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DELLA SOCIETÀ LIGURE DI STORIA PATRIA

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vato, nel 1253, ai conti Bonifacio e Giorgio, probabilmente a motivo<br />

della loro antica fedeltà. Con Ventimiglia, invece, che tante gravi<br />

preoccupazioni aveva sempre destato nei governi genovesi con le sue<br />

frequenti ed eroiche, anche se, in definitiva, sfortunate lotte per la<br />

indipendenza e che ormai era stremata di forze, Genova agì più<br />

decisamente e più scopertamente: coll’esigere la proprietà dei castelli<br />

cittadini voleva dimostrare senza equivoci che considerava<br />

definitiva la conquista e perpetua l’occupazione.<br />

Si trattava, però, di una differenza formale, non sostanziale,<br />

tra la politica perseguita con Ventimiglia e quella coi conti. Lo scopo<br />

che Genova si proponeva era unico, e riguardava in ugual misura i<br />

comuni indipendenti e le terre soggette ai conti. Anche a proposito<br />

dei domini di questi ultimi si voleva arrivare ad una definitiva e<br />

totale occupazione ; solo che, essendo i conti ancora forti m i lit a r ,<br />

mente, bisognava agire con prudenza e mascherare le reali intenzioni.<br />

Perciò Genova attuò un progressivo indebolimento militare<br />

dei conti, in primo luogo mantenendo il possesso dei castelli comitali,<br />

requisiti per il periodo della guerra, anche dopo la fine di essa,<br />

cioè trasformando in definitivo un possesso temporaneo, in disprezzo<br />

dei trattati ; in secondo luogo facendosi consegnare, mediante nuove<br />

convenzioni, gli altri castelli, sempre con la clausola della temporaneità,<br />

ma con ben altre intenzioni ; infine costringendo i conti a<br />

venderle le proprie terre. Chiarificatrice sulle reali intenzioni genovesi<br />

è la condotta del Comune a proposito di una clausola delle<br />

convenzioni del 1249. Genova si era impegnata col conte Guglielmo<br />

a restituire il castello di Roccabruna alla fine della guerra con Fede-<br />

Le lotte di Ventimiglia con Genova, lotte appassionate per la propria libertà<br />

sp considerate dal punto di vista ventimigliese (cfr. G. Rossi, La storia cit., passim),<br />

sono giudicate insensate ribellioni dagli Annalisti genovesi : cfr. Annali Genovesi<br />

cit., I, pp 30-53; II, pp. 78-81, 151-186; III, pp. 84-93 e sgg.; IV , pp. 3.4.<br />

Basti ricordare le parole dell'annalista Marchisio Scriba a proposito della guerra<br />

del 12 19-12 2 2 : ceterum dum Victimilienses ad instar angeli lucis, qui adversus<br />

Creatorem elatus de celesti patria ad infima precipitatus descendit, per inobedientiani<br />

facti essent rebelles lanuensi civitati, veluti inebriati vino non premeditantes<br />

quam durum esset contra stimulum calcitrare, ...: cfr. Annali Genovesi cit., II, pp.<br />

161-162. Cfr. anche Iacopo da Varagine e la sua Cronaca di Genova dalle origini al<br />

MCCXCVII, a cura di G. M o n l e o n e , Roma, 1941, II, pp. 336-373, 392.<br />

— 151 —<br />

Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012

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