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Note del corso di Analisi II (parte di calcolo delle probabilita' e ...

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Infine, ricor<strong>di</strong>amo che per α fissato c’è un’ampia scelta degli intervalli relativi alle stime bilatere,<br />

anche se ovviamente l’intervallo simmetrico è unico. Pertanto la scelta <strong>del</strong>la regione critica C <strong>del</strong> test<br />

non è necessariamente unica, nemmeno se la statistica <strong>del</strong> test ed il livello <strong>di</strong> significatività sono fissati.<br />

Si giunge quin<strong>di</strong> alla seguente conclusione un po’ paradossale: si possono progettare due test <strong>di</strong>versi<br />

che hanno la stessa statistica-test e lo stesso livello <strong>di</strong> significatività, e che non<strong>di</strong>meno, a fronte <strong>del</strong>lo<br />

stesso campionamento, forniscono due decisioni opposte (!) 58<br />

p-Value. La procedura che abbiamo appena descritta consiste nel prescrivere a priori il livello <strong>di</strong><br />

significatività α, e poi respingere o meno l’ipotesi H 0 in base ai valori assunti dal campione — o<br />

meglio dalla statistica <strong>del</strong> test valutata sui valori campionati. Si può impostare la significatività <strong>di</strong><br />

un test anche ribaltando questo punto <strong>di</strong> vista: in alternativa si può prima valutare la statistica<br />

sul campione selezionato, e su questa base in<strong>di</strong>viduare per quali livelli <strong>di</strong> significatività l’ipotesi H 0<br />

verrebbe respinta.<br />

Si definisce allora il concetto <strong>di</strong> p-value relativo ad un campionamento <strong>del</strong>la statistica <strong>del</strong> test<br />

U(X 1 , ..., X n ). 59 (Come sappiamo, il campionamento è in<strong>di</strong>viduato dalla scelta <strong>di</strong> un ω ∈ Ω.) Per<br />

ogni livello <strong>di</strong> significatività α, in<strong>di</strong>chiamo con C α una regione critica che sod<strong>di</strong>sfi la relazione (7.9), e<br />

poniamo<br />

p-value = sup {α ∈ ]0, 1[: U(X 1 (ω), ..., X n (ω)) ∉ C α }<br />

(7.10)<br />

(= inf {α ∈ ]0, 1[: U(X 1 (ω), ..., X n (ω)) ∈ C α }).<br />

In altri termini, il p-value è l’estremo superiore dei livelli <strong>di</strong> significatività α per cui si accetta l’ipotesi<br />

H 0 , e questo coincide con l’estremo inferiore degli α per cui si rifiuta H 0 .<br />

Più piccolo è il p-value, più grande è l’evidenza sperimentale che l’ipotesi H 0 sia falsa. Il p-value<br />

può essere quin<strong>di</strong> interpretato come una misura <strong>del</strong>le prove avverse all’ipotesi H 0 , relative al risultato<br />

<strong>del</strong> campionamento.<br />

Ad esempio, torniamo al problema <strong>del</strong>la stima <strong>del</strong>la me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> una variabile aleatoria X avente<br />

<strong>di</strong>stribuzione normale <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a µ incognita e varianza σ 2 nota. Vogliamo definire un test per verificare<br />

se µ = µ 0 , cf. (7.7). Precedentemente abbiamo scelto un livello <strong>di</strong> significatività α, abbiamo effettuato<br />

un campionamento, e ne abbiamo tratte le conseguenze. Adesso in base alla (7.10) calcoliamo il p-value<br />

relativo al campionamento; in questo modo possiamo <strong>del</strong>ineare un quadro più preciso <strong>del</strong>la situazione.<br />

Consideriamo ad esempio i tre casi seguenti:<br />

(i) p-value = 0.049. Allora al livello <strong>di</strong> significatività α = 0.05 rifiutiamo H 0 , mentre al livello<br />

α = 0.01 non rifiutiamo tale ipotesi. Dal momento che 0.049 è prossimo a 0.05 e <strong>di</strong>stante da 0.01,<br />

per α = 0.05 il rifiuto <strong>di</strong> H 0 dovrebbe essere (per così <strong>di</strong>re...) poco convinto, mentre per α = 0.01<br />

l’accettazione <strong>di</strong> H 0 (o, a voler essere precisi, il non rifiuto <strong>di</strong> H 0 ) dovrebbe essere più convinta.<br />

(ii) p-value = 0.011. Come nel caso (i), al livello <strong>di</strong> significatività α = 0.05 rifiutiamo H 0 , mentre<br />

al livello α = 0.01 non rifiutiamo tale ipotesi. Dal momento che 0.011 è <strong>di</strong>stante da 0.05 e prossimo a<br />

0.01, per α = 0.05 il rifiuto <strong>di</strong> H 0 dovrebbe essere convinto, mentre per α = 0.01 l’accettazione <strong>di</strong> H 0<br />

dovrebbe essere poco convinta.<br />

(iii) p-value = 0.009. Rifiutiamo H 0 sia al livello <strong>di</strong> significatività α = 0.05 che a quello α = 0.01.<br />

Dal momento che 0.009 è <strong>di</strong>stante da 0.05 e prossimo a 0.01, il rifiuto <strong>di</strong> H 0 dovrebbe essere convinto<br />

per α = 0.05, mentre per α = 0.01 dovrebbe essere meno convinto.<br />

Queste <strong>di</strong>fferenze qualitative sono l’essenza <strong>del</strong> significato <strong>del</strong> p-value. Anche qui, onestà vorrebbe<br />

che si scegliesse il livello <strong>di</strong> significatività prima <strong>di</strong> aver visto il p-value.<br />

Nella pratica, calcolare il p-value non è più oneroso che decidere l’esito <strong>del</strong> test per un prescritto<br />

livello <strong>di</strong> significatività α, e l’uso <strong>del</strong> p-value permette <strong>di</strong> fornire una rappresentazione più precisa <strong>del</strong><br />

quadro statistico. Tuttavia stabilire a priori il livello <strong>di</strong> significatività può presentare dei vantaggi;<br />

58 Ci possono essere dei motivi statistici per scegliere un test piuttosto che l’altro. Onestà vorrebbe che uno facesse la<br />

scelta <strong>del</strong> test prima <strong>di</strong> aver visto il risultato...<br />

59 Il p-value è anche detto livello <strong>di</strong> significatività osservato; per <strong>di</strong>stinguerlo da questo, l’α precedentemente introdotto<br />

è allora anche detto livello <strong>di</strong> significatività prescritto.<br />

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