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Anno 3, n. 5 - maggio 2010 - Ospedale San Carlo Borromeo

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3<br />

NEWSLETTER<br />

Colecistectomia: tecnica innovativa al <strong>San</strong> <strong>Carlo</strong><br />

Una nuova innovativa tecnica di<br />

colecistectomia per via laparoscopica<br />

con incisione unica è stata<br />

utilizzata con grande successo per<br />

la prima volta lo scorso aprile all’<strong>Ospedale</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Carlo</strong> <strong>Borromeo</strong><br />

dall’equipe del Professor Federico<br />

Varoli, direttore dell’U.O. di Chirurgia<br />

Generale.<br />

L’avvento della chirurgia laparoscopica,<br />

che risale ai primi anni<br />

’90, ha provocato una delle più<br />

importanti “rivoluzioni” nel mondo<br />

della chirurgia,<br />

portando indubbi<br />

vantaggi ai<br />

pazienti.<br />

Di colpo, però,<br />

tutti i chirurghi<br />

più o meno giovani<br />

hanno dovuto<br />

fare i conti<br />

con la chirurgia<br />

mininvasiva e,<br />

per restare al<br />

passo con i<br />

tempi e le innovazioni, innanzitutto<br />

imparare e adattarsi a un nuovo<br />

modo di operare, che consiste<br />

nel guardare il campo operatorio<br />

su un monitor e guidare gli strumenti<br />

introdotti nell’addome o nel<br />

torace attraverso piccoli fori.<br />

L’intervento chirurgico che più<br />

degli altri ha subito in questi anni<br />

gli effetti della rivoluzione laparoscopica<br />

è la colecistectomia, eseguita<br />

per calcoli della colecisti<br />

(una patologia molto comune anche<br />

fra i giovani e specialmente<br />

tra le donne).<br />

Da un taglio verticale o obliquo di<br />

10-20 centimetri e 8-10 giorni di<br />

degenza previsti con la tecnica<br />

tradizionale, si è<br />

passati in breve<br />

a 4 piccoli fori e<br />

2-3 giorni di<br />

permanenza in<br />

ospedale.<br />

Il mondo chirurgico,<br />

però, non<br />

conosce tregua,<br />

e proprio ora<br />

che tutto sembrava<br />

tranquillo<br />

è arrivata una<br />

nuova tecnica chirurgica, la rivoluzionaria<br />

S.I.L.S. (Single Incision<br />

Laparoscopic Surgery).<br />

Si tratta di una tecnica che prevede<br />

un solo piccolo taglio di due<br />

A sinistra:<br />

lo schema<br />

dell’intervento;<br />

Sopra:<br />

una fase della<br />

colecistectomia<br />

eseguita<br />

dall’equipe<br />

del Prof. Varoli e,<br />

qui a destra,<br />

l’incisione<br />

al termine<br />

dell’intervento.<br />

centimetri all’altezza dell’ombelico<br />

attraverso il quale rimuovere la<br />

(Continua a pagina 4)<br />

La Medicina dei Trapianti: un gesto di grande civiltà e di altruismo<br />

Se da un lato nel 2009 si è registrato un aumento<br />

del numero di donatori e si è evidenziata una sopravvivenza<br />

a 5 anni superiore al 90% per i trapianti<br />

di rene e fegato e superiore al 70% per il trapianto<br />

di cuore; dall’altro va registrato l’aumento del<br />

numero delle persone in lista di attesa di trapianto.<br />

Queste due facce della medaglia hanno rappresentato<br />

il tema di fondo del corso “La Medicina dei Trapianti”<br />

organizzato anche quest’anno dal dott. Andrea<br />

Lesmo nella Sala Conferenze dell’<strong>Ospedale</strong>.<br />

Il trapianto di organi è tutt’oggi l’unica terapia per<br />

molte insufficienze d’organo e, come già evidenziato,<br />

a fronte di una crescita dei donatori è in aumento<br />

il numero delle patologie per le quali è indicato il<br />

trapianto e, di conseguenza, l’allungamento delle<br />

liste delle persone in attesa di ricevere un organo.<br />

In questo contesto, però, come è emerso durante i<br />

lavori, molto si può fare, iniziando da una <strong>maggio</strong>re<br />

formazione del personale sanitario, che nel promuovere<br />

la Medicina dei Trapianti svolge un ruolo da<br />

sempre fondamentale, in particolare nel nostro O-<br />

spedale, dove da un anno è operativa la Neurochirurgia<br />

e sono stati anche attivati due posti di Neurorianimazione<br />

che, in prospettiva, aprono nuovi oriz-<br />

zonti nel campo delle donazioni, finora limitato alle<br />

cornee e ai tessuti, ma dove l’<strong>Ospedale</strong> <strong>San</strong> <strong>Carlo</strong><br />

<strong>Borromeo</strong> ha avuto modo di distinguersi nonostante<br />

non sia presente un reparto di oculistica.<br />

A parlare sono i numeri in continua crescita: nel corso<br />

del 2008, infatti, sono stati eseguiti 46 espianti di<br />

cornee, che nel 2009 sono saliti a 56 e nei primi<br />

quattro mesi del <strong>2010</strong> ne sono già stati eseguiti 23.<br />

Al di là dei numeri assoluti è importante evidenziare<br />

che la richiesta di donazione raccoglie consensi in<br />

costante crescita, a dimostrazione che la sensibilità<br />

nei confronti di questo delicato tema è in aumento e<br />

viene sempre più vissuta come un gesto di grande<br />

civiltà e altruismo, attraverso il quale un evento<br />

drammatico può essere trasformato in una speranza<br />

di vita per un’altra persona.<br />

E’ questo il messaggio che<br />

viene trasmesso anche ai<br />

ragazzi delle scuole della<br />

zona che l’AIDO porta spesso<br />

a visitare il nostro Servizio<br />

di Emodialisi (come abbiamo<br />

riportato sulla scorsa<br />

Newsletter).

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