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Valore aggiunto - Polizia di Stato

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<strong>Valore</strong> <strong>aggiunto</strong><br />

Le donne della <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong><br />

<strong>di</strong> Annalisa Bucchieri<br />

con la collaborazione della Direzione centrale per le risorse umane<br />

SOMMARIO<br />

La <strong>di</strong>visa, le donne la vogliono <strong>di</strong> più................................................... ...............................................................................................................................................II<br />

Scalando la carriera ........................................................................................ ..............................................................................................................................................III<br />

Stu<strong>di</strong>ose e ambiziose per natura ........................................................... .............................................................................................................................................VI<br />

Ogni reparto ha le sue rose ....................................................................... .......................................................................................................................................... VIII<br />

Mogli e mamme ................................................................................................ ............................................................................................................................................XII<br />

La provincia con più gonne ....................................................................... ......................................................................................................................................... XIV<br />

INSERTO DI POLIZIAMODERNA - marzo 2010<br />

mensile ufficiale della polizia <strong>di</strong> stato


<strong>Valore</strong> <strong>aggiunto</strong><br />

Mezzo secolo fa il cremisi, il colore istituzionale<br />

della <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong>, acquistava<br />

una sfumatura rosa: era il 1960 quando<br />

le donne iniziarono a vestire la <strong>di</strong>visa (secondo<br />

l’apertura al loro ingresso prevista dalla legge<br />

1083 del 7 <strong>di</strong>cembre 1959). Cinquant’anni sono un arco<br />

temporale che chiama al bilancio. E <strong>Polizia</strong>moderna<br />

non si è sottratta al compito. Chi sono e cosa fanno<br />

oggi le signore con il <strong>di</strong>stintivo? Per capirlo abbiamo<br />

interrogato i numeri, strumenti <strong>di</strong> presa <strong>di</strong>retta e oggettiva<br />

della realtà, con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> luce necessaria per<br />

fotografare il gruppo del gentil sesso in <strong>di</strong>visa.<br />

La <strong>di</strong>visa, le donne la vogliono <strong>di</strong> più<br />

Aumenta esponenzialmente la presenza delle donne<br />

in polizia: rispetto a cinque anni fa (12.992) sono cresciute<br />

<strong>di</strong> quasi 2mila unità e in vent’anni sono <strong>di</strong>ventate<br />

oltre il doppio: da 6.791 nel 1990 a 14.862 nel<br />

2010, ovvero 8.071 unità in più (un rafforzamento<br />

del 118%). Dato maggiormente significativo se paragonato<br />

a quello degli uomini, aumentati <strong>di</strong> 5.118 unità<br />

– 84mila nel 1990 e 89.118 a gennaio 2010 – un in<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> progressione nettamente inferiore a quello delle<br />

colleghe, le quali <strong>di</strong>mostrano un desiderio superio-<br />

II POLIZIAMODERNA<br />

marzo 2010


e <strong>di</strong> vestire la <strong>di</strong>visa. Rilevante la presenza nei ruoli<br />

tecnico-scientifici e professionali <strong>di</strong> cui rappresentano<br />

oltre il 30%. Ma anche nei ruoli or<strong>di</strong>nari, pur costituendo<br />

solo il 13% della forza complessiva, sono<br />

presenti in tutte le specialità e funzioni particolari,<br />

persino quelle a “tra<strong>di</strong>zione” maschile.<br />

Scalando la carriera<br />

Paragonate ai livelli nazionali occupazionali femminili<br />

registrati dall’Istat, secondo i quali il nostro Paese<br />

è l’ultimo dell’Ue con la più bassa percentuale <strong>di</strong><br />

donne che lavorano e uno dei Paesi con il maggior<br />

tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione – a parità <strong>di</strong> qualifica e incarico,<br />

infatti, le italiane guadagnano un quinto in meno<br />

dei colleghi maschi – le garanzie lavorative offerte<br />

dall’Azienda <strong>Polizia</strong> sono preziose non solo per le<br />

pari opportunità <strong>di</strong> accesso iniziale al posto in <strong>di</strong>visa<br />

ma anche per le con<strong>di</strong>zioni ugualitarie <strong>di</strong> trattamento<br />

economico e <strong>di</strong> avanzamento <strong>di</strong> carriera. Da sfatare<br />

perciò il luogo comune che la scalata ai ruoli supe-<br />

Distribuzione per ruolo or<strong>di</strong>nario/tecnico<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

marzo 2010 POLIZIAMODERNA III


Distribuzione percentuale per ruolo <strong>di</strong> appartenenza<br />

Donne<br />

Uomini<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

riori sia preclusa al cosiddetto sesso debole. Come mostrano<br />

i due grafici a torta qui sopra, una ogni 100 donne<br />

che entrano in polizia riesce ad arrivare alle cariche più<br />

alte, cioè ai ruoli <strong>di</strong>rigenziali, e 6 su 100 al ruolo <strong>di</strong>rettivo<br />

<strong>di</strong> commissario, mentre un uomo ogni 150 <strong>di</strong>venta <strong>di</strong>rigente<br />

e solo l’1,8% prende i gra<strong>di</strong> da commissario.<br />

CINQUANT’ANNI DI POLIZIA “AL FEMMINILE”<br />

Il Corpo <strong>di</strong> polizia femminile,<br />

istituito in seno<br />

all’Amministrazione<br />

della pubblica sicurezza,<br />

per il miglior espletamento<br />

dei propri<br />

compiti d’istituto, nasce<br />

a seguito della legge<br />

n. 1083 del 7 <strong>di</strong>cembre<br />

del 1959. È un corpo<br />

civile, con competenze<br />

limitate per materia<br />

ed alle esclusive<br />

<strong>di</strong>pendenze del ministero<br />

dell’Interno.<br />

Tale Corpo era articolato<br />

su due ruoli: uno<br />

<strong>di</strong>rettivo denominato<br />

delle ispettrici <strong>di</strong> polizia,<br />

ed uno <strong>di</strong> concetto, denominato delle assistenti <strong>di</strong> polizia.<br />

