La presentazione - Radio Rai
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Martedì 4 ottobre ore 20.00<br />
Teatro Piccolo Arsenale<br />
Carlo De Pirro<br />
Messaggeri e messaggini<br />
opera da camera in un atto per due corni di lontananza, guardiano delle<br />
sfere, voce di bambino, disklavier, campane tubolari, numerina, stella di<br />
luce, macchine orgogliose, galline e giostre sonore<br />
prima es. ass.<br />
musica Carlo De Pirro<br />
testo Giuliano Scabia e Carlo De Pirro<br />
con Antonio Frannina e Nilo Caracristi (corni – due angeli dimenticati)<br />
Alessandro Bressanello (attore – guardiano delle sfere); Leandro Bonan (voce bianca –<br />
voce di bambino); Elettra De Pirro (numerina)<br />
regia Alessandro Bressanello<br />
sculture sonore Tobia Scarpa<br />
elaborazione informatica Andrea Celani e Giuseppe Pigatto<br />
variazioni verbo cinetiche Giovanni Anceschi e Nicola Vittori<br />
ideazione scenografica e nuova liuteria Andrea Bozzo, Antonio Favaro, Alberto Favretto e Flavia Panzieri<br />
commissione <strong>La</strong> Biennale di Venezia<br />
produzione <strong>La</strong> Biennale di Venezia, Teatro <strong>La</strong> Fenice<br />
in coproduzione con Fabrica<br />
in collaborazione con Centro d’Arte, Padova<br />
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scultura di Tobia Scarpa<br />
foto: Andrea Bozzo<br />
«Quando in primavera mi ha chiamato, Carlo De Pirro aveva già in testa l’opera, la<br />
musica, la storia, il libretto. Io dicevo: Ma non hai bisogno di me. E lui invece: Ma sì,<br />
ma sì. E io: Sei proprio sicuro? E lui: Messaggeri e messaggini. Ci sono due angeli (o<br />
due spiriti sospesi) che chiedono di essere creduti. E io: Sì, sì. E lui: E qui ci sono le<br />
macchine sonore, e qui il bambino che canta, e qui il guardiano delle sfere.<br />
È stato facile collaborare, aggiustare, aggiungere, togliere. Carlo è pieno di idee. Sono<br />
curioso dei suoi suoni, delle macchine sonore di Tobia Scarpa, del mitico disklavier.<br />
Ponte Manco, dove De Pirro abita, è un luogo proprio al limite del Pavano antico, là<br />
dove cominciano le foreste sorelle. Mi domando: Perché un musicista va a bussare<br />
alla porta di un certo poeta anziché di un altro? Destino.<br />
È stato fruttuoso, di tempo in tempo, collaborare coi nuovi musicisti. Quante cose ho<br />
imparato anche sul fare poesia (sulla forma, sul ritmo, sulla metrica, sul teatro musicale).<br />
Li nomino in ordine di tempo: Luigi Nono, Sergio Liberovici, Ugalberto de<br />
Angelis, Gualtiero Bertelli, Aldo Sisillo, Stefano Barnaba, Aldo Tarabella, Mauro<br />
Bonifacio, Fabio Vacchi, Paolo Furlani, Paolo Beschi (violoncellista), Mario Pagliarani,<br />
Carlo De Pirro. Tutti mi hanno illuminato la musica (la sua forma, la sua presenza)<br />
secondo la loro concezione nell’incontro con le parole. È stato bellissimo.<br />
Il primo in ordine di tempo però è stato mio padre – Guido – col suo violoncello<br />
improvvisamente sparito.»<br />
Giuliano Scabia, Arquà Petrarca luglio 2005<br />
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«È uso, prima dei pasti (estetici), somministrare pillole per la sinestesia. Eccone (a<br />
vostro rischio fantastico) il bugiardino. Due angeli dimenticati dialogano, dal loro<br />
punto di fuga nello spazio, sulle lontananze dei miti e sui cambi d’involucro della<br />
comunicazione (messaggeri uranici, ma più di ogni altra cosa proiezioni dell’umano).<br />
Abitano nel ventre di una grande stella di luce, attorniati da protesi sonor–meccaniche,<br />
sculture sonore, guardiani delle sfere, voci bianche in gabbia, una numerina del<br />
caso e galline a motore. Si raccontano sogni, vedono sogni, ma soprattutto hanno<br />
una feroce paura di sparire. Sono stretti in tematiche drammaturgiche di connessione:<br />
lontananze; essere avvolti (con il suono, con le parole); attese di un messaggio;<br />
precarietà; spazio (inventare spazio, inventare suono); nostra duplice natura; proiezioni<br />
del logos (cantato, recitato, proiettato), molestia. Non c’è scissione fra chi<br />
suona e chi recita, fra suono temperato e non temperato, fra materia e diastema.<br />
Musicalmente le metamorfosi dell’appoggiatura inferiore agiscono come nucleo<br />
generatore. Amo la meraviglia e credo in un'arte popolar–sperimentale. Epilogo in<br />
