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«Non sono una schiava, ma serva del Re del cielo, sono nata libera da famiglia<br />
nobile, ma la mia maggiore nobiltà deriva dall’essere ancella di Cristo».<br />
Le affermazioni di Agata erano taglienti, fiere, degne della semplicità d’una<br />
vergine, della fermezza d’una martire.<br />
Sant’Agata, rifiutò il falso Libellum, at<strong>te</strong>stan<strong>te</strong> sacrifici agli Dei, procuratole<br />
da amici, in quanto onestà, <strong>per</strong> cui, non volle negare la sua religione.<br />
Per Agata, che parlava con la forza della fede, illuminata dallo Spirito<br />
Santo, era arrivato il momento di accettare la sfida e rilanciò: «Ignobiltà<br />
grande è la vostra, voi sie<strong>te</strong> schiavi delle voluttà, adora<strong>te</strong> pietre ed, idoli costruiti<br />
da miseri artigiani, strumenti del demonio».<br />
Quinziano a quelle parole si sentì come un toro ferito, incapace di<br />
controbat<strong>te</strong>re, non possedeva né la cultura d’un oratore, né saggezza e<br />
semplicità delle rispos<strong>te</strong> ispira<strong>te</strong> dalla fede di Agata.<br />
Gli unici strumenti che conosceva bene, che sapeva usare erano la violenza<br />
e le minacce. In questo campo era sicuro di essere il più for<strong>te</strong> e questi mezzi<br />
utilizzò: «O sacrifichi agli dèi o subirai il martirio», minacciò spazientito.<br />
Di fron<strong>te</strong> alla minaccia delle torture, Agata non si lasciò intimorire: «Vuoi<br />
farmi soffrire? Da <strong>te</strong>mpo lo aspetto, lo bramo, è la mia più grande gioia, non<br />
adorerò mai le tue divanità. Come potrei adorare una Venere impudica, un<br />
Giove adul<strong>te</strong>ro, un Mercurio ladro? Ma se tu credi che ques<strong>te</strong> siano vere<br />
divinità, ti auguro che tua moglie abbia gli s<strong>te</strong>ssi costumi di Venere».<br />
Ques<strong>te</strong> parole, pesanti come macigni e affila<strong>te</strong> come lame, <strong>per</strong> Quinziano<br />
furono dure sferza<strong>te</strong> al suo orgoglio, egli seppe reagire solo con la violenza e<br />
ricambiò con uno schiaffo l’umiliazione subita.<br />
Per nien<strong>te</strong> avvilita <strong>per</strong> le <strong>per</strong>cosse, Agata gli rispose: .<br />
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