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Impegno per una vita migliore - Federazione Nazionale Sindrome di ...

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viso ed eccessivo aumento ponderale. Questi genitori<br />

rimangono estremamente <strong>di</strong>sorientati, poiché convinti<br />

<strong>di</strong> avere un figlio sano. Le reazioni possono essere molteplici:<br />

alcuni sono in grado <strong>di</strong> accettare la situazione e<br />

<strong>di</strong> affrontare adeguatamente lo stress, altri sono sopraffatti<br />

dagli eventi e rimangono inerti <strong>di</strong> fronte alla malattia<br />

del figlio.<br />

Il bambino con sindrome <strong>di</strong> Prader Willi ha bisogno <strong>di</strong><br />

cure e controlli continui che la famiglia da sola non è in<br />

grado <strong>di</strong> effettuare. I comportamenti antisociali, quali ad<br />

esempio il furto, possono compromettere sia la stabilità<br />

familiare che le relazioni con il vicinato. Troppo spesso<br />

gli interventi degli o<strong>per</strong>atori sociali si in<strong>di</strong>rizzano sul bambino<br />

trascurando il contesto sociale, che a motivo della<br />

malattia del figlio può sviluppare <strong>di</strong>namiche relazionali<br />

<strong>di</strong>sfunzionali.<br />

Un errore piuttosto comune tra i genitori <strong>di</strong> bambini<br />

con han<strong>di</strong>cap consiste nel riversare tutte le energie e le<br />

attenzioni sul soggetto malato, trascurando, in molti casi,<br />

la <strong>vita</strong> <strong>per</strong>sonale e <strong>di</strong> coppia e gli eventuali rapporti con<br />

altri familiari.<br />

Spesso le madri e i padri presentano comportamenti<br />

stereotipati <strong>di</strong> fronte alla situazione <strong>di</strong> grave tensione.<br />

Le madri <strong>di</strong> soggetti con sindrome <strong>di</strong> Prader Willi presentano<br />

più frequentemente comportamenti ossessivicompulsivi,<br />

quali ad esempio la necessità continua <strong>di</strong><br />

pulire la cucina e <strong>di</strong> non lasciare avanzi <strong>di</strong> cibo. Inoltre,<br />

hanno spesso comportamenti aggressivi verso gli altri<br />

familiari, a causa <strong>di</strong> un’alienazione <strong>per</strong>sonale e sociale.<br />

La necessità <strong>di</strong> o<strong>per</strong>are un controllo continuo sui loro<br />

figli le porta alcune volte a sviluppare sentimenti <strong>di</strong> ostilità<br />

verso <strong>di</strong> loro, ogni piccolo problema <strong>di</strong>venta così<br />

motivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione. Si sentono <strong>per</strong>ò spesso incapaci<br />

<strong>di</strong> affrontare le situazioni in modo adeguato, e in colpa<br />

<strong>per</strong> aver trattato male i figli. Le madri descrivono il loro<br />

imbarazzo nell’accompagnare i figli ad <strong>una</strong> festa oppure<br />

nello svolgere semplici azioni quali ad esempio fare la<br />

spesa al su<strong>per</strong>mercato. Spesso e<strong>vita</strong>no situazioni che<br />

possono creare imbarazzo a loro e/o ai loro figli.<br />

Data la complessità della patologia, sono spesso casalinghe<br />

e si lamentano <strong>di</strong> essere sole ad occuparsi dei<br />

bambini. I mariti infatti sono spesso assenti, lavorando<br />

fuori casa, avendo così la possibilità <strong>di</strong> sfuggire alle responsabilità<br />

domestiche.<br />

Le reazioni dei padri sono spesso <strong>di</strong>verse. Le<br />

somatizzazioni sono le patologie più frequenti, in particolare<br />

<strong>di</strong>sturbi gastrointestinali, intestinali, car<strong>di</strong>ovascolari<br />

e respiratori.<br />

L’analisi del benessere soggettivo indagato secondo<br />

la prospettiva affettivo- emozionale del POMS ha<br />

evidenziato che le madri del campione s<strong>per</strong>imentale<br />

mostrano maggiori livelli <strong>di</strong> confusione, sconcerto e turbamento.<br />

