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Un loro cugino, in società con altri parenti, gestiva un<br />
Villaggio Turistico a Caprioli <strong>di</strong> Pisciotta, il “Baia del<br />
Silenzio”. Con una buona organizzazione, un’ottima<br />
cucina, essenziali, ma sufficientemente como<strong>di</strong> gli alloggi,<br />
domina un’ampia baia su un mare pulito e una spiaggia<br />
ben ser<strong>vita</strong>. Un ottimo intrattenimento <strong>di</strong>urno e serale, con<br />
feste e piacevoli spettacolini, allietavano il soggiorno degli<br />
ospiti, lasciando un ricordo assai gradevole <strong>di</strong> una vacanza<br />
allegra e rilassante. Come ormai d’abitu<strong>di</strong>ne, al termine<br />
della vacanza “marinara”, ci trasferimmo a Edolo.<br />
Quell’estate si aggiunse alla mamma e alla sorella <strong>di</strong> Rosy<br />
anche mio papà, cosicché potemmo riunire i nostri<br />
“vecchi” superstiti. Negli ultimi mesi del ‘98 papà, ormai<br />
ottantaseienne, accusò una serie <strong>di</strong> piccoli <strong>di</strong>sturbi. Era un<br />
uomo che <strong>di</strong>fficilmente si lamentava, che non voleva dare<br />
fasti<strong>di</strong>o a nessuno e che sperava, quando fosse venuto il suo<br />
momento, <strong>di</strong> non soffrire. Trascorse il giorno <strong>di</strong> Natale con<br />
noi e con i familiari <strong>di</strong> Rosy, che notarono quanto non fosse<br />
del suo solito umore. Sapendolo ospite per qualche giorno<br />
<strong>di</strong> mia sorella, decidemmo <strong>di</strong> andare a trascorrere la fine<br />
dell’anno in montagna. Il 9 <strong>di</strong> gennaio del ‘99, mentre<br />
stavamo rientrando in auto a Milano, mi raggiunse la<br />
chiamata <strong>di</strong> mia sorella, che mi esprimeva le sue<br />
preoccupazioni sullo stato <strong>di</strong> salute del papà. Non aveva<br />
più voglia <strong>di</strong> far nulla, neppure <strong>di</strong> mangiare, non reagiva<br />
alle sollecitazioni e aveva lo sguardo perso nel vuoto.<br />
L’indomani mattina, riscontrate queste strane anomalie e<br />
ritenendo critica la situazione, lo portammo d’urgenza al<br />
San Raffaele, dove ben conoscevano l’anamnesi del<br />
paziente. Come fu ricoverato entrò in coma e non riprese<br />
più conoscenza. Il 15 <strong>di</strong> gennaio lasciò questo mondo, senza<br />
lamentarsi, arrecando il minimo fasti<strong>di</strong>o al prossimo e, mi