la strutturazione del tutoring - Sportello Provinciale Autismo
la strutturazione del tutoring - Sportello Provinciale Autismo
la strutturazione del tutoring - Sportello Provinciale Autismo
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
MIUR - Direzione Generale per il Veneto<br />
Ufficio XIII - Ufficio Sco<strong>la</strong>stico di Vicenza<br />
Rete dei CTI - Centri Territoriali per l’Integrazione<br />
<strong>del</strong><strong>la</strong> provincia di Vicenza<br />
L’influenza dei pari<br />
negli apprendimenti<br />
SPORTELLO<br />
PROVINCIALE<br />
AUTISMO<br />
Vicenza<br />
degli alunni con<br />
Disturbi <strong>del</strong>lo Spettro Autistico<br />
Munaro-Tonietto<br />
Aosta 14-15 dicembre 2012
RISPOSTA ISTITUZIONALE ai BISOGNI<br />
SPORTELLO PROVINCIALE<br />
AUTISMO<br />
Supporto didattico e<br />
organizzativo alle scuole
FOCUS SPA<br />
Dare ad ogni STUDENTE con ASD <strong>la</strong> sua<br />
SCUOLA di APPARTENENZA, <strong>la</strong> scuo<strong>la</strong><br />
<strong>del</strong> suo quartiere, <strong>del</strong> suo paese; una<br />
SCUOLA che prende misura <strong>del</strong>le<br />
proprie disabilità e con fiducia,<br />
apertura e dialogo diventa più<br />
COMPETENTE nell’ACCOGLIERLI
AZIONI SPA (1)<br />
• OFFRIRE alle SCUOLE nelle LORO SEDI<br />
• FORMAZIONE SPECIFICA a tutto il personale<br />
sco<strong>la</strong>stico sul MODELLO di INTERVENTO<br />
PSICOEDUCATIVO<br />
• SUPPORTO e CONSULENZA sull'ORGANIZZAZIONE<br />
DIDATTICA in sinergia con gli specialisti sanitari<br />
coinvolti nel progetto<br />
• FORMAZIONE ALUNNI SCUOLE SUPERIORI ad<br />
INDIRIZZO PSICOPEDAGOGICO-SOCIALE
AZIONI SPA (2)<br />
• ASCOLTARE, ORIENTARE i<br />
GENITORI<br />
• COLLABORARE con<br />
ASSOCIAZIONI ed ENTI <strong>del</strong><br />
TERRITORIO<br />
• RACCOGLIERE,DOCUMENTARE<br />
esperienze e materiali
SITO WEB<br />
www.autismovicenza.it
FUNZIONAMENTO PERSONE<br />
con ASD<br />
PER<br />
ORGANIZZARE e<br />
ATTIVARE <strong>la</strong><br />
MEDIAZIONE dei<br />
PARI BISOGNA<br />
SAPERE<br />
COM’ È <strong>la</strong> loro<br />
PERCEZIONE e<br />
INTERAZIONE<br />
con <strong>la</strong> REALTÀ<br />
CIRCOSTANTE
ISS LINEA GUIDA 21<br />
“Il trattamento dei disturbi<br />
<strong>del</strong>lo spettro autistico nei<br />
bambini e negli adolescenti”<br />
www.autismovicenza.it
SINDROMI DA ALTERAZIONE GLOBALE DELLO<br />
SVILUPPO PSICOLOGICO - ICD 10 – F84<br />
F84.0 AUTISMO<br />
INFANTILE<br />
F84.1 AUTISMO ATIPICO<br />
F84.2 SINDROME<br />
di RETT<br />
mutazioni nel gene<br />
MECP2 situato sul<br />
cromosoma X<br />
F84.5 SINDROME<br />
di APERGER<br />
F84.8 ALTRE<br />
SINDROMI DA<br />
ALTERAZIONE<br />
GLOBALE DELLO<br />
SVILUPPO<br />
PSICOLOGICO<br />
F84.9 SINDROME<br />
NON SPECIFICATA<br />
DA ALTERAZIONE<br />
GLOBALE DELLO<br />
SVILUPPO<br />
PSICOLOGICO
AUTISMO<br />
• SINDROME COMPORTAMENTALE causata da un<br />
disordine <strong>del</strong>lo sviluppo biologicamente<br />
determinato<br />
• ESORDIO nei primi 3 ANNI di VITA<br />
• Si configura come una sindrome PERMANENTE<br />
che accompagna al<strong>la</strong> persona nel suo ciclo di vita<br />
con gravità variabile da soggetto a soggetto<br />
• Le caratteristiche <strong>del</strong> DEFICIT SOCIALE assumono<br />
ESPRESSIVITÀ VARIABILE nel TEMPO
CAUSE SCONOSCIUTE<br />
DISTURBO <strong>del</strong>lo SVILUPPO dovuto a una<br />
specifica ANOMALIA CEREBRALE,<br />
CAUSATA da un ERRORE GENETICO, da<br />
DEFICIT o da un DISTURBO CEREBRALE<br />
(U. Frith 1991)
FREQUENZA NEL TEMPO<br />
• NON sembra presentare PREVALENZE GEOGRAFICHE e/o ETNICHE,<br />
in quanto è descritto in tutte le popo<strong>la</strong>zioni <strong>del</strong> mondo, di ogni<br />
razza o ambiente sociale<br />
• Anni 50 – 60 ma<strong>la</strong>ttia rarissima<br />
• Anni 90 ma<strong>la</strong>ttia rara (4: 10.000)<br />
• Nuovo millennio:<br />
– <strong>Autismo</strong> 10-13 per 10.000; ASD 40-50 … ai 90 (paesi anglofoni)<br />
per 10.000<br />
– Piemonte – Emilia Romagna 20-25 per 10.000<br />
– USA 110 per 11.000<br />
– Maschi : Femmine = 3,4 : 1
COMPROMISSIONE QUALITATIVA<br />
INTERAZIONE SOCIALE<br />
• COMPROMISSIONE nell’uso di diversi<br />
COMPORTAMENTI NON VERBALI (sguardo diretto,<br />
mimica, posture, …) che rego<strong>la</strong>no l’interazione<br />
sociale<br />
• DIFFICOLTÀ di SVILUPPARE RELAZIONI con i<br />
coetanei<br />
• CARENZA di RECIPROCITÀ SOCIALE o EMOTIVA
COMPROMISSIONE QUALITATIVA<br />
COMUNICAZIONE<br />
• RITARDO o TOTALE MANCANZA <strong>del</strong>lo<br />
sviluppo <strong>del</strong> LINGUAGGIO PARLATO<br />
• In soggetti con linguaggio adeguato,<br />
COMPROMISSIONE <strong>del</strong><strong>la</strong> CAPACITÀ di<br />
INIZIARE o SOSTENERE una CONVERSAZIONE
COMPROMISSIONE QUALITATIVA<br />
COMUNICAZIONE<br />
• USO STEREOTIPATO, RIPETITIVO e BIZZARRO<br />
<strong>del</strong> LINGUAGGIO: gergo<strong>la</strong>lia, eco<strong>la</strong>lia<br />
immediata e eco<strong>la</strong>lia differita<br />
• MANCANZA di GIOCHI di SIMULAZIONE e di<br />
IMITAZIONE SOCIALE<br />
• COMPRENSIONE LETTERALE <strong>del</strong> SIGNIFICATO
COMPROMISSIONE QUALITATIVA<br />
COMPORTAMENTO, INTERESSI e ATTIVITÀ<br />
RISTRETTI, RIPETITIVI e STEREOTIPATI<br />
• Dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi<br />
stereotipati e ristretti<br />
• Sottomissione rigida ad inutili abitudini o rituali<br />
specifici<br />
• Manierismi motori stereotipati e ripetitivi<br />
• Persistente ed eccessivo interesse per parti di oggetti
• Iperattività<br />
ULTERIORI COMPROMISSIONI<br />
e PARTICOLARITÀ<br />
