PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA 31 LUGLIO- 2 ...
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<strong>PROVINCIA</strong> DI CAGLIARI<br />
<strong>PROVINCIA</strong> <strong>DE</strong> <strong>CASTEDDU</strong><br />
<strong>RASSEGNA</strong> <strong>STAMPA</strong> <strong>31</strong> <strong>LUGLIO</strong>- 2 AGOSTO<br />
Prime pagine Pag. 2<br />
Taccuino avvenimenti Pag. 4<br />
Provincia di Cagliari Pag. 6<br />
Cronaca e politica regionale Pag. 11<br />
Interventi e opinioni Pag. 32<br />
La rassegna stampa è stata ultimata alle ore 8.45<br />
1
TACCUINO AVVENIMENTI DI OGGI, LUNEDI' 2 AGOSTO<br />
- "I principi della Carta di Zuri e la crisi economica e sociale della Sardegna. Diritti dei popoli e<br />
delle persone. Lotta alla poverta'. Centralita' del lavoro" e' il tema dell'incontro organizzato dal<br />
coordinamento Carta di Zuri, da Cgil, Cisl, Uil, pastorale del Lavoro e Coldiretti (Abbasanta - Hotel<br />
Su Baione - uscita Nuraghe Losa - Strada statale 1<strong>31</strong> - ore 9.30)<br />
- Il sindaco di Sassari e l'assessore comunale al Turismo presentano alla stampa il calendario di<br />
appuntamenti della Discesa dei Candelieri 2010 (Sassari - sala consiliare - Palazzo Ducale - ore<br />
10.30)<br />
- Il presidente della Sogaer, Vincenzo Madeddu, incontra i giornalisti in occasione del cocktail<br />
celebrativo del XX anniversario della fondazione della societa' di gestione dell'aeroporto di Cagliari<br />
(Elmas - Business centre - aeroporto - ore 11.30)<br />
- Riprendono i lavori del Consiglio provinciale di Cagliari. All'ordine del giorno una<br />
variazione al bilancio, quattro riconoscimenti di debiti fuori bilancio e la prosecuzione della<br />
discussione sulla crisi occupazionale nel territorio e sulla vertenza dei lavoratori dell'azienda<br />
Sielte (Cagliari - ex Cappella Provincia - via Giudice Guglielmo 58 - ore 17)<br />
- La nazionale femminile di basket affronta la Croazia nella gara valida per i Campionati europei<br />
in programma nel 2011 in Polonia (Cagliari - Palazzetto dello sport - via Rockfeller - ore 18.30)<br />
TACCUINO SPETTACOLI E AVVENIMENTI DI CULTURA DI LUNEDI' 2 AGOSTO<br />
- Il concerto dell'Academy Of St. Matthew's apre la terza edizione del "Culturefestival 2010"<br />
organizzata dall'associazione culturale Sardinia Pro Arte. In programma anche il concerto "Musica a<br />
immagini" di Romao Scaccia al pianoforte (Simala - Chiesa di San Niccolo' - ore 18; piazzale della<br />
chiesa - ore 22)<br />
- La serata dedicata alle launeddas apre la mostra sugli strumenti della tradizione orale sarda<br />
"Kunzertus" organizzata dall'associazione culturale Arte e suoni in collaborazione con la Provincia<br />
di Cagliari e il Comune di Villasimius. In programma la proiezione del documentario "Maistus de<br />
Sonus" di Roberto Corona e Marco Lutzu (Villasimius - Centro culturale - piazza Giovanni XXIII -<br />
ore 20)<br />
- "Aspettando Avatar..." e' il tema dell'incontro-dibattito sul film del regista James Cameron<br />
organizzato nell'ambito del cartellone degli eventi estivi promossi dal Comune di Stintino (Stintino<br />
- Porto Nuovo - ore 21)<br />
- Concerto dell'Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari diretta da maestro Sandro Sanna (Carbonia<br />
- Arena Mirastelle - ore 21)<br />
- Proiezione del film "The Road" tratto dal libro "La strada" di Cormac McCarthy nell'ambito della<br />
rassegna "Parole sotto la torre" organizzata dall'associazione Prohairesis (Calasetta Cantina sociale -<br />
ore 21.30)<br />
- Proiezione del film "L'uccello dalle piume di cristallo" di Dario Argento nell'ambito della<br />
sezione "Percorsi nel cinema" della rassegna "Percorsi teatrali - Santulussurgiu 2010-2013"<br />
organizzata dal Teatro del Segno (Santulussurgiu - ore 22)<br />
- Presentazione del primo numero dei "Quaderni dell'Almanacco Gallurese" dedicato a Fabrizio<br />
De Andre' e curato da Giovanni Gelsomino (Porto San Paolo - Libreria oltre il mare - traversa<br />
Nenni - ore 22)<br />
- Concerto di Dobet Gnahore' per il "Dromos festival" organizzato dall'omonima associazione<br />
culturale (Nurachi - spazio concerti museo Peppetto Pau - ore 22) (AGI) Cog<br />
4
TACCUINO AVVENIMENTI DI OGGI<br />
- 09.30 - ABBASANTA - Hotel Su Baione, uscita Nuraghe Losa Incontro organizzato dalle<br />
associazioni della Carta di Zuri sul tema "I principi della Carta di Zuri e la crisi economica e sociale<br />
della Sardegna".<br />
- 10.00 - TUILI - Villa Asquer, SIMALA - Chiesa S. Niccolò Inaugurazione 3/a edizione del<br />
"Culturefestival".<br />
- 10.00 - CAGLIARI - Davanti palazzo Regione, viale Trento 69 Presidio davanti a sede Regione<br />
dei lavoratori della Rockwool di Iglesias.<br />
- 10.30 - SASSARI - Palazzo Ducale, aula consiliare Comune Conferenza stampa presentazione<br />
calendario appuntamenti della "Discesa dei Candelieri 2010".<br />
- 11.00 - PIRRI - Centro culturale La Vetreria, via Italia 63 Conferenza stampa presentazione dei<br />
progetti selezionati per la 4/a edizione del "Premio Sardegna Teatro in.corto/10".<br />
- 11.30 - CAGLIARI-ELMAS - Business Centre Cerimonia 20/o anniversario fondazione società di<br />
gestione aeroporto (Sogaer).<br />
- 17.00 - CAGLIARI - Sede Provincia, via Giudice Guglielmo 58 Riunione Consiglio<br />
provinciale su variazione bilancio 2010, crisi occupazionale e problematiche lavoratori Sielte.<br />
- 18.00 - SIMALA - Antica chiesa San Niccolò Si apre il "CultureFestival" 2010 con un concerto di<br />
musica classica e folk dell'Academy of St. Matthew's. Alle 22, nel piazzale della parrocchia,<br />
appuntamento con Romeo Scaccia (pianoforte) e le immagini di Francesco Casu.<br />
- 18.30 - CAGLIARI - Palazzetto Sport, via Rockfeller Prima gara di qualificazione ai Campionati<br />
europei femminili di basket Italia-Croazia.<br />
- 19.30 - ASINARA - Cala d'Oliva Al via 5/a edizione della rassegna "Pensieri e Parole libri e film<br />
all'Asinara" con la presentazione del libro "100 giorni sull'isola dei Cassintegrati".<br />
- 20.00 - VILLASIMIUS - Centro culturale, piazza Giovanni XXIII Inaugurazione della "Mostra<br />
Kunzertus", esposizione di strumenti musicali della Sardegna.<br />
- 20.30 - ASSEMINI - Piazza San Pietro Spettacolo di danze identitarie nell'ambito del Festival<br />
"Ethnodanza e Is Pariglias".<br />
- 21.00 - TEULADA - Casa Baronale Secondo appuntamento della 5/a edizione di "Animar"<br />
festival internazionale del teatro d'animazione sul Mediterraneo.<br />
- 21.00 - CARBONIA - Arena Mirastelle Concerto del Coro del Teatro Lirico di Cagliari con "Va<br />
pensiero..." diretto dal maestro Fulvio Fogliazza.<br />
- 21.30 - CALASETTA - Cantina sociale Quarta edizione della rassegna letteraria "Parole sotto la<br />
torre" con la proiezione del film "The Road".<br />
- 22.00 - NURACHI - Arena Peppetto Pau Proseguono appuntamenti 12/a edizione "Dromos<br />
Festival" con il concerto di Dobet Gnahoré.<br />
- 21.30 - SANTULUSSURGIU - Teatro Piazza Mercato Seconda edizione del Festival "Percorsi<br />
Teatrali" con la proiezione del film "L'uccello dalle piume di cristallo". (ANSA)<br />
5
pag. 15<br />
domenica 1 agosto<br />
Il caso. I mancati versamenti emergono dal carteggio su una battaglia tra Regione e<br />
Tecnocasic per l'aumento delle tariffe<br />
Rifiuti campani, buco di 270 mila euro<br />
Il commissariato per l'emergenza non paga i debiti del 2008<br />
Negata la realizzazione di una discarica di servizio. E questo rende obbligatorio il conferimento ad<br />
altri delle eccedenze dei rifiuti.<br />
Ci sono stati due momenti in cui Cagliari ha rischiato di napoletanizzarsi: all'inizio del 2004 e alla<br />
fine del 2005. In entrambi i casi i forni del Tecnocasic, che inceneriscono i rifiuti del Capoluogo, e<br />
la discarica di Serdiana erano saturi. E di lì a poco non ci sarebbe stato un posto dove portare<br />
l'immondezza. Alla fine i problemi si risolsero.<br />
Ora la situazione rischia di precipitare di nuovo perché la Regione non riconosce alla società<br />
l'aumento della tariffa e nel contempo nega da sette anni la realizzazione di una discarica di servizio<br />
rendendo obbligatorio il conferimento delle eccedenze dei rifiuti alla Villaservice a tariffe più alte di<br />
quelle che il Tecnocasic incassa dai 30 comuni dell'hinterland. Un conferimento che costa 5 milioni<br />
di euro all'anno a fronte del costo di un milione che sarebbe necessario per realizzare di una<br />
discarica di servizio. Per tutte queste ragioni nel 2009 la manutenzione dei forni non è stata<br />
garantita e per la stessa ragione i conti del Tecnocasic entro il 2010 potrebbero finire fuori controllo.<br />
RIFIUTI CAMPANI E tra le ragioni ce n'è una curiosa: il Commissariato per l'emergenza rifiuti non<br />
ha mai saldato il conto dell'immondizia arrivata dalla Campania nel 2008: 270.437 mila euro.<br />
IL CONFLITTO La battaglia è contenuta nel pluriennale carteggio tra Tecnocasic e Regione,<br />
assessorato all'ambiente, servizio tutela dell'atmosfera e del territorio.<br />
La società che gestisce il termovalorizzatore di Macchiareddu, il cui amministratore unico è da<br />
maggio Oscar Serci, ha chiesto per l'ennesima volta alla Regione l'aumento della tariffa dei rifiuti:<br />
dagli attuali 121,56 euro a tonnellata a 138,98. L'incremento è giustificato dal calo dei conferimenti<br />
(più aumenta la percentuale di raccolta differenziata meno si conferisce al termovalorizzatore) e<br />
quindi dalla diminuzione degli introiti. Tanto che a consuntivo lo sbilancio del 2009 è stato di 418<br />
mila euro ed è in crescita nell'anno in corso. Per questo nel 2009 è saltata la manutenzione<br />
programmata dei vecchi forni («impossibile garantire la copertura finanziaria degli interventi») che,<br />
anche per questo, quest'anno si sono bloccati alcune volte.<br />
RIFIUTI IN DISCARICA Ogni volta che un forno si blocca il Tecnocasic è costretto ad aumentare<br />
la quantità dei rifiuti da portare nella discarica della Villaservice (che ottiene continue<br />
autorizzazioni all'ampliamento) e questo, considerato che la tariffa è leggermente superiore a quella<br />
incassata (121,84, di molto superiore alla media nazionale), produce continui sbilanci che alla fine<br />
dell'anno potrebbero diventare intollerabili. Ed è per questo che anche i revisori contabili, nella loro<br />
relazione, segnalano la necessità di aumentare la tariffa.<br />
Ma la Regione, che pure ha concesso l'aumento tariffario agli altri termovalorizzatori (a Tossilo i<br />
rifiuti ora si pagano da 159 a 167 euro a tonnellata) dice no. Sostenendo che il Tecnocasic ha un<br />
utile di esercizio e deve utilizzarlo per fare la manutenzione degli impianti. La società nega<br />
l'esistenza di un utile e certifica, anzi uno sbilancio. E manifesta i dubbi sul fatto che si possa<br />
garantire la continuità del servizio di pubblico interesse. Se i forni si fermassero non si saprebbe<br />
dove portare i rifiuti. E Cagliari rischierebbe di scoppiare. Come Napoli due anni fa.<br />
FABIO MANCA
pag. 15<br />
domenica 1 agosto<br />
La provincia<br />
«Sulle discariche situazione inconcepibile»<br />
Per smaltire i rifiuti nel termovalorizzatore del Tecnocasic, il Comune di Cagliari spende ogni<br />
giorno circa 37 mila euro, 121,56 euro per ognuna delle 300 tonnellate di immondezza prodotte da<br />
residenti e ospiti. Potrebbe spenderne 30 in meno a tonnellata, dicono al Tecnocasic, se l'impianto di<br />
Macchiareddu disponesse di una sua discarica di servizio per smaltire le ceneri prodotte dai forni.<br />
Ma le richieste presentate negli ultimi sette anni dal Cacip a Provincia e Regione non hanno mai<br />
avuto esito.<br />
Così la società di Macchiareddu è obbligata a conferire le ceneri all'Ecoserdiana spendendo cinque<br />
milioni di euro all'anno. Oneri che vengono scaricati sulla tariffa, dunque sul Comune dunque sui<br />
cagliaritani. Che potrebbero risparmiare. «È una situazione inconcepibile che non intendiamo più<br />
accettare», attacca Ignazio Tolu, assessore provinciale all'Ambiente. Che annuncia che martedì<br />
incontrerà il collega regionale Giuliano Uras e cercherà di stringere i tempi per autorizzare il<br />
Tecnocasic a realizzare una discarica di servizio a Macchiareddu, vicino al termodistruttore. «Ci<br />
sono tutte le condizioni per farla, si è perso troppo tempo», dice Tolu. Il problema sarebbe del<br />
Comune di Uta, che si oppone alla realizzazione dell'impianto nell'area individuata dai vertici della<br />
società. Ma Tolu accusa anche la Regione che «privilegia Oristano e Macomer e non dà un euro per<br />
finanziare processi di anmmodernamento del Tecnocasic che garantirebbero costi minori per i<br />
cittadini, un servizio migliore e un ambiente più sano, che è il nostro obbiettivo». (f.ma.)
