piena di vita

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Chi avrà la ventura (non ho volutamente usato
termini “fortuna” o “disgrazia”) di leggere questo scritto,
sfogliando qualche capitolo, avrà l’impressione di scorrere
un catalogo turistico, e me ne dispiace, ma credo
fermamente che il “viaggiare”, sia uno dei piaceri più
grandi che la vita ci possa offrire. Avendo, per mia buona
sorte, la possibilità di godere di questo piacere, credo che
finché avrò la forza, il desiderio e le risorse, per poterlo
fare, continuerò infaticabilmente nell’andare a scoprire, di
persona, quant’è bella, varia e strabiliante, questa nostra
vecchia Terra.
Cuba è un Paese che racchiude in se un’infinità di
contraddizioni e di situazioni assolutamente particolari.
Accanto a una popolazione di una povertà estrema, esiste
un gruppo di Dirigenti Politici con ricchezze favolose;
lussuosi alberghi e grandi locali d’intrattenimento, sorgono
accanto a squallide e maleodoranti dimore; il benessere dei
Paesi occidentali viene accuratamente nascosto ai cittadini
cubani, che non possono vedere programmi televisivi al di
fuori dei due canali locali; non esiste copertura per la
telefonia mobile e Internet è sottoposto a rigorosissime
restrizioni. A Cuba si può “liberamente” girare
dappertutto, purché accompagnati dai delegati delle
organizzazioni locali. Ai cubani è fatto divieto
d’intrattenersi con gli ospiti stranieri per non
“importunarli” e, se recidivi, rischiano persino brevi
soggiorni nelle patrie galere. Dappertutto nel mondo, ci
sono stati chiesti oggetti come penne a sfera, sacche,
ciabatte, magliette, occhiali da sole e caramelle ma, solo a