citazione, William Carlos Williams: “Componi (Niente idee se non nelle cose) Inventa!<br />
Sassifraga è il mio fiore, che spacca le rocce”.»<br />
Carlo De Pirro<br />
L’azione si immagina aristotelicamente in un sol giorno, in tre passi della luce: Alba<br />
(Nostro cielo quotidiano), Luce meridiana, Le ali della scrittura (verso la notte); ovvero:<br />
<strong>presentazione</strong>, peripezia, epilogo. A presentarsi, due àngheloi – messaggeri – di<br />
cui gli uomini non si servono più: la peripezia mostra che sono stati rimpiazzati dalla<br />
tecnologia, non solo messaggera–principe nell’oggi (tramite di ogni comunicazione)<br />
ma anche “nascondiglio delle paure” dell’uomo. Le macchine sonore e non che entrano<br />
in azione nell’iper–uranio – compreso un pianoforte automatico, il disklavier –<br />
sembrano perciò girare a vuoto: gli angeli non sono in grado di comunicare al telefono…<br />
e forse neppure l’uomo. Potrebbe essere una nuova forma di tensione all’equilibrio,<br />
questa, come suggerisce il guardiano delle sfere, interlocutore invisibile agli<br />
angeli e custode della gabbia nella quale è rinchiuso (al pari delle galline–natura e del<br />
cannocchiale) l’angelo–bambino. Gli angeli non vogliono perdere la speranza di non<br />
sparire, ma il loro pensiero dà voce allo stato delle cose nel sogno, la cui realtà si<br />
materializza attraverso il coagularsi di atomi grafici in parole dinamicamente proiettate<br />
in scena e in sala. Agli angeli non resta che dissolversi, tramutando le ali in scrittura:<br />
per l’oralità dell’annuncio, sbiadito in un flusso livellato d’informazioni, unica<br />
salvezza per lasciare una traccia nel cielo–terra?<br />
Le tre fasi sono scandite dalla diversa caratterizzazione del disklavier (meccanico,<br />
materico, sublimato), ma hanno un fondo unitario nel profilo sonoro dei<br />
cornisti–angeli: nelle pause delle melodie s’inseriscono parole declamate–intonate<br />
che vogliono essere la scaturigine espressiva, quasi madrigalistica, delle prime. E’ un<br />
progetto che ribalta e insieme propaga, nella poetica drammaturgico–musicale, il<br />
precedente lavoro di De Pirro, L’angelo e l’aura: additivo, denso d’informazioni in<br />
grande formato, di disparati registri della forma dell’espressione musicale, il primo;<br />
sottrattivo, elusivo, miniaturizzato, questo.<br />
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Carlo De Pirro (Adria, 1956) ha compiuto gli studi musicali a Padova, diplomandosi in<br />
Composizione sotto la guida di Wolfango Dalla Vecchia. Ha contemporaneamente<br />
seguito corsi di perfezionamento con Franco Donatoni e Salvatore Sciarrino. Suoi<br />
lavori sono stati commissionati ed eseguiti dalla Biennale di Venezia, in Italia ed<br />
Europa, trasmessi da <strong>Radio</strong> 3, <strong>Radio</strong> France, incisi dalla EDIPAN di Roma, dalla Fonit<br />
Cetra e pubblicati da Ricordi. <strong>La</strong> Fenice di Venezia (in coproduzione con il Teatro<br />
Sociale di Rovigo) gli ha commissionato nel 2001 l’opera–gioco Caos dolce caos. <strong>La</strong><br />
Confederazione Elvetica gli ha commissionato una grande installazione sonora per<br />
l’EXPO 2002 in Svizzera. Nell’ottobre 2003 si è avuta la prima esecuzione di un lavoro<br />
per violino e pianoforte alla Carnegie Hall di New York. Nel 2004–05 sono andati in<br />
scena Di luce e di vento (concerto cangiante per violino, ottavino, oboe, corno e archi<br />
composizione commissionato da I Solisti Veneti di Claudio Scimone) e, al Teatro<br />
Malibran di Venezia, L’Angelo e l’Aura, opera in coproduzione con la Fenice di Venezia<br />
e la Facoltà di Architettura (dipartimento delle Arti e del Design) di Venezia. <strong>Radio</strong> Tre<br />
Suite gli ha dedicato un programma monografico e diverse interviste. Svolge attività<br />
di giornalista e di conferenziere (suoi lavori sull’interazione musicista–computer sono<br />
stati presentati all’Università di Genova a alla Conferenza Mondiale di Computer<br />
Music del 1998) e si occupa di analisi musicale partendo dalla teoria delle figure retoriche<br />
e delle grammatiche narrative. Insegna Armonia e Contrappunto al<br />
Conservatorio “Venezze” di Rovigo.<br />
Carlo de Pirro<br />
foto: Ida Fortini<br />
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