Parte 3 - Provincia di Oristano
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PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE – Terza parte<br />
Considerazioni ed in<strong>di</strong>cazioni generali per la gestione ed il prelievo venatorio.<br />
I censimenti effettuati nell’ambito della redazione della Carta regionale delle Vocazioni faunistiche<br />
(2005), i dati <strong>di</strong> alcuni stu<strong>di</strong> effettuati dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Oristano</strong> su aree campione e le<br />
informazioni relative agli abbattimenti nelle zone in concessione autogestite per l’esercizio della<br />
caccia negli ultimi 10 anni, sembrerebbero evidenziare una situazione incerta rispetto allo stato <strong>di</strong><br />
questa specie. Non è chiaro se questa specie sia in reale declino o se la capacità portante del<br />
territorio oristanese sia limitata da alcuni fattori al punto da non permettere <strong>di</strong> raggiungere densità<br />
ottimali. Da un lato sono confermate densità me<strong>di</strong>o-alte in <strong>di</strong>verse parti del territorio provinciale,<br />
dall’altro appare che la Lepre sarda in gran parte della provincia presenta densità me<strong>di</strong>e molto<br />
basse e sembrerebbe in progressivo declino. Di sicuro i dati a <strong>di</strong>sposizione devono ancora<br />
considerarsi del tutto insufficienti per delineare un quadro preciso della situazione.<br />
Gli operatori venatori, con particolare riguardo agli organismi <strong>di</strong>rettivi delle Zone in concessione<br />
autogestite, da <strong>di</strong>versi anni sostengono che la specie sarebbe presente su gran parte del territorio<br />
provinciale ma con densità molto basse, <strong>di</strong> sicuro inferiori ai 10 in<strong>di</strong>vidui per kmq. La gravità della<br />
situazione avrebbe indotto <strong>di</strong>verse zone autogestite a ridurre o impe<strong>di</strong>re la caccia a questa specie<br />
con il proprio calendario venatorio interno.<br />
Migliore sembrerebbe la situazione in alcune aree come la fascia costiera dei comuni <strong>di</strong> Cuglieri e<br />
Tresnuraghes, probabilmente in relazione alla particolare idoneità ambientale <strong>di</strong> tali zone, al<br />
limitato impatto delle attività umane (agricoltura, allevamento e turismo), al loro isolamento con<br />
scarsa presenza <strong>di</strong> strade <strong>di</strong> penetrazione agraria e turistica, ed alla presenza <strong>di</strong> alcuni istituti <strong>di</strong><br />
protezione faunistica ed ambientale (oasi permanente <strong>di</strong> “Cabu Nieddu”, ZRC <strong>di</strong> “Porto Alabe”,<br />
cantieri forestali <strong>di</strong> Tresnuraghes) e <strong>di</strong> alcune zone autogestite <strong>di</strong> adeguata <strong>di</strong>mensione.<br />
Come per la pernice sarda anche per la lepre sarda non sono stati effettuate indagini specifiche a<br />
livello provinciale sui possibili fattori che possono aver limitato lo sviluppo delle popolazioni <strong>di</strong><br />
questa specie. Gli operatori venatori ed anche il Corpo Forestale e <strong>di</strong> Vigilanza Ambientale<br />
segnalano un possibile impatto negativo del bracconaggio, praticato nelle ore serali e notturno con<br />
l’uso dei fari delle autovetture lungo le strade sterrate interpoderali.<br />
Altro elemento negativo sarebbero le pesanti trasformazioni fon<strong>di</strong>arie con riduzione della macchia<br />
me<strong>di</strong>terranea, spiettramenti, bonifica delle stagni temporanei, <strong>di</strong>struzione dei muretti a secco e<br />
delle siepi <strong>di</strong> confine tra gli appezzamenti coltivati. Nessuna informazione sull’impatto degli<br />
investimenti notturni nelle strade asfaltate della rete viaria provinciale.<br />
Incerto anche il possibile effetto negativo da parte <strong>di</strong> predatori naturali. Gli operatori venatori<br />
segnalano, in particolare, la predazione da parte della volpe, che sarebbe presente con buone<br />
densità su gran parte del territorio provinciale. Nessuna certezza anche sull’eventuale impatto<br />
della predazione da parte <strong>di</strong> specie domestiche, come cani allo stato “randagio”, fenomeno<br />
segnalato in alcune aree, ma da verificare.<br />
In bibliografia i fattori che influenzano negativamente l’abbondanza della lepre sarda, oltre al<br />
prelievo venatorio, sono stati in<strong>di</strong>viduati fondamentalmente nella tendenza a uniformare il territorio<br />
attraverso la continua riduzione degli ambienti idonei e alla presenza eccessiva del bestiame<br />
domestico (Sacchi e Meriggi, 1999).<br />
La Carta regionale delle Vocazioni faunistiche evidenzia la grave carenza, se non la totale<br />
mancanza, <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> pluriennali sulla <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> popolazione, fondamentali per l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong><br />
quei parametri demografici (successo riproduttivo, incremento annuo, mortalità, <strong>di</strong>spersione)<br />
PROVINCIA DI ORISTANO – Settore Attività produttive SVS – Servizio Gestione Fauna Pagina 45