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04.06.2014 Views

PARLIAMONE CATENE Corofar, cooperativa forlivese, celebra i tre decenni di vita. Dall’idea iniziale di alcuni amici all’espansione anche oltre i confini regionali. Aggregarsi, un richiamo sempre attuale DI GIUSEPPE TANDOI Fare rete, unirsi in network, aggregarsi. Le parole d’ordine sono sempre quelle e, a ben vedere, non sono cambiate, da trent’anni a questa parte. I trent’anni che ha compiuto a fine 2011 Corofar, cooperativa forlivese. Certo le sollecitazioni che giungono dall’esterno sono diverse e ben più ponderose, ma l’esigenza di unire le forze rimane sempre quella. Il convegno si tiene nei giorni immediatamente precedenti la manovra Monti che, come regalo di Natale, stava per portare la liberalizzazione della fascia C. Pericolo scampato, ma a quanto pare ancora per poco. In ogni caso, e maggior ragione quando si apre un nuovo fronte concorrenziale, la necessità di collaborare si rivela sempre più stringente. E poi bisogna buttare un occhio anche oltre confine. L’invito giunge da Ismaele Passoni - editore di Punto Effe e moderatore dei lavori - che in apertura ricorda come anche in Francia sia di grande attualità il dibattito sulle nuove forme di remunerazione e sul possibile ingresso dei capitali in farmacia. Sprovincializzarsi non fa mai male. È l’attuale presidente Pier Luigi Zuccari a rievocare le origini di Corofar. Un’idea venuta, nel settembre del ’91, a un I suoi primi gruppo di amici che frequentemente si confrontavano sul futuro della professione. Diedero vita, inizialmente, a un gruppo di acquisto, poi a una vera e propria cooperativa. Dodici i soci fondatori, guidati da Vitaliano Chelli, presidente fino al 1992. Un primo magazzino di 400 mq. e un numero esiguo di soci; poi una costante crescita fino ai giorni nostri, grazie a una piattaforma logistica tecnologicamente avanzata di 9.500 mq. «Oggi sono 333 le farmacie servite», sintetizza Zuccari, «tra socie e clienti, distribuite nelle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Bologna, Modena e Arezzo. Le referenze superano le trentamila, 127 i dipendenti della cooperativa». Da tempo Corofar fa parte di Federfarmaco, che, come ricordato dal presidente Guido Nocerino, si propone come un’aggregazione più ampia in grado di offrire alle consociate ulteriori strumenti “di lotta”, dai prodotti a marchio ai supporti informatici alla Carta Profar. Sulla reciprocità tra farmacia e 8 puntoeffe

