piena di vita

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imbracati al paracadute ascensionale trainati dal
motoscafo, volammo su mini-aerei sul pelo del mare e
fummo trasportati a bordo di carri con panche di legno,
trainati da vecchi scarniti buoi. Dopo un inquietante
trasbordo aereo all’isola di Praslin, visitammo un
eccezionale parco naturale, dove potemmo ammirare i
leggendari “coco de mer”(noci di cocco doppie di grandi
dimensione, simili a un sedere umano, che impiegano 25
anni per svilupparsi). Potemmo finalmente fare dei bei
bagni in un mare limpido e pulito e crogiolarsi al caldo sole
equatoriale. In definitiva, trascorremmo delle
piacevolissime giornate, alloggiati in un ottimo hotel, in un
ambiente naturale dalla vegetazione rigogliosa, con tutte le
comodità a disposizione e una compagnia allegra e
divertente. La sera venivano organizzate delle divertenti
cene a tema ed un intrattenimento assai discreto allietava il
piacevole convivio. La settimana si esaurì in un batter d’ali
e ci ritrovammo, improvvisamente, all’appuntamento con il
viaggio di ritorno che, con le immancabile tappe fra un
aeroporto e l’altro, ci ricondusse nel nostro amato Paese.
Riprendemmo la nostra vita di tutti i giorni, con gli
alti e i bassi di sempre, con i “problemini” e i
“problemoni” che inevitabilmente il destino pone nel
quotidiano, ma con la consapevolezza dell’ottimista che,
comunque vada, per ogni nuova incognita, verrà escogitata
la soluzione più appropriata. Tanto per restare sul
gradevole, incominciammo, con gli amici, a studiare nuovi
viaggi e vacanze da realizzare nell’immediato e negli anni a
venire. La prima scadenza era quella delle ferie agostane
dell’87 per le quali, non volendo ancora tradire la
Sardegna, decidemmo per un villaggio turistico sulla costa