• Disturbi <strong>del</strong> sonno e <strong>del</strong>l’alimentazione<br />
• Epilessia<br />
• Condotte auto- aggressive o etero - aggressive<br />
• Risposte sproporzionate a stimoli uditivi, visivi o<br />
tattili<br />
• Abilità partico<strong>la</strong>ri non sempre finalizzate (“isole<br />
di abilità”)
ALCUNE IPOTESI e TEORIE<br />
IPOTESI NEUROPSICOLOGICHE<br />
• Teoria Coerenza Centrale (Happè Frith)<br />
• Teoria Funzioni Esecutive (Damasio)<br />
• Teoria Socio-Affettiva<br />
• Teoria Mente (Baron-Cohen)<br />
• Teoria Neuroni Specchio (Rizzo<strong>la</strong>ti)
TEORIA COERENZA CENTRALE<br />
… gli autistici appaiono<br />
incapaci di integrare<br />
informazioni a differenti<br />
livelli e di mettere<br />
insieme le parti di un<br />
tutto per interpretare <strong>la</strong><br />
realtà e costruire livelli<br />
più alti di pensiero nel<br />
contesto… (Uta Frith, 1989)<br />
Pablo Picasso: 1921, Tre Musikanter
J.G.T. VAN DALEN, 1995, AUTISM FROM<br />
WITHIN (HIGH FUNCTION)<br />
• “Se, per esempio, mi trovo davanti un martello, in prima<br />
istanza io non vedo affatto un martello, ma solo pezzi<br />
senza alcun nesso tra di loro: un cubo di ferro e lì vicino<br />
un bastone di legno, che si trova a essere là per caso.<br />
Poi mi colpisce il fatto che <strong>la</strong> presenza casuale degli oggetti<br />
di ferro e legno mi porti a percepire un tutto che ha<br />
l’aspetto di un martello.<br />
Il termine non mi viene in mente subito, ma<br />
affiora quando <strong>la</strong> percezione <strong>del</strong>l’oggetto si è<br />
sufficientemente stabilizzata. Al<strong>la</strong> fine, <strong>la</strong> funzione <strong>del</strong>lo<br />
strumento mi diventa chiara quando mi rendo conto che<br />
questo tutto che percepisco, noto come , è<br />
usato dal falegname [...]
DEFICIT COERENZA CENTRALE<br />
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD<br />
• Difficoltà a comprendere e adeguarsi alle continue variabili <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
“routine” sco<strong>la</strong>stica<br />
• Ansia, ira, auto ed eteroagressività di fronte agli imprevisti e/o<br />
al<strong>la</strong> variazione di un elemento nell’ambiente (es. nuova<br />
disposizione banco) e nelle persone (es. profumo, taglio capelli)<br />
• Difficoltà, disorientamento, rifiuto dei momenti di transizione e<br />
dei cambi di contesti di apprendimento<br />
• Impossibilità o difficoltà (HF) a inserirsi nel gioco<br />
• Per alcuni alunni abilità straordinarie (musicali, matematiche,<br />
grafico-pittoriche, …)
FUNZIONI ESECUTIVE<br />
Insieme di PROCESSI<br />
PSICOLOGICI necessari<br />
per METTERE in ATTO<br />
COMPORTAMENTI<br />
ADATTIVI e orientati<br />
VERSO OBIETTIVI<br />
FUTURI<br />
Gilbert & Bugess, 2008
PROCESSI FUNZIONI ESECUTIVE<br />
• Memoria di <strong>la</strong>voro<br />
• Attenzione<br />
sostenuta<br />
• Attenzione selettiva<br />
• Attenzione<br />
distribuita<br />
• Shifting attentivo<br />
• Il problem-solving<br />
• L’ automonitoraggio<br />
e <strong>la</strong> rilevazione degli<br />
errori<br />
• Controllo inibitorio<br />
• Capacità decisionali<br />
• Autorego<strong>la</strong>zione<br />
• La pianificazione
DEFICIT FUNZIONI ESECUTIVE ASD<br />
• Difficoltà a pianificare le azioni in modo adeguato in<br />
vista di un fine<br />
• Incapacità ad adottare strategie flessibili, a<br />
comprendere e riparare gli errori, a generalizzare le<br />
esperienze<br />
• Tendenza a “preservare”: un comportamento<br />
appreso tende a ripeterlo indipendentemente dal<strong>la</strong><br />
situazione e dalle richieste ambientali<br />
• Comparsa <strong>del</strong><strong>la</strong> sindrome da dipendenza<br />
ambientale cioè il soggetto non può fare a meno di<br />
usare un oggetto così come ha imparato a farlo
DEFICIT FUNZIONI ESECUTIVE<br />
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD<br />
• Incapacità o difficoltà a pianificare e memorizzare sequenze operative<br />
(svestirsi-vestirsi, preparare <strong>la</strong> cartel<strong>la</strong>, eseguire gli step di un<br />
compito,…)<br />
• Impossibilità di programmare le attività <strong>del</strong> tempo libero (ricreazione,<br />
transizioni, …)<br />
• Rifiuto o difficoltà di adeguamento ad attività nuove e agli imprevisti<br />
(feste, uscite, …)<br />
• Passività o auto e eteroagressività di fronte a problemi o disagi<br />
personali per <strong>la</strong> difficoltà di problem solving (comunicare stati fisici,<br />
soddisfare bisogni, …)<br />
• Incuranza di fronte ai pericoli (mancanza di cognizione “causaeffetto”)
DEFICIT TEORIA <strong>del</strong><strong>la</strong> MENTE<br />
Un individuo possiede<br />
una teoria <strong>del</strong><strong>la</strong> mente se<br />
è capace di attribuire<br />
stati mentali a se stesso e<br />
agli altri e di prevedere il<br />
comportamento sul<strong>la</strong><br />
base di tali stati
DEBOLEZZA TEORIA <strong>del</strong><strong>la</strong> MENTE<br />
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD<br />
• Impossibilità o difficoltà di capire che il compagno è triste,<br />
felice, arrabbiato, “imbarazzato”<br />
• Mancanza o difficoltà a capire che il compagno è stanco di<br />
ascoltare <strong>la</strong> solita elencazione di film famosi, di calciatori,<br />
di partico<strong>la</strong>ri storici…<br />
• “Indifferenza”, scoppio di risata di fronte al<strong>la</strong> caduta e<br />
ferite di un compagno …<br />
• Manca di comprensione di metafore, barzellette, scherzi …<br />
che coinvolgono gli alunni ad alto funzionamentoasperger<br />
in episodi di bullismo anche molto gravi
TEORIA SOCIO-AFFETTIVA<br />
