vari
fiumi, la restituzione all’efficienza delle linee di drenaggio preesistenti di un territorio e
naturalmente al decoro del paesaggio periurbano e collinare occorre che l’Ufficio prosegua
con:
a) Attività di controllo, coordinamento con gli enti convenzionati;
b) Progettazione dei vari interventi di manutenzione e programmazione temporale;
c) Interventi di urgenza sui corsi d’acqua in seguito a situazioni di dissesto pericolose
4.2.3 ACQUE DI BALNEAZIONE
Il controllo delle acque marine costiere è regolamentato da vari atti normativi tra i quali il
principale risulta essere ancora il D.P.R. n. 470 del 8.6.1982. Per effetto delle disposizioni
normative, le acque destinante alla balneazione sono sottoposte, nel periodo primaverileestivo,
ad analisi quindicinali relative a parametri chimici e microbiologici inerenti l’aspetto
sanitario delle acque. I punti di prelievo sono stati individuati dalla Regione Toscana e le
analisi sono eseguite dal Dipartimento ARPAT.

Ciascun punto di campionamento risulta idoneo alla balneazione se tutti i parametri
ricercati sono conformi ai limiti previsti dal DPR 470/82, nel caso in cui anche un solo
parametro non sia conforme viene emessa ordinanza temporale di non balneazione. Tale
ordinanza viene emessa dal Sindaco a seguito della comunicazione degli esiti sfavorevoli
delle analisi.
Di competenza comunale è anche l’emissione di ordinanze permanenti di divieto di
balneazione che vengono ripetute annualmente e che riguardano aree non balneabili per
la presenza di attività antropiche quali area portuale.
La situazione delle acque di balneazione lungo la costa del Comune di Livorno è piuttosto
buona; dei 25 Punti di Campionamento negli ultimi cinque anni non si sono riscontrati che
sporadici superamenti dei valori limite in concomitanza con eventi temporanei.
Negli ultimi cinque anni sono state eseguite le seguenti attività:
• Report sugli esiti analitico-chimici e batteriologici delle analisi eseguite su tutti i
punti di campionamento presenti lungo la costa nella nostra città;
• Relazione sulle misure di risanamento per rimuovere la causa che determina il
divieto di balneazione alla foce del Botro Felciaio; ciò ha comportato la restituzione
completa alla balneazione della Spiaggia del Felciaio da parte della Regione dopo
l’azione di risanamento;
• N. 6 Ordinanze di divieto temporaneo alla balneazione (negli ultimi cinque anni);
• Ottenimento della Bandiera Blu per vari tratti della costa livornese.
Livorno è una città che ha un legame estremamente forte con il mare, è per questo che
riteniamo di dover investire con obiettivi di un certo livello che prevedono la creazione,
all’interno della U.O.VA Ambiente, dell’Ufficio Mare, ovvero di una struttura con
aggiuntive professionalità capaci di gestire tutti i complessi problemi che possono
affacciarsi nell’ambito costiero-marino sia in termini di progettazione degli interventi di
riqualificazione (accessi a mare, segnaletica, pulizia spiagge pubbliche, etc.), sia in termini
di sicurezza della balneazione. Le attività descritte concorrono al raggiungimento dei
seguenti macrobiettivi:

4.2.4 Rischio Idraulico
Con la D.C.R.T. n. 13 del 2005 è stato approvato il Piano di Assetto Idrogeologico.
L’Amministrazione comunale ha dato il suo contributo per la definizione delle situazioni
idrauliche ed ha avviato un progetto che ha previsto l’affidamento di incarichi alla Facoltà
di Ingegneria Idraulica dell’Università degli Studi di Pisa per gli studi idrologici-idraulici sui
principali torrenti del comune di Livorno (Torrente Ugione, Rio Cigna, Rio Maggiore, Rio
Ardenza) che ad oggi risultano completati.
Inoltre recentemente il Consiglio comunale ha recepito il Piano di Assetto Idrogeologico ed
è pertanto possibile passare alla seconda fase di lavoro i cui obiettivi sono i seguenti:
• Oltre a continuare l’attività di Autorità Idraulica sulle pratiche edilizie (circa 1.100
pratiche negli ultimi cinque anni), l’Ufficio Ambiente, sulla base degli studi
predisposti sui fiumi, dovrà proporre all’Autorità di bacino Toscana Costa tutte le
necessarie modifiche ed ottimizzazioni anche in chiave di strumentazione
urbanistica;
• Quasi tutti i bacini del comune di Livorno sono “coperti” da studi idrologici-idraulici
specialistici, mancherebbe soltanto l’affidamento per lo studio dei bacini di
Montenero ed un approfondimento di alcuni tratti idraulici di fiumi minori. Sarebbe
quindi auspicabile avere la possibilità di poter affidare l’incarico all’Università degli
Studi di Pisa – Ingegneria Idraulica, anche alla luce della delicatezza del “Sistema
Montenero”.
• Un’altra prospettiva si muove nel riordino di tutta la cartografia tematica di
pericolosità; una volta approvato il Piano di Assetto Idrogeologico da parte del
Bacino Toscana Costa, riteniamo importante procedere all’assemblaggio di un
documento grafico chiaro e univoco. Ciò permetterebbe di migliorare la qualità dei
rapporti con la cittadinanza e con i professionisti. Questo elaborato dovrà costituire
il quadro conoscitivo in materia di pericolosità idraulica del nostro territorio
nell’ambito della Strumentazione Urbanistica.
L’Ufficio Ambiente è anche il referente sugli adempimenti geologici di gran parte degli atti
di progettazione e di pianificazione dell’Amministrazione comunale. Negli ultimi cinque anni
sono state predisposte:
N. 78 Relazioni geologico-tecniche a supporto di atti di pianificazione e
progettazione;

N. 12 Relazioni geotecniche ed idrogeologiche per la sistemazione ambientale
di dissesti e degradi (tra cui l’importante lavoro di sistemazione idrogeologica di un
versante in frana in Loc. Popogna che ha ottenuto un finanziamento di € 50.000 per
lo studio ed i primi livelli di progettazione) ;
N. 18 Report geofisici per l’ottenimento di un quadro sismico zonale;
N. 9 Studi di comparto ambientale (Montenero, Collinaia-Stillo, Magrignano)
N. 1 Valutazione Integrata Ambientale (Nuovo Centro);
N. 6 Valutazioni sugli Effetti Ambientali ;
N. 1.230 pareri geologici-idraulici ed idrogeologici sulle pratiche edilizie.
Questa attività di Studio e valutazione tecnica risulta piuttosto complessa per le rilevanti
richieste che provengono da vari Uffici (soprattutto Progettazione ed Urbanistica) e per le
tempistiche strette entro le quali debbono essere espletati i vari provvedimenti.
4.3 Matrice Suolo e sottosuolo
4.3.1 Bonifiche dei siti inquinati
Per conformazione geografica e configurazione urbanistica di Livorno verso Nord si rileva
una concentrazione delle attività industriali e portuali, mentre nel resto della città dove la
naturale destinazione è residenziale con un grado elevato di presenza di attività legate al
terziario, si rintracciano solo alcune aree a vocazione industriale,. Altro elemento
importante è rappresentato dai due limiti: il mare ad ovest ed i i Monti e le Colline
Livornesi ad est. Una parte di territorio comunale posta a Nord della città (parte
continentale di circa 6 Kmq. e parte marina di circa 14 Kmq.) con D.M. 24.02.2003 è stata
classificata Sito di Interesse Nazionale; - si veda la Figura proposta di seguito -. Le
procedure di bonifica in questa area sono di competenza del Ministero dell’Ambiente.
Nel resto delle aree comunali (circa 108 Kmq. + 1,5 Kmq dell’Isola di Gorgona) la
governance delle procedure di bonifica è affidata all’Amministrazione comunale mediante
lo strumento della Conferenza dei Servizi che coinvolge ARPAT Dipartimento Provinciale di
Livorno, l’Azienda Sanitaria Locale e la Provincia di Livorno.
Quindi da quanto sopra detto abbiamo una netta separazione delle competenze ed al
riguardo, per delineare gli impegni assunti dal 1999 dall’Amministrazione comunale, su
questa tematica e gli sviluppi futuri si ritiene di dover suddividere:

Siti potenzialmente contaminati extra SIN
Su tutto il territorio comunale le procedure di bonifica sono gestite dall’Amministrazione
comunale mediante la convocazione di un’apposita Conferenza dei Servizi e dal 1999 ad
oggi sono state effettuate le seguenti attività:
‣ Covocazione e Coordinamento di n. 218 Conferenze dei Servizi in materia di
bonifica;
‣ Avvio dei procedimenti di bonifica su 109 siti potenzialmente inquinati presenti
nel territorio di Livorno extra-SIN;
‣ Predisposizione di 12 Caratterizzazioni Ambientali (Scuola Materna Stenone,
Aree Shangay, Parco Urbano Corea, Cimitero dei Lupi, Spiaggia dei Tre Ponti, Viale
Ponte Genova, Zona Lamarmora-Mura Lorenesi, ATL Via Meyer, etc.) su aree di
proprietà comunale e predisposizione dei progetti esecutivi di bonifica e/o messa
in sicurezza;
‣ Coordinamento tecnico-amministrativo, definizione delle strategie di bonifica ed
attività di rendicontazione della Discarica comunale;
‣ Predisposizione del lavoro dal titolo “Bonifica tra realtà ed utopia”
sull’evoluzione storica- industriale del Comune di Livorno dall’Unità d’Italia ai nostri
giorni e Predisposizione della Carta dei siti potenzialmente contaminati
trasmessa a tutti gli Enti territorialmente competenti;
‣ Predisposizione del lavoro dal titolo “Le attività industriali a rilevante impatto
sull’ambiente presenti nel territorio del Comune di Livorno” che
prossimamente sarà oggetto di un apposito Rapporto;
‣ N. 37 Pronti intervento sull’apparato costiero e su altre parti di territorio
comunale (dal gennaio 2008 sono stati eseguiti N. 13 interventi) in ordine alla
presenza di sostanze potenzialmente contaminanti (fusti, sostanze indesiderate,
scarichi inquinanti, etc.) mediante interventi di rimozione e messa in sicurezza
d’urgenza del sito.
Aree potenzialmente contaminate in area SIN
Sulla parte del territorio perimetrato ai sensi di apposito DM “Sito di Interesse Nazionale” e
che corrisponde in pratica alle aree industriali e portuali nord di Livorno la competenza è
passata al Ministero dell’Ambiente, tuttavia l’Amministrazione comunale ha da subito
avviato una serie di iniziative tese a coordinare localmente le azioni da intraprendere:
‣ Predisposizione del “Report sullo stato delle conoscenze dell’area oggetto
di perimetrazione ai sensi del D.M. 24.02.2003”. Tale materiale è stato

consegnato al Ministero dell’Ambiente nell’ambito della prima Conferenza dei
Servizi e continuamente aggiornato sulla base delle richieste pervenute dallo stesso
Ministero;
‣ Predisposizione ed aggiornamento dei seguenti elaborati tematici: Carta delle
Proprietà in ambito S.I.N., Carta delle aree pubbliche, Carta delle aree
private con aggregazione delle proprietà catastali private in sub-ambiti
omogenei geograficamente, Carta delle proprietà private aggregate in
sub-ambiti;
‣ Partecipazione a tutte le 16 Conferenze dei Servizi Istruttorie indette dal
Ministero dell’Ambiente, sulle 37 pratiche attivate dalle Imprese su aree
industriali,
‣ Nell’ambito di un’azione di negoziazione prevista dalla normativa, il Ministero
dell’Ambiente ha proposto al Comune di Livorno ed agli altri enti competenti di
sottoscrivere un Accordo di programma relativo alla realizzazione degli
interventi di bonifica e ripristino ambientale del sito di Interesse
Nazionale. L’Accordo ha subito molte modifiche dalla prima volta che è stato
proposto (ottobre 2005), ma preme sottolineare che gli Enti locali, Confindustria ed
Autorità Portuale sotto il profilo tecnico per ora rimangono critici sul testo (ultima
proposta giugno 2008);
‣ Partecipazione e coordinamento con l’Autorità Portuale dello Studio
Idrogeologico dell’intero Ambito SIN Livorno che è stato trasmesso al
Ministero dell’Ambiente;
‣ Collaborazione agli Uffici competenti in ordine ai numerosi ricorsi che le
Aziende locali cittadine hanno rivolto al TAR per impugnare le decisioni delle
varie Conferenze dei Servizi ministeriali;
‣ In ordine alla forte rilevanza in termini occupazionali e di interesse generale, la
U.O.VA Ambiente dell’A.C. si è recentemente fatta promotrice della
predisposizione di un Piano di caratterizzazione dell’area ex-Delphi
peraltro già approvato dalla relativa Conferenza dei Servizi decisoria;
‣ Manifestazione d’interesse rivolta alla Regione Toscana in seno al
Progetto Strategico Speciale “Programma straordinario nazionale per il
recupero economico produttivo di siti inquinati” ai sensi dell’art. 252 bis del
D.Lgs. 4/2008 in ordine a finanziamenti su bonifiche in ambiti portuali ed
industriali.
Considerate le competenze ascritte all’Amministrazione comunale in materia di bonifica, al
fine di definire corrette strategie tese al miglioramento ed alla riqualificazione di aree
cittadine (restituzione alla piena fruibilità) con il massimo livello delle garanzie ambientali

si ritiene di dover elencare i seguenti obiettivi futuri che possono trovare una specifica
attuazione nell’ambito di una riorganizzazione funzionale del Settore Ambiente:
a) Differenziare la materia delle gestione tecnico-amministrativa e di prospettiva di
programmazione e pianificazione da tutte le attività di bonifica dalle fasi di emergenza;
b) Le fasi di emergenza (livello di Protezione Ambientale, ovvero quando il fatto si è
concretamente manifestato) sono da condurre con pronti intervento qualificati e con
procedure standardizzate che permettano il miglior livello di automatismo possibile e la
riduzione di tempi di risposta e costi per il cittadino;
c) Le questioni attinenti la pianificazione e la programmazione di tutte le procedure di
bonifica sono invece da portare avanti anche con l’ausilio di un Tavolo Tecnico
riconosciuto composto da tecnici di vari Enti e con un mandato politico-tecnico di piena
condivisione degli intenti tra Provincia e Comune di Livorno con lo scopo di facilitare,
raccordare, smussare le varie problematiche che hanno una diretta conseguenza con
gli sviluppi (produttivi, edilizi ed urbanistici) della nostra città;
d) Potenziare e valorizzare all’interno del Settore Ambiente l’aspetto professionale sulle
Indagini Ambientali, Piani di Caratterizzazione, Progetti definitivi di bonifica, Messa in
sicurezza delle eventuali aree comunali, ciò al fine di ridurre di molte migliaia di Euro la
spesa per far eseguire indagini ambientali da professionisti extra Ente.
Sempre a livello della programmazione e della pianificazione si rileva l’obiettivo di valutare
con grande attenzione la proposta dell’ Accordo di Programma Ministeriale continuando a
seguire tutta la partita del SIN Livorno. Risulta inoltre di elevata rilevanza l’interesse che
l’Amministrazione comunale ha manifestato alla Regione Toscana (nell’ambito del Progetto
Strategico Speciale “Programma straordinario nazionale per il recupero economico
produttivo di siti inquinati) in merito alla possibilità di ottenere finanziamenti utili anche in
chiave di bonifica dell’area industriale-portuale di Livorno.
4.3.2 Attività estrattive
L’autorizzazione in materia di attività estrattiva è di competenza dell’Amministrazione
comunale. Attualmente nel nostro territorio è ubicata una sola cava in attività (quella del
Monte La Poggia), per il resto gli altri siti estrattivi (in tutto altri 40, di cui 38 nel comune
di Livorno e gli altri 2 in Gorgona) sono tutti dismessi.
Alcuni di questi siti dismessi sono completamente rinaturalizzati, altri avrebbero bisogno di
un restauro ambientale, un ripristino delle forme in maniera da inserire armonicamente nel
tessuto del territorio collinare.

E’ nato così il cosiddetto “Progetto Atlante” teso a ripristinare alcune cave dismesse,
particolarmente impattanti sul nostro territorio. Il progetto ha comportato un impegno di
un certo livello per la sua innovatività (è il primo nel territorio regionale ed uno dei pochi a
livello nazionale). L’Amministrazione comunale ha firmato con l’Associazione fra gli
Industriali della Provincia di Livorno un Protocollo d’Intesa in data 1 ottobre 2002 per un
Piano di ripristino ambientale di cava dismesse nel comune di Livorno e denominato
“Progetto Atlante” con il quale viene delineato un percorso tecnico-amministrativo per dare
una risposta concreta al problema del recupero e dello smaltimento delle terre e rocce da
scavo provenienti dalle attività edili.
La Società Atlante s.r.l. (appositamente costituita in seno all’Associazione fra gli Industriali
per l’attuazione del Progetto) è stata autorizzata dall’A.C. al recupero ambientale e
funzionale della cava dismessa situata in località Poggio Corbolone “Tiro a volo “ – lato al
Comune di Livorno il 18 aprile 2003 con il relativo progetto. Il sito, che è riuscito a dare
una risposta allo smaltimento di terre provenienti da scavi edili (oltre 100.000 mc., in
quattro anni di operatività), è ormai in esaurimento (giugno 2009).
Alla luce dell’emanazione del D.lgs. 152/2006, della problematica aperta delle terre
provenienti da scavi e delle cogenti necessità legate allo smaltimento delle terre
provenienti da siti di bonifica - si ricorda che allo stato attuale 10 Kmq. del ns. territorio
comunale sono soggetti a bonifica – si ritiene necessario prevedere un percorso basato
sulla piena sostenibilità ambientale, in grado di offrire ampia garanzia di sicurezza
territoriale per la restituzione agli usi legittimi di aree degradate e/o abbandonate e che
nel contempo risolva in gran parte i problemi appena punteggiati prima.
Dopo un anno di studi, verifiche tecniche, approfondimenti condotti con l’Ufficio Ambiente
della Provincia di Livorno, con il Dipartimento provinciale ARPAT di Livorno e con ASL,
l’Ufficio scrivente ha predisposto il lavoro dal titolo “Planning operativo per il
recupero funzionale di siti di cava dismessi”
Il principio ispiratore della proposta nasce da uno screening preliminare condotto sulle
aree ex-estrattive dimesse al fine di configurare assetti definitivi di ripristino ambientale
anche ai fini dello smaltimento delle terre provenienti da scavi edili e da aree di bonifica.
Il lavoro di censimento dei siti ripristinabili unito alle necessità individuate permettono di
percorrere i seguenti obiettivi tesi, da una parte a riqualificare l’ambiente e rinaturalizzare i

luoghi oggetto di attività estrattive “selvagge” condotte storicamente, dall’altra a risolvere i
problemi del bacino di utenza locale ed in buona sostanza anche provinciale sulla gestione
delle terre provenienti da scavi edili (non rifiuti) e da rifiuti speciali, inerti non pericolosi a
basso contenuto organico.
1. Completamento del ripristino ambientale del Poggio Corbolone; ad oggi è in fase di
conclusione la parte del Tiro a Volo (lato); è possibile programmare il ripristino
ambientale della parte Tiro a Volo (retro) che comporterà l’allocamento di circa
300.000 mc. di terreni provenienti da scavi e certificati come tali;
2. Considerato che la Cava del Monte la Poggia è l’unica attiva nel nostro territorio e
che allo stato attuale si registra una drastica diminuzione dei filoni produttivi con
forte mancanza di terreni per restituire naturalità allo stato dei luoghi, si ritiene
possibile pensare alla realizzazione di un sito per il deposito di rifiuti non pericolosi
per cubaggio intorno ai 550.000 mc. che a fronte di impatti ambientali minimi
permetterebbe:
- risoluzione importante alla problematica per lo smaltimento dei terreni
provenienti da siti di bonifica (attualmente esiste solo Scapigliato a livello
provinciale);
- ripristino ambientale totale e garantito per la possibilità di allocare terre e
quindi plasmare le forme definitive del sito.
Si ricorda che la Cava del Monte La Poggia oggi risulta al di fuori di strutture e/o
insediamenti abitativi sensibili e che il piazzale risulta invisibile da ogni punto della città
e che è presente un importante nodo infrastrutturale che non ha mai creato problemi
ambientali.
3. Ripristino ambientale del sito di Monte Burrone che è già stato sottoposto a
Procedura di Verifica di VIA e che, dopo un primo intervento di messa in sicurezza
dei fronti, può costituire un buon sito per allocare circa 50.000 mc. di terra
provenienti da scavi provenienti dai lavori pubblici del Comune di
Livorno;
4. Ripristino ambientale dell’ex sito estrattivo delle Palazzine con la possibilità di
allocare terreni provenienti da scavi edili per circa 100-120.000 mc. in un
sito assolutamente posto al di fuori da insediamenti abitativi.
5. Ripristino ambientale della ex cava Cementir (allo stato attuale è sospesa
un’autorizzazione provinciale) e ripensamento dell’area in chiave urbanistica:
essendo la cava limitrofa alla Discarica Comunale la stessa potrebbe
esserne funzionale.

