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Gualtiero<br />
de Rota<br />
<strong>MOMIANO</strong><br />
Il suo Castello<br />
e l’avvento<br />
dei Conti ROTA
Ho dedicato il mio primo libro a<br />
ROSY e SERGIO, ora voglio<br />
dedicare quest'ultima fatica alla mia<br />
cara nipotina MARGHERITA, l’unica<br />
mia nipote che porta il mio cognome.<br />
Ricordi sempre che porta un<br />
cognome illustre e prestigioso e sono<br />
certo che sarà degna e orgogliosa di<br />
tanto onore.<br />
Nonno Gualtiero<br />
Milano, dicembre 2009
Mappa dell’Istria
Gualtiero de Rota<br />
<strong>MOMIANO</strong><br />
Il suo Castello<br />
e l’avvento<br />
dei Conti ROTA
7<br />
Dalla Chiesa di Castelvenere, sulla strada<br />
per Sterna, a sinistra si presenta una salita<br />
del 7% che in 2 km porta al paese di<br />
Momiano, anticamente chiamato con il nome<br />
latino di Mimilianum, poi Castrum Mamillanum<br />
quindi Momiliano; dai tedeschi fu chiamato<br />
Momlan e volgarmente detto Mumiàn. In<br />
cima alla salita si trova prima un capitello<br />
con un bel cipresso e quindi il cimitero con<br />
una chiesetta ben tenuta in posizione<br />
panoramica e dedicata a S. Rocco. Sulla<br />
chiesa un motto dice che saranno beati<br />
coloro che muoiono nel nome del Signore.<br />
Da qui si sovrasta sia il paese di Momiano<br />
che le sue rovine attestanti l'esistenza di<br />
un'importante Signoria. Il villaggio è diviso<br />
da due strade, e perciò Momiano è formato<br />
da due parti: Momiano superiore e Momiano<br />
inferiore. Le case sono poste lungo le assi<br />
delle due strade; alla parte bassa si scende<br />
verso la chiesa parrocchiale di S. Martino,<br />
sita fra orti e la corte della casa del<br />
pievano (prete rettore). Sotto la chiesa, su<br />
uno spuntone roccioso, separato da una forra<br />
(profonda gola), nella quale si discende per<br />
una scala di pietra alquanto sconnessa,<br />
sorgono le rovine del suo importante castello<br />
che tanta parte ebbe nella storia di questa<br />
parte nordoccidentale dell'Istria. Momiano è<br />
arroccata in posizione elevata e dominante
8<br />
verso la valle del torrente Argilla, affluente<br />
del Dragogna, che scorre a nord sotto il<br />
castello. Il territorio di Momiano collinare e<br />
argilloso, è posto su una poderosa dorsale,<br />
dove crescono bene la vite, i cereali, l'ulivo<br />
e gli alberi da frutta. Il profumato ed<br />
amabile vino moscato bianco di Momiano era<br />
ed è famoso in tutta la regione. Sui bei colli<br />
verdeggianti si alternano piccole campagne<br />
coltivate a radure dedicate al pascolo. Gode<br />
di un’aria salubre e offre bei panorami. Il<br />
punto più elevato è situato sul Monte<br />
Coveglia a 424 m. Nel suo territorio si<br />
trovano boschi verso Scarlieva e parecchie<br />
sorgenti originate dagli scoli delle acque<br />
delle colline adiacenti e che confluiscono<br />
nell'Argilla. Il territorio è ricco di fauna,<br />
quali lepri, fagiani, qualche cinghiale, gatti<br />
selvatici e molti uccelli di passo, corvi e gufi<br />
bianchi; è sempre stato una buona riserva di<br />
caccia, molto conosciuta. Nelle sorgenti e<br />
nell'Argilla si trovano i gamberi e, talvolta,<br />
qualche anguilla. Sotto il castello, nella Valle<br />
dell'Argilla, il nome Battifer, la terra<br />
rugginosa e gli scavi antichi eseguiti in<br />
sotterraneo, fanno pensare che qui sia stato<br />
trovato del minerale ferroso. È un sito<br />
armonioso e l'amenità del luogo invita a una<br />
visita. Le case di Momiano sono mezze<br />
abbandonate.
9<br />
La casa dei Rota ha un bellissimo portale ad<br />
arco in calcare con foglie di quercia e alloro.<br />
E’ di dimensioni modeste, ma con buoni<br />
elementi architettonici del 1600. Sopra il<br />
portale si trova lo stemma gentilizio con<br />
spada, due stelle e cimiero e la data del<br />
1801. È lo stemma che si trovava sopra la<br />
porta del castello.
10<br />
Nel paese, in posizione superiore al castello,<br />
è sita la chiesa parrocchiale di S. Martino di<br />
nessuna importanza artistica. Fu rifatta, fra<br />
gli anni 1578 e 1600, dal parroco Diedo il<br />
quale donò alla chiesa l'Ostensorio con<br />
dedica e data 1604.<br />
Nel 1678 il conte Pietro Rota donò alla<br />
stessa la croce processionale in argento e il<br />
conte Orazio Rota nel 1650 donò il turibolo<br />
sbalzato in argento.
11<br />
Qui, fra i cinque altari ce n'è uno dedicato a<br />
S. Rufo, le cui spoglie furono ritrovate nella<br />
chiesa campestre ora demolita di S. Nicolò,<br />
sull'omonimo monte in Sorbar, nel 1567. La<br />
pieve era posta sotto la diocesi di Trieste e<br />
aveva due curati, uno eletto per Momiano ed<br />
uno per le chiese di Oscurus, Merischie e<br />
Sorbar che, sebbene facessero parte della<br />
giurisdizione di Capodistria, erano soggette<br />
anch'esse alla diocesi triestina. La chiesa,<br />
posta su un terrapieno erboso, sopra il<br />
castello, risale al medioevo, fu ricostruita<br />
nel XV secolo e consacrata allorché furono<br />
sistemate le spoglie di S. Rufo; è una<br />
costruzione rettangolare con ai lati il<br />
battistero e la sagrestia. Sopra la porta<br />
della sagrestia si trova una scritta in latino<br />
e la data del 1660, epoca di un successivo<br />
restauro. La facciata ha finestre e portale<br />
decorati con la scritta "Tempio di S.<br />
Martino" e la data 1638. Sul retro della<br />
chiesa una lapide ricorda la diocesi<br />
emoniense e la data del 1682, con uno<br />
stemma blasonato al centro. Nel 1859 la<br />
chiesa fu prolungata di due arcate dalla<br />
parte della facciata. Il campanile è staccato<br />
dalla chiesa, ha una base tronco piramidale<br />
in grossi blocchi di arenaria; la sua alta<br />
cuspide ha la base quadrata. In alto un<br />
leone di S. Marco in bianco calcare osserva
12<br />
la piazzetta, situato sopra un'epigrafe di<br />
questo secolo. In occasione della festa di S.<br />
Giorgio i Momianesi usavano, negli anni<br />
passati, cogliere il lauro nel vicino bosco<br />
chiamato Zingarella o Gingarela, lungo il<br />
torrente Argilla, per portarlo a benedire in<br />
chiesa. Anche i Buiesi, in occasione della<br />
festa del paese, incominciarono a recarsi<br />
nello stesso bosco per il medesimo scopo. Ciò<br />
fu causa di contesa fra i popolani dei due<br />
paesi; sembra però che la raccolta del lauro,<br />
da parte dei Buiesi, fosse una scusa per<br />
prelevare dell'acqua dalle sorgenti perenni<br />
del monte, merce preziosa in Istria. Sulle<br />
pendici di questo bosco c'è una grotta,<br />
anch'essa chiamata Zingarella, nella quale<br />
sono state trovate ceramiche dell'eneolitico<br />
e della prima età del bronzo, attribuibili alla<br />
cultura lubianese. Sono venuti alla luce pure<br />
frammenti di ceramica a scopettato, o<br />
besenstrich, che segna il passaggio<br />
dall'eneolitico all'inizio dell'età del bronzo.<br />
Momiano, con la collaborazione dei paesi del<br />
suo territorio, Oscurus, Sorbar e Merischie,<br />
fece costruire la chiesa di S. Spirito vicino<br />
a Sterpeto, fatto confermato da<br />
un'iscrizione esistente dietro l'altare di<br />
quella chiesa; l'iscrizione in seguito fu<br />
scalpellata.