A tutto il personale venivano applicate, salvo quanto <strong>di</strong>versamente<br />

<strong>di</strong>sposto dalla legge istitutiva, le <strong>di</strong>sposizioni inerenti<br />

gli impiegati civili dello <strong>Stato</strong>.<br />

Al personale femminile <strong>di</strong> polizia erano affidate le seguenti<br />

attribuzioni:<br />

> prevenzione e accertamenti dei reati contro la moralità<br />

pubblica ed il buon costume, la famiglia e l’integrità e sanità<br />

della stirpe nonché dei reati in materia <strong>di</strong> tutela del<br />

lavoro delle donne e dei minori;<br />

> indagini ed atti <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria relativi a reati commessi<br />

da donne o da minori degli anni 18 o in loro danno;<br />

> vigilanza ed assistenza <strong>di</strong> donne e <strong>di</strong> minori nei cui confronti<br />

siano stati adottati provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> pubblica sicurezza<br />

o <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria o che siano stati, comunque,<br />

convocati presso gli uffici <strong>di</strong> pubblica sicurezza;<br />

> eventuali compiti <strong>di</strong> assistenza nei confronti <strong>di</strong> donne<br />

nonché <strong>di</strong> minori in stato <strong>di</strong> abbandono morale e sociale<br />

me<strong>di</strong>ante opportuni collegamenti con autorità ed enti che<br />

tali specifici compiti perseguono.<br />

Il personale era inoltre sud<strong>di</strong>viso secondo le seguenti qualifiche:<br />

> per il ruolo delle ispettrici: ispettrice capo; ispettrice <strong>di</strong><br />

1^ classe; ispettrice <strong>di</strong> 2^ classe; ispettrice <strong>di</strong> 3^ classe;<br />

vice ispettrice;<br />

> per il ruolo delle assistenti: assistente superiore <strong>di</strong> 1^<br />

IV POLIZIAMODERNA<br />

marzo 2010


Distribuzione per fascia <strong>di</strong> età<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

classe; assistente superiore <strong>di</strong> 2^ classe; assistente <strong>di</strong><br />

polizia <strong>di</strong> 1^ classe; assistente <strong>di</strong> polizia <strong>di</strong> 2^ classe; assistente<br />

<strong>di</strong> polizia <strong>di</strong> 3^ classe.<br />

Per la qualifica <strong>di</strong> vice ispettrice era previsto l’accesso al periodo<br />

in prova me<strong>di</strong>ante concorso pubblico per esami al quale<br />

potevano partecipare coloro che erano in possesso della citta<strong>di</strong>nanza<br />

italiana, <strong>di</strong> età compresa tra i 24 e i 32 anni 1 , <strong>di</strong> laurea<br />

in giurisprudenza o scienze politiche, che tenevano una<br />

buona condotta nonché appartenenti a famiglia che godeva<br />

<strong>di</strong> ottima reputazione, possesso dell’idoneità psico-fisica al<br />

servizio <strong>di</strong> istituto, stato <strong>di</strong> nubile o vedova. Le stesse modalità<br />

<strong>di</strong> accesso erano previste per il ruolo delle assistenti, con<br />

l’unica variante per il titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in quanto per quest’ultimo<br />

ruolo era sufficiente il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> istituto <strong>di</strong> istruzione<br />

secondaria <strong>di</strong> 2° grado.<br />

“Nell’esercizio delle loro funzioni e nei limiti delle loro attribuzioni,<br />

le ispettrici <strong>di</strong> polizia sono ufficiali <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria<br />

ed hanno la qualifica <strong>di</strong> ufficiale <strong>di</strong> pubblica sicurezza. Le<br />

assistenti <strong>di</strong> polizia sono ufficiali <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria ed han-<br />

1. Come previsto dal 1° comma dell’art. 19 della l. 1083/59, per la<br />

prima attuazione della presente legge, nei due anni successivi<br />

alla sua pubblicazione il limite massimo <strong>di</strong> età stabilito per l’arruolamento<br />

viene aumentato <strong>di</strong> anni 5.<br />

no la qualifica <strong>di</strong> agente <strong>di</strong> pubblica sicurezza”. 2<br />

Le vice ispettrici in prova e le assistenti <strong>di</strong> 3^ classe in prova,<br />

dopo aver conseguito la nomina, venivano assegnate ad un<br />

istituto <strong>di</strong> istruzione <strong>di</strong> polizia per la frequenza <strong>di</strong> un corso <strong>di</strong><br />

formazione della durata non inferiore a quattro mesi.<br />

Per contrarre matrimonio le ispettrici e le assistenti necessitavano<br />

dell’autorizzazione del ministero dell’Interno subor<strong>di</strong>nata<br />

ai requisiti <strong>di</strong> moralità dello sposo e della sua famiglia,<br />

2. Così come recita il comma 2 dell’art. 7 della legge 1083/59.<br />

>>><br />

marzo 2010 POLIZIAMODERNA V


Stu<strong>di</strong>ose e ambiziose per natura<br />

Complice del posizionamento tra i ruoli <strong>di</strong>rigenziali e <strong>di</strong>rettivi<br />

è la migliore preparazione <strong>di</strong> base che riconferma<br />

le donne “stu<strong>di</strong>ose per natura”. I titoli accademici nonché<br />

dottorati e master post laurea in rosa (il 22,7% delle<br />

donne è in possesso <strong>di</strong> lauree e specializzazioni successive)<br />

sono nettamente superiori a quelli in possesso<br />

dei colleghi (ve<strong>di</strong> grafici p.VII). Anche perché in generale<br />

l’ingresso in polizia delle donne, concentrate sul curriculum<br />

scolastico, avviene più tar<strong>di</strong> nella vita rispetto<br />

ai giovani maschi, che fino al 2005 (quando il servizio<br />

nell’esercito è <strong>di</strong>ventato volontario) potevano compiere<br />

<strong>di</strong>rettamente il servizio <strong>di</strong> leva come ausiliario in polizia<br />

e successivamente essere inglobati nell’amministrazione<br />

già al compimento del <strong>di</strong>ciottesimo anno. Lo riba<strong>di</strong>scono<br />

le percentuali delle ventenni molto scarse (l’1%) a<br />

confronto dei ventenni (10%), mentre successivamente<br />

i dati si livellano, le generazioni <strong>di</strong> 30enni e 40enni<br />

sono dominanti per entrambi i sessi (ve<strong>di</strong> grafico p.V).<br />

Cifre alla mano, le donne <strong>di</strong>mostrano tenacia e competenza<br />

adeguata per avanzare professionalmente<br />

quanto gli uomini, anzi <strong>di</strong> più “in proporzione”. Attualmen-<br />

