piena di vita

36
successo, si poteva incominciare a esaminare l’idea
di…metter su famiglia.
Uno dei motivi, forse quello principale, che mi
spingeva verso il “grande passo”, era provocato dalla
constatazione che la “carne” reclamava disperatamente.
In quei tempi, le soddisfazioni sessuali erano scarse e, in
ogni caso, assolutamente incomplete, per cui, arrivare al
matrimonio, significava anche raggiungere finalmente un
totale appagamento dei sensi. Ragione per cui, cercai di
accelerare i tempi, anche contro i consigli di quanti
ritenevano che, a 23 anni, non eravamo preparati ad
assumerci un impegno di tale rilevanza. Va da se che,
giovani e inesperti, non si era disposti ad ascoltare i
suggerimenti di chi non era in grado di capire “che per
noi sarebbe stata una cosa diversa”. Contro tutti i pareri
dei benpensanti, programmammo, Adriana e io, di
convolare a giuste nozze per la primavera del ‘64.
Bruciammo sul tempo l’ingegner Lombardi. Ci sposammo
l’undici maggio, sfruttando una serie di combinazioni di
date favorevoli, che ci permisero di ottenere tre settimane
di licenza matrimoniale. Lombardi si sposò qualche giorno
dopo. I colleghi si ritrovarono, fra capo e collo, due
“collette” in contemporanea. Prendemmo un
appartamentino in affitto in zona Viale Monza e i nostri
genitori s’indebitarono per arredarcelo in modo
conveniente. Noi demmo fondo ai nostri modesti risparmi
per contribuire alle prime indispensabili spese ed i soliti
amici e colleghi ci dettero una grossa mano, per
permetterci di fare un dignitoso viaggio di nozze.
Facemmo il nostro piccolo “Giro d’Italia”. Trascorremmo
qualche giorno sull’ isola d’ Elba, dove ci raggiunse