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“famoso” manualetto. Seguendo le opportune in<strong>di</strong>cazioni<br />
dell’esimio clinico, richiesi <strong>di</strong> essere sottoposto ad un<br />
nuovo controllo. Fui rispe<strong>di</strong>to all’Ospedale Militare <strong>di</strong><br />
Taranto dove, dopo nuovi approfon<strong>di</strong>ti esami, l’Ufficiale<br />
me<strong>di</strong>co che mi aveva già visto in precedenza, ammise<br />
sommessamente, che potevano sussistere gli estremi per<br />
ottenere la riforma in base all’Art.18 delle Norme <strong>di</strong><br />
Sanità. Egli però, non poteva fare nulla, perché avrebbe<br />
contraddetto sé stesso con una <strong>di</strong>fferente <strong>di</strong>agnosi a<br />
<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> pochi giorni. A questo punto l’appoggio<br />
dell’Ufficiale pilota che mi…proteggeva a Bari fu<br />
determinante. Ottenni, suo tramite, <strong>di</strong> essere aggregato al<br />
Quartier Generale dell’Aeronautica Militare nel<br />
capoluogo pugliese, dove potei nuovamente ottenere una<br />
visita specialistica presso l’Ospedale Militare. Quella<br />
volta fui però inviato presso il locale nosocomio.<br />
L’Ufficiale Me<strong>di</strong>co preposto constatò che, in conformità<br />
all’articolo già citato, avevo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere posto in<br />
“Congedo Assoluto”. Mi sembrò <strong>di</strong> toccare il cielo con un<br />
<strong>di</strong>to. Fui rimandato a Martina Franca per l’espletamento<br />
delle formalità. Resi l’equipaggiamento <strong>di</strong> cui ero stato<br />
dotato e attesi con ansia l’arrivo del documento ufficiale<br />
che mi avrebbe restituito “la Libertà”. Arrivò il 14 <strong>di</strong><br />
marzo. Lo stesso giorno, con il cuore pieno <strong>di</strong> gioia,<br />
venivo scortato dai commilitoni anziani, che mi avevano<br />
promosso sul campo “nonno”, alla stazione della locale<br />
ferrovia secondaria, dove, il più bel treno del mondo, mi<br />
avrebbe riportato, via Bari, a Milano. Il 15 marzo 1963,<br />
alle 7 e trenta del mattino, stor<strong>di</strong>to dalla felicità, scendevo<br />
dal convoglio nella stazione milanese <strong>di</strong> Lambrate. Mi<br />
recai quin<strong>di</strong> al Comando della Prima Regione Aerea per<br />
restituire il cappotto chi mi avevano concesso d’indossare