piena di vita

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104 profonda e duratura amicizia, formando un eccellente gruppo. All’Hotel avevamo preso in mano, con il beneplacito e l’approvazione degli altri villeggianti, “l’animazione”, organizzando tornei di carte e di pesca, giochi di Ferragosto per i numerosi bambini presenti, serate musicali e d’intrattenimento e quant’altro ci veniva in mente, per allietare il soggiorno. Partecipavano attivamente alla realizzazione delle nostre attività ludiche, i “nuovi amici” Franco Sanna e famiglia, Olimpia e Luigi, i coniugi Orsi e Maria Rosa e Goffredo, oltre, naturalmente, ai compagni di viaggio milanesi. Franco Sanna, sardo di Sassari, con la moglie Lisa e due ragazzini di nome Romina e Francolino, erano degli habitué del Corte Rosada. Lui era un bravo tennista e, tra allenamenti e tornei, ai quali partecipava attivamente, trascorreva metà del suo tempo sulla terra rossa dei campi dell’Hotel. Gestiva, con il fratello, un importante mobilificio nella sua città e si dedicava all’hobby della pittura con un discreto successo. Dopo qualche anno ha abbandonato l’attività della “Sanna Arredamenti” per dedicarsi, a tempo pieno, alla sua passione artistica. Con Lisa ha aperto una Galleria d’Arte a Sassari ed espone i suoi lavori in giro per l’Italia. Simpatico, generoso ed esuberante, era sempre aperto a qualsiasi iniziativa che potesse creare un po’ di “casino”. Lisa, in ogni occasione elegante e curata, molto legata alla famiglia, consapevole di essere la moglie di un personaggio in vista della “Sassari Bene”, si compiaceva di essere servita e riverita dal personale e dalla dirigenza dell’albergo. I figli, un po’ ribelli, indipendenti e “viziatini”, avevano immediatamente legato con i loro coetanei e trascorrevano ore intere,
105 davanti a infernali macchinette elettroniche mangiasoldi. Ricordo che Francolino, ogni tanto, si faceva vivo per spillare qualche “deca” all’uno o all’altro genitore, per poi sparire finché non aveva necessità di nuovi rifornimenti. Lisa, seppure bonariamente un po’ sofisticata, era una ragazza allegra e spensierata e si trovava a suo agio anche con il nostro gruppo di pazzi scatenati. Siamo andati a trovarli a Sassari e loro sono venuti, in un paio d’occasioni, a Milano. Ci siamo rivisti per qualche anno, in agosto, in Sardegna e, per molto tempo, abbiamo intrattenuto cordialissimi rapporti telefonici. Conservo amorevolmente due opere che Franco mi ha gentilmente donato, che fanno bella mostra di se fra le mie modeste tele. Come spesso succede, con il passare del tempo, i rapporti si sono diradati fino a ridursi alla classica telefonata per gli auguri natalizi. Olimpia e Luigi, sposati da pochi anni, erano in perenne lite. Lui estroverso, sempre allegro ed esuberante, lei calma e pacifica, un po’ pigra e cocciutella. Ogni iniziativa o proposta di Luigi era, per principio, bocciata da Olimpia e, nonostante ciò, lui le correva appresso come un cagnolino, sempre che non fosse impegnato nella realizzazione di qualche “scherzo” al malcapitato di turno. Rammento qualche “gavettone” alle spese di persone che non gradirono questo genere di trattamento, che finì con il creare qualche spiacevole problema per il gruppo intero. L’anno successivo fece ancora parte della comitiva in vacanza, ma si presentò da “single”, essendo stato abbandonato dalla moglie, sembra, per un collega di lavoro. La sua nuova situazione familiare, i suoi impegni di lavoro e le sue nuove abitudini di vita, fecero si che, in
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