Parte 3 - Provincia di Oristano
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PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE – Terza parte<br />
Considerazioni ed in<strong>di</strong>cazioni generali per la gestione ed il prelievo venatorio.<br />
I censimenti effettuati nell’ambito della redazione della Carta regionale delle Vocazioni faunistiche<br />
(2005) e le informazioni relative agli abbattimenti nelle zone in concessione autogestite per<br />
l’esercizio della caccia negli ultimi 10 anni, sembrerebbero evidenziare una situazione incerta e<br />
molto variabile rispetto allo stato del coniglio selvatico Le sue densità sembrerebbero essere molto<br />
variabili, probabilmente in conseguenza delle caratteristiche dell’habitat.<br />
Come evidenziato dalla Carta regionale delle Vocazioni per l’intera regione, le popolazioni <strong>di</strong><br />
coniglio selvatico sembrerebbero mostrare andamenti particolari e non evidenziano incrementi<br />
durante la stagione riproduttiva. Questo aspetto potrebbe essere influenzato dalla pressione<br />
predatoria e dal variabili con<strong>di</strong>zioni climatiche. E’ possibile che la stagione limitante sia soprattutto<br />
l’estate, se siccitosa per lunghi perio<strong>di</strong> (5-6 mesi), mentre in autunno ed inverno la maggiore<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> risorse consentirebbe una sopravvivenza più elevata.<br />
Gli operatori venatori, con particolare riguardo agli organismi <strong>di</strong>rettivi delle Zone in concessione<br />
autogestite, da <strong>di</strong>versi anni segnalano variazioni perio<strong>di</strong>che della densità <strong>di</strong> questa specie,<br />
ponendole in relazione con possibili problematiche sanitarie che determinerebbero perio<strong>di</strong>che<br />
morie. Tuttavia non esistono stu<strong>di</strong> specifici e osservazioni standar<strong>di</strong>zzati che possano darci<br />
informazioni atten<strong>di</strong>bili in proposito.<br />
Come per la pernice e lepre, non sono stati effettuati regolari monitoraggi in provincia <strong>di</strong> <strong>Oristano</strong><br />
negli ultimi 10 anni e neppure indagini specifiche sui possibili fattori che possono aver influito<br />
negativamente sullo sviluppo delle popolazioni <strong>di</strong> questa specie.<br />
Gli operatori venatori ed anche il Corpo Forestale e <strong>di</strong> Vigilanza Ambientale segnalano un possibile<br />
impatto negativo del bracconaggio, praticato nelle ore serali e notturno con l’uso dei fari delle<br />
autovetture lungo le strade sterrate interpoderali.<br />
Altro elemento negativo sarebbero le pesanti trasformazioni fon<strong>di</strong>arie con riduzione della macchia<br />
me<strong>di</strong>terranea, spiettramenti, bonifica delle stagni temporanei, <strong>di</strong>struzione dei muretti a secco e<br />
delle siepi <strong>di</strong> confine tra gli appezzamenti coltivati. Nessuna informazione sull’impatto degli<br />
investimenti notturni nelle strade asfaltate della rete viaria provinciale.<br />
Incerto anche il possibile effetto negativo da parte <strong>di</strong> predatori naturali. Gli operatori venatori<br />
segnalano, in particolare, la predazione da parte della volpe e della poiana. Nessuna certezza<br />
anche sull’eventuale impatto della predazione da parte <strong>di</strong> specie domestiche, come cani allo stato<br />
“randagio”.<br />
In bibliografia i fattori che influenzano negativamente l’abbondanza della lepre sarda, oltre al<br />
prelievo venatorio, sono stati in<strong>di</strong>viduati fondamentalmente nella tendenza a uniformare il territorio<br />
attraverso la continua riduzione degli ambienti idonei e alla presenza eccessiva del bestiame<br />
domestico (Sacchi e Meriggi, 1999).<br />
La Carta regionale delle Vocazioni faunistiche come “Proposte gestionali e <strong>di</strong> prelievo sostenibile”,<br />
evidenzia per questa specie, analogamente alla lepre sarda, evidenzia la grave carenza, se non la<br />
totale mancanza, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> pluriennali sulla <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> popolazione, fondamentali per<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> quei parametri demografici necessari per affrontare una corretta gestione.<br />
Non vengono fornite in<strong>di</strong>cazioni particolari per la sua gestione. Tuttavia viene rilevato che le<br />
popolazioni del coniglio selvatico sono soggette in Sardegna a forti oscillazioni dovute alla<br />
PROVINCIA DI ORISTANO – Settore Attività produttive SVS – Servizio Gestione Fauna Pagina 53