13<br />
Le rovine del castello sono ancora imponenti:<br />
la visita non è facilitata dal sentiero<br />
d'accesso, pieno di rovi e maltenuto per la<br />
mancanza di una necessaria potatura delle<br />
piante selvatiche che vi crescono (1).<br />
Turisticamente il luogo sarebbe allettante se<br />
permettesse una visita facilitata.<br />
Il castello ha una pianta irregolare che<br />
segna l'andamento dello sperone roccioso su<br />
cui poggia. Grandi torri quadrate erano poste<br />
agli angoli, ora ne rimane una sola. Le mura<br />
attaccate alla torre e quelle verso sud sono<br />
quasi intatte, le altre sono diroccate.<br />
Questo castello era provvisto di ponte<br />
levatoio di legno che permetteva l'accesso al<br />
maniero posto su un roccione che si stacca<br />
dalla pendice del monte che scende verso<br />
l'Argilla. Questo ponte fu poi sostituito da<br />
un arco di pietra. All'interno aveva una<br />
cappella dedicata a S. Stefano e funzionava<br />
ancora nel 1721, quando fu visitata dal<br />
vescovo di Cittanova Daniele Sansoni.
14<br />
Però queste rovine non sono quelle dell'antico<br />
castello dei conti di Momiano; quello fu<br />
diroccato nel 1344 dai Veneziani, prima che<br />
il conte di Pisino, Alberto IV, ritornasse da<br />
Venezia dove fu costretto a una pace<br />
vergognosa.<br />
Momiano e il suo castello raccolgono<br />
una lunga serie di fatti storici.<br />
Il nome di Momiano compare in un diploma di<br />
Corrado I Bamberga o di Franconia,<br />
marchese d'Istria, nel 1035, con la qualifica<br />
di "Villa". Questo villaggio fu compreso nella<br />
donazione del 1102 alla chiesa d'Aquileia da<br />
parte del marchese d'Istria Ulrico II di<br />
Weimar. Da allora i patriarchi cedettero il<br />
feudo ai Duinati, loro fedeli vassalli. Risulta<br />
che nel 1208 era signore di Momiano un<br />
certo Vicardo, uomo di grande fiducia del<br />
patriarca Volchero. Quindi compare Vossalco<br />
o Woscalus, figlio di Stefano da Duino e di<br />
Adelmota, sorella di Enrico da Pisino. Quale<br />
vassallo del patriarca Bertoldo, che gli diede<br />
in feudo il villaggio di Momiano,<br />
probabilmente dopo il 1230, munì il borgo del<br />
castello. Vossalco figurò in alcuni documenti<br />
del 1188, quand'era minorenne; morì nel<br />
1247. Con i suoi figli Conone o Corrado e<br />
Biaquino o Biascino, i Duinati nel XIII secolo<br />
estesero per eredità, acquisto o donazione,
15<br />
il loro dominio sui circostanti paesi di S.<br />
Pietro dell'Amata, Zuccoli, Oscurus,<br />
Toppolo, Sorbar, Cuberton, Carcase,<br />
Sterna, Gradina, Trebesse, Verteneglio,<br />
Sicciole, Figarola di Dragogna e Villanova al<br />
Quieto. Qualcuna di queste località era<br />
situata nei territori di Pirano, Cittanova e<br />
Buie. Come fossero pervenuti in possesso di<br />
tali località è ignoto. Questo ramo dei<br />
Duinati era formato da uomini di autorità e<br />
prestigio che furono prescelti a podestà o<br />
capitani dei comuni rivieraschi come Pirano,<br />
Cittanova, Buie e Montona. Furono anche<br />
beneficiati del feudo di Sipar. I figli di<br />
Vossalco, Biachino o Biaquino e Consone, si<br />
trovarono sempre immischiati in lotte, ora<br />
dalla parte dei patriarchi, ora alleati dei<br />
conti di Gorizia. Furono acerrimi nemici dei<br />
signori di Pietra Pelosa, Carenammo o<br />
Castreranno ed Enrico, i quali, nel 1274,<br />
fecero assassinare brutalmente Biascino,<br />
evirandolo. Il fratello Consone, con l'aiuto<br />
del conte Alberto II di Gorizia, assieme a<br />
truppe capodistriane, isolane e piranesi,<br />
espugnò il castello di Pietra Pelosa nello<br />
stesso anno e fece decapitare i feudatari,<br />
mandanti dell'assassino di Biachino. Conone<br />
successe a Vossalco e lasciò due figli; uno<br />
dei due fu Odorico o Ulrico, che divenne<br />
signore di Momiano. Entrambi non ebbero<br />
discendenti; il castello di Momiano ritornò
16<br />
così ai patriarchi d'Aquileia dopo il 1295.<br />
Nel 1310 il possesso di Castelvenere provocò<br />
un conflitto tra i Patriarchi e la Repubblica<br />
Veneta; in tale occasione Momiano fu<br />
devastata dalle truppe del Doge Pietro<br />
Gradenigo, comandate da Giovanni Zeno. I<br />
patriarchi l'avevano ceduto nel 1286 al<br />
genero del conte di Gorizia Enrico II, Nicolò<br />
Prampero, il quale nel 1311 lo acquistò dallo<br />
stesso dopo il danneggiamento dell'anno<br />
precedente, per fronteggiare la spinta dei<br />
Veneziani verso l'interno dell'Istria.<br />
Nicolò Prampero era figlio di Francesco ed<br />
era stato investito del feudo nello stesso<br />
anno. Momiano fu poi, nel 1313, infeudata ai<br />
Raunicher o Raunach, nobili tedeschi<br />
carniolici (provincia slovena) che sembra<br />
discendessero dai Ravignani di Firenze;<br />
questa famiglia tenne il possesso di Momiano<br />
anche dopo il 1508, quando passò ai<br />
Veneziani. Nel 1342, Alberto IV, nipote del<br />
Conte di Gorizia Enrico II, divenuto unico<br />
signore della Contea di Pisino, munì Momiano<br />
di nuove opere di fortificazione per meglio<br />
poter fronteggiare i Veneziani. Nel 1344<br />
Alberto IV fu sconfitto dai Veneziani e il<br />
castello di Momiano dovette essere demolito;<br />
questo probabilmente avvenne, ma, cent'anni<br />
più tardi, il nuovo castello di Momiano si<br />
presentava ancora come una potente<br />
fortificazione.
17<br />
Nel 1374 passò sotto il dominio austriaco,<br />
come Signoria dalla Contea di Pisino, con<br />
propria amministrazione sotto un capitano e<br />
con un proprio urbario. Momiano risorse e<br />
nel 1457 la popolazione, sobillata dai<br />
Veneziani, si oppose alle truppe della contea<br />
austriaca di Pisino e il capitano fu costretto<br />
ad abbandonare il maniero; poi però il<br />
castello fu ripreso dalle soldatesche<br />
tedesche. Nella guerra del 1508 contro i<br />
Veneziani, gli Austriaci perdettero, per un<br />
anno, oltre la contea di Pisino, anche la<br />
Signoria di Momiano. Dopo lunghe trattative,<br />
ritornarono in possesso di parte della<br />
Contea, ma Momiano rimase sotto il dominio<br />
veneziano e, definitivamente, dopo la pace di<br />
Worms del 1523, confermato dalla sentenza<br />
arbitrale di Trento nel 1535. I Piranesi<br />
avevano contribuito nel 1508 alla conquista<br />
di Momiano e il doge Loredan concesse<br />
perciò tutto il territorio alla città di Pirano,<br />
nel 1510.<br />
Nel 1548 il Castello di Momiano fu<br />
acquistato da Simone Rota, di famiglia<br />
bergamasca e residente con la famiglia a<br />
Pirano, per 5555 ducati d’oro (2).<br />
I venditori furono i fratelli Raunicher che,<br />
anche dopo l'occupazione veneziana, erano<br />
rimasti in possesso dei loro beni per<br />
intercessione di Massimiliano I presso il<br />
Senato veneziano.
18<br />
Il castello fu reso più abitabile, poi i conti<br />
Rota costruirono nel XVIII secolo nel paese<br />
una casa gentilizia fregiata da una ruota ed<br />
una testa di moro.