pag. 17<br />
sabato <strong>31</strong> luglio<br />
Provincia<br />
Chioschi a Monte Claro, contestato l'appalto<br />
Gianni Onorato, titolare della Voce Sarda immobiliare, contesta il bando della Provincia per<br />
l'affidamento in gestione di due chioschi bar nel parco di Monte Claro. Il bando, pubblicato sul sito<br />
internet dell'ente provinciale il 16 luglio, prevedeva la consegna delle domande appena dieci giorni<br />
dopo. L'imprenditore cagliaritano, titolare in passato di concessioni all'interno del parco, ha inviato<br />
una lettera alla Provincia chiedendo la sospensione del bando, annunciando anche un ricorso al Tar.<br />
Secondo Onorato, la gara sarebbe illegittima, in quanto il file con il bando integrale sarebbe stato<br />
pubblicato soltanto il 20 luglio, e si tratterebbe di una «procedura aperta» e non di una «procedura<br />
negoziata». Inoltre, la società dell'imprenditore cagliaritano rileva anche altre presunte irregolarità o<br />
passaggi difficilmente comprensibili dell'appalto, ad esempio, sostiene che non sarebbe stato<br />
pubblicato un disciplinare di gara.<br />
Tutte ragioni per cui Onorato invita la Provincia a «intervenire in autotutela, annullando la gara e<br />
provvedendo a bandirla nuovamente nei termini corretti».
pag. 27<br />
domenica 1 agosto<br />
Sant'Andrea. È accaduto venerdì: decisivo l'intervento dei bagnini. A Capitana soccorse sei<br />
persone<br />
Nuotata al largo, salvi tre turisti<br />
Famiglia olandese rischia di affogare tra le onde<br />
Le onde erano alte per via del forte maestrale e le correnti potevano rendere complicato il rientro a<br />
riva. Nonostante queste condizioni e la presenza della bandiera rossa, i tre olandesi non hanno<br />
rinunciato a spingersi più in là del normale.<br />
La nuotata al largo della costa di Sant'Andrea ha rischiato di finire in tragedia venerdì pomeriggio<br />
per tre stranieri spinti al largo dalle forti correnti presenti in quello specchio di mare. Si tratta di una<br />
famiglia di olandesi, padre e due figli minorenni, salvata dai bagnini che controllano quel tratto di<br />
spiaggia. Quasi nello stesso momento, a Capitana, altre sei persone sono state soccorse mentre si<br />
trovavano su una zattera improvvisata che rischiava di rovesciarsi. Per fortuna il bilancio alla fine è<br />
più che positivo, ma l'imprudenza dei bagnanti avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.<br />
«Purtroppo la poca esperienza e la mancanza assoluta di conoscenza delle correnti e dei venti crea<br />
questo tipo di problemi», spiega Simone Tatulli, coordinatore del servizio di salvamento a mare<br />
dell'associazione Quattro Mori.<br />
INTERVENTI Sono solo due episodi, i principali tra i tanti che si sono verificati nel litorale<br />
quartese dall'inizio della stagione calda. Finora i bagnini e il personale di primo soccorso,<br />
impegnato nel servizio di salvamento a mare finanziato dalla Provincia e organizzato dal Comune,<br />
sono dovuti intervenire decine di volte e solo la settimana scorsa hanno salvato una decina di<br />
persone che si erano avventurate nel mare mosso o a nuoto o in barca.<br />
SANT'ANDREA Venerdì le cose sono andate più o meno nello stesso modo. Il mare non<br />
prometteva niente di buono. Le onde, soprattutto al largo, erano alte per via del forte maestrale e,<br />
oltrepassati i primi metri dalla riva, le correnti potevano rendere complicato il rientro a riva.<br />
Nonostante queste condizioni avverse, i tre olandesi (che stanno trascorrendo le vacanze nel litorale<br />
quartese) non hanno rinunciato a spingersi più in là del normale senza notare la presenza sulla<br />
torretta della bandiera rossa che, quando esposta, indica una chiara situazione di pericolo. I tre a un<br />
certo punto non sono più riusciti a reggersi a galla. Dalla spiaggia sono partiti subito con un pattino<br />
i bagnini che, non senza difficoltà vista la loro stazza, sono riusciti a portare in salvo i turisti.<br />
«ATTENZIONE» «È bene riflettere prima di avventurarsi in mare quando il vento è forte»,<br />
sottolinea Tatulli, «ed è importantissimo controllare il colore delle bandiere. Il nostro scopo<br />
principale è la prevenzione, per questo cerchiamo di sensibilizzare la gente ricordando tutti i<br />
pericoli che si possono correre».<br />
MEDUSE Tanti anche i soccorsi a bagnanti punti dalle meduse. A Capitana e Margine Rosso si<br />
sono registrati finora circa dodici casi al giorno. Per fortuna non è stato necessario rivolgersi al<br />
pronto soccorso. «Da sabato, ogni mattina in una spiaggia diversa», annuncia Gigi Adamo,<br />
presidente della Quattro Mori, «inizieremo le lezioni di rianimazione e prevenzione in mare»<br />
GIORGIA DAGA
pag. 15<br />
lunedì 2 agosto<br />
Il Tar deciderà a novembre<br />
Discarica, Dolianova e Donori alleati: no all'ampliamento<br />
Avevano annunciato battaglia i Comuni di Dolianova e Donori quando nel marzo scorso la Regione<br />
aveva espresso parere positivo al progetto di ampliamento della discarica presentato<br />
dall'Ecoserdiana. Hanno mantenuto la parola: unite, le due amministrazioni civiche hanno<br />
presentato ricorso al Tar contro l'assessorato alla Difesa e all'ambiente della Regione, il Comune di<br />
Serdiana e la società Ecoserdiana.<br />
Nei giorni scorsi il Tribunale ha rinviato al merito il ricorso presentato un mese fa e già entro<br />
novembre ci sarà la sentenza. Tempi molto brevi, visto sia che le parti in causa sono enti<br />
istituzionali sia che in ballo ci sono salute pubblica e danno ambientale. A prendere in mano le carte<br />
è lo stesso avvocato che nel 2003 si era occupato del ricorso presentato da Donori contro una<br />
precedente proposta di ampliamento, respinta proprio grazie a quel ricorso. «Sono ottimista anche<br />
stavolta, ci sono oltre 15 vizi procedurali», sostiene il legale dei due Comuni, Roberto Uras, «Per<br />
dirne alcuni: l'incostituzionalità della legge regionale che attribuisce a un organo politico, la Giunta,<br />
competenze tecniche di valutazione di impatto ambientale. Inoltre per queste procedure la legge<br />
impone una durata massima di 180 giorni e questa è iniziata nel 2005. C'è la violazione del Piano<br />
provinciale di localizzazione delle aree per impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, del Piano<br />
regionale di gestione dei rifiuti e la violazione della tutela della salute perché nel modulo di<br />
ampliamento è previsto lo smaltimento di amianto ma non esiste alcuno studio specifico sulla sua<br />
possibile dispersione, come prevede invece la legge».<br />
Quello della Giunta Cappellacci era stato un sì parziale al progetto di ampliamento di 300 metri<br />
cubi, incurante del fatto che già in febbraio Donori e Dolianova avevano sottoscritto un documento<br />
comune per dire no a quel progetto, appoggiati dall'Unione dei Comuni del Parteolla (Serdiana<br />
esclusa) e dal Consiglio Provinciale di Cagliari. «Dobbiamo bloccare in ogni modo questo<br />
ampliamento, per il momento il ricorso è l'unico mezzo che abbiamo», sostiene il sindaco di<br />
Dolianova, Rosanna Laconi. Dal Comune di Serdiana, che si è costituito in giudizio, il primo<br />
cittadino Roberto Meloni: «Non mi pronuncio sul ricorso ma ribadisco che l'ampliamento della<br />
discarica è una grande occasione di sviluppo per il territorio. Tuttavia mi impegno pubblicamente a<br />
vigilare affinché non ci sia alcun rischio per la salute di Serdiana e dei Comuni vicini».<br />
ALESSIA PILLOLLA
pag. 5<br />
sabato <strong>31</strong> luglio<br />
Cinquecento pastori in marcia su Elmas<br />
Bloccano l’accesso delle auto all’aeroporto: «Fate qualcosa per le campagne»<br />
PABLO SOLE<br />
CAGLIARI. Ore 11: cinquecento pastori marciano in fila indiana lungo la statale 130 e si dirigono<br />
verso l’aeroporto di Elmas, decisi a bloccare ogni attività dello scalo. È la clamorosa forma di<br />
protesta attuata ieri dal Movimento pastori sardi, in testa il desulese Felice Floris.<br />
I pastori si sono messi in movimento al termine di una assemblea organizzata all’istituto agrario<br />
Duca degli Abruzzi, poco distante dall’aeroporto, e hanno presidiato la rotatoria per circa tre ore<br />
fronteggiando un cordone di polizia. I motivi della protesta sono diversi, dal prezzo del latte fino ai<br />
costi di produzione e al programma di sviluppo rurale.<br />
Il blocco stradale. I pastori sbarrano gli accessi allo scalo intorno alle 11.30. Poco dopo, da Cagliari<br />
piombano a Elmas gli agenti della Digos, ma l’obiettivo è ormai raggiunto: le auto non passano e<br />
centinaia di passeggeri sono costretti a raggiungere lo scalo a piedi e con le valigie in spalla,<br />
percorrendo più di un chilometro. La situazione rischia di degenerare quando intorno alle 13 Felice<br />
Floris è preso in consegna dagli agenti, caricato su un cellulare e portato d’imperio all’ufficio di<br />
frontiera dell’aeroporto. Tre quarti d’ora dopo è libero e non sa ancora di essere stato usato come<br />
merce di scambio: sul piazzale, i pastori hanno parlamentato con il vice questore vicario Giuseppe<br />
Gargiulo chiedendo la «liberazione» del compagno e offrendo in cambio l’immediata<br />
smobilitazione. Affare fatto. Intorno alle 14.30 i pastori sciolgono il presidio e tornano al Duca degli<br />
Abruzzi per una ulteriore assemblea. Il Movimento starebbe preparando altre manifestazioni di<br />
protesta in Gallura e nell’Oristanese. L’appuntamento per una seconda assemblea è venerdì<br />
prossimo a Tramatza.<br />
Le ragioni della protesta. «Ci dispiace per i disagi che abbiamo arrecato agli utenti - ha<br />
commentato Floris - ma la situazione in cui versa il settore agropastorale non ammette ulteriori<br />
deroghe: si deve agire e in fretta». Il Movimento precisa subito come non si chiedano denari<br />
pubblici, ma immediati interventi per dare ossigeno a pastorizia e agricoltura, sull’orlo del collasso.<br />
Le richieste dei pastori sono elencate nero su bianco in un documento stilato dall’assemblea ieri<br />
mattina. E non si parla solo dell’annoso problema del prezzo del latte, questione porta puntualmente<br />
i pastori in piazza. «Questo è solo un aspetto dei problemi che attanagliano il comparto - aggiunge il<br />
leader del Movimento -, ma ce ne sono molti altri. Per esempio, chiediamo che dai magazzini<br />
vengano tirate fuori le forme di formaggio in giacenza, che si punti sull’esportazione del latte oltre i<br />
confini sardi, che vengano riaperti i macelli zonali, che si studi un piano di interventi in merito alla<br />
situazione debitoria delle aziende. E si deve mettere al centro del dibattito politico la questione dello<br />
sviluppo rurale, a partire dall’elettrificazione delle campagne».<br />
Reazioni. Cumpostu (Sni): «Categoria umiliata»<br />
Scintille tra Prato e Pd<br />
L’assessore: «Una manifestazione non risolve i problemi» Valentina Sanna: «Ma la giunta è<br />
assente»<br />
CAGLIARI. Il mondo della politica si è fatto subito sentire dopo la clamorosa manifestazione dei<br />
pastori. In presa diretta il commento di Andrea Prato, l’assessore regionale all’Agricoltura: «I punti<br />
della piattaforma esposta dal Movimento pastori sardi sono in linea di massima condivisi e su molti<br />
di questi la Regione sta già lavorando, per esempio, nel settore del comparto ovino,<br />
nell’accelerazione dei pagamenti dell’asse 2 del programma di sviluppo rurale e sulle energie<br />
rinnovabili in agricoltura. Bene quelle manifestazioni che sollecitano il mondo politico e fanno
conoscere all’opinione pubblica il disagio del comparto, ma occorre ricordarsi che una<br />
manifestazione in sé non risolve il problema né deve comportare gravi disagi per la popolazione».<br />
Ma la rabbia dei pastori, secondo Bustianu Cumpostu, coordinatore di Sardigna Natzione<br />
Indipendentzia, è perfettamente comprensibile: è quella di «una categoria non capita, umiliata e<br />
impoverita da una politica che non va oltre le proposte assistenziali». Secondo Adriano Salis,<br />
capogruppo dell’Italia dei valori in consiglio regionale, le istituzioni devono intervenire in fretta:<br />
«Le condizioni di vita e di lavoro di migliaia di operatori del comparto e delle loro famiglie, ormai<br />
sull’orlo della disperazione più lancinante, non consentono più alibi e dilazioni».<br />
Il Partito democratico critica duramente la posizione dell’assessore Prato: «Invece di difendere il<br />
comparto agropastorale - ha dichiarato la presidente regionale Valentina Sanna - l’assessore attacca<br />
i pastori cercando di giustificare l’assenza della sua politica. Fatto, questo sì, che sta procurando<br />
enormi disagi e sta mettendo in crisi tutti i settori produttivi dell’isola». Controreplica di Prato:<br />
«Non accetto critiche da chi ha distrutto la nostra agricoltura ed è passato alla storia solo per la<br />
legge 44, quella che ha indebitato migliaia di aziende agricole della Sardegna». (p.so.)
pag. 6<br />
sabato <strong>31</strong> luglio<br />
centrodestra Riformatori, lettera a Cappellacci<br />
«Il cambio della Giunta sia solo uno strumento»<br />
«I Riformatori sono convinti che la vera emergenza del centrodestra sia rappresentata dal rilancio<br />
del progetto di sviluppo per la Sardegna». Così «il cambio della Giunta (l'ormai famoso rimpasto) è<br />
uno strumento, non certo un obiettivo: è dunque logico che la maggioranza ne discuta dopo essersi<br />
chiarita le idee sulle grandi cose da fare insieme nel prosieguo della legislatura». È quanto hanno<br />
fatto notare il capogruppo in Consiglio Pierpaolo Vargiu e il coordinatore regionale del partito<br />
Michele Cossa al governatore Ugo Cappellacci, consegnandogli una nota sui principali temi delle<br />
verifica politica.<br />
«Per superare le incomprensioni e i “ribellismi” del centrodestra sardo è necessario rafforzare tra i<br />
partiti e tra i consiglieri di maggioranza il senso di appartenenza e di condivisione», scrivono i<br />
Riformatori. Quello «che può essere creato soltanto dalla partecipazione a un grande progetto che<br />
disegni il futuro della Sardegna». Il partito del centrodestra vede «una fase difficilissima» perché<br />
«crollano i vecchi punti di riferimento» come «la regione a statuto speciale» o «lo sviluppo basato<br />
sull'industrializzazione».<br />
I Riformatori chiedono «gli investimenti nella cultura e nelle infrastrutture immateriali (poli tecnoinformatici,<br />
ricerca, Sardegna Speaks English, università di eccellenza) e nella qualità complessiva<br />
(risanamento aree compromesse, golf, portualità, tutela del paesaggio, continuità territoriale)». Si<br />
guarda anche alla sanità «che deve funzionare bene», perché «assorbe il 50 per cento della spesa<br />
reale totale della Regione».<br />
Per i Riformatori «è soprattutto indispensabile aiutare una classe dirigente sarda debole e lacerata a<br />
fare un salto di qualità e a trovare coesione oltre gli schieramenti». Passaggio obbligato «per le<br />
vertenze con lo Stato, come federalismo, accise, agricoltura, temi statuto-Statutaria» e «per le<br />
riforme urgenti, come la riduzione del numero dei consiglieri regionali e la riforma del<br />
funzionamento Consiglio, con la semplificazione legislativa, con il cambio di passo della burocrazia<br />
regionale».
