DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA
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a Genova vengono riconosciuti i possessi di Ventimiglia, Monaco,<br />
Roccabruna, Perinaldo, Poipino e Mentone ; Carlo d’Angiò rinuncia<br />
ai suoi diritti su Dolceacqua, ma si tiene le terre che ha nella Contea,<br />
in particolare Castiglione e Briga 141. E’ stato detto che questi trattati<br />
risolvevano la questione ventimigliese in maniera vantaggiosa per<br />
ambedue le p a r t il42. Non è nostro intento esaminare la portata dei<br />
vantaggi realm ente conseguiti da Genova, con i patti del 21 luglio,<br />
dal momento che furono stipulati dal governo successivo a quello<br />
del Boccanegra e l ’argomento della nostra indagine si restringe<br />
appunto alla politica ventimigliese del Capitano del popolo. Siccome,<br />
però, i trattati di Aix avvengono a così breve distanza dalla<br />
caduta di Guglielm o Boccanegra, è opportuno chiederci in quale<br />
relazione essi stiano con la politica precedente del Capitano del<br />
popolo: se ne siano, cioè, la naturale continuazione e conclusione<br />
oppure la negazione e l’abbandono.<br />
In sostanza, il vero significato dei patti tra Genova e Carlo<br />
d Angiò ci sembra si debba vedere, più che nei particolari delle<br />
varie clausole territoriali, nel fatto che il governo genovese accetti<br />
di trattare col conte di Provenza, riconoscendo validi giuridicamente<br />
i diritti che egli vantava sulle terre della Contea che gli erano state<br />
vendute dai conti Guglielmino, Bonifacio e Giorgio. Sotto questo<br />
punto di vista i trattati del 21 luglio sono la sconfessione aperta<br />
della politica del Capitano del popolo. Questa politica contemplava<br />
accordi e contatti diretti solo con i comuni della Riviera ed i conti,<br />
non con Carlo d’Angiò. Guglielmo Boccanegra ignora di proposito il<br />
conte di Provenza: nei documenti ufficiali di questi anni consultati<br />
per il presente lavoro, il conte di Provenza è nominato espressamente<br />
una volta sola, nelle convenzioni tra Genova ed il comune<br />
di Dolceacqua, del 1258 l4S. E tutto questo perchè Genova considerava<br />
nulli i diritti dell’Angioino, dal momento che i conti, che tene<br />
141 II fatto che Briga sia ancora in mano a Carlo d Angiò nel 1262, e che<br />
rim anga in suo potere coi trattati di Aix, dimostra che i tentativi operati dai due<br />
« Vicari o Capitani da Varazze a Monaco », Zaccaria de Castro ed Ansuisio<br />
Cartaenia, nel 1258 non sortirono effetto positivo.<br />
14a Annali Genovesi cit., IV, p. XLIV.<br />
148 A.S.G., Cartul. 56 cit., c. 38 r.<br />
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Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012