19<br />
Il castello fu dotato di un nuovo ponte ad<br />
arco e del portale, fiancheggiato da due<br />
maestose mezze colonne in blocchi di pietra,<br />
coll'architrave ormai crollata. La poderosa<br />
torre potrebbe essere ancora quella antica.<br />
La Signoria fu tenuta dai Rota fino alla fine<br />
del feudalesimo e, ancora nell'altro secolo,<br />
vivevano a Momiano ed erano proprietari di<br />
un oleificio.<br />
Dopo il definitivo possesso di Momiano, i<br />
Veneziani v'installarono un funzionario<br />
pubblico denominato castellano e nel 1591 fu<br />
istituita la scuola pubblica comunale. La<br />
Signoria di Momiano fu feudo di privata<br />
giurisdizione. Nel XVI secolo, e<br />
precisamente nel 1589 iniziarono gli<br />
insediamenti di gente slava nel contado di<br />
Momiano. Dopo la pace di Madrid nel 1617,<br />
il castello decadde d'importanza e<br />
lentamente andò in rovina.<br />
I Conti Rota lasciarono il castello nel<br />
1835 e da quel momento fu<br />
abbandonato al suo destino.
20<br />
Estratto dal volume: “ISTRIA, storia, arte,<br />
cultura” di Dario Alberti (Trieste 1997)
21<br />
Annotazioni a margine e<br />
curiosità<br />
(1) - Con riferimento al cattivo stato di<br />
conservazione del sentiero d’accesso al<br />
Castello di Momiano e alle condizioni di<br />
completo abbandono dei ruderi è<br />
particolarmente interessante la delibera del<br />
Consiglio Regionale del Veneto che propongo<br />
di seguito:<br />
CONSIGLIO REGIONALE DEL<br />
VENETO<br />
VIII LEGISLATURA<br />
90ª Seduta pubblica – Mercoledì 26 settembre 2007<br />
Deliberazione n. 82 prot. n. 10780<br />
OGGETTO: LEGGE REGIONALE 7 APRILE 1994, N. 15<br />
"INTERVENTI PER IL RECUPERO, LA<br />
CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL<br />
PATRIMONIO CULTURALE DI ORIGINE VENETA<br />
NELL'ISTRIA E NELLA DALMAZIA". PROGRAMMA<br />
DEGLI INTERVENTI PER L'ANNO 2007.<br />
(Proposta di deliberazione amministrativa n. 85)<br />
IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO<br />
...(omissis)...<br />
con votazione palese,<br />
DELIBERA<br />
1) di approvare il Programma degli interventi, per il recupero, la<br />
conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale di<br />
origine veneta nell’Istria e nella Dalmazia per l’anno 2007 nel<br />
testo allegato, che costituisce parte integrante del presente<br />
provvedimento<br />
...(omissis)...
22<br />
Presenti-votanti n. 41<br />
Voti favorevoli n. 41<br />
IL CONSIGLIERE-SEGRETARIO f.to Moreno Teso<br />
IL PRESIDENTE f.to Marino Finozzi<br />
...(omissis)...<br />
ALLEGATO ALLA DELIBERAZIONE CONSILIARE N. 82<br />
DEL 26 SETTEMBRE 2007 RELATIVA A:<br />
LEGGE REGIONALE 7 APRILE 1994, N. 15<br />
"INTERVENTI PER IL RECUPERO, LA<br />
CONSERVAZIONE E LA VALORIZZAZIONE DEL<br />
PATRIMONIO CULTURALE DI ORIGINE VENETA<br />
NELL'ISTRIA E NELLA DALMAZIA". PROGRAMMA<br />
DEGLI INTERVENTI PER L'ANNO 2007<br />
...(omissis)...<br />
ALLEGATO A1<br />
pag. 22/65<br />
Art. 3b Scheda n. 21<br />
DATA TRASMISSIONE 29.09.2006<br />
RICHIEDENTE CITTÀ DI BUIE (CROAZIA)<br />
OGGETTO<br />
1) Restauro del Castello “Rota” di Momiano (I^<br />
fase), manufatto di epoca medievale fatto<br />
costruire da Vossalco de Mimiliano della casa dei<br />
Duinati. Attorno al 1340 entrò in possesso dei<br />
nobili tedeschi Raunicher e nel 1548 venne<br />
venduto alla nobile e antica famiglia bergamasca<br />
dei Rota, che vi abitò fino al 1835. Per un breve<br />
periodo, tra il 1508 e il 1535 (quand'era ancora di<br />
proprietà dei Raunicher) il castello fu anche<br />
possedimento dei Veneziani che lo affidarono alla<br />
diretta sudditanza di Pirano. Risale a quest’ epoca<br />
e precisamente al 1521 la compilazione dei<br />
Capitoli del Castello di Momiano, da parte del<br />
podestà di Pirano, per definire i diritti e i doveri<br />
del signore di Momiano e degli abitanti del feudo.
23<br />
La I^ fase dei lavori, che si prevede inizino nel<br />
marzo 2007, sarà dedicata alla pulizia del<br />
passaggio che dalla chiesa porta al castello e alla<br />
pulizia della superficie interna del castello, nonché<br />
al risanamento delle mura nella parte interna ed<br />
esterna e alla messa in opera dell’impalcatura per<br />
l’esecuzione dei lavori.<br />
...(omissis)...<br />
IMPORTO PROGETTO-1) € 59.291,45.<br />
Inoltre nelle note su precedenti<br />
finanziamenti compare:<br />
Programma 2003, Euro 2.279,77 per il<br />
restauro del disegno settecentesco del<br />
Castello Rota di Momiano.<br />
Con riferimento al disegno di cui<br />
sopra, ho trovato la delibera dello<br />
stanziamento per l’intervento dal quale<br />
abbiamo conferma che il Castello<br />
diroccato è in fase di restauro.<br />
Progetto: restauro del disegno settecentesco del<br />
castello Rota di Momiano<br />
Beneficiario: Comune di Buie<br />
Programma anno 2003<br />
Contributo assegnato Euro 3.000<br />
Il disegno, dipinto in tempera su tela con cartiglio<br />
adeso - una tecnica molto rara - conservato presso<br />
l’Archivio di Stato di Venezia, è l’unica
24<br />
rappresentazione esistente di come si presentava in<br />
origine il castello Rota di Momiano, oggi diroccato<br />
ed in fase di restauro.<br />
Il disegno, risalente al XVII secolo, di autore ignoto,<br />
era in cattivo stato di conservazione, attaccato da<br />
muffe e presentava due buchi.<br />
Il restauro, in corso di esecuzione presso il<br />
laboratorio di restauro del Museo diocesano di Santa<br />
Apollonia, a Venezia, richiede l’impiego di operatori<br />
altamente specializzati e varie giornate di lavoro.<br />
Proseguendo nelle mie ricerche, ho trovato<br />
sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto<br />
n° 70 del 25 agosto 2009, la scheda n° 28<br />
che illustra, in modo assai preciso, quant'è<br />
stato deliberato circa i lavori da effettuare<br />
per riportare il Castello di Momiano agli<br />
antichi splendori basandosi proprio sul<br />
disegno restaurato presente nell’Archivio di<br />
Stato di Venezia. Di seguito copia della<br />
scheda:<br />
SCHEDA N. 28<br />
Organismo richiedente: Città di Buie<br />
Sede legale: Buie - Croazia<br />
Titolo progetto: Lavori di ricerca e di restauro del Castello<br />
“Rota” di Momiano<br />
SINTETICA DESCRIZIONE DELL’INIZIATIVA:<br />
L’iniziativa proposta prevede la realizzazione di un<br />
intervento di ristrutturazione dell’antico Castello “ROTA”<br />
di Momiano il cui progetto è stato avviato nel 2002,<br />
grazie alla proficua collaborazione con la Facoltà di<br />
Architettura di Zagabria e l’Ente Ministeriale per la tutela<br />
dei beni artistici.