pag. 6<br />
domenica 1 agosto<br />
«Allarme sanità, ora serve una svolta»<br />
I Riformatori invocano un ampio progetto di riforma del settore<br />
Contro Bush, un contestatore lanciò le scarpe: all'assessore della sanità Antonello Liori va<br />
decisamente meglio, perché i Riformatori si limitano a scagliare al suo indirizzo una raffica di<br />
interrogazioni consiliari. Quindici tutte insieme: praticamente un programma di governo sanitario a<br />
puntate, dalle liste d'attesa ai nuovi ospedali. «Non è un'iniziativa contro la Giunta, tantomeno<br />
contro l'assessore», giurano gli ex pattisti, «ma quindici domande per stimolare un clima di<br />
condivisione operosa su questi problemi». Epperò l'offensiva tradisce insoddisfazione, e irrita il<br />
resto del centrodestra: «Suggerimenti demagogici», risponde il capogruppo del Pdl Mario Diana,<br />
«gli alleati contribuiscano all'attività di governo».<br />
LA SVOLTA L'insoddisfazione, del resto, non è nascosta: «Serve un cambio di passo», dice<br />
chiaramente Pierpaolo Vargiu, capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, «crediamo di non<br />
essere stati finora, noi per primi, all'altezza delle aspettative degli elettori». Le questioni che<br />
riguardano la salute dei cittadini «saranno per noi centrali, nei prossimi mesi, nei rapporti con la<br />
maggioranza. E con l'opposizione: la sanità dev'essere oggetto di dialogo, una zona franca rispetto<br />
alle polemiche. Pur sapendo che chi governa ha responsabilità maggiori».<br />
Facile pensare che sia un modo per rivendicare l'assessorato, in vista del rimpasto: «No, al<br />
presidente Cappellacci non abbiamo chiesto una poltrona, ma di rendere queste esigenze prioritarie<br />
nell'azione di governo», sottolinea il consigliere regionale Franco Meloni, illustrando l'iniziativa<br />
alla stampa insieme a Vargiu e al coordinatore regionale Michele Cossa. La pressione sul<br />
governatore è comunque forte: «Il tema dev'essere centrale nella verifica di maggioranza», chiarisce<br />
Cossa. «E dal fatto che questo accada - aggiunge Meloni - dipende il nostro ingresso nella Giunta<br />
futura».<br />
I TEMI Nelle interrogazioni a pioggia, i Riformatori chiedono anzitutto di predisporre subito il<br />
nuovo piano sanitario regionale: quello varato nell'era Dirindin è scaduto, «e in ogni caso - ricorda<br />
Meloni - il Tar ha bocciato la parte sulla rete ospedaliera e i posti letto». Sentenza che è anche alla<br />
base dei dubbi sul San Raffaele di Olbia e il Santa Maria Bambina di Oristano, oggetto di un'altra<br />
interrogazione.<br />
Al presidente Cappellacci e all'assessore Liori viene inoltre chiesto che fine ha fatto l'Agenzia per la<br />
sanità, «organismo tecnico-scientifico di supporto all'assessorato, istituito nel 2006 ma mai<br />
attivato», osserva Vargiu. E poi che cosa si intende fare del piano per i nuovi ospedali, approvato<br />
dal centrosinistra, e quali risorse ci sono. Cosa si sta facendo per le liste d'attesa e i viaggi della<br />
speranza, che aumentano. Come è possibile che - lo ha scritto il Sole 24Ore - nella sanità pubblica<br />
sarda ci siano 900 medici di troppo.<br />
C'è la parte sui conti: «Dicono che sforiamo - nota Meloni - ma nel 2009 in Sardegna si sono spesi<br />
1.690 euro per cittadino, 100 in meno della media nazionale». Eppure il Governo ha bocciato il<br />
piano di rientro dal deficit, nonché il Patto per la buona sanità varato dall'attuale Giunta. Quanto<br />
alla delibera regionale sul blocco delle assunzioni, per i Riformatori «rischia di lasciare le Asl senza<br />
bussole».<br />
E c'è la parte sulla riforma complessiva, bloccata in commissione Sanità, e lo scorporo degli<br />
ospedali dalle Asl, sul cui stato di attuazione «non si ha nessuna notizia». Le ultime interrogazioni<br />
riguardano l'assistenza ai disabili, le donazioni di organi, la formazione di medici e infermieri, le<br />
prescrizioni inappropriate, i problemi di funzionamento della rete informatica attivata negli ultimi<br />
anni.<br />
L'APPELLO Il vero senso di questa lunga serie di domande è reso esplicito da Franco Meloni: «Ci<br />
sembra che manchi un disegno complessivo della sanità regionale. La professoressa Dirindin ce<br />
l'aveva: sbagliato, ma l'aveva. Noi dobbiamo arrivare a un progetto generale che faccia davvero gli
interessi dei sardi. L'assessore Liori fa quel che può, considerati i limiti oggettivi attorno a lui».<br />
«Senza un quadro completo - chiosa Vargiu - non si capisce quali pezzi del sistema funzionano<br />
male».<br />
«I Riformatori hanno le loro domande ma anche le loro proposte di legge», ricorda Michele Cossa:<br />
proprio un anno fa, per esempio, veniva presentata quella sulla riduzione delle Asl, che ha poi<br />
ispirato il disegno di legge della Giunta sulla macroarea unica. «Ora - conclude il coordinatore -<br />
bisogna portare subito questi argomenti in Consiglio regionale, per un confronto necessariamente<br />
bipartisan».<br />
IL PDL Ma la reazione degli alleati è gelida: «Da chi fa parte della coalizione di governo - risponde<br />
Diana in un comunicato - è lecito aspettarsi non attacchi a mezzo stampa ma proposte concrete e<br />
innovative». Quelle dei Riformatori, per il capogruppo Pdl, denotano «la volontà di replicare su più<br />
livelli la struttura dell'assessorato regionale, sottraendogli poteri e funzioni». Per altro le carenze<br />
non riguardano solo la sanità, afferma Diana, che definisce «pressoché abbandonato a se stesso» il<br />
turismo: delega guarda caso affidata all'unico assessore dei Riformatori, Bastianino Sannitu.<br />
GIUSEPPE MELONI
pag. 7<br />
lunedì 2 agosto<br />
LO SCONTRO<br />
Diana replica sulla sanità e critica i Riformatori per la gestione del turismo<br />
CAGLIARI. Si apre sulla sanità il primo scontro sulla verifica del centrodestra. La conferenza<br />
stampa che i Riformatori hanno tenuto sabato non è piaciuta al Pdl, il capogruppo, Mario Diana, ha<br />
definiti «demagogici e obsoleti» i «suggerimenti estivi» del gruppo dirigente del partito alleato (alla<br />
conferenza stampa c’erano il coordinatore Michele Cossa, il capogruppo Pierpaolo Vargiu). «Da<br />
parte degli alleati - ha replicato Diana - è lecito aspettarsi non attacchi a mezzo stampa ma proposte<br />
concrete e innovative. Quelle dell’Agenzia regionale della Sanità e della Asl unica regionale<br />
appaiono come dei passi indietro e sembrano improntate più alla volontà di replicare su più livelli la<br />
struttura dell’assessorato alla Sanità, sottraendo poteri e funzioni a quest’ultimo, che a un<br />
incremento dell’efficienza del sistema». Dopo aver ricordato la pesante situazione ereditata<br />
all’inizio della legislatura, il capogruppo del Pdl rileva che «la sanità non è l’unico comparto, tra<br />
quelli che rivestono la maggiore importanza, a presentare carenze. Il turismo, ad esempio - conclude<br />
Diana con una frecciata all’assessorato gestito dai Riformatori con Sebastiano Sannitu - appare<br />
abbandonato a se stesso».
pag. 6<br />
domenica 1 agosto<br />
cgil, cisl e uil<br />
«Tutta l'Isola si mobiliti per le entrate»<br />
Con un appello alla mobilitazione di tutte le forze politiche, istituzionali e sindacali, Cgil, Cisl e Uil<br />
rilanciano la vertenza delle entrate dovute all'Isola come compartecipazione al gettito fiscale. «Non<br />
è più rinviabile - scrivono in una nota i segretari Enzo Costa, Mario Medde e Francesca Ticcal'apertura<br />
di un confronto con lo Stato. È necessario reagire allo scippo dei fondi Fas, alla<br />
desertificazione industriale, al mancato riconoscimento di entrate per due miliardi e 590 milioni di<br />
euro».<br />
Di recente il viceministro dell'Economia Vegas ha detto che per trasferire le nuove entrate serve una<br />
norma di attuazione dell'Intesa: «Si tratta di risorse dei sardi - replicano i sindacati - conquistate con<br />
una grande vertenza bipartisan. Dobbiamo agire insieme, mettendo in campo una grande<br />
mobilitazione di tutte le forze politiche, istituzionali, economiche e sindacali, a iniziare proprio<br />
dalle entrate, e avviare una nuova stagione che parli di lavoro, sviluppo, contrasto alla povertà e<br />
riforme istituzionali e produttive».<br />
lai-piga<br />