>>><br />

se contraevano matrimonio senza la necessaria autorizzazione<br />

decadevano dall’incarico.<br />

Le ispettrici e le assistenti <strong>di</strong> polizia possedevano una uniforme<br />

<strong>di</strong> servizio, le cui caratteristiche e modalità per l’uso erano<br />

stabilite dal regolamento. La prima <strong>di</strong>visa era a carico dell’amministrazione,<br />

significando che le successive uniformi erano a<br />

carico delle <strong>di</strong>pendenti, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto accade invece<br />

oggi. Il personale del Corpo <strong>di</strong> polizia femminile veniva collocato<br />

a riposo al compimento del sessantesimo anno <strong>di</strong> età. Coloro<br />

che presentavano le <strong>di</strong>missioni avevano comunque <strong>di</strong>ritto<br />

alla pensione qualora avessero r<strong>aggiunto</strong> i 15 anni <strong>di</strong> servizio<br />

e i 55 <strong>di</strong> età, oppure qualunque età al raggiungimento dei venti<br />

anni <strong>di</strong> servizio effettivo. Tutti i benefici concessi alla forza<br />

pubblica riguardanti l’uso dei trasporti pubblici comunali venivano<br />

estesi anche alle ispettrici ed alle assistenti.<br />

Il personale femminile dell’Amministrazione militare<br />

anglo-americana del territorio <strong>di</strong> Trieste<br />

A <strong>di</strong>fferenza del territorio italiano, dove l’entrata delle donne<br />

nei Corpi <strong>di</strong> polizia, nonché in molti altri settori della pubblica<br />

amministrazione e della magistratura, era vietata dalla legge<br />

e soprattutto estranea a quella che era allora la mentalità comune,<br />

nel Territorio libero <strong>di</strong> Trieste, sotto l’amministrazione<br />

militare anglo-americana, le donne, per la <strong>di</strong>fferente legislazione<br />

nonché per la <strong>di</strong>fferente cultura sociale, avevano invece già<br />

da anni la possibilità <strong>di</strong> far parte della polizia civile.<br />

Le appartenenti a tale corpo, chiamate “triestine”, venivano<br />

pertanto ammesse nelle forze dell’or<strong>di</strong>ne a parità <strong>di</strong> trattamento<br />

economico e <strong>di</strong> stato giuri<strong>di</strong>co con il personale maschile.<br />

Le stesse, una volta transitate alle <strong>di</strong>pendenze del commissario<br />

generale del Governo per il Territorio <strong>di</strong> Trieste, furono<br />

impiegate esclusivamente con mansioni amministrative e nel<br />

1960, quando ne ebbero la possibilità, alcune <strong>di</strong> loro, circa una<br />

ventina, a richiesta confluirono nell’appena costituitosi Corpo<br />

<strong>di</strong> polizia femminile.<br />

All’art. 14 della legge 1083/59 si prevede che il personale femminile<br />

<strong>di</strong> polizia alle <strong>di</strong>pendenze dell’Amministrazione militare<br />

anglo-americana del Territorio <strong>di</strong> Trieste, può a domanda<br />

da presentarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della<br />

summenzionata legge, chiedere <strong>di</strong> essere inquadrato nei ruoli<br />

rispettivamente delle assistenti e delle ispettrici, previo possesso<br />

dei previsti titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o.<br />

Le stesse entravano nell’amministrazione italiana con il grado<br />

imme<strong>di</strong>atamente inferiore a quello già posseduto precedentemente,<br />

con il criterio della precedenza per chi possedeva il<br />

titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o più elevato e, a parità, per chi aveva più anzianità<br />

nel grado ricoperto.<br />

VI POLIZIAMODERNA<br />

marzo 2010


Distribuzione percentuale per titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

Donne<br />

Uomini<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

Potevano riscattare, ai fini pensionistici, gli anni prestati nella<br />

precedente amministrazione e, se ammesse, venivano assegnate<br />

ad un istituto <strong>di</strong> istruzione <strong>di</strong> polizia per la frequenza <strong>di</strong> un<br />

corso professionale della durata non inferiore a quattro mesi.<br />

La via per la parità<br />

Con la legge istitutiva del Corpo <strong>di</strong> polizia femminile, si ravvisa<br />

il chiaro intento del legislatore <strong>di</strong> non voler affidare alle donne<br />

gli stessi compiti già attribuiti al personale maschile, come<br />

era avvenuto per il governo alleato, né quello <strong>di</strong> affidare loro<br />

esclusivamente compiti <strong>di</strong> supporto amministrativo-logistico,<br />

come avevano fatto alcuni governi stranieri introducendo la figura<br />

della “ausiliarie”.<br />

Si pensò così che la migliore soluzione fosse quella <strong>di</strong> inserire<br />

all’interno degli uffici <strong>di</strong> polizia un nucleo ristretto <strong>di</strong> personale<br />

femminile, ad or<strong>di</strong>namento civile, che, con particolare qualificazione,<br />

accertando alcune tipologie <strong>di</strong> reati, riuscisse ad<br />

evidenziare situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio personale, familiare, a volte<br />

anche sociale, relativi al sesso femminile o a minorenni, nello<br />

specifico ogni tipo <strong>di</strong> reato commesso da donne o minori o in<br />

danno <strong>di</strong> donne o minori, e tentare <strong>di</strong> porvi rime<strong>di</strong>o.<br />

