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che, probabilmente, la cosa non le era affatto <strong>di</strong>spiaciuta.<br />
Lei doveva essere rimasta a casa in…castigo. Finche ci<br />
frequentammo, in ogni caso, restammo buoni amici.<br />
Franco Motta, sempre molto volubile, venne in<br />
seguito conquistato da una splen<strong>di</strong>da creatura che<br />
lavorava in Olivetti. Si chiamava Emanuela e abitava a<br />
San Giuliano Milanese. Per quel che ho saputo in seguito,<br />
si sono sposati e, spero per loro, vivano ancora felici e<br />
contenti. Franco Brambilla, dopo avere raccolto miele da<br />
ogni fiore, conobbe Maria, una graziosa paffutella<br />
ricciolina, che lo impalmò. Di Giorgio Aiolfi mi è stato<br />
riferito che, lasciata l’Olivetti, si è trasferito in Liguria<br />
dove “ha messo su” famiglia. Nulla ho invece più saputo<br />
<strong>di</strong> Liliana, Mariuccia e Antonio, Irene, Milvia, Luigi e<br />
Luisa. Per quel che mi riguarda, come accennato in<br />
precedenza, la storia con Adriana andò avanti. Ci siamo<br />
frequentati assiduamente fino all’estate del ’62, quando fui<br />
chiamato per adempiere gli obblighi nei confronti della<br />
Patria. Nella stessa data, sullo stesso convoglio e con la<br />
stessa destinazione, ricevette la famigerata “cartolina<br />
precetto” anche l’amico Franco Bozzoni.