piena di vita

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sollevato dal fatto di aver confessato le mie “colpe”,
incominciò un periodo veramente difficile. Adriana,
perennemente sofferente di stati depressivi, stava cadendo
in paranoia. Io, la sera, uscivo di casa per stare con
Cristina ed era un vero tormento il rientro fra le mura
domestiche. Dopo qualche tempo, incominciai a soffrire
pesantemente di questa situazione e mi posi seriamente il
problema di mettere ordine nella mia vita. Le soluzioni
possibili erano ben chiare nella mia mente. Si trattava,
valutata la situazione, di decidere se me la sentivo di dare
un taglio drastico al passato e pensare solo al futuro. Fu
un periodo molto travagliato. Si alternavano momenti
felici trascorsi con Cristina a stati di cupa tensione
nell’ambito familiare. Facevo il possibile e l’impossibile
per lasciar fuori dei nostri problemi nostro figlio e,
francamente, non so con quale risultato. Alla fine fu
proprio la sua esistenza a far pendere la bilancia da una
parte. Per amore del bambino presi la decisione più
sofferta e più penalizzante per me.
Una sera, uscendo, dissi che sarei andato a chiudere
il rapporto che mi legava con l’altra. Cristina, che non era
certamente una stupida e ormai mi conosceva molto bene,
nel momento stesso in cui mi vide, si rese esattamente
conto di cosa stava per accadere. Mi chiuse la bocca e
stemmo insieme per l’ultima volta. Poi mi disse le cose più
belle che un uomo possa sentirsi dire dalla sua donna nel
momento in cui finisce una storia: “Non mi pento di nulla;
rifarei per filo e per segno tutto quello che ho fatto; ho
passato uno dei periodi più belli della mia vita; non ti
dimenticherò mai e, nonostante quest’infelice epilogo,
valeva la pena di vivere ogni attimo che abbiamo vissuto