Ato, polemica sulle dimissioni del commissario<br />
Polemica tra il segretario del Pd Silvio Lai e il commissario dell'autorità d'ambito Franco Piga,<br />
dimissionario perché indagato nell'inchiesta sull'eolico: secondo Lai, anche dopo le dimissioni Piga<br />
continua «a firmare atti e a ricevere corrispondenza. Non è una cosa seria né per la pubblica<br />
opinione né per la magistratura», scrive in una nota il leader democratico, che si chiede se le<br />
dimissioni siano state «solo annunciate e di fatto mai date: in quest'ultimo caso rinnoviamo la<br />
pressante richiesta fatta a maggio, Franco Piga deve andare via».<br />
Immediata la replica: «Le dimissioni dall'Ato, rassegnate a maggio, erano e restano reali e<br />
irrevocabili», afferma Piga. «Preciso che dal momento delle dimissioni non ho mai ricevuto né<br />
visionato corrispondenza di nessun tipo. Non mi sono più recato fisicamente nella sede dell'ente se<br />
non, su richiesta degli uffici, per firmare qualche atto dovuto (di natura non discrezionale) di<br />
ordinaria amministrazione al solo fine di evitare il blocco di procedure di interesse pubblico».
pag. 7<br />
sabato <strong>31</strong> luglio<br />
«Macché rimpasto, legislatura finita»<br />
Lai (Pd): la maggioranza ha fallito, pronti a votare anche subito<br />
«La storia di questa legislatura è segnata. In un regime parlamentare, Ugo Cappellacci non sarebbe<br />
già più presidente della Regione». Nel tono di Silvio Lai, più che la verve polemica, c'è la freddezza<br />
di chi constata un dato di fatto. Per il segretario del Pd, non c'è niente che la maggioranza possa fare<br />
per evitare il fallimento politico: «Siamo al coma profondo, anzi all'accanimento terapeutico». La<br />
legislatura, ammette, non finirà subito («per il senso di autoconservazione dei consiglieri del<br />
centrodestra»): ma se questo accadesse, magari per effetto delle vicende nazionali, «noi siamo<br />
pronti al voto. In qualsiasi momento».<br />
Intanto però la maggioranza ha confermato la fiducia a Cappellacci, bocciando la vostra mozione.<br />
«Solo per via del meccanismo che fa cadere l'assemblea insieme al presidente. L'emblema è Pitea,<br />
che dice di voler votare la sfiducia, ma vota contro per disciplina».<br />
Di fatto, avete ricompattato voi il centrodestra.<br />
«Durerà solo per quel voto. Cappellacci ha dovuto chiedere una sospensione del dibattito per<br />
ottenere la solidarietà dei suoi. Non sono più in grado di fare niente per l'Isola».<br />
Ma ci sarà un'altra Giunta.<br />
«Il nodo non è cambiare poltrone, è un problema di autorevolezza. Puoi anche sostituire i tecnici<br />
con i politici, ma se non sei credibile... Dicevano che sarebbe stata la legislatura delle riforme: ora<br />
nessuno pensa che questa assemblea abbia l'autorevolezza per cambiare lo Statuto».<br />
Se è per questo anche il centrosinistra parlava di legislatura delle riforme, e senza migliori risultati.<br />
«A noi mancò la capacità di fare riforme istituzionali condivise, ma abbiamo saputo fare quelle<br />
sull'amministrazione. Invece il primo fallimento del centrodestra è proprio la prova amministrativa.<br />
Cito solo tre cose: sanità, gestione dell'acqua, spesa dei fondi europei».<br />
Voi però, con la sfiducia basata sulle indagini penali, avete dato ragione a chi vi accusa di essere<br />
giustizialisti.<br />
«Chi dice questo vuole solo cambiare discorso per non parlare di contenuti. La mozione era basata<br />
su critiche politiche. E comunque era doveroso segnare una distanza da una Giunta coinvolta in<br />
vicende che stanno travolgendo anche il Governo nazionale».<br />
Almeno sulla nuova vertenza entrate, si può ancora creare un clima comune?<br />
«Da sempre dico che su questo non ci possono essere distinzioni. Ma la Giunta non può cavarsela<br />
dicendo che ha iscritto le nuove entrate in bilancio: su questo punto finora è stata troppo leggera,<br />
aspettando 17 mesi per aprire un conflitto col Governo».<br />
Secondo molti, il centrosinistra non è pronto alla fine della legislatura.<br />
«Non è vero, siamo pronti al voto anche subito. Serve un governo nuovo, che lavori solo per gli<br />
interessi dei sardi».<br />
E chi dovrebbe guidarlo?<br />
«Il centrosinistra ha molte risorse: ottimi amministratori, personalità politiche. Al tempo giusto<br />
sapremo scegliere».<br />
Con le primarie?<br />
«Vedremo: sicuramente con lo strumento che consentirà la maggiore partecipazione. Ma temo che<br />
non sia un tema all'ordine del giorno, perché resteranno attaccati alle poltrone fino all'ultimo».<br />
Soru ultimamente in Consiglio è molto attivo: può essere ancora il leader del centrosinistra?<br />
«Non so, non si può escludere. In molte occasioni il leader ha svolto funzioni di opposizione. Ma è<br />
presto per parlarne».<br />
E il segretario del Pd è in campo per la leadership?<br />
«Il segretario del Pd è al servizio della coalizione e del partito, per definire un programma che alle<br />
cose positive dello scorso mandato unisca un'alleanza ampia, e il confronto con tutti i soggetti
sociali».<br />
Su quali temi vi concentrerete, nell'immediato futuro?<br />
«Sui diritti fondamentali delle persone, come sanità e acqua pubblica; su come cambiare l'economia<br />
locale dopo il ridimensionamento dell'industria, tutelando i lavoratori; sul nucleare. Vogliamo<br />
occuparcene a partire dalle nostre giunte provinciali e comunali».<br />
A proposito: dopo la vittoria elettorale avete avuto molti guai nella scelta degli assessori.<br />
«Non è così, sono emersi problemi locali che stiamo superando. A volte ci sono conflitti nel Pd, ma<br />
ormai il nostro partito c'è e sa fare sintesi».<br />
Non la preoccupa la riunione degli ex della Margherita?<br />
«No, se si ragiona di contenuti. Il Pd è un partito del futuro, che non guarda alle ex appartenenze:<br />
ma se chi ha radici comuni si incontra per elaborare temi da condividere col partito, è positivo».<br />
C'è chi pensa che questi movimenti servano a condizionare il segretario, a tirarlo da una parte o<br />
dall'altra.<br />
«Non mi sento tirato da nessuno. Sono un segretario che valorizza il pluralismo interno, e sono<br />
convinto che il Pd sia sulla strada giusta. Un partito si misura soprattutto dai risultati elettorali e<br />
dalla capacità di elaborazione».<br />
Dopo le elezioni sono finiti i tentativi di allargare l'alleanza a Udc, Psd'Az e altri?<br />
«Alcuni hanno voluto trasformare le Provinciali in un voto di fiducia sulla Giunta regionale: a<br />
questo punto, le conseguenze deve trarle chi è stato sfiduciato, non noi».<br />
Si riparla molto di indipendentismo: il Pd è interessato?<br />
«Molti ne parlano, ma con approcci differenti. Di certo si è chiuso un ciclo di 60 anni di autonomia<br />
regionale: bisogna riscrivere i rapporti con lo Stato, ma a mio parere sempre nel solco della<br />
Costituzione». GIUSEPPE MELONI<br />
scontro tra i vendoliani<br />
Sechi e Uras (Sel): non valida l'elezione del nuovo portavoce<br />
È scontro dentro Sel: dopo l'annuncio della sostituzione del portavoce regionale Carlo Sechi con<br />
l'ex deputato Antonio Attili, lo stesso Sechi e il consigliere regionale Luciano Uras (presidente del<br />
gruppo Comunisti-Sinistra-Rossomori) contestano la validità della votazione del comitato regionale<br />
di Santa Giusta. La riunione, scrivono i due, «non ha modificato gli attuali assetti di responsabilità.<br />
Un documento che intendeva modificare gli assetti alla vigilia del congresso e della relativa attività,<br />
per la quale è necessaria la partecipazione di tutti gli iscritti, è stato sottoposto a votazione. Tale<br />
votazione è risultata nulla per mancanza del numero legale, previamente verificato, avendo la<br />
maggioranza deciso di non partecipare al voto. Su 17 votanti, a fronte di 53 componenti del<br />
Comitato politico regionale, il documento ha pertanto raccolto solo 14 voti».<br />
Perciò, si legge ancora nel comunicato, «rimangono Carlo Sechi (consigliere regionale) portavoce<br />
unico regionale, e Antonio Attili coordinatore di segreteria». L'attività «riprenderà a settembre,<br />
salvo urgenze, con la convocazione da parte del portavoce regionale Carlo Sechi, per consentire il<br />
regolare svolgimento dei congressi».