Per la delicatezza, nonché anche per le poche e specifiche funzioni<br />

ad esse affidate, per entrare in tale corpo, alle aspiranti<br />

veniva chiesto un adeguato titolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o. Il corpo si componeva<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un ruolo <strong>di</strong>rettivo, le ispettrici, e <strong>di</strong> un ruolo<br />

<strong>di</strong> concetto, le assistenti, ed era però privo <strong>di</strong> ruolo esecutivo,<br />

mancando in esso il ruolo degli agenti.<br />

Pertanto le ispettrici e le assistenti per assolvere a pieno ai loro<br />

compiti venivano solitamente affiancate da personale maschile,<br />

facente parte del ruolo degli assistenti/agenti del Corpo delle<br />

guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> ps, che prestava loro ausilio durante le pattuglie per la<br />

>><br />

>>><br />

marzo 2010 POLIZIAMODERNA VII


te vi sono due questori “in rosa”, a Teramo e a Grosseto,<br />

rispettivamente Amalia Di Ruocco (già questore <strong>di</strong><br />

Rovigo) e Maria Rosaria Maiorino (12 anni passati a capo<br />

della Squadra mobile <strong>di</strong> Cagliari). Tempi forse non<br />

ancora maturi, per questioni <strong>di</strong> anzianità <strong>di</strong> servizio,<br />

per la nomina <strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettore generale del Dipartimento<br />

della pubblica sicurezza donna. Di certo, però, la presenza<br />

femminile si rileva in settori altamente tecnici e<br />

operativi così come in posti <strong>di</strong> comando e <strong>di</strong> carattere<br />

spiccatamente investigativo. Più <strong>di</strong> un terzo della forza<br />

complessiva femminile (34%) risulta, infatti, in<br />

forza presso le quattro specialità Stradale, Ferroviaria,<br />

Frontiera, Postale e i Reparti speciali (le Volanti, il<br />

Settore aereo, la Digos, i Cinofili eccetera).<br />

Ogni reparto ha le sue rose<br />

Le signore si sono fatte largo nelle Squadre mobili<br />

non solo attestandosi a capo delle sezioni minori<br />

in quasi tutta Italia, favorite dalla loro sensibilità<br />

materna e abilità psicologica, ma <strong>di</strong>mostrando anche<br />

un fiuto tutto femminile nelle indagini complesse<br />

e nelle violenze sessuali. Ormai territori esclusivi<br />

dei colleghi uomini non esistono più, eccezion fatta<br />

per il Nocs (il Nucleo centrale operativo speciale).<br />

Ha ceduto persino quello che veniva considerato un<br />

baluardo: tra i reparti mobili preposti all’or<strong>di</strong>ne pubblico,<br />

un tipo <strong>di</strong> attività tra<strong>di</strong>zionalmente maschile,<br />

si annoverano 18 donne ai ruoli <strong>di</strong>rettivi, e ad<strong>di</strong>rittura<br />

lo psicologo Vittorino Andreoli ne consiglia l’utilizzo<br />

anche in fase operativa per le spiccate abilità comunicative<br />

e la propensione a smorzare gli accenti<br />

<strong>di</strong> aggressività nel confronto tra parti avverse. Relativamente<br />

simile a quella degli uomini la <strong>di</strong>stribuzione<br />

tra le quattro specialità: Stradale, Ferroviaria, Postale,<br />

Frontiera. Numerose signore girano in motocicletta,<br />

calzando gli stivaloni della Stradale, o usano<br />

il gimper per i controlli in stazione, non tirandosi<br />

>>><br />

prevenzione o la repressione dei reati <strong>di</strong> cui le stesse dovevano<br />

occuparsi e per le attività connesse al servizio svolto.<br />

Il Corpo <strong>di</strong> polizia femminile era composto da personale civile,<br />

ma aveva or<strong>di</strong>namento militare in quanto le <strong>di</strong>pendenti erano<br />

obbligate ad indossare la <strong>di</strong>visa nonché a portare la pistola<br />

d’or<strong>di</strong>nanza. Nella pratica però alcune <strong>di</strong> esse, soprattutto per<br />

la delicatezza dei compiti svolti, prestavano servizio sovente<br />

in abiti civili, soprattutto nel trattamento con i minori per far<br />

sì che gli stessi, nel denunciare reati per i quali avevano già subito<br />

una violenza sia fisica che psicologica, trovassero in loro<br />

delle figure più familiari che istituzionali. Tale Corpo fornì un<br />

alto contributo professionale alle questure, <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong><br />

essere tecnicamente preparato a percepire con maggiore sensibilità<br />

psicologica i reati subiti o consumati dai minori o dalla<br />

popolazione femminile, espletando funzioni costanti <strong>di</strong> osservazione<br />

e prevenzione <strong>di</strong> fenomeni particolari, quali: l’accattonaggio<br />

minorile, l’abbandono della formazione scolastica obbligatoria,<br />

lo sfruttamento della prostituzione.<br />

Il servizio da esse svolto era spesso sottovalutato, in quanto<br />

riguardava più gli interventi <strong>di</strong> prevenzione che non <strong>di</strong> repressione<br />

dei reati, ma era particolarmente impegnativo soprattutto<br />

quando, trattando i reati connessi alla prostituzione, si<br />

aveva a che fare con gli sfruttatori.<br />

VIII POLIZIAMODERNA<br />

marzo 2010


Distribuzione per specialità/ufficio <strong>di</strong> appartenenza delle donne della <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong><br />

* Vettovagliamento, equipaggiamento, casermaggio e armamento<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

Queste donne svolgevano quello che era il vero compito della<br />

prevenzione con l’assistenza alle vittime <strong>di</strong> reati, permettendo<br />

loro <strong>di</strong> parlare e <strong>di</strong> sfogarsi e <strong>di</strong> confessare problemi comunque<br />

risolvibili, ma che, sembrando insormontabili, potevano sfociare<br />

nel compimento <strong>di</strong> reati. Molte delle ispettrici ed assistenti<br />

seppero comunque <strong>di</strong>mostrare la loro capacità e competenza<br />

al punto <strong>di</strong> arrivare a collaborare senza problemi con il personale<br />

maschile, che in alcune se<strong>di</strong> <strong>di</strong> servizio le riteneva ormai in<strong>di</strong>spensabili.<br />

