DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA
DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA
sima indagine dimostrato come con lenta evoluzione le rogazioni bolognesi nel secolo XI tendano a divenire « qualcosa di molto sim ile, nella sostanza se non nella form a, alla im breviatura 4”. A Bologna, però, stando a quanto appurò lo S c h ia p a re lli4a, non risultano conservati documenti in note sillabiche. II Cencetti, perciò, non potè affrontare il problem a specifico del rap porto tra tachigrafìa notarile e notizia dorsale. Purtroppo a Genova, pur disponendo di notizie dorsali in note sillabiche, non si ha un materiale così ricco come quello bolognese: alle trecento « rogationes », conservate in vari archivi di quella città 44, non si può opporre, oltre quelle già considerate dal K ern, che in tutto una quindicina di documenti. Tuttavia, da alcuni indubbi segni, che si cercherà di illu strare, la situazione, per quanto riguarda l ’evoluzione dei caratteri della notizia dorsale, non appare diversa nelle due città. Il K ern, basandosi su alcune « chartae », comprese tra gli anni 1025 e 1085, aveva osservato come l’elemento più interessante risultante dal loro esame sia rappresentato dal fatto che i documenti portano a tergo notizie di negozi diversi da quelli attestati sul diiitto delle pergamene anche se in qualche modo ad essi legati 4S. In particolare: una « cartula promissionis», dell’anno 1025, attesta come gli autori si impegnino a non intentare azione alcuna in relazione ad una terra da loro venduta ed a tergo si trova una notizia della « cartula vendicionis » relativa ; un livello risalente all anno 1025 porta a tergo la notizia, del 1044, della donazione del pastinato al monastero di S. Stefano; una donazione del 1028 presenta due notizie dorsali diverse senza data, ma rivelanti identità di destinatario con la « charta » vergata sul « recto »; infine una vendita, stipulata nel 1085, mostra altre due notizie dorsali, la prim a delle quali, dell’anno precedente alla « cliarta », risulta 42 G . C e n c e t t i cit., p. 56. 43 L. S c h i a p a r e l l i , Tachigrafia cit., parte II, p. 2 e nota 2. 44 G. C e n c e t t i cit., p. 21, nota 5. 45 F. K e r n cit., p. 24 e sgg. — 28 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
avere lo stesso autore di questa mentre la seconda denuncia lo stesso destinatario della prima. Il K ern suppone, in relazione al primo documento, che il notaio abbia tenuto la « cartula promissionis » come modello per quella di vendita e, pertanto, abbia scritto sulla stessa la notizia della « cartula vendicionis » ; per il secondo, pensa che la donazione appaia a tergo del livello perchè questo ne costituiva il precedente ed il fondamento, per il terzo e per il quarto, poiché c’è identità di destinatario o di autore tra notizia e « charta » oppure di destinatario nelle notizie stesse, avanza l’ipotesi che queste, una volta steso il « mundum », venissero consegnate a ll’autore come testimonianza del contenuto del documento da lui richiesto. Concludendo, il citato studioso negava alla notizia qualsiasi valore giuridico. A parte il fatto che, come fu giustamente osservato dal Cencetti 1S, il caso più antico è prospettato erroneamente in quanto, come risulta dal testo del documento stesso, la « cartula promissionis » è posteriore e non anteriore a quella di vendita, occorre tener presente che i primi tre documenti risalgono ad un epoca in cui troviamo ancora ben affermato l’uso delle notizie dorsali in note tachigrafiche; pertanto, anche se le spiegazioni non soddisfano del tu tto 47, si può essere d'accordo sulle conclusioni generali. Rimane tuttavia il quarto documento con le relative notizie dorsali. Questo, ad un attento esame, rivela non solo esservi identità del destinatario tra le due notizie e di autore tra una delle stesse e la « charta », ma anche come sia le une che 1 altra si riferiscano alla stessa località e si tratti di vendite di terre avute a livello dallo stesso monastero, che appare solo indirettamente ma nel cui archivio finisce la documentazione relativa ai trasferimenti dei terreni livellari di sua proprietà. Altri documenti, infatti, confermano come questa fosse la normale prassi; non è raro, infatti, trovare tra le « chartae » dei monasteri genovesi vendite o donazioni di terreni livellari tra persone apparentemente estranee ai 16 G. C e n c e t t i cit., p. 42, nota 51. 47 Talc anche l'opinione del Bresslau. riportata dal Cencetti (p. 42, nota 49). — 29 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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avere lo stesso autore di questa mentre la seconda denuncia lo<br />
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Il K ern suppone, in relazione al primo documento, che il<br />
notaio abbia tenuto la « cartula promissionis » come modello per<br />
quella di vendita e, pertanto, abbia scritto sulla stessa la notizia<br />
della « cartula vendicionis » ; per il secondo, pensa che la donazione<br />
appaia a tergo del livello perchè questo ne costituiva il<br />
precedente ed il fondamento, per il terzo e per il quarto, poiché<br />
c’è identità di destinatario o di autore tra notizia e « charta » oppure<br />
di destinatario nelle notizie stesse, avanza l’ipotesi che queste,<br />
una volta steso il « mundum », venissero consegnate a ll’autore come<br />
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Concludendo, il citato studioso negava alla notizia qualsiasi<br />
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A parte il fatto che, come fu giustamente osservato dal Cencetti<br />
1S, il caso più antico è prospettato erroneamente in quanto,<br />
come risulta dal testo del documento stesso, la « cartula promissionis<br />
» è posteriore e non anteriore a quella di vendita, occorre<br />
tener presente che i primi tre documenti risalgono ad un epoca in<br />
cui troviamo ancora ben affermato l’uso delle notizie dorsali in<br />
note tachigrafiche; pertanto, anche se le spiegazioni non soddisfano<br />
del tu tto 47, si può essere d'accordo sulle conclusioni generali.<br />
Rimane tuttavia il quarto documento con le relative notizie<br />
dorsali. Questo, ad un attento esame, rivela non solo esservi identità<br />
del destinatario tra le due notizie e di autore tra una delle<br />
stesse e la « charta », ma anche come sia le une che 1 altra si riferiscano<br />
alla stessa località e si tratti di vendite di terre avute a<br />
livello dallo stesso monastero, che appare solo indirettamente ma<br />
nel cui archivio finisce la documentazione relativa ai trasferimenti<br />
dei terreni livellari di sua proprietà. Altri documenti, infatti, confermano<br />
come questa fosse la normale prassi; non è raro, infatti,<br />
trovare tra le « chartae » dei monasteri genovesi vendite o donazioni<br />
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16 G. C e n c e t t i cit., p. 42, nota 51.<br />
47 Talc anche l'opinione del Bresslau. riportata dal Cencetti (p. 42, nota 49).<br />
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