pag. 7<br />
domenica 1 agosto<br />
Oppi: «La Sardegna cambierà passo»<br />
Il leader dell'Udc: contro la crisi subito una Giunta di esperienza<br />
«È arrivata l'ora di fare sul serio». Giorgio Oppi, leader dell'Udc sarda, è pronto a tornare in campo.<br />
E a rientrare in Giunta, nella squadra che nascerà dopo la pausa estiva. Ha una priorità: dare nuovo<br />
slancio a un'azione di governo condizionata «dalla crisi economica e da vicende giudiziarie che, ne<br />
sono certo, dimostreranno l'infondatezza delle accuse mosse al governatore Ugo Cappellacci». Da<br />
capitano di lungo corso della politica, l'esponente dello scudocrociato vede all'orizzonte «una<br />
Giunta esperta e decisionista, che fissi, nel solco di una nuova stagione di riforme, gli obiettivi per<br />
la rinascita della Sardegna».<br />
Onorevole Oppi, il rimpasto è alle porte.<br />
«Lo rendono necessario le fibrillazioni interne, che richiedono, in tempi brevi, la modifica degli<br />
assetti e un cambio di marcia».<br />
Dovrà essere una Giunta di politici?<br />
«Senz'altro».<br />
Perché?<br />
«Basta analizzare il risultato negativo delle ultime elezioni amministrative. I tecnici, a prescindere<br />
dalle loro capacità, non hanno il polso dei bisogni sociali né un rapporto reale con i cittadini, che<br />
vedono nei politici i loro interlocutori. Per questo, alla resa dei conti, si crea un distacco con<br />
l'elettorato che puntualmente si paga alle urne».<br />
Psd'Az e Riformatori potrebbero avere due assessorati. E l'Udc?<br />
«Non abbiamo avanzato richieste. Ma la rappresentanza deve essere proporzionata alla nostra forza<br />
politica. I numeri dicono che siamo il secondo partito della coalizione».<br />
Tre assessorati?<br />
«Aspettiamo le proposte. Ricordo che a inizio legislatura avremmo potuto ottenere la presidenza del<br />
Consiglio regionale o l'assessorato alla Sanità. Abbiamo fatto un passo indietro, per le esigenze<br />
manifestate dal Pdl».<br />
Si porrà anche il nodo della rappresentanza dei territori.<br />
«Proprio il Pdl, che non ha ottemperato a questa esigenza in prima battuta, dovrà farsene carico ora.<br />
Dei loro 8 assessori, 5 tecnici e 2 politici sono della provincia di Cagliari. La Gallura è<br />
rappresentata dai Riformatori, l'assessore di Sassari e quello di Oristano l'abbiamo messo noi, quello<br />
di Nuoro il Psd'Az».<br />
Come sono i suoi rapporti con Cappellacci?<br />
«Ottimi. Siamo amici di famiglia».<br />
Vi siete incontrati?<br />
«L'ultima volta giovedì. Capita che mi chieda suggerimenti. Talvolta ne fa tesoro, altre volte valuta<br />
diversamente. Il nostro è un rapporto di reciproca lealtà».<br />
Che cosa vi siete detti?<br />
«È stato un primo approccio in vista dell'elaborazione di un programma di rilancio della<br />
coalizione».<br />
Il governatore ha passato indenne la prova della mozione di sfiducia.<br />
«Direi di sì. E non solo quella».<br />
E quali altre?<br />
«Delle vicende di cui spesso si sente parlare, anche se oggetto delle indagini giudiziarie sull'eolico,<br />
nessuna è supportata da atti concreti. Sono stato assessore all'Ambiente nel periodo in cui si<br />
sarebbero verificati i fatti: Cappellacci non mi ha mai fatto menzione dell'eventualità di attribuire<br />
nuove competenze all'Arpas».
La maggioranza ha davvero ritrovato l'unità?<br />
«Qualche malessere c'è, è inutile negarlo. Il presidente ha le capacità per riportare serenità».<br />
Il divorzio tra Berlusconi e Fini avrà conseguenze sul centrodestra sardo?<br />
«No. I finiani da noi sono una minoranza».<br />
Come giudica l'operato della Giunta in carica?<br />
«Vedo luci e ombre».<br />
Pronto a rientrare?<br />
«Penso di poter dare un contributo di esperienza e di operatività su un programma definito. Il lavoro<br />
non mi spaventa e sono un decisionista. Non temo le porte girevoli: so uscire e rientrare, a seconda<br />
delle circostanze politiche. Talvolta è necessaria una pausa di riflessione, come è capitato anche in<br />
questa legislatura».<br />
Si parla della Sanità.<br />
«So che sarei gradito a molti operatori del settore. Però non darò spintoni per sostituire nessuno:<br />
sono una persona corretta».<br />
Come aggirerete il nodo dell'incompatibilità?<br />
«Il mio partito si è espresso all'unanimità contro l'incompatibilità tra i ruoli di consigliere e<br />
assessore. Personalmente ho sempre detto che ero orientato a dimettermi dal Consiglio. Quando ero<br />
parlamentare potevo fare anche l'assessore regionale. Neppure ora c'è un'incompatibilità formale.<br />
Ne discuteremo al nostro interno e valuteremo anche in base al comportamento degli alleati. Le<br />
regole devono essere vincolanti per tutti».<br />
L'agenda Sardegna è zeppa di emergenze. Lavoro, sviluppo, energia sono tre tarli ignorati.<br />
«Se penso all'Alcoa, i problemi c'erano prima e, in parte, ci sono ancora oggi. Una volta esistevano<br />
le partecipazioni statali, che tamponavano la crisi».<br />
Oggi, però, tutto dipende dai privati.<br />
«Che badano solo all'interesse. Ma l'Eni dipende dallo Stato, eppure è scappata. Per questo, accanto<br />
a nuove idee imprenditoriali, dobbiamo trovare il modo di farci rispettare di più a Roma».<br />
Il centrosinistra accusa l'esecutivo per l'eccessiva rassegnazione sulla vertenza entrate.<br />
«Siamo in una situazione di calamità di cui non si può non tenere conto. Il problema è più vasto di<br />
quanto dica l'opposizione. Anche Soru ha ottenuto meno di quel che ci spettava».<br />
Basteranno le riforme, a cominciare da quella dello Statuto, di cui si inizierà a discutere a settembre,<br />
per dare inizio alla riscossa autonomista?<br />
«Se le facciamo bene sì. Ma dobbiamo essere convinti e uniti, altrimenti i risultati non saranno<br />
quelli sperati».<br />
Che cosa occorrerebbe fare subito per fronteggiare la crisi?<br />
«Io potenzierei i corsi di alta qualificazione e i master and back, darei incentivi alle industrie per<br />
formare i nostri cervelli. Punterei sulle nuove tecnologie e darei maggior credito a chi vuole<br />
investire e assumere. Penserei a un circuito di campi da golf che porterebbe nell'Isola flussi turistici<br />
fuori stagione. Infine, a un incremento di risorse per i servizi rivolti agli anziani».<br />
Cappellacci finirà la legislatura?<br />
«Ne sono certo. Con un'azione forte e incisiva si creeranno le condizioni per la ripresa. Superato il<br />
momento psicologico difficile, il presidente rimetterà in spalla lo zaino e lavorerà con il ritmo con<br />
cui ha iniziato».<br />
LORENZO PIRAS
Pag. 2<br />
lunedì 2 agosto<br />
Domani in Consiglio regionale riprende l'esame dell'assestamento di bilancio. Nel<br />
centrodestra intanto si guarda alla nuova Giunta<br />
In agenda manovra e emergenza politica<br />
Sul tavolo c'è l'emergenza politica, con il rimpasto obbligato in Giunta e poi ci sono da chiudere i<br />
conti con la manovra di assestamento del bilancio. Non è ancora tempo di ferie in via Roma:<br />
domani il Consiglio regionale tornerà al lavoro per dare il via libera al documento che dovrà tagliare<br />
380 milioni dal bilancio 2010 (azione obbligata dopo il giro di vite della manovra nazionale, che ha<br />
ridotto i trasferimenti alla regioni). E domani si riunirà anche la Giunta regionale, con un ordine del<br />
giorno ancora da articolare, che prevede però una serie di delibere su cui mettere la firma prima<br />
della pausa estiva.<br />
LA CRISI POLITICA Ma è soprattutto la situazione politica a tenere banco, con il pressing di gran<br />
parte delle forze di maggioranza su Ugo Cappellacci, chiamato a dare una scossa all'azione di<br />
governo per rilanciare il programma e anche «l'agenda Sardegna» sul tavolo nazionale. Il<br />
governatore sta per avviare un nuovo giro di consultazioni tra i partiti del centrodestra, per dare poi<br />
forma al nuovo esecutivo. C'è già una certezza: nella nuova Giunta ci sarà meno spazio per gli<br />
assessori tecnici, mentre entreranno in campo in prima persona molti big della politica. Da mettere a<br />
fuoco ancora i tempi: Riformatori, Psd'Az, Udc e Uds chiedono risposte immediate. Si ipotizza<br />
addirittura agosto, col piano ferie ridotto all'osso. Ma Cappellacci non ha ancora sciolto le riserve e<br />
soprattutto molto dipenderà dagli scenari interni del Pdl.<br />
IL NODO PDL Proprio dal partito di maggioranza relativa dovranno arrivare risposte decisive da<br />
mettere sul tavolo del rimpasto. Serve però l'imprimatur di Silvio Berlusconi dopo il caos interno,<br />
con la sconfitta alle provinciali, che ha spinto il premier a inviare in Sardegna Romano Comincioli.<br />
La relazione del senatore veneziano farà capire che aria tira sul futuro del Pdl. Da valutare, però, se<br />
