DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA

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l ’ottobre del 1257, riguarda una rissa scoppiata tra Guglielmo da Voltri, servente del castello della Rocca, agli ordini del castellano Iacobo Contardo, ed il templare Raimondo Galliana. Guglielmo era stato ferito al capo, ma non in maniera grave, dal momento che continuava a frequentare compagnie e taverne. Guglielmo Boccanegra, per mezzo di Marino Alvernia, vicegerente di Bartolomeo Ferrario, giudice del comune di Ventimiglia, comanda al castellano Iacobo Contardo di tenere il ferito lontano dalle taverne e dalle compagnie, ed a Guglielmo di usarsi quei riguardi che si convengono ad un uomo ferito al capo. In un secondo momento, essendo im plicato nella rissa un templare, viene chiamato in causa anche il vescovo di Ventimiglia, Azzo Visconti53. Questi interventi del Capitano del popolo, — numericamente limitati, — dimostrano che il disinteresse del governo popolare per gli affari della Contea non va inteso in senso assoluto, ma in relazione ad una specifica politica antiangioina. 2. - Indicazioni precise di fatti ben più importanti si hanno dal novem bre 1257, con la concessione dei pieni poteri al fratello del Capitano del popolo, Iacobo Boccanegra, e a due Anziani. La concessione dei pieni poteri è del 28 novembre 1257. Sebbene di essa si abbia notizia attraverso un documento rogato a Ventimiglia, la sua importanza valica i confini della Contea ed è tale da farci ritenere che ogni studio sull’attività del Capitano del popolo in Liguria, esclusa Genova, per i primi tempi del suo governo, debba prendere le mosse da essa. Dal 28 novembre, per quanto riguarda Ventimiglia, inizia la prima fase di una specifica 53 A.S.G., Cartul. 56 cit., c. 14 v. Marino Alvernia era anche serviens della Rocca e, nel 1260, fu cabellator salis : cfr. A.S.G., Cartul. 57 cit.. c. 76 v. e passim. Sulla presenza dei Templari a Ventimiglia, cfr. G. Rossi, La Storia cit., p. 76, testo e nota 1. II 9 ottobre 1257 Bartolomeo Ferrario, giudice del comune di Ventim iglia, chiede al vescovo Azzo che custodisca Raimondo Galiana. templare, feritore di Guglielmo da Voltri, affinchè, se il ferito dovesse morire, Raimondo possa essere punito; Azzo rifiuta, ma si fa garante del templare: A.S.G., Cartul. 56 cit., c. 14 v. Su Iacopo Contardo cfr. anche Cartul. 33 cit., c. 59 r. — 158 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

politica del Boccanegra: fase che si potrebbe chiamare diplomatica, e che in due periodi arriva fino al maggio dell’anno successivo. Il podestà ed il Capitano del popolo vogliono porre rimedio ai mali ed eliminare le cause dell’inimicizie esistenti in alcune parti dei territori soggetti al governo genovese in Liguria 5\ A tale fine concedono la loro stessa potestatis plenitudinem al nobile lacobo Boccanegra, fratello del Capitano del popolo, ed agli Anziani Giovanni Bocazio e Lanfranco Pignatario55. I pieni poteri sono concessi a Iacobo Boccanegra, da solo o con i due Anziani, di modo che Iacobo, da solo o con i due Anziani, possit p ro m ittere, com ­ p ro m ittere, obligare, conventionem facere, im ponere penas et im ­ positas extorq u ere, precipere, statuere, ordinare et dem um om nia jacere, tam expressa quam non expressa. La giurisdizione plenaria di Iacobo non ha limiti territoriali nè personali: essa si estende a tutto il distretto genovese in Liguria: il podestà ed il Capitano 54 A.S.G., Cartul. 60 cit., c. 189 d.; edizione in M, G. Can ale, Nuova Istoria cit., p. 136. I mali e le discordie che il Podestà ed il Capitano del popolo di Genova vogliono estirpare con la missione dei plenipotenziari, sono, almeno per quanto riguarda Ventimiglia, le peggiorate relazioni coi Conti; se si eccettua, infatti, un intervento presso Azzo Visconti, vescovo di Ventimiglia. per la punizione da infliggersi ad un chierico di cattiva condotta, — incombenza per la quale non erano evidentemente necessari i pieni poteri, — dalla documentazione arrivata fino a noi si vede che i plenipotenziari non si occuparono d'altro che di normalizzare i rapporti tra i Conti ed il comune di Genova. 55 Iacobo Boccanegra era stato in relazione di affari col re di Francia Luigi IX in occasione della realizzazione della prima Crociata di quest'ultimo: cfr. L. T. B e l g r a n o , Documenti inediti cit., doc. CC. Un Iacobo Boccanegra s'incontra nel 1272 : ha sposato una certa Iacoba che possiede una terra a Recco (cfr. A.S.G., Cartul. 58 atti del notaio Giovanni di Amandolesio, c. 155): non si hanno elementi sufficienti per identificarlo col fratello del Capitano del popolo. Nello stesso anno Iacobo Boccanegra. che è certamente il fratello del Capitano del popolo, concede a Marino Boccanegra, suo fratello, 1385 libre di genovini da negoziare a Cipro o in Siria ; è presente anche Simonetto Boccanegra, figlio di Iacobo : cfr. A.S.G., Cartul. 55, atti del not. Angelino de Sigestro, c. 116 v. A ltri Boccanegra si incontrano negli anni 1257 e 1258: Nicola Boccanegra e Ogerio Boccanegra (A.S.G., Cartul. 33 cit.. c. 83 r.), Giovannino Boccanegra (A.S.G., Cartul. 60 cit., c. 13 v.), ma non sappiamo se siano o no in relazione con Guglielmo. Lanfranco Pignatario era cognato del trovatore Lanfranco Cigala: cfr. A. M. B o l d o r in i. Per la biografia del trovatore Lanfranco Cigala, in Miscellanea di Storia Ligure in onore di Giorgio Falco, Milano, 1962, pp. 173.193. — 159 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