Ciononostante, già a pochi anni dalla sua entrata in vigore,<br />

a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> quanto previsto e voluto dal legislatore, buona<br />

parte del personale <strong>di</strong> cui era costituito il Corpo <strong>di</strong> polizia fem-<br />

>>><br />

marzo 2010 POLIZIAMODERNA IX


X POLIZIAMODERNA<br />

>>> minile venne impiegato in attività burocratiche o in funzioni sì<br />

in<strong>di</strong>spensabili ma non <strong>di</strong> loro competenza, quali la custo<strong>di</strong>a e<br />

l’accompagnamento <strong>di</strong> donne o minori trattenuti, compiti normalmente<br />

attribuiti ad agenti <strong>di</strong> sesso maschile.<br />

Più rilevante fu l’attività che il Corpo <strong>di</strong> polizia femminile svolse<br />

su richiesta ed a fianco della magistratura minorile che meglio<br />

seppe apprezzare l’opportunità <strong>di</strong> utilizzare personale che<br />

possedeva tanto i mezzi, i poteri, la mobilità e la continuità <strong>di</strong><br />

servizio delle tra<strong>di</strong>zionali forze <strong>di</strong> polizia, quanto una cultura,<br />

una specifica preparazione e una maggiore sensibilità.<br />

La polizia femminile non si sottrasse neanche ai compiti <strong>di</strong> più<br />

imme<strong>di</strong>ata assistenza alle popolazioni afflitte da gravi calamità<br />

naturali, contribuendo <strong>di</strong>rettamente alle opere <strong>di</strong> soccorso,<br />

come <strong>di</strong>mostrato nell’intervento da esse effettuato nella valle<br />

del Belice a seguito del terremoto del 14 gennaio 1968, quando<br />

vennero lì inviate numerose ispettrici ed assistenti impegnate<br />

per mesi nel soccorso delle popolazioni colpite e nella gestione<br />

delle tendopoli lì installate. Per tale intervento vennero dati riconoscimenti<br />

personali alle <strong>di</strong>pendenti che operarono in quella<br />

situazione e venne conferita la Medaglia <strong>di</strong> bronzo al merito civile<br />

al Corpo <strong>di</strong> polizia femminile. Tra i vari compiti svolti da tale<br />

Corpo vi era anche l’assistenza alle famiglie o agli orfani dei<br />

poliziotti ed anche, ove possibile, la gestione <strong>di</strong> colonie destinate<br />

a prestare aiuto ai soggetti sopra menzionati, il tutto sempre<br />

in raccordo con il ministero dell’Interno.<br />

Verso la riforma<br />

Negli Anni ’70 la società italiana accelera le sue trasformazioni.<br />

Si ebbero mo<strong>di</strong>fiche nella legislazione civile e penale. Inizialmente<br />

alcuni corpi <strong>di</strong> polizia municipale, successivamente anche<br />

corpi <strong>di</strong> vigilanza privata iniziarono a immettere in ruolo<br />

personale femminile, con stato giuri<strong>di</strong>co e mansioni identici a<br />

quelli del personale maschile. In virtù <strong>di</strong> ciò, all’interno dell’amministrazione<br />

della pubblica sicurezza, in vista anche <strong>di</strong> una riforma<br />

globale che veniva già da tempo richiesta, si iniziò a rivedere<br />

la presenza delle donne nell’amministrazione stessa.<br />

Non si poteva poi omettere quella che era la <strong>di</strong>fficoltà gestionale<br />

ed organizzativa del personale <strong>di</strong> polizia, allora composto<br />

da circa 70mila unità, ove erano presenti ufficiali provenienti<br />

dall’Accademia <strong>di</strong> polizia, nel cui corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> erano previste<br />

materie e schemi organizzativi molto simili a quelle delle forze<br />

armate. Tali ufficiali, inquadrati militarmente, si trovavano<br />

poi, per quel che riguardava l’or<strong>di</strong>ne pubblico e l’impiego or<strong>di</strong>nario<br />

<strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria, a <strong>di</strong>pendere in modo prevalente dal<br />

personale inquadrato nel ruolo civile dei funzionari <strong>di</strong> pubblica<br />

sicurezza. A questa <strong>di</strong>archia <strong>di</strong> funzioni si andava sommando<br />

la richiesta delle ispettrici <strong>di</strong> polizia che, svolgendo già manin<strong>di</strong>etro<br />

per il duro lavoro con i turni in quinta a bordo<br />

delle volanti. Amano stare sul campo. In aria, come<br />

in acqua. Basti pensare ad una particolare sommozzatrice,<br />

Luisa Cavallo, con abilitazione a scendere<br />

fino ad alte profon<strong>di</strong>tà, che al timone del Cnes La<br />

Spezia gestisce 140 uomini. Ma può contare anche su<br />

un’altra subacquea, manovratice <strong>di</strong> camera iperbarica<br />

e fornita <strong>di</strong> patentino da fotografa navale, e sulle<br />

numerose colleghe delle squadre nautiche, motoriste<br />

navali, radariste, comandanti d’imbarcazione: signore<br />

padrone del mare, capaci <strong>di</strong> cavalcare l’acquascooter<br />

<strong>di</strong> servizio un’intera stagione per interventi<br />

sulle coste e servizi <strong>di</strong> prossimità. Le 68 donne che<br />

sono in forza ai reparti volo sono tutte superspecializzate,<br />

maestre alla cloche come all’assistenza pilotaggio,<br />

alla manutenzione meccanica come ai servizi<br />

<strong>di</strong> pista, sia abilitate al volo notturno che al pronto<br />

intervento aereo.<br />

Emotive e irrazionali? Non lo <strong>di</strong>te alle poliziotte artificieri,<br />

operatrici antisabotaggio ed esperte in <strong>di</strong>fesa<br />

nucleare batteriologica chimica e ra<strong>di</strong>ologica (i cosidetti<br />