• Parte dal presupposto che l'essere umano nasce con una<br />
predisposizione innata ad interagire con l'altro … bisogno<br />
primario non inferito dalle esperienze, né condizionato o<br />
dettato da altri tipi di bisogni. E' un qualcosa che appartiene<br />
al corredo genetico (Hobson, 1993).<br />
• Secondo <strong>la</strong> teoria socio-affettiva, pertanto, esisterebbe<br />
nell'autismo un'INNATA INCAPACITA’ di INTERAGIRE<br />
EMOZIONALMENTE CON L'ALTRO che determina di riflesso:<br />
• l’incapacità di imparare a riconoscere gli stati mentali<br />
degli altri<br />
• <strong>la</strong> compromissione dei processi di simbolizzazione<br />
• Il deficit <strong>del</strong> linguaggio<br />
• Il deficit <strong>del</strong><strong>la</strong> cognizione sociale
INTERSOGGETTIVITÀ<br />
• L’INTERSOGGETTIVITÀ è caratterizzata<br />
principalmente dal<strong>la</strong> SINCRONIA che<br />
emerge in una re<strong>la</strong>zione tra due persone.<br />
• Il SISTEMA SENSORIO-MOTORIO è<br />
BIOLOGICAMENTE DETERMINATO per<br />
essere COORDINATO con l’ESPERIENZA di<br />
QUALCUN ALTRO in SENSO<br />
PARTECIPATORIO
INTERSOGGETTIVITÀ<br />
• La SINCRONIA si basa sul<strong>la</strong><br />
COMPRENSIONE <strong>del</strong>le AZIONI<br />
degli ALTRI. La comprensione<br />
<strong>del</strong>le azioni degli altri avviene<br />
grazie al:<br />
“MIRROR MECHANISM”<br />
(meccanismo a specchio)
“MIRROR MECHANISM”<br />
(meccanismo a specchio)<br />
• MECCANISMO di RISONANZA in cui il<br />
SISTEMA MOTORIO <strong>del</strong>l’osservatore si<br />
attiva (attivazione dei neuroni a specchio)<br />
ogni volta che un appropriato stimolo<br />
visuale e/o acustico viene presentato<br />
• NON IMPLICA obbligatoriamente <strong>la</strong><br />
PRODUZIONE di un ESPLICITO<br />
MOVIMENTO
INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA (0-9 m)<br />
EARLY IMITATIONS<br />
• Una FORMA di INTERSOGGETTIVITÀ è l’ EARLY IMITATION<br />
(imitazione precoce) studiata primariamente negli uomini<br />
• Il bambino piccolo riesce a imitare i gesti facciali fatti da un<br />
adulto: aprire <strong>la</strong> bocca, protrusione <strong>del</strong><strong>la</strong> lingua e <strong>del</strong>le<br />
<strong>la</strong>bbra<br />
• Caratteristiche:<br />
– ATTENZIONE DIADICA<br />
– PROTOCONVERSAZIONI – ALTERNANZA dei TURNI<br />
– SINTONIZZAZIONE AFFETTIVA
EARLY IMITATIONS
INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA (0-9 m)<br />
EARLY IMITATIONS
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA<br />
UNDERSTANDING INTENTIONS<br />
(comprensione <strong>del</strong>le intenzioni): è <strong>la</strong> più<br />
importante nello sviluppo <strong>del</strong><strong>la</strong> capacità di<br />
interazione e condivisione <strong>del</strong>l’esperienza con gli<br />
altri<br />
• Caratteristiche:<br />
– ATTENZIONE TRIADICA<br />
– INTENZIONE, ATTENZIONE, EMOZIONE<br />
CONGIUNTA
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA<br />
UNDERSTANDING INTENTIONS
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA<br />
ATTENZIONE CONGIUNTA<br />
Corre<strong>la</strong>ti comportamentali<br />
• Alternare lo sguardo fra oggetto e l’altra persona<br />
• Seguire con lo sguardo le indicazioni <strong>del</strong>l’altro<br />
• Seguire lo sguardo <strong>del</strong>l’altro<br />
• Indicare per mostrare/chiedere “cos’è?”<br />
• Portare un oggetto all’altro per mostrarlo, per fare<br />
qualcosa insieme
INTERSOGGETTIVITÀ SECONDARIA<br />
EMOZIONE CONGIUNTA<br />
Corre<strong>la</strong>ti comportamentali:<br />
• Ridere, sorridere insieme per lo stesso motivo<br />
• Emozionarsi al comportamento <strong>del</strong>l’altro<br />
• Adattare il proprio comportamento all’emozione<br />
<strong>del</strong>l’altro<br />
• Esprimere emozioni nello scambio sociale
INTERSOGGETTIVITÀ ASD<br />
• DEFICIT ELEMENTI INTERSOGGETTIVITÀ PRIMARIA e<br />
SECONDARIA ESSENZIALI per:<br />
– COMUNICARE<br />
– APPRENDERE<br />
• DIFFICOLTÀ ASD:<br />
– contatto ocu<strong>la</strong>re (socio-affettiva)<br />
– fissazione <strong>del</strong> dettaglio e non <strong>del</strong>l’esperienza recettiva ed<br />
espressivo-emotiva globale (deficit coerenza centrale, deficit<br />
teoria <strong>del</strong><strong>la</strong> mente)<br />
– memoria procedurale (deficit funzioni esecutive)
TEORIA SOCIO-AFFETTIVA<br />
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD<br />
• Mancanza o difficoltà di contatto ocu<strong>la</strong>re con i compagni,<br />
insegnanti, di point dichiarativo …<br />
• Assente o deficitaria attenzione, emozione, intenzione<br />
congiunta nelle re<strong>la</strong>zioni e attività sociali previste per <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />
• Impossibilità o difficoltà di imitare comportamenti,<br />
• Assente o personale modalità di entrare in re<strong>la</strong>zione con chi<br />
gli sta accanto<br />
• Mancanza o difficoltà di comunicare con i gesti, le parole con i<br />
compagni, …
OBIETTIVO PRIMARIO PEI<br />
ATTIVARE e/o INCREMENTARE:<br />
• il contatto ocu<strong>la</strong>re<br />
• l’intenzione, l’attenzione<br />
congiunta e l’emozione congiunta
NEURONI SPECCHIO<br />
Quando osserviamo un nostro simile fare una<br />
azione si attivano, nel nostro cervello,<br />
cellule che entrano in funzione quando<br />
siamo noi stessi a compiere quel gesto.<br />
Questa prospettiva si applica non solo al<br />
mondo <strong>del</strong>le azioni ma anche alle emozioni.<br />
Questo ha messo in luce come <strong>la</strong> reciprocità<br />
che ci lega all’altro sia una condizione<br />
naturale, pre-verbale e pre-razionale.