Le prime due operazioni hanno una loro permeabilità rivolta ai territori di Collesalvetti,
la terza si affaccia verso l’esterno della Provincia, mentre le altre due operazioni si
rivolgono verso Rosignano, Cecina ed il Sud della Provincia.
Questo percorso che deve trovare attuazione mediante una serie di importanti atti
procedurali (V.I.A, Autorizzazione comunale, Autorizzazione integrata Ambientale a
livello provinciale, etc), permette tra le altre cose:
• Un contributo alla soluzione della problematica a livello cittadino inerente
l’allocamento delle terre provenienti da lavori ed attività di bonifica.
• La possibilità di richiedere agli operatori in sede di procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale, misure di compensazione ambientali utili alla collettività;
• Un risparmio economico ed un miglioramento dell’assetto gestionale per la
possibilità di usufruire di spazi per l’allocamento di terre provenienti da lavori
pubblici;
• Un ritorno economico per l’Amministrazione comunale in termini di contributi sul
quantitativo scavato (previsto dalla norma) e di royalties sul sito dedicato al
deposito di rifiuti non pericolosi (ad esempio ottenendo volumi gratuiti dove far
convergere quantità di rifiuti speciali provenienti dall’abbandono dei rifiuti);
4.3.3 Vincolo Idrogeologico
La consapevolezza che un delicato equilibrio idrogeologico collega le aree montane e
collinari, ove agiscono i processi di erosione, con le aree di pianura su cui sorgono le città
e dove i materiali erosi (sedimenti) si depositano in seguito al trasporto da parte delle
acque superficiali, ha indotto il legislatore a promulgare il R.D. n. 3267 del 30 dicembre
1923, che suddividendo il territorio in aree soggette a Vincolo Idrogeologico 1 prevede, tra
l’altro, restrizioni nella gestione dei boschi e il divieto (salvo particolari casi) della loro
trasformazione in altre utilizzazioni, oltre a obblighi in materia di rimboschimento: tutto ciò
allo scopo di preservare i terreni vincolati dalla denudazione, perdita di stabilità o
turbamento del regime delle acque.
Nel novembre 2003, si è perfezionato il passaggio di competenze dell’Ufficio del Vincolo
Idrogeologico dalle Province ai Comuni stabilito dalla recente L.R. n. 1 del 2 gennaio 2003.
Il Comune di Livorno è sottoposto per la metà della sua superficie a Vincolo
1 L’idrogeologia è una disciplina applicativa delle Scienze della Terra; sotto il profilo scientifico tratta le interrelazioni a vario titolo tra la componente
acqua e la componente terrestre (intesa come geologia, suolo e soprassuolo). Nell’accezione più moderna, l’idrogeologia è legata allo studio degli
equilibri di un territorio. Tanto è vero che spesso sentiamo parlare di dissesto idrogeologico.

Idrogeologico (50,00 Kmq.). In questi cinque anni sono state svolte le seguenti
attività:
‣ Per le aree boscate e assimilate è stato necessario sin da subito affidare un incarico
(modesto sotto il profilo economico) a professionista competente che ha eseguito
una verifica puntuale (ovvero a scala di maggior dettaglio), calata nell’ambito del
territorio comunale, delle carte delle aree boscate o assimilate predisposte dal
Dipartimento di Biologia Vegetale dell’Università degli Studi di Firenze per conto
della Provincia di Livorno. Tale verifica dovrà coinvolgere anche il Corpo Forestale
dello Stato.
‣ Sono state rilasciate n. 215 Autorizzazioni di Vincolo idrogeologico;
‣ E’ stato predisposto ed approvato con Delibera di Consiglio comunale il
Regolamento comunale del Vincolo Idrogeologico con il coinvolgimento di
tutti gli Ordini professionali
‣ In virtù dei risvolti che la quotidiana attività procedurale di V.I. ha con l’Edilizia
Privata e lo Sportello Unico, è stata condivisa una procedura tra le varie strutture al
fine di delineare percorsi semplificati ed automatismi collaudati per il rilascio delle
autorizzazioni a livello di V.I. e per tutte le attività connesse.
Due sono gli obiettivi che a nostro modo devono ancora essere raggiunti:
‣ Ulteriore semplificazione degli atti di Vincolo Idrogeologico rispetto a quelli
presentati nelle pratiche edilizie al fine di favorire la chiarezza del percorso ed il
cittadino;
‣ Definizione degli aspetti inerenti al regime sanzionatorio in materia di Vincolo
Idrogeologico, anche attraverso la formazione di Gruppi di Vigili Urbani.

4.4 Gestione dei rifiuti
Il Comune di Livorno, a fronte di specifico contratto di Servizio ha affidato alla Società
AAMPS per il periodo 2005-2009 il servizio di raccolta, trasporto, smaltimento dei rifiuti
urbani ed il servizio di spazzamento delle strade e piazze pubbliche; la Società gestisce dal
1 gennaio 2006 la Tariffa di Igiene ambientale.
L’azienda ha posto particolare attenzione alla raccolta differenziata dei rifiuti. Nell’ottica di
quanto già previsto dal D. Lgs. 22/97 (decreto Ronchi), oggi sostituito dal D. Lgs.
152/2006 (Testo Unico Ambientale), il Comune ed A.AM.P.S stanno lavorando per
incrementare le percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti, che dal 1996 al 2005 è
passata, per la città di Livorno, dal 1,62% al 35,72%, garantendo ampiamente gli obiettivi
previsti dalla norma.
Per quanto attiene il servizio di igiene urbana l’Azienda ha perseguito obiettivi di
miglioramento degli standard di qualità garantendo l’incremento dello spezzamento
meccanico, l’aumento del numero dei cestini, il miglioramento delle attività di lavaggio dei
portici cittadini.
Negli ultimi anni si è registrata una dinamica di produzione di RSU in diminuzione che
tende a stabilizzarsi. L’obiettivo di consolidare tale dinamica può essere perseguito con
iniziative volte a favorire il riuso, il riciclaggio ed il recupero, in modo specifico ed a
intercettare rifiuti impropriamente conferiti tra gli RSU. In questo ambito AAMPS ha
avviato iniziative tese ad estendere gradualmente le modalità di raccolta differenziata
porta a porta alle utenze non domestiche che operano in zona artigianale industriale della
città. Alle stesse finalità risponde il progetto “grandi utenze” che prevede l’estensione di
servizi personalizzati di raccolta differenziata già attivi per un rilevante numero di soggetti
medio-grandi le cui attività sono caratterizzate da una elevata produzione di rifiuti
assimilati.
L’Azienda è dotata di un sistema di impianti tra i quali il termovalorizzatore che,
recentemente, in aggiunta alla certificazione ISO 14001, ha ottenuto certificazione EMAS II
e OHASAS 18001 relativamente alla sicurezza dei luoghi di lavoro. In coerenza con la
programmazione regionale e provinciale, l’Azienda ha inoltre ottenuto recentemente
l’Autorizzazione integrata ambientale per la realizzazione della terza linea del
termovalorizzatore che consentirà di raddoppiare i quantitativi di trattamento (attualmente
120 ton/g quale frazione secca proveniente dal selezionatore) ed implementare la
produzione di energia elettrica.

Per assicurare l’autosufficienza a livello comunale risulta opportuna la realizzazione di un
digestore anaerobico che può consentire di aumentare la raccolta differenziata (frazione
umida) e di contenere i costi relativi ai conferimenti in altri Impianti (Montespertoli,
Scapigliato, ecc.)
Come noto la discarica di Vallin dell’Aquila è esaurita e per questo l’Azienda ha presentato
alla Provincia il progetto di gestione post operativa dell’Impianto; alla data attuale non
risulta ancora rilasciata l’Autorizzazione (AIA) da parte dell’Autorità competente.
Da molti anni inoltre l’impianto è oggetto di procedura di bonifica; approfondita ed estesa
risulta la caratterizzazione dell’area alla quale ha fatto seguito una fase di progettazione di
bonifica comprensiva dell’Analisi del rischio e di interventi di messa in sicurezza. La
gestione post operativa (che, per sua natura, si protrarrà per molti anni) e gli interventi di
bonifica necessitano di rilevanti risorse già quantificate da AAMPS. Per i prossimi anni
viene proposto di prevedere la cifra di un milione di euro annuali al fine di consentire,
insieme ad AAMPS, l’attuazione dei necessari interventi.
Sempre in riferimento alla discarica da segnalare l’incarico che l’Azienda ha conferito
all’Università di Pisa per l’individuazione di eventuali usi produttivi. Lo studio è stato
recentemente concluso ed è attualmente all’attenzione per valutazioni che potranno o
meno consentire l’individuazione di possibili nuovi usi (installazione di fotovoltaico,
riescavo dei rifiuti).
Un problema di particolare rilevanza e per il quale da anni l’Ufficio si adopera è quello
dell’abbandono rifiuti. Recentemente La G.C. ha approvato specifico rapporto
sull’argomento.
Oltre all’attuazione del programma, si rende necessaria una rivisitazione della questione
nell’ambito del contratto di servizio e della convenzione servizi extraTia al fine di unificare
ed snellire le procedure previste. Le attività descritte concorrono al raggiungimento dei
seguenti macrobiettivi:
4.5 Energia
In questo ambito la finalità generali sono il raggiungimento di servizi energetici più
efficienti e il contenimento dei fenomeni di inquinamento ambientale.
Nel corso dell’anno 2009 si ritiene di poter concludere le seguenti attività:

1. conclusione del progetto “Distretto Salviano” per promuovere la sostenibilità
ambientale delle attività produttive presenti (bilancio energetico, individuazione
degli interventi, attivazione di percorsi incentivanti finalizzati all’attuazione degli
interventi)
2. collaborazione all’Ufficio Edilizia privata per la bozza di regolamento edilizio in
materia di energia
3. attivazione del lavoro finalizzato alla predisposizione di linee guida per le fonti
rinnovabili ed il risparmio energetico
4. dare seguito alla campagna “M’illumino di meno”
5. sviluppare il lavoro di diagnosi energetica almeno in due strutture comunali
6. incentivazione all’acquisto di veicoli a basso impatto ambientale
7. incentivazione alla sostituzione di caldaie ad olio combustibile
Nel corso dei seguenti anni dovrà esser dato ampio spazio, in stretta collaborazione con
l’Urbanistica, alla pianificazione finalizzata alla promozione all’uso di fonti rinnovabili
(parco eolico in area industriale, fotovoltaico su ampia scala, ecc.).
Necessaria risulta la collaborazione con l’Agenzia Energetica Provinciale con la quale dovrà
essere sottoscritta specifica convenzione.
4.6 Biodiversità ed aree protette di pregio
4.6.1 Aree protette
L’Amministrazione Comunale di Livorno è impegnata nel:
Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (di cui fa parte l’Isola di Gorgona) con la
partecipazione costante di tecnici dell’Ufficio nelle riunioni convocate sia dalla
Comunità del Parco, che dall’Ente Parco;
Riserva Naturale delle Secche della Meloria
Parco Provinciale delle Colline Livornesi (con oltre 837 ha. destinato a parco
naturalistico nel nostro comune);
Aree Naturali di Interesse Locali (ANPIL) di stretta competenza del Comune e che
riguarda un territorio di 1.034 ha. – si veda stralcio della carta allegata -

E’ ormai in uno stato molto avanzato la predisposizione del Regolamento Comunale delle
Aree di Interesse Naturalistico Locale (ANPIL) con il quale sarà possibile regolamentare le
attività ricadenti in queste aree in cui va posta particolare attenzione sotto il profilo
naturalistico, della protezione, dello sviluppo sostenibile e della biodiversità.
Inoltre l’approvazione del suddetto Regolamento permetterà all’Amministrazione comunale
di partecipare ai bandi di finanziamento per il recupero e lo sviluppo di queste aree.
Obiettivi non ordinari dell’Ufficio Ambiente su questa tematica sono:
• Predisposizione della Bozza definitiva di Regolamento delle ANPIL;
• Riqualificazione, valorizzazione e miglioramento della fruizione in sicurezza di tratti
di sentieri forestali di raccordo tra aree protette;
• Predisposizione di una Carta di Vocazione naturalistica-turistica dell’intero Comune
di Livorno in collaborazione con l’Ufficio Turismo e del relativo data-base;
• Indagine di fattibilità e progetto preliminare per la realizzazione del percorso
turistico-naturalistico “Vecchio Tracciato dei Cavalleggeri” Antignano-Cava di
Calignaia.
4.6.2 L’Apparato costiero
La costa livornese è un melting di gente: forse etruschi, successivamente labroni dal cuore
in tempesta che dovevano espiare pene e colpe, gente di foravia, cavalleggeri con la vista
lunga, le lance corte, gente ferdinandea con il culto dell’alta cucina, saraceni con oscuri
miraggi, viaggiatori e villeggianti con le loro smanie; la costa e la parte retrocostiera
appartengono alla storia e alle tradizioni della nostra città.
La presenza del mare ha permesso infatti da tempi immemorabili lo sviluppo di una
geografia basata sull’economia di scambio proprio per il fatto che la navigazione a vista ha
sempre permesso l’approdo nei luoghi desiderati ed a minor rischio.
Alla costa si legano indissolubilmente molte attività umane cosicché questo sistema fisico
così caro ai livornesi e difeso estenuamente assume importanti connotati politici,
economici e sociali.

Che cosa unisce la passione con il fare è la conoscenza, senza la quale ogni questione è
relegata alla sensazione: l’Ufficio Ambiente ormai da oltre 10 anni ha dedicato parte del
suo lavoro a questo aspetto ovvero la conoscenza, senza la quale è periglioso
intraprendere qualsiasi percorso.
Sulla base di studi tematici approfonditi condotti sul sistema costiero e che sono stati
raccolti nel lavoro “Costambiente Livorno” importante esperienza di applicazione comunale
della metodologia di Agenda XXI è nato un progetto denominato “Ossi di Triglia”.
Ossi di Triglia è un raccoglitore di iniziative che vedono impegnata l’Amministrazione
comunale sulle tematiche della costa. E’ una libreria che ha molti scaffali, in cui si
collocano vari argomenti: i phylum che vogliamo classificare. E’ uno scheletro cartilagineo,
un progetto specifico sulla costa che ci permette di fare il punto, ma anche di proporre
azioni, interventi. Sui principali ripiani di questa libreria ideale troviamo quindi molti temi
che non devono essere visti come una citazione bibliografica, ma strumento di lavoro:
uniti, amalgamati, impastati, incorporati gli uni con gli altri:
La conoscenza
♦
♦
♦
♦
♦
La cognizione e la percezione dei luoghi;
Il pensiero giuridico;
L’applicazione scientifica;
L’intreccio delle passioni
Le iniziative di divulgazione
La pianificazione
♦
♦
♦
Le scelte del pianificare
Le regole e le dimensioni
L’intreccio dei settori tematici
La progettazione
♦
♦
Strutturazione e destrutturazione degli spazi;
Il mantenimento delle “preziose cose”.
Conoscenza
o Studio ambientale e territoriale del comune di Livorno, dicembre 1995
o Progetto Pluvio “Livorno, nuvole e dintorni” analisi metereologica, febbraio 1999

