piena di vita

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francamente si pensava di aspettare un po’ prima di avere
un’erede, accettammo di buon grado l’evento. La
situazione in Olivetti si era molto deteriorata, nel senso
che la concorrenza dell’IBM diventava sempre più
agguerrita. Perdevamo importanti commesse e
s’incominciava a parlare di alleggerimento degli addetti.
Anche Adriana aveva gravi problemi di lavoro. L’azienda
dove lavorava aveva cambiato proprietà e stavano
sfoltendo il personale a colpi di machete. Cercarono in
tutti i modi di licenziarla, ma la Legge, in quanto in “dolce
attesa”, non permetteva loro di procedere. Alla fine le
fecero pervenire un trasferimento in un’altra sede fuori
città, a seguito del quale, fu lei stessa a presentare le
proprie dimissioni, non ritenendo di poter aderire a una
richiesta così gravosa nelle sue condizioni. Per la serie “le
disgrazie non vengono mai sole”, l’Olivetti decise di
cedere la Divisione Elettronica all’americana General
Electric, per cui, dopo pochi giorni, incominciarono a
smantellare l’organico. Iniziarono con il licenziare il
personale delle catene di montaggio, pur riconoscendo
loro, una sostanziosa buonuscita. Per quanto riguardava il
personale impiegatizio, l’Azienda garantì un’adeguata
sistemazione per quasi tutti. Fui convocato dalla dirigenza
che mi offrì l’opportunità di proseguire la collaborazione
con l’Olivetti, presso il loro distaccamento di Caluso. Mi
riservai qualche giorno per decidere. Accettare l’offerta
avrebbe significato un radicale cambiamento delle nostre
vite. Voleva dire disfare una casa da poco messa in piedi,
trasferirsi in un piccolo paese con tutti gli inevitabili
inconvenienti per chi è abituato a vivere in una grande
città e, non ultimo, l’allontanarsi dagli affetti e dalle
amicizie. Arrivai così a prendere la sofferta decisione