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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

assieme, del rispettare limiti, della solidarietà e del cercare <strong>di</strong> progre<strong>di</strong>re assieme che è la risorsa<br />

in<strong>di</strong>spensabile della vita politica democratica.<br />

Infine, un capitolo importante della filosofia politica contemporanea che prende spunto<br />

dalle relazioni internazionali, ma che poi ha un raggio più vasto, è quello del rapporto fra<br />

or<strong>di</strong>ne e giustizia. Consiste sostanzialmente nell'intendere come legittimo non qualsiasi or<strong>di</strong>ne,<br />

ma solo un or<strong>di</strong>ne che abbia questa caratterizzazione della giustizia: un or<strong>di</strong>ne giusto. Questo<br />

vuol <strong>di</strong>re assumere esplicitamente un punto <strong>di</strong> vista normativo nei confronti della politica<br />

internazionale e quin<strong>di</strong> collide con la tra<strong>di</strong>zione realista secondo cui ogni punto <strong>di</strong> vista<br />

normativo è estraneo alla politica e a quella internazionale più che mai. Però le cose cambiano e<br />

oggi questo approccio ha una sua consistenza e legittimità nelle <strong>di</strong>scussioni filosofiche sulla<br />

politica internazionale, pur non essendo né l'unico né il prevalente. Il porre il problema del<br />

rapporto tra or<strong>di</strong>ne e giustizia dà origine a quella letteratura, largamente sconosciuta sul vecchio<br />

continente e <strong>di</strong>ffusa negli Stati Uniti e in genere nel mondo anglofono, che si chiama etica<br />

internazionale. Si può parlare <strong>di</strong> approcci normativi che riguardano tre aree sostantive: uno è<br />

quello delle sanzioni economiche e/o militari per il mantenimento dell'or<strong>di</strong>ne internazionale e<br />

dell'intervento umanitario, detto anche ingerenza umanitaria, negli affari sovrani <strong>di</strong> un altro<br />

Stato. Questa è in parte una ripresa, sotto segni abbastanza nuovi, perché è cambiato lo scenario<br />

(sono cambiate le armi, ma in parte è cambiata anche la cultura) della tra<strong>di</strong>zione del bellum<br />

iustum.<br />

Un altro capitolo importante è quello dei <strong>di</strong>ritti umani nei loro tre o più livelli: <strong>di</strong>ritti civili,<br />

politici, sociali e ormai si parla <strong>di</strong> una quarta categoria o quarta generazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti, quelli<br />

ambientali, e anche <strong>di</strong> una quinta cioè quella dei <strong>di</strong>ritti riproduttivi. I <strong>di</strong>ritti civili sono quelli che<br />

riguardano che cosa lo Stato non ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare, i <strong>di</strong>ritti politici riguardano che cosa il<br />

citta<strong>di</strong>no ha il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> fare, quanto potere gli spetta, qual è la sua giusta parte nella spartizione<br />

del potere. Infine i <strong>di</strong>ritti sociali: alcuni <strong>di</strong>cono che i <strong>di</strong>ritti sociali alla tutela della famiglia,<br />

all'educazione, al lavoro, alla casa, all'assistenza, alla previdenza, devono essere considerati alla<br />

pari degli altri e che quin<strong>di</strong> l'associazione politica deve essere or<strong>di</strong>nata a produrli, ed essa non è<br />

perfetta se, oltre a produrre la libertà del citta<strong>di</strong>no, il potere democratico nel prendere decisioni,<br />

non produce anche la sua effettiva possibilità <strong>di</strong> essere un citta<strong>di</strong>no responsabile, educato ecc.<br />

Altri pensano che questi non siano <strong>di</strong>ritti nel senso proprio, ma siano con<strong>di</strong>zioni importanti o<br />

necessarie per il go<strong>di</strong>mento degli altri <strong>di</strong>ritti civili e politici. In ogni caso sul piano<br />

internazionale la tutela <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti umani, non solo dei propri citta<strong>di</strong>ni, ma dei citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> tutto il<br />

mondo 29 , sta <strong>di</strong>ventando un punto <strong>di</strong> vista importante nell'orientamento sugli affari<br />

internazionali. Volendo parlare con un lessico <strong>di</strong>verso, che sta assumendo anche in Italia una<br />

qualche <strong>di</strong>ffusione, si può <strong>di</strong>re che si tratta <strong>di</strong> questioni <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza: della questione <strong>di</strong><br />

definire a livello universale che cosa faccia parte della citta<strong>di</strong>nanza (se per essere citta<strong>di</strong>no uno<br />

debba essere solo fruitore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti politici e civili o anche dei <strong>di</strong>ritti sociali), <strong>di</strong> quando è che<br />

l'essere citta<strong>di</strong>no sia veramente tale. Ma la citta<strong>di</strong>nanza è anche un problema <strong>di</strong> appartenenza,<br />

perché io posso avere uno Stato liberale e per molti aspetti democratico come quello<br />

29<br />

Cioè un problema, per <strong>di</strong>rla con Kant, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto cosmopolitico, che non riguarda le relazioni fra gli<br />

Stati né le relazioni fra i citta<strong>di</strong>ni e i singoli Stati, ma le relazioni fra i citta<strong>di</strong>ni del mondo con tutti gli<br />

Stati.<br />

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