o Atlante degli uccelli nidificanti nel comune di Livorno, settembre 1999
o Relazione sugli elementi di biologia costiera di Livorno, Centro Interuniversitario di
Biologia Marina Livorno, maggio 2000
o Piano della Costa “Rapporto sullo stato ambientale”, dicembre 2001
o Carta dei punti di campionamento delle acque di balneazione, aprile 2002
o IL TRACCIATO DEI CAVALLEGGERI”, TESINA DI ESAME, CORSO DI GEOLOGIA APPLICATA, FACOLTÀ
DI ARCHITETTURA FIRENZE, ANNO ACCADEMICO 2001-2002 (CORRELATORE DOTT. L. GONNELLI)
o “La Torre sul mare e il Palazzo di città – Relazione storica, scientifica delle rocce di
Calafuria”, Tesina di esame, Corso di Geologia applicata, Facoltà di Architettura
Firenze, anno accademico 2002-2003 (Correlatore Dott. L. Gonnelli)
o Il 26 giugno 2002 nell’ambito di un percorso di Agenda XXI è stata effettuata una
Giornata di Studio sul tema: Quale piano per la costa ( si veda invito sotto
riprodotto);
o Predisposizione del Rapporto ambientale sulla costa di Livorno, dicembre 2002
o Il 26 giungo 2003 è stato organizzato il Convegno: Costambiente Livorno – Una
linea nel blu mare ( si veda invito sotto riprodotto).
o “LA CAVA DI CALIGNAIA ED IL PERCORSO NATURALISTICO”, TESINA DI ESAME, CORSO DI
GEOLOGIA APPLICATA, FACOLTÀ DI ARCHITETTURA FIRENZE, ANNO ACCADEMICO 2002-2003
(CORRELATORE DOTT. L. GONNELLI)
o CENSIMENTO DELLE DISCESE A MARE NEL TRATTO DI COSTA COMPRESO TRA S.LEOPOLDO ED IL
TORRENTE CHIOMA, MARZO 2003
o “STUDIO GEOMECCANICO E VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI STABILITÀ DI VERSANTE LUNGO LA
COSTA LIVORNESE NELLA ZONA DI ROMITO”, TESI DI LAUREA, FACOLTÀ DI SCIENZE GEOLOGICHE
PISA, ANNO ACCADEMICO 2003-2004 (CORRELATORE DOTT. L. GONNELLI)
o “Valutazione idrogeologica e geologico-tecnica delle rocce del Romito”, Tesi di
laurea, Facoltà di Scienze geologiche Pisa, anno accademico 2004-2005
(Correlatore Dott. L. Gonnelli);
o Iniziativa con Mare Vivo per la pulizia degli arenili del Romito, estati 2005-2006,
2007
o INIZIATIVA “NON FUMIAMOCI L’AMBIENTE” SULL’UTILIZZO COSCIENTE DELL’ARENILE (CONSEGNA
DEI MOZZICHINI, CONTENITORI PER NON ABBANDONARE I MOZZICONI DI SIGARETTE), LUGLIO
2007;
o Corso di formazione per tecnici comunali sulle tecniche da adottare per sversamenti
di idrocarburi su arenili con l’effige del Dipartimento Nazionale della Protezione
Civile (dicembre 2007, sede Scoglio della Regina);
Dai numerosi elementi di conoscenza acquisiti durante il tempo non possiamo dimenticare
gli aspetti giuridici ed in particolare quelli inerenti le competenze specifiche acquisite

dall’Amministrazione Comunale dal momento in cui sono stati trasferiti alcuni adempimenti
in materia di demanio marittimo.
Pianificazione
1. Piano della Costa “Lineamenti di piano particolareggiato”, gennaio 1989
2. Carta della pericolosità della costa – I° generazione, maggio 1998
3. Carta della pericolosità della costa – II° generazione, marzo 2002
4. “QUALE PIANO PER LA COSTA” STUDIO SOCIOLOGICO-AMBIENTALE CONDOTTO DALLA FACOLTÀ DI
SCIENZE POLITICHE DI PISA, GIUGNO 2003
5. Primi lineamenti per una suddivisione in sub-ambiti della costa, marzo 2003
6. PIANO ATTUATIVO COSTA “FRONTEMARE ANTIGNANO”, NOVEMBRE 2003
7. Valutazione sugli Effetti Ambientali (VEA) Piano attuativo costa tratto Maroccone-
Cala del Leone, dicembre 2003
8. Valutazione sugli Effetti Ambientali (VEA) Piano attuativo costa “Viale Italia-
Pancaldi”, aprile 2004
9. Piano attuativo costa “Maroccone-Calafuria”, maggio 2004
10. Piano attuativo costa “Calafuria-Calignaia”, maggio 2004
11. Valutazione sugli Effetti Ambientali (VEA) Piano attuativo costa “Frontemare
Antignano”, maggio 2004
12. CARTA DELLA PERICOLOSITÀ DELLA COSTA – III° GENERAZIONE, GENNAIO 2005
13. Piano di Utilizzazione della Costa – Gli arenili , novembre 2005 “Prime proposte per
la pianificazione degli arenili”
14. Definizione della procedura “Bandiera Blu” sul litorale livornese, Ufficio Turismo e
Ambiente, estate 2007
Progettazione - Progetti attuati fino al 2007
o Sistemazione del tratto di costa di Antignano mediante interventi di manutenzione
straordinaria, Ufficio Progettazione, primavera 1997;
o Messa in sicurezza della falesia in località Calignaia mediante interventi di
ingegneria naturalistica, maggio 1998;
o Demolizione e ricostruzione paramento a mare in Località Antignano, Ufficio
Ambiente, 1998;
o Progetto, attuazione ed inaugurazione della prima spiaggia per cani presso l’arenile
del Felciaio, maggio 2001;

o Risanamento della situazione di inquinamento presso il punto di campionamento
PC62 – Rio Felciaio, febbraio 2002-luglio 2004
o Studi propedeutici al progetto definitivo Lotto Zero Maroccone-Chioma SS.N. 1
Aurelia-Variante Livorno, agosto 2004
o Romito: Messa a dimora di boe di sicurezza in mare, cartellonistica e segnaletica,
2006-2007 Ufficio Demanio Marittimo e Ambiente;
o Spiaggia del Sale: Pulizia straordinaria dell’arenile, Ufficio Demanio Marittimo e
Ambiente, maggio 2007
o Rifiorimento e sistemazione geomorfica dell’arenile dei “Tre Ponti”, giugno 2007
Per una migliore chiarezza espositiva la costa è stata suddivisa in quattro grandi subambiti:
1. Sub-ambito costiero urbano Livorno
Tratto compreso tra la Bellana e la Spiaggia dei Tre Ponti
2. Sub-ambito semiurbano Antignano
Tratto compreso tra l’Hotel Universal ed il Camping Miramare
3. Sub-Ambito naturale Romito
Tratto compreso tra la foce del Maroccone e la Cala del Leone
4. Sub-Ambito urbano Quercianella
Tratto compreso tra il Porticciolo del Romito e la foce del Chioma
PROGETTAZIONE - GLI INTERVENTI PREVISTI NEL 2008
Sub-Ambito Costiero URBANO LIVORNO
Area Moletto San Jacopo in Acquaviva:
Interventi strutturali sulle pertinenze demaniali del moletto
Area Urbana Scogli dell’Accademia:
Ridistribuzione dei massi, messa in sicurezza della discesa pedonale, realizzazione di
un’area doccia, pulizia.
Area Spiaggia del Felciaio:
Pulizia straordinaria da rifiuti ingombranti
Area Scogli della Rotonda:

Eliminazione e sistemazione massi, realizzazione di un’area doccia, attuazione pilota di
rifiorimento con 45 Tons di sabbia grossolana.
Area Tre Ponti:
Ristrutturazione locali del Largo dei Tre Ponti (lavori in corso di esecuzione);
Sub-Ambito Costiero SEMIURBANO ANTIGNANO
Area Scoglio della Ballerina:
Messa in sicurezza della scarpata di scogliera presso lo Scoglio della Ballerina con tecniche
di bioingegneria naturalistica e spillatura dell’angolo contrafforte proprietà Del Corona.
Area Foce Banditella – Spiaggia del Sale:
Restyling e lavori di manutenzione straordinaria dell’arenile del Sale compreso la
sistemazione della foce del Rio Banditella.
Area Spiaggia del benzinaio (distributore API):
Demolizione scala lato Nord, ripristino discesa lato Sud, manutenzione e pulizia spiaggetta,
ripristino parapetti e protezione lato Nord.
Area Spiaggia del Corsaro:
Taglio vegetazione ed eliminazione rifiuti e massi
Sub-Ambito costiero NATURALE ROMITO
Aree del Romito:
• Convenzioni con SVS e Misericordia per presidio di primo pronto soccorso sulla
costa.
• Sistemazione e manutenzione straordinaria atolli in mare.
Area Spiaggia e Castel Boccale:
Manutenzione spiaggia Marina del Boccale, manutenzione scalinata area castel Boccale
lato Nord; manutenzione scalini e staccionata area Castel Boccale Lato Sud, Manutenzione
ancoraggi staccionata Castel Boccale zona Sud.
Area Sassoscritto-Calignaia:
• Progetto esecutivo Falesia I° Fase – Messa in sicurezza di alcuni siti di falesia con
pericolosità molto elevata (Già concluso e completo - in attesa di finanziamenti).
• Intervento di pulizia da inerti presso Torre di Calafuria
Area Scogliera Discesa Punta Combara:
Manutenzione scalinata e staccionata
Area Discesa Cala del Leone:

• Manutenzione e messa in sicurezza discesa alla cala.
• Messa in opera di una nuova rampa di scale
Sub-Ambito Costiero URBANO QUERCIANELLA
Area della Spiaggetta di Quercianella:
Completamento del lavoro di rifiorimento 2005 con intasatura arenile con granulometrie
inferiori. Agli interventi suddetti vanno aggiunti gli importanti impegni di:
• Pulizia dei moletti e delle spiagge lungo la costa (AAMPS);
• Messa in opera e manutenzione cartellonistica e segnaletica
4.7 RISCHIO INDUSTRIALE
CON DELIBERA N. 349 DEL 2.12.1989 LA REGIONE TOSCANA ACCOGLIE LE ISTANZE DEL COMUNE DI
LIVORNO (DELIBERAZIONE DELLA G.M. N. 79 DEL 16.2.89)
E DEL COMUNE DI COLLESALVETTI
(DELIBERAZIONE DELLA G.M. N. 349 DEL 2.12.1988) ED INOLTRA RICHIESTA AL MINISTERO
DELL’AMBIENTE PER IL RICONOSCIMENTO DELLA ZONA INDUSTRIALE E PORTUALE DI LIVORNO NORD –
STAGNO QUALE AREA AD ELEVATA CRISI AMBIENTALE AI SENSI DELLA LEGGE 8 LUGLIO 1986, N. 349 E DEL
DPR N. 175 DEL 17 MAGGIO 1988.
A seguito del Decreto Legge n. 2 del 7 gennaio 1995 i siti di Livorno e Piombino sono
dichiarati “aree ad elevata concentrazione di attività industriali”.
I successivi decreti legge di reiterazione, fino all’ultimo, n. 461 del 6 settembre 1996, (mai
convertito in legge) hanno confermato tale dichiarazione.
Il vuoto legislativo determinato dalla mancata conversione in legge del D.L. 461/1996 è
stato colmato dalla Legge n. 137 del 19 maggio 1997 che (art. 1) fa salvi i precedenti
provvedimenti.
Fece quindi seguito l’intesa di programma per l’area critica ad elevata
concentrazione di attività industriali di Livorno e Piombino” sottoscritta dal
Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Toscana in data 6 giugno 1997:
• per assicurare il necessario coordinamento tra i Ministeri interessati, Regione ed Enti
locali è istituito il Comitato di Coordinamento (membri nominati con D.M. 8.1.98;
per il Comune di Livorno Ing. Renato Butta e Assessore all’Ambiente). Il Comitato,
presieduto dal Direttore Generale del Servizio I.A.R. del Ministero dell’Ambiente, opera
come conferenza di servizi ai sensi della L.241/90;

• prevede la redazione di un Piano di risanamento dell’area (incarico conferito ad
ARPAT con decreto dirigenziale della Regione Toscana n. 905 del 2.3.1998);
• consente di dare immediata esecuzione agli interventi urgenti individuati dal Comitato di
Coordinamento;
• prevede l’impegno di Ministero e Regione a provvedere a tutto quanto di competenza
per l’attuazione del piano con la massima celerità e senza ritardi.
Fu quindi predisposto il Piano di risanamento per le aree critiche a elevata concentrazione
industriale di Livorno e Piombino di cui si illustrano i dati più rilevanti:
• Il Piano di risanamento è stato elaborato nel corso di 18 mesi di lavoro attraverso
specifiche analisi e valutazioni tecniche, coordinate da ARPAT in collaborazione con il
C.N.VV.F e con il supporto di ANPA;
• Il Piano è stato solo in parte finanziato dal Ministero dell’Ambiente con due
stanziamenti
Stanziamento Area Livorno * Area
ARPAT
Piombino
Primo, Risorse assegnate con £ 11.995 £ 6.755 £ 1.250
D.M. 22.9.96, n. 105, pari a £
20.000 (milioni)
SECONDO, RISORSE ASSEGNATE
£ 16.300 12.000
Settembre 1999 dal Ministero
alla Regione, pari a £ 21.546
Totale £ 28.295 £ 12.000 £ 1.250
• Gli interventi finanziati a fronte di richiesta del Comune di Livorno attivati risultano:
Stanziamento Descrizione Importo
Primo Risanamento Fossi medicei £ 2.500
(sbarramento e idrovora)
Primo Collettamento scarichi area £ 300
industriale (progettazione)

Secondo Interventi viabilità turistica e £ 3.000
commerciale in ambito portuale
Secondo Risanamento Fossi medicei: £ 2.000
collettamento e regolarizzazione
Totale £. 7.800
• La procedura di approvazione del Piano è stata stabilita durante la riunione del
Comitato di Coordinamento del 22.9.1999; dopo un lungo iter (approvazione da parte
del Comitato, trasmissione del Piano alla Regione, presa d’atto, con delibera, e
trasmissione da parte della Regione al Ministero dell’Ambiente, pubblicazione nel mese
di Giugno 2000) è stato approvato dal Ministero dell’Ambiente nel 2001.
Alla data attuale dobbiamo purtroppo evidenziare che il Ministero nel trasferire le
competenze alla Regione non ha trasferito le risorse economiche ed il recente bando POR
Toscana 2007-2013 (studi e sistemi finalizzati alla riduzione e/o alla mitigazione degli
effetti prodotti da incidente industriale rilevante) ha trasferito risorse minime (circa
200.000 euro) alla città.
Nel nostro territorio sono presenti ben 9 stabilimenti classificati ad elevato rischio di
incidente rilevante: ENI S.p.a.; ENI GPL S.p.a.;Cheddite; DOW Italia; Costiero Gas Livorno;
DOC Livorno; NOVAOL; Costiero d’Alesio e Depositi Costieri del Tirreno
Una delle competenze più importanti che l’Amministrazione comunale ha su questa
delicata materia è l’informazione alla popolazione ed è per questo che, in sinergia con
l’Ufficio di Protezione Civile, l’Ufficio Ambiente ha varato il Programma “Rischio Zero”
predisponendo e distribuendo in prima fase:
n. 4.000 depliant con le indicazioni comportamentali sulla sicurezza in caso di
incidente industriale;
n. 4.000 opuscoli informativi con alcuni elementi generali: informazioni base sulla
ubicazione, natura e lavorazioni degli stabilimenti industriali, informazioni base sui
comportamenti da assumere in caso di incidente.
Questa fase informativa è stata portata avanti anche con l’ausilio del mondo del
volontariato e con il supporto delle varie Circoscrizioni . Naturalmente questo primo livello
di informazione è contenuto nelle aree industriali e nelle zone contermini e cerca di dare
notizia semplici e di base sui comportamenti elementari da assumere in caso di evento
incidentale.Il materiale è stato trasmesso alle industrie in numero sufficiente per la

divulgazione al personale ed ai lavoratori e ne è stata data massima diffusione anche
mediante specifici incontri con l’Associazione fra gli Industriali di Livorno e la CNA..
Inoltre l’Amministrazione comunale è chiamata a rilasciare pareri per le cosiddette attività
insalubri che negli ultimi cinque anni sono stati 28.L’obiettivo su questa tematica è duplice:
da una parte estendere il programma di informazione alla cittadinanza, dall’altra di
chiudere la partita dei Piani di emergenza di rilevanza esterna che gli stabilimenti ad
elevato rischio di incidente rilevante, hanno obbligo di presentare. Nel corso del 2008, il
Comune ha inoltrato istanza per l’accesso ai finanziamenti di interventi coerenti al Piano di
Risanamento dell’area critica di Livorno.
5. OBIETTIVI
I recenti mutamenti istituzionali e l’evoluzione del pensiero politico europeo spingono
verso la devoluzione di funzioni dello Stato e delle Regioni a livelli più vicini ai cittadini,
secondo l’idea-guida rappresentata dal principio della sussidiarietà. Questo processo,
accompagnato dalla forte esigenza di semplificazione amministrativa, conduce alla
necessità di attuare una radicale trasformazione della struttura comunale. Il Comune,
proprio per la sua natura di ente territoriale più vicino al cittadino, può e deve svolgere un
ruolo fondamentale nella condivisione di obiettivi di sostenibilità ambientale.
L’ampia estensione di competenze e, soprattutto, il nuovo approccio alle politiche
ambientali che ben emerge dal Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA 2007-2010),
indicano la necessità di una forte integrazione dell’Ambiente nella politica generale
dell’Ente. Tale necessità di integrazione risulta sempre fondamentale, sia che si tratti di
operare in termini di piani settoriali (energia, aria inquinamento acustico, rifiuti, ecc.) sia
per l’attuazione di azioni dirette, caratterizzate da trasversalità (incentivi all’ecoefficienza,
quadri conoscitivi, comunicazione, informazione, educazione ambientale, ecc.).
L’efficacia delle politiche ambientali, che per loro natura sono un elemento complesso,
richiede un sistema di azioni da parte del Comune di tipo intersettoriale per rafforzare le
sinergie e le complementarietà e per attenuare le contraddizioni e le incoerenze dei singoli
interventi.
Il perseguimento di un obiettivo complesso richiede, per evitare sprechi ed incoerenze, un
governo integrato delle risorse e degli strumenti operativi e, cosa ancora più importante,
una visione unitaria dell’approccio e della filosofia di azione.

