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la corrente elettrica e relativi esperimenti - Citta del Sole

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INDICE<br />

DISTINTA DEI PEZZI Pag. 4<br />

ISTRUZIONI DI MONTAGGIO Pag. 5<br />

L’ELETTRICITÀ NELLA VITA QUOTIDIANA Pag. 6<br />

LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI Pag. 9<br />

IL MAGNETISMO E RELATIVI ESPERIMENTI Pag. 18<br />

L’ELETTRICITÀ E IL MAGNETISMO Pag. 22<br />

IL MOTORE ELETTRICO E RELATIVI ESPERIMENTI Pag. 24<br />

ESEMPI DI MODELLI Mo<strong>del</strong>lo 1 – Semaforo Pag. 26<br />

Mo<strong>del</strong>lo 2 – Coccodrillo Pag. 28<br />

Mo<strong>del</strong>lo 3 – Decodificatore Morse Pag. 30<br />

Mo<strong>del</strong>lo 4 – Trenino elettrico Pag. 32<br />

Mo<strong>del</strong>lo 5 – Gru elettromagnetica Pag. 34<br />

Mo<strong>del</strong>lo 6 – Parco marino con gabbiani Pag. 36<br />

Raccomandazioni<br />

L’utilizzo di questo kit consente ai bambini di familiarizzare con i concetti fisici <strong>del</strong>l’elettricità e <strong>del</strong> magnetismo.<br />

Il kit aiuta ad apprendere le nozioni fondamentali re<strong>la</strong>tive all’elettricità e a sviluppare il pensiero logico attraverso<br />

<strong>la</strong> costruzione dei vari mo<strong>del</strong>li.<br />

1. Si prega di leggere attentamente le istruzioni, di attenersi alle norme di sicurezza e di conservare questo manuale<br />

a portata di mano per consultazione. Si raccomanda di realizzare i diversi mo<strong>del</strong>li nell’ordine in cui sono presentati,<br />

in modo da facilitare <strong>la</strong> comprensione <strong>del</strong> montaggio dei diversi pezzi e da poter così arrivare a costruire altri tipi<br />

di mo<strong>del</strong>li seguendo <strong>la</strong> propria fantasia.<br />

2. Questo è un giocattolo adatto per bambini di età superiore a 8 anni ed è stato concepito per aiutarli a scoprire<br />

che cos’è un circuito elettrico e che cos’è il magnetismo, creando diversi mo<strong>del</strong>li per mettere in pratica le nozioni<br />

acquisite.<br />

3. Si raccomanda di illustrare ai bambini le norme di sicurezza e i possibili rischi prima di procedere al<strong>la</strong> costruzione<br />

dei vari mo<strong>del</strong>li.<br />

4. Non cercare di collegare i fili o gli accessori a una pressa <strong>elettrica</strong>. Questa operazione potrebbe risultare<br />

estremamente pericolosa. Il prodotto funziona esclusivamente a batteria.<br />

5. PULIZIA:<br />

• Prima di procedere al<strong>la</strong> pulizia, togliere le batterie.<br />

• Utilizzare esclusivamente un panno leggermente inumidito di acqua.<br />

• Non utilizzare mai prodotti detergenti.<br />

Norme di sicurezza<br />

1. Non ricaricare le batterie.<br />

2. Le batterie ricaricabili possono essere ricaricate solo in presenza di un adulto.<br />

3. Non utilizzare insieme batterie caricabili e non ricaricabili.<br />

4. Utilizzare solo le batterie raccomandate dal costruttore.<br />

5. Control<strong>la</strong>re sempre <strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità <strong>del</strong>le batterie.<br />

6. Non mettere in cortocircuito i morsetti <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria.<br />

7. Le batterie esauste devono essere smaltite insieme ai rifiuti tossici.<br />

8. Attenersi alle istruzioni per il ricic<strong>la</strong>ggio stampate sulle batterie.<br />

Attenzione<br />

1. Togliere le batterie quando si prevede di non utilizzare il prodotto per un lungo periodo di tempo.<br />

2. L’utilizzo improprio <strong>del</strong>le batterie può causare fuoriuscite <strong>del</strong> liquido interno, che possono danneggiare e corrodere<br />

le zone circostanti, con conseguente rischio di incendio, esplosione e lesioni personali.<br />

Avvertenze per i genitori<br />

Questo giocattolo non è adatto per bambini di età inferiore a 3 anni, in quanto contiene pezzi di piccole<br />

dimensioni che potrebbero essere accidentalmente ingeriti.<br />

Questo giocattolo deve essere tenuto fuori <strong>del</strong><strong>la</strong> portata di bambini in tenerissima età.<br />

3


4<br />

DISTINTA PEZZI<br />

N. NOME PEZZO PZ N. NOME PEZZO PZ N. NOME PEZZO PZ<br />

TELAIO LUNGO – GIALLO PULEGGIA PICCOLA – GRIGIA MANO ROBOT<br />

TELAIO GRIGIO GIUNTO DI COLLEGAMENTO DELLE BARRETTE PIEDE ROBOT<br />

TELAIO – BLU CAMMA OVOIDALE SNODO<br />

TELAIO QUADRATO – GRIGIO BIELLA CON FLANGIA BOTTONE DI FISSAGGIO<br />

BARRETTA LUNGA – GIALLA ASSE ADATTATORE “2 IN 1”<br />

BATTETTA – GRIGIA GIUNTO A CAMMA ADATTATORE A “L” 90°<br />

BARRETTA – GIALLA MODULO DI COLLEGAMENTO ALLA BASE RULLO DI RINVIO<br />

BARRETTA A 3 FORI – GIALLA PERNO GANCIO<br />

BARRETTA A 5 FORI – GRIGIA FISSAGGIO DEGLI INGRANAGGI CINGHIA<br />

BARRETTA DOPPIA – GRIGIA DISPOSITIVO DI RIMOZIONE DEI PERNI/DEGLI ASSI FILO – 50 CM<br />

BARRETTA CURVA – GRIGIA CAVETTO DI COLLEGAMENTO CON FERMACAVO – ROSSO VITE SENZA FINE<br />

ASSE DI TRASMISSIONE EXTRALUNGO CAVETTO DI COLLEGAMENTO – ROSSO CONDUTTORE A PERNO<br />

ASSE DI TRASMISSIONE – LUNGO CAVETTO DI COLLEGAMENTO CON FERMACAVO – NERO BARRA DI FERRO<br />

ASSE DI TRASMISSIONE – MEDIO CAVETTO DI COLLEGAMENTO – NERO BOBINA<br />

ASSE DI TRASMISSIONE – GRIGIO INTERRUTTORE FILO CON GUAINA IN PLASTICA – 400 CM<br />

BARRA CONNETTORE A CUBO MAGNETE ROTONDO<br />

BASE RETICOLATA A DOPPIA FACCIA PORTABATTERIE MAGNETE RETTANGOLARE<br />

INGRANAGGIO GRANDE – GIALLO PORTALAMPADA – VERDE BUSSOLA<br />

INGRANAGGIO MEDIO – GIALLO PORTALAMPADA – ROSSO SACCHETTO DI LIMATURA DI FERRO<br />

INGRANAGGIO PICCOLO – ROSSO PORTALAMPADA – GIALLO FOGLI DI CARTA FUSTELLATI<br />

RUOTA PER TRASMISSIONE A CATENA CON 20 DENTI – GIALLA ALIMENTATORE CON ALBERINO<br />

PULEGGIA GRANDE – GRIGIA TESTA ROBOT<br />

PULEGGIA MEDIA – GRIGIA CORPO ROBOT TOTALE


Fase 1<br />

Montaggio <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria<br />

Durante il montaggio <strong>del</strong>le batterie<br />

“AA”, control<strong>la</strong>re che i poli positivo (+)<br />

e negativo (-) <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria coincidano<br />

