2014/2015
arte della div f l re sità kunst der vie alt 2014/2015 creazioni / Kreationen repertorio/ Repertoire
- Page 2: 2014 2015 creazioni / Kreationen re
- Page 6: anders/fähige/Schauspieler In Boze
- Page 10: Nessuno sa di noi Niemand weiß von
- Page 14: Personen Frei nach “Sei personagg
- Page 18: Minotauro di/von: Antonio Viganò e
- Page 22: Coccodrilli Liberamente ispirato a
- Page 26: A 138 cm da terra/ 138 cm ab Boden
- Page 30: la compagnia/ das ensemble
- Page 34: Lavorano per l’Accademia/ Angeste
- Page 38: Collaborano con l’Accademia/ Frei
- Page 42: con il contributo di mit freundlich
arte della div<br />
f l<br />
re<br />
sità<br />
kunst der vie alt<br />
<strong>2014</strong>/<strong>2015</strong><br />
creazioni / Kreationen repertorio/ Repertoire
<strong>2014</strong><br />
<strong>2015</strong><br />
creazioni / Kreationen<br />
repertorio/ Repertoire<br />
Direzione artistica / künstlerische Leitung:<br />
Antonio Viganò vigano.laribalta@gmail.com<br />
Direzione organizzativa / Organisation:<br />
Alexandra Hofer hofer.laribalta@gmail.com<br />
Progetti di formazione laboratori /<br />
Leitung der Werkstätten:<br />
Paola Guerra guerra.laribalta@gmail.com<br />
Segreteria organizzativa / Sekreteriat:<br />
Martina Zambelli info@teatrolaribalta.it<br />
Direzione tecnica / technische Leitung:<br />
Enrico Peco peco.laribalta@gmail.com<br />
Accademia Arte della Diversità / Akademie Kunst der Vielfalt , Teatro La Ribalta<br />
Coop. Sociale / SOZIALGENOSSENSCHAFT ONLUS<br />
Sede legale/ Rechtssitz: Corso Libertà / Freiheitsstr. 50, 39100 Bolzano/Bozen<br />
Sede organizzativa/Verwaltungssitz: Via Brennero/ Brennerstr. 9A 39100 Bolzano/Bozen<br />
T 0471 324943 E info@teatrolaribalta.it<br />
seguici su Facebook<br />
ww.teatrolaribalta.it<br />
attori-di-versi<br />
Schauspieler<br />
anders-fähige
ATTORI/DI/VERSI<br />
Nasce a Bolzano la prima Compagnia teatrale professionale costituita da uomini e donne in<br />
situazione di “handicap” che hanno scelto, dopo 8 anni di attività di creazione, formazione e<br />
spettacoli, di diventare attori e attrici professionisti.<br />
è questa una novità importante nel panorama culturale italiano con riflessi diretti anche<br />
sulle politiche di inclusione sociale.<br />
Vogliono confrontarsi con l’arte del teatro e non chiedono indulgenze al pubblico, non chiedono<br />
di essere guardati con occhiali speciali, ma di essere giudicati solo ed esclusivamente<br />
per il loro lavoro, la loro “presunta” capacità di comunicare e raccontare con gli strumenti di<br />
questa arte. Questa nuova Compagnia teatrale si avvicina a questo mondo non con intenti<br />
terapeutici, pedagogici, ma per cogliere il mistero che appartiene all’inesplicabilità dell’arte<br />
mentre la terapia è costretta a fermarsi su questa soglia. Rivendicano un luogo dove poter<br />
sperimentare, come lo è per ogni altra compagnia teatrale, questa loro vocazione e questo<br />
talento. Gli spettacoli fino ad oggi creati, hanno raccolto grandi e importanti consensi di<br />
pubblico e di critica e questo fa ben sperare per il futuro.<br />
Questa Compagnia sarà un luogo di incontro dove, attraverso un contatto intimo e diretto,<br />
le persone si confrontano sul mistero della diversità. Un luogo dove ogni persona può liberamente<br />
liberare se stessa nel momento in cui, di fronte allo sguardo dell’altro, si accorge che<br />
ciò che prova, lo riconosce, gli attribuisce significato e lo condivide trasformando il suo personale<br />
ed intimo mistero in comunicazione. Un luogo dove la sua potenza e la sua mancanza,<br />
le sue luci e le sue ombre possono essere non solo accettate ma anche rappresentabili. Un<br />
luogo dove al “diverso” viene offerta la possibilità di essere guardato con curiosità, stupore e<br />
ammirazione, senza imbarazzo ne vergogna. Un luogo, come quello del teatro, che consente<br />
di togliersi la propria pelle per indossarne un’altra. Un luogo che permetta di prendersi una<br />
innocua vacanza, anche se per poco e all’interno del gioco del teatro (spazio dell’illusione),<br />
da quel penoso sentimento del limite personale che lo sguardo dell’altro rimanda in continuazione<br />
ed è, molto spesso, troppo difficile da tollerare. Quel luogo, che chiamiamo teatro,<br />
ci è sembrato capace di restituire, con la loro forza, la loro fragilità, la loro dolcezza, una<br />
diversa “diversità”, una forma di emancipazione dalla condizione; sulla scena, portano se<br />
stessi senza finzioni nella parte che gli viene assegnata, comunicano la loro completezza e<br />
diventano capaci di una speciale sincerità che trasmette emozioni autentiche. Fanno emergere<br />
una dimensione nascosta, segreta e assolutamente poetica che rivendica un permesso<br />
di esistere ancor più pieno di quanto avvenga nel quotidiano. Questi artisti “diversi” non<br />
intervengono solo a “mettere in forma” la comunicazione, ma costituiscono natura della<br />
comunicazione stessa, sostanziandone possibilità e verità. Non c’è contenuto e contenitore<br />
perché il più delle volte, l’organicità delle loro presenze è tale che fonde corpo e mente, intenzione<br />
e azione, risorse tecniche e contenuti personali.<br />
Il teatro rende queste persone diverse dalla loro “diversità”, non la rimuove e non la esibisce:<br />
semplicemente il teatro trasfigura la loro realtà in qualcosa di molto più potente. Il teatro<br />
li emancipa dalla loro condizione, promuovendone la dignità in quanto persone portatrici di<br />
una propria autenticità.