politica del Boccanegra: fase che si potrebbe chiamare diplomatica,<br />

e che in due periodi arriva fino al maggio dell’anno successivo.<br />

Il podestà ed il Capitano del popolo vogliono porre rimedio<br />

ai mali ed eliminare le cause dell’inimicizie esistenti in alcune<br />

parti dei territori soggetti al governo genovese in Liguria 5\ A tale<br />

fine concedono la loro stessa potestatis plenitudinem al nobile lacobo<br />

Boccanegra, fratello del Capitano del popolo, ed agli Anziani<br />

Giovanni Bocazio e Lanfranco Pignatario55. I pieni poteri sono<br />

concessi a Iacobo Boccanegra, da solo o con i due Anziani, di modo<br />

che Iacobo, da solo o con i due Anziani, possit p ro m ittere, com ­<br />

p ro m ittere, obligare, conventionem facere, im ponere penas et im ­<br />

positas extorq u ere, precipere, statuere, ordinare et dem um om nia<br />

jacere, tam expressa quam non expressa. La giurisdizione plenaria<br />

di Iacobo non ha limiti territoriali nè personali: essa si estende<br />

a tutto il distretto genovese in Liguria: il podestà ed il Capitano<br />

54 A.S.G., Cartul. 60 cit., c. 189 d.; edizione in M, G. Can ale, Nuova Istoria<br />

cit., p. 136. I mali e le discordie che il Podestà ed il Capitano del popolo di<br />

Genova vogliono estirpare con la missione dei plenipotenziari, sono, almeno per<br />

quanto riguarda Ventimiglia, le peggiorate relazioni coi Conti; se si eccettua,<br />

infatti, un intervento presso Azzo Visconti, vescovo di Ventimiglia. per la punizione<br />

da infliggersi ad un chierico di cattiva condotta, — incombenza per la quale<br />

non erano evidentemente necessari i pieni poteri, — dalla documentazione arrivata<br />

fino a noi si vede che i plenipotenziari non si occuparono d'altro che di normalizzare<br />

i rapporti tra i Conti ed il comune di Genova.<br />

55 Iacobo Boccanegra era stato in relazione di affari col re di Francia Luigi<br />

IX in occasione della realizzazione della prima Crociata di quest'ultimo: cfr.<br />

L. T. B e l g r a n o , Documenti inediti cit., doc. CC. Un Iacobo Boccanegra s'incontra<br />

nel 1272 : ha sposato una certa Iacoba che possiede una terra a Recco<br />

(cfr. A.S.G., Cartul. 58 atti del notaio Giovanni di Amandolesio, c. 155): non si<br />

hanno elementi sufficienti per identificarlo col fratello del Capitano del<br />

popolo. Nello stesso anno Iacobo Boccanegra. che è certamente il fratello del<br />

Capitano del popolo, concede a Marino Boccanegra, suo fratello, 1385 libre di<br />

genovini da negoziare a Cipro o in Siria ; è presente anche Simonetto Boccanegra,<br />

figlio di Iacobo : cfr. A.S.G., Cartul. 55, atti del not. Angelino de Sigestro,<br />

c. 116 v. A ltri Boccanegra si incontrano negli anni 1257 e 1258: Nicola Boccanegra<br />

e Ogerio Boccanegra (A.S.G., Cartul. 33 cit.. c. 83 r.), Giovannino Boccanegra<br />

(A.S.G., Cartul. 60 cit., c. 13 v.), ma non sappiamo se siano o no in relazione<br />

con Guglielmo. Lanfranco Pignatario era cognato del trovatore Lanfranco Cigala:<br />

cfr. A. M. B o l d o r in i. Per la biografia del trovatore Lanfranco Cigala, in Miscellanea<br />

di Storia Ligure in onore di Giorgio Falco, Milano, 1962, pp. 173.193.<br />

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