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La vegetazione dell - Società Toscana di Scienze Naturali

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128 C. ANGIOLINI, M. LANDI, M. BODDI, F. FRIGNANI<br />

Fig. 1 - Delimitazione e localizzazione <strong>dell</strong>’area <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

metriche <strong>di</strong> Granaione, Cinigiano e Cana (Tab. 1). Il<br />

clima è mesotermico e, spostandosi da Est (dalle pen<strong>di</strong>ci<br />

del Monte Amiata) a Ovest (verso la Maremma),<br />

passa da umido con moderata ari<strong>di</strong>tà estiva a subarido<br />

con elevata ari<strong>di</strong>tà estiva (Thornthwaite, 1948). Per<br />

quanto concerne il bioclima secondo Bion<strong>di</strong> & Baldoni<br />

(1994a), la zona a valle ricade nella fascia mesome<strong>di</strong>terranea<br />

(<strong>vegetazione</strong> climacica attribuibile al Quercion<br />

ilicis) e quella a monte nella fascia collinare oceanica<br />

(<strong>vegetazione</strong> climacica attribuibile al Lonicero-<br />

Quercion pubescentis).<br />

Inquadramento geolitologico<br />

In base alla Carta Geologica d’Italia (Servizio<br />

Geologico d’Italia, 1969), i se<strong>di</strong>menti alluvionali<br />

attuali e recenti, ciottolosi, sabbiosi, e argillosi costituiscono<br />

la tipologia assolutamente dominante nel sito.<br />

Tali se<strong>di</strong>menti, nella zona a monte occupano una valle<br />

stretta ed entrano in contatto con marne, calcari<br />

marnosi, argille lacustri più o meno sabbiose ed argilloscisti.<br />

Nella zona a valle i depositi alluvionali occupano<br />

l’ampio alveo fluviale fino alle scarpate dei terrazzi<br />

più elevati e quin<strong>di</strong> più antichi, costituiti da conglomerati<br />

e, in modo marginale, da flysch calcareomarnoso-arenacei.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Lo stu<strong>di</strong>o <strong>dell</strong>a <strong>vegetazione</strong> è stato effettuato sulla base<br />

<strong>di</strong> 104 rilevamenti vegetazionali (nel periodo 2002-<br />

2003) eseguiti adottando la metodologia proposta da<br />

Braun-Blanquet (1932). I rilievi sono stati effettuati<br />

lungo un transetto ideale che, tagliando trasversalmente<br />

il corso del fiume, potesse permettere <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

le <strong>di</strong>verse tipologie vegetazionali in funzione dei<br />

gra<strong>di</strong>enti ambientali che agiscono sulla composizione<br />

specifica (profon<strong>di</strong>tà <strong>dell</strong>’acqua, umi<strong>di</strong>tà, profon<strong>di</strong>tà e<br />

tessitura del suolo, <strong>di</strong>sturbo da piene ecc.). Il rilevamento<br />

ha interessato i <strong>di</strong>versi ambienti e aspetti vegetazionali<br />

presenti nell’alveo torrentizio; per ognuno <strong>di</strong><br />

essi la <strong>di</strong>mensione del campione (numero dei rilievi) è<br />

stata scelta in relazione all’estensione <strong>dell</strong>’habitat e al<br />

suo grado <strong>di</strong> omogeneità. In seguito, sulla base <strong>dell</strong>’analisi<br />

fitosociologica, tramite valutazioni qualitative e<br />

quantitative e confronti con la letteratura, i rilievi sono<br />

stati attribuiti a singole associazioni o aggruppamenti,<br />

eliminando quelli risultati incompleti o ridondanti. Alle<br />

cenosi sono stati assegnati i co<strong>di</strong>ci CORINE (1991) e<br />

Natura 2000 facendo riferimento agli habitat inclusi<br />

nelle <strong>di</strong>rettive 92/43/CEE e 97/62/CEE e/o presenti<br />

nella l. reg. 56/2000 <strong>dell</strong>a <strong>Toscana</strong>.

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