anders/fähige/Schauspieler<br />
In Bozen hat sich neulich eine Theatergruppe gebildet, die sich vorwiegend aus Menschen<br />
mit Beeinträchtigung zusammensetzt. Nach achtjähriger Tätigkeit und verschiedenen Produktionen,<br />
die beim Publikum und bei der Kritik sehr gut angekommen sind, hat die Gruppe<br />
beschlossen, sich hauptberuflich der Schauspielkunst zu widmen.<br />
Diese Gruppe stellt sicherlich eine Bereicherung für die kulturelle Landschaft nicht nur in<br />
Südtirol dar, und ihr Schaffen kann auch Signalwirkung für die soziale Integration von Menschen<br />
mit Behinderung haben.<br />
Ziel der Gruppe ist es, sich einfach mit der Kunst des Theaters auseinanderzusetzen, sie<br />
verfolgt dabei weder pädagogische, noch therapeutische Ziele. Sie will auch nicht mit besonderer<br />
Nachsicht betrachtet werden, sondern sie will einzig und allein mit den Mitteln des<br />
Theaters Geschichten erzählen und dafür beurteilt werden.<br />
So wie jede andere Theatergruppe auch, braucht sie einen Raum, wo sie experimentieren<br />
und proben kann. Nachdem die bisherigen Produktionen sehr erfolgreich waren, zeigt sich<br />
die Gruppe in dieser Hinsicht optimistisch.<br />
Das neue Theater soll also ein Ort der Begegnung sein, wo sich die TeilnehmerInnen durch<br />
den direkten Kontakt mit ihren Beeinträchtigungen auseinandersetzen; ein Theater, wo sich<br />
jeder frei entfalten kann und wo er sich durch den Kontakt mit den anderen seiner Gefühle<br />
bewusst wird, sie annehmen und somit in die Theatertätigkeit einfließen lassen kann. Stärken<br />
und Schwächen werden somit nicht nur akzeptiert, sondern durch das Theaterstück<br />
kommuniziert.<br />
Dieses Theater ermöglicht es den TeilnehmerInnen in die verschiedensten Rollen zu schlüpfen<br />
und ohne Verlegenheit oder Scham mit Neugierde, Staunen und Bewunderung betrachtet zu<br />
werden. Die Theatertätigkeit (Raum für Illusionen) bietet die Möglichkeit, wenn auch nur<br />
für kurze Zeit, den Zwängen des Alltages zu entfliehen, indem sie die AkteurInnen vom oft<br />
schmerzlichen Gefühl der eigenen Unzulänglichkeit befreit.<br />
Dieser Ort, den wir Theater nennen, scheint imstande zu sein, den Teilnehmern mit ihrer Kraft<br />
aber auch mit ihrer Zerbrechlichkeit eine Art Befreiung aus ihrer “beeinträchtigten” Situation<br />
zu ermöglichen, indem sie sich selbst ganz natürlich in Szene setzen können und die Rollen<br />
einnehmen, die ihnen zugeteilt werden. Somit bringen sie ihre Persönlichkeit zum Ausdruck<br />
und sind immer mehr imstande, in aller Offenheit authentische Gefühle auszudrücken.<br />
Dabei kommt eine versteckte und sogar poetische Dimension zum Vorschein; diese<br />
“anderen” Künstler sind also nicht nur die Kommunikationsgestalter, sie selbst sind<br />
das Wesen der Kommunikation mit ihren persönlichen Ansprüchen, Bedürfnissen und<br />
Erlebnissen; ihre Beeinträchtigungen werden überwunden und die Würde der Person wird<br />
in den Vordergrund gestellt.
gli spettacoli in<br />
tournée/<br />
die Theaterstücke<br />
auf Tournée<br />
<strong>2014</strong>/<strong>2015</strong>
Nessuno sa di noi<br />
Niemand weiß von uns<br />
di/von:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
regia e coreografia/<br />
regie und choreografie:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
con/mit:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
e/und Mattia Peretto<br />
Chiara Michelini<br />
(in alternanza con Julie Stanzak/<br />
alterniert sich mit Julie Stanzak)<br />
consulenza drammaturgica/<br />
dramaturgische Beratung :<br />
Antonio Viganò<br />
e/und Alessandro Serra<br />
produzione/<br />
eine produktion<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt<br />
coproduzione/<br />
koproduktion<br />
Fondazione Teatro Comunale e<br />
Auditorium Bolzano/Stiftung<br />
Stadttheater und Konzerthaus<br />
Bozen<br />
Bolzano Danza/Tanz Bozen <strong>2014</strong><br />
Compagnia Teatropersona<br />
Mai così diversi e mai così vicini, verrebbe da dire. Mattia<br />
e Julie sono due corpi solo apparentemente estranei<br />
e diversi l’uno dall’altro. Mattia, danzatore con la<br />
sindrome di down, è l’espressione di una danza pura,<br />
vitale, che vive fuori dalle forme convenzionali e codificate<br />
per esplorare nuove possibilità del linguaggio del<br />
corpo. Julie Anne Stanzak è la storia del teatrodanza,<br />
grande interprete, corpo preparato, allenato, costruito,<br />
per esaltare le capacità comunicative ed espressive<br />
del corpo che si fa danza. Questo duo, intitolato<br />
Nessuno sa di noi, che è in primo luogo un incontro, già<br />
di per sé una narrazione, è un dialogo sulla maternità,<br />
sull’uomo ideale, immaginato, e l’uomo reale, concreto,<br />
che è presenza.<br />
Ein ungewöhnliches Duo von beeindruckender Stärke,<br />
eine besondere Begegnung unter dem Motto: Nie so<br />
verschieden, nie so nah. Mattia und Julie, zwei Körper<br />
die nur auf den ersten Blick fremd und verschieden erscheinen.<br />
Mattia, Performer mit Down-Syndrom und<br />
einer außergewöhnlichen, lebendigen Ausdruckskraft:<br />
frei von jeglichen Konventionen ergründet er neue Möglichkeiten<br />
der Körpersprache. Julie Anne Stanzak, Weggefährtin<br />
von Pina Bausch im Wuppertaler Tanztheater,<br />
eine großartige Tänzerin mit einem trainierten, ausgebildeten<br />
Körper, hebt die kommunikativen und expressiven<br />
Fähigkeiten des Körpers hervor. Niemand weiß von uns,<br />
ein Duett, eine Begegnung, eine erzählte Geschichte, ein<br />
Dialog über Mutterschaft, das Ideal des Menschen und<br />
seine reale Entsprechung.
Personaggi<br />
liberamente ispirato a<br />
“Sei personaggi in<br />
cerca d’autore”<br />
di L. Pirandello<br />
di:<br />
Antonio Viganò<br />
e Julie Anne Stanzak<br />
coreografia:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
con:<br />
Michele Fiocchi, Rodrigo<br />
Scaggiante, Daniele Bonino,<br />
Lorenzo Friso, Maria Magdolna<br />
Johannes, Michael<br />
Untertrifaller, Mathias Dallinger,<br />
Melanie Goldner<br />
regia:<br />
Antonio Viganò<br />
direzione tecnica:<br />
Enrico Peco<br />
una produzione<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt & Lebenshilfe<br />
Per questi attori, misurarsi con l’opera di Pirandello<br />
“Sei personaggi in cerca d’autore” è una sfida ad affrontare<br />
un testo che, nella loro voce, risuona con una<br />
verità tutta nuova, con un’altra profondità. Il gioco<br />
pirandelliano dell’incomunicabilità, delle maschere<br />
sociali, dei ruoli, delle forme apparenti, che tutti noi<br />
crediamo immobili e che invece si trasformano in<br />
continuazione, è terreno fertile per questi attori/di/<br />
versi.<br />
Attraverso Pirandello abbiamo la possibilità di esasperare<br />
i conflitti tra apparenza e realtà, tra normalità<br />
e anormalità, tra individuo e mondo e mostrare la<br />
tragicità di una vita “che si aggira piccola piccola tra le<br />
apparenze e che ci sembra quasi che non sia davvero,<br />
che sia solo una fantasmagorica meccanica”. E come<br />
dare importanza a queste vite “piccole”?<br />
L’interesse per il testo pirandelliano nasce dal dramma<br />
dei sei personaggi che domandano al teatro il<br />
diritto di esistere. L’uso della maschera, il continuo<br />
conflitto con il doppio della nostra personalità, la sua<br />
vicinanza alla follia, la continua riflessione sull’individuo<br />
e le sue molteplici forme e facce, è il gioco del<br />
teatro di Pirandello.<br />
“…accennano a passi di danza, armoniose figurazioni<br />
di gruppo, sotto la luce fredda di una fila di proiettori.<br />
E chiedono che la loro storia si compia in qualche<br />
modo, ma il paradosso pirandelliano appare completamente<br />
rovesciato. Non è più una vicenda immaginaria<br />
che esige uno scioglimento nella “realtà”<br />
della scena. Qui il segno è quello di umanità smarrite,<br />
incapaci di individuarsi in qualunque definizione costrette<br />
ad una forma che non esprimerà mai appieno<br />
il proprio modo di essere e non certo, perché quegli<br />
uomini e quelle donne sono segnate dall’handicap,<br />
impressione che viene immediatamente superata,<br />
sublimata in un piano di riflessione che tocca tutti,<br />
nella nostra più profonda interiorità.”
