Parte 3 - Provincia di Oristano
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PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE – Terza parte<br />
Considerazioni ed in<strong>di</strong>cazioni generali per la gestione ed il prelievo venatorio.<br />
La Carta regionale delle Vocazioni faunistiche, i dati <strong>di</strong> alcuni stu<strong>di</strong> effettuati dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Oristano</strong> su aree campione e le informazioni relative agli abbattimenti nelle zone in concessione<br />
autogestite per l’esercizio della caccia negli ultimi 10 anni, evidenziano che la specie è in<br />
progressivo declino come consistenza delle popolazioni e che in suo areale ha subito una parziale<br />
riduzione della sua estensione in alcune situazioni in relazione alle attività agricole <strong>di</strong> tipo intensivo<br />
(area dell’Alto Campidano, con particolare riguardo alle porzioni pianeggianti dei territori comunali<br />
<strong>di</strong> Arborea, Santa Giusta, Uras, Terralba e Marrubiu).<br />
Bisogna tuttavia evidenziare che non sono <strong>di</strong>sponibili serie storiche <strong>di</strong> dati adeguate per poter<br />
definire l’evoluzione della presenza <strong>di</strong> questa specie nella provincia <strong>di</strong> <strong>Oristano</strong>, in quanto negli<br />
ultimi venti anni non sono state realizzate attività <strong>di</strong> monitoraggio regolari e standar<strong>di</strong>zzate.<br />
Alcune attività <strong>di</strong> osservazione sono state organizzate dagli organismi <strong>di</strong> gestione delle Zone in<br />
concessione autogestite, ma si tratta <strong>di</strong> monitoraggi che non hanno seguito una metodologia<br />
scientifica adeguata ed hanno avuto carattere episo<strong>di</strong>co e <strong>di</strong>scontinuo. Secondo i risultati <strong>di</strong> tali<br />
attività, si confermerebbe la contrazione delle popolazioni <strong>di</strong> pernice sarda, tanto da indurre<br />
<strong>di</strong>verse zone autogestite ad adottare misure <strong>di</strong> riduzione del prelievo venatorio nei territori <strong>di</strong><br />
propria competenza. Va però rilevato che tale tendenza non è generalizzabile all’intero territorio<br />
provinciale, in quanto vengono segnalate significative <strong>di</strong>fferenze tra aree <strong>di</strong>verse. Lo stato delle<br />
popolazioni sembrerebbe migliore nelle aree interne collinari ed in alcune aree costiere, entrambe<br />
caratterizzate dal permanere <strong>di</strong> una situazione ambientale favorevole, con alternanza <strong>di</strong> aree<br />
naturali sufficientemente integre a macchia me<strong>di</strong>terranea, coltivazioni variegate <strong>di</strong> piccola<br />
estensione e attività <strong>di</strong> allevamento <strong>di</strong> tipo estensivo e a basso impatto sui sistemi naturali.<br />
Non esistono stu<strong>di</strong> specifici a livello provinciale relativi ai possibili fattori limitanti lo sviluppo delle<br />
popolazioni <strong>di</strong> pernice sarda. Di sicuro nelle aree agricole interessate da colture agricole e<br />
zootecniche intensive, il particolare sfruttamento dei terreni, la progressiva scomparsa <strong>di</strong> aree<br />
idonee al rifugio, all’alimentazione ed alla riproduzione (zone a macchia-bosco, siepi, filari, muretti<br />
a secco), l’ampliamento della rete stradale interna, l’utilizzo esteso <strong>di</strong> prodotti fitosanitari e le<br />
lavorazioni meccanizzate dei terreni, costituiscono tutti fattori che non favoriscono la presenza<br />
della specie.<br />
Appare più controverso l’effetto negativo dei possibili predatori naturali, come la volpe, le<br />
cornacchie ed il cinghiale, in assenza <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> specifici in proposito. Gli operatori venatori<br />
segnalano un possibile impatto del cinghiale (<strong>di</strong>struzione dei ni<strong>di</strong> con le uova) in alcune aree<br />
collinari e costiere (Barigadu, Guilcer, Montifferru, Planargia, Arci_Grighine, Alta Marmilla) nelle<br />
quali le popolazioni <strong>di</strong> questa specie hanno avuto un particolare incremento della consistenza negli<br />
ultimi 10 anni. Tuttavia si tratta <strong>di</strong> segnalazioni episo<strong>di</strong>che che necessitano <strong>di</strong> conferme scientifiche<br />
adeguate.<br />
Da verificare anche l’ eventuale impatto della predazione da parte <strong>di</strong> specie domestiche, come cani<br />
e gatti, allo stato “randagio”, fenomeno segnalato in alcune aree, ma che rimane <strong>di</strong>fficilmente<br />
definibile e quantificabile.<br />
Irrilevanti le segnalazioni registrate circa le attività <strong>di</strong> bracconaggio <strong>di</strong> questa specie nel territorio<br />
oristanese.<br />
PROVINCIA DI ORISTANO – Settore Attività produttive SVS – Servizio Gestione Fauna Pagina 38