con quelli <strong>del</strong> portabatterie.<br />

ISTRUZIONI DI MONTAGGIO<br />

Collegamento dei portabatterie<br />

1. Quando i portabatterie sono collegati insieme come nelle Fig. A o B,<br />

si dice che le “BATTERIE SONO COLLEGATE IN SERIE”.<br />

2. Quando i portabatterie sono collegati insieme come nel<strong>la</strong> Fig. C,<br />

si dice che le “BATTERIE SONO COLLEGATE IN PARALLELO”.<br />

ATTENZIONE!<br />

Non effettuare mai il collegamento come nelle figure seguenti<br />

Collegamento tra portabatterie, fili elettrici,<br />

connettore a cubo e interruttore<br />

Le prese sul connettore a cubo possono condurre l’elettricità, ad<br />

eccezione <strong>del</strong><strong>la</strong> presa con il logo GIGO, in modo tale che il connettore<br />

a cubo possa essere collegato al portabatterie (come in Fig. D)<br />

o all’interruttore (come in Fig. E) ed essere utilizzato come alimentatore.<br />

NESSUNA CONDUZIONE<br />

DI CORRENTE ELETTRICA<br />

Collegamento tra fili elettrici e interruttore, porta<strong>la</strong>mpada o motore elettrico<br />

SPENTO<br />

ACCESO<br />

Sostituzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina<br />

1. Afferrare il coperchio <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina ed estrarlo<br />

dal porta<strong>la</strong>mpada (Fig. J).<br />

2. Svitare <strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina da sostituire e avvitare sul<br />

porta<strong>la</strong>mpada una <strong>la</strong>mpadina nuova (Fig. K).<br />

3. Riposizionare il coperchio sul<strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina<br />

nel porta<strong>la</strong>mpada.<br />

N.B.: Avvitare a fondo <strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina<br />

in modo da assicurare un’efficacie<br />

conduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>.<br />

Fase 1<br />

Collegamento tra base retico<strong>la</strong>ta,<br />

te<strong>la</strong>io e barretta<br />

Rimozione <strong>del</strong> perno<br />

Per rimuovere il perno, utilizzare<br />

il <strong>la</strong>to “A” <strong>del</strong>l’apposito dispositivo<br />

di rimozione (Fig. O).<br />

5


6<br />

L’ELETTRICITA’ NELLA VITA QUOTIDIANA<br />

Con lo sviluppo <strong>del</strong><strong>la</strong> tecnologia, l’elettricità è divenuta indispensabile nel<strong>la</strong> vita quotidiana.<br />

Sapete come si genera l’elettricità? Che caratteristiche ha? Che utilizzo possiamo farne?<br />

1) Lo sviluppo <strong>del</strong>l’elettricità<br />

L’elettricità è sempre esistita sul<strong>la</strong> Terra. Circa 2000 anni fa, i Greci scoprirono che l’ambra,<br />

una volta strofinata, attirava verso di sé foglie secche, piume, stracci. Il nome greco<br />

<strong>del</strong>l’ambra era “elektron” (da cui <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “elettricità”) e questa sua misteriosa capacità<br />

di attrarre oggetti fu quindi definita “<strong>elettrica</strong>”. Nel ‘700, fu Benjamin Franklin a scoprire<br />

l’esistenza <strong>del</strong>l’elettricità in natura e a dare impulso al suo continuo sviluppo da parte<br />

<strong>del</strong>l’Uomo. Nel 1785, Charles Augustin Coulomb scoprì l’interazione tra due cariche<br />

elettriche e introdusse nuove conoscenze sull’elettricità così come noi oggi <strong>la</strong> conosciamo.<br />

Fino al 1802 si pensava che l’elettricità e il magnetismo non avessero nul<strong>la</strong> a che fare con<br />

le leggi <strong>del</strong><strong>la</strong> fisica. In quell’anno, Hans Christian Oersted scoprì gli effetti <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong><br />

<strong>elettrica</strong> sul magnetismo. In altri termini, intorno a un filo conduttore di <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> si<br />

genera un campo magnetico, analogo a quello formato da un semplice magnete. Entrambi<br />

questi campi magnetici sono in grado di far spostare l’ago di una busso<strong>la</strong>. Questo dimostra<br />

che l’elettricità e il magnetismo sono reciprocamente collegati e possono coesistere.<br />

Da quel momento in poi e per molti decenni, furono molti gli scienziati che eseguirono<br />

ricerche nel campo <strong>del</strong>l’elettricità e <strong>del</strong> magnetismo.<br />

André-Marie Ampère (1775-1836), fu il primo che si dedicò a misurare l’elettricità e diede il<br />

proprio nome all’unità di misura internazionale <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>: l’ampère (simbolo “A”).<br />

Carl Friedriech Gauss (1777-1855) misurò <strong>la</strong> forza dei campi elettrici. Georg Simon Ohm<br />

(1784-1854) scoprì <strong>la</strong> tensione <strong>elettrica</strong> e <strong>la</strong> resistenza <strong>elettrica</strong>. Michael Faraday (1791-1867)<br />

usò <strong>la</strong> limatura di ferro per evidenziare le linee di forza che si generano nei campi magnetici<br />

intorno ai magneti. Tutte queste scoperte portarono a un’autentica rivoluzione nelle<br />

conoscenze tradizionali <strong>del</strong>l’epoca.<br />

Negli anni successivi le ricerche sull’elettricità proseguirono grazie agli sforzi di numerosi<br />

scienziati, fino all’avvento di James Clerk Maxwell (1831-1879), che rie<strong>la</strong>borò le teorie<br />

di Gauss, Ampère e Faraday unificandole nel<strong>la</strong> teoria dei campi magnetici.<br />

L’elettricità è una forma di energia che genera una potenza. Come abbiamo visto, l’elettricità<br />

e il magnetismo esistono in natura sul<strong>la</strong> Terra: basta pensare ai fulmini, al polo Nord e al polo<br />

Sud magnetici o all’attrazione generata da un oggetto sfregato con forza tra le nostre mani.<br />

Tutti questi fenomeni sono manifestazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> cosiddetta “elettricità statica”.<br />

Fig. 1 – I fulmini nel cielo e il polo Nord e il polo Sud magnetici<br />

sono espressione <strong>del</strong>l’elettricità e <strong>del</strong> magnetismo in natura.