Personen<br />
Frei nach “Sei personaggi in<br />
cerca d’autore”<br />
von L. Pirandello<br />
von:<br />
Antonio Viganò<br />
und Julie Anne Stanzak<br />
choreografie:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
mit:<br />
Michele Fiocchi, Rodrigo<br />
Scaggiante, Daniele Bonino,<br />
Lorenzo Friso, Maria Magdolna<br />
Johannes, Michael<br />
Untertrifaller, Mathias Dallinger,<br />
Melanie Goldner<br />
regie:<br />
Antonio Viganò<br />
technische leitung:<br />
Enrico Peco<br />
eine produktion<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt<br />
& Lebenshilfe<br />
Sicher ist Pirandellos Stück „Sechs Personen suchen einen<br />
Autor“ für die Schauspieler eine große Herausforderung.<br />
Der Text erhält aber durch sie eine neue Bedeutung,<br />
eine neue Wahrheit und eine neue Tiefe.<br />
Pirandello spielt mit dem Mensch als Träger von Masken,<br />
seiner Unfähigkeit zur Kommunikation, mit den Rollen,<br />
die jeder von uns gezwungen ist einzunehmen und<br />
den scheinbar erstarrten Formen, die in Wahrheit einem<br />
steten Wandel unterworfen sind. All das wird zu einem<br />
fruchtbaren Boden für anders/fähige Schauspieler.<br />
Durch Pirandello bekommen wir die Möglichkeit, uns mit<br />
den Konflikten zwischen Schein und Realität, zwischen<br />
Normalem und Abnormalem, zwischen Individuum und<br />
der Welt auseinanderzusetzen. Es zeigt die Tragik eines<br />
Lebens, „…das sich kleinlaut in dieser Scheinwelt bewegt<br />
und kaum bemerkt wird, ein Leben, das fast nur aus einer<br />
phantasmagorischen Mechanik besteht.“ Aber wie können<br />
wir diesem „kleinen“ Leben eine größere Bedeutung<br />
schenken?<br />
Unser Interesse an Pirandellos Stück rührt vor allem von<br />
dem Drama der sechsmaligen persönlichen Suche nach<br />
Selbstverwirklichung, nach Identität und nach existenzieller<br />
Legitimation. Der immerwährende Konflikt und<br />
die Vielschichtigkeit einer Persönlichkeit, ihre Nähe zum<br />
Irrsinn, die Reflexion über das Individuum und seiner multiplen<br />
Formen und Gesichtern sind Pirandellos Themen.<br />
„…sie deuten mit Tanzschritten unter kaltem Scheinwerferlicht<br />
harmonische Tanzfigurationen an und bitten<br />
darum, dass sich ihre Geschichte in irgendeiner Weise<br />
erfüllt.“ Doch Pirandellos Paradoxon scheint gestürzt: es<br />
ist hier nicht mehr eine fiktive Geschichte, die eine Auflösung<br />
in der „Realität“ der Szene verlangt. Hier geht es um<br />
verloren gegangene Menschen, die nicht fähig sind, sich<br />
in irgendeiner Weise zu definieren, in eine Form gezwungen<br />
und ohne Möglichkeit sich auszudrücken. Aber sicher<br />
nicht, weil diese Männer und Frauen beeinträchtigt sind.<br />
Dieser Eindruck verschwindet sofort, sublimiert auf einer<br />
Ebene der Reflexion, die uns in unserem tiefsten Inneren<br />
berührt.
Il suono della caduta/<br />
Der Klang des Falls<br />
...Di tanto in tanto<br />
un tonfo sordo<br />
come la caduta<br />
di un frutto sull’erba.<br />
Come passa il tempo!<br />
Sono maturi e cominciano a cadere<br />
gli angeli:<br />
si è fatto autunno anche in cielo...<br />
(Ana Blandiana da Raccolto d’angeli)<br />
di/von: Antonio Viganò<br />
e/und Julie Anne Stanzak<br />
coreografia/ choreografie:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
(TanztheaterWuppertal )<br />
con/mit: Michele Fiocchi, Anna<br />
Traunig, Mathias Dallinger,<br />
Maria Magdolna Johannes,<br />
Rodrigo Scaggiante, Melanie<br />
Goldner, Mattia Peretto, Vasco<br />
Mirandola<br />
regia/regie: Antonio Viganò<br />
direzione tecnica/technische<br />
leitung: Enrico Peco<br />
costumi e costruzioni scenografiche<br />
di/kostüme und<br />
bühnenbild von:<br />
Tessa Battisti<br />
una produzione/<br />
eine produktion<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt & Lebenshilfe<br />
coproduzione/<br />
koproduktion<br />
Bolzano Danza/Tanz Bozen<br />
Gli angeli intuiscono ciò che gli uomini chiamano i “sentimenti”,<br />
ma a rigore non possono viverli. Sono profondamente<br />
“amorevoli” i nostri angeli, sono buoni e non è<br />
dato loro modo di essere altrimenti, perché non possono<br />
neanche concepire l’alterità: la paura, ad esempio,<br />
o la gelosia, l’invidia, né l’odio. Conoscono i modi con<br />
cui vengono espressi, ma non i sentimenti stessi. Questo<br />
tema ci appassiona e ci consente di interrogarci sul<br />
valore della vita, quella che ha il peso della gravità, del<br />
dolore fisico, della ferita che sanguina, della caducità<br />
e dell’amore. Quella che si può trasformare, quella che<br />
sogni ma non puoi realizzare, quella dell’ingiustizia e<br />
della mano del giudice. Abbiamo maestri illustri che ci<br />
hanno guidato: Rilke, con le sue “Elegie Duinesi”, Peter<br />
Handke e Wim Wenders con “Gli angeli sopra il cielo di<br />
Berlino” oppure “L’angelo sterminatore” di Bunuel e i<br />
“Semidei” di James Stephens.<br />
Tabucchi e Garcia Marquez, ognuno con il suo stile, ci<br />
hanno raccontato dell’angelo caduto sulla terra, nel<br />
pollaio o nella rete per la cattura degli uccelli.<br />
Ma qual’è il suono di questa caduta?<br />
Die Engel ahnen zwar, was die Menschen unter Gefühlen<br />
verstehen, aber solche zu leben sind sie nicht imstande.<br />
Sie sind durch und durch edel, hilfreich und gut und haben<br />
deshalb keinen Zugang zu Angst, Eifersucht, Neid<br />
und Hass. Sie kennen diese Gefühle nur vom Hörensagen,<br />
nicht aus eigener Erfahrung. Dieses Thema fasziniert<br />
uns. Dabei gehen wir zentralen Fragen über den Wert des<br />
Lebens und seiner Schwerkraft nach, des körperlichen<br />
Schmerzes, der blutenden Wunde, der Vergänglichkeit<br />
der Liebe. Das Leben, das veränderbar ist, das man erträumen<br />
kann, ohne es zu verwirklichen, das Leben mit<br />
all seinen Ungerechtigkeiten und Urteilen. Berühmte Vorbilder<br />
haben uns geleitet: Rilke mit seinen „Duineser Elegien“,<br />
Peter Handke und Wim Wenders mit ihrem „Himmel<br />
über Berlin“, Bunuel mit seinem „Würgeengel“ und<br />
James Stephens mit seinen „Halbgöttern“.<br />
Tabucchi und Garcia Marquez haben uns, jeder in seiner<br />
Manier, vom Engel erzählt, der auf die Erde gefallen ist,<br />
in den Hühnerstall oder ins Vogelfangnetz.<br />
Doch wie ist der Klang dieses Falls?