ci sono gli spazi per una soluzione in tempi rapidi. D'altronde Berlusconi in questi giorni non può<br />
certo dedicare grandi attenzioni all'isola, vista la bagarre nazionale legata all'espulsione di Fini dal<br />
partito.<br />
GLI SCENARI POSSIBILI Nel Pdl sardo potrebbe cambiar volto tutta la dirigenza: un passaggio<br />
che non potrà non avere ricadute sul nuovo assetto della Giunta, anche perché i nomi possibili<br />
cambierebbero gli equilibri territoriali, «considerati delicatissimi in questa fase politica»,<br />
sottolineano nel centrodestra. Quindi il quadro dell'esecutivo che verrà dovrà tenere conto dei nuovi<br />
scenari del Pdl (dal coordinamento regionale alla presidenza del gruppo in via Roma). Resteranno<br />
di sicuro nella squadra di Cappellacci Giorgio La Spisa e Antonello Liori, gli unici assessori politici<br />
che hanno lasciato il Consiglio regionale, per l'incompatibilità fissata dalla legge statutaria, che però<br />
non è più in vigore.<br />
I NOMI POSSIBILI Entreranno in scena molti big, forti dei voti conquistati alle urne e anche di un<br />
governatore indebolito dalla complicazioni giudiziarie, rispetto al voto di un anno e mezzo fa.<br />
L'Udc è pronto a mettere subito in pista Giorgio Oppi e Sergio Milia, mentre dal fronte Psd'Az<br />
arriverà Giacomo Sanna. Anche l'ex presidente della Regione Mario Floris (leader dell'Uds) è<br />
vicino a un'investitura in Giunta. Nei Riformatori resta in piedi la pregiudiziale dell'incompatibilità<br />
tra la carica di assessore e quella di consigliere, ma Pierpaolo Vargiu sarebbe pronto a rinunciare al<br />
suo posto in via Roma. Nel Pdl, tra i nomi possibili, circolano quelli del nuorese Silvestro Ladu e<br />
del gallurese Matteo Sanna. Ma sarà un gioco di incastri ed è ancora presto per azzardare di più. Da<br />
chiarire anche quanti assessori tecnici riusciranno a restare al loro posto.
pag. 2<br />
lunedì 2 agosto<br />
Il leader? Lo scelgano le primarie»<br />
Diana (Pd): Cappellacci inconsistente, prepariamo l'alternativa<br />
La maggioranza è «inconsistente», ma il centrosinistra non appare ancora come vera alternativa. A<br />
Giampaolo Diana non fa velo il tifo: da un lato attacca Cappellacci, dall'altro bacchetta il suo stesso<br />
campo. E avverte: «Quando sarà il momento di scegliere il candidato presidente, dovremo passare<br />
per le primarie». Non scontato, da un bersaniano come lui (ma in minoranza nel Pd sardo).<br />
Intanto però Diana affila le armi della polemica contro il centrodestra. In Consiglio regionale, nel<br />
dibattito sulla sfiducia, a dispetto della sua consueta bonomia il vicecapogruppo del Pd è stato tra i<br />
più duri: accusando il presidente di favorire, con le sue frequentazioni, «lo sbarco della criminalità<br />
organizzata» nell'Isola. «Ma le vicende giudiziarie - dice ora - sono secondarie, rispetto<br />
all'inconsistenza della Giunta di fronte a una crisi drammatica. La disoccupazione è a livelli pre-<br />
2004, la fiducia delle imprese crolla mentre nel resto d'Italia risale».<br />
La crisi non può essere colpa dei 17 mesi di Cappellacci.<br />
«No, certo. Ma la maggioranza dimostra di non saperla affrontare. Neppure un'idea, per nessun<br />
settore: si guardi all'agricoltura, di nuovo in ginocchio, con un assessore che ha solo abilità<br />
convegnistiche. O al turismo, del tutto bloccato».<br />
Finora la Giunta ha dovuto soprattutto badare alle emergenze industriali.<br />
«Sì, ma ora Vinyls chiude e quasi non ci sono reazioni. Il governatore dovrebbe accamparsi a<br />
Palazzo Chigi, non è possibile che un Governo che detiene la maggioranza dell'Eni non faccia<br />
niente».<br />
Quali ricette suggerisce contro la crisi?<br />
«La prima, ovvia, è riversare nell'economia risorse pubbliche: invece stiamo perdendo anche la<br />
grande opportunità delle nuove entrate fiscali».<br />
Beh, ora la Giunta ipotizza il conflitto con lo Stato davanti alla Consulta.<br />
«Finora l'unica cosa che ci ha detto l'assessore La Spisa è che hanno inviato una diffida al ministero.<br />
Gliene abbiamo chiesto copia, ma si sono ben guardati dal farcela avere. Spero non siano solo<br />
parole».<br />
Siete comunque disponibili a una nuova battaglia bipartisan sulle entrate?<br />
«Sempre pronti: non so se lo sono loro. Se Cappellacci fosse politicamente autonomo, chiederebbe<br />
il sostegno di tutti e si metterebbe a capo di un forte negoziato col Governo. Ma non fa niente di<br />
tutto questo».<br />
Lei è stato segretario della Cgil. Il patto per lo sviluppo, firmato da sindacati e Giunta, è una strada<br />
valida?<br />
«Lo sarebbe, se fosse applicato. Ma non viene rispettato neppure un impegno, e infatti i sindacati<br />
minacciano uno sciopero generale che stavolta sarebbe contro la Regione».<br />
Firmando l'intesa, Cgil, Cisl e Uil hanno dato sponda a una maggioranza già in difficoltà?<br />
«Il sindacato non deve guardare al colore di chi governa, ma pretendere politiche sociali e di<br />
sviluppo. Cgil, Cisl e Uil hanno fatto bene a firmare quel patto, e ora giustamente ne esigono<br />
l'attuazione».<br />
Non pensa che parlare in Consiglio di criminalità organizzata sia stata una forzatura, e abbia<br />
ricompattato la maggioranza?<br />
«Ricompattato? Cappellacci semmai era preoccupato per le difese troppo tiepide dei suoi. Ad ogni<br />
modo, se un governatore incontra per strada uno come Flavio Carboni deve subito cambiare<br />
marciapiede. Se il presidente si è reso conto di quel che la cricca voleva fare in Sardegna, è<br />
gravissimo; ma se non se n'è reso conto, non può avere la responsabilità di guidare una regione».<br />
Pensa che la legislatura possa finire subito?<br />
«Credo di no, ma non vedo possibilità di rilancio della maggioranza. Faranno un rimpasto,
entreranno in Giunta assessori di maggior peso politico: e il presidente sarà ancora più in ostaggio».<br />
Il centrodestra è in difficoltà: ma voi faticate a presentarvi come vera alternativa.<br />
«In parte sono d'accordo. Per quanto riguarda il Pd, siamo ancora in transizione: bisogna essere più<br />
presenti nel territorio, pensare al partito e non a creare correnti».<br />
Allude alla riorganizzazione degli ex Margherita?<br />
«Anche, ma non solo. Certi movimenti non aiutano, ma nascono perché il partito non è ancora<br />
organizzato al meglio».<br />
È una critica al segretario, che lei sfidò alle primarie?<br />
«Silvio Lai ha le capacità per svolgere quella funzione, ma anche lui è espresso da una maggioranza<br />
composita. Questo a volte può condizionarlo».<br />
Se si votasse oggi, ricadreste negli scontri sulla leadership e sul ruolo di Soru?<br />
«Di sicuro non abbiamo ancora superato del tutto le difficoltà che ci hanno portato a perdere le<br />
Regionali. Che si voti subito o tra qualche anno, credo che non si possa non utilizzare le primarie<br />
per scegliere il leader».<br />
Nel 2009 non accadde.<br />
«Ma stavolta non avremmo il presidente uscente. Il Pd ha personalità straordinarie: lo stesso Soru,<br />
Cabras, Cherchi e altri. Al momento del voto non perderei neppure un minuto in discussioni sui<br />
nomi, ma farei per tempo le primarie».<br />
Al Pd serviranno anche delle alleanze.<br />
«Sicuramente, ampie e variegate. Dovremo interloquire con la sinistra, col mondo sardista, e<br />
guardare anche al centro: ma realizzando unità sulle proposte programmatiche».<br />
GIUSEPPE MELONI<br />
sindacati<br />
Povertà: un dibattito sull'attuazione della Carta di Zuri<br />
Appuntamento ad Abbasanta per le associazioni della Carta di Zuri: stamattina, all'hotel Su<br />
Baoine sulla 1<strong>31</strong>, si ritrovano sindacati, imprenditori, Acli, Pastorale del lavoro e tutti i soggetti che<br />
firmarono nel 2008 la richiesta di azioni forti di contrasto alla crescente povertà in Sardegna. A<br />
quasi due anni dalla prima iniziativa di quel fronte sociale così composito, la realtà parla di una crisi<br />
economica ancora più dura nell'Isola. La Regione, con diverse manovre finanziarie, ha stanziato<br />
circa 30 milioni di euro per sostenere le famiglie a basso reddito: eppure tutti gli indicatori dicono<br />
che le misure sono ancora insufficienti.<br />
È insomma necessario creare nell'opinione pubblica una consapevolezza ancora maggiore, per<br />
portare il tema della povertà e dello sviluppo al centro dell'attenzione. Ne parleranno oggi, in una<br />
tavola rotonda con alcuni rappresentanti del mondo dei media, i leader sindacali Enzo Costa (Cgil),<br />
Mario Medde (Cisl) e Francesca Ticca (Uil), il delegato regionale della Pastorale del lavoro don<br />
Pietro Borrotzu, il presidente regionale delle Acli Ottavio Sanna e il direttore della Coldiretti Marco<br />
Scalas.