L’elemento strategico in grado di compiere tale trasformazione è il principio di
integrazione che si realizza integrando insieme gli obiettivi propri delle diverse
dimensioni di sostenibilità. Esso consente quindi di prendere decisioni valutando
contemporaneamente e conciliando insieme le esigenze e gli obiettivi di ogni singola
dimensione. L’integrazione degli obiettivi di tutela e di miglioramento dei livelli
di protezione ambientale in tutte le politiche di settore costituisce l’elemento
strategico di snodo tra ambiente e sostenibilità dello sviluppo.
A conclusione di questa breve nota introduttiva appare opportuno richiamare il Punto 13
del VI Programma Comunitario di Azione ambientale: “Il Programma deve promuovere il
processo di integrazione delle considerazioni ambientali in tutte le politiche comunitarie al
fine di ridurre le pressioni sull’ambiente provenienti da varie fonti”. Al fine di consentire di
semplificare le molteplici problematiche ambientali, si è ritenuto utile far proprio lo schema
degli obiettivi assunto dal VI Programma di Azione Ambientale dell’Unione Europea, già
recepito dal PRAA 2007-2010:
A. Cambiamenti climatici
B. Natura, biodiversità e difesa del suolo
C. Ambiente e salute
D. Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti

Cambiamenti
climatici
Ridurre le emissioni di gas serra in accordo con il
Protocollo di Kyoto
Razionalizzare e ridurre i consumi
Aumentare la percentuale di energia proveniente da
fonti rinnovabili
Natura,
biodiversità e
difesa del suolo
Aumentare la percentuale delle aree protette,
migliorarne la gestione e conservare la biodiversità
terrestre e marina
Ridurre la dinamica delle aree artificiali
mantenimento e recupero dell’equilibrio idrogeologico
e riduzione dell’erosione costiera
Prevenzione del rischio sismico e riduzione degli
effetti
Ambiente e
Salute
Ridurre la percentuale di popolazione esposta
all’inquinamento atmosferico
Ridurre la percentuale di popolazione esposta
all’inquinamento acustico, all’inquinamento
elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti
Ridurre il grado di rischio di accadimento di incidente
rilevante nel settore industriale
Uso sostenibile
delle risorse
naturali e
gestione dei
rifiuti
ridurre la produzione totale dei rifiuti, migliorare il
sistema di raccolta e diminuire la percentuale
conferita in discarica
bonificare i siti inquinati e ripristinare le aree
estrattive dimesse
tutelare la qualità delle acque interne e costiere e
promuovere un uso sostenibile della risorsa idrica
5.1 CAMBIAMENTI CLIMATICI
Per tale obiettivo si ritiene fondamentale il perseguimento degli obiettivi specifici indicati
dal Piano di Indirizzo Energetico Regionale ed in particolare la riconversione della Centrale
ENEL di Livorno da olio a gas metano. Al fine di ridurre i gas serra del 20% nel 2020 è

inoltre necessario favorire lo sviluppo di impianti a fonte rinnovabile, promuovere
l’efficienza negli usi energetici a fine riscaldamento, ridurre il conferimento dei rifiuti in
discarica, intervenire sul traffico e la mobilità.
5.2 NATURA, BIODIVERSITÀ E DIFESA DEL SUOLO
La tutela della biodiversità rappresenta un’azione trasversale, che non riguarda soltanto le
aree protette, ma che coinvolge tutte le attività che possono avere effetti sul territorio,
quali l’urbanistica, l’agricoltura, il settore forestale, l’industria, l’energia e il turismo. In
questo ambito, vi è la necessità di contribuire alla valorizzazione delle aree protette già
istituite (Parco provinciale dei Monti Livornesi, Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano,
con particolare riferimento all’Isola di Gorgonia) e promuovere iniziative per l’istituzione
dell’area protetta Secche della Meloria (l’istruttoria tecnico amministrativa si è completata
nel 2008 con il parere favorevole della Conferenza unificata Stato-Regioni).
Per tutelare le aree protette come risorsa è necessario implementare il quadro conoscitivo
e, con riferimento all’ambiente marino, risulta prestigiosa la collaborazione del centro
Interuniversitario di Biologia Marina che, da anni svolge studi e ricerche di alto livello in
tale settore.
Per quanto attiene la difesa del suolo e la tutela del territorio è da ricordare che la relativa
attività si distingue in due principali settori d’intervento: gli interventi che mirano a
ripristinare i dissesti dovuti a eventi calamitosi e gli interventi di prevenzione nei confronti
dello sviluppo territoriale e della messa in sicurezza dell’esistente. In coerenza con il piano
di Assetto Idrogeologico (PAI) è da garantire la messa in sicurezza idraulica per eventi con
tempo di ritorno almeno duecentennale e l’eliminazione di movimenti franosi che
minacciano l’incolumità delle persone.
5.3 AMBIENTE E SALUTE
5.3.1 Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento
atmosferico
In questo ambito obiettivo prioritario è quello di raggiungere livelli di qualità dell’aria che
non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e per l’ambiente,
rispettando i valori limite per le sostanze inquinanti (D.M.60/2002, DLgs 183/04).

Il raggiungimento del macrobiettivo si attua secondo tre principali linee d’intervento:
1. gestire, migliorare ed aggiornare il quadro conoscitivo relativo ai livelli di qualità
dell’aria ed alle sorgenti di emissione
2. realizzare un Piano d’Azione per la riduzione delle emissioni inquinanti
3. verificare l’efficacia delle misure e degli interventi e se necessario apportare le
modifiche correttive opportune.
Il Comune ha, da tempo, attivato le tre linee principali d’intervento, come sarà descritto
nell’obiettivo settoriale: “Aria”.
Anche in questo caso l’azione, pur già avviata ed attuata, deve contare su una maggiore
integrazione con settori interni all’Ente (in particolare Mobilità Urbana e Lavori e
Manutenzioni), a livello di indirizzo e programmazione.
5.3.2 Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento acustico,
all’inquinamento elettromagnetico e alle radiazioni ionizzanti
L’inquinamento acustico contribuisce a diminuire la qualità della vita dei cittadini,
arrecando disturbo alle normali attività umane e al sonno, soprattutto nelle aree urbane,
all’interno delle quali è il traffico a rappresentare una fonte rilevante di rumore.
Obiettivo prioritario deve essere quello di minimizzare la percentuale della popolazione
esposta a livelli d’inquinamento acustico non sostenibili.
Con il termine di inquinamento elettromagnetico si fa riferimento all’immissione
nell’ambiente di radiazioni non ionizzanti prodotte da più sorgenti, in particolare gli
impianti per la diffusione radiofonica e televisiva, gli impianti per la telefonia cellulare e gli
elettrodotti.Obiettivo prioritario è quello di ridurre la popolazione esposta alle radiazioni
non ionizzanti, nel rispetto dei limiti normativi.Per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti
una sorgente rilevante può essere rappresentata dal radon, gas di origine naturale emesso
dal terreno e da alcuni materiali da costruzione; per tale elemento è stato recentemente
messo appunto ed attivato un programma di controlli da parte di ARPAT.
5.3.3 Ridurre il grado di rischio di accadimento di incidente rilevante nel settore
industriale
Il rischio industriale rappresenta una problematica di rilievo in considerazione delle
possibili conseguenze sia per la salute che per il territorio e l’ambiente derivanti dal

verificarsi di incidenti industriali. Nella città di Livorno è presente un alto numero di
aziende a rischio di incidente rilevante, tanto che, da tempo (2001), risulta approvato il
Piano di risanamento dell’area critica di Livorno. Tale Piano è stato, alcuni anni, solo in
parte finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Nel corso del 2008 è stata inoltrata istanza
alla Regione Toscana per l’accesso a specifici finanziamenti dedicati alle aree critiche di
Livorno e Piombino, solo recentemente stanziati.

6. ZONE DI CRITICITA’ AMBIENTALE
6.1 Sviluppo sostenibile del comparto portuale-industriale
Il porto di Livorno è costituito da più bacini entrati in funzione in epoche diverse a partire
da sec. XIV; essi costituiscono due grandi sistemi, il porto industriale più recente ed il
porto commerciale che include il nucleo più antico.
Buona parte delle Aziende presenti si affaccia sul Canale industriale del porto che
costituisce pertanto una infrastruttura critica e fondamentale per il traffico di materie
prime e prodotti connessi con la produzione industriale.
La situazione attuale appare critica per:
la concentrazione di numerose aziende in un’area piuttosto limitata;
la movimentazione logistica, via terra e mare, di sostanze pericolose;
l’evidenza di stati di pericolosità idrauliche e geologico-tecniche;
gli acclarati stati di contaminazione presenti nelle matrici acque sotterranee e suoli.
Il comparto nel suo insieme determina un rischio ambientale a livello di tutte le matrici:
Qualità dell’aria
La storica rete di monitoraggio industriale (in funzione dal 1978) e l’attuale rete provinciale
forniscono dati puntuali sui principali inquinanti atmosferici (biossido di zolfo, ossidi di
azoto, monossido di carbonio, ozono, polveri).
Nella zona si ritrovano varie tipologie di sorgenti di inquinamento tra le quali:
• insediamenti industriali come la Centrale Enel, la Raffineria Agip, vari depositi di gas
ed idrocarburi, industrie chimiche e petrolchimiche;
• riscaldamento domestico, in massima parte alimentato a gas naturale, importante
fonte di inquinamento nella stagione invernale;
• trasporti marittimi che per la quantità di movimentazione delle navi (per movimento
passeggeri, containers e merci) e qualità dei combustibili usati forniscono un
contributo non trascurabile al fenomeno dell’inquinamento atmosferico;

• traffico veicolare, generalmente intenso nell’area urbana di Livorno e principalmente
legato a mobilità locale e di passaggio, con apprezzabile contributo di traffico
commerciale pesante legato alle attività industriali;
• possibili emissioni indoor o outdoor provenienti dai contaminanti presenti nei suoli o
nelle acque sotterranee.
Inquinamento idrico
La problematica dell’inquinamento idrico nel territorio di interesse si può scomporre in due
distinti settori, considerando gli apporti derivanti dall’attività industriale e quelli di natura
civile causati dalla forte concentrazione antropica. L’apporto di acque reflui derivanti da
insediamenti produttivi è riferibile alla presenza del polo industriale, di servizi e di
produzione di energia elettrica e alla presenza del porto commerciale della città.
Inoltre l’acqua di raffreddamento delle turbine della Centrale Enel di Livorno viene
immessa, attraverso uno sbarramento provvisorio, nel sistema dei Fossi Medicei, al fine di
garantire una certa velocità di scorrimento delle acque e quindi una migliore circolazione
ed un ricambio delle stesse con la formazione e il ripristino delle biocenesi acquatiche.
Molte aziende, gravitando in ambito portuale, utilizzano il mare per l’approvvigionamento
delle materie prime; a servizio del traffico portuale sono presenti sulle darsene impianti
per il trattamento delle acque di zavorra e di sentina delle navi.
Per quanto riguarda l’apporto derivante da insediamenti civili, l’impatto più significativo è
certamente derivante dall’impianto di depurazione della città di Livorno, sia per le sue
dimensioni che per la sua ubicazione, a ridosso del centro storico. L’impianto è
attualmente in fase di ristrutturazione al fine di miglioramenti gestionali.
Inoltre non dobbiamo dimenticare che in gran parte dell’area portuale non è esistente una
linea di fognatura continua e che numerose realtà produttive scaricano in ambiente anche
le acque reflue domestiche e/o assimilate con sistemi di smaltimento alternativi.
Inquinamento del suolo e acque sotterranee
Con decreto 24 febbraio 2003 (pubblicato sulla G.U. del 27 maggio 2003) il Ministero
dell’Ambiente ha individuato l’area portuale–industriale di Livorno quale Sito di Interesse
Nazionale da bonficare (SIN) e quindi da sottoporre ad interventi di caratterizzazione, di

messa in sicurezza d’emergenza, di bonifica, ripristino ambientale ed attività di
monitoraggio.
L’ambito S.I.N. riguarda un’ampia zona della superficie complessiva di 21,935 Kmq. che
comprende una parte marina prospiciente la costa livornese di 14,885 Kmq. ed una parte
continentale rappresentata dalla zona portuale-industriale della città di circa 7,050 Kmq.
(circa 1 Kmq. risulta nel Comune di Collesalvetti). Le questioni relative agli ambienti marini
sono di competenza dell’Autorità Portuale ed alla data attuale risulta approvato il Progetto
per la caratterizzazione dei fondali, predisposto da ICRAM.
Gli aspetti che più interessano il Comune sono senza dubbio quelli legati all’ambiente
terrestre per la presenza nell’area di numerosi e importanti insediamenti produttivi che
costituiscono una componente rilevante dell’economia della città.
La perimetrazione del S.I.N. impone di dover procedere con un Piano di caratterizzazione
ed ai conseguenti possibili interventi di bonifica e messa in sicurezza in un’area, come
detto molto ampia, in parte di proprietà pubblica, in parte di proprietà privata. Molti sono
i soggetti pubblici interessati alla questione: Autorità Portuale e Comune (anche in veste
dei principali proprietari delle aree pubbliche), Regione Toscana, Provincia di Livorno,
Capitaneria di Porto, Comune di Collesalvetti. La parte privata risulta quanto mai frazionata
con circa 60 soggetti, titolari di porzioni più o meno ampie dell’area del S.I.N..
Le competenze all’approvazione di tutta la documentazione progettuale (Piano di
caratterizzazione, Progetto preliminare e progetto di bonifica, Interventi di messa in
sicurezza) sono del Ministero dell’Ambiente che opera mediante Conferenza dei Servizi.
Qualunque intervento di necessità agli insediamenti produttivi presenti nell’area o di
interesse dei soggetti pubblici titolari, nel caso comporti interferenza con il suolo o il
sottosuolo, deve essere preventivamente approvato dal Ministero dell’Ambiente a seguito
di una procedura, necessariamente lunga in quanto comprensiva degli esiti di
campionamento del suolo interessato dall’intervento stesso.
Anche il Comune, in qualità di proprietario di alcune aree pubbliche, è obbligato alla
caratterizzazione ed all’eventuale azione di bonifica. Il finanziamento, almeno per la parte
di caratterizzazione, è garantito da risorse ministeriali. I privati sono tenuti ad intervenire a
proprie spese.

Ad oggi la fase conoscitiva derivante dalla caratterizzazione del sito risulta in forte stato di
avanzamento, mentre l’azione di bonifica risulta praticamente assente se non
rappresentata da interventi di messa in sicurezza d’urgenza e/o di emergenza.
Il motivo è da ricercare soprattutto nei costi particolarmente elevati per gli interventi di
confinamento dei terreni e di pompaggio delle acque di falda. A livello locale, tra tutti gli
attori interessati (Comuni di Livorno e Collesalveti, Autorità Portuale di Livorno, Provincia
di Livorno, Arpat, e Associazione Industriali), sono stati condivisi accordi per dare una
risposta alla problematica, accordi presentati in forma di proposta al Ministero
dell’Ambiente.
A tali proposte, purtroppo, il Ministero non ha mai dato riscontro presentando in
alternativa proprie bozze di accordo non condivise però a livello locale. Proprio in questi
giorni si è tenuto un incontro di livello regionale finalizzato al raggiungimento di un
accordo sulla bozza di una nuova proposta dal Ministero dell’Ambiente.
Rischio di incidente rilevante
L’area industriale di Livorno, dove è significativa la presenza di stabilimenti a rischio di
incidente rilevante, è stata oggetto di un’Intesa di Programma fra il Ministero
dell’Ambiente e la Regione Toscana (giugno 1997) che ha portato all’approvazione del
Piano di risanamento dell’Area critica ad elevata concentrazione di attività industriale (DM
10 luglio 2001).
Va ricordato che il D.lgs n. 238/05 (Seveso III, entrato in vigore dal 6 dicembre 2005) ha
apportato modifiche in materia di controllo dei pericoli di incidente rilevante connessi con
determinate sostanze pericolose, tra cui l’introduzione di modifiche in merito
all’aggiornamento della notifica ex art. 6 del D.Lgs. 334/99, l’estensione dell’obbligo, anche
per questi stabilimenti, della predisposizione del Piano di emergenza esterno. Gli
stabilimenti che non rientrano nel campo di applicazione degli artt. 6,7,8 del D.Lgs. 334/99
e s.m.i., ma nei quali sono impiegate sostanze pericolose, devono comunque valutare i
rischi di incidenti rilevanti e individuare misure idonee ai fini della loro prevenzione,
integrare il documento di valutazione dei rischi di cui al D.Lgs. 626/94 e s.m.i. e seguire le
disposizioni del DM 16/03/98. Le nuove disposizioni regionali (DDRT 4253/2007) integrano
ed aggiornano le modalità di effettuazione delle visite ispettive negli stabilimenti di
competenza regionale secondo le modifiche apportate dal D.Lgs. 238/05 e in base
all’esperienza acquisita.

Grazie anche all’evoluzione della normativa di riferimento risulta in atto un’attività di
controllo sui 15 stabilimenti di Livorno a rischio di incidente rilevante (2 soggetti al campo
di applicazione dell’art.6, notifica, 13 soggetti al campo di applicazione dell’art. 8,
rapporto di sicurezza).
Se è vero quindi che negli ultimi anni si è consolidata l’attività ispettiva di ARPAT, va
ricordato che il Piano di Risanamento dell’area critica di Livorno del 2001 ha attivato
finanziamenti che hanno consentito solo parte degli interventi previsti. Da anni , se si
eccettua il modesto recente finanziamento nell’ambito POR Toscana 2007-2013, il Piano
non è stato oggetto di adeguati finanziamenti e di necessari aggiornamenti.
Obiettivo: Miglioramento delle performance ambientali e di sicurezza quali opportunità di
sviluppo del comparto in termini economici ed occupazionali.
La pianificazione del comparto, in un’ottica di sviluppo sostenibile, potrà fungere da
“locomotiva” per la crescita economico-sociale dell’intero territorio comunale.
La trasformazione e l’innovazione degli insediamenti produttivi esistenti e la nascita di
nuovi insediamenti di alta tecnologia consentiranno di raggiungere elevati standard di
qualità, sicurezza e ambiente con notevoli benefici in termini di competitività sui mercati
nazionali ed internazionali. Il comparto dovrà creare una domanda occupazionale e di
componentistica che potrà essere soddisfatta dalle aziende locali anche al di fuori
dell’ambito.
In questo quadro si rileva la necessità di adempiere a quanto stabilito dal Decreto n.
16/2001 che prevede la definizione della compatibilità territoriale delle industrie classificate
a rischio di incidente rilevante.