Minotauro<br />
di/von: Antonio Viganò<br />
e/und Julie Anne Stanzak<br />
coreografia/ choreografie:<br />
Julie Anne Stanzak<br />
(TanztheaterWuppertal )<br />
con/mit: Alexandra Hofer,<br />
Mattia Peretto, Manuela Falser,<br />
Melanie Goldner<br />
regia/regie: Antonio Viganò<br />
una produzione/<br />
eine produktion<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt<br />
Theatraki<br />
Lebenshilfe<br />
Bolzano Danza/ Bozen Tanz<br />
premio my dream/<br />
my dream preis<br />
2012<br />
fondazione crt - torino<br />
L’alterità nasce ogni volta che l’uomo, incontrando se stesso, non<br />
si riconosce.<br />
Dentro questa definizione ritroviamo il Minotauro immaginato da<br />
Dürrenmatt che lo va a trovare dentro il labirinto nei primi giorni<br />
della sua prigionia. A questa situazione già drammatica, si aggiunge<br />
un altro elemento inquietante; le pareti del labirinto sono<br />
specchi in cui il “mostro” si riflette in continuazione. È specchiandosi<br />
ogni giorno che il “mostro” acquisisce coscienza personale e<br />
sociale. Arriva a pensare a sé come individuo dotato di autostima<br />
e in grado di avere relazioni di affetto. Dentro questo “labirinto”<br />
di relazioni con l’altro se stesso, si sprigiona l’impossibilità della<br />
comunicazione con gli altri.<br />
Il mitico filo che finirà per collegare il Minotauro con Arianna è<br />
la danzatrice Alexandra Hofer, mentre a dare corpo ai due personaggi<br />
mitologici sono Manuela Falser e Mattia Peretto della<br />
Lebenshilfe.<br />
La regia di Antonio Viganò si fonde con la coreografia di Julie<br />
Anne Stanzak, coreografa, danzatrice storica del Tanztheater<br />
Wuppertal, nel giocare con le coordinate spaziali, l’alto, il basso,<br />
movimenti lineari e circolari, che tracciano sulla scena un labirinto<br />
invisibile, e ruota attorno a un piano inclinato, su cui si arrampicano<br />
e si lasciano scivolare i personaggi mentre il pavimento viene<br />
cosparso di terra.<br />
Das Anderssein entsteht, sobald sich der Mensch in der Selbstbegegnung<br />
nicht selbst erkennt. In dieser Definition finden wir Dürrenmatts<br />
Minotaurus wieder, während er in den ersten Tagen seiner Gefangenschaft<br />
im Labyrinth besucht wird. Als wäre dies noch nicht dramatisch<br />
genug, kommt hinzu, dass die Wände des Labyrinths aus<br />
Spiegeln bestehen und das “Ungeheuer” zu permanenter Selbstbetrachtung<br />
nötigen. Durch diese tägliche Spiegelung erwirbt das<br />
“Ungeheuer” Bewusstheit seiner selbst als Einzel- wie als soziales<br />
Wesen. Es gelangt zu einer Sicht von sich selbst als einem Wesen<br />
mit Selbstachtung und mit der Fähigkeit, Gefühle zu erleben und<br />
in Beziehung zu treten. Dieses “Labyrinth” von Beziehungen mit<br />
seinem Spiegelbild befähigt es, mit anderen zu kommunizieren. Minotaurus<br />
begegnet schließlich Ariadne, dargestellt von der Tänzerin<br />
Alexandra Hofer, während die beiden mythologischen Gestalten<br />
von Manuela Falser und Mattia Peretto, Mitglieder der Lebenshilfe,<br />
verkörpert werden. Die Regie von Antonio Viganò und die Choreografie<br />
von Julie Anne Stanzak, Choreografin und Tänzerin am<br />
Tanztheater Wuppertal, verbinden sich zu einem Spiel mit den<br />
räumlichen Koordinaten. Lineare wie kreisförmige Bewegungen<br />
zeichnen das unsichtbare Labyrinth, während sich die Figuren,<br />
kletternd und rutschend, auf einer schiefen, mit Erde bestreuten<br />
Ebene bewegen.
Impronte dell'anima/<br />
Spuren der Seele<br />
di/von: Giovanni De Martis,<br />
Antonio Viganò<br />
con/mit: Manuela Falser,<br />
Melanie Goldner, Paola Guerra,<br />
Alexandra Hofer,<br />
Graziano Hueller,<br />
Gisela Oberegger, Mattia Peretto<br />
regia/regie: Antonio Viganò<br />
una produzione/<br />
eine produktion<br />
Theatraki<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt<br />
Lebenshilfe<br />
Trecentomila persone, uomini, donne e bambini furono eliminati<br />
nella Germania nazista nel periodo 1939-1945. La loro colpa<br />
fu quella di non essere dentro i parametri che il nazismo, con<br />
la complicità degli psichiatri, aveva arbitrariamente stabilito in<br />
nome di una razza forte, sana e bella. Si eliminarono disabili,<br />
malati mentali, asociali, schizofrenici, epilettici, sordi e muti, e il<br />
risultato non fu quello di creare una nuova razza ma dei mostri.<br />
Mostri, perché coloro che hanno ucciso e cremato donne, bambini<br />
e uomini non conformi non sono diventati esseri superiori<br />
ma degli orchi come nelle fiabe per ragazzi. Le parole eugenetica<br />
ed eutanasia irrompono nel dibattito scientifico e nella società.<br />
Il corpo umano non appartiene più a chi lo abita e lo vive,<br />
nelle infinite sue possibilità, ma allo Stato, nel culto della salute<br />
collettiva e nel sacrificio dell’individuo. La capacità produttiva<br />
di un individuo è il metro di valutazione della vita umana. In<br />
pieno darwinismo e determinismo biologico, con la complicità<br />
della scienza, si uccide qualsiasi diversità perché sono vite non<br />
degne di essere vissute.<br />
premio cultura socialis<br />
2013<br />
provincia autonoma di<br />
bolzano<br />
cultura socialis preis<br />
2013<br />
autonome provinz<br />
bozen<br />
Dreihunderttausend Menschenleben von Männern, Frauen und<br />
Kindern wurden im Nazi-Deutschland in den Jahren zwischen<br />
1939 und 1945 ausgelöscht. Sie hatten sich zu Schulden kommen<br />
lassen, nicht den Kriterien zu entsprechen, die das Regime<br />
in Komplizenschaft mit Psychiatern zum Zweck der Züchtung einer<br />
starken, gesunden und schönen Rasse willkürlich aufgestellt<br />
hatte.<br />
Menschen mit körperlichen und kognitiven Beeinträchtigungen,<br />
Asoziale, Schizophrene, Epileptiker und Taubstumme wurden eliminiert,<br />
aber das Ergebnis war nicht die Entstehung einer neuen<br />
Rasse, sondern die von Monstern. All jene, die Frauen, Kinder und<br />
Männer beseitigten und einäscherten, weil sie nicht der Norm<br />
entsprachen, erwarben dadurch keine Überlegenheit, sondern<br />
und im Gegenteil alle Merkmale eines Drachens, wie wir ihn aus<br />
den Märchen unserer Kindheit kennen und fürchten.<br />
Die Begriffe “Eugenik” und “Euthanasie” werden in wissenschaftlichen<br />
Debatten und in der Gesellschaft immer wieder thematisiert.<br />
Der menschliche Körper ist nicht mehr Besitz der Person,<br />
die darin wohnt und mit seinen unzähligen Möglichkeiten lebt,<br />
sondern gehört dem Staat, im Geiste des kollektiven<br />
Gesundheitskults und der Selbstaufopferung. Die Produktivität<br />
eines Individuums wird zum Maß, an dem ein Menschenleben gemessen<br />
wird. Darwinismus in Reinform und biologischer Determinismus<br />
vernichten in Zusammenarbeit mit der Wissenschaft jede<br />
Art von Anderssein, das nicht zu existieren verdient.