25<br />
Il restauro del dipinto del Castello ritrovato nell’Archivio di<br />
Venezia (finanziato anch’esso con il sostegno regionale<br />
nell’ambito del Programma 2003) ha permesso di fare di<br />
quest’ultimo il documento base per un concreto<br />
intervento di restauro, in quanto raffigura il castello in<br />
tutto il suo splendore prima dell’abbandono da parte dei<br />
conti Rota. Il Castello presenta seri problemi legati alla<br />
statica e alle fondamenta in quanto si erge su un piccolo<br />
monte roccioso; pertanto qualsiasi intervento di recupero<br />
dev'essere preceduto da uno studio e progetto del<br />
sistema geofisico e statico della roccia e dell’edificio. Si<br />
potrà quindi procedere alla prima fase dei lavori di<br />
rinforzo, solo a conclusione di una fase di ricerche<br />
geofisiche e statiche. Ad oggi è stata estirpata la<br />
boscaglia che impediva l’accesso al maniero e sono stati<br />
rinforzati i parapetti per i visitatori; inoltre si è proceduto<br />
al rilievo architettonico dei resti sul territorio.<br />
Tempi di realizzazione: Maggio 2009 – novembre<br />
2009<br />
PIANO ECONOMICO DEL PROGETTO VOCI DI SPESA PREVISTE IMPORTO<br />
IN EURO:<br />
Ricerche geotecniche 10.000,00<br />
Ricerche geofisiche 10.000,00<br />
Progetto esecutivo di risanamento 10.000,00<br />
Lavori di risanamento, I° fase 20.000,00<br />
TOTALE COSTI PROGETTO 50.000,00<br />
CONTRIBUTO RICHIESTO 20.000,00<br />
Di seguito troviamo lo stanziamento<br />
approvato dal Consiglio Regionale del Veneto<br />
dei 20.000,00 Euro richiesti per i lavori<br />
riguardanti il “Castello ROTA” di Momiano:<br />
N. 142 - 24 luglio 2009<br />
PATRIMONIO CULTURALE<br />
Interventi per restauri e attività culturali approvati dal Consiglio<br />
regionale del Veneto
26<br />
Istria e Dalmazia: contributi 2009 per patrimonio di origine<br />
veneta e attività delle comunità italiane - VENEZIA -<br />
E’ stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale del<br />
Veneto il programma 2009 previsto dalla legge “Interventi per il<br />
recupero, la conservazione, la valorizzazione del patrimonio<br />
culturale di origine veneta nell'Istria e nella Dalmazia” (legge 15<br />
del 1994). La somma complessiva messa a disposizione per<br />
finanziare gli interventi ammonta a 680 mila euro.<br />
Di seguito la ripartizione dei contributi per il 2009.<br />
Restauri : cappella della chiesa di Santa Maria Maddalena di<br />
Albona (40 mila euro); leone marciano del bastione della<br />
cittadella di Zara (33.500 euro); castello "Rota" di<br />
Momiano (20 mila euro); pala dell'altare della chiesa<br />
francescana di San Nicola a Perzagna (4.500 euro); ex chiesa di<br />
San Biagio, costruzione veneta del XVIII e relative pertinenze a<br />
Capodistria; risanamento torre campanaria nel nucleo<br />
medioevale di San Lorenzo (50 mila euro); palazzo Portarol<br />
"Castelletto" di Dignano (150 mila euro); facciata del castello<br />
palazzo Comunale di Montona (15 mila euro); progetto "due<br />
castelli" restauro e musealizzazione di una città veneta a<br />
Canfanaro (44 mila euro); scavo sottomarino e recupero del<br />
relitto di una nave veneziana con carico di ceramiche e vetri di<br />
Murano a Kolocep presso Ragusa - Dubrovnik (20 mila euro).<br />
2) - Nell’ Archeografo Triestino -<br />
Raccolta di Opuscoli e Notizie per<br />
Trieste e per l’Istria - Volume IV -<br />
edito a Trieste dalla Tipografia di Gio<br />
Marenigh nel 1837 - a pag. 286 e<br />
seguenti - Capitolo XXX - Momiano<br />
castello - è riportato che il nobile<br />
tedesco Bernardino Raunicar (in realtà<br />
Raunicher), legittimo proprietario del<br />
castello (proprietà confermata dalla
27<br />
sentenza del Sacro Concilio di Trento<br />
del 17 giugno 1653) ha venduto la sua<br />
proprietà a un certo Agostino Rota<br />
(bergamasco e Cavaliere del Re di<br />
Francia) il 27 gennaio 1548 per 5550<br />
fiorini. In tutti gli altri documenti<br />
esaminati, l’acquisto del Castello è<br />
attribuito invece a Simone Rota nel<br />
1548 per un importo di 5555 ducati<br />
d’oro. Di seguito la copia del brano ove<br />
si evidenzia la vendita con altre<br />
informazioni sugli eredi dei nobili<br />
bergamaschi e sugli usi e costumi<br />
dell’epoca in Momiano:<br />
“ Il Castello fu venduto dal prenominato<br />
Raunicar al sig. Agostino Rota, bergamasco,<br />
cavaliere del Re di Francia, l'anno 1548 al<br />
27 di gennaro per ducati 5550, che ne tolse il<br />
possesso con le ducali del Doge Francesco<br />
Donato. Il detto cavaliere Rota,<br />
compiaciutosi del sito ed amenità del luogo,<br />
lo acquistò e, in Pirano, si sposò con la<br />
signora Andriana Veniera dalla quale ebbe<br />
Giovanni ed Orazio. Il conte Orazio tolse<br />
per moglie la signora Caterina Amorosa, e<br />
ne nacquero Simone, Adriano, ed Orazio. Il<br />
conte Simone nel 1591 , al 13 novembre, si<br />
congiunse con la signora Almantra Zane,<br />
nobile veneta, e da questi nacquero Orazio,<br />
Giovanni Paolo, Modesta, Caterina, e
28<br />
Rodomonte ed i tre primi ora vivono. Il sig.<br />
conte Orazio è gentiluomo pieno di singolari<br />
qualità; si è ammogliato con la signora<br />
Ingranata Siscortich, nobile di Trieste, da<br />
cui sono nati Giovanni, Simone, Pietro,<br />
Nicolò, Caterina, Margherita, ed Armentia,<br />
ch'è morta. Questo sig. conte Giovanni mi<br />
fece, nella prima visita, l’orazione con molta<br />
disposizione e bella maniera. Il sig. conte<br />
Giovanni Paolo, ch'è il più giovine, non è<br />
d'inferior merito nè al fratello, nè ai suoi<br />
antenati. Dalla signora Francesca Furegona<br />
da Pirano, sua consorte, ha avuto Simone e<br />
Marco, il quale è morto nella puerilità; E’<br />
passata ad altra vita anche la madre. Ora<br />
detto signor conte con il figliuolo Simone<br />
hanno sposato due sorelle gentildonne di<br />
Pirano di casa Caldana. Sono questi signori<br />
conti tutti cortesi ed io ricevei molti favori<br />
dalla loro generosità. Conservano molti<br />
privilegi, tra i quali quello in lingua francese<br />
di cavalierato dato al primo conte Agostino,<br />
con la concessione dei gigli d'oro nell'arma<br />
col motto “per ben far”. Alli signori conti<br />
sono tenuti gli abitanti di pagar le decime di<br />
tutti li grani, uve e agnelli, portandole al<br />
castello. Di più le prande dei frumenti e vini,<br />
ch'è una certa porzione per ogni maso,<br />
inoltre un coplenico di frumento ed uno di<br />
biada per maso; il coplenico è una misura<br />
che corrisponde alla sesta parte dello staro<br />
veneto (15 litri o chili circa). Ogni vicino gli<br />
deve anche due giornate all'anno, tanto gli<br />
uomini come le donne, e sono tenuti a
29<br />
lavorare nelle fabbriche del Castello e, in<br />
tempo di guerra e peste, a fare la guardia.<br />
In più gli danno come regalia una soma di<br />
legna alle feste del Santo Natale e, degli<br />
animali che ammazzano, la lingua o altro.<br />
Pagano anco i sudditi, alli medesimi signori<br />
conti, due volte all'anno, cioè a Sant'<br />
Antonio di gennaro ed all' Assunzione<br />
