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piena di vita

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comportandosi correttamente e svolgendo nel migliore dei<br />

mo<strong>di</strong> i compiti affidatigli, l’umanità e l’altruismo che<br />

erano nell’essenza <strong>di</strong> Primo, erano quasi completamente<br />

assenti in Silvio. Dopo <strong>di</strong> lui, che si <strong>di</strong>mise dopo pochi<br />

anni per andarsene in pensione, le sue mansioni furono<br />

assunte da Ivo Ugolotti. Dotato <strong>di</strong> molta buona volontà e<br />

<strong>di</strong>screte capacità, un po’ cagionevole <strong>di</strong> salute, Ivo era<br />

assillato da problemi familiari che, in qualche misura, gli<br />

con<strong>di</strong>zionavano l’esistenza, Dopo qualche tempo <strong>di</strong><br />

onorato servizio, anche in seguito a ricorrenti interventi<br />

clinici subiti, decise <strong>di</strong> ritirarsi e collocarsi in pensione.<br />

Purtroppo non ha potuto godersi a lungo il meritato<br />

riposo.<br />

Dai primi anni ’70 in poi, si susseguirono un certo<br />

numero <strong>di</strong> assunzioni, licenziamenti o <strong>di</strong>missioni<br />

volontarie. Fra le varie presenze, più o meno lunghe in<br />

quel periodo, ricordo Daniela, una giovane ragazza <strong>di</strong><br />

Parabiago che non riuscì ad innamorarsi del tipo <strong>di</strong><br />

lavoro; Elena <strong>di</strong> Brescia che, protetta da una<br />

raccomandazione <strong>di</strong> un conoscente dei titolari, pensava <strong>di</strong><br />

poter incassare lo stipen<strong>di</strong>o stando a guardare quello che<br />

facevano gli altri; Malvina che “lasciò” nel periodo <strong>di</strong><br />

prova rendendosi conto <strong>di</strong> essere negata per il tipo <strong>di</strong><br />

lavoro per il quale sarebbe stata a<strong>di</strong>bita ed un’altra<br />

giovanissima conoscente dei titolari (figlia della custode<br />

dello stabile dove abitavano) che, come <strong>di</strong>cemmo allora,<br />

avrebbe potuto fare una brillante carriera come topo <strong>di</strong><br />

biblioteca, ma non certo in un esercizio a contatto con il<br />

pubblico. Capitò poi che venne ad offrirci la sua<br />

collaborazione un giovane piemontese <strong>di</strong> nome Paolo<br />

Martinotti. Nato a Pontestura, vissuto a Quarti <strong>di</strong>

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