DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA
DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA DELLA SOCIETÃ LIGURE DI STORIA PATRIA
deva a tto della nascita della Società Ligure, non troppo gentile nella forma e rise n tita nella sostanza21, potrebbe essere l’esempio clamoroso del malum ore degli storici della Deputazione nei confronti della prima società storica so rta in Italia per volontà di privati cittadini e non per decreto reale. L o stesso richiamo all’istitu to Ligure, non alla Deputazione, non era fa tto p e r attenuare diffidenze ed ostilità, ma, anzi, tendeva ad accentu a re il c aratte re di assoluta originalità che l’ente ligure rivendicava nei co n fro n ti di quello governativo. Le affinità con le organizzazioni culturali p reced enti erano ben chiare nel programma che il Marchese enunciava nel suo p rim o discorso: era già presente in esso tutta la materia che gli A t t i avreb b ero raccolto negli anni seguenti: Santa Maria di Castello, le colonie, la m o n eta, Colombo, il comune dei consoli, la tavola di Polcevera, tem i già d ib a ttu ti am piam ente negli organismi precedenti. La novità era offerta d a ll’am pliam ento degli orizzonti, dal superamento, per lo meno nei v o ti, della sto ria m unicipale e regionale: non semplice vicenda di contra s ti p o litici, m a approfondim ento, soprattutto attraverso la storia coloniale, dei v alo ri universali della storia genovese. In tale prospettiva, i g ran d i lig u ri apparivano non solo come patrimonio di una nazione, ma sim boli della lo ro età, di grandi avvenimenti universali^. M a già accanto a questi tem i tradizionali si faceva strada l’argomento che av reb b e rap p resen tato , un secolo dopo, la maggior gloria della Società: fin dalle p rim e riunioni, Luigi Tom m aso Belgrano illustrava ai soci l’inesau rib ile m in iera dei cartulari n o ta rili23, di cui, negli stessi anni, il padre V igna andav a esplorando le consunte carte alla scoperta della presenza genovese nelle colonie della Tauride 24. Colonie e cartulari notarili erano il p ro g ram m a che i fondatori tram andavano alle generazioni future. La fed e ltà alle o rig in i, che perm ane tu tto ra viva, trova la sua giustificazione, o ltreché n ella fo rza della tradizione storica genovese, anche, e soprattutto, nella fo n d a m e n ta le bontà di un program m a di lavoro che aveva trovato uno spazio p e r m u o v ersi e progredire e argomenti adatti a soddisfare le esigenze d i d iv erse generazioni di studiosi. 21 L a le tte ra d el 6 dicem bre 1857 è contenuta nell’archivio della Società, scato la 1; cfr. anche E . P a n d ia n i cit., p. 32. 22 C fr. V . V i t a l e cit., p. L IX ; G . O r e s t e cit., p. 107. 23 A r c h i v i o d e l l a S o c i e t à , Verbali della Sezione di storia, I, passim. 24 A V ig n a , Codice diplomatico delle Colonie tauro-liguri, in ASLi, VI, Genova, 1868-70; V I I , G enova, 1871-81. 31 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
I 110 soci della fondazione, i più bei nomi dell’aristocrazia, del clero, della borghesia colta ed operosa 25, dimostrarono subito la loro incondizionata adesione a un lavoro scientifico collettivo, nel quale, auspici gli storici di professione, ciascun socio portava, oltre al suo personale appoggio finanziario, anche l’apporto della scoperta di una nuova iscrizione o di una moneta, di un documento sconosciuto, di un’ insolita indicazione toponomastica. Attraverso pazienti indagini archivistiche, fitte corrispondenze tra centro e periferia, tra Genova e i più importanti centri di studio europei (si pensi, per fare un esempio, ai rapporti con gli studiosi russi o alle corrispondenze colombiane tra Marcello Staglieno e l’am ericano Henry Harrisse), la Società offriva a Genova la possibilità di avere finalmente una storia docum entati. Accanto ai 42 volumi di A tti editi nel primo cinquantennio27, stanno gli innumerevoli contributi minori pubblicati nel Giornale Ligustico, prima, nel Giornale storico e letterario della Liguria, poi, frutto degli accesi dibattiti, delle memorie che i soci leggevano nel corso delle riunioni delle tre sezioni in cui si articolava la Società: Storia, Archeologia, dove, auspice l’avvocato