della Madonna, le prosegue in danari, che<br />
sono tasse sopra i beni, pagando ogni vicino,<br />
venti o trenta soldi per rotolo (misura di<br />
quel tempo). Per poter vendere liberamente<br />
i vini, prendono dalli medesimi signori conti,<br />
ventiquattro orne di vino al prezzo che<br />
corre il giorno di carnevale, qual pagano<br />
dopo certo tempo. Il giorno di S. Stefano<br />
protomartire, ch'è la solennità della<br />
chiesuola del castello, li signori conti danno<br />
un pranzo al Zappano ed al Pozzupo ed alle<br />
loro mogli, che, per gratitudine, gli portano<br />
una bella e larga focaccia di frumento<br />
ognuno. Con essi convitano li due<br />
procuratori del Comune, il Pievano, il<br />
Cappellano ed alcuni membri del Consiglio<br />
cittadino, il quale Consiglio è composto di<br />
25 persone, con la regola che, morta una, ne<br />
viene tosto eletta un’ altra. Il Zappano viene<br />
nominato dal conte ogni anno la domenica<br />
susseguente a S. Giacomo di luglio ed è il<br />
primo dopo il conte, al quale è subalterno,<br />
nel governo popolare e municipale,<br />
obbligato nei giorni di lunedì e sabato a<br />
sedere nella Loggia per giudicare (ad<br />
iureddendum) le cause sino alle lire otto, nè
30<br />
si può, oltre detta somma, introdurre cause<br />
avanti il sig. conte, se non per appellazione.”<br />
Ritengo che l’indicazione di Agostino al posto<br />
di Simone, come acquirente del castello, sia<br />
un errore e ciò è confermato nel paragrafo<br />
dove viene descritto il Castello e dove<br />
compare l’iscrizione, sopra la porta<br />
d’ingresso, che cita il nome “Simeon”. Di<br />
seguito la copia del paragrafo:<br />
“ lI Castello è fabbricato sopra una grotta di<br />
pietra viva che si erge nella valle. E’<br />
circondato di buone muraglie di pietre con<br />
un’alta torre e il suo ponte levatoio, per ogni<br />
batteria da mano ed incursione, valido a<br />
sufficienza. In questo sono due palazzi<br />
bellissimi, ove abitano li signori conti,<br />
abbelliti da questi con fabbriche nuove alla<br />
moderna. Ha una bella porta con l'armi<br />
Rota, ed inscrizione: Simeon Comes Rota<br />
Equcs decori, et comodo. Qui sono alcuni<br />
pezzi di artiglieria, ed è di cospicuo anche<br />
una botte di legno di smisurata grandezza,<br />
al pari della maggiore ch'è alla Santa Casa<br />
di Loreto, ma più lunga, capace di cento e<br />
più barili di vino. Il Castello ha, dall'una e<br />
dall'altra parte, il monte. Sul monte dalla<br />
parte di mattina e mezzodì, sopra il Castello<br />
medesimo, col quale sta unito mediante un<br />
ponte di pietra viva molto alto, fatto con<br />
bellissima architettura, stà la chiesa<br />
parrocchiale di S. Martino con la casa, la<br />
corte e gli orti del Pievano, la qual casa è
31<br />
chiamata dai paesani, come sono tutte quelle<br />
dei Pievani, Farus. “<br />
Altre curiosità sui Conti Rota e alcune<br />
fotografie di <strong>MOMIANO</strong> e il suo<br />
Castello<br />
Nel Cinquecento Collalto era feudo dei conti Rota, signori di<br />
Momiano, che avevano qui un palazzo in cui risiedevano<br />
quando dovevano riscuotere le decime. Nel 1572 ebbero il<br />
permesso del vescovo di Capodistria, dalla cui Diocesi<br />
dipendeva l'intera area, di avere un curato a tempo pieno che<br />
veniva pagato dagli abitanti. Nel XVIII secolo Collalto diventò<br />
invece proprietà della famiglia Vigini, il cui nome porta ancora<br />
la stanzia (abitazione) che si trova all'incrocio della strada per<br />
Oscurus. Il paese era parrocchia dal 1947 fino all'immediato<br />
dopoguerra. Molto prima (nel lontanissimo 1578) era<br />
cappellania (ente ecclesiastico) autonoma e faceva parte, come<br />
ora, della parrocchia di Momiano.<br />
o-o-o<br />
Le strade del vino<br />
Da Momiano a Verteneglio, a Villanova, a Grisignana le vie del<br />
vino sono un forte richiamo per il viandante. Chi volesse<br />
percorrerle, che cosa trova? La grande disponibilità della gente,<br />
la loro voglia di comunicare, il piacere di stare insieme a<br />
discorrere di vini, viti, campagne ma anche del passato, dei<br />
ricordi, delle speranze di oggi.<br />
Momiano è un borgo compatto su una delle colline dell’Alto<br />
Buiese, il castello dei conti Rota, diroccato, ricorda antichi<br />
splendori.<br />
Nella cantina nel cuore del paese, di Rino e Armando Prelaz ci<br />
sono botti di Malvasia, Refosco, Moscato. Un po’ di vino<br />
invecchiato, un po’ di vino nuovo per verificare le differenze.<br />
Il moscato di Momiano si beveva alla corte di Vienna, veniva<br />
portato sulla tavola dell’Imperatore d’Austria Francesco
32<br />
Giuseppe. Lo voleva per i suoi pranzi importanti: lo sceglieva<br />
per il suo inconfondibile profumo, per il colore, il sapore, tanto<br />
che lo “insignì” di alcune medaglie d’oro. Nelle trattorie di<br />
Momiano il moscato si serve con disinvoltura, il prodotto è di<br />
casa, in tutti i sensi.<br />
o-o-o<br />
“ in cartolina”<br />
nuova edizione con foto inedite su<br />
Momiano e il suo castello<br />
Il Circolo Momianese dell’Unione degli Istriani ha in<br />
preparazione un nuovo volume di foto e cartoline,<br />
molte delle quali provenienti da collezioni private ed<br />
inedite, sull’antico borgo dell’alto buiese, per secoli<br />
feudo prima dei Momilianus, poi dei Raunach,
33<br />
ed infine dei conti Rota. Si tratta di un’opera che<br />
presenta per la prima volta in un’unica raccolta la quasi<br />
totalità delle cartoline note aventi come soggetto<br />
Momiano o il suo castello. Questa iniziativa, cui<br />
seguiranno altre sempre a cura dell’Unione degli<br />
Istriani, è collegata ad una mostra fotografica che ne<br />
completerà i contenuti che rimarrà aperta nella sede di<br />
Palazzo Tonello in concomitanza con le festività per il<br />
patrono San Martino, il prossimo 11 novembre. La<br />
segreteria del Circolo Momianese è a disposizione per<br />
ogni informazione e per le prenotazioni del libro<br />
prodotto in edizione limitata scrivendo a<br />
momiano@unioneistriani.it o telefonando allo 040<br />
636098.<br />
o-o-o<br />
Il castello di Momiano si trova sopra la valle del fiume<br />
Dragogna che oggi rappresenta il confine fra Croazia e<br />
Slovenia. Collocato a 280 metri sopra il livello del<br />
mare, domina la vallata del Dragogna dalla quale è<br />
separato dalla fenditura del rivo Poganj (argilla).<br />
Momiano viene menzionato per la prima volta nel<br />
1035, quale paese appartenente al convento di S.<br />
Michele presso Visinada. Nel 1102, mediante un atto<br />
di donazione, passa al Patriarca d’Aquileia. La sua<br />
costruzione, in qualita di castello, inizia nella prima<br />
meta del XIII secolo, quando il Patriarca lo cede ai<br />
conti di Duino. Nei seguenti decenni, Momiano viene<br />
governato dai luogotenenti di Pietra Pelosa e dei conti<br />
di Gorizia. In quel periodo (nel 1307 Momiano viene<br />
annotato nei documenti scritti, come castello, castrum).<br />
Verso la meta del XIV secolo, gran parte della rocca<br />
venne distrutta dai Veneziani, mentre piu tardi verrà<br />
ristrutturata dagli Asburgo.
