La spiritualità di Ernst Bernhard nel contesto della psicologia analitica

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13.06.2014 Views

una nuova religiosità, di una nuova sapienza sincretica e biografica (79). «Il taoismo, che ha come esperienza centrale delle sue iniziazioni il cammino della vita percorso coscientemente, presenta in modo particolare tale atteggiamento, che però si ritrova in ogni via che segua Dio o il destino invece che i propri appetiti e desideri. Ma di là da esso non deve esserci altro contenuto. Questa è l'etica acontenutistica della realizzazione di se stessi» (80). E come nesso tra sincresi e biografia: «Dietro al dualismo 'entelechia individuale e entelechia karmica' è da porre un'unità entelechiale superiore (Tao). In via generale vale questo: dietro a ogni dualità, ad esempio bene e male, sta il senso (Tao) che per realizzarsi nel mondo dei fenomeni si serve del principio degli opposti. La dinamica della contrapposizione è da porre come dato di fatto, come essere, così che attraverso il concetto di entelechia essere e divenire non sono contrapposti e neppure lati o aspetti diversi della stessa cosa, ma la stessa cosa. In questo senso, spirito e materia non sono contrapposti, ma neppure punti di vista diversi di una cosa unica o un parallelismo o sincroni-smo o cose in qualche modo diverse tra loro, bensì la stessa cosa» (81). Dunque un sincretismo, come si può dedurre da quell'«o sincronismo», di nuovo diverso da quello junghiano, sia come atteggiamento psicologico e religioso, sia come come concezione filosofica, ispirata alle tendenze enopanteistiche di molti maestri chassidici (oltre che in dialogo evidente con Spinoza). Qui è da rimarcare la coniunctio fra l'ala variabile di un sincretismo universalista e la via biografica, come «metodo» per operare sintesi singolarissime di valori guida verso un'«etica acontenutistica della realizzazione di se stessi». Motivi sincretistici che, secondo Bernhard, «riemergono oggi... tra Occidente e Oriente», ricordando, «sotto un nuovo aspetto... l'origine del cristianesimo... E così avviene nei miei sogni, in cui devo . ritornare alla crocifissione di Cristo, e proprio là, a quella origine, s'inizia la trasformazione del mito..» (82). Nella sintesi di sincresi e biografia, di apertura universalistica del mito a ogni percorso individuato, contro ogni dogma come inaccettabile castrazione (83), sta la possibilità di un nuovo fondamento della convivenza e della comunicazione, e quindi della psicologia formatrice: «II principio dell'individualità, che fa dell'individualità qualcosa di unico, irripetibile per definizione, e di incomparabile, è la base teoretica della simultanea legittimità di due opinioni diverse» (84). (79) Ibidem, pp. 62, 21, 209. (80) Ibidem, p. 62. Cfr. anche G. Tedeschi, // Tao nella psicologia, Napoli, Guida, 1993. (81} Ibidem, pp.21-22.Cfr. M. Buber, / racconti dei chassi-dim, op. cit., pp. 503 e 649. (82) E. Bernhard, op. cit., p. 209. (83) Ibidem, p. 92. 150 (84) Ibidem, p. 226.

Bernhard è stato sepolto, per sua volontà, nel suo mantello di preghiera ebraico. La sua differenza da Jung si esplica facendo centro attorno alla reinterpretazione dello spirito ebraico. È allora giusto e necessario chiederci: in che cosa consiste la fedeltà allo spirito ebraico in questa aurorale intuizione di una nuova sapienza, nella concezione sia spirituale che terapeutica di quello che chiamo «sincretismo biografico»? Più di qualsiasi argomentazione varrà il racconto: Rabbi Abramo Giacobbe diceva: «Ogni popolo ha la propria melodia, nessuno canta quella di un altro. Ma Israele le canta tutte insieme per offrirle a Dio. Così nel 'capitolo del canto' cantano tutti gli animali terrestri e tutti gli uccelli, ciascuno la sua melodia, ma Israele fa un canto di tutti i loro canti, per offrirli a Dio» (85). (85) M. Buber, / racconti dei chassidim, op. cit., p. 390. 151

<strong>Bernhard</strong> è stato sepolto, per sua volontà, <strong>nel</strong> suo mantello<br />

<strong>di</strong> preghiera ebraico. <strong>La</strong> sua <strong>di</strong>fferenza da Jung si esplica<br />

facendo centro attorno alla reinterpretazione dello<br />

spirito ebraico. È allora giusto e necessario chiederci: in<br />

che cosa consiste la fedeltà allo spirito ebraico in questa<br />

aurorale intuizione <strong>di</strong> una nuova sapienza, <strong>nel</strong>la<br />

concezione sia spirituale che terapeutica <strong>di</strong> quello che<br />

chiamo «sincretismo biografico»? Più <strong>di</strong> qualsiasi<br />

argomentazione varrà il racconto:<br />

Rabbi Abramo Giacobbe <strong>di</strong>ceva: «Ogni popolo ha la propria melo<strong>di</strong>a,<br />

nessuno canta quella <strong>di</strong> un altro. Ma Israele le canta tutte insieme per<br />

offrirle a Dio. Così <strong>nel</strong> 'capitolo del canto' cantano tutti gli animali<br />

terrestri e tutti gli uccelli, ciascuno la sua melo<strong>di</strong>a, ma Israele fa un<br />

canto <strong>di</strong> tutti i loro canti, per offrirli a Dio» (85).<br />

(85) M. Buber, / racconti dei<br />

chassi<strong>di</strong>m, op. cit., p. 390.<br />

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