NEURONI SPECCHIO<br />
(specchi infranti)<br />
ALCUNI COMPORTAMENTI TIPICI ALUNNO ASD<br />
• Difficoltà e goffaggine a imitare i comportamenti<br />
dei compagni (attività motoria, <strong>la</strong>boratori, …)<br />
• Mancanza di empatia verso insegnanti,<br />
compagni, …
L’INTERVENTO A SCUOLA<br />
SE … OGNI STUDENTE è una PERSONA con<br />
desideri, esigenze e aspettative che ha il<br />
DIRITTO all’EDUCAZIONE.<br />
SE … La diversità è una caratteristica di ogni<br />
forma di vita.<br />
ALLORA … Uno STUDENTE DISABILE è un<br />
DIVERSA PERSONA non una persona diversa<br />
che ha DIRITTO perciò, come tutti, ad una<br />
OFFERTA FORMATIVA PERSONALIZZATA.
ALUNNI CON ASD<br />
CAPACITA’ COGNITIVE DIVERSE<br />
BASSO FUNZIONAMENTO<br />
• ritardo mentale medio grave<br />
ALTO FUNZIONAMENTO – ASPERGER<br />
• ritardo lieve, QI normale o superiore anche<br />
con straordinarie abilità
LINEE GUIDA PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA<br />
DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ (MIUR 2009)<br />
Alcuni concetti importanti<br />
• Disabilità interconnessa ai fattori contestuali-<br />
-ICF<br />
• Formazione tutto il personale sco<strong>la</strong>stico<br />
• Clima di c<strong>la</strong>sse<br />
• Corresponsabilità educativa<br />
• Strategie e metodologie … <strong>tutoring</strong><br />
• Famiglia fonte preziosa di informazioni
L’INTERVENTO A SCUOLA<br />
Numerosi sono gli approcci, ma quello più<br />
accreditato è lo PSICOEDUCATIVO perché<br />
• Dà ruolo primario al<strong>la</strong> famiglia<br />
• Precoce<br />
• Intensivo<br />
• Globale<br />
• Utilizza tecniche di educazione strutturata<br />
• Ha matrice e tecniche cognitivo-comportamentali
L’INTERVENTO A SCUOLA<br />
• Si basa sul<strong>la</strong> DIAGNOSI e OSSERVAZIONE e<br />
VALUTAZIONE <strong>del</strong>le CAPACITÀ <strong>del</strong><br />
bambino (alunno)<br />
• Attua una PROGRAMMAZIONE CONCRETA<br />
con un INTERVENTO PERSONALIZZATO<br />
• Promuove il PRINCIPIO di INDIPENDENZA<br />
• FAMIGLIA preziosa FONTE di<br />
INFORMAZIONI<br />
• Intervento SISTEMICO e SISTEMATICO
PAIRING indica quel<br />
processo di reciproco<br />
riconoscimento che<br />
spesso si attua quando<br />
due dispositivi<br />
Bluetooth vengono<br />
collegati. .. (Wikipedia)<br />
CODICE CONDIVISO<br />
AUTORIZZAZIONE<br />
CREARE PAIRING
TIPOLOGIA di APPROCCIO<br />
APPROCCIO INTERATTIVO<br />
Partire da:<br />
• cosa piace all’alunno<br />
• come e dove lui ama svolgere quell’attività,<br />
gioco,<br />
STRUTTURARE PERSONALIZZANDO lo SPAZIO,<br />
il GIOCO e il TEMPO d’INTERAZIONE
VALORIZZARE INTERESSI<br />
• Predisporre un elenco di attività,<br />
giochi, oggetti che gli interessano<br />
• Utilizzare gli interessi come<br />
RINFORZI per MOTIVARLO al<strong>la</strong><br />
RELAZIONE, all’APPRENDIMENTO<br />
anche quando il farlo gli costa un<br />
grande sforzo fisico e psichico
RINFORZO<br />
OGGETTO/AZIONE/PAROLA che mi<br />
piace tanto e mi motiva a<br />
RIPETERE un gesto, un compito,<br />
una paro<strong>la</strong> … e che opera un<br />
cambiamento in me
Dal concreto all’astratto:<br />
• commestibile<br />
• sensoriale<br />
• concreto<br />
• simbolico<br />
• dinamico<br />
• sociale<br />
• informazionale<br />
TIPOLOGIE RINFORZO
QUALITÀ RINFORZO<br />
Il RINFORZO deve essere:<br />
IMMEDIATO al comportamento desiderato<br />
PERSONALIZZATO: es. insegnare i colori<br />
ADEGUATO il più possibile all’età<br />
DIFFERENZIATO: tanto più il compito è impegnativo<br />
tanto è più ciò che guadagno…<br />
RICALIBRATO<br />
SOSTITUITO<br />
VARIATO<br />
SOMMINISTRATO dall’estrinseco all’intrinseco
TEORIE INGENUE - OGGI<br />
• “Prima il DOVERE e poi il PIACERE
TEORIA SCIENTIFICA<br />
PRINCIPI di PREMARCK<br />
1. un organismo ha differenti preferenze per<br />
l'esecuzione di differenti comportamenti<br />
2. un organismo eseguirà un comportamento<br />
che occupa una posizione bassa nel<strong>la</strong><br />
gerarchia per acquistare l'opportunità di<br />
eseguire un comportamento preferito<br />
ALTERNARE ATTIVITÀ “più IMPEGNATIVE” ad<br />
ALTRE “di INTERESSE”
COMPITO EDUCATIVO SCUOLA<br />
“GARANTIRE ad OGNI ALUNNO,<br />
soprattutto se DISABILE, <strong>la</strong> formazione<br />
di una BUONA AUTOSTIMA e di quelle<br />
COMPETENZE, che una volta adulto, lo<br />
aiuteranno a integrarsi concretamente<br />
nel tessuto sociale, come le abilità di<br />
autonomia personale e l’avviamento al<br />
<strong>la</strong>voro”<br />
AUTISMO e AUTONOMIE PERSONALI, Carretto, Dibattista, Scalese, 2012
OBIETTIVO PRIMARIO<br />
AUTODETERMINAZIONE (Deci e Ryan, 1985)<br />
Per l’uomo scegliere è motivante.<br />
L’AMBIENTE promuove AUTODETERMINAZIONE se<br />
soddisfa e promuove i tre bisogni psicologici<br />
fondamentali:<br />
– Competenza: insegnargli a FAR DA SOLO, dargli <strong>la</strong><br />
possibilità di IMPARARE DAI PROPRI ERRORI<br />
– Autonomia: incentivare le sue SCELTE<br />
