piena di vita

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soprattutto manuali, nella soluzione di problemi pratici e
tecnici. Maria era una pacifica signora, dall’aspetto assai
florido, che svolgeva le mansioni affidatele con sufficiente
competenza anche se non con elevata solerzia. Era una
“godereccia” che aveva girato il mondo in lungo e in largo.
Aveva compagnie e conoscenze di un certo livello e si
preoccupava soprattutto di trascorrere gli anni che le
sarebbero rimasti da vivere, nel migliore dei modi.
L’attività lavorativa era, per lei, un modo come un’altro per
trascorrere, in maniera redditizia, gli intervalli fra una
vacanza e l’altra. Raggiunti i contrattuali limiti d’età e
ritiratasi dal lavoro, penso sia andata a visitare qualche
angolino del mondo che ancora non conosceva. Viviana era
una bella donna che teneva moltissimo alla sua persona ed
era sempre perfettamente in ordine. Di madre austriaca e di
padre greco, aveva vissuto per molti anni in Egitto e aveva
un’ottima padronanza di ben sei lingue. Con queste
prerogative, era un elemento molto prezioso per un’attività
dove il rapporto con la clientela, anche straniera, era ed è
di primaria importanza. Un po’ ingenua e credulona, era
sempre molto disponibile con i colleghi. Per un breve
periodo lasciò la Gobbi per prestare la sua opera presso
un’altra importante gioielleria, ma, esaurita
quell’esperienza poco felice, chiese di ritornare all’ovile,
dove fu accolta a braccia aperte. Credo che, in qualche
periodo, avesse dei problemi personali o familiari, e questo
la rendeva, a volte, un po’ lunatica o di cattivo umore.
Ritenendo che la sua presenza fosse di maggior utilità nel
negozio del Corso, vi ci fu trasferita e vi ha trascorso gli
ultimi anni di lavoro, prima di andarsene in pensione.