Parte 3 - Provincia di Oristano
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PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE – Terza parte<br />
in<strong>di</strong>retta, il più utilizzato dei quali è la somministrazione <strong>di</strong> cibo<br />
complementare (foraggiamenti), che, però, deve essere realizzato<br />
con alcuni accorgimenti (in aree boscate e nel periodo <strong>di</strong> minima<br />
produttività naturale delle stesse, in modo da fornire cibo in un<br />
habitat naturale che garantisce anche protezione e rifugio.<br />
E’ possibile anche destinare dei piccoli appezzamenti alle<br />
cosiddette “colture a perdere”, che devono essere in<strong>di</strong>viduate ai<br />
margini o all’interno delle aree boscate, in modo da garantire<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> tranquillità per la loro frequentazione da parte dei<br />
cinghiali.<br />
Per quanto, in fine, riguarda la problematica dei ripopolamenti <strong>di</strong> cinghiale, si ritiene fondamentale<br />
impe<strong>di</strong>re le immissioni <strong>di</strong> capi <strong>di</strong> provenienza alloctona (linee europea, italica e asiatica) e da<br />
allevamenti, che in passato hanno mo<strong>di</strong>ficato a fondo il patrimonio genetico del cinghiale sardo<br />
autoctono (Sus scrofa meri<strong>di</strong>onalis).<br />
A tale scopo sarà importante:<br />
- garantire il monitoraggio genetico degli allevamenti, ance <strong>di</strong> quelli associati alle aziende<br />
Agri-Turistico-Venatorie, eliminando i soggetti che risultino <strong>di</strong>vergenti geneticamente dal<br />
cinghiale sardo autoctono;<br />
- attuare specifiche misure <strong>di</strong> sorveglianza ed informazione necessarie per evitare rilasci<br />
clandestini <strong>di</strong> capi;<br />
- fare delle verifiche genetiche sui capi abbattuti nelle <strong>di</strong>verse aree <strong>di</strong> caccia al fine <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>viduare situazioni potenzialmente pericolose per l’integrità del cinghiale sardo;<br />
- valutare la possibilità <strong>di</strong> contribuire ad un Piano regionale <strong>di</strong> recupero genetico che<br />
dovrebbe essere proposto e coor<strong>di</strong>nato dalla Regione Sardegna, come suggerito dalla<br />
Carta regionale delle Vocazioni faunistiche (2005). Tale piano <strong>di</strong> recupero dovrebbe<br />
in<strong>di</strong>viduare aree <strong>di</strong> priorità <strong>di</strong> conservazione (con la funzione <strong>di</strong> aree “sorgente” per<br />
ripopolamenti con soggetti autoctoni) e la definizione <strong>di</strong> alcune priorità d’intervento, per<br />
procedere alla rimozione degli in<strong>di</strong>vidui con fenotipo incerto e giungere comunque ad una<br />
progressiva riduzione delle densità seguita da eventuali immissioni <strong>di</strong> esemplari non<br />
contaminati geneticamente.<br />
PROVINCIA DI ORISTANO – Settore Attività produttive SVS – Servizio Gestione Fauna Pagina 78