Induzione elettrostatica Collegamento a terra<br />

Scollegamento da terra Rimozione <strong>del</strong>l’oggetto carico<br />

Fig. 1 – Il metodo di carica dei conduttori utilizzando il principio<br />

<strong>del</strong>l’induzione elettrostatica è chiamato “interazione <strong>elettrica</strong>”.<br />

2) L’elettricità nel<strong>la</strong> vita quotidiana<br />

Nel<strong>la</strong> vita di ogni giorno utilizziamo una grande quantità di apparecchi elettrici, che,<br />

naturalmente, hanno bisogno di elettricità per funzionare. Da dove proviene l’elettricità?<br />

Vediamo di capirlo nei paragrafi che seguono.<br />

Innanzi tutto, dobbiamo capire che re<strong>la</strong>zione esiste tra elettricità e magnetismo.<br />

1) Faraday scoprì che, avvicinando una bobina a un magnete, <strong>la</strong> bobina si caricava di<br />

elettricità seguito <strong>del</strong>l’interazione <strong>elettrica</strong> causata dal<strong>la</strong> variazione <strong>del</strong> campo magnetico.<br />

2) Il fenomeno che porta al<strong>la</strong> generazione di elettricità in seguito al<strong>la</strong> variazione <strong>del</strong> campo<br />

magnetico causata dal movimento <strong>del</strong> magnete prende il nome di interazione elettromagnetica.<br />

3) L’elettricità così prodotta è il risultato <strong>del</strong>l’interazione tra il campo elettrico e il campo<br />

magnetico.<br />

4) Quanto più rapidamente il magnete si avvicina al<strong>la</strong> bobina o si allontana da essa, tanto<br />

più rapidamente il campo magnetico varia all’interno <strong>del</strong><strong>la</strong> bobina e tanto maggiore è <strong>la</strong><br />

<strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> prodotta dall’interazione tra il campo elettrico e il campo magnetico.<br />

5) Viceversa, è possibile produrre elettricità anche avvicinando o allontanando <strong>la</strong> bobina<br />

invece <strong>del</strong> magnete.<br />

6) Applicando una forza esterna, possiamo quindi muovere continuamente un dispositivo<br />

meccanico per variare <strong>la</strong> posizione <strong>del</strong> campo magnetico <strong>del</strong><strong>la</strong> bobina, in modo tale da<br />

generare una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> continua. È questo il principio su cui si basa il funzionamento<br />

<strong>del</strong> generatore.<br />

Inserire il magnete Lasciare il magnete fisso in posizione Togliere il magnete<br />

(a) Inserendo il magnete<br />

nel<strong>la</strong> bobina, <strong>la</strong> bobina<br />

si carica <strong>elettrica</strong>mente.<br />

L’ELETTRICITA’ NELLA VITA QUOTIDIANA<br />

(b) Tenendo fermo il magnete,<br />

nel<strong>la</strong> bobina non si produce<br />

alcuna <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong><br />

Fig. 2 – Re<strong>la</strong>zione tra magnetismo ed elettricità<br />

(c) Togliendo il magnete,<br />

l’elettricità <strong>del</strong><strong>la</strong> bobina<br />

fluisce in senso inverso.<br />

7


8<br />

L’ELETTRICITA’ NELLA VITA QUOTIDIANA<br />

In generale, i generatori producono elettricità ad alta tensione, in modo tale da poter<strong>la</strong><br />

trasportare lontano e far<strong>la</strong> arrivare nelle nostre case. Ma questo tipo di elettricità non può<br />

essere utilizzata. Normalmente, <strong>la</strong> società di gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> rete <strong>elettrica</strong> provvederà a<br />

costruire una stazione di trasformazione nei pressi <strong>del</strong> quartiere residenziale a cui l’elettricità<br />

è destinata, per adeguare <strong>la</strong> tensione <strong>elettrica</strong> a un livello che ne permetta <strong>la</strong> distribuzione<br />

alle abitazioni.<br />

Centrale nucleare Centrale idro<strong>elettrica</strong><br />

Cabina di<br />

trasformazione primaria<br />

Pilone elettrico <strong>del</strong>l’alta<br />

tensione<br />

Sistema di<br />

erogazione/trasformazione<br />

Centrale termica Centrale eolica<br />

Cabina di trasformazione<br />

secondaria<br />

Trasformatore<br />

su palo elettrico<br />

Sistema di<br />

distribuzione<br />

Fig. 3 – Distribuzione <strong>del</strong>l’energia <strong>elettrica</strong> nelle nostre case<br />

Abitazioni<br />

Le centrali trasformano vari tipi di energia in elettricità per far fronte al fabbisogno domestico.<br />

La <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> che arriva nelle nostre case è chiamata <strong>corrente</strong> alternata (AC), in quanto<br />

<strong>la</strong> direzione e <strong>la</strong> quantità <strong>del</strong>l’energia <strong>elettrica</strong> erogata variano nel tempo a intervalli rego<strong>la</strong>ri,<br />

mentre <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> <strong>del</strong>le batterie a secco o ricaricabili è chiamata <strong>corrente</strong> continua<br />

(DC) in quanto non varia nel tempo.


Corrente <strong>elettrica</strong><br />

LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Tempo<br />

La quantità e <strong>la</strong> direzione<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong><br />

sono costanti<br />

Tempo<br />

Corrente continua (DC) La quantità e <strong>la</strong> direzione<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong><br />

sono variabili<br />

Fig. 1 – Confronto tra <strong>corrente</strong> continua e <strong>corrente</strong> alternata<br />

Corrente <strong>elettrica</strong><br />

Corrente alternata (AC)<br />

3) La <strong>la</strong>mpadina si accende!<br />

Che tipo di giocattoli avete a casa vostra? Si illuminano al buio, emettono dei suoni,<br />

si muovono? Di che cosa sono fatti? Che cosa li fa accendere o muovere? Utilizzano tutti<br />

<strong>del</strong>le batterie?<br />

1) Batterie a secco<br />

(a) sono costituite da 2 poli: un polo positivo (simbolo “+”) e un polo negativo (simbolo “-“)<br />

(b) erogano una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> continua dopo aver<strong>la</strong> trasformata dall’energia chimica<br />

(c) il polo positivo ha un potenziale elettrico maggiore rispetto al polo negativo<br />

(d) l’estremità sporgente <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria corrisponde al polo positivo, mentre l’altra estremità<br />

corrisponde al polo negativo.<br />

Barretta di carbone (positivo)<br />

Cloruro di ammonio<br />

Biossido di manganese<br />

Soluzione ge<strong>la</strong>tinosa<br />

Rivestimento di zinco (negativo)<br />

Fig. 2 – Struttura <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria<br />

Polo positivo (simbolo “+”)<br />

Polo negativo (simbolo “-“)<br />

Tensione <strong>elettrica</strong>:<br />

(a) La differenza di potenziale elettrico tra il polo positivo e il polo negativo è chiamata<br />

tensione <strong>elettrica</strong>.<br />

(b) L’unità di misura <strong>del</strong><strong>la</strong> tensione <strong>elettrica</strong> è il volt (V).<br />