– Re<strong>la</strong>zione: promuovere <strong>la</strong> COMUNICAZIONE<br />
FUNZIONALE
OBIETTIVI PRIMARI SCUOLA<br />
TUTTI GLI ALUNNI con DISABILITÀ, NELLA MISURA<br />
LORO POSSIBILE HANNO DIRITTO A:<br />
• MANIFESTARE e PERSEGUIRE I PROPRI<br />
INTERESSI:<br />
– potenziare le abilità comunicative, identificare ciò<br />
che è più gradito …<br />
– insegnargli a scegliere, a essere autonomo in un<br />
compito usufruendo anche di supporti visivi, …<br />
• ESSERE AUTONOMI dall’altro:<br />
– promuovere le abilità utili ad affrontare <strong>la</strong> vita adulta
SPORTELLO<br />
PROVINCIALE<br />
AUTISMO<br />
Vicenza<br />
La <strong>strutturazione</strong> di spazio,<br />
tempo,<br />
attività,<br />
comunicazione,<br />
re<strong>la</strong>zione-<strong>tutoring</strong>,<br />
nei Disturbi <strong>del</strong>lo Spettro Autistico<br />
Munaro-Tonietto
LE AZIONI<br />
• Il progetto di ACCOGLIENZA<br />
• La STRUTTURAZIONE<br />
• DELLO SPAZIO<br />
• DEL TEMPO<br />
• La COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
• La DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
• Il progetto RELAZIONE - TUTORING
LE AZIONI<br />
• Il progetto di ACCOGLIENZA<br />
• La STRUTTURAZIONE<br />
• DELLO SPAZIO<br />
• DEL TEMPO<br />
• La COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
• La DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
• Il progetto RELAZIONE - TUTORING
IL PROGETTO DI ACCOGLIENZA<br />
Quando si accoglie un alunno con<br />
ASD nul<strong>la</strong> deve essere<br />
<strong>la</strong>sciato al ‘caso’.<br />
La progettazione iniziale può<br />
essere semplice,<br />
a volte essenziale,<br />
ma pensata su più livelli:
IL PROGETTO DI ACCOGLIENZA<br />
CONOSCERE<br />
INCONTRARE e OSSERVARE<br />
PREPARARE per ACCOGLIERE
CONOSCERE<br />
<strong>Autismo</strong> – Autismi<br />
Colloqui con famiglia, insegnanti <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
scuo<strong>la</strong> di provenienza, specialisti e<br />
operatori extrascuo<strong>la</strong><br />
Documentazione : clinica e sco<strong>la</strong>stica
CONOSCERE<br />
Le prime informazioni<br />
Cosa devo sapere <strong>del</strong>l’alunno<br />
• E’ verbale o non verbale/come comunica<br />
• Ha atteggiamenti di autolesionismo o aggressivi verso gli altri<br />
• Possiede ipersensibilità (5 sensi)<br />
• Qual è il suo livello di tolleranza sociale<br />
Cosa può aiutare a re<strong>la</strong>zionarsi con lui<br />
• Quali sono i suoi interessi<br />
• Cosa gli piace (fare, toccare, mangiare,)<br />
• Quali sono le sue abilità<br />
• Ha stereotipie? Quali?<br />
• Qual è il suo livello cognitivo<br />
• Qual è <strong>la</strong> sua modalità di apprendimento
INCONTRARE<br />
Quando è possibile è molto importante<br />
incontrare l’alunno:<br />
vederlo insieme alle<br />
figure di riferimento<br />
che lo conoscono di più<br />
(familiari, insegnanti, operatori,…).<br />
Osservare come loro agiscono e si re<strong>la</strong>zionano a<br />
lui.
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO<br />
A causa <strong>del</strong>le peculiari<br />
difficoltà di comprensione<br />
l’alunno con ASD spesso<br />
non capisce autonomamente<br />
(nemmeno attraverso una spiegazione verbale),<br />
le indicazioni, le regole, le funzioni<br />
‘suggerite dall’ambiente ’.
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO<br />
L’ambiente di <strong>la</strong>voro organizzato<br />
in spazi chiaramente<br />
<strong>del</strong>imitati e riconoscibili<br />
consente all’alunno di sapere con<br />
precisione ciò che ci si aspetta<br />
da lui in ogni luogo e in ogni<br />
momento.
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO<br />
E’ una risposta immediata<br />
al<strong>la</strong> domanda: «Dove?»
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO<br />
Ogni cosa al suo posto<br />
un posto per ogni cosa
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
LA STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
La percezione <strong>del</strong> tempo che<br />
passa è difficile da comprendere<br />
per l’alunno con ASD.<br />
Il prima, il dopo, tra poco<br />
sono concetti e termini temporali<br />
astratti quindi invisibili.
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
E’ molto importante strutturare <strong>la</strong><br />
giornata attraverso una scansione<br />
temporale resa visibile da<br />
dispositivi opportunamente creati<br />
per informare l’alunno su ciò che<br />
sta accadendo, ciò che è accaduto<br />
e che accadrà.
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
Dandogli indicazioni visive re<strong>la</strong>tive<br />
al tempo e al<strong>la</strong> durata gli diamo<br />
importanti certezze.<br />
Tutti questi dispositivi aumentano così<br />
<strong>la</strong> prevedibilità e il controllo <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
situazione, mentre diminuiscono<br />
l’incertezza che è spesso causa di<br />
ansia e di comportamenti problema.