pag. 23<br />
domenica 1 agosto<br />
Terminal, riecco la guerra delle aree<br />
La delimitazione in corso non piace a Confindustria<br />
CAGLIARI. Continua a fare danni la guerra delle aree, eterno problema del porto canale di<br />
Cagliari, considerato una vera anomalia nel panorama degli scali italiani. Ovunque le parti del porto<br />
che toccano l’acqua sono demanio marittimo, a Cagliari opera da tempo una pesante eccezione.<br />
Finora le aree attorno al porto sono state saldamente detenute da vari proprietari, prima di tutto il<br />
Cacip che, dopo le lotte contro l’autorità portuale, ora ha innescato la reazione verso la capitaneria<br />
(che deve delimitare le aree di pertinenza portuale). Ecco perciò che Confindustria chiede un<br />
incontro alla Regione per le imprese di logistica dell’area industriale portuale di Cagliari. Così il<br />
comunicato degli industriali della Sardegna meridionale: «La Confindustria ha richiamato<br />
l’attenzione della Regione sulla gravissima situazione che va prefigurandosi a danno delle imprese<br />
locali di logistica che hanno in corso importanti investimenti nell’area industriale portuale di<br />
Cagliari. Il processo di ridelimitazione delle aree portuali attualmente in corso rischia ancora una<br />
volta, dopo tanti anni, di gravare sulle imprese che hanno voluto credere e investire per valorizzare<br />
l’infrastruttura portuale e realizzare finalmente le auspicate ricadute economiche ed occupazionali.<br />
Considerate le negative implicazioni economiche, occupazionali e di efficienza complessiva per<br />
l’intero sistema trasportistico e produttivo della Sardegna e l’effetto scoraggiante sul piano<br />
nazionale e internazionale di tale controversia anche per gli ulteriori potenziali futuri investitori<br />
nell’area, unitamente al rischio concreto che si vanifichino i rilevanti investimenti futuri<br />
programmati dalla nostra regione nel sistema portuale di Cagliari, la Confindustria ha chiesto<br />
l’autorevole e urgente attivazione del coordinamento del comitato interassessoriale per le<br />
emergenze economiche e sociali della Regione al fine di agevolare una positiva risoluzione della<br />
vicenda». Insomma, dopo la tregua armata tra i contendenti storici, riecco la guerra delle aree al<br />
porto canale.
pag. 18<br />
domenica 1 agosto<br />
Giovedì scorso la riunione dei dirigenti e dei circoli. Il segretario Marcialis: «Allargheremo la<br />
coalizione»<br />
Pd, frenata sulle primarie per le comunali<br />
Ufficialmente non era un argomento all'ordine del giorno, ma il tema delle primarie non poteva che<br />
essere uno degli argomenti principali della riunione dei dirigenti e dei circoli del Partito<br />
democratico di giovedì scorso. Più di tre ore di discussione, nella sede di via Emilia, durante le<br />
quali si è parlato della selezione dei candidati e degli apparentamenti. «La strada tracciata è quella<br />
dell'allargamento delle alleanze. Penso ai partiti che in passato ci hanno affiancato nel centro<br />
sinistra, ma non solo», dice il segretario cittadino Yuri Marcialis. I Riformatori? «Non fanno parte<br />
degli alleati storici: comunque non si può parlare di unioni elettorali senza programmi, dobbiamo<br />
confrontarci su obiettivi e cose concrete». In attesa di capire come andrà a finire il gioco delle<br />
alleanze, il discorso sulle primarie ha subìto una brusca frenata. «Prima dobbiamo formare la<br />
coalizione e capire da chi sarà composta». Il segretario ha già iniziato a incontrare i vertici degli<br />
altri partiti per sondare il terreno. Ma all'interno del Pd c'è chi ricorda che le primarie si devono fare<br />
per statuto e «molto dipenderà anche da quello che succederà in campo nazionale», come spiega<br />
Chicco Porcu, favorevole a farle («e siamo in maggioranza», afferma) e quelli che preferiscono<br />
prendere tempo. Come Claudio Cugusi: «Le primarie sono una buona pratica democratica ma non<br />
l'unica. Non devono essere un feticcio. Se saranno utili per arrivare a scegliere un efficace candidato<br />
sindaco, il Pd come le altre forze democratiche e civiche le promuoveranno di certo. Ma non<br />
dobbiamo avere ansia di indicare nomi o metodi: un buon programma condiviso, forte ma non<br />
ideologicizzato è il miglior viatico per chiedere ai cagliaritani il governo della città». La parola<br />
chiave per ora sembra essere «polo civico», ovvero un grande patto dove troverebbero spazio la<br />
coalizione di centro sinistra più le liste cittadine. Una posizione più netta dovrebbe uscire<br />
dall'assemblea fissata per il rientro dalle vacanze, il 9 settembre. E entro il prossimo mese dovrà<br />
essere definita anche un'ossatura di alleanze: l'obiettivo è quello di arrivare con un orientamento<br />
preciso alla “Festa democratica degli enti locali”, che si terrà in città dal 10 al 20 settembre e che<br />
vedrà la presenza dei big nazionali del Pd. Sempre a settembre, inizieranno a lavorare anche i<br />
gruppi di lavoro che dovranno dare il proprio apporto al programma per le comunali del 2011. ( m.r.<br />
)
pag. 17<br />
Il Consiglio di Stato ha respinto i 17 punti del ricorso del Comune contro lo strumento di<br />
pianificazione<br />
Il Ppr di Soru blindato dai giudici<br />
La commissione scientifica poteva operare, corretta anche l’«intesa»<br />
Appese a un filo le prospettive di Tuvixeddu<br />
MAURO LISSIA<br />
CAGLIARI. Se il futuro di Tuvixeddu resta appeso a un filo, la sentenza depositata il 27 luglio dal<br />
Consiglio di Stato mette una parola chiara e probabilmente definitiva sulle prospettive del piano<br />
paesaggistico regionale: bocciati tutti i diciassette punti del ricorso incidentale col quale i legali del<br />
comune di Cagliari hanno provato a minare, per farlo crollare del tutto, lo strumento elaborato<br />
dall’amministrazione Soru, l’impianto del Ppr esce consolidato dal giudizio di palazzo Spada e ora<br />
sarà difficile per la giunta Cappellacci provare a modificarlo. Dopo aver affrontato con l’ormai<br />
celebre sentenza su Cala Giunco gli aspetti del piano legati alle misure di tutela (il passaggio<br />
fondamentale: «Sull’interesse privato e sulle esigenze dell’industria turistica prevale comunque<br />
l’interesse generale alla tutela del paesaggio») per la prima volta i giudici amministrativi supremi<br />
entrano a fondo nel merito del piano e sembrano volerne puntellare la validità persino negli aspetti<br />
più controversi, come la parte che riguarda lo strumento dell’intesa.<br />
Gli avvocati del comune di Cagliari - Carla Curreli, Ovidio Marras, Massimo Massa e Marcello<br />
Vignolo - hanno attaccato il Ppr su tutti i fronti, partendo da un ragionamento che può essere<br />
considerato centrale: nelle scelte urbanistiche i comuni non devono sottostare alla verifica di<br />
coerenza con lo strumento di tutela regionale. Ma i giudici di Roma sono stati chiari e soprattutto<br />
categorici: il piano regionale prevale sui piani urbanistici comunali, che devono essere allineati alle<br />
prescrizioni contenute nello strumento generale. Non solo: al contrario di quanto hanno sostenuto<br />
nel ricorso su Tuvixeddu i legali del comune di Cagliari l’approvazione da parte della giunta<br />
regionale rende valido ed efficace il Ppr anche senza il voto del consiglio regionale, questo<br />
malgrado lo strumento abbia natura di regolamento. Perchè in realtà - ha chiarito il Consiglio di<br />
Stato, in linea con il Tar Sardegna - è la legge 8 del 2004 (la salvacoste) a stabilire le competenze<br />
per l’approvazione del Ppr e quelle competenze sono assegnate proprio all’esecutivo regionale.<br />
Ma non è finita: il comune di Cagliari ha sostenuto nei due gradi di giudizio che la commissione<br />
scientifica nominata dall’amministrazione Soru per elaborare la ‘dottrina’ del Ppr sarebbe<br />
illegittima perchè nessuna norma ne prevede l’esistenza. Palazzo Spada ha bocciato anche questo<br />
punto del ricorso perchè la commissione nominata sulla base di criteri «prettamente fiduciari» ha<br />
operato soltanto «come mero strumento di supporto tecnico» e del resto - osservano i giudici -<br />
nessuno ha «posto in discussione sul piano professionale le capacità dei componenti il comitato<br />
stesso». Quindi la tanto discussa commissione scientifica è stata nominata correttamente («con una<br />
determinazione assunta dagli uffici regionali») ed era perfettamente legittimata a operare. D’altro<br />
canto il lavoro svolto dai professori è diventato un riferimento internazionale.<br />
Ha retto al giudizio di secondo grado anche lo strumento dell’intesa, il famigerato articolo 11 del<br />
Ppr, che secondo gli oppositori del piano - e secondo il comune di Cagliari - attribuisce un<br />
eccessivo potere discrezionale alla Regione nell’autorizzare gli interventi edilizi autorizzati prima<br />
della legge 8 del 2004. In pillole: bloccato qualsiasi progetto cui i comuni avevano dato il proprio<br />
via libera prima che il Puc fosse adeguato al Ppr, un’intesa tra Regione-Provincia e comune di<br />
competenza può comunque autorizzare l’apertura del cantiere. Grazie a questa norma - sostengono<br />
gli oppositori del Ppr - l’amministrazione Soru avrebbe conservato un potere discrezionale utile a<br />
favorire i progetti più graditi, bocciando senz’appello tutti gli altri. Secondo il ricorso del comune di
Cagliari quest’interpretazione della norma sarebbe una forzatura, perchè in realtà l’intesa servirebbe<br />
soltanto come «momento di verifica del rispetto delle regole generali e particolari e non il luogo di<br />
alcuna attività discrezionale». Questo perchè - sostengono i legali - il Ppr «non conterrebbe regole<br />
certe alle quali ancorare, senza la spendita di poteri discrezionali pressochè illimitati, le verifiche da<br />
porre a base dell’intesa». La prova starebbe «nel fatto che quelle verifiche non sarebbero attribuite<br />
agli organi tecnici delle amministrazioni interessate, bensì ai rispettivi organi politici». Nella stretta<br />
sostanza: prevedendo all’articolo 11 lo strumento dell’intesa l’amministrazione Soru si sarebbe<br />
riservata una ‘finestra’ per far passare i progetti considerati validi.<br />
Ma per il Consiglio di Stato non è così: le regole ci sono e la disciplina di riferimento, cui devono<br />
attenersi gli enti coinvolti nell’intesa «viene individuata in un complesso normativo di carattere<br />
tecnico» come quello che regola le conferenze di servizi. Bocciato - e accolte anche qui le tesi<br />
opposte degli avvocati Giampiero Contu, Vincenzo Cerulli e Carlo Dore (per Italia Nostra) - il<br />
punto del ricorso che contestava la legittimità delle norme di salvaguardia: per i giudici il Ppr è<br />
conforme a quanto previsto nel Codice Urbani, una legge dello Stato che mette il paesaggio al<br />
centro degli obbiettivi di tutela.
