piena di vita

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trovammo la sorpresa che, presumibilmente nella notte, era
stato “visitato” dai soliti ignoti, e che, assieme ad altre
attrezzature, se l’erano portato via. Non ci restò altro da
fare che rimandare la partenza di qualche ora, per avere il
tempo necessario di denunciarne il furto presso la locale
stazione dei Carabinieri e avvertire, via telegrafica, la
Compagnia di Assicurazione. In quel caso, le successive
indagini, non portarono al ritrovamento della refurtiva né
dei colpevoli del misfatto, ma, per mia fortuna, l’Ufficio
Sinistri della Compagnia Assicurativa mi rimborsò, senza
problemi, la cifra per la quale era stato assicurato. In
quell’occasione decisi che non l’avrei più rimpiazzato.
Rinunciavo indubbiamente ad un grande piacere, ma mi
liberavo anche di una fonte d’innumerevoli piccoli e grandi
problemi. Decisi che, qualora in futuro, mi fosse venuto il
prepotente desiderio di un giro in motoscafo, avrei sempre
avuto la possibilità di farmici portare o di noleggiarne uno.
Per l’inverno del 1994, anno che speravo ardentemente
potesse essere l’ultimo della mia vita lavorativa, con gli
amici Carlo e Angela, decidemmo di farci organizzare un
“signor” viaggio in oriente.
Un bel giorno del mese di febbraio, decollammo con
destinazione Bangkok, dove sostammo tre giorni, per una
breve visita della città e soprattutto per fare shopping nei
suoi simpatici mercatini. La seconda tappa ci portò
sull’isola di Phuket, dove alloggiammo in un favoloso hotel
del gruppo Meridien. Dopo qualche giorno, ci facemmo
trasbordare nel bel mezzo del Mare delle Andamane, per un
breve soggiorno a Phi Phi Island. Si tratta di un minuscolo
arcipelago d’isolette di una bellezza sconvolgente. Tutto
appare primitivo e selvaggio, dagl’indigeni che l’abitano