MARTEDI’<br />
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
(BASSO FUNAZIONAMENTO)
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
(MEDIO FUNZIONAMENTO)
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
(ALTO FUNZIONAMENTO)<br />
Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato<br />
7.45-8.45 ARITMETICA GRAMMATICA ARITMETICA GRAMMATICA INGLESE<br />
LABORATORIO<br />
DI<br />
SCIENZE<br />
8.45-9.45 INGLESE MUSICA SCIENZE FRANCESE MUSICA GRAMMATICA<br />
9.45-10.40 MOTORIA TESTI TECNOLOGIA ARTE ARTE TESTI<br />
10.55-11.55 GEOMETRIA FRANCESE STORIA TESTI STORIA MOTORIA<br />
11.55-12.45 GEOGRAFIA RELIGIONE INGLESE GEOMETRIA GEOGRAFIA TECNOLOGIA
LA STRUTTURAZIONE DEL TEMPO<br />
E’ una risposta immediata al<strong>la</strong><br />
domande: «Quando?»<br />
«Per quanto tempo?»
LA COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
Nelle persone con ASD vi è una<br />
compromissione qualitativa <strong>del</strong><br />
linguaggio e <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
capacità di comunicare<br />
bisogni, richieste, sentimenti.<br />
Non per questo esse non hanno <strong>la</strong><br />
necessità di esprimere, chiedere,<br />
rispondere.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
I comportamenti problema sono<br />
spesso <strong>la</strong> loro risposta a non sapersi<br />
esprimere in altro modo.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
Anche se ogni soggetto è unico,<br />
ci sono alcune indicazioni<br />
comuni da tenere bene in<br />
mente per comunicare con<br />
bambini/ragazzi con autismo.
LA COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
Se ti re<strong>la</strong>zioni con un bambino/<br />
ragazzo con ASD salutalo, par<strong>la</strong>gli,<br />
interagisci con lui cercando il<br />
contatto ocu<strong>la</strong>re
LA COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
Nel par<strong>la</strong>rgli è meglio utilizzare poche<br />
parole chiare ed aspettare con<br />
pazienza <strong>la</strong> sua risposta.<br />
A volte può servire<br />
dare l’alternativa tra 2 risposte<br />
(sì/no; bene/male;…)
LA COMUNICAZIONE EFFICACE<br />
Nel<strong>la</strong> comunicazione con gli altri<br />
e per <strong>la</strong> conoscenza <strong>del</strong>l’ambiente<br />
può utilizzare le indicazioni verbali, ma<br />
sono<br />
indispensabili per lui<br />
anche quelle VISIVE,<br />
cioè con i disegni, foto<br />
icone al posto <strong>del</strong>le parole.
Devo fare pipì<br />
HO SETE<br />
HO FAME<br />
SONO STANCO<br />
Ascensore<br />
1 2 3 4 5<br />
NON USARE DA SOLO<br />
Ascoltare musica<br />
Leggere<br />
GIOCARE AL<br />
COMPUTER<br />
GIOCARE CON LA<br />
PALLA
TECNOLOGIA<br />
AULA LAVORO<br />
AUDITORIUM<br />
AULA LAVORO<br />
AUDITORIUM<br />
LABORATORIO DI INFORMATICA
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
Abbiamo già visto come <strong>la</strong> didattica deve<br />
essere personalizzata fin dal primo giorno.<br />
Attraverso l’osservazione quotidiana ogni<br />
insegnante e operatore potranno<br />
conoscere l’alunno in modo sempre più<br />
preciso per effettuare <strong>del</strong>le<br />
proposte didattico educative «su misura».
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
La personalizzazione avviene<br />
re<strong>la</strong>tivamente a<br />
• obiettivi<br />
• tempi di svolgimento<br />
• attività proposte
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
Gli obiettivi possono essere di tipo cognitivo,<br />
linguistico, motorio-prassico, per l’autonomia….<br />
Il programma può quindi interessare<br />
tutte le aree di funzionamento.<br />
Ogni obiettivo va graduato e anche le re<strong>la</strong>tive<br />
attività vanno frazionate in compiti più<br />
semplici.<br />
Tutte le attività, anche quelle ‘più semplici’<br />
vanno insegnate nel tavolo vis à vis.
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
La personalizzazione dei tempi sco<strong>la</strong>stici<br />
richiede flessibilità nell’organizzazione<br />
<strong>del</strong>l’ orario sco<strong>la</strong>stico <strong>del</strong>l’alunno.<br />
ORE<br />
LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’ SABATO<br />
OSS<br />
1 Aritmet.<br />
In c<strong>la</strong>sse<br />
Attività<br />
strutturata<br />
30’<br />
+<br />
Attività<br />
Con pal<strong>la</strong><br />
in palestra<br />
10’<br />
Inglese in<br />
c<strong>la</strong>sse<br />
Schede<br />
(Immagin<br />
e paro<strong>la</strong>)<br />
+<br />
Attività<br />
piacevole<br />
(pongo)<br />
Francese<br />
In c<strong>la</strong>sse<br />
Lavoro<br />
manuale<br />
creativo<br />
Scienze<br />
in c<strong>la</strong>sse<br />
Schede<br />
30’<br />
+<br />
Attività<br />
piacevole<br />
(coloritura)<br />
Tecnologia<br />
Lavoro<br />
Grafico e di<br />
manualità<br />
fine (libretto<br />
con foto);<br />
attività<br />
re<strong>la</strong>tive al<strong>la</strong><br />
autonomia<br />
Arte<br />
Con <strong>la</strong><br />
c<strong>la</strong>sse 40’<br />
+<br />
(Laborator.<br />
di musica<br />
strumenti<br />
Orff)<br />
DOCENTE<br />
2 Storia<br />
In c<strong>la</strong>sse<br />
<strong>la</strong>v. Strutt<br />
sequenze<br />
temporali<br />
40’<br />
Laborat. di<br />
musica:<br />
ascolto<br />
Tecnol.<br />
In <strong>la</strong>b. di<br />
informat.<br />
Con <strong>la</strong><br />
c<strong>la</strong>sse<br />
Attività<br />
didattica<br />
interattiva<br />
Scienze<br />
motorie<br />
con <strong>la</strong><br />
c<strong>la</strong>sse<br />
(Autonomia<br />
spogliatoio)<br />
Percorso<br />
strutturato<br />
20’<br />
Lavoro<br />
individualiz.<br />
re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong><br />
autonom<br />
Storia<br />
In c<strong>la</strong>sse<br />
Attività org.<br />
Spaziotemporale<br />
Fino alle<br />
ore 40’<br />
Au<strong>la</strong> <strong>la</strong>vororiposo<br />
5’<br />
Attività<br />
multimed<br />
al<br />
Computer<br />
30’<br />
+<br />
Italiano<br />
con <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
Anche nel caso <strong>del</strong>le proposte<br />
didattiche <strong>la</strong> <strong>strutturazione</strong> è<br />
fondamentale : predisporre in modo<br />
chiaro e ‘autoevidente’ il materiale<br />
di <strong>la</strong>voro significa rispondere<br />
concretamente al<strong>la</strong> domanda:<br />
«Che cosa?»