Azioni
• Aggiornamento del Piano di Risanamento delle aree a rischio d’incidente rilevante e
completamento degli interventi previsti;
• Individuazione delle procedure (accordo con il Ministero dell’Ambiente) e attuazione
degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree di ambito SIN (Sito di
Interesse Nazionale da bonificare);
• Realizzazione di un parco eolico industriale all’interno dell’area per contribuire in
maniera sostanziale agli obbiettivi di produzione di energia da fonte rinnovabile e di
riduzione dei gas climalteranti;
• Predisposizione di un’adeguata cartografia tematica sulla compatibilità territoriale
delle industrie classificate a rischio di incidente rilevante
• Sviluppo degli interventi di produzione di energia e risparmio energetico di
comparto, privilegiando l’utilizzo di sistemi per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili
in un’ottica strategica di microgenerazione diffusa;
• Rendere navigabile il Canale dello Scolmatore d’Arno creando un portale di
trasporto su acqua in collegamento con il Faldo e con Collesalvetti;
• Implementazione degli interventi di innovazione trasferimento tecnologico e dei
processi di liberalizzazione ed apertura concorrenziale;
• Implementazione delle certificazioni ambientali di comparto (il Porto di Livorno è
certificato EMAS dal 2005).
Effetti
• Valorizzazione ed implementazione del Porto di Livorno come piattaforma logistica
inserita nella rete integrata dei servizi e non esclusivamente come centro di
movimentazione di merci e passeggeri;
• Riduzione del rischio di incidente rilevante e miglioramento della fruibilità, da parte
dei cittadini, delle aree limitrofe al comparto portuale-industrale;
• Miglioramento della qualità dell’aria, delle acque superficiali e progressiva bonifica
del suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee;
• Miglioramento degli standard di portata di picco del Canale dello Scolmatore d’Arno
con riduzione delle problematiche di: rischio idraulico, interramento della foce,
interramento del Canale Industriale dalle Porte Vinciane, detrazione di prodotto
solido in trasporto per le dinamiche di equilibrio degli arenili pubblici contigui
(Tirrenia);
• Possibilità di insediamento, sviluppo e riqualificazione delle attività produttive;

• Apporto sostanziale agli obbiettivi di produzione di energia da fonte rinnovabile, di
risparmio energetico e di riduzione dei gas climalteranti;
• Ricaduta occupazionale sia in termini quantitativi che qualitativi poiché legati
all’innovazione tecnologica e agli strumenti di sviluppo sostenibile;
• Consolidamento ed ulteriore diffusione delle certificazioni ambientali, di sicurezza e
di qualità a livello di singola organizzazione;
• Formazione culturale dei cittadini nei riguardi dello sviluppo sostenibile, con
conseguente valorizzazione di immagine del territorio;
• Favorire il commercio ed il trasporto per vie navigabili interne.
6.2 L’AMBIENTE URBANO IN VISIONE DI ECOSISTEMA PER GARANTIRE UNA
MIGLIORE QUALITÀ DELLA VITA
Le città rappresentano i luoghi in cui maggiormente si concentrano fonti di squilibrio per
l’ambiente con conseguenze dirette sulla vita dei cittadini. Le cause di tali squilibri sono da
attribuire fondamentalmente al crescente fenomeno dell’urbanizzazione, all’aumentata
densità di popolazione e all’incremento del traffico veicolare privato, pubblico e
commerciale.
Le possibilità di predisporre interventi efficaci per la risoluzione del problema ambientale,
in termini soprattutto degli impatti determinati dalle pressioni sull’ambiente, dipende in
larga misura dalla possibilità di disporre di informazioni corrette sul fenomeno e sulle
correlazioni che lo legano ad altre dinamiche di carattere sociale ed economico.
Un’adeguata conoscenza del fenomeno è raggiungibile solo con un’informazione
ambientale continua ed accurata che consenta di rappresentare la realtà nel suo evolversi.
Fondamentale pertanto il monitoraggio ed il controllo di tutti gli ambiti ambientali che
possono costituire criticità in ambiente urbano: qualità dell’aria, mobilità, gestione dei
rifiuti, acqua, suolo e territorio.
Le politiche relative alle aree urbane sono spesso gestite in maniera isolata le une dalle
altre, per la specificità degli elementi che trattano (edifici, infrastrutture, trasporti, energia,
rifiuti, ecc.) e per l'intervento di servizi amministrativi differenti. E’ invece necessario

giungere ad un quadro più solido che permetta di rilanciare e speciare la gestione
ambientale della città .
E’ ormai accertata l’esistenza di una relazione forte tra salute dell’uomo e qualità
dell’ambiente; alcune problematiche ambientali risultano particolarmente critiche per la
salute e per la qualità di vita dei cittadini; in primo luogo l’inquinamento atmosferico ed
acustico che rappresentano una problematica soprattutto nell’ ambito urbano e/o
perturbano (ovvero contiguo all’urbano, ma con minore densità aggregativa).
Dal quadro normativo tracciato dal D.Lgs. 351/99 che, in coerenza con le direttive
comunitarie, fornisce gli indirizzi per la valutazione e gestione della qualità dell’aria, si
delinea l’obiettivo del rispetto dei valori limite per varie sostanze inquinanti al fine di
tutelare la salute dei cittadini.
La policy è stata esplicata secondo le tre tradizionali principali azioni di intervento
(gestione ed aggiornamento del quadro conoscitivo, predisposizione di piani e programmi
di intervento, verifica dell’efficacia).
La città di Livorno è dotata di un buon sistema di rilevamento della qualità dell’aria. E’
stata infatti una delle prime realtà italiane a dotarsi di una rete di rilevamento che risale
addirittura agli anni ’70, grazie ad un accordo con l’Associazione Industriali di Livorno.
Oggi la città, oltre la rete con finalità di rilevamento delle emissioni industriali, è dotata
anche di una rete pubblica, di proprietà della Provincia. Il Comune di Livorno, oltre ad aver
contribuito alla configurazione della rete con l’acquisto di una postazione periferica per il
rilevamento dell’ozono, partecipa annualmente alle spese di gestione e manutenzione.
Per quanto attiene l’azione di risanamento, il Comune ha aderito all’accordo promosso
dalla Regione Toscana per il contenimento dell’inquinamento atmosferico con particolare
riferimento alla criticità emergente costituita dal PM10. Nell’ambito dell’accordo, in
coerenza con gli impegni assunti, è stato predisposto il Piano di Azione Comunale.
Negli ultimi anni il Comune ha erogato contributi per l’acquisto di mezzi a basso impatto
ambientale coinvolgendo un numero rilevante di cittadini.Il sistema degli incentivi è stato
realizzato contestualmente ad un programma, progressivamente più restrittivo, di
limitazione del traffico veicolare nel centro urbano.

Queste azioni, insieme ad altre quali l’iniziativa “Bollino Blu”, l’adesione al “Progetto
Metano”, la trasformazione dell’alimentazione del trasporto pubblico da gasolio a metano
hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria; in particolare dell’inquinamento
da PM10 come indicato nella tabella seguente.
Inquinante PM10 - Andamento della media annua e dei superamenti annuali
della media giornaliera negli ultimi 7 anni
Villa Maurogordato Via Gobetti Viale Carducci
Anno Media
annua
Superamenti
Numero/anno
Media
annua
Superamenti
Numero/anno
Media
annua
Superamenti
Numero/anno
μg/mc
μg/mc
μg/mc
2002 16 2 30 20 53 176
2003 17 0 32 22 50 157
2004 17 1 30 27 46 118
2005 19 0 31 20 43 107
2006 18 3 30 18 38 63
2007 17 10 28 7 36 47
2008 17 0 26 12 35 43
Limite valore media annuale = 40μg/mc
Limite superamenti = n. 35/anno
Come si evince dalla Tabella i due parametri normativi di riferimento (media annuale e
numero di superamenti consentiti in un anno) mostrano una situazione pressoché
stazionaria nelle postazioni di Villa Maurogordato (di fondo) e di Via Gobetti (residenzialeindustriale);
al contrario la postazione di Viale Carducci (da traffico) mostra un trend in
costante diminuzione; dal 2006 la media annuale è risultata entro i limiti di legge e i
superamenti sono passati da un numero particolarmente elevato (176) a un numero molto
vicino al limite normativo.
Oltre al PM10, considerato attualmente il parametro più critico, la rete di monitoraggio
rileva tutta una serie di altri inquinanti; in sintesi possiamo affermare che:
L’inquinamento da benzene è sotto controllo con trend decrescente e rispetto dei Limiti;
analoghe considerazioni valgono per l’anidride solforosa ed il monossido di carbonio;
qualche criticità viene segnalata per gli ossidi di azoto e per l’ozono; il trasporto marittimo
contribuisce all’inquinamento atmosferico in maniera non trascurabile rispetto alle cause
principali (industria, traffico, riscaldamento).

Nella Tabella che segue è riportato il trend dei principali inquinanti rilevati nelle postazioni
della rete provinciale per il monitoraggio della qualità dell’aria.
INQUINANTI
STAZIONE
PM 10 SO 2 CO NO 2 O 3 Benzene
Viale Carducci Positivo Positivo Positivo Negativo
Via Gobetti Positivo Positivo Stazionario Positivo
Piazza Mazzini Positivo Negativo Positivo
Piazza Cappiello Positivo Positivo stazionario Negativo
Maurogordato Positivo Positivo Negativo Positivo
Gabbro
Negativo
Sempre in tema di qualità dell’ambiente urbano, il Comune di Livorno ha posto attenzione
alla problematica dell’inquinamento acustico; dal 2004 ha provveduto all’approvazione del
Piano di classificazione acustica del territorio, alla redazione della relazione di clima
acustico ed ai relativi aggiornamenti. Più recentemente ha approvato il Piano di
risanamento generale ed un primo stralcio funzionale relativo ad una delle principali
criticità del territorio (Viale Italia).
Dalla relazione di clima acustico emerge una situazione di criticità in varie strade cittadine
(Via Montebello, zona Ospedale, Piazza Mazzini, Viale Italia,) determinata in prevalenza, se
non esclusivamente, da traffico veicolare. Tale situazione, dovrà essere attentamente
valutata in maniera integrata e coerente.
Se da una parte l’azione principale risulta attualmente quella legata al risanamento di
rumore da traffico, va anche detto che, con recente delibera la Regione Toscana ha
individuato il Comune di Livorno (ai sensi del D.Lgs 194/2005, in quanto Comune con
popolazione compresa tra 100.000 e 250.000) Autorità competente all’elaborazione delle
mappe acustiche strategiche. Trattasi di un grosso lavoro conoscitivo finalizzato alla
determinazione dell’esposizione globale al rumore in tutto il territorio comunale e
fondamentale per la predisposizione del Piano d’azione, documento obbligatorio da
predisporre entro luglio 2013 (un anno dopo la predisposizione delle mappe acustiche
strategiche).

La circolazione urbana ha un impatto fondamentale sull'ambiente, sulla salute dei cittadini
e sulla qualità della vita urbana in genere. Il traffico automobilistico è infatti una delle
principali fonti di inquinanti atmosferici come l'ozono o l'NO2, e il traffico urbano
rappresenta circa il 40% delle emissioni di CO2 legate ai trasporti.
Va inoltre ricordato che l'Unione europea segnala che i due terzi degli incidenti stradali con
presenza di feriti avvengono all'interno dell'agglomerato urbano. Vi è quindi la necessità
da parte delle città (almeno quelle cono popolazione superiore a 100.000 abitanti) di
elaborare, adottare, attuare e periodicamente rivedere un piano di trasporti urbani
sostenibili che fissi obiettivi a breve, medio e lungo termine. Sarebbe necessario anche
sviluppare altre misure, in particolare per incentivare l'acquisto di veicoli meno inquinanti e
meno dispendiosi in termini di consumo energetico, o per promuovere l'uso dei carburanti
alternativi.
Una cattiva progettazione degli immobili o il ricorso a metodi di costruzione inadeguati può
avere un effetto significativo sulla salute dei loro occupanti (in Europa la popolazione
trascorre quasi il 90% del proprio tempo all'interno degli edifici) e sull'ambiente (il
consumo d'energia per il riscaldamento e l'illuminazione produce circa il 35% delle
emissioni totali di gas a effetto serra.
Per "progettazione urbana sostenibile" s'intendono i modelli e il tipo di utilizzazione del
territorio in una determinata area urbana. Vengono osservati alcuni problemi a tal
proposito, per esempio la proliferazione urbana (le città si stanno espandendo verso le
zone rurali limitrofe e sorgono così aree a bassa densità di abitazione dove aumentano i
problemi di trasporto), il numero elevato di terreni abbandonati e di edifici vuoti, le
questioni collegate all'insediamento delle infrastrutture nonché la necessità di moltiplicare
e proteggere gli spazi verdi.
I rifiuti rappresentano una delle principali fonti di pressione sull’ecosistema; la loro
gestione costituisce uno dei più complessi problemi economici ed ambientali su cui è
necessario particolare impegno per ridurre i quantitativi prodotti e puntare su modalità di
recupero di materia e di energia.
Tralasciando in questa sede i problemi legati al corretto trattamento dei rifiuti e quindi le
rilevanti questioni legate all’impiantistica, è da evidenziare come in ambiente urbano molti
esposti dei cittadini siano legati al tema dei rifiuti. Problemi causati prevalentemente da
comportamenti scorretti (abbandono rifiuti vicino ai cassonetti e per strada, soste di veicoli
che impediscono spezzamento, scritte sui muri, atti vandalici, ecc) fanno spesso apparire
brutta la città.

L’abbandono rifiuti (pur includendo anche i costi per le situazioni in periferia) costa al
Comune circa un milione di euro l’anno. Il Comune e la sua Azienda (AAMPS) hanno da
tempo posto attenzione al problema con iniziative importanti quali la realizzazione delle
due stazioni ecologiche (Picchianti e Via Cattaneo, dove il cittadino può gratuitamente
conferire rifiuti), il recente servizio porta a porta degli ingombranti, l’aumento del numero
dei cestini e numerose iniziative di informazione ed educazione. Il problema purtroppo
permane e si impongono riflessioni sugli interventi futuri che dovranno comprendere in
maniera più incisiva l’azione di vigilanza e controllo e un particolare approfondimento del
Contratto di servizio che lega l’Ente all’Azienda, in scadenza al 31.12.2009.
Per quanto attiene la gestione delle acque, tralasciando in questa sede le complesse
questioni legate agli impianti di distribuzione e trattamento, va ricordato che la città
dispone di un sistema separato della fognatura e di un sistema finale di depurazione al
quale afferisce la totalità della nera.
Nonostante la presenza generalizzata delle strutture è da segnalare una carenza di
manutenzione, soprattutto della linea di bianca che può contribuire a disagi in caso di
particolari eventi meteorologici. Non sono rari inoltre i casi di commistione delle due
fognature che possono determinare inquinamento dei recettori finali.
Vi è inoltre la necessità di estensione della fognatura in alcune aree che pur in forte
sviluppo di urbanizzazione ne risultano attualmente sprovviste (Loc. Limonino, Loc. Stillo,
Via Remota, dei Falchi, della Padula, delle Macchie, della Prignoliccia, del Pino, etc.). La
rete di distribuzione dell’acqua potabile è presente capillarmente anche se esistono zone
(Via Padula) per le quali è richiesta l’azione del Comune per regolizzare il regolare allaccio
all’acquedotto. La qualità dell’acqua destinata al consumo umano è buona e le analisi
quotidiane mostrano il generale rispetto dei limiti normativi
A livello generale e quindi per ogni ambito ambientale, risulta di fondamentale importanza
porsi i seguenti Obiettivi:
• Integrazione delle politiche settoriali ambientali ;
• Azione di monitoraggio delle matrici ambientali;
• Informazione ed educazione ambientale;
• Partecipazione
AZIONI
Le città, devono quindi far fronte a problemi comuni: cattiva qualità dell'aria, traffico e
congestione intensi, livelli elevati di rumore ambiente, cattiva qualità dello spazio edificato,

presenza di terreni abbandonati, emissioni di gas serra, proliferazione urbana, produzione
di rifiuti e di acque reflue. Tali problemi sono particolarmente complessi e le loro cause
incidono l'una sull'altra; per questo è necessario un approccio integrato. Orientamenti e
misure di coordinamento appaiono più appropriati di un'azione legislativa in considerazione
della diversità delle aree urbane e degli obblighi esistenti, che impongono soluzioni
specifiche, nonché delle difficoltà di fissare norme comuni per l'ambiente urbano.
La strategia attuale si basa inoltre sulla sussidiarietà e dà la priorità alle iniziative locali,
pur mettendo l'accento sulla cooperazione fra i vari livelli decisionali (comunitario,
nazionale e locale) e sull'integrazione dei vari aspetti della gestione urbana.
Settore Energia, Emissioni in atmosfera e qualità dell’aria
Piano di risanamento comunale (PAC);
Piano energetico comunale;
Piano di risanamento acustico;
Mappe acustiche strategiche ai sensi del Dlgs 194/2005;
Piano d’azione ai sensi del Dlgs 194/2005;
Promozione carburanti alternativi;
Inventario delle emissioni;
Incremento dell’utilizzo del solare termico;
Incentivi per veicoli a basso impatto ambientale;
Regolamentazione della mobilità (ampliamento ZTL, sistema parcheggi, ecc)
SETTORE TRASPORTI
Piano urbano del traffico;
Piano Urbano della Mobilità;
Mobility manager come approccio interdisciplinare che non riguarda solo interventi
tecnici e strutturali, ma anche cognitivi e comportamentali;
Valorizzazione del trasporto pubblico locale;
Moderazione e fluidificazione del traffico e ottimizzazione della mobilità
ciclopedonale
SETTORE EDILIZIA
Regolamento edilizio con una chiave di accesso a forte componente ambientale;
Modelli urbanistici che tengano conto degli aspetti ambientali;

Valorizzazione e riqualificazione delle aree attrezzate ma in stato di abbandono, in
particolare le aree ed i complessi industriali dismessi e gli immobili vuoti;
Processo di pianificazione dell'occupazione dei terreni che tenga conto delle
conseguenze;
Uso di fonti rinnovabili e risparmio energetico in edilizia
SETTORE RIFIUTI
Regolamento comunale;
Rapporti con soggetti di riferimento per la programmazione (Regione, Provincia,
ATO Toscana Costa)
Consolidamento del servizio offerto dalle stazioni ecologiche;
Sperimentazione, valutazione e conferma del servizio porta a porta ingombranti;
Implementazione della vigilanza e del controllo;
Aumento della raccolta differenziata;
Estensione del servizio porta a porta;
Rinnovo del Contratto di Servizio e del contratto extraTia con AAMPS
Settore Acque
Regolamento degli scarichi in ambiente;
Rapporti con ATO Acque;
Miglioramento della manutenzione della rete fognaria (soprattutto della linea
bianca);
Istituzione di un Ufficio tecnico comunale quale presidio di collaborazione e
controllo alle attività di gestione di ASA;
Consolidamento dell’attività di controllo delle acque destinate al consumo umano
Effetti
Miglioramento della qualità dell’aria e contenimento dell’inquinamento acustico, corretta
gestione dei rifiuti, miglior sfruttamento delle risorse territoriali, consolidamento ed

implementazione delle informazioni e dell’accesso ai dati ambientali, partecipazione attiva
dei cittadini.
Una città più sostenibile, come risultato dell’azione congiunta di Istituzioni, imprese e
cittadini e che si avvalga del contributo delle fonti rinnovabili, dell’ecoefficienza e in
generale dell’ambiente.
In sintesi
E' nelle aree urbane che si manifestano con più evidenza i costi ambientali generati dal
traffico, e si può affermare che i timori e le insoddisfazioni dei cittadini rispetto alle
tematiche ambientali si concentrano soprattutto sui problemi del traffico e sulle sue
conseguenze, come la difficoltà di circolazione e di parcheggio, ma anche
sull'inquinamento atmosferico ed acustico. L'uso dei mezzi collettivi infatti è ridotto e,
purtroppo, anche in diminuzione.
Il cambiamento dei combustibili per il riscaldamento civile, la metanizzazione diffusa, la
riduzione delle industrie nel tessuto urbano e un parco auto più moderno e catalizzato,
hanno favorito la riduzione di alcuni inquinanti nell'aria cittadina (monossido di carbonio,
anidride solforosa, benzene). Permangono criticità per le polveri fini (anche se il trend è in
favorevole diminuzione), gli ossidi di azoto e, conseguentemente per l’ozono.
Tra i temi ambientali più sentiti il rumore si afferma come uno dei problemi più rilevanti
rispetto alla qualità dell'ambiente urbano, anche perché riguarda ormai tutte le aree
cittadine ed è effetto diretto della crescita di volume del traffico.
Si avverte la necessità generale di una migliore manutenzione della città (servizio di
spezzamento, pulizia vicino ai cassonetti, manutenzione della rete fognaria ) e di
contrastare, in maniera efficace comportamenti scorretti e atti vandalici.
6.3 LA VULNERABILITA’ DEL TERRITORIO, I RISCHI IDROGEOLOGICI, IDRAULICI E
GEOLOGICI
Come è stato segnalato nel paragrafo introduttivo tutte le società possiedono la nozione di
pericolo; la nozione di rischio è invece tipica soltanto della società moderna in cui la sua
analisi e gestione vengono associate alla scienza ed alla tecnologia, ovvero allo sviluppo di
sistemi esperti, cioè di sistemi di realizzazione tecnica o di competenza professionale.