Coccodrilli<br />
Liberamente ispirato a “Nel mare<br />
ci sono i coccodrilli - Storia vera di<br />
Enaiatollah Akbari” di Fabio Geda.<br />
Frei nach dem Buch “Nel mare ci<br />
sono i coccodrilli - Storia vera di<br />
Enaiatollah Akbari von Fabio Geda<br />
di/von: Michele Fiocchi<br />
con/mit:<br />
Michele Fiocchi<br />
una produzione/<br />
eine produktion<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt<br />
Questo evento ha il proprio focus sull’infanzia ed è dedicato a<br />
tutti i migranti, ragazzi e non. Ispirato all’opera di Fabio Geda,<br />
che ne ha raccolto la mirabolante biografia, un bambino diviene<br />
ragazzo durante un lungo viaggio, attraverso le privazioni e<br />
le sofferenze più incredibili. “Nel mare ci sono coccodrilli?” Al<br />
contrario di ciò che crede un personaggio di questo racconto,<br />
amico del giovane protagonista afghano di etnia Hazara, “Enaiat”,<br />
no. Tuttavia egli ne incontrerà tanti e molto più pericolosi<br />
di quelli rettili: sfruttatori, trafficanti, integralisti e prepotenti.<br />
Il suo lungo viaggio, durato cinque anni, mentre sta crescendo,<br />
lo vede partire da un paese in guerra, senza futuro, verso<br />
la meta del proprio sogno di libertà. Gli ostacoli all’apparenza,<br />
per noi, insormontabili, anziché abbatterlo, divengono il mezzo<br />
per “iniziarsi” alla vita, per crescere appunto, attraverso incontri,<br />
avventure, pericoli d’ogni sorta, ed amicizie vere. Senza mai<br />
perdere la speranza di poter arrivare dove ha deciso. E il suo<br />
sogno diventa il nostro paese, dove un ragazzo per vivere e crescere<br />
non deve essere abbandonato, attraversare clandestinamente<br />
frontiere, scalare montagne a mani nude, ammazzarsi<br />
di fatica in un cantiere o rischiare la vita per la strada. Oggi egli<br />
è un giovane adulto e vive a Torino, e rappresenta un simbolo<br />
della dignità dei migranti nel nostro paese.<br />
Dieses Stück richtet sein Augenmerk auf eine Kindheit und ist<br />
allen Flüchtlingen gewidmet, jungen wie älteren. Inspiriert vom<br />
erstaunlichen Werk von Fabio Geda, handelt das Stück von einem<br />
Kind, das während einer langen Reise voller unglaublicher<br />
Entbehrungen und Qualen zum Jugendlichen heranwächst. “Gibt<br />
es im Meer Krokodile?” Nein, obwohl der Freund der jungen Hauptfigur<br />
Enaiat aus Afghanistan dies glaubhaft zu machen versucht.<br />
Die wahren Ungeheuer aber, denen der Junge begegnet, sind<br />
keine gefräßigen Reptilien, sondern Ausbeuter, Schmuggler, Fundamentalisten<br />
und anderweitig Kriminelle. Die fünfjährige Reise<br />
beginnt in einem aussichtslos kriegsgebeutelten Land, gefärbt<br />
von der Hoffnung auf ein neues und anderes Leben in Freiheit.<br />
Die unüberwindbar scheinenden Hindernisse, auf die der Junge<br />
stößt, werden nicht eingerissen, sondern als etwas bewältigt,<br />
woran man wachsen kann. Den abenteuerlichen Gefahren stehen<br />
aber echte Freundschaften gegenüber, die dafür sorgen, dass die<br />
Hoffnung nicht stirbt. Der Traum geht mit der Ankunft in unserem<br />
Land endlich in Erfüllung. Hier muss ein Junge, um zu leben und<br />
zu wachsen, nicht verlassen werden, keine Staatsgrenzen illegal<br />
überschreiten, keine Berge bloßhändig erklimmen, sich nicht auf<br />
einer Baustelle zu Tode arbeiten und nicht auf der Straße sein<br />
Leben riskieren. Heute ist Enaiat erwachsen und lebt in Turin.<br />
Symbolisch steht er für die Würde sämtlicher Flüchtlinge, die bei<br />
uns eine neue Heimat zu finden versuchen.
Fratelli/Brüder<br />
di/von:<br />
Antonio Viganò, Michele Fiocchi,<br />
Remo Rostagno, Carmelo Samonà<br />
con/mit:<br />
Fabian Müller<br />
Silvan Kappeler<br />
regia/regie: Antonio Viganò<br />
consulenza drammaturgica/<br />
dramaturgische Beratung :<br />
Gianluigi Gherzi<br />
una produzione/<br />
eine produktion<br />
Junges Schauspielhaus - Zurich<br />
Due fratelli vivono in un appartamento nel cuore di una città. Uno<br />
dei due ha tratti autistici, vive nel suo mondo. E’ certo che non<br />
può essere lasciato solo, perché da solo non ce la farebbe. Egli ha<br />
bisogno del fratello sano e il fratello sano vuole aiutare il fratello<br />
malato. Da tempo registra i suoi gesti, i suoi movimenti, le sue<br />
bizzarrie. Per aiutarlo non ha altra strada che tentare di scoprire<br />
la logica di ciò che fa e di ciò che dice. Ha scoperto, per esempio,<br />
che quando questi entra in una storia, sembra felice. Ma le storie,<br />
purtroppo, si interrompono, si spezzano, perdono il capo e la<br />
coda ed allora si entra nel mondo delle piccole cose quotidiane,<br />
nelle certezze degli oggetti presenti.<br />
La vita nell’appartamento porta a stabilire delle relazioni che<br />
sembrano quasi piccoli rituali o, volendo, un gioco.<br />
Il linguaggio è semplice, poetico, intensamente emotivo: movimenti<br />
danzati, brani di storie conosciute, gesti come espressione<br />
di desideri e scambi di intenzioni.<br />
Zwei erwachsene Brüder leben gemeinsam in einer Wohnung. Einer<br />
der beiden hat autistische Züge, lebt in seiner eigenen Welt. Der andere<br />
bemüht sich um ihn, übernimmt Verantwortung für das Leben<br />
seines Bruders, hilft ihm den Alltag zu bewältigen.<br />
Er versucht ihn zu verstehen, mit ihm zu kommunizieren, die Logik<br />
im Verhalten seines Bruders zu verstehen, Zugang zu seiner Welt zu<br />
finden. Mit Hilfe von Ritualen und Spielen, schafft er es, sich seinem<br />
Bruder anzunähern, Momente der Gemeinsamkeit zu finden. Geschichten,<br />
das Nachspielen von Geschichten scheinen den Bruder<br />
glücklich zu machen.<br />
Momente der Gemeinsamkeit wechseln mit Augenblicken der<br />
Verzweiflung, wenn die scheinbare Nähe wieder unendlich weit<br />
wegrutscht, ohne dass man weiss, warum und weshalb. Die<br />
Sprache ist einfach, das Spiel emotional, Gesten, Bewegungen und<br />
Tanz sind Ausdrucksmittel, um eine gemeinsame Sprache zu finden,<br />
eine Kommunikation, die sich Worten und rationaler Logik verweigert.
