piena di vita

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134 periodo, ci fu un fuggifuggi generale dai viaggi all’estero, nel timore che gli eventi bellici avrebbero potuto, in qualche modo, condizionare il sereno svolgimento degli stessi. Il tour-operator non ebbe nessuna difficoltà a restituirci il prezzo pagato, per cui, seppure a malincuore, preferimmo rinunciare. Ripiegammo facendo un breve soggiorno in Val di Fassa, dove potei sfogare la mia passione per lo sci, avventurandomi in lunghe e impegnative escursioni. Per l’estate successiva programmammo, con gli amici Carlo e Angela, che già conoscevano il posto, di recarci nelle vicinanze di Tropea. In prossimità di Santa Domenica, c’è un vasto promontorio a picco sul mare, denominato Baia di Riaci, dove sorge un attrezzato Villaggio Turistico e Camping. I bungalow erano sufficientemente accoglienti, la cucina ricca e abbondante, la vasta spiaggia con sabbia e rocce e il mare caldo, limpido e invitante. Il motoscafo, amorevolmente custodito presso una struttura a ciò adibita, ci permetteva interessanti gite lungo le belle coste calabre. Spesso ci recavamo nella baia di Capo Vaticano, dove trascorrevamo la giornata nel più classico dei modi, alternando bagni di sole a refrigeranti nuotate e lunghe passeggiate a rilassanti sonnellini all’ombra. Non mancava qualche modesto spettacolino serale che intercalavamo a visite di Santa Domenica o Tropea, per degustare la classica granita al limone o al succo di mandorla e alle nostre proverbiali partite a “Scala 40” o a “Whist”. Va da se che, con la gradevole compagnia, in un bel posto, lontani dai pensieri di tutti i giorni, un mese di vacanza non potesse che piacevolmente “volare”. Durante il viaggio d’andata cogliemmo l’occasione, per far rivedere a Rosy il suo paesello natio abbandonato quando aveva sei anni, di
135 sostare qualche ora a Tricarico, in provincia di Matera. Si tratta di un grazioso paesino collinare lucano, dove avemmo anche l’opportunità di rintracciare una sua vecchia zia ed una cugina, che non aveva mai conosciute. Ritornando alle quotidiane occupazioni, con l’esaurirsi del conflitto in Iraq e ritenendo, conseguentemente, di poter riprendere i nostri viaggi “esotici” senza alcun rischio, progettammo di realizzare un bel giro, che comprendesse anche un soggiorno nelle indimenticabili Maldive. La prima tappa fu presso il possedimento inglese (ancora per pochi anni) alle porte della Cina: Hong Kong. Il Marco Polo Hotel, che ci ospitò per qualche giorno, è uno di quegli alberghi che solitamente si vedono nei film americani. Tutto quant’è di più grande, imponente, fastoso, lussuoso e chi più ne ha ne metta, era presente, al massimo grado, in quell’immensa struttura. Il solo entrarci, se da una parte c’incuteva un certo senso di soggezione, dall’altra ci gratificava, fino al punto da farci sentire importanti e invidiati. La città è sicuramente molto interessante. Si tratta di un’isola collegata alla terraferma da enormi gallerie sottomarine con arterie a molte carreggiate, sempre trafficatissime. Vi è un importantissimo porto commerciale, aeroporti internazionali, una delle Borse Valori più prestigiose del mondo e un’infinità di grandi negozi e Centri Commerciali. Godendo Hong Kong dell’esenzione di molte imposte, essendo “porto franco”, gli acquisti sono particolarmente convenienti, in special modo per quanto si riferisce alle sete cinesi. Le leggi locali vietano il commercio dei “falsi”, ma ad ogni angolo delle strade, vengono mostrati ai turisti, cataloghi degli oggetti più disparati, che possono essere acquistati in magazzini
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