Il rischio viene espresso in termini probabilistici e quando assume la connotazione
negativa (ad esempio quella dei fenomeni naturali) rimanda all’idea di perdita, danno,
catastrofe.
Appare subito importante la conoscenza degli stati di pericolosità di un territorio
soprattutto quando si realizzano i presupposti della sua trasformazione o comunque anche
in chiave di una revisione urbanistica generale o particolare. Ad esempio esporre la
popolazione a rischi per avere scelto un’area di concentrazione dell’edificato senza
studiarne i livelli di pericolosità, equivale ad accendere enormi conflittualità con la
popolazione e soprattutto creare i presupposti per ingenti danni umani, sociali ed
economici.
Quando si avvia il procedimento di un Piano Strutturale, già in partenza occorre mettere in
campo ogni stratificazione di conoscenza e classificare il territorio nella maniera più precisa
possibile per valutarne soprattutto la possibile magnitudo (ovvero l’intensità) dell’evento
che ci possiamo attendere. E’ questo il campo degli analisti di rischio, figure
appositamente formate per la definizione degli stati conseguenti la manifestazione di un
determinato evento.
Dunque un punto di partenza fondante è che la conoscenza geologico-strutturale ed
idraulica del Comune di Livorno risulta di notevole importanza per le scelte di
pianificazione e per le successive fasi di gestione del nostro territorio.
Da oltre 15 anni l’Amministrazione comunale di Livorno è attiva nel campo della geologia
tecnica “del pianificare e del progettare” e, per proprio conto o sulla base di incarichi
affidati, ha eseguito numerosi studi e lavori su varie tematiche.
Occorre tuttavia evidenziare che sia per gli ulteriori e recenti disposti normativi intervenuti
sulla materia (Regolamento Regionale Toscana n. 26/R/2007), sia per le metodiche per
affrontare i problemi geologici che negli ultimi 10-12 anni si sono andate ulteriormente ad
affinare, quello che risulta determinante ed improrogabile è passare alla predisposizione di
un “pacchetto di pianificazione geologico-tecnica ed idraulica” di nuova concezione
metodologica e con una solida piattaforma di gestione informatica.
Non partiamo svantaggiati, anzi la quantità delle informazioni geologico-tecniche sul
nostro territorio è davvero considerevole (si rimanda a tal proposito a quanto descritto nel
Quadro Conoscitivo Ambientale) e l’esperienza maturata in questi anni permettono di

iconoscere con un buon grado di dettaglio e con basso livello di incertezza le maggiori
fragilità ed i punti di massima vulnerabilità dei sistemi geo-ambientali.
OBIETTIVO 1: MITIGARE GLI STATI DI PERICOLOSITÀ IDRAULICA DEI BACINI IDROGRAFICI E
RIDURRE LA MAGNITUDO DI RISCHIO
L’evoluzione e lo sviluppo urbanistico della nostra città hanno trasformato radicalmente il
concetto di pericolosità idraulica del territorio. La questione trova una serie di conferme in
gran parte del territorio nazionale. Appena cinquant’anni fa esistevano ancora vaste zone
di espansione golenale in aree vocate ad attività agricola; oggi la città si è appropriata di
questi spazi aumentando le superfici impermeabili e riducendo sensibilmente le superfici di
compensazione con i volumi di sicurezza idraulica. Il risultato evidente nella nostra città è
un incremento dei livelli di pericolosità per esondazioni specialmente negli ambiti dei
corridoi idrografici a più elevata presenza di abitati e/o attività produttive.
Obiettivo 2: Approfondire la conoscenza sui livelli di pericolosità geologicotecnica
(idraulica, idrogeologica, geomorfologica e sismica) del nostro territorio
La recente approvazione in Consiglio Comunale dell’atto di recepimento del Piano di
Assetto Idrogeologico nell’ambito del nostro Strumento Urbanistico apre un nuovo
scenario per la identificazione degli stati di pericolosità idraulica presenti nel nostro
territorio.
E’ indubbio che la base di partenza è rappresentata da questo strumento di settore,
tuttavia, l’aggiornamento e la revisione del Piano Strutturale sono l’occasione per
aggiornare i campi di rischio con una modalità di maggiore dettaglio derivata sia dai
numerosi studi idrologici-idraulici di dettaglio eseguiti dall’Amministrazione comunale sia
da alcune opere di messa in sicurezza idraulica già realizzati o in corso di realizzazione
come:
• Cassa di espansione del Rio Cignolo Loc. Porta a Terra
• Casse di espansione del Rio Felciaio-Querciaio,
• Cassa di espansione sul Rio Cigna zona Magrignano;
• Cassa di espansione sul Torrente Ugione Loc. Pian di Rota;
• Casse di espansione sul Rio Maggiore

Al fine di poter disporre di tutti i necessari dati idrologici-idraulici per redigere la Carta di
Pericolosità idraulica si rilevano tuttavia alcune lacune tecniche sui seguenti bacini
idrografici:
1. Torrente Ugione e affluenti alti (Rio Vallelunga, Rio dell’Acqua Puzzolente);
2. Rio Felciaio-Querciaio (tarare al meglio le casse di espansione già realizzate e
procedere alla loro omologazione);
3. Rio Ardenza (approfondimenti sulla determinazione del trasporto solido);
4. Torrenti minori di Montenero: Rio Stringaio-Banditella, Fosso della Lecceta, Botro ai
Fichi, Fosso della Lecceta, Fosso del Governatore.
Già in questa fase segnaliamo come di estrema necessità la predisposizione di carte
tematiche moderne (su base informatica, costantemente aggiornabili) sulla base delle
classificazioni più recenti in campo di gestione del rischio. Ricordiamo che la conoscenza
degli stati di pericolosità del nostro territorio sono indispensabili per la gestione urbanistica
ed edilizia.
In riferimento alla normativa vigente in materia geologico-ambientale il nuovo Piano
Strutturale dovrà essere supportato da una serie di cartografie tematiche. In primo luogo
occorrerà procedere alla stesura di una nuova Carta geomorfologica che dovrà essere
predisposta almeno alla scala 1:10.000; questo elaborato dovrà essere preparato sulla
base di analisi fotointerpretative e su campagne di rilevamento e risultare più adeguato
alla carta attualmente in uso. La legenda di riferimento dovrà risultare quella ufficiale della
Regione Toscana in maniera da poter dialogare con analoghe carte di comuni a noi
contermini che si sono già dotati della cartografia tematica. Il lavoro geomorfologico sul
nostro territorio si dovrà completare con alcuni quadri di dettaglio in particolare rivolti alle
seguenti aree:
1. Zona portuale-industriale
2. Zona Montenero-Castellaccio;
3. Zona costiera e retrocostiera
4. Zona Quercianella versante Via Falcucci;
5. Zona Popogna-Molino Nuovo;
6. Zona Valle Benedetta;
Prendendo come riferimento la carta geolitologica (1996), le sezioni litotecniche (1996) e
le sezioni stratigrafiche (2005) si rende necessario redigere una Carta Litotecnica che

iassuma in maniera esaustiva tutti i principali dati geotecnici delle formazioni,
specialmente quelle granulari del plane di Livorno.
Da queste carte sarà possibile passare alla predisposizione della Carta di Pericolosità
geomorfologica, partendo anche dalle 16 tavole in scala 1:5.000 già depositate (1996), ma
con classi di pericolosità diverse, secondo quanto definito dal Regolamento Regionale
26/2007. Qui dovrà in particolare essere azzonato il territorio con particolare attenzione
riguardo alle classi di pericolosità Molto Elevata 4 (inedificabile) ed Elevata 3 (edificabili
con condizionamenti strutturali).
Questione altrettanto importante sarà quella di portare a sintesi la Carta di Pericolosità
sismica che dovrà allinearsi con tutti i dati già a disposizione, ma probabilmente
necessiterà di campagne di rilevamento opportunamente dedicate e di incroci con la Carta
di risposta omogenea dell’evento sismico (1996). Per completare il quadro della
pianificazione geologico-tecnica non dobbiamo dimenticare che dovranno essere
aggiornate la Carta geologica, e la Carta dei Dati di Base.
Obiettivo 3: Definire gli standard di qualità della risorsa idrica sotterranea e la
vulnerabilità intrinseca degli acquiferi
Per tutti i risvolti che ci possono essere con gli stati di potenziale contaminazione presenti
nel nostro territorio dovrà essere rivolta una particolare attenzione alla predisposizione di
tre nuove carte: la Carta dei punti d’acqua, la Carta idrogeologica e la Carta della
vulnerabilità degli acquiferi che risultano ormai indispensabili per una valutazione completa
di un territorio.
L’uso e la regolamentazione dell’acqua definita recentemente “Oro bianco” risulta di
grande importanza per questa e per le generazioni future. Anche se il nostro territorio non
ha una grande potenzialità di reservoir acquiferi per l’uso della risorsa per scopi potabili, si
rileva che con una maggiore conoscenza degli stati di vulnerabilità potranno essere
intraprese azioni correttive per la gestione della comune e pubblica risorsa sotterranea.
Obiettivo 4: Migliorare la gestione delle trasformazioni territoriali attese sia a
livello urbanistico sia a livello edilizio
La questione riveste una certa importanza per il fatto che gli strumenti geologico-tecnici a
supporto del Piano Strutturale dovranno non soltanto supportare le eventuali

trasformazioni territoriali future, ma dovranno consentire la migliore gestione per le
pratiche edilizie.
AZIONI
A. PREDISPORRE STUDI TEMATICI DI SETTORE CON SPECIALI ANALISI TERRITORIALI
Oltre a definire tutti i necessari approfondimenti per predisporre la nuova cartografia
tematica geologico-tecnica, si rende utile procedere ad affrontare alcuni approfondimenti
di rilievo specializzato ed in particolare:
Studio delle curve di inviluppo Tr 200 anni per il Torrente Ugione sulla base
dello scenario idraulico previsto a seguito della prevista cassa;
Aggiornamento dello studio idrologico-idraulico condotto sul Rio Felciaio-
Querciaio al fine di tarare al meglio le casse di espansione già realizzate e
procedere alla loro omologazione;
Aggiornamento dello Studio idrologico-idraulico del Rio Ardenza sulla base della
determinazione del trasporto solido;
Studio idrologico-idraulico sui torrenti minori di Montenero: Rio Stringaio-
Banditella, Fosso della Lecceta, Botro ai Fichi, Fosso della Lecceta, Fosso del
Governatore;
Il sistema geomorfologico complesso di Montenero;
Il sistema geomorfologico complesso di Quercianella;
Il sistema pedecollinare di Limoncino;
L’apparato costiero e della piattaforma marina.
B. Disporre di una piattaforma informatica GIS per la gestione e
l’aggiornamento costante dei dati geologico-tecnici
Quello che è mancato nello scorso Piano Strutturale sotto il profilo geologico-tecnico è
stato un approccio di gestione del dato; solo le carte di pericolosità e fattibilità geologicotecnica
sono state informatizzate, mentre il resto della documentazione è rimasto relegato
alla sola forma cartacea con forti difficoltà di gestione del dato e soprattutto con gravi
problemi per l’aggiornamento. Il “pacchetto geologico-tecnico” del nuovo Piano Strutturale
dovrà essere invece essere facilmente consultabile, comprensibile, definito e soprattutto
aggiornabile mediante l’utilizzo del sistema GIS.

C. Elaborare carte tematiche a supporto delle decisioni urbanistiche e per la
gestione delle pratiche edilizie
Al fine di adeguarsi agli obiettivi espressi si ritiene indispensabile procedere alla redazione
di una cartografia tematica di elevato dettaglio composta almeno da:
Carta dei dati geologico-tecnici significativi di base – scala 1:10.000
Carta geologica (revisione) – scala 1:10.000
Carta geomorfologica - scala 1:10.000 (con dettagli alla scala 1:5.000 nelle zone:
Portuali-industriali, Montenero-Castellaccio, Costa e retrocosta, Quercianella e Via
Falcucci, Popogna-Molino Nuovo, Valle Benedetta)
Carta Litotecnica – scala 1:10.000
Carta del censimento dei punti d’acqua – scala 1:10.000
Carta idrogeologica – scala 1:10.000
Carta di vulnerabilità degli acquiferi – scala 1:10.000
Carta di pericolosità geomorfologica – scala 1:5.000
Carta di pericolosità idraulica – scala 1:5.000
Carta di pericolosità sismica locale – scala 1:5.000
Carta di fattibilità geomorfologica – scala 1:5.000
Carta di fattibilità idraulica – scala 1:5.000
Carta di fattibilità sismica locale – scala 1:5.000
D. Progettare e realizzare le casse d’espansione che ancora rimangono da fare
per la messa in sicurezza degli abitati
Oltre a concludere ed approfondire gli studi idraulici su alcuni bacini idrografici e definire
l’omologazione delle varie opere idrauliche lungo i nostri corsi d’acqua, risulta
estremamente opportuno provvedere alla progettazione ed alla realizzazione delle casse
d’espansione che ancora rimangono da eseguire lungo i corsi d’acqua del nostro territorio.
In particolare si segnala il bacino del Rio dell’Acqua Puzzolente e del Rio Ardenza.

E. IDENTIFICARE CON PRECISIONE AREE DA RITENERE INEDIFICABILI
Attraverso l’analisi eseguita con gli studi e le cartografie di dettaglio, sarà possibile rilevare
con precisione le aree da ritenere inedificabili. Ovvero creare i presupposti di una
protezione ambientale di assoluta conservazione dello stato attuale.
EFFETTI
A. Migliorare i livelli di sicurezza territoriale del costruire attraverso una
misura dei probabili rischi
La conoscenza dei livelli di pericolosità orienterà in maniera più precisa alla valutazione dei
rischi territoriali nei successivi stati di pianificazione e nella progettazione della città.
B. Incrementare le superfici di aree naturali pedecollinari a vocazione agricola
a favore dell’espansione dei corsi d’acqua, ricreando habitat scomparsi e
favorendo lo sviluppo della biodiversità e l’uso sostenibile dell’agricoltura
Uno degli importanti effetti attesi dall’analisi dei rischi idraulici e dalle soluzioni tecniche di
messa in sicurezza riguarderà la restituzione di aree golenali ad un uso più consono
rispetto all’attuale. Ciò permetterà anche di riqualificare il rapporto tra il costruito o la
previsione dell’edificato con i sistemi naturali contigui, nella considerazione che debba
essere data un’importanza assoluta all’ecosistema urbano. In queste aree golenali
potenzialmente allagabili, una volta riportate al loro utilizzo naturale, potranno riacquistare
una semi-ruralità favorendo anche un uso agricolo e ricrearsi habitat di contatto.
C. Sensibilizzazione della popolazione sui temi del rischio ambientale
Il lavoro tematico svolto con metodologie che permettano la facile lettura anche ai non
addetti ai lavori, permetterà di sensibilizzare il cittadino sui temi del rischio ambientale
andando in parallelo con campagne di informazione sul rischio già varate
dall’Amministrazione Comunale (ad esempio la campagna di informazione sul rischio
industriale: Rischio Zero).

6.4 Le aree protette e l’apparato costiero-marino quale opportunità per lo
sviluppo di un turismo e di una fruibilità sostenibili
Nel Comune di Livorno sono state perimetrate aree a Parco Nazionale (Isola di Gorgonia),
Parco Provinciale (Zona Botro Molino Nuovo e Zona Rio del Lupo), Aree Naturali Protette
di Interesse Locale (Poggio Corbolone, Foresta di Valle Benedetta, Foresta di Montenero e
Foresta della Valle del Chioma) ed un’area denominata Sito di Interesse Regionale (SIR
Calafuria).
Oltre il 50% della superficie del nostro territorio è coperta da foreste di tipo mediterraneo
(da qui il Vincolo Idrogeologico) che per loro natura e per la geomorfologia dei luoghi
degradano praticamente fino alla costa ed al mare.
La costa marina è un sistema morfologico di margine collocato al limite di una parte solida
- il continente - ed una parte liquida - il mare -. E’ quindi un bordo fisico, una separazione
di spazio in cui si rileva la presenza di un vero e proprio ecosistema complesso e
strutturato che viene denominato costiero-marino.
Tuttavia questo apparato non è soltanto una delimitazione fisica più o meno graduale tra il
mondo emerso e l’universo marino, ma è un insieme organico di colori, forme, fragranze,
suoni, elementi in un equilibrio sempre incerto ordito dalle trame degli agenti fisici: il
vento, i moti ondosi, le maree, le piogge.
A questo equilibrio precario per vie naturali e cronologiche partecipa in maniera attiva, -
almeno dalla sua comparsa - l’uomo con la sua presenza, con le sue attività e con la sua
volontà di pianificare, progettare, attuare e trasformare, fare cose giuste, sbagliare. Alla
costa si legano indissolubilmente molte attività umane cosicché questo sistema fisico così
caro ai livornesi e difeso estenuamente assume importanti connotati politici, economici e
sociali.
OBIETTIVO 1: MANTENIMENTO, VALORIZZAZIONE, QUALIFICAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DELLE
AREE PARCO, DEI SITI DI INTERESSE REGIONALE (RISERVA BIOGENETICA DI CALAFURIA) E
DELLE AREE NATURALI PROTETTE DI INTERESSE LOCALE
La pianificazione strutturale deve tendere a creare i migliori presupposti per far decollare i
temi della riqualificazione, della valorizzazione del sistema delle aree protette, tenendo in

considerazione che oltre ad un sistema collinare e pedecollinare, nel comune di Livorno si
rileva un importante sistema marino costiero ed un rapporto stretto con l’Isola di Gorgona.
E’ proprio questo forte legame tra la popolazione ed il mare che dobbiamo cercare di
tutelare e di migliorare in termini ambientali.
Obiettivo 2: Creare dei collegamenti funzionali tra le aree protette continentali
ed il Parco dell’Arcipelago Toscano
La pianificazione deve considerare il rapporto stretto tra le aree protette continentali e
marine proprie della città di Livorno rispetto ad altre aree protette contigue e/o esterne ai
limiti amministrativi (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Parco di Migliarino San
Rossore, Riserve Marine, Parco del Cornia, etc.).
Obiettivo 3: Recuperare i siti ex estrattivi nel tessuto naturale e varo di un
sistema complesso funzionale alla autosufficienza dello smaltimento di rifiuti
inerti non pericolosi e terre provenienti da scavi edili nell’ambito comunale
Alla luce dell’emanazione del D.lgs. 152/2006, della problematica aperta delle terre
provenienti da scavi e delle cogenti necessità legate allo smaltimento delle terre
provenienti da siti di bonifica - si ricorda che allo stato attuale 10 Kmq. del ns. territorio
comunale sono soggetti a bonifica – si ritiene necessario prevedere un percorso basato
sulla piena sostenibilità ambientale, in grado di restituire ampia garanzia di sicurezza
territoriale per la restituzione agli usi legittimi di aree degradate e/o abbandonate e che
nel contempo risolva in gran parte i problemi appena punteggiati prima.
Il cosiddetto “Programma Atlante” già approvato dalla G.C. con propria Decisione n. 516
de 28/12/01 e n. 293 del 30/07/02 prevedeva l’esecuzione di ripristino ambientale nel sito
sperimentale del Poggio Corbolone per dare una risposta immediata alla ricerca di siti
idonei al deposito delle terre provenienti da scavi.
Dopo un anno di studi, verifiche tecniche, approfondimenti condotti con l’Ufficio Ambiente
della Provincia di Livorno, con il Dipartimento provinciale ARPAT di Livorno e con ASL,
dall’Amministrazione comunale è nata una proposta.
Il principio ispiratore della proposta nasce da uno screening preliminare condotto sulle
aree ex-estrattive dismesse al fine di configurare assetti definitivi di ripristino ambientale
anche ai fini dello smaltimento delle terre provenienti da scavi edili e da aree di bonifica.