gruppi Nbcr): sfoderano uguale freddezza, lucimarzo<br />

2010


<strong>di</strong>tà oltre che competenza, dei loro colleghi.<br />

Forte e incisiva la presenza nelle investigazioni<br />

scientifiche, attività ad alto tasso “rosa”, <strong>di</strong>segnatrici<br />

<strong>di</strong> identikit, dattiloscopiste, analiste <strong>di</strong> laboratorio<br />

chimico e biologico, me<strong>di</strong>ci legali, psicologhe specializzate<br />

nel criminal profiling e nel burn out.<br />

Eclettiche e poliedriche compaiono anche in zona<br />

“armi e armamenti”: istruttori <strong>di</strong> tiro (61), tiratrici<br />

scelte (3) ed esperte in tiro rapido, nonché addette<br />

all’armeria. Ve ne sono più <strong>di</strong> 250 che hanno scelto<br />

il duro addestramento dei servizi scorta e sicurezza<br />

(il ricordo corre subito all’agente Emanuela Loi, uccisa<br />

nell’attentato al giu<strong>di</strong>ce Borsellino), servizi che<br />

richiedono una ferrata preparazione fisica. Qualità<br />

che non manca <strong>di</strong> certo alle nostre atlete delle Fiamme<br />

oro, poche ma buone, anzi buonissime: si annoverano<br />

stelle olimpiche, ve<strong>di</strong> alla voce Valentina Vezzali,<br />

e campionesse europee come la slalomista Chiara<br />

Costazza e le giovanissime judoka Lucia Tangorre e<br />

Valentina Moscatt, nonché le superatlete nazionali<br />

del duathlon, Anna Maria Mazzetti e Daniela Chmet<br />

(ve<strong>di</strong> tabella <strong>di</strong> riferimento a p. IX).<br />

sioni <strong>di</strong> funzionari <strong>di</strong>rettivi e <strong>di</strong>rigenti<br />

dello <strong>Stato</strong>, reclamavano compiti <strong>di</strong><br />

effettiva <strong>di</strong>rezione gestionale.<br />

Per uniformare quin<strong>di</strong> l’organizzazione<br />

della pubblica sicurezza, oltre che<br />

alla nuova prospettiva sociale anche<br />

alle polizie europee, si sentì l’esigenza<br />

<strong>di</strong> concludere questa nuova fase,<br />

già iniziata nel 1979 quando venne<br />

presentato un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge <strong>di</strong><br />

riforma dell’amministrazione della<br />

pubblica sicurezza, emanando la legge<br />

n. 121 del 1° Aprile 1981.<br />

Attraverso tale legge l’autorità nazionale<br />

<strong>di</strong> pubblica sicurezza è affidata al<br />

ministro dell’Interno. La nuova amministrazione<br />

<strong>di</strong>venta civile (ma con un<br />

or<strong>di</strong>namento speciale) ed è inserita<br />

nel Dipartimento della pubblica sicurezza<br />

guidato dal capo della <strong>Polizia</strong>, <strong>di</strong>rettore<br />

generale della ps. In tale nuova<br />

amministrazione confluiranno tutte<br />

le figure già presenti nei <strong>di</strong>sciolti<br />

Corpo delle guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> pubblica sicurezza<br />

e Corpo <strong>di</strong> polizia femminile.<br />

La riforma, attuata con la legge<br />

121/81, stabilì tra l’altro che personale<br />

maschile e femminile avesse parità<br />

<strong>di</strong> carriera e <strong>di</strong> mansioni.<br />

Grazie a tale riforma oggi sono comuni<br />

i concorsi, la formazione iniziale<br />

e la partecipazione a corsi <strong>di</strong> specializzazione<br />

o qualificazione, molte<br />

donne hanno avuto possibilità <strong>di</strong><br />

carriera pari agli uomini, <strong>di</strong>ventando<br />

anch’esse questore, <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong><br />

commissariato, <strong>di</strong> istituto <strong>di</strong> istruzione<br />

o <strong>di</strong> sezioni della polizia stradale,<br />

pilota d’elicottero, istruttore<br />

<strong>di</strong> tiro, <strong>di</strong> tecniche operative o <strong>di</strong>fesa<br />

personale.<br />

Roberta Cacalloro<br />

marzo 2010 POLIZIAMODERNA XI


Mogli e mamme<br />

A fronte <strong>di</strong> ottimi risultati professionali le signore pagano<br />

lo scotto della mancata realizzazione sentimentale e<br />

familiare?<br />

A quanto rivelano i numeri non sembrerebbe. Hanno<br />

creato una famiglia con i loro compagni <strong>di</strong> vita, visto che<br />

la maggioranza è sposata (52,6%) e che non è possibile<br />

calcolare nella percentuale delle single (33%) le<br />

eventuali convivenze. Percentuali basse <strong>di</strong> separazioni<br />

8,7% e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorzi 4,7%, che non si <strong>di</strong>scostano <strong>di</strong> molto<br />

dall’andamento nazionale (ve<strong>di</strong> grafico p. XIII). In questo<br />

sono simili ai loro colleghi e lontane dallo stereotipo letterario<br />

e cinematografico che vede il poliziotto condannato<br />

ad un’esistenza sregolata e bohemien.<br />

Quasi due terzi, la maggioranza quin<strong>di</strong>, sono mamme<br />

(ve<strong>di</strong> grafico p. XIV). È un mestiere <strong>di</strong>fficile per le turnazioni<br />

e spesso gli incarichi fuori sede ma non inconciliabile<br />

con la maternità. Il 37% (5.480 poliziotte) è senza<br />

figli, il 63% (9.382) ha figli; in quest’ultima percentuale<br />

prevalgono nel complesso le mamme da due figli in<br />

LE TAPPE LEGISLATIVE<br />

L’ingresso delle donne nella <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong> è stato scan<strong>di</strong>to da<br />

alcune tappe legislative, che hanno permesso l’istituzione, prima<br />

<strong>di</strong> un Corpo <strong>di</strong> polizia femminile, separato dal Corpo delle guar<strong>di</strong>e<br />