A 138 cm da terra/<br />
138 cm ab Boden<br />
di/von: Antonio Viganò<br />
con/mit:<br />
Barbara Fingerle<br />
regia/regie: Antonio Viganò<br />
una produzione/<br />
eine produktion<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
- Teatro la Ribalta - Akademie<br />
Kunst der Vielfalt<br />
MONOLOGO TEATRALE<br />
Come si vede il mondo dall’altezza di ben 138 centimetri ?<br />
Come ti vedono gli altri ?<br />
In questo spettacolo si racconta, con ironia e leggerezza, come sia<br />
in alcuni casi difficile conquistarsi agli occhi degli altri un’immagine<br />
diversa da quella che una caratteristica fisica o una particolarità<br />
di te. Sembra che non si possa essere altro che quello che gli<br />
altri superficialmente, o per convenzione vedono di te.<br />
Si alternano così racconti intimi di rabbie, gioie, drammi e umiliazioni<br />
personali, a momenti di spettacolo “forzato” per divertire<br />
gli altri e di finzione sul palcoscenico, in un gioco dichiarato dove<br />
trova spazio anche l’ironia.<br />
Le luci della ribalta e il sorriso stampato sul viso lasciano improvvisamente<br />
spazio alla verità della persona. Com’è il mondo visto<br />
da quell’altezza? A volte appare ridicolo, a volte si rischia l’umiliazione,<br />
a volte si vivono situazioni comiche, ma sicuramente non è<br />
stato fatto per chi è alto solo 138cm.<br />
Ein theatralischer Monolog<br />
Wie sieht man die Welt aus der Höhe von 138 cm?<br />
Wie sehen andere jemanden, der gerade eben nur diese Größe<br />
misst?<br />
Es kann in manchen Fällen durchaus schwierig sein, wenn man in<br />
den Augen der anderen etwas anders ist und sich ständig mit einem<br />
bestimmten physisches Merkmal oder einer Besonderheit auseinandersetzen<br />
muss.<br />
Es scheint, dass man das ist und bleibt, was andere oberflächlich<br />
wahrnehmen.<br />
Abgesehen davon: wie ist denn eine Welt, von dieser Höhe ausgesehen?<br />
Manchmal sieht sie lächerlich aus, manchmal riskiert man gedemütigt<br />
zu werden, manchmal erlebt man komische Situationen,<br />
aber sicherlich ist diese Welt nicht gemacht für jemanden, der nur<br />
138 cm groß ist.<br />
In diesem Stück alternieren sich intime Erzählungen der Wut, der<br />
Freude, der Demütigung mit ironischen und humorvollen Momenten.
la tradizione del nuovo<br />
Die Tradition des Neuen<br />
La cooperativa “Accademia Arte della Diversità<br />
– Teatro la Ribalta” è la struttura<br />
organizzativa di attori, registi e operatori<br />
culturali, professionisti del settore, che<br />
hanno scelto di dare una nuova prospettiva,<br />
un nuovo progetto e un futuro più solido,<br />
all’esperienza pluriennale del Teatro la<br />
Ribalta, al progetto di “Accademia Arte della<br />
Diversità”, nato in collaborazione con la<br />
Lebenshilfe, ai progetti di teatro destinati<br />
all’infanzia e alla gioventù. Siamo una struttura<br />
bilingue, per scelta, per poter parlare<br />
con tutti i nostri vicini, per aprirsi verso un<br />
futuro che sarà inevitabilmente plurilinguistico.<br />
La Cooperativa, assumendosi questo ruolo<br />
e questa funzione, eredita un prezioso<br />
patrimonio di creazioni, un repertorio, dei<br />
progetti artistici, capacità di organizzare e<br />
dirigere rassegne ed eventi, competenze e<br />
relazioni istituzionali che sono già attive sul<br />
territorio della Provincia di Bolzano, in Italia<br />
e all’estero, e sono riconosciute per competenza<br />
e per qualità.<br />
La produzione teatrale, attenta alla scrittura<br />
e alle forme del contemporaneo, la<br />
scoperta della “diversità” come luogo privilegiato<br />
dove riscattare e dare voce alle<br />
alterità mute, contro ogni forma di omologazione<br />
o normalizzazione sociale e culturale,<br />
l’attenzione al mondo dell’infanzia e<br />
dei giovani, sono le linee programmatiche<br />
di questo nuovo soggetto culturale.<br />
Siamo un “teatro delle diversità” e non il teatro<br />
dei diversi.<br />
Apparteniamo ad una cultura teatrale che è<br />
stata una continua scoperta ed espansione<br />
di una diversità - quella del teatro - verso e<br />
sopra le altre diversità etniche o sociali o<br />
culturali che siano.<br />
I soci della cooperativa sono figure artistiche<br />
con alle spalle una lunga vita professionale,<br />
sono gli attori e gli operatori che<br />
hanno dato vita al progetto “Arte della diversità”,<br />
sono gli attori-operatori che portano<br />
nella scuola dell’obbligo i linguaggi e<br />
le forme del “fare teatro”. Diffondiamo teatro<br />
nei tanti luoghi che crediamo meritano<br />
di essere visitati e “svelati”, che possono<br />
nutrire la nostra voglia di incontrare delle<br />
vite, che possono insegnarci a guardare con<br />
nuovi occhi.<br />
Questa struttura organizzativa, questa cooperativa,<br />
deve essere, con molta semplicità,<br />
un luogo e un investimento per dare<br />
agli artisti riconosciuti e non, siano attori<br />
o danzatori, la possibilità di poter creare<br />
le loro opere, per costruire e sostenere più<br />
occasioni possibili di attività di produzione<br />
e di distribuzione. Investire sulle persone,<br />
sugli sguardi e sulle visioni, più che sulle<br />
strutture.<br />
Far crescere e scommettere su valenze artistiche<br />
che meritano di trovare spazio, di<br />
avere una nuova possibilità, di mettersi in<br />
gioco, accettando anche il rischio dell’errore,<br />
del fallimento. Questo è per noi uno dei<br />
modi per rinnovare la scena e il panorama<br />
teatrale. La nostra speranza è quella di poter<br />
essere una risorsa, di poter svolgere una<br />
funzione utile al nostro territorio. In questa<br />
piccola brochure proviamo a raccontare e<br />
a spiegare, a chi è interessato, come pratichiamo<br />
i nostri intenti.<br />
Die Genossenschaft “Akademie Kunst<br />
der Vielfalt - Teatro La Ribalta” ist ein<br />
Zusammenschluss erfahrener Schauspieler,<br />
Regisseure und im Kulturbereich<br />
tätiger Personen, die beschlossen haben,<br />
mit Hilfe des über Jahre hinweg<br />
erworbenen Knowhow des Teatro La<br />
Ribalta dem gemeinsam mit der Lebenshilfe<br />