Il lavoro di censimento dei siti ripristinabili ad uno stato di estremo dettaglio e le necessità
individuate permettono una manovra ampia che è possibile tratteggiare per punti:
1. Completamento del ripristino ambientale del Poggio Corbolone; ad oggi è in fase di
conclusione la parte del Tiro a Volo (lato); è possibile programmare il ripristino
ambientale della parte Tiro a Volo (retro) che comporterà l’allocamento di circa
300.000 mc. di terreni provenienti da scavi e certificati come tali; ciò potrebbe
portare ad una riqualificazione definitiva dell’impianto sportivo del Tiro a Volo che
potrebbe rientrare nel circuito su scala nazionale;
2. Considerato che la Cava del Monte la Poggia è l’unica attiva nel nostro territorio e
che allo stato attuale si registra una drastica diminuzione dei filoni produttivi con
forte mancanza di terreni per restituire naturalità allo stato dei luoghi, si ritiene
possibile pensare alla realizzazione di un sito per il deposito di rifiuti non pericolosi
per cubaggio intorno ai 550.000 mc. che fronte di impatti ambientali assenti
permetterebbe:
- risoluzione importante alla problematica per lo smaltimento dei terreni
provenienti da siti di bonifica(attualmente esiste solo Scapigliato a livello
provinciale);
- ripristino ambientale totale e garantito per la possibilità di allocare terre e
quindi plasmare le forme definitive del sito.
Si ricorda che la Cava del Monte La Poggia oggi risulta al di fuori di strutture e/o
insediamenti abitativi sensibili e che il piazzale risulta invisibile da ogni punto della
città e che è presente un importante nodo infrastrutturale che non ha mai creato
problemi ambientali. Allo stato attuale siamo in procinto che la Provincia di Livorno
rilasci l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
3. Ripristino ambientale del sito di Monte Burrone che è già stato sottoposto ad
esclusione di VIA e che dopo un primo intervento di messa in sicurezza dei fronti
potrebbe costituire un buon sito per allocare circa 100.000 mc. di terra provenienti
da scavi e quindi poter restituire agli usi consentiti dal PRG per il tempo libero;
4. Ripristino ambientale dell’ex sito estrattivo delle Palazzine con la possibilità di
allocare terreni provenienti da scavi edili per circa 100-120.000 mc. in un sito
assolutamente posto al di fuori da insediamenti abitativi.
5. Ripristino ambientale della ex cava Cementir (allo stato attuale è sospesa
un’autorizzazione provinciale) ed un ripensamento dell’area in chiave urbanistica

che essendo limitrofa alla Discarica Comunale potrebbe essere funzionale per la
delocalizzazione di attività industriali ad elevato impatto per la città.
Obiettivo 4: Sviluppare la conoscenza dei luoghi, mantenere e migliorare il
livello della biodiversità
Portare ad un miglior livello di conoscenza l’ambiente collinare e costiero del nostro
territorio è un obiettivo importante per i risvolti che può avere sulla cultura e
sull’educazione ambientale. La possibilità di collegare la pianificazione urbanistica con una
serie di atti di settore risulta fondamentale.
Obiettivo 5: Conservare il patrimonio naturale del Romito e dell’Isola di
Gorgona
Nel comune di Livorno il sistema di alta naturalità presente tra la foce del Maroccone e
quella del Torrente Rogiolo (costiero) e dell’Isola di Gorgona (integralmente annessa al
Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano) necessita di un’attenzione particolare rivolta alla
conservazione ed alla valorizzazione dei luoghi con la possibilità di intervenire per la messa
in sicurezza di parti territoriali mediante l’utilizzo di tecniche e tecnologie di basso impatto
ambientale.
Obiettivo 6: Migliorare la performance degli arenili pubblici
Dall’analisi dei tratti di litorale e dal dettaglio analitico ottenuto in sede di valutazione degli
arenili, allo stato attuale è possibile affermare quanto segue:
1. Gli arenili lungo la costa di Livorno ad eccezione di alcuni casi, per la dimensionalità
analitica degli indicatori e per le condizioni ambientali generali non si prestano in
maniera estensiva ad un concessionamento delle aree di balneazione soprattutto in
chiave di uso esclusivo;
2. E’ possibile rilevare che esistono alcuni arenili in cui risulta fondamentale e decisivo un
alto livello di manutenzione ordinaria e straordinaria per evitare stati elevati di degrado
(questi ultimi dovuti ad esempio ai trasporti di materiali vari e rifiuti provenienti dalle
mareggiate ed al degrado delle componenti sociali dovute all’assenza di qualsiasi tipo
di presidio di tutela ambientale);
3. E’ possibile rilevare che solo alcuni arenili posseggono le caratteristiche e le peculiarità
per il rilascio di concessioni che potremmo definire a prevalente "uso pubblico" in

quanto rivolte ad assicurare condizioni di sicurezza ai bagnanti e servizi complementari
di comfort senza limitare o condizionare l'accesso e la fruizione della spiaggia, se non
relativamente a porzioni ristrette. In tal caso, la limitazione può interessare superfici
indispensabili per l'installazione delle necessarie attrezzature o l'approntamento di
alcuni servizi minimi, anche a titolo esclusivo, ragionevolmente considerati
"compensativi" delle prestazioni erogate gratuitamente quali, ad es., manutenzione
dell'arenile, servizio di sorveglianza e salvataggio, servizi igienici, passerelle ad uso
pubblico, delimitazione acque sicure, corridoi di lancio etc. Nella fattispecie, al fine di
favorire l'interesse economico alla gestione e al controllo dell'intero spazio demaniale
c.d. ad uso pubblico, si ritiene possibile operare anche una diversificazione del canone
concessorio, riconducendolo ai criteri previsti per le attività turistiche relativamente alle
zone preordinate alla presenza di strutture o di servizi per il comfort, piccolo ristoro e
attività ricreative e a quelli previsti per i servizi c.d. "di pubblica utilità" (art. 37 Cod.
Nav.) relativamente alle zone più propriamente libere. Pertanto, la principale finalità
pubblica che la concessione, con tale configurazione, intende perseguire è quella di
ricondurre ad una gestione unitaria la responsabilità sulla conduzione e vigilanza di
uno spazio di arenile morfologicamente identificato, che presuppone principalmente
l'attivazione di "appropriate misure sulla sicurezza della balneazione", senza per questo
doverne condizionare, se non entro ragionevoli limiti connessi all'approntamento di una
attività organizzata di servizio, il libero uso che deve rimane "prevalente e
significativo".
4. E’ importante constatare la necessità di una graduale sperimentazione sulla gestione
di spazi di demanio marittimo, sempre mantenendo invariabile il prevalente e
significativo uso pubblico. Tale sperimentazione potrebbe trovare presupposto ottimale
nella durata della concessione che, in funzione della prevalenza dei fini di pubblico
interesse di cui all'art. 37 Cod. Nav. (nel caso di specie la conservazione delle
caratteristiche naturali dell'arenile e la salvaguardia delle condizioni di sicurezza per la
balneazione) rispetto a quelli complementari più propriamente di natura economica
(offerta di servizi di comfort, piccolo ristoro e attrezzature per attività ricreative
connesse all'uso del mare), si ritiene possa essere limitata ad un congruo termine
ritenuto idoneo a contemperare la suddetta sperimentazione con l'investimento
economico necessario per approntare le attività gestionali. Ciò comporta la non
automatica assoggettabilità della tipologia di concessione che si intende attivare, e cioè
a "prevalente caratterizzazione pubblica", alle disposizioni contenute nella Legge n°
88/2001 che prevedono, per le concessioni demaniali marittime con finalità
turistico/ricreative, la durata di anni 6 e soprattutto il loro rinnovo automatico ad ogni
scadenza sessennale, salvo motivi di revoca.

Per la concessione ad uso pubblico (con finalità di libero accesso) delle superfici di arenile
è interessante delineare le seguenti condizioni comuni:
1. Assicurazione che l’arenile deve essere a prevalente e significativo uso pubblico;
2. Miglioramento dell’accesso all’arenile che deve conservare anch’esso un carattere
pubblico;
3. Eliminazione di tutte le fonti di potenziale pericolo per i frequentatori;
4. Miglioramento delle superfici di arenile in termini di livellamento e di comfort della
spiaggia (sono consentiti leggeri ricarichi di materiali che devono essere certificati
all’origine e concordati con l’Amministrazione comunale ed autorizzati
dall’Amministrazione Provinciale;
5. Ripulitura delle aree di arenile e di spazi contigui significativi da rifiuti vari con
manutenzione giornaliera ed eventuali interventi straordinari (in ordine ad esempio alle
mareggiate);
6. Garanzia dei requisiti minimi per la sorveglianza della balneazione e il salvamento
(segnalazione per il limite acque sicure e per il divieto di balneazione, presenza di
bagnini con idoneo brevetto, collocazione di torretta di avvistamento e patino,
attrezzature complementari per il salvamento e per il primo soccorso conformemente
alle prescrizioni contenute nelle apposite ordinanze balneari);
7. Messa in opera di impianti igienico-sanitari da destinare ad uso pubblico con carattere
stagionale e rimovibili realizzati con materiali ambientalmente compatibili;
8. Possibilità di inserimento di piccole strutture (rimovibili) per il ricovero ombrelloni e
sdraio, per presidio di pronto soccorso e per la vendita di bibite e panini;
9. Laddove occorra, preventivamente al rilascio della concessione demaniale:
realizzazione di tutti gli interventi di messa in sicurezza geologico-geomorfologica per
mitigare e/o ridurre al minimo la deiezione di materiali dalle falesie.
A nostro giudizio è pertanto possibile promuovere l’utilizzo di alcuni arenili come “Punti
blu” mediante rilascio di concessioni a soggetti interessati per il solo approntamento di
servizi e senza o con limitata posa in opera di ombrelloni. In sostanza si ritiene possibile
consentire l’occupazione fisica permanente/stagionale dell’arenile, in linea generale, con le
sole strutture di servizio ed sporadicamente anche con attrezzature di comfort qualora ciò
risulti indispensabile per contemperare la salvaguardia dell’uso pubblico/generalizzato con
l’interesse economico alla assunzione della relativa concessione demaniale. In ogni caso,
l’occupazione fisica deve essere mantenuta entro limiti il più possibile circoscritti rispetto
allo spazio demaniale da assentire in concessione.

Obiettivo 7: Intervenire sulla messa in sicurezza della falesia del Romito e sui
percorsi funzionali agli accessi della costa
Considerato che nel Comune di Livorno non si ritrovano rilevanti aree di spiaggia (per una
conformazione naturale del territorio), ma si riconoscono forti valenze territoriali di
scogliera in cui sono ampie le frequentazioni della popolazione anche extra-cittadina, la
pianificazione deve avere un occhio di riguardo a questo sistema anche in chiave di messa
in sicurezza poiché intrinsecamente una costa non può che essere definito un sistema ad
elevata pericolosità.
Obiettivo 8: Migliorare la sicurezza, il comfort e la fruibilità dei Porticcioli
turistici
Alla luce della recente normativa e delle competenze ascritte alle Amministrazioni
Comunali, considerato l’elevata valenza turistica-ambientale e ricreativa dell’attività
diportistica, anche in una chiave di sostenibilità ambientale si ritiene utile segnalare un
obiettivo di miglioramento degli standards di sicurezza e di maggior comfort e fruibilità dei
Porticcioli turistici cittadini.
Obiettivo 9: Mantenimento degli elevati standards di qualità ambientale delle
acque di balneazione
Le scelte della pianificazione non possono trascurare l’elevata qualità ambientale chimicofisica
delle acque di balneazione ed il loro mantenimento anche tenuto conto che vaste
aree costiere hanno ottenuto importanti riconoscimenti tra cui la Bandiera Blu.
AZIONI
Le azioni che possono essere messe in campo per la definizione operativa degli obiettivi
riguardano:

1. Elaborazione di programmi, piani e progetti di sistemazione geomorfologica dei vari siti
ex-estrattivi definendo delle regole in ordine agli standard di ripristino ambientale;
2. Definizione di un Regolamento di gestione delle Aree Naturali Protette di Interesse
Locale;
3. Predisposizione di iniziative volte alla conoscenza dei luoghi (negli studi geologici
potrebbe essere predisposta una Carta dei valori naturalistici ambientali terrestri e
marino-costieri del territorio);
4. Elaborazione di programmi, piani e progetti per i percorsi di ippovia e dell’acqua
(Acquedotto di Colognole e del Limone) nell’ambito dell’apparato collinare del Comune;
5. Aggiornamento e riqualificazione della cartellonistica e la segnaletica lungo la costa;
6. Favorire la progettazione di interventi volti alla riscoperta dei luoghi del sistema
collinare e costiero (ad esempio dell’antico “Tracciato costiero dei Cavalleggeri”, etc.);
7. Favorire la previsione dell’utilizzo del materiale proveniente dai lavori del Lotto Zero per
rinforzare le difese della costa (moli, etc.);
8. Realizzare interventi di protezione idrogeologica e mantenimento degli equilibri
geomorfologici nell’Isola di Gorgona;
9. Creare “pacchetti visita” mirati alla eco-compatibilità per la fruizione di aree naturali;
10. Aumentare i comforts degli ormeggi dei Porticcioli e delle performance ambientali.
EFFETTI
Sulla base degli obiettivi esposti brevemente e delle azioni da mettere in campo sul nostro
territorio possono essere attesi effetti rilevanti:
1. Incremento della potenzialità turistica con una variegata offerta;
2. Ripristino ambientale mediante “Cucitura morfologica” tra il tessuto naturale e le aree
utilizzate storicamente come cave, avvicinamento alle forme originarie di versante con
altri sotto-effetti che possono essere sintetizzati:
• Ritorno economico per l’Amministrazione comunale in termini di contributi sul
quantitativo escavabile e di royalties sul sito dedicato al deposito di rifiuti non
pericolosi;
• Risparmio economico ed un miglioramento dell’assetto gestionale per la possibilità
di usufruire di spazi per l’allocamento di terre provenienti da lavori pubblici;
• Possibilità di richiedere agli operatori in sede di procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale, misure di compensazione ambientali utili alla collettività;

• Contributo alla soluzione della problematica a livello cittadino inerente l’allocamento
delle terre provenienti da lavori ed attività di bonifica.
3. Recupero della vegetazione e della fauna mediante ricostituzione di habitat o nicchie
ecologiche di particolare pregio;
4. Possibilità di creare situazioni per l’educazione ambientale – tipo avvistamento
birdwatching – o transetti dello sviluppo della vegetazione;
5. Restituzione delle aree demaniali pubbliche in sicurezza per l’uso per il tempo libero
alla popolazione;
6. Miglioramento della qualità delle acque attraverso le operazioni di drenaggio;
7. Risposta di grande valore tecnico-economico per la sistemazione delle terre “non rifiuti”
provenienti da scavi di tipo edile;
8. Ottenimento di quantità di prodotto litoide per riutilizzo nelle costruzioni;
9. Aumento della disponibilità diportistica e di riparo e quindi incremento della offerta
turistica.