<strong>di</strong> pubblica sicurezza, ma con esso in stretto rapporto lavorativo,<br />

poi la loro unificazione a creare l’attuale assetto organizzativo<br />

della <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong>, nonché l’adeguamento dell’or<strong>di</strong>namento<br />

dell’amministrazione della ps alle leggi nazionali per quanto riguarda<br />

la creazione del Comitato nazionale per le pari opportunità<br />

e leggi riguardanti la tutela delle lavoratrici madri. Eccole.<br />

> La legge n. 1083, del 7 <strong>di</strong>cembre 1959, istituisce il Corpo <strong>di</strong><br />

polizia femminile, la cui costituzione era già prevista nella<br />

legge 20 febbraio 1958 n. 75, “Abolizione della regolamentazione<br />

della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento<br />

della prostituzione altrui”, meglio conosciuta come legge<br />

Merlin, che all’art. 12 del capo III (Disposizioni finali e transitorie)<br />

così recita: “È costituito un Corpo speciale femminile<br />

che gradualmente ed entro i limiti consentiti sostituirà<br />

la polizia nelle funzioni inerenti ai servizi del buon costume<br />

e della prevenzione della delinquenza minorile e della prostituzione.<br />

Con decreto presidenziale, su proposta del ministro<br />

dell’Interno, ne saranno determinati l’organizzazione<br />

ed il funzionamento”.<br />

> Nel 1975 con una circolare del ministro dell’Interno furono costituiti<br />

i “comitati <strong>di</strong> rappresentanza” del personale civile e<br />

militare <strong>di</strong> polizia, il cui primario compito fu <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere il da<br />

farsi per dare un <strong>di</strong>verso status al personale femminile.<br />

> La legge n. 903, del 9 <strong>di</strong>cembre 1977, “Parità <strong>di</strong> trattamento<br />

tra uomini e donne in materia <strong>di</strong> lavoro”, anche conosciuta<br />

come legge Anselmi, <strong>di</strong>ede uno slancio decisivo alla parità in<br />

quanto con essa fu vietata, in materia <strong>di</strong> accesso a qualsiasi<br />

lavoro, ogni forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione tra i due sessi. Grazie<br />

a questa legge, nel 1979, due donne ebbero l’opportunità<br />

<strong>di</strong> accedere al ruolo dei commissari a parità assoluta con<br />

i colleghi uomini, a seguito <strong>di</strong> ciò nelle questure, seppur per<br />

breve tempo, si trovarono a convivere due categorie <strong>di</strong> lau-<br />

><br />

><br />

><br />

reate, le ispettrici con compiti limitati, e i commissari donna<br />

con piene funzioni <strong>di</strong> polizia.<br />

La legge n. 121, del 1° Aprile 1981 “Nuovo or<strong>di</strong>namento dell’amministrazione<br />

della pubblica sicurezza”.<br />

È la legge <strong>di</strong> riforma che ha portato all’attuale assetto della<br />

<strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong>. Significativo della parità sin qui analizzata<br />

è l’art. 25 (Personale della <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong>) che al 1° comma<br />

così recita: “La <strong>Polizia</strong> <strong>di</strong> <strong>Stato</strong> espleta i servizi <strong>di</strong> istituto<br />

con personale maschile e femminile con parità <strong>di</strong> attribuzioni,<br />

<strong>di</strong> funzioni, <strong>di</strong> trattamento economico e progressione<br />

<strong>di</strong> carriera”.<br />

A seguito del dpr n. 395 del 31 Luglio 1995, come previsto<br />

dall’art. 20 (Pari opportunità) nel 1997 il capo della <strong>Polizia</strong><br />

istituì un “Comitato nazionale per le pari opportunità”.<br />

Tale comitato, presieduto da un rappresentante dell’amministrazione<br />

della pubblica sicurezza, ed in pari numero<br />

da funzionari dell’amministrazione, ha compiti <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

<strong>di</strong> monitoraggio e <strong>di</strong> proposta finalizzati a creare effettive<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> parità tra il personale.<br />

A livello provinciale, come previsto dall’art. 26 del dpr<br />

395/95, operano poi le “Commissioni per le pari opportunità<br />

nel lavoro e nello sviluppo professionale”, aventi la stessa<br />

composizione del Comitato nazionale.<br />

Il Comitato ha lavorato in questi anni sulla base <strong>di</strong> questionari<br />

formulati e consegnati al personale femminile, riguardanti<br />

le caratteristiche dell’uniforme, per dare rilievo alle<br />

esigenze delle poliziotte anche e soprattutto per quelle che<br />

sono le naturali <strong>di</strong>fferenze fisiche rispetto ai colleghi, attinenti<br />

inoltre al monitoraggio degli incarichi svolti dalle donne<br />

in uffici operativi, nonché se le stesse si sentissero o meno<br />

in qualche modo <strong>di</strong>scriminate, sia <strong>di</strong>rettamente che in<strong>di</strong>rettamente,<br />

attraverso le mansioni loro assegnate.<br />

La legge n. 53 dell’8 marzo 2000 “Disposizioni per il sostegno<br />

della maternità e della paternità per il <strong>di</strong>ritto alla cura e alla<br />

formazione e per il coor<strong>di</strong>namento dei tempi delle città”.<br />

XII POLIZIAMODERNA<br />

marzo 2010


Distribuzione per stato civile<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

su, coronando il sogno delle italiane che pur desiderando<br />

la seconda culla in casa non si sentono <strong>di</strong> affrontare un’ulteriore<br />

gravidanza per l’incertezza contrattuale che comporterebbe<br />

una nuova assenza prolungata dal posto <strong>di</strong> lavoro.<br />

Ciò trova conferma nella ricerca della Commissione<br />

europea dove si legge che le mamme con lavoro “a tempo<br />

indeterminato” fanno più figli.<br />

Certo sarebbero da stu<strong>di</strong>are per le capacità <strong>di</strong> planning<br />

l’agente scelto che presta servizio alla questura <strong>di</strong> Forlì/Cesena<br />

e il collaboratore tecnico capo alla questura <strong>di</strong><br />

Reggio Emilia, entrambe con 7 figli. Ma non è solo la realtà<br />

della piccola provincia a permettere una famiglia numerosa.<br />

A Genova come a Varese e a Catanzaro ci sono supermamme<br />

con 6 figli. Da Milano a Napoli da Treviso a Salerno,<br />

a Torino, Trieste e perfino nell’impegnativa Roma vi<br />

sono donne in <strong>di</strong>visa che si devono occupare <strong>di</strong> ben 5 figli.<br />