(c) Generalmente, <strong>la</strong> tensione di una batteria è pari a 1,5 V, vale a dire il potenziale elettrico<br />

<strong>del</strong> polo positivo è superiore di 1,5 V rispetto al potenziale elettrico <strong>del</strong> polo negativo.<br />

9


10<br />

LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Corrente <strong>elettrica</strong>:<br />

(a) La <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> è costituita da un flusso di elettroni all’interno di un conduttore.<br />

(b) Una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> si genera in seguito a una differenza di potenziale tra un polo<br />

positivo e un polo negativo all’interno di un filo conduttore.<br />

(c) Per generare una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>, l’energia deve fluire da un potenziale più alto a un<br />

potenziale più basso.<br />

(d) L’intensità <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> dipende dal<strong>la</strong> sua quantità e si misura in ampère (A).<br />

8<br />

La velocità <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> è identica a quel<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> luce: circa 3 x 10 metri<br />

al secondo.<br />

Acqua in<br />

posizione<br />

più bassa<br />

Acqua in<br />

posizione<br />

più alta<br />

Fig. 1 – La differenza di potenziale elettrico produce <strong>la</strong> tensione e <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong><br />

2) Portabatterie<br />

Quando utilizziamo <strong>del</strong>le batterie a casa, per farle funzionare dobbiamo collegare il polo<br />

positivo al polo negativo. Per fare questo, solitamente le inseriamo in un portabatterie dove<br />

il collegamento è assicurato da un contatto elettrico. Control<strong>la</strong>re sempre di avere inserito<br />

le batterie nel senso giusto.<br />

Fig. 2 – Le batterie devono essere inserite nel senso giusto


LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

3) Cavetto di collegamento<br />

Il cavetto di collegamento è costituito da un filo che conduce l’elettricità. Il filo è realizzato<br />

in rame rivestito da una guaina di p<strong>la</strong>stica per impedire un contatto accidentale tra le parti<br />

ripiegate <strong>del</strong> filo ed evitare cortocircuiti e scosse elettriche.<br />

Fig. 1 – Il cavetto di collegamento (sia rosso che nero)<br />

è in grado di condurre l’elettricità da un polo all’altro<br />

4) Porta<strong>la</strong>mpada<br />

Le <strong>la</strong>mpadine generano luce per vedere al buio. La luce è generata dal riscaldamento <strong>del</strong><br />

fi<strong>la</strong>mento contenuto all’interno <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina. Ma come funziona una <strong>la</strong>mpadina?<br />

Quando <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> fluisce attraverso il fi<strong>la</strong>mento, genera energia e quindi calore.<br />

Il calore così generato riscaldata il fi<strong>la</strong>mento. Nel 1879, Thomas Edison utilizzò il carbone<br />

come materiale per realizzare il fi<strong>la</strong>mento <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina. Benché il carbone abbia un<br />

elevatissimo punto di fusione (3.550 °C), è facilmente consumabile, dura solo per un periodo<br />

di tempo breve e deve essere iso<strong>la</strong>to dall’aria (in caso contrario, brucia a contatto <strong>del</strong>l’aria).<br />

Oggi si utilizza un fi<strong>la</strong>mento di tungsteno con punto di fusione a 3.410 °C.<br />

Questo tipo di fi<strong>la</strong>mento ha una durata maggiore ma anch’esso brucia a contatto con l’aria.<br />

Perciò, è necessario che il bulbo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina al suo interno sia privo di aria e riempito<br />

con un gas inerte. Se vedete che una <strong>la</strong>mpadina non funziona, control<strong>la</strong>te innanzi tutto<br />

che il fi<strong>la</strong>mento non sia rotto. All’occorrenza <strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina vecchia può essere facilmente<br />

sostituita con una <strong>la</strong>mpadina nuova.<br />

Fi<strong>la</strong>mento<br />

Fili elettrici<br />

Doppio fi<strong>la</strong>mento<br />

di tungsteno avvolto<br />

a spirale<br />

Fig. 2 – Il fi<strong>la</strong>mento di tungsteno è in grado di trasformare<br />

l’energia generata dal<strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> in luce e calore.<br />

Nel nostro porta<strong>la</strong>mpada, il collegamento è assicurato da due piastrine di rame che<br />

collegano i due poli <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina ai due fori nei quali si inserisce direttamente il cavetto<br />

di collegamento. Questo tipo di attacco è estremamente comodo per realizzare un circuito.<br />

11


12<br />

LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

1) Accendiamo <strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina<br />

a) La <strong>la</strong>mpadina è accesa.<br />

Costruiamo un circuito di base con portabatterie, porta<strong>la</strong>mpada e cavetti di collegamento.<br />

Fig. 1 La <strong>la</strong>mpadina è accesa<br />

batteria batteria<br />

1) La batteria a secco fornisce <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong> e <strong>la</strong> tensione necessaria al circuito.<br />

Costituisce, cioè, quello che noi chiamiamo alimentatore.<br />

2) La <strong>la</strong>mpadina rappresenta il dispositivo elettrico <strong>del</strong> circuito.<br />

3) L’alimentatore e il dispositivo elettrico sono collegati da cavetti di collegamento.<br />

4) Ora collegate il portabatterie e il porta<strong>la</strong>mpada con i cavetti di collegamento rosso e nero.<br />

5) La <strong>la</strong>mpadina si accende?<br />

6) Toccate con <strong>la</strong> mano il bulbo <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina per sentire se <strong>la</strong> temperatura è aumentata.<br />

Attenzione: Per evitare ustioni, non toccate mai le <strong>la</strong>mpadine di casa vostra.<br />

A causa <strong>del</strong><strong>la</strong> tensione alta di queste <strong>la</strong>mpadine, <strong>la</strong> loro temperatura<br />

può essere elevatissima!<br />

2) La <strong>la</strong>mpadina si accende e si spegne azionando l’interruttore<br />

Ora collegate il portabatterie, l’interruttore e il porta<strong>la</strong>mpada con i cavetti di collegamento.<br />

1) Quando è acceso, l’interruttore permette il passaggio <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>.<br />

In questo caso, si dice che l’interruttore è in posizione chiusa.<br />

2) Quando è spento, l’interruttore impedisce il passaggio <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>.<br />

In questo caso si dice che è in posizione aperta.<br />

3) Il circuito è mostrato nel<strong>la</strong> figura sotto:<br />

Interruttore<br />

batteria <strong>la</strong>mpadina<br />

Fig. 2 – Circuito<br />

Fig. a – Quando l’interruttore è spento, il circuito è scollegato.<br />

Fig. b – Quando l’interruttore è acceso, il circuito è collegato.


LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Capitolo 1: Esperimenti sui conduttori<br />

Cercate di capire se gli oggetti seguenti<br />

conducono l’elettricità quando vengono<br />

posizionati al posto <strong>del</strong> “punto interrogativo”<br />

nel<strong>la</strong> Fig. 1.<br />

Sotto ogni oggetto raffigurato, spuntate<br />

<strong>la</strong> casel<strong>la</strong> con <strong>la</strong> risposta esatta.<br />

Cucchiaio Moneta Matita<br />

Conduce<br />

Non conduce<br />

Conduce<br />

Non conduce<br />

Conduce<br />

Non conduce<br />

Chiave Connettore a cubo Cinghia<br />

Conduce<br />

Non conduce<br />

Conduce<br />

Non conduce<br />

Conduce<br />

Non conduce<br />

Che cosa sono i connettori e gli iso<strong>la</strong>tori:<br />

Gli oggetti che permettono il passaggio <strong>del</strong>l’elettricità sono detti conduttori, mentre gli<br />

oggetti che impediscono il passaggio <strong>del</strong>l’elettricità sono detti iso<strong>la</strong>tori. I conduttori<br />

conducono l’elettricità perché contengono elettroni che sono liberi di muoversi sotto l’effetto<br />

degli impulsi generati dal<strong>la</strong> batteria e quindi generano a loro volta una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>.<br />

Viceversa, gli iso<strong>la</strong>tori non contengono elettroni liberi e quindi non permettono il passaggio<br />

<strong>del</strong>l’elettricità.<br />

13


14<br />

LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Capitolo 2: Batterie in serie e batterie in parallelo<br />

Su tutti i <strong>la</strong>ti <strong>del</strong> portabatterie, ad eccezione <strong>del</strong><strong>la</strong> parte inferiore, sono presenti dei morsetti<br />

in rame. Quando si collegano insieme due portabatterie, anche le batterie sono collegate tra<br />

loro attraverso questi morsetti in rame.<br />

1. Collegamento <strong>del</strong>le batterie in serie<br />

batteria<br />

batteria<br />

Collegare due batterie in serie significa posizionarle l’una dopo l’altra collegando il polo<br />

positivo <strong>del</strong>l’una al polo negativo <strong>del</strong>l’altra. Quanto maggiore è il numero <strong>del</strong>le batterie<br />

collegate, tanto maggiore sarà <strong>la</strong> tensione nel circuito. Per esempio, se <strong>la</strong> tensione di una<br />

batteria è 1,5 V, 2 batterie in serie avranno una tensione di 3 V, 3 batterie di 4,5 V, e così via.<br />

Tuttavia, <strong>la</strong> quantità di <strong>corrente</strong> rimane sempre <strong>la</strong> stessa, indipendentemente dal numero di<br />

batterie collegate in serie nel circuito.<br />

2. Collegamento <strong>del</strong>le batterie in parallelo<br />

batteria batteria<br />

Collegare due batterie in parallelo significa posizionarle l’una accanto all’altra collegando<br />

i due poli <strong>del</strong>lo stesso segno. In questo caso, <strong>la</strong> tensione rimane <strong>la</strong> stessa, mentre aumenta<br />

<strong>la</strong> quantità totale di <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>. Le batterie in parallelo durano quindi più a lungo<br />

di quelle in serie.<br />

Attenzione: Nei periodi di non utilizzo, è necessario togliere dal portabatterie le<br />

batterie collegate in serie o in parallelo per evitare un inutile consumo<br />

di energia.


LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Quale <strong>la</strong>mpadina è più luminosa nei circuiti seguenti?<br />

Spuntate <strong>la</strong> casel<strong>la</strong> accanto al<strong>la</strong> risposta corretta.<br />

Batterie in serie Batterie in parallelo<br />

Quanto maggiore è <strong>la</strong> tensione generata dalle batterie, tanto maggiore sarà <strong>la</strong> luminosità<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina.<br />

Capitolo 3: Lampadine in serie e <strong>la</strong>mpadine in parallelo<br />

La <strong>la</strong>mpadina è costituita da un fi<strong>la</strong>mento di tungsteno inserito in un bulbo di vetro privo<br />

di aria e riempito con un gas inerte. L’elettricità all’interno <strong>del</strong> bulbo rende incandescente<br />

il fi<strong>la</strong>mento di tungsteno generando luce e calore. Non c’è differenza tra i due conduttori<br />

all’interno <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina. La <strong>la</strong>mpadina si accende solo se <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> passa attraverso<br />

entrambi i conduttori. Anche le <strong>la</strong>mpadine, come le batterie, possono essere collegate<br />

in serie o in parallelo.<br />

1) Lampadine in serie (Fig. 1)<br />

Il collegamento in serie <strong>del</strong>le <strong>la</strong>mpadine à molto<br />

simile a quello <strong>del</strong>le batterie. Nel circuito le<br />

<strong>la</strong>mpadine sono collegate l’una dopo l’altra.<br />

2) Lampadine in parallelo (Fig. 2)<br />

Il collegamento in parallelo <strong>del</strong>le <strong>la</strong>mpadine è molto<br />

simile a quello <strong>del</strong>le batterie. Nel circuito, le<br />

<strong>la</strong>mpadine sono collegate l’una accanto all’altra.<br />

Quando le <strong>la</strong>mpadine sono collegate in serie, <strong>la</strong> tensione<br />

di ingresso viene ripartita tra le singole <strong>la</strong>mpadine.<br />

Se, per esempio, <strong>la</strong> tensione di ingresso è 3 V per 2<br />

<strong>la</strong>mpadine in serie, questo significa che ogni <strong>la</strong>mpadina<br />

ha una tensione di 1,5 V. Se invece <strong>la</strong> tensione di<br />

ingresso è 3 V per 3 <strong>la</strong>mpadine in serie, questo significa<br />

che ogni <strong>la</strong>mpadina ha una tensione di 1 solo V.<br />

Perciò, se le <strong>la</strong>mpadine sono collegate in serie, <strong>la</strong> loro<br />

luminosità diminuisce proporzionalmente all’aumento<br />

<strong>del</strong> numero di <strong>la</strong>mpadine presenti nel circuito.<br />

Se invece le <strong>la</strong>mpadine sono collegate in parallelo, non<br />

vi è alcuna ripartizione <strong>del</strong><strong>la</strong> tensione di ingresso tra le<br />

varie <strong>la</strong>mpadine. Quindi, <strong>la</strong> loro luminosità rimane<br />

invariata anche se si aumenta il numero di <strong>la</strong>mpadine<br />

nel circuito.<br />

15


16<br />

LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

3) Esperimenti su <strong>la</strong>mpadine collegate in serie e in parallelo.<br />

Cercate di capire in quale dei due collegamenti <strong>la</strong> luminosità <strong>del</strong>le <strong>la</strong>mpadine è maggiore<br />

e spuntate <strong>la</strong> casel<strong>la</strong> accanto al<strong>la</strong> risposta corretta.<br />

Lampadine in serie Lampadine in parallelo<br />

La tensione di ingresso è 3 V. Se le due <strong>la</strong>mpadine sono collegate in serie, <strong>la</strong> tensione va<br />

ripartita tra le due <strong>la</strong>mpadine, ciascuna <strong>del</strong>le quali avrà quindi una tensione di 1,5 V.<br />

