Impegno per una vita migliore - Federazione Nazionale Sindrome di ...
Impegno per una vita migliore - Federazione Nazionale Sindrome di ...
Impegno per una vita migliore - Federazione Nazionale Sindrome di ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
La letterina <strong>di</strong> Guiduberto<br />
Ciao! Sono Guiduberto, do<strong>di</strong>ci anni, fratello <strong>di</strong><br />
Caspiterina, otto anni, che ha la sindrome <strong>di</strong><br />
McCune-Albright. Ne ho <strong>una</strong> nuova da raccontarvi.<br />
Stavolta è toccata a me! Sono caduto da un albero,<br />
mi stavo arrampicando, si è rotto un ramo e...<br />
SBAM, mi sono trovato <strong>per</strong> terra. Beh, sono atterrato<br />
male e mi sono rotto un gomito. Guardate che<br />
non ho le ossa fragili anch’io come Caspiterina, non<br />
c’entra ness<strong>una</strong> malattia; poteva capitare a chiunque,<br />
anzi a <strong>di</strong>re il vero chi mi ha visto cadere ha<br />
detto che mi è andata ancora bene. Fatto sta che<br />
sono andato in ospedale e hanno preferito o<strong>per</strong>armi,<br />
<strong>per</strong>ché la frattura era un po’ complicata.<br />
Non sono rimasto molto tempo all’ospedale, solo<br />
qualche giorno; la mamma è stata con me, e sono<br />
venuti a trovarmi <strong>di</strong>verse volte anche il papà e Caspy.<br />
Insomma, alla fine è andato tutto bene. Però il gomito<br />
mi ha fatto un sacco male, ma proprio tanto;<br />
anche il professore che mi ha o<strong>per</strong>ato mi ha detto<br />
che, purtroppo, era normale così, è un punto delicato.<br />
Poi dovrò fare <strong>per</strong> un po’ anche <strong>una</strong> ginnastica<br />
speciale che mi pare che si chiami “fisoterapia” o<br />
qualcosa del genere.<br />
Adesso inizio un po’ a capire quanto male deve<br />
aver avuto Caspiterina quando si è rotta lei il braccio!<br />
Ed era anche più piccola. (Allora mi sembrava<br />
strano che piangesse tanto, solo <strong>per</strong>ché non vedevo<br />
ness<strong>una</strong> ferita “fuori”; invece il male era “dentro”.)<br />
E nei giorni <strong>di</strong> male più forte devo <strong>di</strong>re che ero<br />
anche triste, arrabbiato, nervoso, non mangiavo (va<br />
be’ che la roba dell’ospedale era un po’ così così,<br />
ma io <strong>di</strong> solito ho sempre fame...); nemmeno la televisione,<br />
il ghéim boi e i giochi riuscivano a <strong>di</strong>strarmi.<br />
Mi pareva che non dovesse finire mai. Mi vergogno<br />
un po’ a <strong>di</strong>rlo, ma ho pianto un bel po’ anche<br />
io... E quin<strong>di</strong> anche la mamma, a vedermi così, era<br />
triste, preoccupata, angosciata. Lei lo sapeva che<br />
ci voleva solo un po’ <strong>di</strong> pazienza e sarebbe andata<br />
meglio, me lo <strong>di</strong>ceva tante volte, in fondo lo avevo<br />
capito anche io, ma in quei momenti lì mi sembrava<br />
<strong>di</strong> sentire solo il male.<br />
Ogni tanto veniva un altro dottore (mi pareva <strong>di</strong><br />
averlo già visto entrando a fare l’o<strong>per</strong>azione) che si<br />
<strong>Impegno</strong> <strong>per</strong> <strong>una</strong> <strong>vita</strong> <strong>migliore</strong><br />
chiamava “anestesista”; mi chiedeva come andava,<br />
poi lo chiedeva alla mamma, poi lo chiedeva<br />
alle infermiere; quando andava peggio mi mo<strong>di</strong>ficava<br />
un po’ la flebo nel braccio o mi faceva dare qualche<br />
pastiglia; e intanto mi raccomandava <strong>di</strong> rilassarmi,<br />
respirare con calma e pensare a qualcosa <strong>di</strong><br />
bello, e lui stesso stava lì un po’ con me e mi raccontava<br />
cose interessanti. Beh, saranno state un<br />
po’ le me<strong>di</strong>cine, un po’ quello che mi <strong>di</strong>ceva l’anestesista,<br />
un po’ la mamma che mi confortava, un po’<br />
il papà che mi leggeva qualcosa, un po’ Caspy che<br />
faceva finta <strong>di</strong> bisticciare con me <strong>per</strong> <strong>di</strong>strarmi: ma<br />
in questi momenti andava davvero un po’ meglio e<br />
ri<strong>di</strong>ventavo, adagio adagio, anche un po’ più tranquillo<br />
e contento.<br />
Adesso sono a casa: come <strong>di</strong>ceva il professore,<br />
le ossa si stanno sistemando e il dolore più forte è<br />
passato; devo solo tenere il gesso ancora <strong>per</strong> un<br />
po’, e le cose stanno tornando alla normalità. Insomma,<br />
siamo tutti un po’ più tranquilli, Però, caspita!<br />
se fossi stato io da solo non so se ce l’avrei fatta.<br />
Comunque pensate che ancora adesso se appena<br />
appena mi toccano il braccio faccio un salto, e <strong>di</strong><br />
notte mi sveglio come se mi facesse ancora male.<br />
Ora che va un po’ meglio mi viene quasi da pensare:<br />
ma visto che dovevo proprio proprio rom<strong>per</strong>mi<br />
un braccio, non poteva almeno essere il destro,<br />
così <strong>per</strong> un po’ più <strong>di</strong> tempo avrei potuto saltare la<br />
scuola e i compiti...<br />
Il “dolore”, in passato considerato solo un sintomo<br />
<strong>di</strong> qualcos’altro, viene oggi più correttamente<br />
trattato (specialmente se è <strong>di</strong> tipo <strong>per</strong>durante) come<br />
<strong>una</strong> vera e propria patologia, che può avere conseguenze<br />
estese ben più che alla sfera strettamente<br />
fisica <strong>di</strong> chi ne è afflitto. Gli effetti psicologici ed<br />
emotivi si allargano quin<strong>di</strong> anche a chi accompagna<br />
e assiste il paziente, specialmente se questi si<br />
trova in tenera età ed è quin<strong>di</strong> “naturalmente” incapace<br />
<strong>di</strong> accettare e sopportare il dolore.<br />
Viste simili es<strong>per</strong>ienze purtroppo frequenti nel<br />
campo delle malattie rare, e non solo, riterremmo<br />
utile approfon<strong>di</strong>re anche questo aspetto che accompagna<br />
<strong>per</strong> lungo tempo numerose famiglie.<br />
Un saluto da EAMAS.<br />
EAMAS - European Association Friends of Mc Cune Albright Syndrome<br />
Via Borgovecchio n° 25, 10041 Carignano (TO) Italy, Fisc. Code 94037550012<br />
Tel./Fax ++.39.011.9697258 - E-mail: info@eamas.net<br />
Bank account n° 34400.54 – ABI 01030, CAB 01000, Monte dei Paschi <strong>di</strong> Siena, Torino.<br />
Bank coor<strong>di</strong>nates IT 65 T 01030 01000 000003440054<br />
Post office account n° 39045109 (Italy)<br />
Web site: www.eamas.net<br />
Approved by REGIONE PIEMONTE (Prot. n° 328/28.1)<br />
Registro del Volontariato ONLUS – Settore Sanità<br />
12