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA<br />
Le attività sono pensate su misura per<br />
l’alunno e sulle sue capacità (ciò che sa<br />
fare) e potenzialità (capacità emergenti)<br />
Risolvi le seguenti<br />
addizioni:<br />
23 + 4 =…………..<br />
42 + 5 =…………..<br />
50 + 6 =………….<br />
12 + 8 =………..<br />
65 + 2 =………….
PREPARARE LA TAVOLA<br />
LA DIDATTICA PERSONALIZZATA
STATO ARTE RICERCA<br />
L’influenza dei pari<br />
negli apprendimenti degli<br />
STUDENTI<br />
con Disturbi <strong>del</strong>lo Spettro<br />
Autistico<br />
Stato <strong>del</strong>l’arte <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
ricerca scientifica<br />
internazionale
CONSEGUENZE POSITIVE<br />
• B<strong>la</strong>uvelt Harper et al. 2007<br />
PEER TUTORING<br />
– I coetanei informati su cosa e come fare contribuiscono<br />
attivamente al programma d’intervento<br />
– I pari sono più capaci degli adulti di favorire l’autonomia<br />
e indipendenza <strong>del</strong> compagno ASD<br />
• Bass et al. 2007<br />
– Migliora <strong>la</strong> generalizzazione <strong>del</strong>le competenze mediante<br />
l’insegnamento in situazioni naturali<br />
– E’ idoneo per avviare, indurre e rafforzare le interazioni<br />
sociali
PEER TUTORING<br />
CONSEGUENZE POSITIVE<br />
• Chan et al. 2009<br />
– E’ una strategia logica, pratica ed economica: il<br />
numero elevato di studenti a sviluppo tipico è da<br />
valorizzare come stimolo sociale perché permette il<br />
risparmio di risorse insegnanti e operatori<br />
• Frederickson et al. 2010<br />
– I genitori devono dare il consenso informato<br />
all’attività di formazione e alle registrazioni video
PEER TUTORING<br />
CONSEGUENZE POSITIVE PMI<br />
• Campbell 2004 et al.<br />
– Prima che inizi l’inclusione è auspicabile un<br />
informazione precisa <strong>del</strong> funzionamento <strong>del</strong><br />
compagno che migliora <strong>la</strong> disponibilità ad<br />
accogliere il compagno ASD, ricordando che è<br />
preferibile promuovere <strong>la</strong> formazione prima<br />
che l’alunno inizi <strong>la</strong> frequenza e in ogni<br />
successiva transazione
STRUTTURAZIONE RELAZIONE<br />
PEER TUTORING<br />
– APPROCCIO COMPLESSO e ARTICOLATO che<br />
IMPLICA necessariamente un’ORGANIZZAZIONE<br />
PRECISA <strong>del</strong> <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong> DEFINIZIONE di un<br />
OBIETTIVO PRECISO e richiede una<br />
“STRUTTURA”, per quanto FLESSIBILE e APERTA<br />
– Coinvolge:<br />
• un TUTOR, <strong>la</strong> persona che insegna attivamente<br />
• un TUTEE, <strong>la</strong> persona che riceve l’insegnamento<br />
(Keith Topping 1988)
PEER TUTORING<br />
Sottende CONDOTTE PROSOCIALI ATTIVE, cioè<br />
comportamenti finalizzati a beneficiare un’altra<br />
persona.<br />
“ … quel comportamento che, senza <strong>la</strong> ricerca di<br />
ricompense esterne, favorisce altre persone,<br />
gruppi o fini sociali ed aumenta una probabilità<br />
di generare una reciprocità positiva di qualità e<br />
solidale nelle re<strong>la</strong>zioni interpersonali o sociali<br />
conseguenti, salvaguardando l'identità, <strong>la</strong><br />
creatività e l'iniziativa dei gruppi implicati.”<br />
(Roche, 1991)
PEER TUTORING<br />
Perché un’azione di <strong>tutoring</strong> abbia<br />
successo è di solito necessario<br />
ABBINARE CON CURA TUTOR e TUTEE*,<br />
fissare orari frequenti e rego<strong>la</strong>ri per le<br />
attività da svolgere in col<strong>la</strong>borazione,<br />
fornire una formazione nelle tecniche<br />
<strong>del</strong> <strong>la</strong>voro e eventualmente i materiali,<br />
applicare un sistema di monitoraggio e<br />
di supervisione e se necessario di<br />
valutazione (Keith Topping 1988).<br />
105
PEER TUTORING<br />
• E’ un’OCCASIONE di CRESCITA UMANA e<br />
formativa PER TUTTI: di reciproc-Azione,<br />
di “auto-mutuo-aiuto”<br />
• E’ SPENDIBILE per tutti gli ALUNNI con<br />
disabilità, ma ANCHE per quelli in<br />
difficoltà a SVILUPPO REGOLARE<br />
• FAVORISCE l’ASSUNZIONE di<br />
RESPONSABILITÀ da parte <strong>del</strong> gruppo<br />
c<strong>la</strong>sse di accoglienza (tutor)
PEER TUTORING<br />
AMBIENTE - SCUOLA<br />
• INFANZIA:<br />
– è promosso dall’ADULTO che ATTIVA<br />
intenzionalmente per l’alunno con ASD CONTESTI<br />
di APPRENDIMENTO basati su IMITAZIONE dei<br />
PARI
PEER TUTORING<br />
AMBIENTE - SCUOLA<br />
• PRIMARIA, SECONDARIA 1° e 2° GRADO:<br />
– è promosso dall’ADULTO che PIANIFICA,<br />
ORGANIZZA e MONITORA le AZIONI dei<br />
PARI per il TUTEE
PRESUPPOSTI TEORICI DEL TUTORING<br />
La normativa italiana specifica degli ultimi anni<br />
suggerisce che per raggiungere una dimensione<br />
inclusiva nel<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> è fondamentale:<br />
Creare un clima di c<strong>la</strong>sse non competitivo, attivando<br />
esperienze di apprendimento col<strong>la</strong>borativo e<br />
cooperativo<br />
Favorire il senso di appartenenza al<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse<br />
Costruire re<strong>la</strong>zioni socio-affettive positive<br />
Programmare situazioni di <strong>tutoring</strong> come strategia<br />
e metodologia favorente
IL COINVOLGIMENTO DEI COMPAGNI<br />
Il coinvolgimento dei pari deve tenere in considerazione<br />
i seguenti aspetti:<br />
l’ordine sco<strong>la</strong>stico di appartenenza:<br />
<strong>la</strong> formazione è appropriata all’età degli alunni, poiché<br />
a ogni età e ad ogni contesto corrispondono re<strong>la</strong>zioni<br />
estremamente diverse<br />
le caratteristiche personali <strong>del</strong>l’alunno: dal<br />
punto di vista <strong>del</strong>le sue peculiarità individuali, con i<br />
suoi punti deboli e i suoi punti di forza e con <strong>la</strong> sua<br />
unicità di soggetto con autismo.
