piena di vita

61
tempo fidanzato con Mina, una graziosa piemontesina
trapiantata a Milano e, in tempi brevi, presero la decisione
di sposarsi e di mettere in cantiere l’erede. Abbiamo anche
trascorso delle vacanze estive assieme, estendendo così la
nostra amicizia, anche alle nostre rispettive compagne.
Per qualche anno, fino al ’77, la mia vita si trascinò senza
scosse e senza traumi in uno stato di relativa tranquillità.
L’attività lavorativa procedeva bene, le soddisfazioni
finanziarie non mancavano e i rapporti con gli altri
componenti dello staff erano idilliaci. Mentre ero
completamente appagato dal punto di vista professionale,
la vita privata non mostrava miglioramenti. Sergio
cresceva bene e i risultati scolastici erano soddisfacenti. I
rapporti con Adriana proseguivano su un doppio binario:
cordiali e amichevoli in pubblico e in casa alla presenza di
nostro figlio, e quasi da estranei e improntati ad un
perenne conflitto, nell’intimità.
Nella primavera del ’78, dopo circa 32 anni di
attività, Marisa, esternò l’intenzione di ritirarsi. La
persona che viveva con lei aveva dei gravi problemi fisici,
per cui ella riteneva di doversi dedicare maggiormente
all’ambito familiare. Per di più, lei stessa, non godeva di
ottima salute. Ci si pose di conseguenza il problema di
trovare una valida sostituta in tempi relativamente brevi.
Tutti fummo invitati a segnalare persone che avrebbero
potuto permetterci di raggiungere tale scopo. Qualche
tempo prima capitò che, nel convoglio della Metropolitana
Milanese, che da anni utilizzavo quattro volte al giorno
per recarmi in negozio, si verificasse un guasto che
provocò una sosta forzata in galleria di quasi un’ora.
Negli stessi orari e sulla stessa tratta, era inevitabile