Sta <strong>di</strong> fatto che Centro, Nord e Sud d’Italia sono ugualmente<br />

presenti: la grande famiglia non appare un fondamento<br />

della sola cultura meri<strong>di</strong>onale. Sebbene siano il Mezzogiorno<br />

e le isole a fornire la maggior parte delle aspiranti poliziotte,<br />

a seguire il Centro e il Nord (ve<strong>di</strong> grafico p. XIV), parimenti<br />

a quanto accade per i colleghi uomini.<br />

marzo 2010 POLIZIAMODERNA XIII


mamme<br />

figli<br />

Distribuzione per numero dei figli<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

La provincia con più gonne<br />

La provenienza non coincide con la <strong>di</strong>stribuzione<br />

geografica della forza rosa (ve<strong>di</strong> tabella e grafico<br />

p. XV). Il Mezzogiorno e le Isole danno i natali al numero<br />

più ingente <strong>di</strong> poliziotte e in maniera inversamente<br />

proporzionale ne vedono al lavoro sul territorio<br />

la percentuale minore (29%). Una presenza superiore,<br />

il 34%, si registra al Nord. Mentre è il Centro<br />

ad assorbire ben il 37% della componente femminile.<br />

Naturalmente questa consistenza è dovuta<br />

alla presenza a Roma <strong>di</strong> tutti gli uffici e delle <strong>di</strong>rezioni<br />

centrali del Dipartimento della pubblica sicurezza.<br />

Scendendo nel dettaglio del confronto forza<br />

lavoro maschile con forza lavoro femminile<br />

si scopre che la Liguria possiede<br />

due primati. Sia il primato della regione<br />

a più alto tasso rosa (19,5% con 3.304<br />

uomini e 802 donne in servizio) che il<br />

primato della provincia, La Spezia, dove<br />

il gentil sesso arriva al 28% del personale<br />

complessivo <strong>di</strong> polizia (155 poliziotte<br />

e 401 poliziotti). Fanalini <strong>di</strong> coda,<br />

su scala provinciale, Enna (15 poliziotte a<br />

fronte <strong>di</strong> 370 poliziotti, il 3,9%) mentre<br />

su scala regionale sono la Valle d’Aosta<br />

e la Basilicata, rispettivamente il 7,2%<br />

e l’8,5% <strong>di</strong> presenza femminile (sebbene<br />

vada considerato che sono anche le ultime<br />

due regioni d’Italia per quanto rigurda<br />

il numero <strong>di</strong> abitanti).<br />

Distribuzione per luogo <strong>di</strong> nascita<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

XIV POLIZIAMODERNA<br />

marzo 2010


Distribuzione regionale* per sede <strong>di</strong> servizio<br />

Regione<br />

Personale femminile<br />

Piemonte 750<br />

Valle d’Aosta 27<br />

Lombar<strong>di</strong>a 1.265<br />

Veneto 742<br />

Trentino Alto A<strong>di</strong>ge 168<br />

Friuli Venezia Giulia 492<br />

Liguria 802<br />

Emilia Romagna 849<br />

Nord Italia 5.095<br />

Toscana 1.088<br />

Umbria 160<br />

Marche 374<br />

Lazio 3.840<br />

Centro Italia 5.462<br />

Abruzzo 363<br />

Molise 89<br />

Campania 1.160<br />

Puglia 641<br />

Basilicata 65<br />

Calabria 520<br />

Sicilia 1.089<br />

Sardegna 378<br />

Sud Italia e Isole 4.305<br />

Fonte: Dir. cen. ris. umane (gennaio 2010). Elaborazione: D. Palumbo/<strong>Polizia</strong>moderna<br />

*per un’interpretazione più esaustiva dei dati occorre considerare il loro rapporto con il numero <strong>di</strong> abitanti per regione;<br />

per il Lazio, inoltre, va tenuto conto della concentrazione degli uffici del Dipartimento della pubblica sicurezza nella Capitale


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Tutti i <strong>di</strong>ritti sono riservati a norma <strong>di</strong> legge e a norma<br />

delle convenzioni internazionali. Nessuna parte <strong>di</strong> questo inserto<br />

può essere riprodotta con sistemi elettronici, meccanici o altri,<br />

senza l’autorizzazione scritta dell’e<strong>di</strong>tore.<br />

Eventuali aggiornamenti al testo saranno pubblicati<br />

sul sito della rivista.<br />

GLI ULTIMI INSERTI DI POLIZIAMODERNA<br />

GUIDA SICURA<br />

2^ Parte<br />

Gennaio 2009<br />

GUIDA SICURA<br />

3^ Parte<br />

Febbraio 2009<br />

ARMI E FORZE<br />

DI POLIZIA<br />

Marzo 2009<br />

RACCOLTA<br />

INSERTI 2008-09<br />

Aprile 2009<br />

DNA: L’IMPRONTA<br />

CHE RIVELA<br />

Giugno 2009<br />

INTERVISTE<br />

INVESTIGATIVE<br />

Luglio 2009<br />

LA PRIVACY<br />

Ago./Sett. 2009<br />

PACCHETTO<br />

SICUREZZA<br />

Ottobre 2009<br />

RIPARTIRE DALLE<br />

EMERGENZE<br />

Novembre 2009<br />

SICUREZZA<br />

SENZA CONFINI<br />

Dicembre 2009<br />

VIGILANZA<br />

PRIVATA<br />

Gennaio 2010<br />

CODICE ETICO<br />

EUROPEO<br />

PER LA POLIZIA<br />

Febbraio 2010<br />

numeri arretrati: Ufficio abbonamenti, tel. 06.465.383.22 - fax 06.465.497.88, e-mail: abbonamenti.poliziamoderna@interno.it

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