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Furio Cerutti - Dipartimento di Filosofia

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<strong>Furio</strong> <strong>Cerutti</strong><br />

<strong>Filosofia</strong> politica. Un'introduzione<br />

della pace e mettercela però nell'ambito <strong>di</strong> un <strong>di</strong>segno complessivo: alla pace si arriva non<br />

ripetendone il nome come slogan salvifico, ma come prodotto <strong>di</strong> una strategia che tenga<br />

presente la situazione politica, economica, sociale nella sua intera complessità e <strong>di</strong>fficoltà. Ciò<br />

include la possibilità dell'uso della forza, per esempio per impe<strong>di</strong>re ad un paese <strong>di</strong> attaccarne o<br />

ricattarne altri dotandosi <strong>di</strong> armi nucleari, o per proteggere popolazioni vittime <strong>di</strong> massacri o<br />

genoci<strong>di</strong>o. La pace è in questo senso una categoria politica, per fare la pace occorre un potere<br />

ad essa or<strong>di</strong>nato. L'altra definizione <strong>di</strong> pacifismo è quella che considera la pace nel senso nel<br />

non-ricorso alla violenza armata come unico ed indefettibile principio: se vuoi la pace sii<br />

sempre pacifico. Questo pacifismo ammette come unico mezzo il comportamento pacifico, la<br />

non-violenza. Esso si presenta in due versioni molto <strong>di</strong>fferenti: una extra-mondana, per <strong>di</strong>rla<br />

con Weber, che rifiuta le logiche del mondo ed esprime solo una testimonianza morale o<br />

religiosa <strong>di</strong> fratellanza e solidarietà. L’altra versione, il pacifismo ra<strong>di</strong>cale come strategia<br />

politica, si risolve spesso e necessariamente (la politica contenendo necessariamente la<br />

violenza) nel condannare le guerre degli uni ma non degli altri, o nell’ignorare che proclamando<br />

che non si useranno mai gli strumenti militari si rafforzano i regimi che tolgono vita e libertà ai<br />

citta<strong>di</strong>ni loro o <strong>di</strong> altri paesi. Il ce<strong>di</strong>mento (in verità l’ultimo <strong>di</strong> una serie) a Hitler e Mussolini,<br />

attuato in nome del mantenimento della pace dai governi britannico e francese negli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Monaco del 1938, contribuì <strong>di</strong>rettamente alle ulteriori aggressioni che portarono alla seconda<br />

guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Con l'avvento prima della guerra totale, poi della guerra termonucleare e quin<strong>di</strong> della<br />

possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione della civiltà, il fattore tempo è <strong>di</strong>ventato un elemento decisivo nel<br />

valutare la bontà <strong>di</strong> questa o <strong>di</strong> quella politica, soprattutto <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> pace, che si deve<br />

misurare anche dai tempi in cui esso è in grado <strong>di</strong> raggiungere il proprio scopo, cioè <strong>di</strong><br />

consolidare in senso pacifico le relazioni tra gli uomini e le loro comunità. La pace perpetua nel<br />

senso dominante, cioè non assoluta assenza <strong>di</strong> conflitti, ma pace in cui il conflitto bellico non è<br />

più la soluzione principale, ed è solo l'ultima ratio per la risoluzione dei conflitti, è nell'età<br />

nucleare <strong>di</strong>venuto una questione <strong>di</strong> tempo, perché vi sono buone ragioni per ritenere che più<br />

dura un regime basato sul possesso delle armi nucleari in mano agli Stati nazionali e sulla stessa<br />

deterrenza, più aumentano le chances <strong>di</strong> un uso bellico <strong>di</strong> queste armi. Una politica <strong>di</strong> pace oggi<br />

va scelta o respinta anche in base alle attese cre<strong>di</strong>bili che essa può suscitare intorno alla rapi<strong>di</strong>tà<br />

con cui porta alla pace perpetua, in primis come pace nucleare.<br />

Un altro argomento contro il pacifismo ra<strong>di</strong>cale come atteggiamento politico è che esso è<br />

una dottrina che, per usare un termine <strong>di</strong> Bobbio, si avvicina molto al pacifismo strumentale,<br />

cioè a quello che si propone <strong>di</strong> raggiungere e consolidare la pace tramite la manipolazione <strong>di</strong><br />

uno degli strumenti <strong>di</strong> guerra: per esempio la pace via <strong>di</strong>sarmo o per mezzo del controllo delle<br />

armi. È pacifismo strumentale perché si pensa che dal controllo o dall'abolizione dello<br />

strumento, <strong>di</strong>sarmo parziale o totale, si possa conseguire la pace. Ma anche il pacifismo che si<br />

propone più generalmente <strong>di</strong> arrivare alla pace tramite la non-violenza ha alcuni caratteri del<br />

pacifismo strumentale, nel senso che considera la violenza, che è uno strumento della politica,<br />

un <strong>di</strong>svalore. Quin<strong>di</strong> da questo punto <strong>di</strong> vista partecipa dei vantaggi e/o svantaggi del pacifismo<br />

strumentale.<br />

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