konzipierten Projekt “Akademie<br />
Kunst der Vielfalt” eine solide Basis zu<br />
verschaffen sowie Theaterprojekte<br />
zu erarbeiten, die sich an Kinder und<br />
Jugendliche richten. Die Genossenschaft<br />
ist ganz bewusst ein zweisprachiger<br />
Zusammenschluss, da sie sich jedem<br />
Mitbürger verständlich machen will, aber<br />
auch, um für die Öffnung für eine wohl<br />
vielsprachig gestaltete Zukunft bereit<br />
zu sein.<br />
Die Mitglieder der neuen und so verstandenen<br />
Genossenschaft können eine Reihe<br />
von Schätzen ihr eigen nennen: ein<br />
weites Repertoire an künstlerischen<br />
Projekten und Kreationen, die Fähigkeit,<br />
Events der unterschiedlichsten Art zu<br />
organisieren und durchzuführen, sowie<br />
in Südtirol, im restlichen Italien und im<br />
Ausland anerkannte Kompetenzen in<br />
Aufbau und Erhalt interinstitutioneller<br />
Beziehungen.<br />
Wir sehen uns verpflichtet, zeitgenössische<br />
Ausdrucksformen und<br />
Darstellungsweisen aufmerksam zu<br />
verfolgen, Bausteine der Vielfalt zu<br />
entdecken, dem Anderen und Andersartigen<br />
zur Sprache zu verhelfen, gegen jede<br />
Form der Gleichschaltung und der sozialen<br />
wie kulturellen Normierung<br />
aufzutreten sowie gegenüber der Welt<br />
von Kindheit und Jugend achtsam zu sein.<br />
Wir sind ein “Theater der Vielfalt”<br />
und damit auch ein “Theater des<br />
Andersseins”, aber kein Theater der<br />
Andersartigen.<br />
Wir stehen in den Fußstapfen einer<br />
kulturellen Tradition, die es sich zur<br />
Aufgabe gemacht hat, Vielfalt zu entdecken<br />
und zu vermehren. Diese Tradition<br />
ist jene des Theaters selbst und<br />
überhaupt. In diesem Sinne spüren wir der<br />
Vielfalt in all ihren Erscheinungsformen<br />
nach, seien diese nun ethnischer,<br />
sozialer, kultureller oder welcher<br />
Natur auch immer.<br />
Die Mitglieder der Genossenschaft<br />
sind Kunstschaffende mit jahrelanger<br />
Erfahrung, Schauspieler und Mitarbeiter<br />
eines Projekts namens “Kunst der<br />
Vielfalt”, die ihre eigenen Ausdrucksformen<br />
und Darstellungsweisen in die<br />
Pflichtschulen getragen haben und tragen.<br />
Wir verbreiten Theater in alle Orte,<br />
von denen wir glauben, dass sie besucht<br />
und enthüllt zu werden verdienen, uns<br />
zu neuen Begegnungen und Erkenntnissen<br />
ermuntern sowie uns neuartige<br />
Blickwinkel zu zeigen in der Lage sind.<br />
Unsere Genossenschaft, ein Ort der Tiefe<br />
und der Einfachheit zugleich, wird<br />
sowohl renommierten wie auch noch weniger<br />
bekannten Künstlern, Schauspielern<br />
wie Tänzern, Gelegenheiten eröffnen,<br />
ihr jeweils Eigenes zu kreieren, zu<br />
produzieren und zu vertreiben. Unser<br />
Handeln ist eine Investition nicht so sehr<br />
in Einrichtungen, sondern vielmehr in<br />
Sichtweisen und Visionen einzelner<br />
Personen.<br />
Wir wollen zur Vervielfältigung der Wege<br />
von Kunst beitragen. Und wir wollen<br />
all jene fördern, die diese Bezeichnung<br />
verdienen, jederzeit bewusst, dass sich<br />
manche als Irrwege erweisen können und<br />
möglicherweise im Scheitern enden. Um<br />
das Ziel der Erweiterung des Panoramas<br />
zu erreichen, ist dieses Risiko in Kauf<br />
zu nehmen. Wir hoffen aber, in jedem<br />
Fall eine Ressource zu sein, die in<br />
unserem Land eine sinnvolle und nützliche<br />
Rolle spielen wird. In der<br />
vorliegenden kleinen Broschüre versuchen<br />
wir zu erläutern, wie wir unsere<br />
Absichten umzusetzen gedenken.
la compagnia/<br />
das ensemble
Lavorano per l’Accademia/<br />
Angestellte der Akademie<br />
Melanie Goldner<br />
Rodrigo Scaggiante<br />
aus Neumarkt<br />
Angestellt bei Akademie Kunst der Vielfalt<br />
Schauspielerin in den Stücken:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Minotauro<br />
Il suono della Caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen (alternierend mit Mathias Dallinger)<br />
di Bressanone<br />
Lavora presso Accademia Arte della Diversità<br />
Attore e danzatore negli spettacoli:<br />
Il suono della caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen<br />
Lavorano per l’Accademia/<br />
Angestellte der Akademie<br />
Mathias Dallinger<br />
Aus Bozen<br />
Angestellt bei Akademie Kunst der Vielfalt<br />
Schauspieler in den Stücken:<br />
Michael Untertrifaller<br />
Il suono della Caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen (alternierend mit Melanie Goldner)<br />
Aus Klausen<br />
Angestellt bei Akademie Kunst der Vielfalt<br />
Schauspieler in den Stücken:<br />
Personaggi/Personen<br />
Lorenzo Friso<br />
di Egna<br />
Lavora presso Accademia Arte della Diversità<br />
Attore negli spettacoli:<br />
Personaggi/Personen<br />
Maria Magdolna Johannes<br />
Aus Meran<br />
Angestellt bei Akademie Kunst der Vielfalt<br />
Schauspielerin und Tänzerin in den Stücken:<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Minotauro<br />
Il suono della Caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen
Lavorano per l’Accademia/<br />
Angestellte der Akademie<br />
Antonio Viganò<br />
Alexandra Hofer<br />
Martina Zambelli<br />
di Bolzano<br />
Direttore artistico<br />
Socio fondatore dell’Accademia Arte della Diversità<br />
Teatro la Ribalta<br />
Firma le regie di:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
A 138 cm da terra/138 cm ab Boden<br />
Minotauro<br />
Fratelli/Brüder<br />
Il suono della caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen<br />
Aus Bozen<br />
Mitbegründerin der Akademie Kunst der Vielfalt<br />
Organisation und Öffentlichkeitsarbeit<br />
Schauspielerin und Tänzerin in den Stücken:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Minotauro<br />
Lavorano per l’Accademia/<br />
Angestellte der Akademie<br />
Paola Guerra<br />
di Bolzano<br />
Julie Anne Stanzak<br />
Socia fondatrice Accademia Arte della Diversità<br />
Teatro la Ribalta<br />
Responsabile progetti formazione-laboratorio-creazioni<br />
attrice negli spettacoli:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
aus Wuppertal (D)<br />
Arbeitet am Tanztheater Pina Bausch Wuppertal.<br />