Se invece le due <strong>la</strong>mpadine sono collegate in parallelo, <strong>la</strong> tensione di ciascuna <strong>la</strong>mpadina<br />

è identica a quel<strong>la</strong> di ingresso, cioè 3 V. Quanto maggiore è <strong>la</strong> tensione di una <strong>la</strong>mpadina,<br />

tanto maggiore sarà <strong>la</strong> sua luminosità. Siete riusciti a dedurre questo principio dagli<br />

<strong>esperimenti</strong> svolti?<br />

Capitolo 4: Esperimenti in serie e in parallelo<br />

Esperimento 1:<br />

C’è differenza nel<strong>la</strong> luminosità <strong>del</strong>le <strong>la</strong>mpadine tra i due tipi di collegamento?<br />

E qual è <strong>la</strong> differenza nei circuiti?<br />

Esperimento 2:<br />

Quando l’interruttore viene acceso e poi spento, si verifica qualche variazione nel<strong>la</strong> luminosità<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina verde? Perché?<br />

acceso spento<br />

<strong>la</strong>mpadina<br />

verde<br />

<strong>la</strong>mpadina<br />

verde


LA CORRENTE ELETTRICA E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Esperimento 3:<br />

Confrontate i due tipi di collegamento. La luminosità <strong>del</strong>le <strong>la</strong>mpadine è uguale? Perché?<br />

Esperimento 4:<br />

Quando il circuito è stato completato, accendete e spegnete l’interruttore.<br />

Notate qualche cambiamento nel<strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina verde e nel<strong>la</strong> <strong>la</strong>mpadina gial<strong>la</strong>?<br />

acceso<br />

spento<br />

+<br />

1.5V<br />

-<br />

+<br />

1.5V<br />

-<br />

17


18<br />

IL MAGNETISMO E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Il magnetismo à un fenomeno onnipresente nel<strong>la</strong> vita di tutti i giorni: basta pensare al<br />

magnete sul<strong>la</strong> bacheca dei messaggi, al<strong>la</strong> chiusura <strong>del</strong>l’astuccio portamatite, al<strong>la</strong> rotazione<br />

di un motore elettrico o all’azionamento di una gru. La Terra stessa è un grande magnete:<br />

ecco perché utilizziamo <strong>la</strong> busso<strong>la</strong> per orientarci.<br />

Un magnete deve avere un polo Nord e un polo Sud. I due poli sono sempre accoppiati<br />

e non possono essere separati, vale a dire non esiste nul<strong>la</strong> che abbia una so<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità.<br />

Se anche spezzassimo un magnete in due, entrambe le metà avrebbero ciascuna un polo<br />

Nord e un polo Sud.<br />

Avvicinando due magneti, possiamo notare che si attraggono o si respingono.<br />

Più precisamente, quando il polo Nord <strong>del</strong> magnete A si trova vicino al polo Sud <strong>del</strong><br />

magnete B, i due poli si attraggono fino a unirsi. Viceversa, quando il polo Nord <strong>del</strong> magnete<br />

A si trova vicino al polo Nord <strong>del</strong> magnete B, i due poli si respingono allontanandosi.<br />

Poli opposti si attraggono Poli uguali si respingono Poli uguali si respingono


IL MAGNETISMO E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

1) Il magnete e <strong>la</strong> busso<strong>la</strong><br />

L’ago <strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong> è in realtà un magnete. La punta <strong>del</strong>l’ago rappresenta il polo Nord, mentre<br />

<strong>la</strong> base rappresenta il polo Sud. Quando avviciniamo un magnete al<strong>la</strong> busso<strong>la</strong>, possiamo<br />

vedere che l’ago <strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong> si sposta. Questo è il principio secondo cui “poli opposti<br />

si attraggono, poli uguali si respingono”.<br />

Come abbiamo detto, <strong>la</strong> Terra stessa è un magnete e infatti si par<strong>la</strong> di magnetismo terrestre.<br />

Il magnetismo terrestre è un fenomeno che permette di mantenere un rapporto ottimale tra<br />

<strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong><strong>la</strong> Terra e quel<strong>la</strong> <strong>del</strong> <strong>Sole</strong> e <strong>del</strong><strong>la</strong> Luna, ancorandoci saldamente al suolo,<br />

a differenza degli astronauti che nelle stazioni orbitanti fluttuano nell’aria all’interno <strong>del</strong>le loro<br />

navicelle spaziali. Da un punto di vista magnetico, <strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità terrestre è opposta rispetto<br />

a quel<strong>la</strong> con cui normalmente si indicano i poli geografici: quindi, l’Artico rappresenta in<br />

realtà il polo Sud rispetto al magnetismo terrestre, mentre l’Antartico rappresenta il polo<br />

Nord.<br />

La punta <strong>del</strong>l’ago <strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong> corrisponde al polo Nord <strong>del</strong> magnete o ed è quindi attratta<br />

dal polo Sud <strong>del</strong> polo magnetico terrestre che equivale al polo Nord <strong>del</strong><strong>la</strong> Terra. Ecco perché<br />

l’ago <strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong> punta sempre verso il Nord <strong>del</strong><strong>la</strong> Terra e <strong>la</strong> busso<strong>la</strong> è quindi un eccellente<br />

strumento con cui orientarsi.<br />

19


20<br />

IL MAGNETISMO E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Esperimento 1: Spostamento di un veicolo secondo il principio <strong>del</strong>l’attrazione e repulsione di<br />

un magnete<br />

Provate a confrontare. Quale veicolo si sposta più velocemente?<br />

2) Linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico<br />

Il magnete non ha bisogno di alcun altro mezzo per esercitare <strong>la</strong> propria azione.<br />

Tutti gli oggetti che si trovano nel suo campo magnetico sono soggetti al<strong>la</strong> sua forza.<br />

Questo fenomeno invisibile prende il nome di “linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico”.<br />

All’esterno <strong>del</strong> magnete le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico vanno dal polo Nord al polo<br />

Sud, mentre al suo interno vanno dal polo Sud al polo Nord. Si generano così <strong>del</strong>le linee<br />

curve chiuse e rego<strong>la</strong>ri che non si incontrano mai. Le linee di forza sono più dense in<br />

corrispondenza dei due poli, dove il campo magnetico è più forte. Questo significa che<br />

l’intensità <strong>del</strong> campo magnetico dipende dal<strong>la</strong> densità <strong>del</strong>le sue linee di forza.<br />

La punta <strong>del</strong>l’ago (polo Nord) <strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong> punta nel<strong>la</strong> stessa direzione <strong>del</strong>le linee di forza<br />

<strong>del</strong> campo magnetico, vale a dire che <strong>la</strong> direzione <strong>del</strong>l’ago è paralle<strong>la</strong> alle linee di forza <strong>del</strong><br />

campo magnetico.


