piena di vita

107
considerazione le eventuali aspettative o i legittimi desideri,
della sua giovane fanciulla innamorata. Probabilmente,
essendo abituato a “comandare”, si sentiva autorizzato,
con i più fragili e umili, a impartire ordini. Bastava uno
sguardo o un suo gesto, perché lei gli corresse incontro
come un gattino che fa le fusa. Ogni tanto si presentavano
con il “muso” a causa di una delle solite litigate per i più
futili motivi, ed era sempre lei, pur avendo, nella stragrande
maggioranza dei casi, tutte le ragioni di questo mondo, a
cedere e fare il primo passo per cercare la riconciliazione.
E lui se ne beava, perché riteneva così, di aver fornito a
tutti, l’ennesima dimostrazione di essere un “duro”. Se
trascuriamo questo lato del suo carattere, era un gran
“compagnone”, sempre allegro e gioviale, pronto al gioco
e allo scherzo. Con un bel fisico atletico, era sempre
elegante e indossava abiti e accessori firmati. Estroverso e
generoso, amava vivere un po’ sopra le sue possibilità,
come spesso accade nelle ricche province italiane. Sportivo
e dinamico, faceva parte della squadra militare di calcio
dell’aeroporto e si esprimeva a buoni livelli anche nel
tennis. Con la coppia trevigiana nacque una sincera e
profonda amicizia che si protrasse per moltissimi anni.
Accadeva abbastanza frequentemente che si andasse a
Treviso per trascorrervi qualche giorno e anch’essi
venissero a Milano per rincontrare noi egli altri amici
milanesi. Fin da quell’anno in Sardegna, si formò un
sodalizio destinato a durare per lungo tempo.
Nel 1984, con qualche nuovo aggregato, ripetemmo
l’esperienza del Corte Rosada, con rinnovata soddisfazione
generale. Fu una vacanza all’insegna del divertimento più
sfrenato e ne combinammo di tutti i colori. Voglio ricordare