34<br />
Nel 1548 Simone Rota acquistò il castello per 5.555<br />
ducati d’oro. La famiglia Rota era di Bergamo, ma<br />
prima dell’acquisto del castello risiedeva a Pirano.<br />
Dopo l’acquisto Rota ricostruì il castello dandogli<br />
una forma trapezoidale con una torre quadrata nella<br />
quale ristrutturò i vani abitativi, eresse la cappella di<br />
S. Stefano e costruì un nuovo ponte di pietra. La<br />
famiglia Rota rimase proprietaria del castello fino al<br />
suo abbandono, avvenuto nel 1835; per questo<br />
motivo il castello, oltre ad esser noto come Castello<br />
di Momiano e conosciuto anche come Castello Rota.<br />
o-o-o<br />
Ammiriamo ora qualche bella fotografia dei<br />
ruderi del Castello “ROTA” dato che, se<br />
stanno effettivamente facendo i lavori di<br />
restauro, non potremo più vederlo nelle<br />
condizioni in cui era quando queste foto sono<br />
state scattate, nel febbraio del 2005, dai<br />
coniugi Lynette e Lorenzo Honeymoon.<br />
(Ricavate dal loro Sito)
45<br />
Dal Sito Internet - Gerenzano Forum - ho<br />
trovato ne’ “La storia dei nostri cognomi” il<br />
seguente paragrafo:<br />
Rota e Rotta: da Rota d’Imagna, nella<br />
bergamasca. Il significato è comprensibile se si<br />
confronta con il francese route (strada dal tardo<br />
latino rupta) e con l’ italiano rotta nel senso di<br />
percorso che compie una nave. In Val Brembana<br />
roeuta significa via o sentiero ancor oggi. I Rota<br />
bergamaschi erano di parte guelfa e li troviamo<br />
a Bergamo già nel Trecento. Nel liber mirabilium<br />
del Castelli sono narrate le cruente gesta di<br />
Tuzanus de Rotha che secondo il Castelli era il<br />
personaggio più celebre tra i guelfi della Valle<br />
Imagna. Tra l’altro i due stemmi che si conoscono<br />
dei Rota bergamaschi indicano una ruota: stemmi<br />
parlanti dunque.<br />
Ed ecco i due stemmi nobiliari dei Conti Rota<br />
il primo è quello (già noto) relativo al ramo<br />
dei Conti di Momiano, il secondo attesta la<br />
chiara origine germanica del casato:
46<br />
Nel corso delle mie ricerche ho scoperto che<br />
i nostri avi furono anche, dal 1552 al 1760,<br />
proprietari del castello di Sipar, acquistato<br />
dal solito Simone Rota dalla nobile famiglia<br />
capodistriana dei Bratti:<br />
Nel 1552 i Bratti vendettero il feudo al bergamasco<br />
Simone Rota, Signore di Momiano. I loro eredi<br />
insorsero qualche anno più tardi, asserendo che il Rota<br />
avesse pagato ai loro avi una cifra irrisoria. Vinsero il<br />
ricorso e, nel 1646, furono riconfermati nei loro diritti.<br />
Due anni più tardi i Rota vinsero la causa in appello e fu<br />
concessa l’investitura ai conti Orazio e Giovanni<br />
Battista Rota del castello di Sipar. I Bratti continuarono<br />
la diatriba finché gli eredi dei Rota perdettero la Signoria<br />
un secolo dopo, nel 1760, allorché questi rinunciarono a<br />
dar corso alla causa intentata contro di loro fin dal 1698,<br />
essendo le spese legali ben superiori al valore reale del<br />
feudo. Non lontano dal castello era sorto da moltissimo<br />
tempo un piccolo villaggio prossimo al mare, con una<br />
chiesetta dedicata a S. Maria Maddalena, chiamato<br />
anch’esso anticamente Sipar; oggi si chiama Zambrattìa<br />
dal nome del feudatario Giovanni, Zuane in veneziano,<br />
Bratti. Oggi il nome Sipar viene dato ad un paio di<br />
casette situate alla base della lingua di terra su cui si<br />
scorgono le poche pietre rimaste dell’antico castello.<br />
o-o-o<br />
Sul Sito Internet - istrianet.org - ho<br />
scoperto che nell’elenco degli iscritti istriani<br />
all’ Università di Padova nella prima metà del<br />
settecento compare un nostro avo:
47<br />
Albertini Alberto, di Nazario, da Capodistria<br />
licenza in chirurgia vulgari sermone in C.V. il 16/7/1708,<br />
artista, 1708<br />
Rota (Rotta) Alessandro, conte, di Pietro, da<br />
Momiano<br />
immatricolato il: 3/3/1708, legista, 1708<br />
Pattai Giovanni Pietro, nobile di Pisino, da Bogliuno<br />
(Belluno)<br />
immatricolato il: 29/11/1708,dottorato in utroque iure in<br />
S.C. il 20/7/1709<br />
legista, 1708-1709<br />
o-o-o<br />
Un’altra curiosità: Dalla Zecca di Venezia nel<br />
1792 è stata coniata una medaglia dedicata<br />
a un nostro avo, certo Alessandro Rota,<br />
raffigurante una variante dello stemma di<br />
famiglia:<br />
Francesco Rota (1743) Lieutenant of the Patria del Friuli<br />
Celebrative medal coined at the mint ofVenice in 1792. Opus:<br />
Antonio Schabel. (AR - Ø 43.8 mm - 28.7 g). Obv/<br />
FRANC(ISCO) ROTA V PATRIAE F(ORI) I(ULII)<br />
LOCUMT(ENENTI) - PATRIAE VI VIRI ET RURAL(IUM)<br />
SINDICI MDCCLXXXXII - SCHABEL F(ECIT). The family<br />
coat of arms of Francesco Rota, surmounted by a count.s<br />
coronet. Rev/ SEMPER HONOS NOMENQ(UE) TUUM<br />
LAUDESQ(UE) MANEBUNT. Trophy of agricultural tools<br />
surmounted by the arms of the Contadinanza, with a turreted<br />
crown. Voltolina n. 1742; Ostermann 1888, p. 153 ff., n. 74.<br />
Medaglia celebrativa coniata presso la Zecca di Venezia nel<br />
1792. Opus: Antonio Schabel. (AR - Ø 43,8 mm - 28,7 g). D/<br />
FRANC(ISCO) ROTA V PATRIAE F(ORI) I(ULII)<br />
LOCUMT(ENENTI) - PATRIAE VI VIRI ET RURAL(IUM)<br />
SINDICI MDCCLXXXXII - SCHABEL F(ECIT).
48<br />
Stemma nobiliare di Francesco Rota, sormontato dalla corona<br />
comitale. R/ SEMPER HONOS NOMENQ(UE) TUUM<br />
LAUDESQ(UE) MANEBUNT. Trofeo di utensili da lavoro<br />
agricolo sormontato dallo stemma della Contadinanza con<br />
corona turrita. Voltolina n. 1742; Ostermann 1881, p. 153 ss.,<br />
n. 74. Francesco V Rota was Lieutenant of Friuli from the 14th<br />
of September 1791 to the 13th of February 1792. At the end of<br />
his mandate, the six Deputati della Patria and the Sindaci della<br />
Contadinanza honoured him with this medal. One hundred<br />
examples in silver were coined, at a cost of 1700 lire venete, as<br />
well as one example in gold worth 352 lire, offered to Rota.<br />
Schabel.s fee for the engraving (including the blacksmith and the<br />
turner) was 575 lire, for a final cost of 2657 lire venete.<br />
Francesco V Rota fu Luogotenente del Friuli dal 14 settembre<br />
del 1791 al 13 febbraio 1792. Al termine del suo mandato i sei<br />
Deputati della Patria e i Sindaci della Contadinanza gli<br />
attribuirono l.onore di questa medaglia. Ne furono coniati 100<br />
esemplari in argento, per una spesa di 1700 lire venete, oltre<br />
all.esemplare in oro del valore di 352 lire offerto allo stesso<br />
Rota. Il compenso per l’incisione dello Schabel (comprensivo di<br />
fabbro e tornitore) fu di 575 lire, per un costo finale<br />
complessivo di 2657 lire venete.<br />
o-o-o
49<br />
Prima di illustrarvi il risultato delle mie<br />
ricerche circa la discendenza dal Conte<br />
Simone Rota di Momiano fino ai nostri giorni,<br />
godiamoci ancora qualche splendida immagine<br />
del “nostro”…maniero perduto:
52<br />
Le fotografie che seguono sono state<br />
scattate da mio figlio Sergio de Rota nel<br />
corso di due visite effettuate a Momiano:
…sulla porta…di casa<br />
53
59<br />
o-o-o<br />
Dalla monografia “Momiano e il suo Castello”<br />
di Elvino Zinato, edito a Trieste nel 1966<br />
dalla tipografia G. Coana, ho estratto alcuni<br />
paragrafi di particolare interesse:
60<br />
Il Conte Simone I quando venne in Istria era vedovo di una<br />
veneziana, figlia di Antonio della Mora, e aveva con sé nel 1548<br />
due figli, Orazio nato a Bergamo nel 1528 e Zuane o Giovanni<br />
di cui nulla si trova. A Pirano, Simone I sposó Adriana Veniera,<br />