IL MAGNETISMO E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Esperimento 2: Osservazione <strong>del</strong>le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico<br />

Utilizzate il sacchetto con <strong>la</strong> limatura di ferro per evidenziare le linee di forza <strong>del</strong> campo<br />

magnetico intorno al magnete e rispondete alle seguenti domande:<br />

1) Le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico ai due poli sono più dense rispetto ad altre zone?<br />

2) Le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico si diradano quando aumenta <strong>la</strong> distanza dai due poli?<br />

3) La distribuzione <strong>del</strong>le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico rimane invariata quando<br />

il magnete si sposta?<br />

Pensate che le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico siano tridimensionali?<br />

Posizionate il magnete<br />

sotto il sacchetto<br />

contenente <strong>la</strong> limatura<br />

di ferro e percuotetelo<br />

un paio di volte per<br />

visualizzare le linee<br />

di forza <strong>del</strong> campo<br />

magnetico.<br />

3) Magnetizzazione<br />

Un magnete è in grado di magnetizzare una graffetta fermacarte o un chiodo. Il chiodo<br />

attratto dal magnete è a sua volta in grado di attrarre un altro chiodo e così via. Questo<br />

fenomeno viene chiamato magnetizzazione ed è solo temporaneo. Non appena il magnete<br />

viene allontano dagli oggetti metallici, infatti il magnetismo scompare.<br />

I magneti che utilizziamo solitamente sono i magneti permanenti, che conservano sempre<br />

il loro magnetismo. Tuttavia, se <strong>la</strong> temperatura <strong>del</strong> magnete dovesse aumentare, il suo<br />

magnetismo diminuirebbe.<br />

Esperimento 3: Magnete e graffette fermacarta<br />

Confrontando i magneti, quale magnete è in grado di attrarre il maggior numero di graffette<br />

fermacarta?<br />

Avvicinando le graffette fermacarta una al<strong>la</strong> volta, provate<br />

a osservare quale magnete è in grado di attrarre il<br />

maggior numero di graffette.<br />

21


22<br />

ELETTRICITA’ E MAGNETISMO<br />

Anticamente, si pensava che non esistesse alcun rapporto tra elettricità e magnetismo.<br />

Nel 1821 uno scienziato danese, Hans Christian Oersted, scoprì tuttavia che, quando si<br />

avvicinavano a una busso<strong>la</strong> dei fili elettrici di rame in cui passava una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>, l’ago<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong> deviava dal polo Nord magnetico. Questa era <strong>la</strong> dimostrazione che si era<br />

generato un campo magnetico intorno ai fili conduttori di <strong>corrente</strong>. Il campo magnetico così<br />

generato ha le stesse caratteristiche <strong>del</strong> campo magnetico generato da un magnete.<br />

1) Effetto magnetico <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong><br />

Qualsiasi filo conduttore di <strong>corrente</strong> è in grado di generare intorno a sé un campo<br />

magnetico. Questo fenomeno prende il nome di effetto magnetico <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>.<br />

Agli inizi <strong>del</strong> ‘700, uno scienziato francese, André-Marie Ampère, studiò ancora più a fondo<br />

i campi magnetici e le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico, arrivando a scoprire che le linee<br />

di forza generate dal conduttore formavano dei cerchi concentrici ravvicinati e che <strong>la</strong><br />

direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione era perpendico<strong>la</strong>re al conduttore.<br />

Piano <strong>del</strong> tavolo<br />

Supporto<br />

Resistenza<br />

Interruttore<br />

Batteria<br />

Sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong><strong>la</strong> scoperta di questo fenomeno, per determinare <strong>la</strong> direzione <strong>del</strong> campo<br />

magnetico in rapporto a un filo conduttore di <strong>corrente</strong> è possibile applicare <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

mano destra formu<strong>la</strong>ta dallo stesso Ampère:<br />

1) Quando il pollice punta nel<strong>la</strong> direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong>, le dita che afferrano il filo indicano<br />

<strong>la</strong> direzione <strong>del</strong> campo magnetico.<br />

2) Il pollice indica il verso <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> nel filo e le altre dita sono curvate nel<strong>la</strong> stessa<br />

direzione <strong>del</strong>le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico.<br />

3) Posizionando una busso<strong>la</strong> nel campo magnetico circo<strong>la</strong>re, il polo Nord <strong>del</strong><strong>la</strong> busso<strong>la</strong><br />

si sposterà lungo <strong>la</strong> direzione <strong>del</strong>le linee di forza <strong>del</strong> campo magnetico e punterà in una<br />

direzione tangente al campo magnetico.


ELETTRICITA’ E MAGNETISMO<br />

2) Elettromagneti<br />

Se avvolgiamo a spira un filo in cui passa una <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>, il campo magnetico così<br />

generato è più forte rispetto a quello di un filo rettilineo. Quanto maggiore è il numero <strong>del</strong>le<br />

spire, tanto maggiore sarà <strong>la</strong> forza <strong>del</strong> campo magnetico. Possiamo quindi utilizzare <strong>la</strong><br />

rego<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> mano destra di Ampère per determinare le caratteristiche <strong>del</strong> campo magnetico.<br />

a) Piegate le dita lungo <strong>la</strong> direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> sul filo avvolto a spira, come mostrato<br />

nel<strong>la</strong> Fig. 1.<br />

b) Il pollice punta verso il polo Nord <strong>del</strong> campo magnetico, mentre <strong>la</strong> direzione opposta<br />

rappresenta il polo Sud.<br />

c) I due poli Nord e Sud costituiscono un elettromagnete. Tuttavia, se non passa <strong>corrente</strong><br />

al suo interno, il filo avvolto a spira è un filo assolutamente normale, privo di magnetismo.<br />

Quando il filo viene avvolto a spira intorno a una sbarretta di ferro, il magnetismo <strong>del</strong> filo<br />

si trasferisce anche al<strong>la</strong> sbarretta, che quindi sarà in grado di attrarre oggetti metallici.<br />

La sbarretta di ferro diventa a sua volta un magnete, o, in questo caso, un elettromagnete.<br />

Possiamo determinare <strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità <strong>del</strong>l’elettromagnete applicando <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> <strong>del</strong><strong>la</strong> mano destra<br />

precedentemente enunciata.<br />

La forza <strong>del</strong>l’elettromagnete è definita dall’intensità <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> o dal<strong>la</strong> quantità <strong>del</strong>le spire<br />

<strong>del</strong> filo conduttore. Inoltre, <strong>la</strong> direzione <strong>del</strong> campo elettromagnetico può essere modificata<br />

dal<strong>la</strong> direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> <strong>elettrica</strong>. L’applicazione più comune degli elettromagneti<br />

è costituita dal ricevitore e dal<strong>la</strong> cornetta <strong>del</strong> telefono, ma <strong>la</strong> si può osservare per esempio<br />

anche nei bracci <strong>del</strong>le gru che manipo<strong>la</strong>no oggetti metallici negli impianti di ricic<strong>la</strong>ggio<br />

o nei cantieri.<br />

23


24<br />

IL MOTORE ELETTRICO E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Rotazione <strong>del</strong> motore<br />

Il concetto <strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong> motore è quello di trasformare l’energia<br />

