Recensione al libro di Silvo Aparo - Catania per te

Io, ti ho già visto.
Effedue Edizioni, Piacenza 2004
La seconda prova narrativa di Aparo: se nell’opera prima vi è un
percorso dall’esterno all’interno, qui vi è qualcosa di più: già la
stessa copertina è eloquente al riguardo: in primo piano un uomo
con il suo sigaro in bocca, il cappello di feltro a tesa larga,
semplici segni della vita quotidiana, in posizione mediana tra
l’enorme lente di ingrandimento che tiene in mano e l’oscurità
della sua ombra alle spalle. Da sottolineare che la lente
ingrandisce scomponendo non gli oggetti circostanti, ma il volto di
colui che la tiene in mano: raffigurazione iconica di una costante
della narrativa apariana. “Io ti ho già visto” è un giallo e non lo è
allo stesso tempo. Un giallo sui generis.
Non a caso l’uomo in copertina indossa un impermeabile, e un
cappello, indumenti caratteristici di ogni detective
nell’immaginario collettivo. L’incipit in medias res, con la
rievocazione da parte della voce narrante, delle proprie conquiste
amorose, e delle specificità di ognuna. Poche righe dopo
scopriamo che è la voce del protagonista, il commissario Lissandrello, trentenne, laureato in
psicologia, specializzazione in criminalità informatica e assegnazione alla seconda divisione della
polizia postale e delle comunicazioni. Un latin lover, dall’espressione “ruvida, vissuta,
asimmetrica”, causa una cicatrice sulla tempia sinistra in seguito alla scheggia di un proiettile
esploso in una operazione. Come è proprio del giallo abbiamo la sensazione che qualcosa sia
successa , seguono le indagini su una efferata serie di delitti dislocati in quattro città europee. Alle
radice di ogni singolo delitto vi è una ricerca di realismo e contestualizzazione storica minuziose.
Arrivati a metà del libro il giallo improvvisamente si interrompe: vi è un cambio di registro, si
passa dalla prima alla seconda persona, un tu generico, in una spasmodica ricerca di un contatto col
lettore: ci si rende conto che la prima parte è stata soltanto un pretesto dell’autore per poter
accompagnare il lettore verso il cuore della narrazione: un giovane scrittore meridionale alle prese
con i ritmi di una grande metropoli quale milano, “tartassato” dalle pressioni del suo editore, un
uomo proteso soltanto alla ricerca di un profitto economico. La vita metropolitana, il cui tono è
fortemente segnato dal grigiore dello smog per le strade: a far da contrasto gli interni dei palazzi di
quelli che contano, con i festini notturni, i privè dei locali, qui tutto è descritto con uno sguardo
cinico: la prima cosa che risalta è l’incomunicabilità tra i convenuti. E i fatti privati del
protagonista, la separazione dalla moglie, il bisogno di “buttarsi” in
un’altra storia, e finalmente quando tutto sembra andare per il verso
giusto questi si ritrova gabbato e più solo di prima , non vi svelo nulla.
Per farla breve: il vero protagonista è la vita con tutte le sue stranezze,
le sue sorprese, le sue esperienze. È uno sbagliare per imparare: c’è un
passo al riguardo in cui si dice: “non cercare di spiegare la vita,
vivila”. Nell’intero romanzo si intravedono barlumi di saggezza, una
saggezza che deriva dall’esperienza quotidiana. Il finale a sorpresa: in
nuce delle riflessioni sulla funzione dell’Arte e sul ruolo dell’Autore .
Viene esplicitata la costante molto cara all’autore cui accennavamo
all’inizio: la ricerca della propria identità, attraverso la pratica di una
“filologia dell’esistenza”, unica via da seguire per risalire dal vortice
della vita in cui quotidianamente ci troviamo travolti e camminare così
Giorgia Arena e Silvio Aparo
a testa alta. Un ritorno alle origini dunque che coincide con un ritorno
al paese natale, tra i suoi colori, odori e la gente. La prosa molto
asciutta e penetrante si caratterizza per la sua musicalità: rap, blues e jazz, in uno stile
originalissimo. Una lettura piacevole, ma ricca di spunti di riflessione, particolarmente indicata
sotto l’ombrellone!
Giorgia Arena.

Silvio Aparo nasce a Siracusa nel 1971. Giornalista. Si forma professionalmente e culturalmente a
Milano. Nel 1994 collabora al quotidiano "La Voce" di Indro Montanelli, nel 1997 pubblica i primi
racconti nell'antologia "Spiragli 34" edizioni Nuovi Autori. Dal 2000 ritorna in Sicilia dove è
corrisponte del quotidiano "Il Giornale di Sicilia". Nel 2003 ha pubblicato il suo primo libro, il
noir "Giallo in Blu" per l'editrice milanese Montedit."
“Io ti ho già visto” è disponibile a Catania presso la Libreria Voltapagina, via Francesco
Crispi 235/ 237. Tel. 095532068. oppure ondine www.ibs.it
Silvio Aparo, “ Io ti ho già visto”, Effedue Edizioni, Piacenza 2004. pp.141, Euro 12.
www.silvioaparo.com