PARLIAMONE<br />

CATENE<br />

Corofar, cooperativa<br />

forlivese, celebra<br />

i tre decenni di vita.<br />

Dall’idea iniziale<br />

di alcuni amici<br />

all’espansione<br />

anche oltre<br />

i confini regionali.<br />

Aggregarsi,<br />

un richiamo<br />

sempre attuale<br />

DI GIUSEPPE TANDOI<br />

Fare rete, unirsi in network,<br />

aggregarsi. Le parole d’ordine<br />

sono sempre quelle e, a<br />

ben vedere, non sono cambiate, da<br />

trent’anni a questa parte. I trent’anni<br />

che ha compiuto a fine 2011 Corofar,<br />

cooperativa forlivese. Certo le sollecitazioni<br />

che giungono dall’esterno sono<br />

diverse e ben più ponderose, ma<br />

l’esigenza di unire le forze rimane<br />

sempre quella.<br />

Il convegno si tiene nei giorni immediatamente<br />

precedenti la manovra Monti<br />

che, come regalo di Natale, stava per<br />

portare la liberalizzazione della fascia<br />

C. Pericolo scampato, ma a quanto pare<br />

ancora per poco. In ogni caso, e<br />

maggior ragione quando si apre un<br />

nuovo fronte concorrenziale, la necessità<br />

di collaborare si rivela sempre più<br />

stringente. E poi bisogna buttare un<br />

occhio anche oltre confine.<br />

L’invito giunge da Ismaele Passoni -<br />

editore di <strong>Punto</strong> <strong>Effe</strong> e moderatore dei<br />

lavori - che in apertura ricorda come<br />

anche in Francia sia di grande attualità<br />

il dibattito sulle nuove forme di remunerazione<br />

e sul possibile ingresso dei<br />

capitali in farmacia. Sprovincializzarsi<br />

non fa mai male.<br />

È l’attuale presidente Pier Luigi Zuccari<br />

a rievocare le origini di Corofar. Un’idea<br />

venuta, nel settembre del ’91, a un<br />

I suoi primi<br />

gruppo di amici che frequentemente si<br />

confrontavano sul futuro della professione.<br />

Diedero vita, inizialmente, a un<br />

gruppo di acquisto, poi a una vera e<br />

propria cooperativa. Dodici i soci<br />

fondatori, guidati da Vitaliano Chelli,<br />

presidente fino al 1992. Un primo<br />

magazzino di 400 mq. e un numero<br />

esiguo di soci; poi una costante crescita<br />

fino ai giorni nostri, grazie a una piattaforma<br />

logistica tecnologicamente<br />

avanzata di 9.500 mq. «Oggi sono 333<br />

le farmacie servite», sintetizza Zuccari,<br />

«tra socie e clienti, distribuite nelle<br />

province di Forlì-Cesena, Rimini,<br />

Ravenna, Bologna, Modena e Arezzo.<br />

Le referenze superano le trentamila,<br />

127 i dipendenti della cooperativa».<br />

Da tempo Corofar fa parte di Federfarmaco,<br />

che, come ricordato dal presidente<br />

Guido Nocerino, si propone<br />

come un’aggregazione più ampia in<br />

grado di offrire alle consociate ulteriori<br />

strumenti “di lotta”, dai prodotti a marchio<br />

ai supporti informatici alla Carta<br />

Profar. Sulla reciprocità tra farmacia e<br />

8 puntoeffe


PARLIAMONE<br />

CATENE<br />

trent’anni<br />

cooperativa insiste Paolo Tagliavini,<br />

presidente di Federfarma Servizi; due<br />

elementi che si sostengono a vicenda<br />

e servono a consolidare il sistema.<br />

«Ora però è giunto il momento della<br />

proposta», aggiunge Tagliavini, «e<br />

Federfarma Servizi è pronta a dare il<br />

suo contributo».<br />

magna, il quale rivendica alla professione<br />

un’autonomia che, nel caso delle<br />

parafarmacie, è gravemente compromessa,<br />

se i farmacisti che vi lavorano<br />

sono «succubi» di interessi superiori.<br />

Non parliamo poi dell’eventualità di<br />

consentire la titolarità anche ai non farmacisti:<br />

«Non possiamo consegnare la<br />

salute alle multinazionali». Dal Re gioca<br />

in casa, per così dire, e non può non<br />

ricordare come il rapporto con la parte<br />

DIETRO L’ANGOLO<br />

Liberalizzare? «Facile, veloce, demagogico».<br />

Parola di Domenico Dal Re, pubblica sia non di rado conflittuale, Nuove forme di remunerazione? La<br />