<strong>elettrica</strong> in energia magnetica e quindi in energia cinetica per attivare<br />

il motore stesso. Il motore ruota per azionare degli ingranaggi e creare<br />

molti tipi di giocattoli mobili.<br />

1) Struttura <strong>del</strong> motore elettrico<br />

a) Un motore elettrico è costituito da un filo conduttore avvolto<br />

in una bobina posizionata accanto a un magnete. Le estremità<br />

<strong>del</strong> filo sono collegate a un alimentatore di <strong>corrente</strong> (batteria)<br />

attraverso una coppia di contatti elettrici chiamati spazzole<br />

e un commutatore.<br />

Normalmente, <strong>la</strong> bobina si compone di milioni di avvolgimenti<br />

<strong>del</strong> filo, ma per comodità di riferimento ne parleremo come se<br />

fosse costituita da un unico avvolgimento.<br />

b) La <strong>corrente</strong> si sposta dal polo positivo <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria,<br />

attraversa nell’ordine una <strong>del</strong>le due spazzole, il commutatore,<br />

<strong>la</strong> bobina e <strong>la</strong> spazzo<strong>la</strong> opposta, fino a ritornare al polo negativo<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> batteria per ricominciare il ciclo.<br />

c) Tra le due spazzole elettriche e il commutatore vi è solo un<br />

leggero contatto.<br />

batteria<br />

bobina<br />

spazzole<br />

elettriche<br />

commutatore<br />

2) Concetto <strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong> motore<br />

a) Quando <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> arriva sul<strong>la</strong> bobina genera un campo<br />

magnetico che interagisce con il campo magnetico permanente<br />

<strong>del</strong> magnete. Questa interazione spinge verso il basso il<br />

segmento <strong>del</strong><strong>la</strong> bobina più vicino al polo Sud magnetico<br />

e verso l’alto quello più vicino al polo Nord magnetico provocando<br />

<strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong><strong>la</strong> bobina.<br />

b) Dopo una rotazione di 90°, le spazzole non sono più a contatto<br />

<strong>del</strong> commutatore, nel circuito non passa più <strong>corrente</strong> e non si<br />

genera più alcuna forza magnetica, ma, in virtù <strong>del</strong>l’inerzia<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione, <strong>la</strong> bobina continua a ruotare in senso orario.<br />

c) Compiuto mezzo giro (180°), le spazzole sono nuovamente a contatto <strong>del</strong> commutatore,<br />

nel circuito passa di nuovo <strong>corrente</strong>, ma <strong>la</strong> <strong>corrente</strong> viene invertita dal commutatore, che<br />

così facendo inverte anche le forze agenti sul<strong>la</strong> bobina completando il giro.<br />

d) La funzione <strong>del</strong>le spazzole elettriche e <strong>del</strong> commutatore è dunque quel<strong>la</strong> di modificare<br />

<strong>la</strong> direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> ogni mezzo giro <strong>del</strong><strong>la</strong> bobina. Questo fa sì che si determini una<br />

rotazione continua.<br />

e) Invertendo i poli <strong>del</strong><strong>la</strong> batteria, si inverte anche <strong>la</strong> direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> e con essa <strong>la</strong><br />

direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione.<br />

Esperimento 1: Direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>corrente</strong> e direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong> motore<br />

Direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong> motore<br />

senso orario senso antiorario<br />

Direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> rotazione <strong>del</strong> motore<br />

senso orario senso antiorario


IL MOTORE ELETTRICO E RELATIVI ESPERIMENTI<br />

Esperimento 2: Tensione e velocità di rotazione <strong>del</strong> motore elettrico<br />

batteria<br />

batteria<br />

interruttore<br />

motore<br />

Confrontando questo esperimento con l’Esperimento 1, quale motore ruota più velocemente?<br />

Perché?<br />

Costruzione dei circuiti elettrici<br />

Costruite un circuito elettrico vero e proprio seguendo gli schemi sotto riportati e osservate<br />

il loro funzionamento.<br />

Esperimento 1 Esperimento 2<br />

connettore a cubo<br />

interruttore interruttore<br />

<strong>la</strong>mpadina<br />

(rossa)<br />

<strong>la</strong>mpadina<br />

(gial<strong>la</strong>)<br />

batteria<br />

batteria<br />

connettore a cubo<br />

motore<br />

connettore a cubo<br />

<strong>la</strong>mpadina<br />

(verde)<br />

connettore a cubo<br />

batteria<br />

interruttore<br />

<strong>la</strong>mpadina<br />

(rossa)<br />

batteria<br />

motore<br />

25


26<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo 1 - Semaforo<br />

PEZZI RICHIESTI


ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo finito<br />

27


28<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo 2 - Coccodrillo<br />

PEZZI RICHIESTI


ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo finito<br />

29


30<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo 3 - Decodificatore Morse<br />

PEZZI RICHIESTI<br />

Che cosa significano tutti quei punti e linee? All’invenzione <strong>del</strong> telegrafo fece seguito<br />

l’invenzione <strong>del</strong> codice Morse, comunemente chiamato anche codice a punti e linee.<br />

Ad ogni lettera e ad ogni numero corrisponde infatti una partico<strong>la</strong>re disposizione dei punti<br />

e <strong>del</strong>le linee. Il codice Morse può essere utilizzato come strumento di segna<strong>la</strong>zione sia<br />

acustica (radio, fischietto o altro avvisatore sonoro) e ottica (luci e <strong>del</strong>le bandiere).<br />

Volete divertirvi? Provate voi stessi a decodificare il codice Morse con questo apparecchio.


ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo finito<br />

31


32<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo 4 - Trenino Elettrico<br />

PEZZI RICHIESTI


ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo finito<br />

33


34<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo 5 - Gru Elettromagnetica<br />

PEZZI RICHIESTI


filo elettrico<br />

con guaina<br />

in p<strong>la</strong>stica<br />

Avvolgere 100 volte<br />

filo di cotone 50 cm<br />

Lasciare una<br />

lunghezza di 15 cm<br />

a entrambe le estremità<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Grattare il rivestimento dal<strong>la</strong><br />

guaina in p<strong>la</strong>stica dal filo per<br />

renderlo conduttore di elettricità<br />

prima di stringerlo con il fermacavo<br />

Mo<strong>del</strong>lo finito<br />

filo di cotone<br />

filo elettrico<br />

con guaina<br />

in p<strong>la</strong>stica<br />

35


36<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo 6 - Parco Marino Con Gabbiani<br />

PEZZI RICHIESTI


ESEMPI DI MODELLI<br />

37


38<br />

ESEMPI DI MODELLI<br />

Mo<strong>del</strong>lo finito


ELETTRO<br />

MAGNETISMO<br />

Per scoprire l’elettricità e il magnetismo<br />

Importato da Selegiochi srl<br />

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ATTENZIONE!<br />

RISCHIO DI SOFFOCAMENTO<br />

Contiene piccole parti che potrebbero<br />

essere ingerite o ina<strong>la</strong>te.<br />

Non adatto a bambini di età inferiore a 3 anni.<br />

Leggere e conservare.

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