Omelia don Davide Milanesi alla marcia della ... - Pro Loco Binago
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<strong>Omelia</strong> <strong>don</strong> <strong>Davide</strong> <strong>Milanesi</strong> <strong>alla</strong> <strong>marcia</strong> <strong>della</strong> pace <strong>Binago</strong> martedì 01-01-2013<br />
Nm 6,22-27; Fil 2,5-11; Lc 2,18-21.<br />
Vorrei che in questa giornata dedicata <strong>alla</strong> pace, tenendo sullo sfondo il messaggio del Papa: “Beati gli<br />
operatori di pace”, soffermarmi sulla figura di Maria.<br />
Si dice questa cosa molto bella che mi ha sempre affascinato di Maria: Custodiva tutte queste cose,<br />
meditandole nel suo cuore.<br />
Innanzitutto l’atteggiamento del custodire è l’atteggiamento di chi ricorda, di chi non dimentica tutte<br />
queste cose, ovvero di chi non dimentica quanto Dio ha operato nella sua vita.<br />
Già altre volte dicevo come ricordare è un portare al cuore e il cuore è un organo vitale.<br />
Dunque ci sono dei fatti che danno gusto <strong>alla</strong> vita e sono le opere di Dio. Dio è la vita stessa.<br />
Ricordare, custodire ciò che Dio ha compiuto nella nostra vita è trovare la vita, è gustare la vita.<br />
Ma Maria non si sofferma solo a ricordare: il ricordo diventa motivo di meditazione, motivo di<br />
riflessione.<br />
Mi piace immaginare che la riflessione diventa consapevolezza di un Dio che guida la storia, che non<br />
abbon<strong>don</strong>a il suo popolo.<br />
Per questo il cuore di Maria mi piace immaginarlo come un cuore rappacificato, in pace.<br />
Maria sa che la sua vita, la vita di tutti gli uomini è nelle mani di Dio, allora possiamo stare in pace.<br />
Un cuore così è il cuore degli operatori di pace.<br />
Scrive il Papa: Per diventare autentici operatori di pace sono fondamentali l’attenzione <strong>alla</strong> dimensione<br />
trascendente e il colloquio costante con Dio, Padre misericordioso.<br />
La pace e gli operatori di pace nascono nel profondo del cuore di ogni uomo.<br />
La pace ha una sorgente profonda, non è questione solo di un impegno, di uno sforzo di volontà; chiede<br />
un cuore in pace come quello di Maria.<br />
Un cuore così ci rende, come dice il Papa riprendendo il discorso <strong>della</strong> montagna di Gesù, operatori di<br />
pace.<br />
Mi piacerebbe tradurre la parola operatore con la parola artigiani di pace.<br />
Nella parola artigiano ci sta l’idea dell’arte, dell’artista.<br />
L’artista è colui che ha una buona creatività e una buona inventiva.<br />
Colui che attraverso un linguaggio esprime ciò che ha nel cuore.<br />
Prendiamo lo scultore: è colui che nel blocco di marmo immagina già la figura che potrà trarre togliendo<br />
il superfluo.<br />
Così essere artigiani di pace è guardare al nostro cuore per togliere il superfluo.<br />
Maria nel custodire le opere di Dio è come se togliesse dal suo cuore tutto ciò che è superfluo in<br />
antagonismo con la pace.
Il ricordo delle opere di Dio diventa lo scalpello con cui togliere rancore, odio, irrigidimenti, amarezze<br />
perché il nostro cuore sia nella pace.<br />
Un cuore così ci permette di vivere quello che il Papa suggerisce nel suo messaggio in riferimento agli<br />
operatori di pace. Scrive il Papa nel suo messaggio: L’operatore di pace, secondo la beatitudine di Gesù,<br />
è colui che ricerca il bene dell’altro.<br />
Operatori di pace sono coloro che amano, difen<strong>don</strong>o e promuovono la vita nella sua integralità.<br />
Nell’attività economica l’operatore di pace si configura come colui che instaura con i collaboratori e i<br />
colleghi, con i committenti e gli utenti, rapporti di lealtà e di reciprocità.<br />
La sollecitudine dei molteplici operatori di pace deve inoltre volgersi a considerare la crisi alimentare,<br />
ben più grave di quella finanziaria.<br />
C’è poi un penultimo capitoletto che ha questo titolo: Educazione per una cultura di pace: il ruolo <strong>della</strong><br />
famiglia e delle istituzioni.<br />
In questo capitoletto il papa Ribadisce l’importanza dei genitori, delle istituzioni e associazioni come<br />
esempi che possano educare le nuove generazioni a respirare questa cultura <strong>della</strong> pace.<br />
Questo capitoletto può diventare un ottimo spunto di riflessione per istituzioni, associazioni e la stessa<br />
comunità cristiana del nostro paese di <strong>Binago</strong>.<br />
Spesso mi chiedo, e vorrei che ciascuno faccia proprio questo interrogativo: quanto il nostro paese lascia<br />
respirare questa cultura <strong>della</strong> pace se le istituzioni e le associazioni che hanno a cuore questo paese<br />
litigano tra loro e non ammorbidiscono i toni <strong>della</strong> polemica?<br />
Mi piacerebbe che da questa <strong>marcia</strong> <strong>della</strong> pace nascano scelte concrete di riconciliazione tra le varie<br />
istituzioni e associazioni che operano a favore del paese, che le armi <strong>della</strong> polemica, <strong>della</strong> ripicca e<br />
dell’ostruzionismo vengano gettate una volta per tutte.<br />
Ma, nello stesso tempo, che ciascuno abban<strong>don</strong>i la diffidenza e lo scetticismo per rinnovare la fiducia nei<br />
rappresentanti e responsabili delle istituzioni e associazioni cercando di comprendere e riconoscere la<br />
fatica di oggi – come di sempre – per la realizzazione del bene comune.<br />
Per fare questo dobbiamo prendere esempio da Maria e chiedere un cuore che sia nella pace.<br />
Come scrive il Papa: Incoraggiamento fondamentale è quello di «dire no <strong>alla</strong> vendetta, di riconoscere i<br />
propri torti, di accettare le scuse senza cercarle, e infine di per<strong>don</strong>are», in modo che gli sbagli e le offese<br />
possano essere riconosciuti in verità per avanzare insieme verso la riconciliazione. Ciò richiede il<br />
diffondersi di una pedagogia del per<strong>don</strong>o. Il male, infatti, si vince col bene, e la giustizia va ricercata<br />
imitando Dio Padre che ama tutti i suoi figli. È un lavoro lento, perché suppone un’evoluzione spirituale,<br />
un’educazione ai valori più alti, una visione nuova <strong>della</strong> storia umana. Occorre rinunciare <strong>alla</strong> falsa<br />
pace che promettono gli idoli di questo mondo e ai pericoli che la accompagnano, a quella falsa pace che<br />
rende le coscienze sempre più insensibili, che porta verso il ripiegamento su se stessi, verso un’esistenza<br />
atrofizzata vissuta nell’indifferenza. Al contrario, la pedagogia <strong>della</strong> pace implica azione, compassione,<br />
solidarietà, coraggio e perseveranza.