Questo risultato è dovuto alla maggior incertezza<br />

con cui essi sono costretti a confrontarsi a causa<br />

delle scarse conoscenze sulla malattia e sul suo decorso<br />

che rende impreve<strong>di</strong>bile il futuro dei figli e dei genitori<br />

stessi. Manifestano livelli alti anche nello stress, si sentono<br />

in colpa (17), affermano <strong>di</strong> sentirsi molto malinconiche,<br />

tristi, tese, stanche, scoraggiate, sfiduciate, deluse<br />

e <strong>per</strong> nulla libere da preoccupazioni. In accordo con<br />

<strong>Impegno</strong> <strong>per</strong> <strong>una</strong> <strong>vita</strong> <strong>migliore</strong><br />

quanto descritto in letteratura il senso <strong>di</strong> colpa in questi<br />

casi potrebbe inoltre essere considerato quale meccanismo<br />

che consente alle madri <strong>di</strong> mantenere un certo<br />

livello <strong>di</strong> controllo sull’evento. La colpa in questo caso<br />

<strong>di</strong>viene un meccanismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa attraverso il quale i<br />

genitori possono far fronte ai sentimenti ansiosi che derivano<br />

dall’oggettiva impossibilità <strong>di</strong> e<strong>vita</strong>re o prevenire<br />

il manifestarsi della patologia.<br />

I padri mostrano valori me<strong>di</strong> più alti nel fattore depressione/avvilimento<br />

che in<strong>di</strong>ca <strong>una</strong> maggiore tendenza<br />

depressiva, accompagnata da un senso <strong>di</strong> inadeguatezza<br />

<strong>per</strong>sonale ed <strong>una</strong> con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> isolamento emotivo.<br />

Inoltre i padri del campione s<strong>per</strong>imentale hanno fatto<br />

registrare maggiori livelli <strong>di</strong> rabbia e isolamento emotivo.<br />

Tali sentimenti sono da imputarsi non solo alla notizia<br />

<strong>di</strong> malattia del figlio ma <strong>di</strong>rettamente alla caratteristica<br />

<strong>di</strong> rarità. La reazione <strong>di</strong> rabbia come la negazione<br />

relativa a tale caratteristica fanno parte delle normali fasi<br />

<strong>di</strong> elaborazione del lutto del figlio <strong>per</strong>fetto.<br />

Concludendo possiamo affermare che i dati emersi<br />

da questa ricerca in<strong>di</strong>cano come la rarità della malattia<br />

contribuisca a rendere la malattia del figlio un evento <strong>di</strong><br />

ancor più elevato impatto emotivo, proprio a causa della<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> incertezza in cui i genitori e i piccoli pazienti<br />

sono costretti a vivere provocata dalle caratteristiche<br />

<strong>di</strong> tali rare patologie. Infatti se dalla visione d’insieme<br />

si passa ad osservare le caratteristiche peculiari delle<br />

situazioni indagate si può notare come esse siano in<br />

realtà più complesse. Gli interventi che vengono messi<br />

in atto quando viene posta la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> malattia rara in<br />

età pe<strong>di</strong>atrica dovrebbero tenere conto anche del carico<br />

emotivo a cui sono sottoposti i genitori e soprattutto<br />

la figura del caregiver. La comunicazione <strong>di</strong>agnostica<br />

(18) è uno dei momenti più delicati a maggior ragione<br />

quando si tratta <strong>di</strong> malattie in cui i punti interrogativi sono<br />

molti anche <strong>per</strong> il <strong>per</strong>sonale me<strong>di</strong>co. Le ricerche condotte<br />

in questo campo hanno messo in evidenza quanto<br />

la modalità con la quale viene comunicata la <strong>di</strong>agnosi<br />

influenzi l’accettazione del figlio, della terapia, la qualità<br />

<strong>di</strong> <strong>vita</strong> dei genitori stessi e <strong>di</strong> conseguenza quella dei<br />

figli. Le caratteristiche sintomatologiche <strong>di</strong> ansia e depressione<br />

emerse in questa ricerca anche se in <strong>una</strong> certa<br />

maniera ovvi ed utili non dovrebbero essere mai sottovalutati.<br />

È necessario che i genitori siano seguiti e<br />

supportati nel doloroso processo così che dallo shock<br />

iniziale, passando attraverso lo sta<strong>di</strong>o della colpa e della<br />

rabbia, possano giungere a quello dell’accettazione.<br />

Solo così si potrà promuovere il raggiungimento <strong>di</strong> un<br />

nuovo equilibrio emotivo, <strong>per</strong>sonale e familiare.<br />

Le reazioni dei nonni, degli zii e dei cugini alla sco<strong>per</strong>ta<br />

che il bambino è affetto da sindrome <strong>di</strong> Prader Willi<br />

(3) sono le stesse dei genitori, shock, incredulità e <strong>di</strong>sappunto<br />

verso il bambino, soprattutto quando si tratta<br />

del primo nipote. In genere i nonni riescono ad adattarsi<br />

più facilmente alla situazione, non tutti <strong>per</strong>ò presentano<br />

la stessa reazione. Molti nonni vedono nel bambino la<br />

vergogne del proprio nome e cercano <strong>di</strong> attribuire a qualcuno<br />

la responsabilità dell’anomalia, <strong>di</strong> solito al genero<br />

o alla nuora, contribuendo così ad incrinare la relazione<br />

tra genitori e nonni in un momento in cui sarebbero<br />

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