pag. 23<br />
sabato <strong>31</strong> luglio<br />
«Avanti con grandi opere inutili»<br />
La denuncia: «Davanti alla scuola Riva reperti archeologici importanti»<br />
LAVORI PUBBLICI Cresce la protesta per il taglio annunciato dei ficus Il 5 agosto nuovo sitin<br />
in piazza Garibaldi<br />
CAGLIARI. Ventidue milioni di euro per realizzare la cittadella della musica, un milione e<br />
duecentomila per l’obbrobrio di piazzetta Mascia, ora un milione e duecentomila per piazza<br />
Garibaldi: l’amministrazione comunale non bada a spese, solo che alla fine i risultati sono<br />
disastrosi. Il 5 luglio i cittadini andranno ancora in strada per fermare il taglio dei ficus davanti alla<br />
scuola Riva. Il progetto prevede il taglio di una parte dei ficus retusa che da settant’anni offrono<br />
ombra e refrigerio ai frequentatori del giardino. Ma grazie alle indicazioni del botanico Claudio<br />
Papoff il Comune vuole eliminarli proprio perchè fanno troppa ombra: meglio - così prevede il<br />
progetto - piante tropicali che rompano la «monotonia del verde» denunciata dallo specialista.<br />
«Con Emilietto Floris siamo alle solite - allarga le braccia Claudia Zuncheddu dei Rossomori - che<br />
l’uomo abbia un cattivo rapporto con la città che governa si vede dal disprezzo per il patrimonio<br />
identitario, di cui anche gli alberi sono parte integrante. A Bonaria venne reciso un pino per piazzare<br />
una telecamera, solo per pochi minuti. La filosofia è sempre la stessa». La rappresentante dei<br />
Rossomori denuncia fra l’altro - l’ha fatto con un’interrogazione urgente - la presenza di reperti<br />
archeologici nel sottosuolo della piazza Garibaldi: «E’ stato trovato un sarcofago romano, altre<br />
tombe sono state localizzate in via Sonnino. Si va incontro a una nuova operazione di sfascio,<br />
Tuvixeddu non ha insegnato nulla». «Si ripete la vicenda di piazzetta Mascia - attacca Massimo<br />
Zedda, de La sinistra - e si conferma la determinazione di questa giunta comunale a stravolgere i<br />
luoghi della città spendendo inutilmente denaro pubblico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, piazze<br />
brutte e inutili. Per piazza Garibaldi basterebbe sistemare il verde e rifare la pavimentazione,<br />
legandola a quella di Villanova e in previsione di quello che sarà via Garibaldi quando finalmente<br />
l’asfalto verrà sostituito con meteriali più adatti. Non è detto che per fare le cose bene sia necessario<br />
spendere tanti soldi, anzi spesso è esattamente il contrario». Per Ninni Depau<br />
«quest’amministrazione comunale ha la fissa delle grandi opere, se si può spendere poco qui si<br />
preferisce comunque spendere molto». Poi Depau entra nel merito della scelta per piazza Garibaldi:<br />
«Io penso che qualche albero si possa anche spostare - avverte il capogruppo del Pd - ma sulla base<br />
di uno studio serio, elaborato da un agronomo serio. Serve un progetto intelligente, utile a garantire<br />
la sicurezza di chi frequentano la piazza. Ma da quello che sento l’idea è di sconvolgere tutto, di<br />
tagliare tutto e di rifare tutto spendendo un mucchio di soldi. Come si fa ad essere d’accordo?».<br />
(m.l)<br />
I PRECE<strong>DE</strong>NTI.<br />
Dal disastro di piazza Mascia all’incompiuta dell’ex Gil<br />
CAGLIARI. Piazza Mascia. Con un milione e duecentomila euro il Comune è riuscito nell’impresa<br />
di scontentare gli abitanti del quartiere, che hanno bocciato l’intervento («una porcata») e gli<br />
ecologisti, contrari al taglio delle jacarande. Il risultato è semplicemente orrendo: un vascone di<br />
cemento e calcestruzzo, che ha ridotto anche lo spazio per pedoni e automobili. Ora i lavori sono<br />
fermi e si va rapidamente verso la rescissione del contratto con l’impresa. Il comitato del quartiere<br />
propone di demolire o modificare radicalmente l’intervento. In municipio è calato un silenzio<br />
imbarazzato e imbarazzante.<br />
Cittadella della musica. Ventidue milioni per cancellare un campo di calcio e realizzare un<br />
complicatissimo intreccio di percorsi, con passerelle metalliche sospese, edifici di cemento e giochi<br />
d’acqua. Nessuno ha capito a che cosa serva questa ‘cosa’ terrificante. La sola certezza è che<br />
mantenerla costerà molto e il sindaco Emilio Floris ha già messo le mani avanti chiedendosi
pubblicamente con quali soldi verranno affrontate le spese.<br />
Piazzetta Savoia. E’ la più brutta della città, sembra una vasca jacuzzi ma senza idromassaggio.<br />
Solo grazie allo spirito d’iniziativa degli operatori commerciali della Marina è diventata un ritrovo<br />
importante e gradevole.<br />
Ex Gil, sotto le mura. Doveva essere un giardino con ristoro, è rimasto un cantiere dominato da<br />
spaventose strutture di calcestruzzo. L’impresa è fallita, con quella è fallito anche il progetto.
pag. 15<br />
lunedì 2 agosto<br />
Sestu. La furia delle acque del Rio Matzeu aveva danneggiato i piloni di sostegno<br />
Resta sbarrato il ponte dell'alluvione<br />
Il Comune: la Regione dia i fondi per completare il restauro<br />
Il sindaco Pili: «I cantieri già attivati riguardano anche il canale Sa Cora, dalla via Sant'Esu alla<br />
confluenza con il Rio Sestu».<br />
Danneggiato la notte dell'alluvione, il ponte resta ancora chiuso. Ad un anno e mezzo dalla tragica<br />
alluvione che causò una vittima e incredibili danni in tutta la città, resta sbarrato il ponte dell'area<br />
industriale nei pressi dell'ex antenna Rai. La furia delle acque del Rio Matzeu aveva minato i piloni<br />
di sostegno, costringendo il Genio civile e il Comune a transennarlo, deviando il traffico<br />
(soprattutto quello pesante) sul vecchio ponte, molto più piccolo, ma che miracolosamente non<br />
aveva avuto danni.<br />
TERZO LOTTO «Stiamo aspettando che la Regione ci finanzi il terzo lotto delle opere di<br />
mitigazione del rischio sul piano di assetto idrogeologico», spiega il vicesindaco Sergio Cardia,<br />
assessore alla Viabilità. «La speranza è che i fondi non arrivino solo quando ci sono le sciagure, ma<br />
confidiamo nell'opera di prevenzione e messa in sicurezza del suolo». Già completati lavori per<br />
quasi un milione e seicentomila euro, due lotti che hanno interessato il Rio Matzeu nei pressi della<br />
ex Carlo Felice, ma soprattutto il rio Cora, un canale di deflusso che provocò enormi danni nella<br />
zona nord del paese e che, riversandosi sul Rio Sestu, ne provocò lo straripame nto al confine con<br />
Elmas.<br />
IL RISCHIO Proprio la presenza di questo corso d'acqua ha spinto i tecnici della Regione (che<br />
hanno redatto il piano d'assetto idrogeologico) a tracciare tra la via San Sperate e via San Gemiliano<br />
un'immensa zona di rispetto, col massimo coefficiente di rischio. Una volta effettuati gli interventi e<br />
mitigati i pericoli, anche il coefficiente verrà modificato e sarà nuovamente possibile costruire. «Per<br />
sistemare il ponte nel rio Sa Cora saranno utilizzati 450 mila euro», assicura Cardia, «ma per<br />
completare gli interventi di sistemazione e bonifica dei torrenti, la Regione ci dovrà dare il<br />
finanziamento che sappiamo essere stato previsto per Sestu».<br />
GLI ARGINI Nelle scorse settimane, gli operai che avevano lavorato per quasi un anno senza sosta,<br />
avevano completato il lotto più a rischio, quello nei pressi del confine con Elmas. Il letto del<br />
torrente è stato interamente ricoperto di cemento armato e sono stati rifatti gli argini per evitare che<br />
nasca la vegetazione e si formino quindi ostacoli che intralcino lo scorrere dell'acqua. «I cantieri già<br />
attivati riguardano anche il canale Sa Cora, dalla via Sant'Esu alla confluenza con il Rio Sestu»,<br />
assicura il sindaco Aldo Pili, «così come è stato messo in sicurezza l'ultimo tratto del Rio Sestu».<br />
Gli operai ora dovranno procedere a ritroso verso il centro abitato.<br />
FRANCESCO PINNA
l'Unità<br />
pag. 17<br />
sabato <strong>31</strong> luglio<br />
LE FABBRICHE <strong>DE</strong>L FARE E <strong>DE</strong>L PENSARE<br />
IL NUOVO UMANESIMO<br />
Graziano Milia Presidente Provincia di Cagliari<br />
La crisi che stiamo attraversando è sicuramente inedita. Non solo per la sua gravità, nel mondo<br />
industrializzato quella del ’29 fu certamente più drammatica, ma per le sue caratteristiche storiche<br />
ed epocali che a stento riusciamo a comprendere ed interpretare. In sintesi, non credo ci troviamo<br />
davanti ad un qualcosa assimilabile a quanto accaduto nel secolo scorso, quando le crisi venivano<br />
superate risparmiando in forme centralizzate e nazionali, per poi con lo stesso sistema reinvestire le<br />
risorse per rilanciare i consumi. Un meccanismo all’insegna del manifestarsi della voracità del<br />
capitalismo. Quella voracità descritta da Rosa Luxemburg e recentemente ripresa da Bauman “il<br />
capitalismo non può progredire, secondo i parametri che gli son propri, senza le cosiddette terre<br />
vergini da sfruttare…”. Ora! Vien da chiedersi: quali altre terre vergini rimangono da conquistare e<br />
da consumare, dopo aver, per ultima, esplorata quella del fanatismo finanziario?<br />
Temo non ce ne siano altre. Si pone allora la necessità di un ripensamento o , forse è meglio dire di<br />
non far finta di vivere nel secolo scorso e pensare ai connotati di questa crisi che, forse, hanno in sé<br />
i sintomi di un declino del nostro mondo di appartenenza. Oggi si parla tanto del Fare. Le Fabbriche<br />
del Fare, etc…. La mia paura è che, anche il nostro mondo politico creda di poter agire per superare<br />
la crisi come se niente fosse cambiato, “in modo classico” e con le nostre categorie di pensiero e<br />
che, dunque, basti “Fare”, “Fare bene” ! Non credo possa essere così. Serve altro, senza<br />
naturalmente trascurare le sofferenze quotidiane di milioni di persone e le politiche che ad esse<br />
vanno dedicate. Serve un nuovo Pensare che produca un “Nuovo Umanesimo” ed una vera e propria<br />
rivoluzione democratica. Troppo spesso ci illudiamo che il problema risieda tutto in responsabilità a<br />
noi estranee o in leadership diverse dalle nostre. Penso, per esempio, al “berlusconismo”, laddove ci<br />
scordiamo che lo stesso si alimenta anche dalle nostre debolezze, non nel combatterlo ma nello<br />
sconfiggere sul campo l’attrattività che lo stesso conserva agli occhi della maggioranza degli<br />
Italiani.In risposta abbiamo dato vita ad un progetto nuovo, inedito, il PD; pensando che<br />
esso potesse servire, non per unire i riformismi del secolo scorso (che già erano soliti unirsi: vi è<br />
mai stata in Italia una grande riforma non condivisa da tutti?), ma nel creare un “Nuovo<br />
Riformismo” che agisse su un terreno di allargamento della democrazia. Ecco perché quando sento<br />
parlare solo del Fare e non del Pensare, nutro dei dubbi. Ecco perché quando sento parlare solo di<br />
programma di governo e non di profilo politico culturale del PD, i dubbi aumentano.