Morro, già sindaco della città, si discuteva in latino28, e Belle Arti, cui si aggiungeranno in seguito quelle, poco vitali in verità, di Legislazione e Paletnologia29. Di fatto, nonostante l’opera intensissima di queste sezioni, forse eccessiva e tale da esaurire rapidamente energie, entusiasmi e volontà, la Società Ligure si identificava in pochi soci, i cui meriti erano ben noti al di fuori degli stessi confini regionali e nazionali: Belgrano, Vigna, Desimoni, Staglieno, Sanguineti, Alizeri, Banchero, Canale, Grillo, i due Olivieri. Ma è soprattutto l’infaticabile Belgrano, sia attraverso la partecipazione ai congressi nazionali30, sia in qualità di delegato della Società presso l’istituto Storico Italiano31, sia come animatore della Raccolta Colom biana32, 25 Cfr. l’elenco dei soci in ASLi, I, pp. I-X III; E. P andiani cit., pp. 209-214. 26 E. P andiani cit., p. XII. 27 Cfr. elenco in E. P andiani cit., p. 229 e sgg. 28 E. P andiani cit., pp. 102403. 29 Entrambe istituite nel 1898. 30 Sulla partecipa2 Ìone del Belgrano ai Congressi storici nazionali cfr. E. P andiani cit., pp. 115, 126-127, 129-130. 31 II Belgrano ricoprì l’incarico dal 1884 al 1895 dopo che il Desimoni, che nell’assemblea sociale del 30 maggio 1884 aveva riportato lo stesso num ero di voti del segretario, ebbe dato le dimissioni: E. P andiani cit., p. 125. - 32 — Società Ligure di Storia Patria - biblioteca digitale - 2012
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storica so rta in Italia per volontà di privati cittadini e non per decreto<br />
reale. L o stesso richiamo all’istitu to Ligure, non alla Deputazione, non<br />
era fa tto p e r attenuare diffidenze ed ostilità, ma, anzi, tendeva ad accentu<br />
a re il c aratte re di assoluta originalità che l’ente ligure rivendicava nei<br />
co n fro n ti di quello governativo. Le affinità con le organizzazioni culturali<br />
p reced enti erano ben chiare nel programma che il Marchese enunciava<br />
nel suo p rim o discorso: era già presente in esso tutta la materia che gli<br />
A t t i avreb b ero raccolto negli anni seguenti: Santa Maria di Castello, le<br />
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tem i già d ib a ttu ti am piam ente negli organismi precedenti. La novità<br />
era offerta d a ll’am pliam ento degli orizzonti, dal superamento, per lo meno<br />
nei v o ti, della sto ria m unicipale e regionale: non semplice vicenda di contra<br />
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dei v alo ri universali della storia genovese. In tale prospettiva, i<br />
g ran d i lig u ri apparivano non solo come patrimonio di una nazione, ma<br />
sim boli della lo ro età, di grandi avvenimenti universali^.<br />
M a già accanto a questi tem i tradizionali si faceva strada l’argomento<br />
che av reb b e rap p resen tato , un secolo dopo, la maggior gloria della Società:<br />
fin dalle p rim e riunioni, Luigi Tom m aso Belgrano illustrava ai soci l’inesau<br />
rib ile m in iera dei cartulari n o ta rili23, di cui, negli stessi anni, il padre<br />
V igna andav a esplorando le consunte carte alla scoperta della presenza genovese<br />
nelle colonie della Tauride 24. Colonie e cartulari notarili erano il<br />
p ro g ram m a che i fondatori tram andavano alle generazioni future. La fed<br />
e ltà alle o rig in i, che perm ane tu tto ra viva, trova la sua giustificazione,<br />
o ltreché n ella fo rza della tradizione storica genovese, anche, e soprattutto,<br />
nella fo n d a m e n ta le bontà di un program m a di lavoro che aveva trovato uno<br />
spazio p e r m u o v ersi e progredire e argomenti adatti a soddisfare le esigenze<br />
d i d iv erse generazioni di studiosi.<br />
21 L a le tte ra d el 6 dicem bre 1857 è contenuta nell’archivio della Società, scato<br />
la 1; cfr. anche E . P a n d ia n i cit., p. 32.<br />
22 C fr. V . V i t a l e cit., p. L IX ; G . O r e s t e cit., p. 107.<br />
23 A r c h i v i o d e l l a S o c i e t à , Verbali della Sezione di storia, I, passim.<br />
24 A V ig n a , Codice diplomatico delle Colonie tauro-liguri, in ASLi, VI, Genova,<br />
1868-70; V I I , G enova, 1871-81.<br />
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