Für die Akademie Kunst der Vielfalt arbeitet sie als<br />
Choreografin und Tänzerin<br />
Verantwortlich für die Choreografien der Stücke:<br />
Minotauro<br />
Il suono della Caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen<br />
Nessuno sa di noi /Niemand weiß von uns<br />
(Für das Stück übernimmt sie die Regie und ist darin auch als Darstellerin zu sehen)<br />
di Merano<br />
Accademia Arte della Diversità<br />
Segretaria di Compagnia
Collaborano con l’Accademia/<br />
Freie Mitarbeiter der Akademie<br />
Mattia Peretto<br />
di Bolzano<br />
Lavora presso il Municipio di Bolzano<br />
Attore e danzatore negli spettacoli:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Minotauro<br />
Il suono della Caduta/Der Klang des Falls<br />
Nessuno sa di noi/Niemand weiß von uns<br />
Collaborano con l’Accademia/<br />
Freie Mitarbeiter der Akademie<br />
Daniele Bonino<br />
di Torino<br />
in attesa di inserimento lavorativo presso Accademia Arte<br />
della Diversità<br />
Attore negli spettacoli:<br />
Personaggi/Personen<br />
Anna Traunig<br />
aus Meran<br />
Arbeitet im Pastor Angelicus in Meran<br />
Schauspielerin in folgenden Stücken:<br />
Il suono della caduta/Der Klang des Falls<br />
Gisela Oberegger<br />
aus Bozen<br />
Arbeitet in einer geschützten Werkstatt in Bozen<br />
Schauspielerin in folgenden Stücken:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Manuela Falser<br />
aus Kardaun<br />
Angestellt im Kindergarten von Kardaun<br />
Schauspielerin und Tänzerin in folgenden Stücken:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Minotauro<br />
Graziano Hueller<br />
di Bolzano<br />
Lavora presso l’Associazione Theatraki<br />
Attore negli spettacoli:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele
Collaborano con l’Accademia/<br />
Freie Mitarbeiter der Akademie<br />
Michele Fiocchi<br />
di Lecco<br />
Attore libero professionista<br />
Socio fondatore dell’ Accademia Arte della Diversità<br />
Teatro Ribalta<br />
Enrico Peco<br />
di Milano<br />
Attore negli spettacoli:<br />
Personaggi/Personen<br />
Coccodrilli (di cui firma anche la regia)<br />
Il suono della caduta/Der Klang des Falls<br />
Per l’Accademia Arte della Diversità è direttore tecnico negli spettacoli:<br />
Come farfalle nella pancia/Wie Schmetterlinge im Bauch<br />
Impronte dell’Anima/Spuren der Seele<br />
Minotauro<br />
Il suono della caduta/Der Klang des Falls<br />
Personaggi/Personen<br />
Nessuno sa di noi/Niemand weiß von uns<br />
Rassegna Arte<br />
della diversità/<br />
Aufführungsreihe<br />
Kunst der Vielfalt
Rassegna Arte della diversità/<br />
Aufführungsreihe Kunst der Vielfalt<br />
Comune di Bolzano/Gemeinde Bozen -Assessorato alla Cultura e alla Convivenza<br />
Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben<br />
Lebenshilfe - Südtirol<br />
direzione artistica/künstlerische Leitung : Antonio Viganò<br />
Accademia Arte della Diversità/Akademie Kunst der Vielfalt<br />
Grazie all’ Assessorato alla Cultura del Comune di Bolzano, da quattro anni è nato<br />
in città, presso il Teatro Comunale di Gries, un cartellone di teatro e danza che si<br />
interroga sui temi della diversità; un luogo, un teatro che ospita, ogni anno, la<br />
creazione contemporanea, le ricerche innovative nel campo dei linguaggi, della<br />
nuova drammaturgia e della sperimentazione. Un luogo, un teatro, che declina il<br />
tema dell’alterità nei tanti modi e nelle tante forme possibili.<br />
Sono stati nostri ospiti:<br />
Condoco-Dance Company (GB), Marco Baliani, Comp. Abbondanza – Bertoni,<br />
Mezzanine Theater di Graz (A), Petra Afonin (D), Comp. Rossolevante, Emma Dante,<br />
Teatrodistinto, Teatro di Dioniso, Babiloniateatri – Amici di Luca, Saverio La<br />
Riuna – ScenaVerticale, Teatro delle Briciole, Compagnia Pippo Del Bono, Ascanio<br />
Celestini, Schauspielhaus - Zurigo (CH), Teatro Pirata, Martà Cuscunà Fies Factory,<br />
TeatroPersona, Ensemble Ricci-Forte, Teatro della Cooperativa, Jetzt&Co (CH),<br />
Bartholomei’s.<br />
Dank des Assessorats für Kultur der Gemeinde Bozen, findet im Stadttheater Gries<br />
seit 4 Jahren ein reichhaltiges Programm von Theater- und Tanzperformances<br />
statt; auf dem Spielplan stehen vor allem Stücke, die sich mit der Wahrnehmung<br />
dessen auseinandersetzen, das wir das „Andere“ nennen.<br />
Das Stadttheater Gries ist in kürzester Zeit zu einem Ort geworden, an dem<br />
zeitgenössische Produktionen Platz finden, innovative Forschung der<br />
theatralischen Sprache und eine neue, experimentelle Dramaturgie betrieben<br />
wird. Ein Theater, das das Thema Andersartigkeit in all seinen Ausdrucksformen<br />
und Methoden dekliniert.<br />
Zu Gast waren bereits:<br />
Condoco-Dance Company (GB), Marco Baliani, Comp. Abbondanza – Bertoni,<br />
Mezzanin Theater Graz (A), Petra Afonin (D), Comp. Rossolevante, Emma Dante,<br />
Teatrodistinto, Teatro di Dioniso, Babiloniateatri – Amici di Luca, Saverio La Ruina<br />
– Scena Verticale, Teatro delle Briciole, Compagnia Pippo Del Bono, Ascanio Celestini,<br />
das Schauspielhaus Zürich (CH), Teatro Pirata, Martà Cuscunà – Fies Factory,<br />
TeatroPersona, Ensemble Ricci-Forte, Teatro della Cooperativa, Jetzt&Co (CH),<br />
Barholomei’s.<br />
“Accendiamo i riflettori per far riflettere, per far pensare, per aprire le teste<br />
e non addormentarle nel compiacimento di ciò che è solo rassicurante ripetizione.<br />
Consentire confronti tra mondi e linguaggi differenti”<br />
“Wir schalten die Scheinwerfer an, um zum Nachdenken anzuregen, um die<br />
Köpfe zu öffnen, um unsere Gedanken nicht veralten zu lassen, um den Austausch<br />
zwischen verschiedenen Sprachen und Welten zu ermöglichen”.
con il contributo di<br />
mit freundlicher Unterstützung<br />
Assessorato alla Cultura e alla Convivenza<br />
Assessorat für kultur und aktives Zusammenleben<br />
REGIONE AUTONOMA TRENTINO - ALTO ADIGE<br />
AUTONOME REGION TRENTINO - SÜDTIROL<br />
REGION AUTÓNOMA TRENTIN - SÜDTIROL<br />
grafica e impaginazione / Grafik und Layout: Lalla Pellegrino - studio23esimo.it
www.teatrolaribalta.it