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DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA

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Come si è visto, a un certo momento, e precisamente alla fine<br />

del 1257, la soluzione della questione ventimigliese si impose con<br />

urgenza anche al Capitano del popolo. Guglielmo Boccanegra l’affrontò<br />

con impegno. Se ne può vedere una prova anche nel fatto<br />

che egli non ricorse all’opera della magistratura solitamente impiegata<br />

in Riviera dai governi precedenti, cioè al capitaneus o v i­<br />

carius gen eralis in R iperia prò Com uni Ia n u e5S, ma ad un plenipotenziario,<br />

che poteva agire anche al di fuori dei confini della Ri»<br />

viera e che, per di più, era una persona a lui devotissima perchè<br />

legata da vincoli di sangue: il fratello Iacobo. Il ricorso all’opera<br />

di familiari, — oltre che di Iacobo, come in questa occasione e poi<br />

per quattro anni di seguito come podestà di Savona, il Capitano<br />

del popolo si servì anche di Lanfranco, altro suo fratello, in occasione<br />

del fallimento di alcuni banchieri genovesi nel 1259, e di<br />

Marino come ammiraglio della flotta per la Rom ania nel 1261, —<br />

giustifica ed estende anche al campo diplomatico, amministrativo<br />

e militare il giudizio di « maggior attività », incisività ed immediatezza<br />

già espresso a proposito degli interventi del governo popolare<br />

nel campo finanziario 59.<br />

Questa maggiore immediatezza ed incisività di intervento diventa<br />

ancora più evidente, se si analizza la lettera del 28 novembre.<br />

Dei tre inviati in Contea, Iacobo Boccanegra, Giovanni Bocazio e<br />

Lanfranco Pignatario, il vero plenipotenziario è Iacobo: a costui<br />

vengono concessi i pieni poteri, con la facoltà di agire anche da<br />

58 Nel 1255 è capitano nella Riviera Andrea Gattilusio ( capitaneus in Riveria<br />

prò comuni Ianue) che promette a Guglielmo, conte di Ventimiglia, la restituzione<br />

di Roccabruna, per conto del Comune: cfr. E. Cais de P i e r la s , Statuts<br />

cit., Appendice, doc. I li (notizia inserta in un doc. del 1257, ascritto dal Cais de<br />

Pierlas, per una svista, al 1254; cfr. più avanti nota 77). In un anno imprecisabile,<br />

tra il 1251 e il 1257, al tempo di Gigante Calvo podestà di Ventimiglia<br />

è vicarius generalis in Riperia prò comuni Ianue un certo Giovanni Guercio: cfr.<br />

A.S.G., Cartul. 56 cit., c. 66 r., notizia inserta alla data 19 febbraio 1258. Anche il<br />

Capitano del popolo nell’aprile del 1258, in quella che si può chiamare la seconda<br />

fase diplomatica della sua politica ventimigliese, ricorrerà a due capitani o vicari,<br />

anch’essi dotati di pieni poteri, ma il fratello Iacobo, allora, sarà già diventato<br />

podestà a Savona.<br />

58 R. S. L o p e z , La prima crisi cit., pp. 88-89; Annali Genovesi cit., IV,<br />

pp. 42-43<br />

— 161 —<br />

11<br />

Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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