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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

Ora, io ritengo che la pace nucleare sia un valore in sé, il quale si è nei passati cinquant'anni<br />

<strong>di</strong> fatto affermato, per effetto <strong>di</strong> un fattore impersonale, il terrore nucleare, fonte <strong>di</strong> equilibrio: il<br />

terrore della <strong>di</strong>struzione non solo del nemico ma anche propria, e <strong>di</strong> tutti. Io non ritengo invece<br />

che la pace convenzionale sia un valore assoluto in sé, ma un valore strumentale, che deve poter<br />

essere accordato con altri beni come il mantenimento <strong>di</strong> un minimo <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne internazionale<br />

legittimo e quin<strong>di</strong>, come prevede lo stesso Statuto delle Nazioni Unite, la violenza militare deve<br />

poter essere impiegata per reprimere le grossolane violazioni dell'or<strong>di</strong>namento legittimo: atti <strong>di</strong><br />

aggressione, invasioni, occupazioni. Inoltre deve poter essere impiegata per preservare l'altro<br />

valore che ritengo assoluto, cioè la pace nucleare: contro uno o più Stati che volessero crearsi<br />

un potenziale nucleare per usarlo poi a fini o <strong>di</strong> attacco o <strong>di</strong> ricatto, la comunità internazionale<br />

ha tutto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> usare mezzi militari convenzionali. Se abbia anche il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> usare mezzi<br />

nucleari è cosa <strong>di</strong> cui si deve <strong>di</strong>scutere; ma per <strong>di</strong>ssuadere una potenza che vorrebbe <strong>di</strong>ventare<br />

nucleare dal procacciarsi armi nucleari, basta un forte armamento convenzionale da parte <strong>di</strong> chi<br />

lo vuole impe<strong>di</strong>re.<br />

Un ultimo cenno va de<strong>di</strong>cato al tema del governo mon<strong>di</strong>ale. Rammentiamo anzitutto che,<br />

oltre a quella <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne internazionale che garantisca puramente la sopravvivenza, esistono<br />

altre idee dell'or<strong>di</strong>ne internazionale, or<strong>di</strong>nate a valori come la giustizia o la solidarietà tra i<br />

popoli o la libertà. Di questo occorre parlare fra le questioni <strong>di</strong> etica pubblica<br />

Nella sua versione classica la questione del governo mon<strong>di</strong>ale è vecchia quasi quanto la<br />

filosofia politica moderna e comprende tre temi fondamentali: a. se esso sia possibile, cioè se vi<br />

siano forze, attori e tendenze <strong>di</strong> cui si possa pensare che si verranno a congiungere e a<br />

sintetizzare dando vita a un governo mon<strong>di</strong>ale; b. se esso sia funzionante, che è una cosa<br />

<strong>di</strong>versa, perché può essere possibile la sua genesi e poi quando esso va a regime ci si rende<br />

conto che non funziona, che si autoparalizza o provoca effetti contro-intenzionali, ad esempio<br />

più conflitti <strong>di</strong> quanti non riesca a prevenire; infine una terza questione, c. che è quella più nota<br />

<strong>di</strong> cui fa cenno anche Kant, cioè che esso, ammesso che sia possibile e funzionante, non sia<br />

gravido del pericolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare una tirannide su scala planetaria. Alcune <strong>di</strong> queste domande e<br />

<strong>di</strong> risposte negative: che è impossibile, che non funzionerebbe, che sarebbe tirannico, vengono<br />

rivolte non solo nei confronti dell'idea vera e propria del governo mon<strong>di</strong>ale, cioè <strong>di</strong> una<br />

sovraistituzione con poteri complessivi <strong>di</strong> governo, ma anche nei confronti dell'altra idea, <strong>di</strong><br />

istituzioni singole <strong>di</strong> tipo federativo. C'è chi pensa che qualsiasi globalizzazione politica sia,<br />

tanto nella forma <strong>di</strong> un governo complessivo, organico e unitario, tanto nella forma <strong>di</strong> singole<br />

istituzioni a scopi limitati, una forma che va verso la servitù 28 .<br />

Un corollario importante della situazione nucleare è il capitolo, scritto assai poco dai<br />

filosofi politici, che riguarda gli effetti della situazione nucleare su democrazia e sovranità<br />

popolare, cioè due car<strong>di</strong>ni dell'or<strong>di</strong>namento politico contemporaneo. Si può pensare, ma<br />

andrebbe stu<strong>di</strong>ato meglio, che la deterrenza nucleare vi incida seriamente, anche se non sempre<br />

esplicitamente e visibilmente, perché essa tende a sottrarre alla sovranità popolare e alla<br />

decisione democratica intere sfere vitali, a cominciare da quella della vita e della morte, nonché<br />

del benessere <strong>di</strong> intere popolazioni. Tende a sottrarre alla vita comune quel senso dello stare<br />

28 Si veda D. Zolo, Cosmopolis, Feltrinelli, Milano 1995.<br />

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