N.B.
I NUMERI TROVANO UNA LORO
CORRISPONDENZA DI GEOREFERENZIAZIONE
NELLA TAV. 1
RELAZIONI GEOLOGICO-TECNICHE
A SUPPORTO DEGLI ATTI URBANISTICI
1. Piano particolareggiato Corea. Indagine di fattibilità geologica, Studio
geotecnico associato Michelucci & Tocchini, 1985
2. Variante generale al P.R.G. per l’edilizia residenziale. Indagine di fattibilità
geologica, Studio geotecnico associato Michelucci & Tocchini, 1985
3. Piano di recupero quartiere Sciangai. Indagine di fattibilità geologica, Studio
geotecnico associato Michelucci & Tocchini, 1987
4. Progetto “AQUA” – Studio sulle condizioni dei torrenti cittadini, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1991
5. Piano Particolareggiato COREA – SHANGAY, Studio geotecnico Associato
1992 – 1995, integrazione 1997
6. Indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica. PEEP
n. 5 BASTIA, Studio Aquageo di Liberato & Albanese, 1993

7. Variante anticipatrice al P.R.G. MEDICEO-BELLANA. Indagine di fattibilità
geologica, Dott. Geol. L. Michelucci & Dott. Geol. A. Rafanelli, 1993
8. Variante anticipazione P.R.G. Nuove Aree PEEP – Scopaia, Dott. Geol. L.
Michelucci & Dott. Geol. A. Rafanelli, 1993
9. Zona La Leccia. Indagine di fattibilità geologica, Dott. Geol. L. Michelucci,
1993
10. Zona industriale. Indagine di fattibilità geologica, Studio associato Michelucci
& Rafanelli, 1993
11. Fattibilità geologica Variante PRG Svincolo stradale via del Crocino Via di
Popogna, Dott. Geol. A. Rafanelli, 1995
12. Carte a supporto del Piano Strutturale del Comune di Livorno – Relazione,
Dott. Geol. A. Rafanelli e Dott. Geol. L. Michelucci,1996
13. Variante anticipatrice al P.R.G. “SCOPAIA, nuove aree PEEP”. Indagine di
fattibilità geologica, Dott. Geol. Rafanelli & Michelucci, 1998
14. Piano Particolareggiato ATTIAS, Staff Geologia: Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1998.
15. Piano di Recupero Quartieri “Corea” Progetto di demolizione dei fabbricati siti
in via Gobetti 25 e 26, via Luzzatti, 7 e 9; via Grandi, 2, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999.
16. Integrazione alle indagini di fattibilità geologica – nuove aree PEEP variante
Scopaia n. 17 . Dott. Geol. Antonio Rafanelli, 2000
17. Variante anticipatrice al P.R.G. “Porta a Terra”. Indagine di fattibilità
geologica, Dott. Geol. Rafanelli & Michelucci, 2001.
18. Revisione Regolamento Urbanistico 2000 –2001 Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
19. Piano Attuativo via degli Acquedotti, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2001
20. Piano particolareggiato Picchianti, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2001.
21. Piano Insediamento Produttivo Vallin Buio, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2002
22. Variante Regolamento Urbanistico SLAC, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2002

23. Variante Regolamento Urbanistico per Cassa d’espansione Ugione, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2002
24. PEEP Scopaia, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2002-
2003
25. Indagine di Fattibilità geologica Riqualificazione dei quartieri nord: COREA,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2003.
26. Piano particolareggiato Lottizzazione di Magrignano – Report generale e
Reports dei vari stralci Studio Geologico Antonio Rafanelli, 2003-2008
27. Piano particolareggiato Corea, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2003
28. Piano di recupero Shangay, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2003
29. Variante Regolamento Urbanistico 2004, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2003
30. Piano particolareggiato Aree limitrofe alla Porta a Mare, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2003
31. Variante Piano particolareggiato Picchianti, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2003
32. Piano Attuativo Maroccone Calafuria, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2005
33. Piano Attuativo Calafuria-Cala del Leone e VEA, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2005
34. VEA Viale Italia e Pancaldi, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2005
35. Piano Attuativo Antignano, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2005
36. Variante al Regolamento Urbanistico Piazza del Logo Pio, Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2006
37. Variante Regolamento Urbanistico Opere complementari Salviano 2, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2007
38. Variante Regolamento Urbanistico Hotel Gennarino, Via della Padula,
Parcheggi, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2007

39. Variante al Piano Strutturale, Regolamento Urbanistico e Piano Attuativo:
Nuovo Centro, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
40. Variante al Regolamento Urbanistico e Piano Attuativo Attias, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
41. Valutazione sugli Effetti Ambientali Viale Caprera, Arch. Ida & Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
RELAZIONI GEOLOGICO-TECNICHE
PROPEDEUTICI A STUDI AMBIENTALI
42. Progetto Pluvio Volume 3° Piezometria – Censimento A.M.A.G., Studio
Geologico A. Rafanelli 1980 – 1981
43. Relazione geologica sulla cava “Limoncino” – Monte La Poggia – Dott. Geol.
M. Micheluccini & A.D. Tardi, 1981
44. Relazione geologica sul terreno di fondazione per la costruzione di un lotto di
case civile abitazione sito in località Rogiolo di Quercianella. Dott. Geol.
Gambini & Nari, 1983
45. S.S. 1 Aurelia Variante di Livorno tratto Salviano-Chioma, Ing. Giovanni Rodio
& C. - Campagna di indagini geognostiche, 1987
46. Relazione geologica per discarica interti loc. Cisternino, Prof. A. Pietracaprina,
1987
47. Coltivazione e ripristino ambientale cava Tiro a Volo – Corbolone – Studio
associato Ing. Caserta & Bacci, 1988
48. Tentativo di interpretazione dei dati acquisiti dati sondaggi eseguiti nella
zona di Livorno Nord Km. 318 S.S. n. 1 Aurelia presso il Cimitero Comunale,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1989
49. Recupero Ambientale di una cava presso Torre Nuova – Gorgona – Geom. A.
Mazzarella, 1989
50. Relazione geologico-tecnica lottizzazione “IL PARADISO” (Castellaccio), Dott.
Geol. A. Rafanelli, 1990
51. Relazione geologica per Vincolo Idrogeologico – Cava Monte la Poggia –
Dott. Geol. L. Michelucci, 1990
52. Profilo Storico – geografico dei Monti Livornesi, Comune di Livorno -
Leonardo Gonnelli e Lucrezia Tel 1991.

53. Studio geologico-tecnico per il ripristino della viabilità e la protezione della
sponde destra del Torrente Chioma, a metri 300 dalla foce, Studio Geologia
Dr.ssa Giovanna Cascone, 1991
54. Analisi della situazione sulla Via G. Byron con particolare riferimento agli
interventi adottabili, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
1992.
55. Discarica per interti in località “La Palazzina” Ing. L. Caserta, 1992
56. Verifica della stabilità del versante e dell’assetto idraulico per la salvaguardia
del Territorio per la lottizzazione “La Torre”, Studio Geologia Dr. Libero
Michelucci, 1992
57. Crollo galleria urbana via Fraschetti, Anas – Comune di Livorno, 1993 – 1996
58. Progetto esecutivo di restauro ambientale alto bacino Botro Molino Nuovo.
Provincia di Livorno & Comune di Livorno, 1993
59. Caratterizzazione geolitologica e idrogeologica del comprensorio di Vallin
dell’Aquila- Pian dei Pinoli,Studio di: Studio geologico A Rafanelli, 1994
60. Appunti Monti Livornesi Vol. 1 e unico, a cura di Comune di Livorno -
Leonardo Gonnelli, 1994
61. Il Dissesto idrogeologico di Comune di Livorno - Leonardo Gonnelli, 1994
62. Studio geologico e redazione ipotesi di ripristino in ordine ai dissesti stradali
in Via della Vecchia Salita di Montenero, Dott. Geol. A. Rafanelli 1994
63. Studi geotecnici, ambientali e idrogeologici per zona da adibire a parcheggio
in località Romito, Dott. Geol. A. Rafanelli, 1994
64. Studi geotecnici – ambientali tratto di costa sul Viale di Antignano, Dott. A.
Rafanelli, 1995
65. Ripristino e riattivazione di tratto di strada di Via delle Vignacce, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1995
66. Il recupero ambientale delle ex-cave di “Gabbriccio” I.T.G.B. Buontalenti –
Livorno, 1994
67. Trasferimento impianto centralizzato depurazione Acque Città di Livorno,
ASEM,1995
68. Studio territoriale finalizzata alla previsione di Punti di Ormeggio e Spiaggia
Attrezzate - Tendenza evolutiva del Litorale Livornese, Provincia - Studi sulla
costa AA.VV.,1997

69. Impianto polifunzionale di trattamento reflui del comprensorio livornese -
Inquadramento geologico e ambientale, ASEM, 1997
70. Sistema Torre del Marzocco, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1997
71. Progetto Gorgona, Torre Vecchia , Arch. E. Persico, 1997
72. Villa Corridi – Scuola Media “Gamerra” Analisi geologica del sito, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
73. Dissesti in Zona “Stillo” - Relazione definitiva sui risultati delle indagini,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
74. Progetto Pluvio - Volume 1° - Termometria e Volume 2° - Pluviometria,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
75. Studi propedeutici al Piano della Costa, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, CIBM, 1999
76. Programma Urban – Analisi delle componenti geo-ambientali , Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000
77. Lo studio sul bacino del Torrente Chioma I.T.G.B. Buontalenti – Livorno,
2000
78. “Progetto Verne - Rischio Sismico” I° Fase “Analisi macrosismica del territorio
del Comune di Livorno”, Istituto Geofisico Toscano, 2003
79. Valutazione sulla vulnerabilità del territorio di Montenero, Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2003-2007
80. Piano di utilizzazione della Costa – Censimento degli arenili pubblici, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2005
81. “Progetto Verne - Rischio Sismico” II° Fase “Sezioni litotecniche significative
in chiave di interpretazione sismica del territorio di Livorno”, Dott. Geol.
Antonio Rafanelli, 2005
82. Studio idrogeologico generale dell’area SIN Sito di Interesse Nazionale di
Livorno, Sintesis e Studio Geologico Antonio Rafanelli, 2006
83. “Progetto Verne - Rischio Sismico” III° Fase “Interpretazioni delle indagini
geosismiche in zone significative di Livorno”, Regione Toscana e Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli , 2004-2007

STUDI IDROLOGICO-IDRAULICI
84. Studio idraulico del tratto terminale del Rio Ardenza, Prof. A Peruginelli, 1993
85. Indagine e progettazione per il riassetto idraulico di piccoli bacini imbriferi
nell’area di Quercianella Volumi I° e II°, Geoplan, 1996
86. Studio idraulico del Querciaio-Felciaio, Prof. Samuele Cavazza, 1996
87. Studio dei deflussi dei Rii Cigna e Cignolo in relazione alla Porta a Terra, Prof.
Pier Gino Megale,1997
88. Studio idraulico dei bacini Botro Molino Nuovo e Rio Vallecorsa, Prof.
Alessandro Peruginelli, 1997
89. Studio idraulico del Botro Banditella – Loc. Montenero, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
90. Studio idraulico del bacino del Rio Cigna, Prof. Stefano Pagliara, 2002
91. Studio idraulico del bacino del Rio Maroccone, Ing. Della Casa - Provincia di
Livorno, 2003
92. Studio idraulico per il miglioramento dell’assetto del tratto terminale del
Torrente Ugione, Prof. Stefano Pagliara, 2004
93. Studio idraulico del bacino del Rio Maggiore ed ottimizzazione delle opere di
messa in sicurezza, Prof. Stefano Pagliara, 2004-2008
94. Studio idraulico del Rio Ardenza, Prof. Stefano Pagliara, 2005
95. Studio idraulico dei tratti terminali dei fossi cateratti in parallelo con lo
Scolmatore d’Arno, Prof. Stefano Pagliara, 2006
RELAZIONI GEOLOGICO-TECNICHE
A SUPPORTO DELLA PROGETTAZIONE
96. Studi e progetto di massima per la bonifica ed il riassetto dei fossi e canali
interni della città di Livorno(contiene rilievo dettagliato sezioni fossi cittadini),
SIRSI PNEUMA spa,1974
97. Relazione geologica-tecnica sul terreno di fondazione Museo Storia Naturale,
Dott. Geol. A. Rafanelli, 1986
98. Cava Gorgona: ripresa attività di coltivazione e ripristino ambientale località
Torre Nuova,Casa Reclusione Gorgona, 1990

99. Sistemazione idraulica c/o Botro Molino Nuovo, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli ,1991
100. Sistemazione idrogeologica di un tratto di torrente e di una zona franosa in
Loc. Limoncino, Dott. Geol. Antonio Rafanelli, 1991
101. Regimazione idraulica Botro Stringaio a monte di Piazza delle Carrozze,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,1992
102. Lavori di pulizia Fosso della Banditella, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli,1993
103. Progetto ENVIREG – Sistemazioni forestali, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1993
104. Relazione geologica e geotecnica nella compatibilità dei terreni di fondazione
per l’ampliamento della luce di deflusso nella Località “Tre Ponti”, Dott. Geol.
Antonio Rafanelli,1994
105. Bacino Botro Stringaio -Sistemazione idrogeologica di un tratto d’alveo in
prossimità di Piazza delle Carrozze (Montenero), Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli,1994
106. Bacino Fosso del Rogiolo - Sistemazione idrogeologica di un tratto compreso
tra il Ponte sulla S.S. 1 Aurelia ed il Ponte adiacente la linea ferroviaria,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1994
107. Difese spondali Botro Molino Nuovo, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1994
108. Difesa Spondale e ricalibratura sponde c/o Via Jeri – Botro Stringaio, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1994
109. Parco archeologico della Banditella, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1994
110. Bacino del Botro Molino Nuovo - Progetto di difesa spondale in sinistra
idrografica nei pressi di Villa Rodocanacchi, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1994
111. Indagini geologiche Sottopassi Ferroviari via S. Martino, via dei Pelaghi,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1996
112. Consolidamento statico con rifacimento di un tratto di parametro a mare,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1996

113. Lavori di sistemazione idraulico – forestale dei Botri Stringaio, Casine e Fichi,
MONTENERO I° LOTTO, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli,1996
114. Interventi integrati di forestazione ed idraulica forestale, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli ,1996
115. Lavori sistemazione idraulico –forestale dei Botri Stringaio, Casine e Fichi
MONTENERO II° LOTTO, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli,1997
116. Risanamento dei dissesti idrogeologici mediante interventi di ingegneria
naturalistica – Quercianella, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1997
117. Relazione geologico tecnica piano di soppressione passaggi a livello via dei
Pelaghi – via S. Martino –, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli 1997
118. “Progetto Mare” – Contributo alla conoscenza del substrato Acquario D.
Cestoni, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1997
119. Ampliamento sede Circoscrizione 1, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 1997
120. Indagini geognostiche PIP Picchianti – Consolidamento, Geol. A. Liberato e
Ing. Goretti, 1998
121. Ripristino ambientale della Cava posta in Livorno Loc. Vallin dell’Aquila di
proprietà della Cementir, Dott. Geol. Antonio Rafanelli,1998
122. Progetto falesia – messa in sicurezza “sassaia” Loc. Calignaia, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
123. Manutenzione rii e botri 1998-2007, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli,
124. Porta a Terra – Galleria Urbana- Stazione Centrale, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
125. Progetto Gorgona – Frana Cala Martina, Sistema Strade forestali, Dissesti
Cala Maestra, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
126. Progetto Falesia, sistemazione generale delle scarpate del Romito, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1998
127. Interventi idraulici globali Torrente Ugione ed Acqua Puzzolente,Consorzio
Bonifica Ufficio Fiumi e Fossi Pisa, 1998

128. Progetto Gorgona –Laboratorio di acquicoltura, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
129. Realizzazione dell’accesso all’area d parcheggio ubicata a nord del Collegio
Americano – Montenero – Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 1999
130. Difesa spondale Botro Molino Nuovo, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli,1999
131. Programma Giubileo– Riqualificazione della Piazza del Santuario Volume
tecnico ascensore, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
132. Ristrutturazione del complesso dello Scoglio della Regina, Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
133. Dati idrogeologici per sottopasso Stazione Svincolo via Pelaghi, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
134. Sottopasso ciclopedonale s.s. 1 Aurelia in località Quercianella , Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 1999
135. Indagine geognostica relativa al progetto di sbarramento definitivo del
Canale dei Navicelli e del connesso impianto idrovoro, Geol. Baldacci P., Bani
M., 1999
136. Contratto di Quartiere – Piano di recupero Corea Isolato I – 1°Lotto, Comune
di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000.
137. Dissesti strutturali Scuola materna Pian di Rota – febbraio 2000 e Relazione
geotecnica, Geol. Antonio Busdraghi, 2000
138. Programma GIUBILEO – Realizzazione di non edificio c/o il Piazzale Giovanni
XXII – Montenero – Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,
2000
139. Programma GIUBILEO – Trasferimento di attività di commercio ambulante
sul v.le Giovanni XXIII Montenero, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli ,2000
140. Ristrutturazione e ampliamento dell’Acquario D. Cestoni – Progetto esecutivo
– 2° lotto, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,2000
141. Progetto esecutivo Viale Italia Tratto Scoglio della Regina – Bagni Pancaldi,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2000
142. Stillo – Relazione geologica nuova viabilità di collegamento via di Collinaia –
via di Popogna – progetto definitivo –, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2000

143. Acquedotto Colognole 1° itinerario - Passerella sul Rio Puzzolente, Arch.
Paola Talà e Matteo De Luca & Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2001
144. Programma di riqualificazione Piazza del Logo Pio - Riapertura Fosso Viale
Caprera, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
145. Relazione Geologico–tecnica Piano di recupero Corea Isolato E – detto
Isolato giardino, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
146. Sistemazione idrogeologica Via E. De Amicis –Quercianella, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli,2001
147. Montenero – Area in dissesto – Via di Montenero, 467 – Proprietà FILINI,
Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2001
148. Progetto spiaggia per cani, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2001
149. Dissesti Scuola Elementare e Materna Pian di Rota, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2002
150. Sistemazione del Porticciolo di Quercianella, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2002
151. Progetto del Canile Municipale, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2003
152. Risanamento igienico Fortezza Nuova, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2004
153. Realizzazione Scuola Media Shangay, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2004
154. Progetto di ampliamento Cimitero della Cigna, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2005
155. Progetto di risanamento dell’area del Parco Urbano Corea, Comune di Livorno
- Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2005
156. Deposito ATL, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2006
157. Realizzazione nuova Scuola materna Via Stenone, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2006
158. Realizzazione Asilo Nido Coteto, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2007

159. Prefattibilità progettuale “Cittadella dello Sport”, Comune di Livorno - Dott.
Geol. Leonardo Gonnelli, 2007
160. Realizzazione Asilo Nido Colibrì, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2007
161. Ristrutturazione Edificio Via dell’Artigianato, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2007
162. Ristrutturazione Villa Corridi, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2007
163. Fattibilità Parcheggio Via Roma, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo
Gonnelli, 2007
164. Sistemazione Villa Letizia – Ex Dormitori, Comune di Livorno - Dott. Geol.
Leonardo Gonnelli, 2008
165. Progetto “Ossi di Triglia” per la messa in sicurezza e la riqualificazione di
tratti di costa, Comune di Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
166. Sistemazione della falesia dello Scoglio della Ballerina, Comune di Livorno -
Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
167. Sistemazione della Spiaggia della Rotonda e di Quercianella, Comune di
Livorno - Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2008
168. Ripristino ambientale del sito ex estrattivo di Monte Burrone, Canaccini, 2007
169. Impianto di smaltimento per rifiuti inerti non pericolosi a basso contenuto
organico, Soc. BEL.MA., 2008;
170. PIUSS – Relazione geologico-tecnica preliminare Area Dogana d’Acqua,
Comune di Livorno – Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2009
171. PIUSS – Relazione geologico-tecnica preliminare Area Forte San Pietro,
Comune di Livorno – Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2009
172. PIUSS – Relazione geologico-tecnica preliminare Area Ex Pirelli, Comune di
Livorno – Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2009
173. Prefattibilità geologico-tecnico e ambientale, Ipotesi Nuovo Ospedale,
Comune di Livorno, Dott. Geol. Leonardo Gonnelli, 2009.