nobile veneziana. Non si puó sapere peró, se da essa o dalla<br />
prima moglie ottenesse tutti gli eredi che lasció morendo,<br />
perché dall’Ufficio parrocchiale di Momiano, come abbiamo giá<br />
notato, si possono rilevare soltanto i nati dal 1595 in poi. Si<br />
suppone che Adriana Veniera mori nel 1559 perché contaggiata<br />
di peste, che in quell’anno infieriva mortale.<br />
o-o-o<br />
omissis......sulla base di questi titoli, Simone I acquistava il<br />
Castello di Momiano il 25 gennaio 1548, per la somma di 5555<br />
ducati d’oro. I fratelli Raunicher, venditori, non erano presenti,<br />
ma spedirono a Momiano il loro legale procuratore Hans<br />
Rittaner alias Johannes Pibenger. L’atto fu scritto e confermato<br />
nella sala superiore del Castello, alla presenza del Plebano<br />
Giovanni Ravalich, di Antonio Cosianci, del Zappano, di<br />
Antonio Perossa distrettuale del Castello e del regnante<br />
Francesco Donato, Doge di Venezia.<br />
Atto posteriore all’acquisto di Momiano:<br />
FRANCISCUS DONATO 2 maggio 1548<br />
Nobili et sapienti Viro Danieli de Priolis porestati Pirani. II<br />
fedel Nostro Domino Simeon Rota Cavalier, ha comperato da<br />
D Giacomo e Bortolo Raunicher, il Castello di Momiano, et<br />
perció vien costí per far deposito di buona quantitá di denari;<br />
onde vi commettemo che gli dobbiate prestare ogni vostro aiuto<br />
et favore affine tal deposito sia fatto in mano di persone sicure,<br />
acciocché il denaro sia salvo, et tutto quello che potrete giovare<br />
al detto Rota, circa tal negotio, volemmo che non manchiate di<br />
farlo, avvertendo peró che in ció, non sia fatto pregiuditio alle<br />
ragioni del dominio nostro et di qualunque altra persona.<br />
o-o-o
61<br />
Simone I fece restaurare solidamente il Castello, riconsacrare la<br />
chiesa di S. Martino, che a quel tempo era meschinissima, su<br />
licenza del Vescovo Adriano Valentino, qui rappresentato da un<br />
canonico Brati e dal pievano di Momiano, Michele Duco. Le<br />
spese furono sostenute in parte dal Castellano e in parte dal<br />
Comune. Simone I eresse anche a proprie spese un altare a<br />
S.Rocco, chiesetta che giá da parecchio tempo non esiste più.<br />
o-o-o<br />
II Castello a quell’epoca aveva attigua al torrione la cappella di<br />
famiglia intitolata a S. Stefano, dove si tenevano i battesimi e si<br />
celebravano gli sposalizi dei Signori Conti, peró non sempre<br />
queste cerimonie venivano colà effettuate; inoltre c’erano nel<br />
Castello due sale, l’inferiore e la superiore di smisurata<br />
grandezza.<br />
o-o-o<br />
Nel 1570 Simone I venne a morte, ma il 4 aprile dello stesso<br />
anno fece testamento alla presenza del Plebano, di Biagio<br />
Bonazza, di Francesco Benedetti, di Leonardo Candi, di<br />
Bernardo Simoni e di Gaspare Fedeli. Lasció la giurisdizione di<br />
Momiano con le sue pertinenze ai suoi due figli, Orazio I e<br />
Giovanni, con la condizione che: se a loro dovesse venir a<br />
mancare la discendenza maschile, dovesse passare l’ereditá alle<br />
donne, e mancando di questa pure ‘loro, venisse passata la<br />
giurisdizione di Momiano ai Conti Rota di Bergamo.<br />
Constatato che il testamento presentato é quello originale,<br />
invariabilmente si desume che la giurisdizione dei Villaggio non<br />
era sufficientemente maschile, salvo, a certe condizioni.<br />
Quando moriva qualcuno della Contea, il cadavere veniva<br />
trasportato nella sala inferiore del Castello, dove venivano letti i<br />
testamenti. Simone I ordinava di venire sepolto nella tomba di<br />
famiglia, sita davanti all’altare di S. Martino, e che questa sia<br />
stata costruita da lui o dai suoi antecessori s’ignora, perché fu<br />
interrata verso il 1800, così oggi non é possibile trovare né<br />
tracce né iscrizioni.<br />
o-o-o
62<br />
Verso la metà del 1600, tale Francesco Tommasini,<br />
illustre storico dell’epoca, ebbe l’occasione di<br />
visitare il Castello di Momiano e fu talmente colpito<br />
dalla sua bellezza architettonica e dallo<br />
spettacolare paesaggio selvaggio, che volle così<br />
descriverlo:<br />
Da Sterna, sempre attraverso i monti e passato il bosco<br />
Cornaro, dopo sei miglia si trova il Castello di Momiano,<br />
distante sette miglia dal mare e quattro da Buie, chiamato pure,<br />
secondo antiche scritture ed atti di vendita dei Signori Rota, «di<br />
Momiliano». Esso è costruito sopra una grotta che si erge in<br />
un'angusta valle; è circondato da robuste muraglie, valide contro<br />
qualsiasi insidia, sia da batteria a mano che da incursioni<br />
improvvise, possiede inoltre un’alta torre e un ponte levatoio,<br />
Accostati alla prima ci sono due bellissimi palazzi abitati dai<br />
Conti, abbelliti da forme architettoniche moderne e all’ingresso<br />
c’é lo stemma del Casato dei Conti Rota con l’iscrizione:<br />
SIMEON COMES ROTA EQUES DECORI, ET COMODO<br />
(Cavaliere Simeone Rota seguace del decoro e della comoditá)<br />
Nel Castello si trovano pure alcuni pezzi d'artiglieria, ed una<br />
botte di legno capace di contenere 100 e più barili di vino,<br />
perció piú grande ancora di quella che si trova nella Santa Casa<br />
di Loreto. II Castello, essendo staccato dal monte che lo<br />
circonda, è unito ad esso verso mezzogiorno, nella parte il cui<br />
colle gli è piú vicino, mediante un ponte di pietra viva molto<br />
alto; un poco piú sopra sta la chiesa parrocchiale di S. Martino<br />
con la casa, la corte e gli orti del Pievano, chiamata Farus (come<br />
del resto lo sono tutte quelle deí Pievani). Vicino ad essa, ma<br />
più vicino all’orlo del colle, vi è una bellissima fontana,<br />
anch'essa chiamata Farus, dalla quale si servono tutti gli abitanti<br />
del Borgo. (Questa fontana è senz'altro la Fontanella dei nostri<br />
tempi). Piú sopra si trova la chiesa, la loggia pubblica ed una<br />
piazza, quindi la strada che prosegue in salita è costellata di case<br />
in buone condizioni, abitate da molte persone; proseguendo<br />
ancora si arriva al Borgo di sopra. Esso puó essere lungo 150<br />
pertiche, con una sola strada a capo della quale si trovano: a<br />
oriente la chiesa di S. Pietro ed a occidente quella di S. Rocco,<br />
sicché Momiano è a forma di croce, tutto circondato da rivoli,<br />
orti e viti, posti in bella simmetria. II territorio è tutto
63<br />
collinoso e la terra nella massima parte argillosa con qualche<br />
appezzamento di terra rossa, la quale peró, anche come dice<br />
Virgilio II «apta est vitibus, et oleis» (è atta alle viti ed agli<br />
olivi), ma cresce pure il grano ed è feconda di ottimi pascoli.<br />
D'intorno al paesotto s'elevano i monticelli che hanno preso il<br />
nome delle chiese campestri di S. Nicoló, S. Marco ecc. e di lá<br />
si puó godere una magnifica vista e respirare un'ottima aria<br />
sana. Gli abitanti non hanno ancora raggiunto un ingegno<br />
eccelso, ma molti di loro si trovano in una naturale fecondia,<br />
pronti a difendere ogni contesa rurale. Vivono lungamente, ma<br />
in gioventù sono per la maggior parte contagiati dalla pleuritide<br />
(pleurite) a causa della quale dal 1640 al 1642 ne morirono<br />
molti. Innumerevoli sono i boschi, molto belli ed estesi come<br />
quelli di Scarglievaz, Cingarello e di S. Maria Maddalena.<br />
Ritornando a parlare del Villaggio, si trovano moltissime<br />
fontane, tra le quali bellissima è quella di Fontarello che esce da<br />
alcuni marmi lavorati dalla natura stessa, tanto da richiamare<br />
molti degli abitanti piu civili, a farne d'estate le loro cene.<br />