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
Le caratteristiche cognitive e<br />
comportamentali <strong>del</strong>l’alunno<br />
con autismo rendono spesso<br />
complesso l'instaurarsi di<br />
rapporti interpersonali<br />
significativi spontanei.
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
Sono gli adulti di<br />
riferimento che<br />
devono facilitare e<br />
sostenere le azioni dei<br />
compagni, formandoli e<br />
accompagnandoli nel<br />
loro ruolo di<br />
compagni guida o tutor.
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
Cosa s’intende per <strong>tutoring</strong>?<br />
E’ una modalità, una strategia educativa<br />
artico<strong>la</strong>ta e organizzata con l’obiettivo di<br />
avvicinare tra loro i pari<br />
attivare re<strong>la</strong>zioni positive e gratuite<br />
condividere esperienze durante le quali ci<br />
possa essere un passaggio di conoscenze da un<br />
tutor (soggetto che aiuta) ad un tutee<br />
(soggetto aiutato)
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
È importante<br />
Definire gli obiettivi<br />
Organizzare spazi e tempi<br />
Visualizzare i “turni” per i tutor-tutee attraverso<br />
• FOTO<br />
• PAROLE<br />
• NOMI
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING
È importante<br />
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
Definire gli obiettivi<br />
Organizzare spazi e tempi<br />
Visualizzare i “turni” per i docenti e<br />
OSS
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
PIANO SETTIMANALE ATTIVITÀ<br />
1D LUNEDI’ MARTEDI’ MERCOLEDI’ GIOVEDI’ VENERDI’<br />
8:10<br />
CLASSE<br />
(Italiano)<br />
Ins. Spec,<br />
CLASSE<br />
(Matematica)<br />
Ins. Spec,<br />
CLASSE<br />
(Geometria)<br />
O.S.S.<br />
PALESTRA<br />
(Scienze Motorie)<br />
Ins. Spec,<br />
CLASSE<br />
(Italiano)<br />
O.S.S.<br />
9.00<br />
LABORATORIO Arte<br />
(Arte)<br />
Ins. Spec,<br />
CLASSE<br />
(Scienze)<br />
Ins. Spec,<br />
CLASSE<br />
(Italiano)<br />
O.S.S.<br />
CLASSE<br />
(Tecnologia)<br />
Ins. Spec,<br />
ATTIVITA’<br />
INDIVIDUALIZZATA<br />
(Italiano)<br />
ASCOLTO- tutor<br />
O.S.S.<br />
LABORATORIO<br />
(Arte)<br />
Ins. Spec,<br />
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA<br />
COMPUTER<br />
matematica - tutor<br />
Ins. Spec,<br />
USCITA ANTICIPATA PER<br />
INTERVENTO<br />
LOGOPEDICO<br />
CLASSE<br />
(Inglese)<br />
Ins. Spec,<br />
CLASSE<br />
(Musica)<br />
Ins. Spec,<br />
10.00<br />
10:30<br />
BAGNO ZONA NORD femmine<br />
O.S.S.<br />
10:40<br />
Proseguo attività<br />
Ins. Spec,<br />
Proseguo attività<br />
Ins. Spec,<br />
Proseguo attività<br />
Ins. Spec,<br />
Proseguo attività<br />
Ins. Spec,<br />
10:55 Ricreazione<br />
11.10<br />
LABORATORIO<br />
(Informatica)<br />
O.S.S.<br />
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA<br />
ASCOLTO- tutor<br />
O.S.S.<br />
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA<br />
Laboratorio CUCINA - tutor<br />
O.S.S.<br />
CLASSE<br />
Ins. Spec,<br />
12.05<br />
ATTIVITA’ INDIVIDUALIZZATA<br />
LETTURA - tutor<br />
O.S.S.<br />
CLASSE<br />
(Tecnologia)<br />
O.S.S.<br />
CLASSE<br />
(Matematica)<br />
O.S.S.<br />
ATTIVITA’<br />
INDIVIDUALIZZATA<br />
GIOCO SOCIALE - tutor<br />
Ins. Spec,<br />
Uscita<br />
LU-ME-VE ore 13:00<br />
MA-GIO ore 12:30
LA STRUTTURAZIONE DEL TUTORING<br />
È fondamentale un continuo<br />
monitoraggio quotidiano<br />
sul<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse e sul ragazzo.
IL TUTORING PER IL TUTEE<br />
Attraverso il <strong>tutoring</strong> si attiva un continuo<br />
scambio re<strong>la</strong>zionale che favorisce <strong>la</strong><br />
socializzazione e stimo<strong>la</strong> l’intersoggettività<br />
tra l’alunno con autismo e i suoi compagni di<br />
c<strong>la</strong>sse, ma anche viceversa.<br />
La prossimità e l’imitazione incoraggiano<br />
l’incremento <strong>del</strong>l’autonomia e <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
comunicazione da parte <strong>del</strong>l’alunno.
IL TUTORING PER IL TUTOR<br />
I tutor devono essere incoraggiati e<br />
orientati all’utilizzo degli approcci e<br />
<strong>del</strong>le strategie migliori.<br />
I tutor sviluppano nel tempo abilità<br />
prosociali.<br />
Il <strong>tutoring</strong> aiuta a mantenere un<br />
generale clima col<strong>la</strong>borativo nel<strong>la</strong><br />
c<strong>la</strong>sse.
IL TUTORING<br />
Nel <strong>tutoring</strong><br />
La c<strong>la</strong>sse come risorsa….<br />
….una risorsa per <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse.
DA insegnanti motivati A insegnanti motivati<br />
GRAZIE per l'accoglienza e <strong>la</strong> pazienza<br />
Marialuisa TONIETTO<br />
C<strong>la</strong>udia MUNARO<br />
UST VICENZA<br />
Ufficio Interventi Educativi 0444 251106<br />
c<strong>la</strong>udia.munaro@istruzionevicenza.it<br />
www.autismovicenza.it