presidente di Federfarma Emilia-Ro- soprattutto se alcune Asl non rispet-<br />

proposta di Brunello è articolata, non ><br />

tano, come succede in Emilia Romagna,<br />

gli accordi relativi al giusto<br />

equilibrio tra Distribuzione diretta e per<br />

conto. «In ogni caso», e Dal Re si<br />

allinea sulle posizioni di Tagliavini,<br />

«non dobbiamo fermarci alle proteste<br />

ma passare alle proposte. In questo<br />

senso è fondamentale approdare a<br />

una riforma della remunerazione che<br />

la renda meno vincolata al prezzo, anche<br />

per favorire l’offerta dei famosi<br />

nuovi servizi. O si fanno insieme o non<br />

si fanno. A tal fine le cooperative costituiscono<br />

un’arma molto efficace».<br />

Raccoglie il testimone Giancarlo Esperti,<br />

direttore generale di Federfarma<br />

Servizi, che definisce la Legge<br />

405/2001 «una iattura, di cui oggi<br />

paghiamo tutte le conseguenze».<br />

Facendo cenno alle multinazionali, Esperti<br />

ricorda che «tre di esse hanno in<br />

mano il 50 per cento del mercato europeo<br />

della distribuzione intermedia.<br />

La loro è una crescita costante. Quanto<br />

all’Italia, le società di farmacisti attualmente<br />

riescono a coprire il 30 per cento<br />

del mercato nazionale».<br />

Ma davvero c’è il rischio che il capitale<br />

entri nelle farmacie private? «Magari<br />

qualche titolare è anche d’accordo,<br />

soprattutto se non ha figli farmacisti»,<br />

stuzzica la platea Giampietro Brunello,<br />

presidente di Sose, società di studi<br />

di settore, «ma sarebbe in ogni caso<br />

un errore, perché si farebbe prevalere<br />

la logica del profitto rispetto a quella<br />

della professionalità». Non solo, prevede<br />

Brunello, ma subito dopo quello<br />

sulla proprietà cadrebbe anche il baluardo<br />

della pianta organica. In un<br />

mercato già alquanto confuso, con<br />

una Dpc a macchia di leopardo e una<br />

“diretta” che oltre a marginalizzare la<br />

farmacia comporta risparmi tutti da<br />

verificare e difficoltà logistiche non da<br />

poco per i pazienti. «Dal 2007 al<br />

2011», sintetizza Brunello, «il valore<br />

medio della fustella è calato del 5 per<br />

cento, mentre oggi l’utile netto medio<br />

della farmacia si aggira sui 97.000<br />

euro. In alcune Regioni, vedi la Campania,<br />

l’equilibrio finanziario delle farmacie<br />

è molto precario, causa i mancati<br />

pagamenti da parte delle Asl».<br />

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PARLIAMONE<br />

CATENE<br />

In alto, da sinistra: Giampietro Brunello, amministratore delegato<br />

di Sose, e Ismaele Passoni, editore di <strong>Punto</strong> <strong>Effe</strong>.<br />

Al centro: Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar.<br />

In basso, da sinistra: Pier Luigi Zuccari, presidente<br />

di Corofar, e Paolo Tagliavini, presidente di Federfarma Servizi<br />

si limita all’ipotesi - che pare riscuota<br />

un certo consenso - di un binomio<br />

quota fissa-quota variabile, magari<br />

sull’esempio tedesco. Brunello ritiene<br />

che, in via preliminare, il Ssn debba<br />

stabilire, per il farmaco in questione,<br />

un prezzo ex factory e uno per la<br />

vendita al pubblico. In base a questi<br />

due prezzi di riferimento andrebbero<br />

riorganizzati tutti i criteri di remunerazione<br />

delle componenti della filiera:<br />

produttori, grossisti, farmacie. Ma al<br />

di là delle soluzioni ipotizzate, ribadisce<br />

Brunello, «il fine ultimo dell’operazione<br />

deve essere quello di convogliare<br />

in farmacia tutti i farmaci in<br />

commercio, compresi quelli biotec e<br />

ad alto costo».<br />

UN PO’ DI AUTOCRITICA<br />

«La nostra categoria è un po’ particolare,<br />

fa fatica a capire il valore dello stare<br />

insieme. Una condizione necessaria<br />

anche per far comprendere all’esterno<br />

i tanti oneri di una professione<br />

che pochi conoscono davvero; quelli<br />

relativi all’articolo 50, per esempio.<br />

Per non parlare delle cifre irrisorie<br />

con le quali siamo ricompensati per i<br />

turni notturni, oltre ai molti “extra”<br />

che forniamo gratuitamente». Si accalora<br />

Alfredo Orlandi, presidente del<br />

Un libro<br />

per ricordare<br />

La nostra storia in pillole si intitola<br />

il volume che ripercorre<br />

i trent’anni di Corofar, pubblicato<br />

grazie al contributo di Teva.<br />

Un omaggio che la cooperativa ha voluto fare<br />

a se stessa e ai propri soci per ricordare<br />

le trasformazioni del Gruppo in questi<br />

ultimi decenni, oltre che le vicende<br />

che ne hanno caratterizzato l’evoluzione:<br />

i presidenti che si sono succeduti, il numero<br />

crescente di adesioni… Il tutto corredato<br />

da fotografie che fissano alcuni momenti<br />

salienti di questo trentennio, compreso<br />

l’episodio di cronaca nera che nel 1999<br />

ha visto alcuni malviventi assaltare<br />

il magazzino Corofar e tenere in ostaggio<br />

venti dipendenti, prima dell’intervento<br />

risolutore delle forze dell’ordine.<br />

Altro fatto di rilievo, l’incendio del magazzino<br />

Saf a Jesi, nel 2006. In quell’occasione<br />

le altre cooperative del consorzio<br />

Farmacentro, Corofar compresa, hanno fatto<br />

fronte con tempestività all’emergenza,<br />

rifornendo tutte le farmacie rimaste<br />

“scoperte”. In appendice, gli elenchi<br />

con i nomi di presidenti e consiglieri vecchi<br />

e nuovi e con quelli, uno per uno, degli attuali<br />

dipendenti della cooperativa. In tutto, 127.<br />

Sunifar, quando sottolinea la complessità<br />

di una professione che invece<br />

appare spesso sui media in una versione<br />

edulcorata. L’occupazione? Non<br />

è vero che ci sono farmacisti a spasso,<br />

anzi Trentino e Valle d’Aosta li cercano<br />

nelle Regioni limitrofe perché non<br />

ne trovano più “in casa”. Certo poi rimangono<br />

le ferite aperte della Convenzione<br />

ormai scaduta da un decennio<br />

e la necessità di modificare la remunerazione,<br />

di cui pure si parla da<br />

tempo. «Le riforme vanno fatte collaborando<br />

tutti insieme».<br />

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