Parecchi sono pure gli stagni dove si raccolgono le acque delle<br />
fonti, che discendendo dai monti, iniziando ai piedi di Cuberton,<br />
si riuniscono tutte sotto il Castello di Momiano, con tanta<br />
abbondanza d'acqua, da far volgere alcuni mulini; nelle sue<br />
acque le persone del luogo si dedicano alla pesca. Sotto il<br />
Castello, dove ora si trova una cantina con attigue alcune<br />
casette, viene chiamata «il Battiferro» e si crede che qui in<br />
antichitá, sia stata una miniera. A Momiano, dove risiede un<br />
corpo di guardia di 100 soldati delle cernide, agli ordini del<br />
Capitano di Capodistria, il Conte Giovanni mi fece, durante la<br />
mia prima visita, un'orazione con belle parole, cortesia e garbo.<br />
Gli abitanti sono tenuti a pagare le decime di tutti i grani, uve e<br />
agnelli ai Signori Conti, portando tutto al Castello. Oltre a<br />
questo, ognuno è obbligato a lavorare (quanto uomini come<br />
donne) nelle fabbriche del Castello per due giorni all'anno, e in<br />
tempo di guerra e nell'eventualitá di peste, a far la guardia alla<br />
Rocca stessa; in piú, come regalia, una soma di legna per le<br />
feste del S. Natale e dagli animali che uccidono in quel periodo,<br />
donano la lingua oppure qualche altro pezzo del corpo. Inoltre<br />
anche i sudditi pagano ai medesimi Signori, per due volte<br />
all'anno, cioé per S. Antonio in gennaio e all'Assunzione della<br />
Madonna, le prosegue in denari, cioé tasse sui beni, pagando<br />
circa 20 o 30 soldi per ogni vicino, a seconda del loro valore<br />
calcolato in rotoli
64<br />
(misura di quel tempo). Per poter vendere liberamente i vini<br />
prodotti, acquistano dai Signori Conti 24 orne di vino, al prezzo<br />
che corre al giorno di Carnevnle, pagandolo in un certo tempo<br />
prestabilito. II giorno di S. Stefano protomartire, a cui è<br />
dedicata la chiesuola del Castello, i Signori Conti offrono un<br />
pranzo al Zappano e al Pozzupo ed alle loro mogli, che per<br />
gratitudine contraccambiano con una grande focaccia di<br />
frumento ognuno. Con essi convitano pure i due procuratori del<br />
Comune, il Pievano, il Cappellano ed alcuni membri del<br />
Consiglio cittadino composto da 25 persone, con questa<br />
disposizione: che alla morte di uno, un altro venisse tosto eletto.<br />
II Zappano viene nominato dal Conte ogni anno, la domenica<br />
susseguente alla festa di S. Giacomo in luglio, ed è il primo<br />
dopo di lui, essendo una specie di funzionario, ed avendo<br />
giurisdizione nel governo popolare e municipale. Al lunedì e al<br />
sabato si siede nella Loggia per giudicare le cause. Il Pievano ha<br />
sotto le sue dipendenze due Cappellani, uno eletto da lui stesso<br />
e l'altro dalle ville di Oscurus, Merischie e Sorbar, le quali<br />
sebbene siano sotto la giurisdizione di Capodistria, sono figliole<br />
della chiesa parrocchiale di Momiano; queste cittadine hanno<br />
pure loro numerose chiese: S. Caterina e S. Giorgio ad Oscurus,<br />
S. Giovanni a Merischie, S. Pietro e S. Sebastiano a Sorbar, che<br />
sono tutte tenute ordinatamente. Le loro entrate consistono nel<br />
quartese di ogni sorta di viveri, cioé: grani, uve, agnelli, primizie<br />
di formaggi e ricotte che vengono raccolte in tutte le Ville,<br />
compresa Momiano. Inoltre vi è il villaggio di Berda, che in<br />
tutto è un agglomerato di 40 case, tutte sotto la giurisdizione di<br />
Momiano. Anche in questo paese i Signori Conti hanno il loro<br />
palazzo per raccogliere le decime e altri utili. La giá nominata<br />
chiesa parrocchiale di S. Martino, ha tra i suoi molti altari<br />
laterali, quello dedicato a S. Ruffo martire, le cui ossa furono<br />
trovate in una cassetta murata il 21 ottobre 1567 nella chiesa<br />
campestre di S. Nicoló, dove la scoperta avvenne in una<br />
maniera singolare.<br />
o-o-o<br />
Tutto quanto avete letto finora è il risultato<br />
delle mie ricerche, dei documenti e delle<br />
pubblicazioni cui ho avuto accesso. Quello<br />
che segue è l’Albero Genealogico che sono<br />
riuscito a mettere insieme a partire della<br />
seconda metà del 1400 fino ai giorni nostri.
65<br />
Prospetto genealogico dei Conti ROTA<br />
Bartolomeo<br />
(Patrizio di Bergamo)<br />
Orsino<br />
(Giudice in Bergamo nel 1499)<br />
Simone I<br />
(Nominato Cavaliere nel 1545 da Francesco I di Francia.<br />
Sposa in seconde nozze a Pirano la nobile veneziana<br />
Adriana Veniera che muore di peste nel 1559.<br />
Nel 1548 diventa Signore di Momiano.<br />
Nel 1552 diventa Signore di Sipar.<br />
Morto nel 1570)<br />
Cristina - Giustina - Giulia - Orazio I - Zuanne o Giovanni<br />
(Nato a Bergamo nel 1528<br />
Sposa Caterina Amoruso di Pirano - Morto nel 1578)<br />
Orazio - Paola - Simone II - Adriano<br />
(Nel 1591 sposa la nobile veneziana Ermanzia Zane. 1570/1631)<br />
Orazio II - Giovanni - Rodomonte - Modesta - Caterina - Paolo<br />
(Sposa Ingranata Siscortich<br />
(Sposa Francesca Furegoni<br />
di Trieste. 1595/1688) di Pirano. 1601/1658)<br />
Linea di Momiano<br />
Linea di Pirano<br />
Dalla seconda metà del ‘600 alla prima metà del ‘700 si ha traccia<br />
di alcuni discendenti di Orazio II di none Giovanni, Simone, Nicolò,<br />
Caterina, Margherita, Armentia e Pietro. Questo Pietro ha avuto un<br />
figlio di nome Alessandro. Giovanni, fratello di Orazio II, ha<br />
sposato Francesca Furegona di Pirano dalla quale ha avuto Marco<br />
(morto bambino) e Simone. Si presume che un maschio fra questi sia<br />
il padre di Domenico che è il capostipite più recente della nostra<br />
dinastia. Di seguito l’albero genealogico ricavato dai documenti<br />
dell’archivio parrocchiale di Momiano e dalla memoria, dagli appunti<br />
e dai documenti dei nostri cari.
73<br />
…e, per finire una Galleria di fotografie dei<br />
Conti de Rota<br />
INNOCENTE (23-11-1846)
74<br />
ROBERTO de ROTA<br />
(Momiano 10-05-1879/Trieste 1944/5)<br />
Primogenito di Innocente
ROBERTO de ROTA<br />
75
76<br />
ROBERTO de ROTA<br />
e la moglie ADELAIDE ORLANDINI<br />
(detta ADELE)
ROBERTO, la moglie ADELAIDE<br />
con i figli BERTA, NEREO e AGGEO<br />
77
78<br />
Adele con i figli Nereo e Aggeo<br />
AGGEO de ROTA (detto GEO)<br />
Trieste 07-12-1912/Milano 15-01-1999
4 luglio 1940<br />
AGGEO de ROTA e GINA CACCIALUPI<br />
Dietro di loro, sulla destra<br />
ROBERTO de ROTA e la moglie ADELE<br />
79
80<br />
1944<br />
AGGEO de ROTA con la moglie GINA<br />
con i figli DIANA e GUALTIERO<br />
primavera 1965<br />
gli 80 anni di nonna ADELE
ALESSANDRO de ROTA<br />
Momiano 03-06-1881<br />
(fratello di ROBERTO)<br />
81
82<br />
Vladivostok (Russia) 27-04-1919<br />
INNOCENTE de ROTA<br />
(Trieste 1894/Piona (LC) 11-01-1945)<br />
Fratello di Roberto e Alessandro
de ROTA sconosciuto<br />
Potrebbe essere AUGUSTO (Momiano 03-04-1884)<br />
83
84<br />
BRUNO de ROTA (Trieste 1938) con zia GINA
85<br />
26-12-1966<br />
GUALTIERO de ROTA (Milano 02-01-1941)<br />
la prima moglie ADRIANA ZAGARI<br />
con il figlio SERGIO (Milano 19-04-1966)
86<br />
07-02-1987<br />
GUALTIERO de ROTA<br />
e la seconda moglie ROSA PETRILLO
SERGIO de ROTA<br />
con la figlia<br />
MARGHERITA de ROTA<br />
87
88<br />
Splendido piatto sbalzato in argento<br />
riproducente lo stemma di famiglia dei<br />
Conti ROTA di Momiano
89<br />
FINE<br />
Nell’ultima di copertina:<br />
Sergio de Rota con un gruppo di amici<br />
in visita al Castello di Momiano e un orologio unico,<br />
creato dall’autore, con il quadrante che riproduce lo stemma di famiglia
milano dicembre 2009